Informazioni sul sito
Se vuoi aiutare LUOGOCOMUNE

HOMEPAGE
INFORMAZIONI
SUL SITO
MAPPA DEL SITO

SITE INFO

SEZIONE
11 Settembre
Questo sito utilizza cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego.
 American Moon

Il nuovo documentario
di Massimo Mazzucco
 Login
Nome utente:

Password:


Hai perso la password?

Registrati ora!
 Menu principale
 Cerca nel sito

Ricerca avanzata

TUTTI I DVD DI LUOGOCOMUNE IN OFFERTA SPECIALE

ATTENZIONE: Chiunque voglia scrivere su Luogocomune è pregato di leggere prima QUESTO AVVISO (aggiornato 01.11.07)



Indice del forum Luogocomune
   Commenti liberi
  Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.

Naviga in questo forum:   1 Utenti anonimi

 

 Vai alla fine   Discussione precedente   Discussione successiva
1234...9>
  •  Vota discussione
      Vota questa discussione
      Eccellente
      Buona
      Discreta
      Scadente
      Terribile
Autore Discussione Votata:  1 Voti
  •  captcha
      captcha
Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#242
Mi sento vacillare
Iscritto il: 23/3/2010
Da
Messaggi: 832
Offline
Zapatero salva la corrida. L'ira degli animalisti: "Vergogna"

02 Agosto 2011

Tra le ultime mosse del premier il trasferimento delle competenze sulla tauromachia dall'Interno alla Cultura. Esplode la protesta

La corrida è salva. L’annuncio che ne sancise lo status di «disciplina artistica e prodotto culturale» mette uno dei simboli più conosciuti della Spagna nel mondo al riparo dagli attacchi delle associazioni animaliste e di quanti considerano la tauromachia uno spettacolo crudele, da abolire definitivamente. Il ministero della Cultura, ora responsabile dello "sviluppo e della protezione della corrida", ha comunicato di aver rilevato le competenze del ministero dell’Interno e di essere «il luogo corretto» per la tutela di quella che viene definita patrimonio culturale della Spagna.

La mossa del governo del primo ministro Jose Luis Rodriguez Zapatero è giunta dopo le pressioni da parte dell’industria del settore, divenute particolarmente insistenti dopo che a luglio il governo della Catalogna aveva messo al bando le corride in tutto il territorio regionale. La decisione del governo catalano, bollata dai sostenitori della corrida come un mezzo per segnare ulteriormente la propria distanza da Madrid, entrerà in vigore a gennaio e non verrà annullata dall’annuncio del governo.

Tuttavia, la mossa del’esecutivo socialista, accusato dagli animalisti di aver rinnegato un precedente impegno in senso contrario, impedirà ad altre regioni di unirsi alla Catalogna nel mettere al bando le corride. Per lo sdegno degli animalisti, che hanno già annunciato battaglia, quella che Ernest Hemingway descrisse, in «Morte nel pomeriggio» ,come una forma d’arte, continuerà quindi a rappresentare, a torto o a ragione, lo spirito spagnolo nel mondo.

Fonte
Inviato il: 3/8/2011 13:17
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  Freeanimal
      Freeanimal
Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#241
Mi sento vacillare
Iscritto il: 17/5/2009
Da Codroipo (UD)
Messaggi: 705
Offline
Un utente del Gazzettino:

Occhio per occhio....
Il bastardo è già stato individuato. E' di Francoforte, provincia di Siracusa, ed alcuni miei amici gli stanno preparando un bel "servizietto" a domicilio.

Qui:

http://www.ilgazzettino.it/articolo.php?id=125043&sez=ANIMALI&ctc=0#commenti
Inviato il: 3/11/2010 7:42
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  Freeanimal
      Freeanimal
Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#240
Mi sento vacillare
Iscritto il: 17/5/2009
Da Codroipo (UD)
Messaggi: 705
Offline
A Dr_julius:
Sì, in effetti sembra che a parlare sia un razzista. Ma questo dipende dal fatto che per riportare gli infiniti casi di inciviltà ci vorrebbe molto tempo e spazio.
L’ideale sarebbe che io riportassi alcuni casi, fra i molti, e che voi ne traiate le conclusioni, dato che io, le mie, le ho già tratte.

NORD e SUD
Un calcio a un gatto, dato in quel modo, in Friuli sarebbe inconcepibile: gli unici che potrebbero fare una cosa del genere sono africani, arabi e meridionali. Sono razzista se affermo questo? O per caso è il risultato delle mie osservazioni?
E se vi dicessi che nei vecchi contadini della mia zona, benché anche loro portassero le mucche al macello, c’era (c’era perché la moderna zootecnia ha cambiato di molto le cose) un rapporto affettuoso tra l’uomo e i suoi animali da carne. Tanto che in molti casi il capofamiglia (non i bambini di casa, né la moglie, ma il padre famiglia) per tre giorni dopo che la mucca era stata portata via dal macellaio, se ne stava muto e triste, affranto per il….tradimento che aveva compiuto. Mentre per i bambini, piangere e disperarsi per l’uccisione del maiale o del gallo o dell’agnellino, compiuta dagli adulti, era la norma. (vedi “Il silenzio degli innocenti”).
Era una dura lezione per tutti, un aprire gli occhi alla vita, che li rendeva simili ai grandi e contribuiva a formare una società spietata, dove vige la legge della sopraffazione del debole da parte del più forte.
Storicamente credo che si sia giunti alla formulazione di un concetto etico che permette l’uccisione degli animali ma non il farli soffrire, perché sia la Chiesa, con Sant’Agostino, che la cultura laica, con Kant, hanno sempre detto che non bisogna far soffrire le bestie.
Se questo genere di rapporto affettuoso si manifestava anche nei contadini siciliani, ditemelo, vi crederò sulla parola e sarò disposto a rettificare il mio modo di pensare.
Va inoltre considerato che in Sicilia gli arabi si sono fermati quattro secoli, mentre il Friuli è stato sotto l’Austria per parecchio tempo, con conseguenze sul modo di vedere le cose, di trattare gli animali. Prendiamo Trieste, la città più mitteleuropea d’Italia (e mettetela a confronto con Palermo): vedrete moltissimi cani a spasso con i loro tutori. Ci sarà una ragione, per questo. Anche a Palermo vedrete moltissimi cani per strada, ma abbandonati a se stessi e che dormono sotto le auto parcheggiate, spesso presi a sassate (come in Africa). E, anche qui, ci sarà una ragione.
La scena di un carabiniere che su una spiaggia del meridione, un anno fa, spara ai cani inseguendoli, non la vedrete mai a Lignano Sabbiadoro o a Jesolo, anche se, ho sentito dire, era più che altro una montatura fatta a beneficio dei giornalisti. Non so, però, fino a che punto.
Il ragazzo che ha mollato un calcio al gatto non ha niente a che fare con la cultura contadina di una volta, ma è chiaramente un caso patologico o almeno la dimostrazione che qualcosa non ha funzionato nell’educazione scolastica o in quella impartitagli, ammesso che gli sia stata impartita, dai genitori.
E’ la violenza gratuita che offende, non quella sedicente necessaria per l’alimentazione. Che è anche peggiore. Anche se per me, pure quest’ultima, non è per niente necessaria.

C’è stato un caso anni fa, in provincia di Pordenone, in cui un vecchio è uscito in cortile e ha massacrato di botte, uccidendolo, il cane di famiglia, legato alla catena. Il movente? Il cane, il giorno prima, aveva ucciso a morsi il nipotino che gli si era avvicinato mentre stava mangiando. Quando sentii la notizia, negli anni ottanta, pensai che mi sarebbe piaciuto, con i miei amici, indossare un passamontagna e fargliela pagare al vecchio, unico responsabile della morte del bambino, in quanto non aveva evitato che il piccolo si avvicinasse al cane.
Cani e porci, tanto per restare in tema, sanno che non si devono disturbare i cani quando stanno mangiando. Per inciso, uno scimpanzè mi graffiò la mano, anni fa, mentre gli portavo dell’uva, perché non capiva che gliela stavo portando e non gliela stavo portando via.
Se un mammifero intelligente come il nostro cugino primate non capisce queste cose, a maggior ragione non lo capisce un cane.
Avrei numerosissimi altri casi da riportare, sui musulmani per esempio, ma, come ho già detto, ci sono problemi di spazio.
Tuttavia, se ti vedrò sufficientemente e onestamente interessato, la discussione potrà continuare.
Astenersi perditempo, Captcha e affini!
Inviato il: 2/11/2010 19:52
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  Spiderman
      Spiderman
Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#239
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 19/9/2009
Da
Messaggi: 2722
Offline
_________________
"Ogni giorno racconto la favola mia, la racconto ogni giorno chiunque tu sia, e mi vesto di sogno per darti se vuoi, l'illusione di un bimbo che gioca agli eroi. (Renato Zero)
Inviato il: 2/11/2010 7:36
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  dr_julius
      dr_julius
Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#238
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 11/8/2006
Da
Messaggi: 1637
Offline
Citazione:
Non si può dire che i settentrionali sono moralmente migliori dei meridionali e non si può dire che a far del male agli animali sono le stesse persone che fanno del male agli esseri umani.


Si può dirlo, ma in tal caso si deve essere pronti a dimostrarlo!
Altrimenti sembra una distinzione dettata dal pregiudizio e dal razzismo.
(A me non sembra neanche vero, tra l'altro).

E può sembrare affetta da qualunquismo, nella seconda parte della tua frase.

Non vedo perchè stupirsi se chi è violento rispetto gli esseri umani lo sia anche rispetto agli esseri animali.
_________________
Per rifornire di elettricità un terzo dell’Italia, un’area equivalente a 15 centrali nucleari da un gigawatt, basterebbe un anello solare grande come il raccordo di Roma. (Carlo Rubbia)
Inviato il: 1/11/2010 21:51
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  Spiderman
      Spiderman
Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#237
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 19/9/2009
Da
Messaggi: 2722
Offline
Citazione:

Freeanimal ha scritto:


Se poi faccio notare che, episodi come questo, si verificano al sud Italia e mai al nord[...]



Non è così free, la violenza sul più debole (uomo o animale che sia) non ha confini. Per citarne uno, ricordo benissimo un servizio di striscia la notizia, dove dei cani venivano malmenati con calci e pugni, il tutto si svolgeva in un parco a Modena. La merda di certi uomini, avvolge la terra, da nord a sud e da est ad ovest.
_________________
"Ogni giorno racconto la favola mia, la racconto ogni giorno chiunque tu sia, e mi vesto di sogno per darti se vuoi, l'illusione di un bimbo che gioca agli eroi. (Renato Zero)
Inviato il: 1/11/2010 21:22
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  captcha
      captcha
Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#236
Mi sento vacillare
Iscritto il: 23/3/2010
Da
Messaggi: 832
Offline
Citazione:
Antropocentrismo, un gigante dai piedi d'argilla.
Prima o poi cadrà!

Poggia saldamente su dodici miliardi di piedi (e ci sono anche i tuoi). Io sono abbastanza ottimista.
Inviato il: 1/11/2010 19:04
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  Freeanimal
      Freeanimal
Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#235
Mi sento vacillare
Iscritto il: 17/5/2009
Da Codroipo (UD)
Messaggi: 705
Offline
Antropocentrismo, un gigante dai piedi d'argilla.
Prima o poi cadrà!
Inviato il: 1/11/2010 18:43
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  captcha
      captcha
Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#234
Mi sento vacillare
Iscritto il: 23/3/2010
Da
Messaggi: 832
Offline
ORA E SEMPRE

ANTROPOCENTRISMO REGNA!

Inviato il: 1/11/2010 17:54
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  Freeanimal
      Freeanimal
Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#233
Mi sento vacillare
Iscritto il: 17/5/2009
Da Codroipo (UD)
Messaggi: 705
Offline
Spiderman, hanno fatto vedere la scena, oggi, sul telegiornale di Italia Uno, ma hanno bloccato le immagini prima che il calcio colpisse il gatto. Per sensibilità nei confronti dei telespettatori.
Come sai l'articolo 727 del Codice Penale punisce il maltrattamento degli animali in funzione degli spettatori umani, e non perché il maltrattamento in sé sia cosa riprovevole.
Tuttavia, in questi ultimi anni sta nascendo una sensibilità che va nella direzione giusta e bisogna ringraziare il ministro Brambilla per questo. La Sinistra dov'è? Ah, già, Nicki Vendola!
Beh, che se lo tengano! Io ho già fatto la mia esperienza con i Verdi e mi sento preso in giro abbastanza. Vendola è solo l'ultimo specchietto per le allodole.
Piuttosto, su questo sito, come sto facendo da anni ovunque mi venga data la possibilità, ho più volte detto che "la violenza sugli animali è propedeutica alla violenza sull'uomo", riportando, né più né meno, gli antichi concetti di Pitagora e di altri filosofi.
La gente, qui come altrove, fa orecchie da mercante e spesso mi accusa di essere un fanatico estremista.
Io prendo queste accuse come la dimostrazione che....la verità fa male.
Se poi faccio notare che, episodi come questo, si verificano al sud Italia e mai al nord, allora vengo definito razzista simpatizzante della Lega Nord e perfino persone intelligenti come Audisio si scandalizzano.
C'è come un tabù, anzi un doppio tabù. Non si può dire che i settentrionali sono moralmente migliori dei meridionali e non si può dire che a far del male agli animali sono le stesse persone che fanno del male agli esseri umani.
Antropocentrismo a tutti i costi.
Che squallore!
Inviato il: 1/11/2010 17:14
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  Spiderman
      Spiderman
Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#232
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 19/9/2009
Da
Messaggi: 2722
Offline
_________________
"Ogni giorno racconto la favola mia, la racconto ogni giorno chiunque tu sia, e mi vesto di sogno per darti se vuoi, l'illusione di un bimbo che gioca agli eroi. (Renato Zero)
Inviato il: 1/11/2010 14:10
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  Freeanimal
      Freeanimal
Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#231
Mi sento vacillare
Iscritto il: 17/5/2009
Da Codroipo (UD)
Messaggi: 705
Offline
“Sebbene queste voci siano assolutamente minoritarie, sono tuttavia sintomatiche di una sensibilità distorta, tipicamente moderna, che in verità si sta diffondendo in larghi strati della popolazione”

In due righe si è contraddetto da solo!



Citazione:
“non sono proprio gli ambientalisti e gli animalisti che auspicano un deciso ritorno dell'uomo a sentirsi parte della natura?”


Io, se posso essere preso a paradigma della categoria a cui mi onoro di appartenere, non ho mai detto che il ritorno alla natura si concretizzi armandosi di arco e frecce, ma, semmai, di zappa e badile. E comunque, il mito del ritorno alla natura può essere ricondotto agli anni Settanta, post sessantotto, post figli dei fiori, ovvero alla cosiddetta New Age. C’è anche un romanzo, dal titolo Ecotopia, scritto proprio in quel periodo (fine anni Settanta) e ambientato dalle parti dove vive Massimo Mazzucco, in cui gli abitanti di quella specie di Comune ecologista uscivano per andare a caccia di cervi. Non è il mio genere. Nulla a che fare con me.


Citazione:
“L'allevamento industriale non può essere certo ritenuto un'alternativa morale in quanto esso è molto più disumano della caccia”


Ha scoperto l’acqua calda! In termini giuridici, dicesi “chiamata di correo” l’azione del reo che chiama in causa i suoi complici (“infame”, nel mondo della malavita), esattamente come fanno i cacciatori che tirano in ballo i pesticidi usati in agricoltura, credendo di trovare una giustificazione, e come fa Massimiliano Viviani che confronta la caccia all’allevamento: sempre di soprusi si tratta!


Citazione:
“che il consumo di carne abbia raggiunto negli ultimi decenni livelli patologici è ormai chiaro, e sarebbe auspicabile una sua drastica diminuzione”


Però! E’ pure onesto! Della serie: vorrei ma non posso.


Citazione:
“La contaminazione dell'etica con la vita agreste invece non ha nulla di naturale, bensì rappresenta la sovrapposizione della sensibilità artificiale moderna al mondo contadino e la sua indebita estensione”


Indebita estensione? Solo perché non fa comodo a lui! Non sono d’accordo sulla modernità della sensibilità presunta artificiale. La pietà non è un’invenzione moderna. La conoscevano anche gli antichi. Infatti, per citarne uno, Prisco di Tesefro si fabbricava i sandali con corteccia d’albero, per non utilizzare il cuoio degli animali.

http://www.universalismo.it/index.php?option=com_content&view=article&id=25:hivemind&catid=8:newsflash



Citazione:
“l'uomo per natura sarebbe erbivoro e non onnivoro, sicchè il consumo di carne avrebbe un'origine esclusivamente culturale, sulla base dell'eredità delle sue abitudini da cacciatore. Infatti confrontando le caratteristiche fisiologiche di erbivori e carnivori, l'uomo per alcuni aspetti avrebbe più somiglianze con gli erbivori che con i carnivori o gli onnivori (vedi per esempio la lunghezza dell'intestino)”



Cacchio, Sitchinite! E’ esattamente quello che ho sempre sostenuto io! Sono gli stessi nemici degli animali a dirlo.


Citazione:
“l'uomo vive di cultura tanto quanto di natura, e non è che la cultura la si possa cambiare a piacimento! La cultura dell'uomo -come ogni sua eredità- contribuisce all' "essere uomo" tanto quanto la sua natura”


Perché, provare empatia e solidarietà per il mondo animale oppresso e perseguitato, cos’è? Non è cultura? O è cultura solo le trappole, i marchingegni e tutto quanto la mente umana ha partorito per appropriarsi delle vite altrui (e non solo quelle animali)?



Citazione:
“l'uomo si è evoluto mangiando carne cotta, non cruda, ed è forse per questo che, pur restando onnivoro, non ha denti come quelli dei carnivori nè il loro intestino corto”


Cioè? E’ stato perché abbiamo mangiato carne cotta che l’organismo ha sviluppato assenza di zanne e intestino lungo? Ma che modo è di ragionare? Da quanto tempo l’umanità mangia carne cotta? Ed è un tempo sufficiente per attuare cambiamenti evolutivi? I nemici degli animali non sanno più a che santo appellarsi!


Citazione:
“non ha niente di naturale cambiare il proprio menu perchè me lo dice un esperto quando magari la mia sensibilità e il mio gusto mi porterebbero a fare il contrario!”


Infatti, i satanisti alla Aleister Crowley dicono: “Fa ciò che vuoi!” Esattamente ciò che suggerisce di fare il Viviani.


Citazione:
“e questo anche se dovesse saltare fuori dalle ricerche scientifiche che il vegetarianesimo migliora la salute...”


Già, perché questo è ancora tutto da dimostrare! Che talpa di uomo!



Citazione:
“semmai questa è l'esaltazione dell'artificialità tecnocentrica tipica della modernità”


Ancora continua a dimenticare che il vegetarismo esiste fin dall’alba dei tempi. Ma, prendere in mano un buon testo di storia, no, eh?
Serve qualche riferimento bibliografico, signor Viviani?



Citazione:
“alla fine un'umanità di vegetariani integrali non cambierebbe nulla- non avrebbe nulla di naturale”


E una gorillità di vegetariani integrali invece avrebbe qualcosa di naturale? E’ nell’alimentazione vegetariana, per noi e per i nostri cugini antropomorfi, la causa delle nevrosi dell’uomo? Davvero il Viviani può dire una cosa del genere?



Citazione:
“perchè costringerebbe l'uomo, magari con massicce opere di "sensibilizzazione" da parte di scuola e mass media, a comportamenti artificiali, indotti e condizionati dall'esterno”


Chi lo dice? E se invece non ci fosse condizionamento dall’esterno, ma libera scelta dovuta alla famosa Consapevolezza di cui tanto si parla in quest’epoca pre-2012?



Citazione:
“La caccia è forse la pratica più naturale che esista per quanto riguarda la sussistenza umana, oltre ad essere la più antica”


Al pari della guerra, non dimentichiamolo!



Citazione:
“senza considerare tutte le implicazioni sociali, culturali e religiose”


Vorrei sapere di quali implicazioni religiose parla. Degli stregoni e degli sciamani che invocavano l’animale totem prima delle battute di caccia?
Però, che grave perdita!


Citazione:
“l'uomo comune è convinto che la responsabilità della distruzione dell'equilibrio dell'ecosistema animale sia da attribuire alla caccia, mentre in realtà il grosso è dovuto alla cementificazione, all'uso dei pesticidi e all'industrializzazione”


E te pareva che non doveva fare la classica chiamata di correo!
“Ecosistema animale” non esiste: esiste solo l’ecosistema! Viviani, sei proprio un ignorante!



Citazione:
“L'uomo moderno rifugge dalla violenza”


Invece quello antico la ricercava! Mi sa che di storia, il buon Viviani, non capisce granché.



Citazione:
“egli [l’uomo moderno]non è più in grado di sentire e vedere la natura in tutti i suoi molteplici aspetti”


Parla per te, Viviani, che di sicuro hai una visione della natura ristretta, limitata, faziosa e settaria.



Citazione:
“i quali [i molteplici aspetti], buoni o cattivi che siano, costituiscono sempre una guida; lasciata la quale, in buona o in cattiva fede, egli non fa altro che costruire mostruosità”


Lascia perdere, Viviani, anche come filosofo fai proprio pena!
Inviato il: 24/9/2010 21:35
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  Spiderman
      Spiderman
Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#230
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 19/9/2009
Da
Messaggi: 2722
Offline
_________________
"Ogni giorno racconto la favola mia, la racconto ogni giorno chiunque tu sia, e mi vesto di sogno per darti se vuoi, l'illusione di un bimbo che gioca agli eroi. (Renato Zero)
Inviato il: 20/9/2010 23:41
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  Manfred
      Manfred
Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#229
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 3/11/2009
Da Osnabrück
Messaggi: 2094
Offline
Ineccepibile, a parte una dimenticanza, i cacciatori al giorno d'oggi hanno uno spirito moderno, che non è quello del cacciatore antico e nessuna esigenza pratica di sostentamento che giustifichi il ricavato della caccia, per cui la caccia si può tranquillamente abolire finché non aboliranno le industrie e l'allevamento.
_________________
Manfred
Inviato il: 20/9/2010 23:31
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  captcha
      captcha
Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#228
Mi sento vacillare
Iscritto il: 23/3/2010
Da
Messaggi: 832
Offline
La naturalità della caccia
di Massimiliano Viviani - 20/09/2010

In questo periodo sta per cominciare la stagione venatoria. Come ogni anno questa ricorrenza riapre eterne ferite tra cacciatori, ambientalisti e animalisti, ma se alcune di esse sono fondate, altre lo sono meno. Noi in questa sede non prenderemo in considerazione tutte quelle critiche che mirano a correggere alcune distorsioni o eccessi della caccia -come l'utilizzo di strumenti quali le tagliole, la durata della stagione, il numero di specie cacciabili o l'estensione delle aree di caccia, per non parlare dei casi di morti accidentali dovute ad errori dei cacciatori- che sono argomenti che meritano riflessione e sono passibili di discussione, ma intenderemo valutare quelle critiche di principio che mirano in definitiva a dipingere la caccia come atto barbaro in sè e pretendono di giungere alla sua completa abolizione. Sebbene queste voci siano assolutamente minoritarie, sono tuttavia sintomatiche di una sensibilità distorta, tipicamente moderna, che in verità si sta diffondendo in larghi strati della popolazione.
La sensibilità moderna vede la caccia come un atto immorale. Si dice che essa fu giustificata in epoche passate e presso certe popolazioni per ragioni di sussistenza, ma che oggi l'uomo civile dovrebbe farne a meno: il cacciatore moderno infatti vede l'atto di caccia come una forma di divertimento, ma ciò sarebbe inammissibile in quanto compiuto a spese della sofferenza di altri esseri viventi.
In realtà le obiezioni a questa visione sono molteplici. Quella più immediata verte sulla considerazione che il cacciatore si diverte sì a scovare e cacciare gli animali, ma va anche detto che egli stesso di tali animali si ciba. Il dato morale quindi si sovrappone a una dimensione di sussistenza da cui evidentemente nessuno, nemmeno il cacciatore, può prescindere. Del resto, non sono proprio gli ambientalisti e gli animalisti che auspicano un deciso ritorno dell'uomo a sentirsi parte della natura? E all'interno della natura non è prevista forse la predazione, pratica a cui del resto pure la vecchia civiltà contadina dei nostri avi ricorreva senza farsi troppi problemi?
Più in generale, tenendo per buona la sensibilità moderna che reputa inaccettabili le sofferenze degli animali -quindi ponendoci dal punto di vista dei detrattori della caccia- cerchiamo di vedere quali potrebbero essere le alternative ai fini della sussistenza dell'uomo. E vediamo soprattutto se tali alternative siano realmente meno disumane della caccia. La nostra tesi infatti è che non sia affatto così, e che nessuna delle alternative alla caccia sia naturale quanto la caccia stessa. Anche partendo quindi dal punto di vista di chi la caccia reputa inaccettabile, vedremo che -ugualmente- la caccia risulta essere la pratica meno disumana che c'è.

Le alternative alla caccia sono sostanzialmente due: o l'allevamento o l'abolizione del consumo di carne. L'allevamento industriale non può essere certo ritenuto un'alternativa morale in quanto esso è molto più disumano della caccia: l'animale viene ucciso ugualmente -e spesso da macchine e con sofferenze molto peggiori dell'animale che viene abbattuto con il fucile- ma in compenso vive in condizioni disumane, aberranti, maturando disturbi psichici e del comportamento che non sono certo tipici degli animali. L'animale cacciato invece fino al momento della sua morte vive secondo natura nel suo habitat naturale. Che l'allevamento intensivo sia di gran lunga più disumano della caccia pare evidente, e non vale la pena dilungarsi oltre. Esiste però anche l'allevamento al pascolo, che però per la nostra questione non si presenta molto differente: la vita "bucolica" lo avvicina alla condizione dell'animale selvatico, e per quanto riguarda il consumo di carne, neppure in questo caso l'animale si offre volontario per la propria macellazione. Fin qui, in niente la pratica della caccia è più crudele.
Abolire del tutto il consumo di carne e rendere vegetariana l'umanità intera è la seconda alternativa. La motivazione più diffusa consiste nel recuperare un senso di appartenenza alla natura, all'ecosistema, che dal mondo moderno è stato stravolto. In effetti che il consumo di carne abbia raggiunto negli ultimi decenni livelli patologici è ormai chiaro, e sarebbe auspicabile una sua drastica diminuzione. Ma lo scenario della sua completa eliminazione non rappresenta certo il ritorno ad una condizione naturale: le società a contatto con la natura -dalle civiltà contadine ai popoli primitivi- prevedono, oltre all'agricoltura, anche pastorizia e caccia, e non conoscono certo la loro rinuncia, nè per motivi salutistici nè per motivi etici. La contaminazione dell'etica con la vita agreste invece non ha nulla di naturale, bensì rappresenta la sovrapposizione della sensibilità artificiale moderna al mondo contadino e la sua indebita estensione: se il contadino del passato non eccedeva nel disboscare e nel cacciare, non è certo per motivi etici nè per presunti diritti degli animali o delle piante, ma per il buon senso che gli suggeriva che se si stravolge la natura con i suoi cicli, poi sarà essa a stravolgere noi!
Il vegetarianesimo universalista trova però recentemente un maggiore fondamento nell'affermazione per cui l'uomo per natura sarebbe erbivoro e non onnivoro, sicchè il consumo di carne avrebbe un'origine esclusivamente culturale, sulla base dell'eredità delle sue abitudini da cacciatore. Infatti confrontando le caratteristiche fisiologiche di erbivori e carnivori, l'uomo per alcuni aspetti avrebbe più somiglianze con gli erbivori che con i carnivori o gli onnivori (vedi per esempio la lunghezza dell'intestino). Qui in realtà la questione si fa delicata e nei contenuti e nei princìpi: intanto, ammesso che si tratti solo di cultura, l'uomo vive di cultura tanto quanto di natura, e non è che la cultura la si possa cambiare a piacimento! La cultura dell'uomo -come ogni sua eredità- contribuisce all' "essere uomo" tanto quanto la sua natura, e l'uomo moderno dovrebbe imparare a rispettarla tanto quanto venera le scoperte "naturali" della scienza, che invece vengono imposte con una violenza che di naturale non ha nulla.
L'uomo è oltretutto un essere troppo complesso perchè lo si possa comprendere sulla base di semplici -e semplicistiche- analogie fisiologiche. Tralasciando il fatto che la salute e il benessere dell'uomo contemplano anche aspetti psicologici e culturali, e non solo materiali e biologici -e questo basterebbe a giustificazione del fatto che ognuno mangi quello che gli pare, essendo libero anche di fregarsene dei parametri salutistici- resta da considerare che l'uomo si è evoluto nel corso dei millenni come raccoglitore e cacciatore insieme, cioè come onnivoro. Le somiglianze con gli erbivori sono sempre dati parziali e interpretabili: l'uomo si è evoluto mangiando carne cotta, non cruda, ed è forse per questo che, pur restando onnivoro, non ha denti come quelli dei carnivori nè il loro intestino corto.
In ogni caso, non è certo perchè ce lo dicono i tecnici che noi cambieremo le nostre abitudini alimentari: non ha niente di naturale cambiare il proprio menu perchè me lo dice un esperto quando magari la mia sensibilità e il mio gusto mi porterebbero a fare il contrario! (e questo anche se dovesse saltare fuori dalle ricerche scientifiche che il vegetarianesimo migliora la salute...). Anzi, semmai questa è l'esaltazione dell'artificialità tecnocentrica tipica della modernità, utilitarista ed efficientista, che vuole ottimizzare tutto spostando in continuazione i suoi eccessi da un ambito all'altro.
E alla fine un'umanità di vegetariani integrali -vi siano alla base motivazioni etiche o salutistiche, non cambierebbe nulla- non avrebbe nulla di naturale, e risulterebbe essere disumana non meno delle odierne nevrosi carnivore, perchè costringerebbe l'uomo, magari con massicce opere di "sensibilizzazione" da parte di scuola e mass media, a comportamenti artificiali, indotti e condizionati dall'esterno, certamente non naturali, assai meno che inseguire e cacciare un animale, e poi mangiarselo.
Appare chiaro da quanto detto sopra, che è difficile attribuire alla pratica della caccia più crudeltà di quanta ve ne sia nelle sue presunte alternative. La caccia è forse la pratica più naturale che esista per quanto riguarda la sussistenza umana, oltre ad essere la più antica. Questo poi senza considerare tutte le implicazioni sociali, culturali e religiose che tale pratica ha sempre avuto nella storia dell'umanità (e di cui dalla modernità è stata in buona parte svuotata).
In ogni caso, resta inteso che la nostra è una difesa di principio: ci rendiamo conto che un ritorno indiscriminato alla caccia è improponibile ai nostri giorni, per vari motivi, ed è giusto che a tutt'oggi venga regolamentata. La nostra invettiva però è rivolta a tutti coloro che vorrebbero eliminarla, e, per questo, è importante essere consapevoli della battaglia ideologica che viene portata contro tutte le pratiche che moderne non sono, e difendersi dalle menzogne che ne conseguono. Per fare un esempio, l'uomo comune è convinto che la responsabilità della distruzione dell'equilibrio dell'ecosistema animale sia da attribuire alla caccia, mentre in realtà il grosso è dovuto alla cementificazione, all'uso dei pesticidi e all'industrializzazione. Tuttavia, anche a seguito della conoscenza della verità, la caccia viene condannata, l'industrializzazione no.
L'avversione moderna verso la caccia è invece la conseguenza di un pregiudizio ideologico. L'uomo moderno rifugge dalla violenza, ma solo da quella visibile ed immediata, che in fin dei conti è quella meno pericolosa: la violenza nascosta, subdola -il condizionamento indotto e il lavaggio del cervello quotidiano- che costringe a comportamenti innaturali e forzati, e che conduce ad esiti alla lunga più distruttivi, viene da lui tollerata. E questo perchè egli non è più in grado di sentire e vedere la natura in tutti i suoi molteplici aspetti, i quali, buoni o cattivi che siano, costituiscono sempre una guida; lasciata la quale, in buona o in cattiva fede, egli non fa altro che costruire mostruosità.
Inviato il: 20/9/2010 23:19
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  captcha
      captcha
Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#227
Mi sento vacillare
Iscritto il: 23/3/2010
Da
Messaggi: 832
Offline
Citazione:
...più che altro, e senza offenderlo, è un imbecille a cui piace confondere, con mirabile ipocrisia, una disamina antropologica che, in sé, rimane ancora tutta da discutere .. con quelli che sono i giudizi personali appiccicati alla bella e buona.

Oh, si. Nulla a che vedere con altre analisi raffinatissime che, grazie al cielo, qui addirittura fioc-ca-no!
Inviato il: 2/9/2010 22:02
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  Calvero
      Calvero
Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#226
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 4/6/2007
Da Fleed / Umon
Messaggi: 13165
Offline
Citazione:


Fabio Mazza è un trombone ...


...più che altro, e senza offenderlo, è un imbecille a cui piace confondere, con mirabile ipocrisia, una disamina antropologica che, in sé, rimane ancora tutta da discutere .. con quelli che sono i giudizi personali appiccicati alla bella e buona.
_________________
Misti mi morr Z - 283 - Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno
Inviato il: 2/9/2010 19:42
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  Freeanimal
      Freeanimal
Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#225
Mi sento vacillare
Iscritto il: 17/5/2009
Da Codroipo (UD)
Messaggi: 705
Offline
Fabio Mazza è un trombone che non capisce una mazza e che dice, con parole erudite, ciò che qualunque bifolco ripete come un ritornello qualora vi sia da difendere una qualche forma di sfruttamento degli animali.
Dice che il pericolo maggiore per l’animale è lo snaturamento che gli animalisti compiono nei suoi confronti, antropomorfizzandolo. Eppure dovrebbe essere evidente che con l’antropomorfizzazione, ovvero con i cappottini ai cani o con i cartoni animati di Walt Disney, non è mai morto nessuno e non è mai stato sparso sangue, mentre con la corrida e le altre attività più o meno ludiche, più o meno necessarie, in cui l’animale riveste il ruolo, da lui non scelto, di vittima, di sangue ne scorre a fiumi.
L’autore si risponde da solo, quando dice che gli va bene un confronto sano e virile tra uomo e toro, ma non gli va bene che ci siano scommesse o che diventi uno “spettacolo per turisti, una fonte di guadagni per allibratori e di malavita o di alterazione della regolare agone con somministrazione di sostanze ai tori, o con trucchi atti a renderlo indebolito”.
Egli fa finta di non sapere che la corrida è esattamente questo, cioè scommesse, vaselina negli occhi del toro prima di entrare nell’arena, legnate sulle reni per indebolirlo, oltre alle banderillas che hanno lo scopo di tagliare i muscoli del collo, affinché tenga la testa bassa e non possa incornare il torero.
Se questo è un confronto leale!
E poi, perché sempre il toro? Perché no un rinoceronte o un elefante, se proprio ci sono uomini virili e coraggiosi che vogliono confrontarsi con la natura?
Inviato il: 2/9/2010 16:45
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  Calvero
      Calvero
Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#224
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 4/6/2007
Da Fleed / Umon
Messaggi: 13165
Offline
Citazione:
e metterebbe sullo stesso piano la vita dei due esseri, nobilitando cosi la morte dell’uno o dell’altro.
peccato che a metterli sullo stesso piano sia una decisione presa da solo una delle parti

Citazione:
Sicuramente vi è un risvolto crudele, ma solo più manifesto e diretto che in tanti campi della vita odierna, ove la crudeltà si manifesta in forme più serpentine e occulte


Della serie: mangiamo merda, milioni di mosche non possono sbagliarsi

Citazione:
trovavano la loro valvola di sfogo, la loro naturale sublimazione.


Infatti ci sono popoli che sublimano l'arte della guerra e della virilità attraverso rappresentazioni della stessa, e senza farsi male. Sono tribù che chiamano poco evolute, così giustamente gli occidentali li hanno "civilizzati"
_________________
Misti mi morr Z - 283 - Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno
Inviato il: 2/9/2010 15:25
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  captcha
      captcha
Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#223
Mi sento vacillare
Iscritto il: 23/3/2010
Da
Messaggi: 832
Offline
Dalla parte della Corrida
di Fabio Mazza - 02/09/2010

A seguito di iniziativa popolare di associazione animalista catalana, il parlamento della riottosa regione spagnola ha approvato con 68 voti favorevoli e 55 contrari, nonché 9 astensioni, la legge che vieta la tauromachia in quelle contrade. La decisione, seguita da manifestazioni di giubilo dell’associazione animalista che aveva presentato la proposta, e da altrettante manifestazioni di dissenso di tradizionalisti dell’agone dell’arena, è interessante ai fini di un'analisi sull’evoluzione della mentalità moderna.
Per quanto ci riguarda dichiariamo immediatamente che siamo favorevoli alla corrida, laddove essa sia scevra dalle manie e dalle degradazioni degli sport moderni: doping ai tori, scommesse, mezzucci per vincere e via dicendo. Laddove un uomo, senza aiuti, si misurasse da solo con un animale, questo sarebbe per noi segno di virile coraggio, e metterebbe sullo stesso piano la vita dei due esseri, nobilitando cosi la morte dell’uno o dell’altro. Il misurarsi con la natura, e contro se stessi, i rituali del preliminare, la tradizione dell’arena, che ricorda da vicino quella dei munera gladiatori di romana tradizione, è a nostro avviso qualcosa di non certo ripugnante, di non certo inutile, di non certo inumano. Sicuramente vi è un risvolto crudele, ma solo più manifesto e diretto che in tanti campi della vita odierna, ove la crudeltà si manifesta in forme più serpentine e occulte. Se a questo aggiungessimo (ma è chiedere l’impossibile per quest’epoca disastrata), la possibile elevazione spirituale di chi partecipa a cimenti di tal fatta, attraverso l’ascesi dell’azione e con risvolti possibili ed eventuali di “mors triumphalis”, allora capiremmo che davvero questa disciplina potrebbe, in date condizioni, propiziare un meccanismo “anagogico”.
Se al contrario per corrida deve intendersi uno spettacolo per turisti, una fonte di guadagni per allibratori e di malavita o di alterazione della regolare agone con somministrazione di sostanze ai tori, o con trucchi atti a renderlo indebolito, come è stato da più parti denunciato, allora la storia è diversa, e il nostro plauso alla disciplina svanisce come neve al sole.
Ma l’aspetto forse più interessante dell’intera questione noi lo vediamo nella mentalità odierna di fronte a questi spettacoli. Si sostiene che sono crudeli, che sono inutilmente violenti. Ma la risposta che darebbe qualunque buon conoscitore della natura umana è che è la stessa esistenza ad essere, spesso, crudele. È la stessa natura dell’uomo che è violenta. Questo, al di la di ogni esaltazione machista, o di ogni riduzionismo, è solamente un prender atto della realtà delle cose. Chiunque non voglia capire tutto ciò e, immemore del passato, vuole costruire l’uomo perfetto, l’uomo “liberato” dall’aggressività e dall’istinto di thanatos, sta preparando un inferno in terra, ben peggiore di quello che vorrebbe combattere. Vi è nell’uomo un naturale istinto all’aggressività, alla guerra, alla conquista. Questi istinti, incanalati per millenni ritualmente come nel caso in esame, o nella guerra, trovavano la loro valvola di sfogo, la loro naturale sublimazione. Con l’avvento della macchina, con l’inevitabile tecnizzazione della guerra, e la sua perdita completa di umanità, sostituita con regole e dinamiche da videogame, la violenza, la conquista, la guerra sono state -per dirla con Massimo Fini- dichiarate pornografiche, il male dei mali. Colpite da un interdetto sociale esse ora vengono ipocritamente chiamate “missioni di pace”, e delle antiche guerre e tenzoni non conservano nulla, ormai orientate unicamente dalla conquista imperialistica e dalla mancanza di onore. E tutta questa naturale (non buona o cattiva) aggressività dove va ad incanalarsi ora? Risposta: da nessuna parte. E cosi come tutti gli istinti sopraffatti e nascosti nell’uomo, che divengono mostri relegati nel subconscio, ecco che nascono, come per magia, le paranoie, le nervrosi, le depressioni ed ogni forma di atonia e di discentramento dovuta alla riduzione dell’uomo ad un razionalismo tanto più totalitario, quanto più mosso dalle buone intenzioni e dai “diritti umani”. E cosi si assiste, per la cronaca, ad esplosioni di violenza (specie tra i giovani che più di tutti hanno necessità che questi istinti vengano sanamente incanalati) tanto più ingiustificate, tanto più si è realizzato il teorema della società del benessere. Ingiustificate per chi non può, o non vuole, vedere.
La corrida, ultimo residuato di una mentalità premoderna, forse crudele, ma di sicuro vitale e autentica, non è certo più moralmente violenta o ripugnante di uno degli squallidi talk show a qui siamo costretti ad assistere, non è più squallida della violenza americana che mostra la televisione ad ogni ora del giorno, non è più degradante dello spettacolo di una partita di calcio dove la violenza, non ritualizzata e fuori posto, esplode regolarmente; o del carnaio dello “sballo” delle discoteche e dei rave party, estremo tentativo di affermazione della massa nella massa, a dimostrazione del fatto che qualche valvola di sfogo la società deve per forza offrirla alle torme popolari. Ma questi ragionamenti non li intendono i fautori dell’abolizionismo, concentrati unicamente sull’atto in sé, sull’uccisione dell’animale, per vedere il quadro d’insieme.
Allora passiamo ad esaminare in breve la concezione dei “diritti degli animali” sostenuti da queste associazioni.
C’era un tempo in cui non solo gli animali, ma nemmeno gli uomini vantavano “diritti”. Esistevano dei ruoli e delle posizioni, che davano certi privilegi e certi doveri, e solo all’interno di questi ruoli sociali si avevano “diritti”. Non esisteva un diritto in quanto tale. Successivamente si affermarono, con le dottrine illuministiche e giusnaturalistiche, le idee di “diritti naturali”, per cui ogni uomo nasce con dei diritti in quanto essere umano. Questa dottrina, intrinsecamente livellatrice, è stata estesa lentamente da casta a casta, da sesso a sesso, da razza a razza, e infine da specie a specie, come vediamo. E ora gli animali assurgono a titolari di diritti, simili a quelli dell’uomo proclamati dalla dichiarazioni dell’89: diritto alla felicità, ad esempio. Il che da un lato è sicuramente lodevole, se si limita alla tutela degli animali da violenze gratuite, e da trattamenti inutilmente crudeli e vessatori: d’altro canto però, come tutte le dottrine “salvifiche” della storia, nasconde un pericoloso “lato oscuro”. La felicità a cui questi animali avrebbero diritto, diventa, per l’alienato uomo-consumatore moderno, la sua bulimica, indegna e aberrante felicità. Quella ad esempio di essere agghindati con cappottini e gioiellini; o di essere portati in cura dallo psicanalista nei casi più estremi; ma anche quella di essere parificati all’uomo, quando essi sono qualcosa di ontologicamente diverso: non migliore o peggiore, ma con un'altra posizione, un altro ruolo nell’universo.
A questi atteggiamenti dei più si accompagna un altro tipo di comportamento sovente diffuso tra questi animalisti: l’esaltazione degli animali come “migliori” dell’uomo, e la conseguente “demonizzazione” dello stesso. Questo atteggiamento, che si inserisce tra l’altro alla perfezione nel clima dell’età del ferro, dove invece di tendere verso l’alto, l’uomo tende verso il basso in una sorta di naturalismo “catagogico”, è particolarmente rivelatore della confusione, dello smarrimento e della mancanza di orientamento che mostrano molti nostri contemporanei. Una sorta di pacifismo naturalista, con inclinazioni al veganismo, all’anarchia di ruoli e di gerarchia, con tendenze figlie dei movimenti del '68: diciamo chiaramente che costoro, della natura non solo degli animali, ma anche delle cose, non hanno capito assolutamente nulla. Noi di certo non riteniamo di avere la “verità in tasca”, ma la visione del mondo distorta che costoro proclamano è intrinsecamente discentrata, nonché sottilmente totalitaria.
La nostra opinione è che è indubbio che gli animali vadano rispettati, ma in una società tradizionalmente sana, questo non dovrebbe nemmeno essere sancito per legge, sarebbe un'ovvietà. Cosi come da sempre popolazioni come i nativi americani, per citarne una che si era mantenuta fino a poco tempo fa con crismi che i popoli europei avevano perso da secoli, uccidono animali, ma lo fanno con un intimo rispetto, un intimo senso di compartecipazione al manifestato. La dignità dell’animale oggi non è minacciata dalle corride. È minacciata dalla umanizzazione degli animali, che è non solo offensiva per l’uomo, ma soprattutto per l’animale, che nato in quella forma, ha delle prerogative e delle necessità diversissime dalle nostre. Se questi animalisti vogliono avere il nostro appoggio, che continuino le battaglie contro gli allevamenti in batteria, contro gli abusi cinesi (inutili e privi di ogni significato) sugli animali; che contrastino l’utilizzo “orwelliano”, che di questi fanno le multinazionali. Non crediamo che l’abolizione dell’arena abbia un carattere di “civiltà”, perché sono altri e ben più gravi, i segni di decadenza della nostra civiltà.
Inviato il: 2/9/2010 11:34
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  benitoche
      benitoche
Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#222
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 30/9/2006
Da
Messaggi: 1941
Offline
@Freeanimal

8 L’Archetipo – Luglio 2010
DietEtica

La civiltà umana ha compiuto un completo rovesciamento nel suo modo di credere. Nei
culti totemici dei primordi le divinità venerate erano zoomorfe, presentavano cioè aspetti e
forme di vari animali ritenuti sacri: leoni, aquile, tori, mucche, gatti, falchi, colombe, persino
sciacalli. Adesso è il contrario: agli animali vengono dati tratti e modi umani. Vige cioè
l’antropomorfizzazione. Un caso illustre: George Orwell, un precursore del genere, ai maiali
che dominano gli altri animali ribelli, finisce col dare sentimenti e caratteri somatici umani.
“Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono piú uguali degli altri”. Con questa massima ideologica
si chiude il suo romanzo La Fattoria degli animali, cruda allegoria della degenerazione
del potere da democratico in totalitario, e i maiali ne incarnano il modello piú esauriente.
Discendendo per li rami… dalla letteratura ai cartoni animati: i maiali sono protagonisti di
una serie televisiva popolare tra i
bambini, ç Toot & Puddle, diffusa
da un’emittente di vasta audience. I
maiali formano un nucleo familiare
medio-borghese, vestono e vivono all’umana,
rappresentano insomma la
famiglia standard americana che sta
ormai fissando il parametro socioculturale
globale.
Ma il processo antropomorfico
non si limita agli animali. La stessa
emittente della serie della famiglia
suina middle class americana ne
manda in onda una riguardante nientemeno che una
locomotiva. ç Thomas, questo è il nome del locomotore
avatarizzato non si sa come e da quale forza occulta,
è protagonista di varie avventure. In uno degli episodi
Thomas viene coinvolto nella nascita di alcuni maialini.
La madre scrofa è distesa nella cuccia dove dovrà
partorire. Il contadino allevatore chiede a Thomas di
correre subito a prelevare un carico di balle di paglia,
perché con queste dovrà farci la lettiera per tenere
caldi i lattonzoli appena nati. Thomas, sgranando i
grandi occhi dai bulbi alla nitro, fischia e parte. Ma la
paglia non è facile da reperire. Ci sono contrattempi,
intralci causati da altre locomotive che vorrebbero cianciare
del piú e del meno circa pistoni, bielle e rotaie.
Si sa come vanno le cose tra locomotive… Alla fine la
paglia viene trovata, caricata sul pianale di un vagone
e consegnata infine al fattore, che per premiare lo zelo
della locomotiva spalanca la porta della stalla e mostra
la scrofa che allatta la nidiata appena venuta al
mondo. Il fattore prende in braccio uno dei neonati e lo
coccola. Gli occhi della locomotiva, tondi e stupiti, sono
alla commozione. «Quanto è dolce e tenero, il piccolo!»
esclama Thomas.
In successivi programmi della mattinata, in quella e in altre reti TV, una nota marca di
insaccati reclamizza salami e prosciutti, anch’essi dolci e teneri. Ma questo la locomotiva
Thomas non lo sa, e se lo sa fa finta di niente. Il suo, in fondo, è un cuore di metallo, non
prevede il rimorso.
Teofilo Diluvi
_________________
la religione è indispensabile
soltanto a un’umanità rescissa dal mondo divino-spirituale.
Inviato il: 12/8/2010 10:54
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  Freeanimal
      Freeanimal
Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#221
Mi sento vacillare
Iscritto il: 17/5/2009
Da Codroipo (UD)
Messaggi: 705
Offline
Grazie Benitoche per la segnalazione!
La seguente frase mi ha particolarmente colpito:

”Le argomentazioni etiche non cambiano di una virgola le politiche dei governi, né tantomeno quelle delle multinazionali, nemmeno quando in ballo ci sono le persone”.

Per me la questione etica è di fondamentale importanza, ma per un eventuale politico che deve prendere delle decisioni non lo è. Politici e altri detentori del potere ragionano secondo altre logiche, che non hanno nulla di caritatevole e quindi non si possono definire cristiane. Qui si giunge a una prima considerazione: benché si dica che l’Occidente abbia radici cristiane, in realtà Europa e America hanno tradito l’insegnamento di Cristo. E questa non è una novità, ma se si pensa che la stessa Chiesa Cattolica ha tradito il cristianesimo, allora si va incontro a incredulità e sdegno da parte di milioni di persone.
Ma non è questo il punto principale. I politici, e chi per essi, posti di fronte a una scelta, una qualsiasi scelta, sia che si tratti di accontentare la lobby venatoria, dandogli in mano la fauna da sterminare, sia che si tratti di accontentare la lobby dell’atomo, dandogli in mano un territorio su cui costruire una centrale nucleare, dimostrano di non avere rispetto né per gli animali, né per gli uomini e di considerare valide solo logiche di profitto. Logiche che alla lunga si rivelano sterili e autolesioniste, perché quando la fauna sarà sterminata (per capriccio di una minoranza) e quando le radiazioni faranno venire il cancro anche ai politici e ai loro familiari, allora forse ci sarà un ravvedimento, in alcuni di loro, ma sarà tardivo. Sembra che, nel caso delle centrali nucleari, sulle quali politici e amministratori si autoingannano affermando che sono sicure, ragionino dicendo che è meglio vivere poco ma in ricchezza, piuttosto che a lungo ma in povertà. Ovvero, sembra che abbiano fatto proprio il detto: “Dopo di me, il diluvio”. Questo, nel caso di scelte rischiose per la nostra specie, e non penso solo al nucleare, ma anche agli interventi “di pace” in paesi stranieri, ai “body scanner” negli aeroporti, alle autorizzazioni alla coltivazione degli OGM (che per ora non sono state date) e ad altre scelte politiche che implichino rischi per la popolazione.
Con gli animali il discorso è diverso, perché le eventuali remore che qualche politico coscienzioso potrebbe avere nei riguardi degli esseri umani, con gli animali vengono meno. E ciò spiega perché dagli animalisti vengano portate avanti battaglie annose, su basi etiche, senza che si ottengano risultati. Infatti, sulla vivisezione, dopo decenni di lotte, sembra che non si facciano progressi. Sulla caccia, idem. Sulle pellicce, uguale. E sul carnivorismo, la stessa cosa. Tanto è vero che alcuni assertori della necessità del consumo carneo li abbiamo anche in questo sito, e sono assertori colti e preparati culturalmente, che dimostrano una pervicacia demoralizzante. Demoralizzante per me, mentre loro sono convinti di essere nel giusto. Penso, in primis, a Sitchinite, ma anche Davide71 si è ben radicato nelle sue convinzioni, benché non dimostri l’ottusa caparbietà di Sitchinite.
Che dire, a questo punto? Che gli animali non saranno mai liberati dalla schiavitù? Che gli esseri umani sono condannati a non imparare dagli errori del passato? O c’è qualche speranza di cambiamento, un cambiamento così lento che sfugge alla nostra osservazione?
Inviato il: 9/8/2010 7:33
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  benitoche
      benitoche
Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#220
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 30/9/2006
Da
Messaggi: 1941
Offline
_________________
la religione è indispensabile
soltanto a un’umanità rescissa dal mondo divino-spirituale.
Inviato il: 8/8/2010 6:38
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  captcha
      captcha
Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#219
Mi sento vacillare
Iscritto il: 23/3/2010
Da
Messaggi: 832
Offline
Citazione:
Fammi capire.

Per i miracoli, ci stiamo attrezzando.
Inviato il: 3/8/2010 14:01
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  Freeanimal
      Freeanimal
Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#218
Mi sento vacillare
Iscritto il: 17/5/2009
Da Codroipo (UD)
Messaggi: 705
Offline
Perché, a te sta bene l'uomo vecchio?
Ti vanno bene le cose così come stanno?
Un altro mondo, per te, non è possibile?
Sei dunque, politicamente, un conservatore? Forse un reazionario?
Fammi capire.
Inviato il: 3/8/2010 13:03
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  captcha
      captcha
Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#217
Mi sento vacillare
Iscritto il: 23/3/2010
Da
Messaggi: 832
Offline
Citazione:
E’ ora di mettere in pensione il cervello rettiliano, voltando pagina!

È finalmente giunto il tempo di fondare di nuovo l'Uomo Nuovo (secondo Freeanimal, questa volta).
Inviato il: 3/8/2010 11:50
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  Freeanimal
      Freeanimal
Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#216
Mi sento vacillare
Iscritto il: 17/5/2009
Da Codroipo (UD)
Messaggi: 705
Offline
Non so dove tu abbia trovato questa finta intervista, ma evidentemente esistono siti di “aficionados” della corrida, dove tu ti abbeveri. Questo mi fa capire che, come da noi ci sono fanatici della caccia che parlano di bellezza della natura, di passeggiate all’alba e di altre romanticherie, così in Spagna ci sono fanatici che parlano di poesia nel…… drappeggio di una flanella rossa. Di Hemingway ho letto solo i “49 racconti”; gli altri suoi libri mi sono sempre rifiutato di leggerli, ma ho visto, molti anni fa, “Il vecchio e il mare”, con Kirk Douglas. Anche l’epica lotta del pescatore solitario rientra nella filosofia dell’uomo che combatte la natura. Posso immaginare perché sia nata una simile idea. Siccome nella natura esiste la lotta per la sopravvivenza, anche gli uomini si sentono legittimati a combattere contro la natura. E, perché no, anche contro gli altri uomini! Ammetterai, caro Captcha, che l’umanità si è evoluta e la lotta contro la natura, che in origine era necessaria e ci ha permesso di sopravvivere e di espanderci come specie, ora ha cambiato aspetto e la sua ragion d’essere è venuta meno, cioè sta diventando una minaccia per la nostra sopravvivenza, anziché aiutarci. Capisco che abbiamo anche il cervello rettiliano (qui Icke non c’entra), che è inglobato dalla corteccia cerebrale, ma se lasciamo prevalere il primo piuttosto che la seconda, otterremo risultati non consoni a una pacifica convivenza tra gli uomini. E’ ora di mettere in pensione il cervello rettiliano, voltando pagina!
Ma forse qui non è tanto una questione di quali reazioni psicologiche far prevalere, perché stiamo parlando di azioni voluttuarie, stiamo parlando di uno spettacolo, una cosa di cui si può fare a meno: non è in gioco la nostra sopravvivenza di specie. Penso che, se nel Diciottesimo secolo la corrida era una delle manifestazioni della barbarie dell’epoca, come la pena di morte, la tortura giudiziaria, lo schiavismo, il colonialismo, ecc., nel Ventesimo secolo, con quel grande divulgatore propagandista di Hemingway, i cui scritti sono stati un volano di barbarie, si è data alla corrida una veste logora, illusoria, scintillante e falsa, come una mano di vernice su un vecchio mobile o, se posso fare un esempio biblico, una passata di calce su un sepolcro. Ecco, cosa sono i tuoi cari “aficionados”: sepolcri imbiancati, che fuori sono lindi, ma dentro sono pieni di ossa. Gesù, se potesse tornare, s’incazzerebbe con voialtri. Ma tanto, voi, lo dice anche il barbuto romanziere americano, non siete cristiani. Perché siete orgogliosi di essere pagani e “aficionados”, cioè fanatici. Dunque, siccome contro il fanatismo religioso si può fare ben poco, prendiamo atto che esiste anche il fanatico della corrida, cioè il fanatico della morte (degli altri). E abbiamo avuto anche altri esempi di tali galantuomini: settanta anni fa c’erano quegli uomini in nero che avevano il teschietto e le tibie incrociate sul fregio del cappello, sai quelli che odiavano i diversi, in primis gli ebrei, e poi i gay, i comunisti, i testimoni di Geova, tutti quelli, insomma, che non appartenevano alla pura razza ariana.
Hai visto, poi, com’è andata a finire? (o non è ancora finita?). T’insegna niente la Storia, a te, Captcha?
Nel tuo intervento precedente, non copiato, ti sei espresso in un buono stile, che ho apprezzato, e quando parli di bivacchi al chiaro di luna, mi fai tenerezza. E vorrei dirti: guarda che i bivacchi al chiaro di luna piacciono anche a me, solo che invece di mettere carne sulla graticola, io metto al massimo peperoni o mais. E non capisco perché, da esseri umani evoluti quali noi siamo (perfino tu!), non ci si possa divertire senza infliggere dolore e morte ad altri esseri viventi. Quando mi spiegherai come fate a sorvolare su una cosa così grave, la sofferenza inflitta a uomini e animali per i vostri comodi, allora il nostro dialogo potrà fare progressi. Potrò capirci qualcosa, della vostra psiche, che a me sembra perversa e patologica. Finché non mi sarà chiaro come potete trascurare il principio cardine del rispetto verso gli altri, i nostri interventi rimarranno un dialogo tra sordi. E’ possibile uscire da questo “impasse”?

P.S.
Non rispondermi con un muggito, stavolta!
Inviato il: 3/8/2010 10:42
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  captcha
      captcha
Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#215
Mi sento vacillare
Iscritto il: 23/3/2010
Da
Messaggi: 832
Offline
Signor Hemingway, la Catalogna ha deciso di abolire le corride. Niente più matador alla Plaza Monumental di Barcellona. Immagino che per lei questa sia una tragedia?
No, è la fine della tragedia, perché la corrida è un'arte simile alla tragedia, un flusso d'azione e narrazione che lega i temi della vita e della morte. La Spagna da molto tempo ha smesso di essere tragica per divenire solo comica.

Cosa c'è di tanto artistico nell'uccisione di un toro con la spada?
Vidi la mia prima corrida a Siviglia, nell'estate del 1923 ... lei conosce Siviglia?

Sì, la conosco, ho assistito a un paio di corride alla Plaza de Toros de la Maestranza.
Bene. Quindi sa di cosa parlo. Siviglia è una straordinaria città e la sua Plaza de Toros esiste dal 1730. Ero là con un paio di amici, William Bird che scriveva per la "Three mountains Press" e Robert McAlmon, scrittore ed editore della "Contact Editions".

Cosa accadde?
Mentre salivo le scale dell'arena pensavo: rimarrò nauseato. Ma non ero preoccupato per quello che sarebbe accaduto ai tori, quanto per la sorte dei cavalli che venivano incornati. Quando la corrida finì, capii che mi trovavo di fronte a una perfetta allegoria della vita e della morte, a una vera e propria tragedia divisa classicamente in atti.

Lei ha raccontato il mondo della corrida in quello che per molti è il suo capolavoro, Morte nel pomeriggio. Alcuni dicono invece che si tratta non di un romanzo, ma solo di un ottimo saggio di tauromachia. Chi si sbaglia?
Ah, che novità per le mie orecchie. Quando scrissi Fiesta, qualcuno disse che aveva la struttura del rituale di una corrida. Risposi al buon George Plimpton sulla Paris Review che chi sosteneva questa idea era un po' coglione. Dopo tanti anni, penso che ci risiamo: sono tutti un po' coglioni.

È passata molta acqua sotto i ponti. La Spagna è un paese diverso da quello che lei amava, la tradizione s'è indebolita e gli stranieri la ritengono una barbara usanza.
La corrida è uno spettacolo per gli spagnoli, non per gli stranieri che appena entrano nell'arena fanno il tifo per il toro e faticano a comprendere il significato della corrida. Ogni passo che la modifichi per assicurarsi la loro approvazione, che non si otterrà mai, è un passo verso la sua soppressione completa.

Lei scrisse anche che «da un moderno punto di vista morale, vale a dire da un punto di vista cristiano, l'intera corrida sia insostenibile; c'è senza dubbio molta crudeltà, c'è sempre pericolo, sia voluto sia inaspettato, e c'è sempre morte...». Ne è sempre convinto?
Certo, quello è il punto di vista cristiano, il mio invece è sempre quello di un aficionado della corrida.

Che significa essere un aficionado?
L'aficiòn è una passione che non si manifesta con un infantile entusiasmo per quel che accade nell'arena. È la consapevolezza della morte. Ho descritto l'aficiòn quando l'albergatore di Pamplona, Montoya, riceveva i toreri e aveva camere solo per quelli che dimostravano aficiòn, ne conservava le foto e le dediche. Degli altri rifiutava persino il ricordo. È il coraggio, certo, ma da solo non basta. Due cose sono necessarie a un paese perché ami le corride. La prima è che in quel paese vengano allevati tori e la seconda è che la gente s'interessi alla morte. Gli inglesi e i francesi vivono per la vita.

Cosa c'è di bello nell'uccisione del toro? Nessuno oggi sembra disposto a cogliere quel che lei ha visto quando scriveva i suoi libri.
Comprendo che per la gran parte dei suoi lettori tutto questo sia incomprensibile e indicibile. Ma le assicuro che non si può credere quanta intensità emotiva e spirituale e quanta pura classica bellezza può essere prodotta da un uomo, un animale e un pezzo di flanella scarlatta drappeggiata su un bastone.

Viviamo in una società ipocrita che vuol vietare tutto ma consente il peggio. Si appiccicano etichette e avvertenze su ogni evento o cosa che costituisca il piacere, salvo poi consumarlo senza capirlo.
È la stessa cosa che accade per il consumo di alcol e la corrida è come il vino, diventi un vero aficionado solo quando lo sai apprezzare con il palato. Chi ama la corrida, come chi ama il vino, se ne accorge praticamente subito, ma il vero amore viene con la maturità, con l'esperienza, quel bagaglio di passioni ed esperienze che rendono capaci di percepire la complessa trama che è quasi nascosta sotto la semplicità disarmante del gusto secco di un vino senza etichetta e senza fronzoli.

Mi ha fatto venire voglia di tornare a Siviglia.
Ci vada, non perda tempo con un vecchietto come me. E se ne sente il bisogno, scriva per il solo piacere di scrivere. La corrida non sopravviverà a lungo a questa Spagna.
Inviato il: 3/8/2010 9:22
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
  •  Freeanimal
      Freeanimal
Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#214
Mi sento vacillare
Iscritto il: 17/5/2009
Da Codroipo (UD)
Messaggi: 705
Offline
Siamo in pochi a pensarla così, purtroppo (da qui il mio dubbio circa l'idea che hai enunciato prima, sull'animalismo come fenomeno di massa), ma se mi azzardassi a dire che se fossimo la maggioranza ci sarebbe meno violenza in giro, verrei preso per uno snob, nella migliore delle ipotesi, e per un arrogante presuntuoso nella peggiore. E allora, sai cosa mi viene spesso da ribattere? Che se lo tengano pure, il loro modello di società, basato sulla prevaricazione! Che cuociano pure nel loro brodo!.....ma anche questo non gli sta bene. Siamo condannati a essere incompresi? Condannati a una perpetua discordia? E' la riproposizione moderna del mito di Babele?
Inviato il: 2/8/2010 18:15
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
Re: Due donne torturano e uccidono un cane con i tacchi a spillo.
#213
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 22/8/2009
Da
Messaggi: 6643
Offline
Grazie per la stima Freeanimal, che è comunque ricambiata ^_^ è sempre un piacere conoscere delle persone che ci tengono a far prevalere anche i diritti alla vita, alla libertà e alla dignità dei non-umani. Purtroppo queste cose non sono di facile comprensione per le persone come captcha, quindi vengono derise facilmente, soprattutto se si è stati influenzati da una cultura specista.
_________________
«Goku è Verità. Io sono la Via, la Verità e la Vita. E risorgo quando mi pare.»
Inviato il: 2/8/2010 17:44
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
 Vai all'inizio   Discussione precedente   Discussione successiva
1234...9>

 


 Non puoi inviare messaggi.
 Puoi vedere le discussioni.
 Non puoi rispondere.
 Non puoi modificare.
 Non puoi cancellare.
 Non puoi aggiungere sondaggi.
 Non puoi votare.
 Non puoi allegare files.
 Non puoi inviare messaggi senza approvazione.

Powered by XOOPS 2.0 © 2001-2003 The XOOPS Project
Sponsor: Vorresti creare un sito web? Prova adesso con EditArea.   In cooperazione con Amazon.it   theme design: PHP-PROXIMA