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Autore Discussione
Re: i vicini di casa
#574
Mi sento vacillare
Iscritto il: 30/1/2006
Da Genova
Messaggi: 536
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Va bene, restiamo al solo Israele; la tratta delle bianche slave e russe dirette a questo solo paese è gestita da organizzazioni giudaiche, non vedo come possa esser diversamente in seno al sionismo. Quanto alla designazione di " mafia russa" vale il concetto dell'articolo precedente. Puoi essere d'accordo su questo punto? Le notizie su questo fenomeno sono diffuse in rete a proposito di questo aspetto del sionismo
Posto un articolo datato non molti mesi addietro - 9 giugno 2010 -Autore: admin http://www.nonnepossopiu.net/tag/israeliane/

Dal Libro di Loretta Napoleoni
Economia Canaglia
Il Saggiatore

Le Natasha
Israele è uno dei maggiori importatori di prostitute slave. Ogni mese un
milione di israeliani fa visita a una prostituta. Secondo la Commissione
d’inchiesta parlamentare israeliana,

ogni anno dalle 3000 alle 5000 donne (dell’ex Blocco sovietico) vengono
introdotte clandestinamente in Israele e vendute all’industria della
prostituzione.[…] Le donne lavorano sette giorni su sette, fino a 18 ore
al giorno, e dei 120 Nis (27 dollari) pagati dai clienti, a loro ne restano
solo 20 (4,50 dollari).10.000 di queste donne attualmente risiedono nei
300-400 bordelli del paese. Sono vendute dagli 8.000 ai 10.000 dollari
l’una.
Si riesce a intuire la portata dell’attività seguendo il flusso dei grossi pro-
fitti riciclati in Israele: solo dal 1990 al 1995, circa quattro miliardi di
dollari sono stati investiti nelle banche israeliane. Altri 600 milioni di
dollari vengono riciclati in beni immobili.
Alla base dell’aumento della prostituzione in Israele ci sono fattori
culturali e religiosi. Gli uomini israeliani, e non sorprende, hanno un
debole per le slave alte e bionde, che chiamano tutte Natasha. Gli uomi-
ni < entravano nel locale e con un sorriso sciocco gridavano “Natasha!”
come fossimo matrioske> ricorda Marika, una prostituta russa portata
clandestinamente in Isralele. La domanda di prostituzione è particolar-
mente alta tra haredim, ebrei ortodossi, molti dei quali sono clienti
abituali dei bordelli. Nissan Ben-Ami, condirettore dell’Ong Awareness
Centre, che lotta contro il traffico di donne e la prostituzione in Israele
spiega :
Nella zona della borsa e del mercato dei diamanti c’è molta prostituzio-
ne. In queste zone si aggirano tanti uomini estremamente religiosi in
cerca di sesso a pagamento perché le donne della loro società non pos-
sono assecondarli quando vogliono. Non possono nemmeno masturbar-
si, perché è vietato sprecare sperma. Quindi devono farlo per forza con
una donna.
Fonti israeliane confermano che l’afflusso di ebrei russi ortodossi, un
altro dei fenomeni legati al crollo dell’Unione Sovietica, ha dato un
Impulso inaspettato all’industria della prostituzione. legami con la mafia russa che, all’inizio degli anni novanta, controllava
quasi interamente il racket delle prostitute slave, e contribuirono a
instaurare legami con i protettori locali> dice un poliziotto di Tel Aviv.
Michael, il protettore di Berlino, conferma che, subito dopo la caduta
del muro, è la mafia russa ad assumere il controllo del traffico della
nuova merce. Berlino erano i Russi.>
Un affare plurimiliardario che alletta anche organizzazioni criminali
Armate. In Germania, dove la prostituzione è stata legalizzata, esistono
molti modi per procurarsi una fetta del busines del sesso.[...]
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Inviato il: 8/3/2011 21:00
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  •  florizel
      florizel
Re: i vicini di casa
#573
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 7/7/2005
Da dove potrei stare meglio.
Messaggi: 8195
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baciccio
Citazione:
ti risultano arresti di preti, pastori protestanti o sacerdoti del variegato mondo cristiano, arrestati per traffico internazionale di organi umani?

No. Non mi risulta nemmeno di preti condannati alle sbarre per pedofilia. Non sacerdoti ebrei, ma preti cristiani.
Non mi risulta nemmeno di iniziative volte a fermare la tratta di africane o di slave in Europa, e quindi?

Quello che io contesto dell’articolo è il voler a tutti i costi propagandare quei crimini come specifici agli ebrei, mentre io ritengo che siano trasversali a tutti e ad ogni latitudine.

Riporto qualche passo per spiegarti meglio:

“I pochi articoli che parlano di questo argomento non fanno mai riferimento agli ebrei come i fautori di ciò. Viene invece usato l’eufemismo politicamente corretto di bande russe, crimine organizzato russo e mafia russa.”

Se andiamo ad indagare la tratta delle bianche slave in Europa, quasi nessuno farà mai riferimento alla responsabilità locale dei paesi europei in cui vengono “deportate” quelle donne, si dirà che tale pratica è specificatamente ad opera della mafia albanese. Eppure in Europa non ci sono stati ebraici (leggi stati sionisti).

Quando l’articolo parla di “traffico di schiave bianche del sesso” non parla di traffico di schiave africane, farlo avrebbe implicato ampliare lo sguardo sul fenomeno svincolandolo dalla necessità di bollarlo come fenomeno perpetrato da “ebrei”, e DOVERLO ATTRIBUIRE a qualcos’altro che non l’appartenenza ad una cultura religiosa.

“I processi tuttavia sono rari e le sentenze leggere.”

Lo stesso dicasi per qualsiasi pena inflitta altrove.
Non vedo la "novità" nello specifico di reati commessi da "ebrei" rispetto a quelli commessi da non ebrei.

“«Agli israeliani piacciono le russe. Sono bionde, di bell’aspetto e diverse da noi»”

Agli europei piacciono le africane e le asiatiche, ed ultimamente anche le slave. E quindi?

Su questo posso concordare senza alcuna esitazione:

“Amnesty International ha steso rapporti, criticando aspramente Israele per la sua tolleranza verso l’industria della tratta delle bianche. Ma questa notizia non è stata diramata da nessuna TV e da nessun media di primo piano.”

Israele ha in mano il controllo di grandissima parte dei media internazionali, figuriamoci se permette la diffusione di notizie come questa. Ma ciò non implica che tali fenomeni siano di esclusivo appannaggio degli ebrei IN QUANTO EBREI.

Allora, il problema non è l’ebreo in quanto tale, ma l’ebreo in quanto identificato con lo stato sionista.
Come si è cercato di dire in questo forum, l’obiettivo primario del sionismo è che si percepisca l’identificazione tra ebrei e israele come inevitabile.

Il discorso potrebbe continuare su quello che a mio avviso è un altro binario, e cioè quello di un sistema patriarcale.
Ma questa "sembra" essere un’altra storia.
_________________
"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 6/3/2011 13:02
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Re: i vicini di casa
#572
Mi sento vacillare
Iscritto il: 30/1/2006
Da Genova
Messaggi: 536
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florizel ha scritto:
Citazione:
Ti risulta che tale pratica sia approvata e tollerata in Italia, Germania, Francia, Svizzera...?


A te risulta che tale pratica sia di esclusivo appannaggio degli ebrei?

Flo, ti risultano arresti di preti, pastori protestanti o sacerdoti del variegato mondo cristiano, arrestati per traffico internazionale di organi umani?
Che sia una questione di fReni morali?
Inviato il: 6/3/2011 9:43
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  •  florizel
      florizel
Re: i vicini di casa
#571
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 7/7/2005
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Citazione:
Ti risulta che tale pratica sia approvata e tollerata in Italia, Germania, Francia, Svizzera...?


A te risulta che tale pratica sia di esclusivo appannaggio degli ebrei?

O ti risulta che tale fenomeno, del tutto sommerso a meno che non ci siano inchieste mirate a svelarlo, sia "raramente notato dalle autorità, le quali danno il loro tacito benestare" solo ed esclusivamente in israele?

Tra l'altro, su quali basi Strom afferma quanto sopra?

Rimane in sospeso la mia perplessità sull'integrità morale dell'autore dell'articolo che hai postato. Nonchè su quella che io reputo ERRATA identificazione dell'ebreo con il sionismo.
_________________
"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 5/3/2011 21:19
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Re: i vicini di casa
#570
Mi sento vacillare
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Citazione: "Non vorrei iniziare un'altra polemica, ma che c'entra il fatto che si tratti di "ebrei" con il fatto che la riduzione in schiavitù sessuale è una pratica trasversale ed approvata e tollerata OVUNQUE e presso CHIUNQUE?".

Ti risulta che tale pratica sia approvata e tollerata in Italia, Germania, Francia, Svizzera...?
Inviato il: 5/3/2011 20:44
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  •  florizel
      florizel
Re: i vicini di casa
#569
Sono certo di non sapere
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Dall'articolo postato da baciccio

Citazione:
Molte di loro finiscono in Israele, dove il traffico di schiave bianche del sesso è molto comune e raramente notato dalle autorità, le quali danno il loro tacito benestare. Le organizzazioni ebraiche hanno reti internazionali e le schiave bianche sono vendute a bordelli, controllati da ebrei, in Europa, Turchia e Paesi asiatici.


Non vorrei iniziare un'altra polemica, ma che c'entra il fatto che si tratti di "ebrei" con il fatto che la riduzione in schiavitù sessuale è una pratica trasversale ed approvata e tollerata OVUNQUE e presso CHIUNQUE?

Se poi l'autore di un articolo come quello è stato condannato per reato di pedopornografia, ed è schierato con gruppi di fanatici, il tutto perde ogni ogni obiettività.

Altro che American Dissident Voices. American Deficient Voices, piuttosto, a pubblicare un'opinione espressa da un nazistoide come Strom.

Quello che voglio dire è che ritengo un imperdonabile errore spingere ogni discussione sul piano dell'EBREO come causa dei mali, quando sappiamo che INVECE questa propensione porge il fianco ad evitare ogni distinzione tra ebraismo e SIONISMO.
_________________
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Inviato il: 5/3/2011 12:30
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  •  benitoche
      benitoche
Re: i vicini di casa
#568
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 30/9/2006
Da
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Citazione:

baciccio ha scritto:
Le schiave bianche del sesso


_________________
la religione è indispensabile
soltanto a un’umanità rescissa dal mondo divino-spirituale.
Inviato il: 3/3/2011 17:55
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Re: i vicini di casa
#567
Mi sento vacillare
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Da Genova
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Citazione dal post precedente: "Perché l'hai postata nei "vicini di casa"? Non è roba da "civiltà ebraica"?
Giusto la frase che sento come ovvia obiezione all'articolo che vado a postare qui a seguire, ma tant'è...:
Le schiave bianche del sesso
American Dissident Voices 03 Settembre 2010
Rapporto scritto, oggetto della trasmissione radiofonica del 26 ottobre 2009, a cura della American Dissident Voices.

Fra le tante vicende inerenti i crimini commessi contro i bianchi e contro i gentili, non note al pubblico ed accuratamente evitate dai mass-media, vi è quella delle schiave bianche del sesso, perpetrata da ebrei. Si tratta di donne bianche, catturate da bande ebraiche e costrette a lavorare nei bordelli di Israele e altrove. I pochi articoli che parlano di questo argomento non fanno mai riferimento agli ebrei come i fautori di ciò. Viene invece usato l’eufemismo politicamente corretto di bande russe, crimine organizzato russo e mafia russa. In verità non vi sono molti russi coinvolti in questo giro di schiave, come i giornalisti che scrivono questi articoli ben sanno, ma sanno anche bene che se puntualizzassero la natura ebraica di questi trafficanti di donne, si ritroverebbero ben presto senza lavoro. L’adescamento delle vittime avviene in un ambiente di estrema povertà.

La Russia ed i suoi Stati satelliti ex comunisti dell’Est europeo sono stati prosciugati economicamente per vari decenni dallo stesso sistema comunista creato dagli ebrei. Quando il sistema collassò, capitalisti opportunisti ed ex comunisti, trasformatisi in riformisti, molti dei quali ebrei, iniziarono il saccheggio, comprarono industrie, approfittarono dei cittadini del posto non abituati a pratiche affaristico-predatorie, facendo, ancora oggi, man bassa di ampi territori dell’Europa dell’Est, facendo impoverire la gente fino alla fame, nonostante gli europei orientali siano tra le popolazioni bianche più acculturate del mondo. E’ noto a chiunque che russi, moldavi e ucraini vogliono fuggire dalla miseria e andare a Ovest; giovani donne, a migliaia, si fanno pubblicità per sposare uomini occidentali su dozzine di siti per cuori solitari. Molti operai in questi Paesi guadagnano meno di 30 dollari al mese. Quando a queste giovani viene offerta la possibilità di guadagnare decine di volte di più, non c’è da stupirsi se, a migliaia, accettano senza batter ciglio.

Molte di loro finiscono in Israele, dove il traffico di schiave bianche del sesso è molto comune e raramente notato dalle autorità, le quali danno il loro tacito benestare. Le organizzazioni ebraiche hanno reti internazionali e le schiave bianche sono vendute a bordelli, controllati da ebrei, in Europa, Turchia e Paesi asiatici.

Ecco alcune tristi storie:

Lara Matveyava non sapeva che lo straniero gentile, che le offrì di uscire dalla povertà, era unreclutatore di un giro malavitoso ebraico dedito alla tratta delle bianche. Nel suo caso, le fu promesso un lavoro di domestica in Germania, annaffiare le piante e dar da mangiare agli animali domestici, sarebbe stato il suo lavoro. Quando arrivò ad Amburgo, la banda iniziò la prima parte del rituale, cioè ritirandole il passaporto per ragioni di sicurezza, facendola pertanto diventare una clandestina e quindi al di fuori della legge. Tre giorni dopo le fu detto quello che sarebbe stato il suo lavoro: fare la prostituta in un bordello di Amburgo. Nonostante fosse determinata a tornarsene a casa, fu imprigionata per sei mesi in vari bordelli mascherati da bar e night-club, finchè riuscì a fuggire. Una volta a casa disse che la maggior parte delle donne da lei incontrate erano così terrorizzate dai loro carcerieri che avevano rinunciato a fuggire. Ancora oggi, Lara, non usa il suo vero nome, per paura di ritorsioni da parte dei suoi ex carcerieri ai quali appartiene. Disse «Niente più mi indigna ormai, perché le peggiori cose che potevano capitarmi, mi sono capitate. Pochissime delle donne da me incontrate sono diventate volontariamente delle prostitute. La maggior parte vi furono indotte. Non c’erano alternative. Non avevamo più i passaporti e non sapevamo a cosa andavamo incontro se ci fossimo rivolte alla Polizia. Eravamo clandestine, dedite ad un’attività illegale, non potevamo aspettarci nessun conforto. All’inizio rifiutai di lavorare ma poi lo dovetti fare perché non c’era altro mezzo per mangiare e spesso vedevo i pestaggi che subivano altre donne quando si rifiutavano di collaborare». Alle donne viene detto che devono ripagare il loro debito, prima di ritornare libere. Si tratta di cifre esageratamente alte, che vengono incrementate arbitrariamente dai carcerieri con multe se le donne si rifiutano di sottomettersi a qualsiasi degrado sessuale richiesto, incluso lo stupro di gruppo. Quando un protettore ebreo decide di volere carne fresca, le donne più vecchie vengono vendute ad altri, spesso varie volte nello stesso anno e il debito sale ad ogni nuova trattativa. Le associazioni dei diritti umani stimano che circa 500.000 donne bianche siano state catturate e violentate da queste bande, una cifra che si riferisce alla sola Russia ( London Observer, Domenica 12 Novembre 2009).

Irina, 21 anni, pensava di fare la ballerina quando scese dalla nave ad Haifa, in Israele, proveniente dall’Ucraina. Pochi giorni dopo fu portata in un postribolo, dove il suo nuovo padrone ebreo le bruciò il passaporto in sua presenza. «Sei di mia proprietà» disse «e lavorerai finchè non ti sarai guadagnata la libertà. Non tentare di andartene, non hai documenti e non parli la nostra lingua. Saresti arrestata e trasferita, dopodiché ti riprendiamo e ti riportiamo qui». All’inizio si rifiutò di fare la prostituta, ma le botte ed i ripetuti stupri da parte dei suoi padroni ruppero la sua resistenza. Irina disse: «Non credo che l’uomo che ha rovinato la mia vita, pagherà per questo».

Fino a poco tempo fa la tratta delle Bianche non era nemmeno fuorilegge in Israele e solo dietro ripetute pressioni internazionali, sono state promulgate leggi restrittive lo scorso anno. I processi tuttavia sono rari e le sentenze leggere. Le autorità del posto fanno finta di non vedere la schiavitù nella quale vengono obbligate le donne bianche, ma, d’altra parte, è insito nella loro tradizione considerarsi come i soli e veri esseri umani, mentre queste schiave bianche non sono, purtroppo, ebree.

Marco Buffo, responsabile del nucleo anti-sfruttamento in Italia, ha dichiarato: «E’ risaputo che i prezzi più alti vengono oggi pagate per le donne bianche. Sono la novità del momento».

Mikhail Lebed, responsabile delle indagini criminali del ministero degli Interni ucraino, ha affermato: «I gangster fanno più soldi con queste donne in una settimana, di quelli che noi riusciamo ad avere come budget annuale. Per essere onesti, a meno che qualcuno non ci aiuti, non riusciremo a fermare questo traffico».

Recentemente, Yitzhak Tyler della Polizia di Haifa, ha rilasciato qualche indiscrezione su alcune operazioni di polizia in quella città portuale israeliana: «Questi uomini pagano da 500 a 1.000 dollari per una donna ucraina o russa. Capisce quello che intendo dirle? Comprano queste donne per poi ricavarci una fortuna. Prendete un piccolo locale e metteteci dieci ragazze. Ognuna riceve da 10 a 15 clienti al giorno. Moltiplicate questo per 200 shekels (la moneta israeliana). Entrano quindi ogni giorno 30.000 shekels. Ogni ragazza lavora per 25 giorni al mese, minimo. Parliamo quindi di 750.000 shekels al mese, ossia 215.000 dollari. Una sola persona, a volte, è proprietaria di cinque locali. Il che fa un milioni di dollari al mese. Niente tasse, niente spese generali se non il cibo necessario per sopravvivere. E’ una fabbrica con schiave come mano d’opera. E sono sparse in tutto Israele».

Un milione di dollari al mese per un protettore ebreo di media caratura. E cosa ricevono in cambio le ragazze? Botte, stupri, prestazioni sessuali forzate a richiesta, un po’ di cibo e qualche spicciolo per le sigarette. Sbarre alle finestre. Sfilano nude nei mercati ebraici delle schiave quando vengono rivendute, magari per la quarta volta in un anno. Violenze di gruppo e ritorsioni sulle famiglie se fuggono. Condanna ed espulsione, quando va bene, a cura di un sistema legale colluso. Gli sfruttatori ebrei sono così fiduciosi della loro invulnerabilità che uno di loro, Jacob Golan, proprietario di tre postriboli, incluso il Tropicana di Tel Aviv, rilasciando un’intervista al New York Times, disse: «Agli israeliani piacciono le russe. Sono bionde, di bell’aspetto e diverse da noi», mentre ridacchiava e si accarezzava i suoi capelli neri, «… e sono disperate, farebbero qualsiasi cosa per soldi». Sempre pieno di ragazze russe mezze nude, il club è aperto 24 ore al giorno. Al Tropicana ci sono 12 cubi, dove venti donne lavorano a turni, otto di giorno e dodici di notte. Gli affari vanno a gonfie vele e non solo con gli stranieri, anche i soldati israeliani, con il fucile a spalla, frequentano il luogo assieme a uomini d’affari e turisti. Al signor Golan fu chiesto se la maggior parte delle donne che lavorano al club lo fanno volontariamente. Scoppiò in una risata ma non rispose. In un supremo atto di amara ironia, il reporter notò che Golan stava preparando un poster di una donna israeliana scomparsa da attaccare davanti al suo club. Che anima altruista! Non è vero? (The New York Times, 11 gennaio 2008).

Le Nazioni Unite affermano che la tratta delle bianche è, al momento, il business in maggior crescita del crimine organizzato. La maggior parte di queste schiave sono bianche. Il quotidiano australiana Sydney Morning Herald asserisce che questo traffico è un affare che, come importanza di lucro, supera quello del traffico di droga. Dopo tutto la droga può essere venduta una sola volta in attesa del suo consumo, mentre le bianche possono essere usate e poi portate al mercato degli schiavi più volte, per anni, fino alla loro morte o al decadimento del loro aspetto.

La storia di Mariana è tipica. Illusa da promesse di un facile lavoro e buon guadagno, lasciò la Russia alla volta di Israele. La routine del bordello era brutale ed efficiente. Lavorava 7 giorni a settimana con 20 clienti in media al giorno, sia ebrei che arabi. Un uomo stava di guardia alla sua stanza, spartanamente arredata con un letto, un comò, una doccia e un lavandino. Era isolata dal mondo esterno, tranne nel caso di una donna che si fermava a vendere cibo a lei e ad altre ragazze russe. Le chiamate telefoniche a casa per assicurare i genitori che il lavoro andava bene, venivano monitorate. Dopo circa 5 mesi a Mariana fu permesso di lasciare il grigio edificio con un autista per incontrare dei clienti in un hotel di Tel Aviv. Tre giorni dopo, un gruppo di uomini la sequestrarono in una casupola dietro all’hotel. «Fai quello che ti diciamo. Non dare calci e non urlare, non vale la pena di resistere» ricordò queste parole prima che la stuprassero in gruppo. Disperata tentò anche di fuggire dal bordello ma fu riacciuffata. Il governo russo ammette che circa 100.000 donne vengono fatte espatriare ogni anno dalla Mafia ebraica, facendo passare la stima globale di 500.000 donne, da parte delle associazioni dei diritti umani, una cifra ottimista. E questo, ribadisco, riguarda solamente la Russia.

Doros Michael, funzionario del Gruppo d’Azione per il sostegno all’immigrazione di Cipro, spiega che le donne bianche sono le schiave del sesso Amnesty International ha steso rapporti, criticando aspramente Israele per la sua tolleranza verso l’industria della tratta delle bianche. Ma questa notizia non è stata diramata da nessuna TV e da nessun media di primo piano. Amnesty International affermò: «Il Governo d’Israele non è riuscito a prendere le misure adeguate per prevenire, indagare, processare e punire le persone responsabili delle violazioni dei diritti umani, nell’ambito della Tratta delle Bianche». Fu citato anche il caso della ventisettenne Valentina, la quale disse: «Le condizioni erano orribili. La maggior parte delle ragazze soffriva di malattie veneree. Non si poteva andare da nessuna parte. C’erano sbarre alle finestre e guardie per tutto il tempo, giorno e notte». Valentina riuscì a fuggire da una finestra del secondo piano, evitò la Polizia israeliana e potè, in seguito, raccontare la sua storia. Ma migliaia di ragazze russe sono ancora là.

Una giovane russa, Larissa, disse di essere sfuggita al suo sfruttatore, ma fu arrestata dalla Polizia israeliana, la quale la vendette ad un altro sfruttatore che ammise di essere un ex ufficiale di Polizia.

Queste schiave bianche non hanno speranze e non hanno amici. I pochi ebrei che si oppongono a questo turpe commercio, sono al di fuori dei centri di potere e di comando in Israele. I bianchi in Occidente sono troppo occupati nel loro stile di vita consumistico e non sono informati di questo traffico, in quanto i media, controllati dal mondo ebraico, non danno notizie in merito.

In una recente conferenza sui diritti umani, indetta dalla Coalizione Mondiale contro la Tratta delle Bianche, è stato stimato che nella sola Tel Aviv ci siano più di duecento bordelli. E’ stato inoltre affermato: «Quando arrivano in Israele, partecipano (le bianche) ad un ‘seminario educativo’ che include stupro e vendita all’asta, dopodiché i loro passaporti vengono ritirati e vengono imprigionate in appartamenti-prigione. Vengono obbligate a prostituirsi in modo da ‘ripagare’ il debito contratto durante il loro trasferimento in Israele».

Poche ex schiave del sesso hanno avuto il coraggio di parlare.

«Sono Ilona. Sono stata venduta per 15.000 dollari e dopo alcuni mesi fui rivenduta nuovamente.

Mi obbligarono ad andare con 150 clienti alla settimana. Tanta gente conosceva sia me che le altre ragazze. C’erano taxista e persone del negozio di alimentari che portavano alcolici ed anche dottori che ci davano pillole anti-concezionali da prendere per tutto il mese, così non avremmo perso giorni di lavoro nemmeno con le mestruazioni. I dottori ci visitavano dopo essere state picchiate e ci davano degli anti-dolorifici. Ma il peggio successe con i poliziotti che mi conoscevano. Una volta riuscii a scappare e mi presentai alla Polizia. Mi passarono ad un poliziotto che conosceva il russo. Gli parlai e lui ascoltava attentamente. Dopo un’ora di ascolto del mio racconto, il mio boss, cioè lo sfruttatore, arrivò alla centrale di Polizia, mi riportò a casa e lì mi diede un sacco di botte davanti alle altre ragazze a scopo intimidatorio. Per alcuni giorni non potei lavorare».

«Sono Yanna. All’aereoporto sono stata presa in consegna da Ilyosha. Avevo sei o sette clienti al giorno per Ben-Yehuda, gli facevo guadagnare 600-700 shekels al giorno, ricevevo cibo e sigarette e 20 shekels al giorno. Dopo due settimane mi vendette a Peter e Gershon per i quali lavorai nella loro sala massaggi, 10 o 15 clienti al giorno, 150 shekels per mezz’ora e 20 shekels per me più cibo e sigarette. Due mesi dopo Peter mi mandò in un altro bar. Quando non lavoravo venivo chiusa in un appartamento e mi portavano ciò di cui avevo bisogno. Peter mi diceva che sarei potuta andarmene solo dopo avergli fatto guadagnare 40.000 dollari. In questo bar avevo tra i 7 e i 10 clienti e là dovevo guadagnare 700 shekels. Se la giornata era fiacca, dovevo lavorare di più il giorno dopo. Nella sala massaggi venivo picchiata anche dal direttore e dai dipendenti».

Un’associazione benefica, la Miramed, che cerca di aiutare donne e bambini russi prevenendo che questi cadano nella rete dei trafficanti ebraici, stima che «il 90% delle donne che lasciano la Russia nelle grinfie di questi criminali, non sanno di essere dirette sulla strada della prostituzione e non sanno nemmeno che verranno schiavizzate dietro a delle sbarre e obbligate a soddisfare le voglie dei loro carcerieri su richiesta ed essere poi rivendute più volte in mercati ebraici per schiavi».

I media ebraici hanno ossessionato per decenni sul tema della schiavitù dei neri in Nord America, che fu abolita dai bianchi e che non esiste più da oltre 130 anni. Ma quante volte abbiamo sentito parlare della schiavitù dei bianchi che sta avvenendo oggi? Voglio che leggiate queste mie parole e che non dimentichiate ciò che ebrei stanno facendo a ben mezzo milione delle nostre donne e ragazze. Non dimenticate nemmeno che gli ebrei comandano i media, i quali piangono lacrime di coccodrillo per mesi se un criminale nero va a sbattere contro il manganello di un poliziotto bianco, ma che chiudono gli occhi davanti ad un numero di schiave bianche del sesso sufficente a triplicare la popolazione di Rockford nell’Illinois. Quando dico non dimenticate intendo dire non fidatevi più di loro.

Kevin Alfred Strom

National Alliance Hillsboro, West-Virginia (USA)
Inviato il: 3/3/2011 16:51
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  •  florizel
      florizel
Re: i vicini di casa
#566
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 7/7/2005
Da dove potrei stare meglio.
Messaggi: 8195
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Citazione:
Marò', Flo! M'hai fatto prendere un colpo...


Stava prendendo anche a me, quando ho iniziato a leggere... ormai quello che si combina nel "palazzo" nemmeno si sa più...

Citazione:
perché l'hai postata nei "vicini di casa"? Non è roba da "civiltà ebraica"?


Perchè mi sembrava più appropriato col topic, appunto: quello che si vuole venga percepito è che l'immigrazione va controllata, come si spendono i soldi pubblici invece nessuno deve saperlo. Se poi invece i soldi vanno ad implementare gli introiti del popolo ebraico (leggi stato sionista...) tutto va più che bene.

Citazione:
non è da Homepage?


Il tuo post iniziale, corroborto dagli svariati link del forum, sarebbe stato da homepage il giorno che hai aperto questa discussione.

Ma.... sai, le priorità...
_________________
"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 27/2/2011 22:42
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  •  Calvero
      Calvero
Re: i vicini di casa
#565
Sono certo di non sapere
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Marò', Flo! M'hai fatto prendere un colpo...


... anche a me!!

Citazione:

p.s.:
perché l'hai postata nei "vicini di casa"? Non è roba da "civiltà ebraica"?

... mi intrometto , questa è l'origine, inteso come concetto, del Topic..

in quanti ancora vogliamo fare finta di niente?!


<<Ehi!>> dico <<Lo vedi quel MURO? non ti sembra simile a quello che hanno tirato giù nell'89 ? guarda - leggi quì, qui e quì! e ancora quì lo vedi?! si era già deciso - storicamente - cosa l'olocausto avrebbe mendicato alle generazioni future. Lo vedi quì? ecco proprio ..qui, guarda la documentazione e non la storia scritta dai vincitori: lo vedi? il sacrificio degli ebrei che dovevano essere macellati per il Sionismo a venire; hai messo a fuoco ..Dio mio, capisci? mmhhh "non" capisci?? ma come! ne parlammo e ri-parlammo tante e tante volte. Ne abbiamo diuscusso e tu dicesti - beh sì effettivamente è così però... - però cosa?! testa di cazzo. Uomo di merda. Almeno la dignità di dire [ok non posso fare niente, ma ci stanno raccontando le favole, posso non votarli e/o ..non VOTARMI a loro]>> ..almeno quella. Ma niente. Nulla. E il vuoto si riempie di vuoto nuovo. Cosa? scusa? C O M E ???? <<io un negazionista??>> <<ma vai a fffanculo>> Così nel mio piccolo, vedo quanto il grande si avvicina sempre più; quanto tutta la "questione" PALESTINESE sia il fulcro del Giogo - l'imperativo dispotico e destrutturante di questo brutale e abominevole inferno che continua a esistere e foraggiarsi sulle parole PACE, AMORE, RIVENDICAZIONE, GIUSTIZIA..


.....

PS

e non è da Homepage?
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Misti mi morr Z - 283 - Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno
Inviato il: 27/2/2011 21:19
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  •  Makk
      Makk
Re: i vicini di casa
#564
Mi sento vacillare
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florizel ha scritto:
[i]"Approvato martedi il disegno di legge che definisce “criminale” qualsiasi attività critichi le politiche di Israele nei territori occupati.


"Approvato IN ISRAELE il disegno ecc"

Marò', Flo! M'hai fatto prendere un colpo...

Coi tempi che corrono poteva anche essere in Italia.

Ho letto il link con gli occhi fuori dalle orbite, poi ho capito che erano i nazisti che varavano una legge da nazisti.

Capirai che dopo la criminalizzazione del negazionismo e una spia israeliana (dichiarata?) con tanto di doppio passaporto in parlamento mi aspetto di tutto.



Uff... vado a bere i sette sorsi a testa in giù, ché m'hai fatto venire il singhiozzo nervoso...




p.s.:
perché l'hai postata nei "vicini di casa"? Non è roba da "civiltà ebraica"?
Inviato il: 27/2/2011 21:13
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  •  Calvero
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Re: i vicini di casa
#563
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è da Homepage. Punto.
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Inviato il: 27/2/2011 21:11
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  •  florizel
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Re: i vicini di casa
#562
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Boicottare Israele e rifiutare l’Apartheid? Cose da criminali.

"Approvato martedi il disegno di legge che definisce “criminale” qualsiasi attività critichi le politiche di Israele nei territori occupati.
Anche una pagina su face book che invita i consumatori a boicottare i prodotti delle colonie sarà considerata illegale."


Mentre l'Italia spende 5.461.700 di euro per un appalto per l’istallazione e la manutenzione di radar “made in Israel” a scopo di controllo delle immigrazioni alle frontiere e sulle coste, in Israele "coraggiosi soldatini sionisti" arrestano bambini

di 8 e di 11 anni.

A quando la sionizzazione globale, con tanto di stella di Davide stampata a tutti sulla pelle...?
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"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 27/2/2011 19:49
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  •  audisio
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Re: i vicini di casa
#561
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E leggete anche Filkenstein e la sua denuncia dell'ignobile
sfruttamento dell'olocausto da parte del regime sionista.
Pappe è israeliano, per la sua denuncia ha dovuto lasciare
Israele, messo alla gogna dai suoi colleghi (ricordate la levata
di scudi quando docenti universitari italiani lanciarono un
boicottaggio contro gli ambienti universitari israeliani? Come
al solito, classico doppiopesismo filosionista).
Finkelstein è stato docente alla New York University, dottorato
in Scienze Politiche a Princeton, è figlio di deportati ad Auschwitz.
Sarà mica un antisemita pure lui?
Nel 2008, Finkelstein fu fermato all'aeroporto di Tel Aviv e imbarcato
sul primo volo per l'Europa, come il peggiore dei terroristi.
Per 10 anni non potrà entrare in Israele, e non è esclusa ulteriore
proroga del divieto di ingresso.
Alla faccia di Israele, faro di democrazia e libertà...


P.S.: dimenticavo Mordechai Vanunu, fisico nucleare israeliano.
Denunciò la corsa agli armamenti nucleari da parte di Israele.
Per questo dovette fuggire all'estero, ma fu raggiunto a Roma
da una squadra del Mossad e qui sequestrato e portato in Israele,
dove fu condannato a 17 anni di carcere duro (isolamento in una
cella 2x3, senza possibilità di colloqui).
Inviato il: 16/11/2010 15:54
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  •  audisio
      audisio
Re: i vicini di casa
#560
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Un consiglio:
lasciate stare Morris e leggetevi Ilan Pappe.
Nel suo libro "Nakba, la pulizia etnica della Palestina"
c'è tutto ciò che vi serve.
I verbali del Gran Consiglio del Sionismo in cui Ben Gurion si
raccomandava di lasciar liberi Irgun e Stern nella loro opera
terroristica nei confronti dei civili palestinesi.
Quando i tagliagole di Begin e Shamir non erano sufficienti,
il Piccolo Padre sionista pretendeva un adeguato sostegno
da parte di Haganà.
Stiamo parlando di centinaia di villaggi palestinesi rasi al suolo,
dati alle fiamme, esecuzioni di massa, stupri, deportazione
in stile "genocidio armeno da parte dei turchi", senz'acqua
nè cibo.
La cosa straordinaria, che testimonia della grande civiltà del
popolo palestinese, è che i dirottamenti aerei, l'assalto alle
sinagoghe, insomma quello che i benpensanti col culo al caldo
chiamano "terrorismo", siano comnciati solo all'inizio degli
anni '70, dopo Settembre Nero, ossia il massacro di 10.000
palestinesi ad opera del collaborazionista Hussein di Giordania,
quando cioè i palestinesi non videro più altre vie d'uscita alla
loro situazione.
E anche le bombe sugli autobus prendono il via dopo l'intifada
dei sassi, ossia dopo 3-4 anni di tiro al bersaglio da parte dei
militari israeliani sui ragazzi palestinesi, senza che la comunità
internazionale dicesse A.
Anche i santi, alla fine, perdono la pazienza...


P.S.: dallo scoppio della Prima Intifada (ottobre 1987) agli accordi
di Oslo, furono uccisi 1200 palestinesi, il 97% dei quali nei Territori
Occupati, ossia a casa loro!
Inviato il: 16/11/2010 15:47
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  •  Manfred
      Manfred
Re: i vicini di casa
#559
Dubito ormai di tutto
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Palestinesi come gli indiani d' America, non a caso ritroviamo l'esercito,i coloni, le riserve da cui non possono uscire e i mille trattati mai rispettati.
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Manfred
Inviato il: 14/11/2010 23:23
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  •  florizel
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Re: i vicini di casa
#558
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shm

Citazione:
A questo punto mi chiedo se sia giusto dover considerare ancora Kersh alla stregua di uno storico(comunque fortemente di parte) o se un semplice soldato che ha l’incarico di produrre quanto più disinformazione gli riesca sul conflitto arabo-israeliano nella rinnovata veste immacolata di storico appunto.


E Kersh non è esattamente letto ed approfondito diffusamente, insieme ad altri autori che trattano specificatamente o quasi esclusivamente l'argomento, Kersh resta appannaggio di pochi, o almeno di chi si interessa molto a fondo e dettagliatamente dell'occupazione della Palestina.

Immaginiamo, a questo punto, quando la disinformazione viene fatta da personaggi seguitissimi ed accreditati come "in controtendenza".
E che si sono fatti spazio nei circuiti nazional-popolari omologati e, per questo, rfiniscono per apparire molto "rassicuranti".

Sto parlando d Roberto Saviano, che l'ottobre scorso ha partecipato ad una vergognosa iniziativa pro-israele, di cui ha scritto a lungo ed enfaticamente, tra una seduta dal parrucchiere e lo shopping a via del corso, la solita nirenstein.
Lo "scrittore" ha inviato una sua videointervista ai suoi amici sionisti, in cui ha tessuto le lodi di israele.

Per fortuna, la replica è arrivata: dignitosa, orgogliosa, nuda e cruda come la Verità. Direttamente da Gaza City.

Di Saviano avrei forse dovuto scriverne in questo altro forum, ma trattandosi di roba atta a creare "vicini di casa" appecoronati e perfettamente acritici, ho preferito mettere il tutto qui.

A proposito: Vittorio Arrigoni sarebbe uno scomodissimo vicino di casa, di certo.
Uno che scassa le palle, perchè non si arrende.
Molti altri vicini di casa, di cui non ci dice niente nessuno, stanno con la Palestina.

Molti più di quanto ai partecipanti a quell'ignobile festino non piacca sapere.
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Inviato il: 14/11/2010 22:50
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Re: i vicini di casa
#557
Dubito ormai di tutto
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Kersh nell'articolo scrive che l'Alto Comando Arabo indusse i palestinesi all'esodo per limitare i danni collaterali conseguenti da una guerra con gli arabi...

Ho trovato questo articolo di cui riporto alcuni estratti:

- Benny Morris mette a nudo così una delle principali manipolazioni della tragedia palestinese. Da una parte dichiarazioni del tutto false, come quella di David Ben Gurion alla Knesset, il parlamento israeliano, nel 1961, quando dichiara di essere in possesso di espliciti documenti che testimoniano la partenza dei palestinesi in seguito alle istruzioni di dirigenti arabi, compreso il Mufti, e sulla base dell’ipotesi che l’invasione degli eserciti arabi avrebbe distrutto lo Stato ebraico e avrebbe gettato a mare tutti gli ebrei. Dall’altra, una ricerca che parla di un’assenza totale di una qualsiasi documentazione in tal senso.

- E’ ancora Benny Morris che parla:

“In nessun momento, durante la guerra, i dirigenti arabi hanno ubblicato un appello generale, rivolto agli Arabi di Palestina, perché lasciassero la loro casa e il loro villaggio e ad errare verso l’esilio. E nemmeno ci fu una campagna radiofonica e nella stampa araba per ordinare ai palestinesi di fuggire. In realtà io non ho trovato traccia di una simile campagna e, se avesse avuto luogo, se ci fossero state queste trasmissioni sarebbero state citate o almeno avrebbero lasciato traccia nei documenti. I servizi d’informazione dell’Yshuv […] e le ambasciate britanniche e americane in Medio Oriente registravano tutte i programmi delle radio arabe. La BBC faceva altrettanto. Ma nessuna di queste, nelle migliaia di rapporti su queste registrazioni, non ha mai – nemmeno per fare una citazione – fatto riferimento ad una sola di queste pretese trasmissioni”.

- In una lunga citazione riportata da Vidal, Flapan parla di appelli pubblici a non abbandonare le case, rivolti fin dall’aprile del 1948, anche del re Abdallah, quando l’esodo cominciava a farsi massiccio. Ricorda poi la trasmissione di Radio Gerusalemme del 10 maggio che diffondeva gli ordini dei comandanti arabi a non abbandonare Gerusalemme e i suoi dintorni. E termina così:

“Perché questi appelli furono così poco efficaci? Essi furono di fatto spazzati via dall’effetto cumulativo delle tattiche di pressione sionista, dalla guerra economica e psicologica fino all’espulsione sistematica della popolazione con l’esercito".

http://www.petiteplaisance.it/ebooks/1031-1060/1059/el_1059.pdf
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Inviato il: 6/10/2010 22:38
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Re: i vicini di casa
#556
Dubito ormai di tutto
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Credo che nella ricostruzione di Kersh ci siano passi a dir poco tendenziosi, se non finalizzati alla pura demonizzazione degli arabi nella loro totalità.

Ancora una volta non si può fare a meno di assistere alla favola della pecorella inoffensiva che subisce angherie dal solito lupo cattivo!
Uno di questi passi a mio avviso è il seguente:

- […]Tuttavia, mentre la leadership e i media ebraici descrissero questi eventi scioccanti per quello che in realtà erano, a volte non divulgando alcuni particolari al fine di evirare il panico e tenere la porta aperta alla riconciliazione arabo-ebraica, gli arabi dal canto loro non solo ingigantirono il numero delle vittime ad enormi proporzioni ma ne inventarono anche numerose che, però, non avvennero mai.[…]


Secondo Kersh il panico generato da questa sorta di “politica del discredito” attuata “unicamente” da parte degli arabi, ma inevitabilmente ritortasi poi inaspettatamente contro gli arabi stessi, sarebbe stata una delle cause(tra quelle da imputare sempre agli arabi e non ai sionisti) che produsse l’”esodo” dei palestinesi nel 1948:

- […]Fomentare un atmosfera di paura servì senza dubbio per raccogliere il più ampio consenso possibile a favore della causa palestinese e proiettare sugli ebrei l’immagine di brutali predatori. Ma fu anche un boomerang disastroso, diffondendo il panico all’interno della società palestinese. Questo, a sua volta aiuta a spiegare perché nell’aprile 1948 dopo quattro mesi di apparente progresso, questa fase dello sforzo bellico arabo fallì (sebbene all’inizio fosse la seconda, più ampia e prolungata fase che coinvolse le forze dei cinque stati arabi che avevano invaso la Palestina a metà maggio). Questo perché non solo la maggior parte dei palestinesi avevano rifiutato di unirsi alle ostilità, ma moltissimi avevano deciso di andarsene, lasciando le loro case per altri località nel paese o fuggendo nelle vicine terre arabe.[…]


Non sembra che Kersh riporti, tra le varie altre cause che contribuirono all’”esodo” dei palestinesi, paternità differenti da quelle arabe tanto che, sempre sull’onda della descrizione del panico tra gli arabi, e generato dagli arabi, troverebbe conferma in un estratto dell’Alto Commissario della Palestina di allora, Alan Cunningham, che così si esprimeva:

- […]“Gli arabi stanno lasciando il paese con le loro famiglie in un numero considerevole e c’è un esodo dalle città miste dei centri arabi rurali”[…]
- […]“il panico tra la classe media persiste e vi è un costante esodo di chi si può permetter di lasciare il paese”[…]


Dalle parole dell’Alto Commissario evidenziate da Kersh non risulta però nulla che riconduca ad una responsabilità specifica arabo/palestinese del panico generato negli arabi…

Così come Kersh vorrebbe ancora far credere, qualche riga più sotto che, addirittura l’intelligence dell’Hagana, confermi la responsabilità per l’esodo derivato dal succitato panico e nient’altro:

- […]Facendo eco a questi rapporti, le fonti d’intelligence di Hagana riportarono come a metà dicembre “ vi fosse una frenesia di andarsene in interi villaggi arabi”[…]

Dopo altre righe qui Kersh raggiunge secondo me l’apoteosi mistica:

- […]Nonostante tutto, i palestinesi continuarono a fuggire dalle loro case in numero sempre crescente. Ai primi di aprile circa 100.000 se n’erano già andati sebbene gli ebrei fossero ancora subendo dal punto di vista militare e non fossero certo in una posizione per costringere la popolazione araba ad abbandonare le loro case. ( Il 23 marzo, più di quattro mesi dopo l’inizio delle ostilità, il comandante in capo dell’ ALA, Safwat, notò con una certa sorpresa che gli ebrei “non hanno finora attaccato un solo villaggio arabo, se non in risposta ad una provocazione”). Con la dichiarazione d’indipendenza d’Israele il 14 maggio, il numero di rifugiati arabi era aumentato di tre volte. Persino allora, nessuno tra i 170.000-180.000 arabi che scapparono dai centri urbani e solo alcuni tra i 130-160.000 dai villaggi che avevano lasciato le loro case fu costretto dagli ebrei ad abbandonare le loro case.[…]


A questo punto mi chiedo se sia giusto dover considerare ancora Kersh alla stregua di uno storico(comunque fortemente di parte) o se un semplice soldato che ha l’incarico di produrre quanto più disinformazione gli riesca sul conflitto arabo-israeliano nella rinnovata veste immacolata di storico appunto.

E me lo chiedo in virtù dell’esistenza di un documento chiaro, quanto ancor più utile per la sua chiarezza, che smentisce totalmente le parole di Kersh stesso.

Il documento in questione è intitolato “L’emigrazione degli arabi della Palestina nel periodo 1/12/1947 – 1/06/1948”

E proviene dallo Sha’i, Haganah Intelligence Service, il servizio segreto dell’Hagana che alla fine del giugno 1948(prima tregua) confluì nella IDF.

L’autore è Moshe Sasson: assistente del direttore del dipartimento arabo del servizio segreto.

È depositato presso gli HHA (Hashomer Ha-Za’ir Archives) e si trova tra i documenti di Aharon Cohen…

Il periodo è quello “analizzato” da Kersh!

La fonte sarebbe la stessa di Kersh: servizio segreto dell’Hagana!
Secondo Benny Morris, che lo cita nel suo libro(“1948”, a pag. 78, edizioni BUR), il rapporto -anziché suggerire l’innocenza israeliana in relazione alla genesi del problema dei profughi, è scritto in modo obiettivo e analitico, e contiene semmai più di un velato "suggerimento" su come precipitare altra emigrazione, sia pure senza emanare disposizioni esplicite, che sarebbero state praticamente e moralmente imbarazzanti-(estratto pag. 74)

Tra i commenti generali si possono leggere affermazioni di questo genere:

-tra l’altro non si è fatto alcun tentativo di applicare alle ali degli aerei che bombardano le posizioni nemiche sirene il cui suono sia atto a diffondere il panico-[anche se] la loro efficacia potrebbe essere grande-

Qui di seguito ho passato allo scanner quattro pagine del libro “1948” riportanti schematicamente l’ordine d’importanza delle cause che portarono all’”esodo” palestinese con la relativa descrizione statistica punto per punto delle implicazioni che queste conseguirono.

Il punto 4, ossia quello relativo alla responsabilità araba nell’”esodo” palestinese e smodatamente sponsorizzato da Kersh, rappresenta un’importanza pari al 5% sul numero totale dei “profughi”(espulsi).



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Come Benny Morris argomenta più avanti, -il rapporto è un duro colpo per la tradizionale, e ufficiale, "spiegazione" israeliana dell’esodo come fuga in massa "sollecitata" dalla classe dirigente araba per ragioni politico-strategiche.-[…]-GLI ORDINI DI EVACUAZIONE ARABI, RIGUARDARONO UN NUMERO LIMITATO DI AREE GEOGRAFICHE, DIPESERO DA CONSIDERAZIONI STRATEGICHE DI TIPO LOCALE, E INFLUIRONO SU NON Più DEL 10% DELL’ESODO PALESTINESE-. […]

Anche se ad onor del vero non avrebbe senso non considerare anche il punto 4 un’implicazione diretta della politica sionista in Palestina:



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Re: i vicini di casa
#555
Dubito ormai di tutto
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Leggendo l’esercizio di dialettica di Kersh si può evidenziare ampiamente, come dicevo più sopra, una totale deresponsabilizzazione dell’influenza sionista circa le sorti del popolo palestinese: il tutto sembrerebbe infatti da doversi ridurre unicamente ad un conflitto tra fazioni nazionaliste arabe e fazioni arabe tolleranti in lotta tra loro.

Non c’è che dire: indubbiamente è un valido espediente a difesa delle ragioni sioniste!

Premesso che per tutto quanto si legga nell’articolo non si trovi una fonte, neanche nella versione in inglese, ammettendo che comunque tutto ciò che si legga corrisponda al vero le conseguenze dello stato di cose che si presentò alla fine della guerra dimostrano che la ricostruzione offerta da Kersh come male minore non ha senso.

Qui di seguito le affermazioni di Kersh:

- […]Se alla grande maggioranza dei palestinesi arabi fosse stato consentito di decidere per se stessi, essi sarebbero stati molto probabilmente soddisfatti di trarre vantaggio dalle opportunità loro offerte.[…]
- […]Questo è reso evidente dal fatto che, per tutto il periodo del Mandato, i periodi di pacifica coesistenza furono maggiori rispetto alle esplosioni di violenza, e queste ultime furono opera solo di una piccola frazione di palestinesi arabi.[…]
- […]In Palestina, gli arabi comuni venivano perseguitati e uccisi dai più alto-locati ( i “migliori”) nella comunità per il crimine di “vendere la Palestina” agli ebrei. Nel frattempo, quegli stessi “migliori” si arricchivano impunemente.[…]
- […]Alcuni palestinesi-arabi, infatti, preferirono reagire e combattere contro i loro istigatori, spesso in collaborazione con le autorità britanniche e l’Hagana, la più grande organizzazione di difesa ebraica. Altri cercarono rifugio nei quartieri ebraici. Nonostante la paralisi provocata dall’atmosfera di terrore e uno spietato boicottaggio economico, la coesistenza arabo ebraica continuò su molti livelli pratici perfino durante periodi di tale agitazione, e fu ampiamente restaurata in seguito al loro calmarsi.[…]
- […]Nemmeno si può dire che i palestinesi comuni evitarono di sfidare silenziosamente la loro leadership.[…]
- […]Molti villaggi, che dipendevano per la loro sussistenza dagli ebrei o sulle città con popolazione mista, non videro alcuna buona ragione nell’appoggiare l’esplicito obiettivo dell’ AHC di sottomettere gli ebrei affamandoli.[…]
- […]Anche quando questi mesi videro la quasi completa disintegrazione della società arabo palestinese, nessuno la descrisse come un sistematico esproprio degli arabi da parte d egli ebrei.[…]
- […]Fomentare un atmosfera di paura servì senza dubbio per raccogliere il più ampio consenso possibile a favore della causa palestinese e proiettare sugli ebrei l’immagine di brutali predatori. Ma fu anche un boomerang disastroso, diffondendo il panico all’interno della società palestinese. Questo, a sua volta aiuta a spiegare perché nell’aprile 1948 dopo quattro mesi di apparente progresso, questa fase dello sforzo bellico arabo fallì (sebbene all’inizio fosse la seconda, più ampia e prolungata fase che coinvolse le forze dei cinque stati arabi che avevano invaso la Palestina a metà maggio). Questo perché non solo la maggior parte dei palestinesi avevano rifiutato di unirsi alle ostilità, ma moltissimi avevano deciso di andarsene, lasciando le loro case per altri località nel paese o fuggendo nelle vicine terre arabe.[…]


Se è vero che la maggioranza degli arabi era favorevole all’insediamento dei sionisti in Palestina e che soltanto una minoranza nazionalista araba fomentava la resistenza tra i villaggi arabi, perché alla fine della guerra gli arabi riconosciuti come gente pacifica e laboriosa, che decisero di andarsene “autonomamente”, non vennero invitati a ritornare ai propri villaggi per formare il neonato Stato “democratico” così come anche in seguito stabilito da una delle tantissime risoluzioni dell’ONU nei confronti di Israele mai eseguite?


Come dice Kersh, in fin dei conti, i sionisti avevano tutte le migliori intenzioni per convivere pacificamente con gli arabi.

…cercare invece di spostare il problema per accollarlo interamente alla fazione opposta è un tentativo miserevole di alterare la storia così come pure non distinguere responsabilità marginali da quelle fondamentali ossia quelle che determinarono l’“esodo” forzato dei palestinesi dalla sera alla mattina…

La distruzione dei villaggi per assicurarsi il non ritorno dei palestinesi alle proprie case, il furto o l’incendio dei raccolti dalle campagne dei palestinesi, le espulsioni programmate dei palestinesi dalle proprie case, la ricerca della rappresaglia da parte dei sionisti, questi sono alcuni degli aspetti che Kersh evita di considerare ma che completerebbero in parte la falsata ricostruzione da lui offerta…

Come si dice in certe occasioni: occhio non vede, cuore non duole.

Anche se dubito che Kersh non sia al corrente o non consideri tra sé e sé certi argomenti…

Un aspetto più determinante ancora che dovrebbe essere sempre ben chiaro in questa vicenda è che se il sionismo non avesse esercitato l’influenza che ha esercitato in Palestina, nessuna frangia nazionalista avrebbe venduto terreni ai sionisti, nessun arabo si sarebbe lasciato corrompere dai sionisti, nessun palestinese sarebbe fuggito poiché non si sarebbero verificati i presupposti, nessun muftì avrebbe scatenato anatemi contro il sionismo e gli ebrei e via dicendo…
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Re: i vicini di casa
#554
Dubito ormai di tutto
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Sorvolando sui benefici agricoli apportati dai sionisti in Palestina(persino Benny Morris afferma esattamente il contrario di quanto dica Kersh e cioè che mai gli ebrei riuscirono a sfruttare meglio degli arabi terreni così difficili da coltivare senza dover ricorrere a spese spropositate non prima della fine della IIGM) e sull’indagine circa i vari strumenti di benessere sociale introdotti dai sionisti in favore dei territori in cui si insediarono, vorrei portare all’attenzione questo trafiletto della Commissione Peel estratto da Kersh:

[...]

"Il generale effetto benefico dell’immigrazione ebraica sul benessere arabo è illustrato dal fatto che la crescita della popolazione araba è più marcata nelle aree urbane influenzate dallo sviluppo ebraico. Un paragone sui dati del censimento del 1922 e 1931 mostrano che, sei anni fa, l’aumento percentuale ad Haifa è stato dell’86%, a Jaffa del 62%, a Gerusalemme del 37%, mentre in città puramente arabe come Nablus ed Hebron solo del 7% e a Gaza ci fu una flessione del 2 %."

[...]

Da notare stranamente che lo straordinario effetto benefico nelle 3 città che avrebbero più “beneficiato” si sarebbe avuto meno in quella con un’elevata presenza ebraica come Gerusalemme…

Ed è da notare anche come Kersh si adagi su un passo della commissione Peel che reputa quale misura del benessere, un vigoroso aumento percentuale della demografia!

Non necessariamente infatti un aumento demografico al di sopra della norma corrisponde sempre unicamente ad uno stato del benessere sociale.

Alcuni studiosi spiegano determinati aumenti demografici come l’espressione di un istinto di conservazione: l’associazione di uno stato di cose ad un pericolo, come un malessere sociale, può spingere una popolazione ad aumentare la prole in modo da aver più probabilità che qualcuno sopravviva. Gaza oggi, con uno dei più alti aumenti demografici del mondo, ne è l’evidenza schiacciante…

…è infatti emblematico questo passaggio, secondo Kersh, della commissione Peel:

“…mentre in città puramente arabe come Nablus ed Hebron solo del 7% e a Gaza ci fu una flessione del 2 %.”

Dove non c’erano ebrei(immigrati e insediatisi), gli aumenti demografici rimasero pressoché nella norma…[da evidenziare anche il fatto che nel 1929, a seguito della vicenda nota come il “massacro di Hebron”, gli ebrei scampati confluirono a Gerusalemme]

Certo è bizzarro vedere uno storico come Kersh che dice di aver attinto da nuovi documenti desecretati e poi costatare che si appoggia a documenti di oltre 70 anni fa che parlano impropriamente di aumenti demografici di… città arabe! Sarei curioso per esempio di sapere anche qual’era la popolazione di Jaffa nel 1922 per confrontarla con quella del 1931… al lordo dell’immigrazione ebraica insediatasi durante il periodo dei 10 considerati!

Patetico leggere anche, dopo l’assurda ennesima premessa, il richiamo a quest’altro estratto della Commissione Peel:

“Abbiamo rilevato che sebbene gli arabi abbiano beneficiato dagli sviluppi del paese dovuti all’immigrazione ebraica, questo non ha avuto alcun effetto di riconciliazione. Al contrario… con quasi matematica precisione il miglioramento della situazione economica in Palestina ha significato il deterioramento della situazione politica.”

Neanche la commissione Peel stessa pare però comunque enunciare in qualche modo quali siano questi fantomatici SVILUPPI DEL PAESE dovuti all’immigrazione ebraica in maniera concreta:

http://domino.un.org/unispal.nsf/0/08e38a718201458b052565700072b358?OpenDocument
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Re: i vicini di casa
#553
Dubito ormai di tutto
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Per quanto ci sarebbe ancora da polemizzare sull’introduzione dell’articolo di Karsh e soprattutto in riguardo all’arrogante dichiarazione in cui richiama la pacata disponibilità sionista nel l’accoglimento di una minoranza araba all’interno del futuro stato sionista, preferisco andare avanti per evidenziare i punti salienti della sua propaganda sionista/neocon mascherata da scrupolosa analisi storica della questione arabo-palestinese.

Intanto, ci tengo ad invitare chi non l’avesse fatto finora, a leggersi per intero l’articolo(so che è pesante, ma io sono riuscito a leggerlo tutto, costringendomi a farlo fino in fondo più di una volta). Questo per cominciare a rendersi conto in prima battuta del punto di vista di Karsh: salta subito all’occhio la mancanza totale di una qualsiasi responsabilità sionista in relazione alla presunta volontà araba descritta.

In secondo luogo sembrerebbe voler insinuare nell'immaginario del lettore l'idea che una parte della popolazione araba volesse vivere in minoranza subordinata ad uno stato sionista...
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Re: i vicini di casa
#552
Dubito ormai di tutto
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Credo che quando si cominci ad affrontare una questione si debba portarla a termine, questo per non lasciare aperti equivoci sui quali certe convinzioni possono trovare terreno fertile per continuare a speculare nel vano tentativo di conservare uno status quo, come minimo, discutibile.

Dal mio punto di vista la questione attuale è piuttosto semplice: la minoranza di un popolo costituitasi in un movimento politico nazionalista con un’ideologia poggiante su basi pretenziose(come tutte le ideologie) ha preso il sopravvento su un territorio ad esso non spettante ai danni di una popolazione locale già ESISTENTE.

Trattasi, quest’ultima, di popolazione con propria organizzazione sociale (nomade, pastorale, urbana) con equilibrio etnico-demografico consolidato per ciò che concerne minoranze religiose/linguistiche coesistenti pacificamente, che già stava subendo l’occupazione da parte di uno Stato terzo(Impero Ottomano).

L’immissione forzata, controllata o non, in massa di un popolo esterno a questa REALTA’ ha determinato la sua disgregazione.

La diplomazia mondiale, l’UNSCOP in particolare, è complice per aver assecondato e permesso che ciò si verificasse.

Precedentemente all’emanazione di tale Stato, si era a conoscenza del potenziale rischio? Ossia, si prevedeva che i due popoli insieme non sarebbero stati in grado di coesistere pacificamente da buoni “vicini di casa”?

La risposta a entrambe le domande è SI.

Tutto il resto sta a valle di questo discorso…


Ritorniamo a Karsh, pagina 15, post 421 e vediamo più da vicino il suo articolo fin dall’introduzione:

Karsh…

Citazione:
A sessanta anni dalla sua nascita, stabilita per il mezzo di uno strumento giuridico di auto-determinazione internazionalmente riconosciuto, Israele è l’unico stato al mondo che deve subire un costante attacco consistente nelle più strampalate teorie di cospirazione e “accuse del sangue” ( la falsa accusa cioè di usare sangue nei loro rituali); l’unico stato le cui politiche e azioni vengano ossessivamente condannate dalla comunità internazionale; l’unico stato il cui diritto d’esistere è costantemente dibattuto e sfidato non solo da suoi nemici arabi ma anche da alcuni segmenti della più avanzata opinione pubblica occidentale.


Shm:

La premessa è inconfondibile. Si comincia subito con un certo vittimismo per insinuare nell’immaginario del lettore un consenso nei confronti dei perseguitati ebrei. Sarebbe interessante poi scoprire qual è quello “strumento giuridico di auto-determinazione internazionalmente riconosciuto” che ha permesso la nascita d’Israele… La spartizione dell’UNSCOP? Il trattato di Sevres? O meglio ancora la dichiarazione Balfour? Ma qui Karsh glissa per abbandonarsi, come si può notare, ad una difesa preventiva…
Come inizio promette bene: lo storico ha già messo le mani avanti! Quando scrive poi che Israele è “l’unico Stato le cui politiche e azioni ecc. ecc. “ chissà perché mi vien da pensare immediatamente all’Iran…

Karsh:

Citazione:
Nello scorso decennio, la concreta eliminazione della Stato ebraico è diventato un caso di scuola per molti di questi occidentali ben informati. La “one-state solution”, come viene chiamata, è una formula eufemistica che propone la sostituzione di Israele con uno stato, teoricamente l’intero territorio della Palestina storica, in cui gli ebrei sarebbero ridotti ad essere una minoranza permanente. Solamente questa soluzione, si afferma, può espiare il “peccato originale” della fondazione di Israele, un atto costruito (secondo le parole di un critico) sulle macerie della Palestina araba e ottenuta tramite il deliberato e aggressivo esproprio della sua popolazione natia.


Shm:

Ancora! Due frasi apparentemente scollegate in realtà ben congegnate per scartare l’unica alternativa che farebbe della Palestina un vero Stato democratico. Siccome si vuole eliminare Israele non ha senso la “one-state solution” che seguirebbe pedissequamente esclusivamente una sottintesa retorica… antisemita! Ovviamente è preferibile uno Stato segregazionista alla formula “eufemistica” di Stato unico palestinese.

Karsh non dice che la “one-state solution”, nell’arco di vent’anni, farebbe della popolazione ebraica una minoranza(vedasi lo studio di Della Pergola con le proiezioni demografiche della Palestina fino al 2050!) e conseguentemente implicherebbe non soltanto la riduzione a minoranza degli ebrei al suo interno ma eliminerebbe lo Stato d’Israele con i presupposti per cui è stato fondato…

Possibile che aborrisca “la formula eufemistica” per questo motivo?! Non è strano che tra tutti quelli che difendano Israele come Karsh non parlino mai del problema demografico? Cos’è un tabù? Spiegano questi paladini sionisti cosa significa politicamente essere minoranza all’interno di uno Stato democratico? Perché hanno paura?!

Karsh:

Citazione:
Questa rivendicazione circa l’esistenza di un esproprio premeditato e il conseguente inizio della perdurante questione dei rifugiati palestinesi è, infatti, l’architrave dell’accusa sostenuta dalle cosiddette vittime di Israele e dai loro sostenitori occidentali. E’ un accusa che difficilmente poteva essere ignorata. Già a metà degli anni ’50, l’eminente storico americano J.C. Hurewitz intraprese una sistematica confutazione della teoria e le sue ricerche furono ampiamente confermate da successive generazioni di ricercatori e scrittori. Perfino Benny Morris, il più influente tra i “nuovi storici” revisionisti di Israele, e personaggio che si prodigò massimamente per stabilire l’esistenza del “peccato originale” di Israele, dovette a malincuore ammettere che non ci fu mai un “disegno” per rimuovere gli arabi palestinesi.


Shm:

Che centra “l’esproprio dei terreni” con la speculazione su ciò che dice Morris in relazione al disegno(dell’espulsione degli arabi)?! A parte che basta prendersi in mano un qualsiasi libro di Morris per giudicare se sia vero o meno ciò che gli attribuisce Karsh… Ma, come dicevo, basta “1948” di Morris, per rendersi conto di quanto invece sia argomentata l’espulsione e il conseguente impedimento di ritorno, operato ad arte dai sionisti, distruggendo le abitazioni e i villaggi, rubando i raccolti e incendiando le campagne.

Karsh sta deformando la storia. Riconducendo la vendita di una percentuale di appezzamenti di terreno ad una volontà di un’elite araba totale, e contraria ai desideri della popolazione palestinese di allontanare il pericolo sionista, cercherebbe di insinuare l’indignazione nei confronti di un tradimento tra fratelli, che per Karsh è invece globale e generalizzato alla maggioranza degli arabi. Questa sarebbe la “chiave di lettura” di Karsh che permetterebbe una nuova interpretazione(molto sionista) della storia arabo-israeliana. Ma appunto… permetterebbe!

Eppoi neanche i nazisti avevano un piano di sterminio, se è per questo! Morris, come Pappe, sostiene che non ci furono piani SCRITTI, o disegni di sorta, tuttavia nella pratica ciò che si fece fu espellere, distruggere e rubare. Pappe va più a fondo ancora rintracciando tra gli ordini, la terminologia adottata e la strategia militare utilizzata per scorgere nell’insieme la pulizia etnica di cui al suo libro…

Se può essere d’aiuto a pispax saperlo, neanche gli americani ebbero in Vietnam l’ordine di ammazzare i civili nei villaggi. Tuttavia vigeva l’ordine di respingere il nemico viet-cong a qualsiasi costo. Ad un certo punto del conflitto viet-cong era considerata la stragrande maggioranza della popolazione nel Vietnam del sud. I villaggi erano uniti ai militari nord-vietnamiti. Gli americani bombardavano con napalm e fosforo bianco i civili per cercare di piegarli, ottenendo il consenso nel sud verso un governo fantoccio compiacente agli USA e impedire l’unificazione con il nord mantenendo così una rocca capitalista in Indocina. Ma non c’era scritto su nessun ordine, come ha dimostrato lo scandalo dei “Pentagon Papers”: “uccidere uomini vecchi donne e bambini dei villaggi e bombardare le campagne cospargendole con il napalm e bombardandole con bombe al fosforo al fine di distruggere l’equilibrio economico fondato sull’agricoltura e piegarne così la popolazione al consenso verso il governo da noi insediato”…

Persino la Chiesa nel 1200, con la Crociata degli Albigesi, nelle comunicazioni ai propri comandanti, non dirà mai di costringere alle marce forzate la popolazione o di bruciare la gente o di sterminarla, si limitava a raccomandarsi una “purificazione” dell’area da cui proveniva l’eresia!

In termini moderni, “purificazione” oggi potrebbe stare per “bonifica”…

Non so invece come si pronunci o si scriva in ebraico però lo copio tale e quale, così come lo leggo in italiano dal libro “La pulizia etnica della Palestina”, in modo da scansare equivoci vari: TIHUR!

Da pag. 164:

“Tihur è un’altra parola ebraica che significa ‘pulizia’, letteralmente ‘purificazione’.”

Sembra che, sia per la Chiesa sia per il sionismo, dalla Bibbia non si riesca a trovare termine migliore per intendere meglio ciò che si voglia indicare con questo termine…

Una coscienza ideologizzata fa presto a reputare un dettaglio, come una “pulizia etnica”, secondario nonostante strettamente necessario al raggiungimento del proprio scopo, quindi se ci aggiungiamo che l’occultamento di un ordine scritto vale la salvaguardia della propria reputazione e l’immunità di fronte alla comunità internazionale potrebbe non esserci nulla da stupirsi se nel caso del sionismo o del nazismo non ci sia nulla di scritto…

Karsh:

Citazione:
La recente opera di rimozione del segreto di stato su milioni di documenti risalenti al Mandato britannico(1920-1948) e agli albori d’Israele, precedentemente inaccessibili a generazioni di scrittori e ignorati, o distorti, dai “nuovi storici” dipingono un quadro storico molto più preciso. Questi documenti rivelano che la rivendicazione di esproprio non è solo completamente infondata, ma il contrario della verità. Ciò che segue è basato su nuove ricerche basate su questi documenti, i quali contengono molti fatti e dati che finora non erano stati pubblicati.


Shm:

Come dicevo, “la chiave di volta” che illumina una nuova comprensione della situazione in Palestina prima della nascita d’Israele. Kersh si dipinge ora come quello storico illuminato che avendo ottenuto l’accesso a documenti declassificati può ora offrire un’interpretazione stravolgente le precedenti conclusioni dei “nuovi storici”. Benny Marris e Ilan Pappe, questo per citare alcuni di questi tra gli storici israeliani sionisti e non sionisti, sembrerebbero essersi quindi sbagliati…

Karsh:

La verità è che il movimento sionista fu sempre disponibile ad accettare l’esistenza nel futuro Stato ebraico di una consistente minoranza araba, che avrebbe partecipato senza discriminazioni “attraverso tutti settori della vita pubblica del paese”. Sono le parole di Ze'ev Jabotinsky, il padre fondatore di quella parte del Sionismo precursore del Partito Likud. In un famoso articolo del 1923, Jabotinsky affermò di essere pronto “ a prestare un giuramento che vincolasse noi e i nostri discendenti a non fare mai nulla contrario al principio dell’eguaglianza dei diritti, e che non tenteremo mai di espellere qualcuno”.

Shm:

…se ti sei bevuto questo estratto così decontestualizzato da Kersh, allora sei alla frutta. Mi spiace scriverlo, ma questo è ciò che traspare dalla fiducia cieca che tu riponi in questo articolo, laddove ti limiti a scrivere:

Citazione:
A parte alcune imperfezioni (io ne ho trovate alcune, abbastanza marginali) comunque ha il grande pregio di fare una ricostruzione che tiene conto di tutti gli elementi più importanti, arricchendoli con note a margine, e riesce a dar ragione a parecchie delle contraddizioni che ho letto finora.


Jabotinsky, non ha prestato giuramento nell’articolo di Haretz del 1923. Più semplicemente e più propagandisticamente, alla domanda se l’espulsione degli arabi fosse necessaria, rispondendo che fosse fuori luogo disse anche che ciò SAREBBE DIPESO DALL’ATTITUDINE DEGLI ARABI NEI CONFRONTI DEL SIONISMO, MA NON CERTO DAL SIONISMO NEI CONFRONTI DEGLI ARABI!

(...e si evince almeno che già nel '23 s'ipotizzava l'espulsione)

Praticamente in soldoni: io vengo a casa tua, mi sdraio sul divano, mangio le patatine sbriciolando sui cuscini e per terra, metto la tv ad alto volume, russo come un forsennato e me ne sbatto i coglioni se ti do fastidio, tu ti lamenti, e io replico dicendo “il fatto che io rimanga ospite a casa tua dipende dalla tua disponibilità a lasciarmi fare i porci comodi miei e non dalla mia attitudine a rispettare la tua ospitalità”…

Questo può valere solo in un caso: qualora io sia così prepotente da potermelo permettere anche minacciandoti!

Se la prepotenza e l’arroganza sono indici di legittimità allora Israele è stato emanato legittimamente!

Grazie al cazzo Jabotinsky!

Prendiamo qualche citazione di Jabotinsky, da un articolo di Haretz 1923:

Citazione:
Settlement can thus develop under the protection of a force that is not dependent on the local population, behind an IRON WALL which they will be powerless to break down. ....a voluntary agreement is just not possible. As long as the Arabs preserve a gleam of hope that they will succeed in getting rid of us, nothing in the world can cause them to relinquish this hope, precisely because they are not a rubble but a living people. And a living people will be ready to yield on such fateful issues only when they give up all hope of getting rid of the Alien Settlers. Only then will extremist groups with their slogan 'No, never' lose their influence, and only then their influence be transferred to more moderate groups. And only then will the moderates offer suggestions for compromise. Then only will they begin bargaining with us on practical matters, such as guarantees against PUSHING THEM OUT, and equality of civil, and national rights.


Citazione di jabotinsky da “America and the founding Israel”:

"The Arabs loved their country as much as the Jews did. Instinctively, they understood Zionist aspirations very well, and their decision to resist them was only natural ..... There was no misunderstanding between Jew and Arab, but a natural conflict. .... No Agreement was possible with the Palestinian Arab; they would accept Zionism only when they found themselves up against an 'iron wall,' when they realize they had no alternative but to accept Jewish settlement."

http://www.amazon.com/exec/obidos/ASIN/0964515709/thehomeofalle-20

Da alcuni commenti sul libro “The Iron Wall” di Avi Shlaim(anche lui ha consultato archivi, articoli ecc., non l’ha fatto solo Karsh):
Citazione:
Shlaim goes over the relentless and systematic approach of early Zionist leaders to court all the prominent leaders of the early 20th century by telling them what they wanted to hear. The Ottomans were offered money and investment for their cooperation, while the British were given promises that the new Jewish state would be a British colony, and so on. Two forces emerged from the early Zionists according to Shlaim. One group wanted a complete population transfer and a new Jewish majority state planted in the area, while another group sought a partition plan that would give them a state, while leaving some territory for the Arabs. Both camps varied in terms of how they viewed the natives of the area. Some like Jabotinsky, Shlaim contends, basically viewed the Arabs as savages who could be easily removed in order for the Jews to have a homeland. Others were more conciliatory towards the Arabs and sought some sort of co-existence.
Israel was born during the tumultuous events following the UN resolution 181 to partition the region. The new state of Israel had many anomalous problems such as an Arab population that was nearly half the population of Israel itself. After decades of selective political pressure, the new state of Israel emerged as the most powerful state in the region. Shlaim correctly points out that the new state of Israel was not a David battling the Goliath of the Arab world. On the contrary, the new state had a military that was twice the size of the ill-equipped Arab adversaries it faced. Shlaim does a great job in showing what was reality and was fiction. The Arabs were never told to leave by surrounding Arab nations, but fled after hearing about massacres like Deir Yassin and in some cases were expelled by Israeli forces in order to create a decisive Jewish majority in Israel. The result was the Palestinian refugee problem that came to be the biggest obstacle to peace during the subsequent peace talks at Lausanne. The views of both sides by this time had become uncompromising. Shlaim points out that the Arab states opposed the creation of Israel from the outset for the simple reason that it was based upon an undemocratic process that would give Jews dominant political power, while nearly half the population was still Arab. In addition, leaders like Menachem Begin (once a terrorist commander of the extreme nationalist Irgun) proclaimed that, "The partition of Palestine is illegal. It will never be recognized.... Jerusalem was and will forever be our capital. Eretz Israel (biblical Israel) will be restored to the people of Israel. All of it. And forever." So while the Arabs sought to extinguish the state of Israel in 1948 as something they had never agreed to, the Israeli view was that they too wanted all of British Palestine. Preferably without any Palestinians left to oppose them.


http://www.amazon.com/exec/obidos/ASIN/0393321126/thehomeofalle-20

Karsh fa come te, decontestualizza, filtra ed evidenzia quelle parti che interessano a lui per offrire una versione apparentemente credibile. Appunto apparentemente…

Io non le chiamerei imperfezioni marginali, ma credo neanche tu se l'articolo l'avessi letto interamente!

Karsh:

Citazione:
Se questa fu la posizione della fazione più militante del movimento nazionale ebraico, la corrente maggioritaria del Sionismo non solo diede per scontato l’eguaglianza con la minoranza araba nel futuro Stato ebraico, ma si sforzò di promuovere la coesistenza arabo-israeliana. Nel 1919 Chaim Weizmann, allora l’emergente leader del movimento sionista, raggiunse un accordo di pace e cooperazione con l’emiro hashemita Faisal ibn Hussein, il vero capo del nascente movimento pan-arabo. Da allora fino alla proclamazione dello Stato d’Israele il 14 maggio 1948, il portavoce del movimento sionista s’incontro centinaia di volte con i leader arabi a tutti i livelli. Tra questi Abdullah ibn Hussein, il fratello maggiore di Faisal e fondatore dell’emirato della Transgiordania (in seguito il regno di Giordania), attuali ed ex-primi ministri della Siria, Libano, Egitto e Iraq, i consiglieri d più alto grado del re Abdul Aziz ibn Saud (fondatore dell’Arabia Saudita) e le elite arabe palestinesi di ogni estrazione.


Shm:

Considerando che indietro avevi scritto anche che avresti sputato in faccia a chi riconduceva il sionismo nella sua totalità all’esigua minoranza dell’estremismo di Jabotinsky e alla sua dottrina bellicosa, se fossi onesto, ora saresti costretto a rimangiarti la parola…

O contemporaneamente accetti che si parli di Jabotinsky anche nella maniera totalmente opposta con cui lo dipinge Kersh nel suo articolo?!
Peccato non sia stata consumata nemmeno una parola per dire che Weizmann rientrava nella corrente sionista moderata ed era spesso in conflitto con il sionismo palestinese, che era tutt’altra cosa, in quanto cercava di raggiungere lo scopo con la diplomazia…

Anche se occhio non vede, cuore non duole, così come fu per altri sionisti, tipo Nachmani che seppur disprezzasse gli arabi(nel 1936, al tempo della grande rivolta araba condannava gli atti irresponsabili dei propri colleghi e tra l’altro fu il primo sionista ad accorgersi che non c’era una politica araba in seno al sionismo), così fu anche Weizmann…

Ricordiamolo poi ancora che non fa mai male: Karsh è stato analista della difesa israeliana, un ufficiale dell’IDF, ora fa lo storico del conflitto arabo-israeliano…

Nessun conflitto d’interessi?

Siamo certi che sia imparziale?

Se si tirasse fuori anche che ha partecipato come consulente in una fondazione think-tank neo-con(Jaffee center)??

Secondo me è fin troppo ingenuo Karsh, ma forse mi sbaglio io…
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Re: i vicini di casa
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Re: i vicini di casa
#550
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Re: i vicini di casa
#549
Dubito ormai di tutto
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Post @535

Pispax:

Citazione:
Sono DAVVERO preoccupato per la tua salute. Ma davvero non ricordi le cose che hai scritto?


Shm:

…e invece è appunto perché le cose le ricordo bene che posso scrivere qualsiasi cosa senza rischiare di contraddirmi, al contrario tuo!

Vediamo la mia frase “incriminata”:

Citazione:
Tradotto in soldoni: parità tra forze arabe ed israeliane, prima dei rifornimenti di armi ai sionisti e prima dell’inizio della guerra…


A cosa si riferisce “tradotto”?(te lo sei chiesto?)

Risposta: esclusivamente alla fonte di mezzo che reputo più equilibrata e che avresti fatto meglio ad usare in luogo di quella di Karsh che ci vende ancora la leggenda di Davide contro Golia…

Ciò che io sostengo è invece e torno a ripeterlo:

Citazione:
Io al massimo dico che la superiorità militare israeliana si palesa nei risultati, nel periodo kershiano in cui l’esercito sionista aveva un’arma ogni tre soldati…


In effetti dovresti chiederti: perché, se credi che i sionisti avessero paura in quanto male equipaggiati, prima della guerra e prima dei rifornimenti armi di aprile si diedero da fare a distruggere i villaggi arabo-palestinesi?
…purtroppo per te e per la tua versione visionaria, sono soltanto i risultati quelli che contano. E i risultati dicono che i sionisti portarono a termine con successo la maggior parte di operazioni di pulizia etnica, prima dell’inizio della guerra e prim’ancora dei rifornimenti di armi di aprile…
Puoi girarci intorno quanto ti pare, ma il succo con cui ti devi confrontare è questo.

Pispax:

Citazione:
Sono SERIAMENTE preoccupato per la tua salute. Ma davvero non ricordi già più le cose che hai scritto meno di 2 settimane fa?


Shm:

L’hai ricordato tu stesso:

Citazione:
Nessuno vendeva loro le armi, i vari tentativi di acquisto furono stroncati dall’inteligence sionista,…


Capisco che vuoi trovare delle mie contraddizioni in ciò che scrivo per cercare di far prevalere una tua posizione(inconsistente se non fumosa), ma solo tu potevi andarti ad attaccare su un dettaglio ancora una volta di una leggerezza disarmante…
Se qualcuno ha venduto le armi alla coalizione araba, non clandestinamente, dopo l’inizio della guerra citalo… Non avresti così sicuramente problemi a smentire ciò che ho detto…

Pispax:

Citazione:
(*La Lino fra le altre cose aveva un carico di 10.000 fucili e 8 milioni di proiettili acquistati dalla Siria. Era partita da Fiume a pieno carico e fu affondata a Bari.)


Shm:

Come al solito offri una precisazione incompleta. Le armi della Lino vennero recuperata dal fondo del mare e imbarcate su un’altra nave. Stavolta il carico non era più diretto in Siria, ma In Egitto e conteneva anche le famose bombe da 200 kg. Una volta nel Mediterraneo, al largo dell’Egitto, la nave venne intercettata dai sionisti e il suo carico venne dirottato al porto di Ashdod(come la flottilla), in Israele…

Pispax:

Citazione:
Meno di due settimane fa lo avevi capito benissimo che si stava parlando di ebrei tedeschi.
Infatti mi rispondi parlando della situazione tedesca degli ebrei tedeschi.


Shm:

…ti piace giocare con le parole, eh?!
Dove si parla di ebrei TEDESCHI in questo mio commento??????

Citazione:
questa è una leggerezza, dai…!
Passi il vantaggio territoriale dei nazisti…
Passi l’appoggio della popolazione…
Passi che fossero sostanzialmente disarmati, quando le armi di contrabbando giravano anche nella seconda guerra mondiale…
Ma che gli ebrei non avessero nessun appoggio materiale quando dimostrarono di esser bravissimi negli anni ’20 a raccoglier fondi per i poveri ebrei dell’Europa dell’est e non esistevano gruppi di resistenza armati quando sappiamo dell’esistenza della collaborazione dei consigli ebraici delle province con i nazisti è verità, appare un presuntuosetto dire categoricamente che gli ebrei non potettero resistere…

Più realisticamente qualcuno non voleva che opponessero resistenza perchè sia i nazisti sia i sionisti stavano facendo le loro selezioni congiuntamente, a giudicare dalla sentenza di Gerusalemme per lo meno in parte fu così.


Non c’è alcun riferimento ad ebrei TEDESCHI, non c’è nemmeno un riferimento ad ebrei della GERMANIA! L’unico riferimento geografico che trovi in funzione degli ebrei è relativo ad “ebrei EUROPA DELL’EST”!

Io avevo parlato di ebrei nella totalità di quelle comunità che si trovavano in regime di occupazione nazista controllate dagli stessi sionisti che , non solamente in Germania, si accordarono e collaborarono con i nazisti per effettuare la loro selezione: in maggioranza vecchi, malati e bambini venivano deportati mentre i giovani e i componenti delle elite ebraica ricca venivano salvati e inviati a colonizzare la Palestina.

Non lo avevi capito…

Ma hai ovviato all'increscioso inconveniente di dover replicare...

Pispax:

Citazione:
L'escalation: prima mi rinfacci che "NO, NON SONO TUTTI AEREI DA GUERRA" (sempre al #443, perché effettivamente avevo detto che gli aerei arabi erano tutti aerei da guerra, compreso quegli da ricognizione e da trasporto), ora all'improvviso sostieni che io abbia detto che sono TUTTI AEREI DA COMBATTIMENTO?


Shm:

qua hai ragione è vero anziché usare il termine “aerei da GUERRA” ho utilizzato il termine “aerei da COMBATTIMENTO”…!
Scusa tanto CAPCOM!!

Pispax:

Citazione:
Però il problema era il confronto fra i 31 aerei CIVILI israeliani e gli aerei DA COMBATTIMENTO arabi.
Dire che gli aerei da cambattimento arabi erano solo 70/75 quindi "sono stato smentito dai fatti".. che senso ha?

In che modo questo rende le forze aeree israeliane più potenti di quelle arabe?

Alla fine di maggio erano arrivati 20 aerei da combattimento israeliani, che dovevano COMUNQUE affrontare ben più di 60 aerei da combattimento arabi.
In che modo rende le forze aeree israeliane più potenti di quelle arabe?

La rimozione delle proprie cazzate è sempre brutta, ma al limite è una roba naturale.
Però non accorgersi che questa roba c'entra come il cavolo a merenda è davvero preoccupante.


Shm:

Le precisazioni in merito alle cifre degli aerei da combattimento in forza alla coalizione araba non rendono le forze aeree israeliane più potenti, ma rendono le forze aeree arabe meno offensive di quanto sarebbe sembrato effettivamente dalla descrizione sbagliata di Nico Sgarlato che tu avevi segnalato senza controllare. Ma questa inferiorità aerea israeliana durò soltanto le prime due settimane del conflitto.

Devi chiederti semmai perché gli arabi non se ne approfittarono… Ma la risposta è presto data: l’unica forza aerea abbastanza pronta all’inizio della guerra tra gli Stati belligeranti della coalizione araba era quella egiziana e in parte quella siriana che non riuscì ad ottenere risultati se non in luglio con un unico abbattimento di spitfire israeliano, quando oramai Israele già era stato rifornito di aerei da caccia…

Quello che credo è che non serve avere migliaia di aerei se poi non possono essere operativi e secondo me l’Egitto che contava principalmente sugli spitfire(40) e i bombardieri Dakota(da 5 a 10) non ne aveva la disponibilità complessiva vuoi per problemi legati a: mancanza di piloti, scarso addestramento, mancanza di armamenti offensivi specifici (non aveva bombe da 200 kg), mancanza di pezzi di ricambio, obsolescenza degli apparecchi, mancata manutenzione ecc.…

Sennò come facciamo a spiegarci, al 10 giugno(inizio prima tregua) una supremazia aerea israeliana(RICONOSCIBILE NEI RISULTATI DEGLI AEREI ABBATTUTI DALLE PARTI) e una serie di bombardamenti effettuati con successo da Israele(vedi quello su Amman)?

Pispax:

Citazione:
passiamo ora alle cose più serie: la STRACAZZATA.


shm:

…dove inserisci l’opzione “filtro preventivo” su [on]

Pispax:

Citazione:
Gli Inglesi aiutarono militarmente gli israeliani nel 1948??? Gli dettero supporto aereo in attesa che arrivassero i rinforzi dalla Cecoslovacchia?? Minchia. E non è neppure la prima volta che lo dici. Cazzo, ma allora è un complotto! Anche gli inglesi filosionisti combattevano contro gli egiziani e gli hanno abbattuto ben 5 Spitfires! Anzi no! Cinque o SEI! No, no, tranquilli. Non è un complotto: è una cazzata. Una STRAcazzata. Inglesi e egiziani in realtà erano amiconi. Era l'Inghilterra che riforniva l'Egitto di armi e soprattutto di aerei, che non a caso erano aerei inglesi.

[…]

Intanto gli aerei egiziani abbattuti non erano "5/6": alcune versioni parlano di 5, altre dicono TRE.

[…]

(sempre Sgarlato. Anche secondo lui gli aerei abbattuti sono tre.

[…]

(questa viene da un sito israeliano abbastanza apologetico.)


Shm:

Mamma mia che teatrino! Bravo! Veramente…
Applausi sinceri!
Come mai del sito israeliano apologetico non evidenzi i CINQUE abbattimenti di spitfire?
Avrebbe avuto anche lui la conferma con il sito che tu reputi interessante e MOLTO TECNICO!
No?!

Dunque, hai portato 6 fonti:
- il sito apologetico (5 spitfire egiziani abbattuti)
- il sito storico (3 spitfire egiziani abbattuti)
- il sito interessante, MOLTO TECNICO (5 spitfire egiziani abbattuti)
- l’articolo di Sgarlato (3 spitfire egiziani abbattuti) (in realtà SEI!)
- un link di wiki (5 spitfire egiziani abbattuti)
- un altro link di wiki-wiki (4 spitfire egiziani abbattuti)
3 fonti parlano di 5 abbattimenti, una di 4 e altre 2... ehm... (una) di 3 abbattimenti…

Se però ogni tanto disattivassi il tuo solito filtro preventivo e leggessi meglio il link di Sgarlato che tu hai postato…

Certo tu del suo articolo tieni per buoni soltanto i primi 3 abbattimenti di aerei egiziani da parte degli inglesi…!

Gli altri 3 NO!

Come mai ‘sor Pispax?!
Anche se chi lo dice è Nico Sgarlato, che sull’argomento ha già canato alla grande riferendo sulla distinzione delle cifre effettive di aerei disponibili in seno alla coalizione araba, e un sito storico che non porta riferimenti salvo che il numero dello squadrone e la data, il 22 maggio! Ossia il periodo di inferiorità aerea d’Israele!

Tutto ciò al fine di trovare uno spiraglio qualsiasi per smentirmi!
Facciamo finta, per accontentarti che siano soltanto 3 gli abbattimenti degli spitfire egiziani da parte degli inglesi e sommiamoli alle perdite subite dal conflitto contro gli israeliani:

29 maggio: spitfire egiziano abbattuto

3 giugno: c-47 Dakota egiziano abbattuto

3 giugno: c-47 Dakota egiziano abbattuto

8 giugno: spitfire egiziano abbattuto

10 giugno: Harvard Siriano abbattuto

Da questa data subentrò la tregua…

http://s188567700.online.de/CMS/index.php?option=com_content&task=view&id=197&Itemid=47

Ti ricordo che gli egiziani abbatterono soltanto 2 s-199 israeliani, uno il 4 giugno ed uno il 7 giugno…

Un po’ pochino no?!

Sai fare i conti?

Puoi continuare secondo te a dire che gli abbattimenti inglesi non alterarono il corso dell’inizio della guerra quando costituirono di fatto, seppur a causa di un’incomprensione, una difesa, un blocco, prima che gli egiziani potessero raggiungere Israele?

Leggilo il link all’articolo di Sgarlato!

Così potresti scoprire che anche lui parla di 6 spit abbattuti, non di CINQUE e non soltanto di TRE!!!

Giuro!

Ti riporto gli estratti per tua comodità:

Citazione:
Viene anche riportato l'attacco di Spitfire armati di bombe contro Akir e Haifa, ma il porto di quest'ultima località è protetto dalla RAF e tre Spit egiziani sono abbattuti.


Questo trafiletto, guarda a caso, dev’esserti sfuggito…
Poco male, non era sfuggito a me!

Quest’altro invece è l’unico che avevi riportato:

Citazione:
Il 22 maggio la REAF attacca Ramat David in due ondate. Però là erano ancora presenti gli Spitfire RAF. I danni di questo fuoco fratricida sono pesanti, nove Spit sono danneggiati, un Dakota del No.620 Sqn è distrutto. Gli squadroni di Spitfire colpiti sono i No.32, 38 e 208; ma la seconda ondata non ha più l'effetto sorpresa e i potenti Mk.19 del No.208 Sqn danno la caccia agli aerei egiziani, abbattendone tre.


Se invece vogliamo citare come fonte Morris, scopriremmo che nel suo libro ricorda 17 abbattimenti di aerei egiziani prima della tregua del 11 giugno… Non gli 11-12(tra abbattimenti inglesi e israeliani) che qui abbiamo contato…

Ma questa è un’altra storia.

Hai un bel daffare ad arrampicarti sugli specchi sull’errore degli egiziani, tanto più che entrambe le parti, coalizione araba e Israele, lamentarono un alleanza degli inglesi della parte opposta…
Certo, come al solito, i risultati ci aiutano a chiarire meglio la vicenda e a dimostrare che nelle fasi cruciali del conflitto, ossia quelle iniziali, gli inglesi, vuoi per una ragione vuoi per un’altra diedero più che “una mano” agli israeliani.

Pispax:

(E comunque il "massimo" non erano neppure gli spitfire egiziani: era il Fury, semrpe egiziano)

Shm:

Bella precisazione! Veramente… L’Egitto aveva in dotazione 40 spitfire ed 1 fury(1 - UNO - 1) e tu ti diletti a puntualizzare sulle caratteristiche aeronautiche migliori del fury rispetto agli spit!

Che dire…

Pispax:

Restano sempre 18 aerei da combattimento israeliani (due mi dici che sono stati abbattuti) contro oltre 60 aerei da combattimento arabi.

Shm:

Purtroppo non resta questa misera equazione aritmetica di 18 a 60 ossia di circa 1 a 3 che dir si voglia… Gli israeliani avevano fatto addestrare i propri piloti in Italia ed in altri paesi, avevano pezzi di ricambio, potevano contare su piloti mercenari esperti e quant’altro…

Gli egiziani?

A me personalmente non incute nessuna soggezione quest’equazione quand’anche le opportunità fossero state le stesse: pari addestramento, pari manutenzione, pari armamento degli aerei ecc. ecc. ecc….

Sappiamo che comunque l’approvvigionamento di aerei(e armi) delle prime due settimane del conflitto fu soltanto una minima parte della potenza militare che Israele riuscì col tempo a costituire.

Pispax:

visto che gli USA in Vietnam hanno perso la guerra, allora "leggendo i risultati" si può ragionevolmente sostenere che i vietcong erano meglio armati degli americani.

Shm:

…che cazzo stai dicendo pispax(rubo una battuta ad Arnold!)?!! Lo scopo degli americani nella guerra del Vietnam era impedire l’unificazione del Vietanam del sud con il Vietnam del Nord e la vittoria nella guerra sarebbe stata sublimata con il raggiungimento di questo obiettivo…
La guerra gli americani l’hanno persa proprio per non aver raggiunto questo obiettivo, anche se guardando proprio i RISULTATI parrebbe il contrario: campagne distrutte, commercio vietnamita destabilizzato, import-export stravolto(il Vietnam da esportatore di riso divenne importatore…) ecc. ecc. ecc.

Erano inferiori di numero ma avevano la tecnologia militare e l’addestramento dalla loro per ottenere questo tipo di risultato, per così dire, tangibile…

Sbagliarono strategia (non militare che comunque non sarebbe servita a nulla) e nient’altro, fossero rimasti a casa loro il Vietnam oggi non sarebbe il gran puttanaio che è…

Ma ho capito, dai! …tu per “risultati” hai inteso l’”obiettivo finale”, anche se potevi evitarlo benissimo questo fraintendimento dal momento che, parlando di “risultati”, mi sono sempre e soltanto riferito, nel caso della guerra aerea arabo-israeliana soprattutto, “al numero di abbattimenti per parte”!

Non all’esito finale della guerra, come tu hai stravolto paradossalmente!
Risparmiamela, la spiegazione che hai scritto successivamente, và…

Post 501

Pispax:

Mi sono un po' scocciato di discutere con i ragazzi. Tanto si perde tempo e basta. Mi ci perdo un altro po', così per sport. E poi ho da motivare sia il mio sconforto (crescente) che quella roba della malafede.

Shm:

Non sapevo di parlare con un… “grande”! …e comunque perché perdi il tuo preziosissimo tempo qui?! Per lo sport poi ci son le palestre!!! A proposito di palestra…

Pispax:

Hai un problema cognitivo?
Ti si è fulminato il neurone?
Ha perso la capacità di intendere l'italiano, che sarebbe supposta essere la tua lingua madre?
Secondo me no.
E quindi non è che ci sei: ci fai.

Shm:

“controverso” cosa significa????
Vuoi qualche sinonimo????!
Te ne metto qualcuno a te più comprensibile:
- discusso
- dubbio
- incerto
- discutibile
- ambiguo
- oscuro
- problematico
- ecc. ecc.

Secondo me ora potresti provare a scambiare il termine “controverso”, che ti eri bevuto, con uno di questi che ti ho elencato all’interno di questa frase che ho scritto:

Citazione:
Per sfatare un’imprecisione/omissione di Pispax è utile ricordare che, l’antico quartiere ebraico si trovava e si trova a Gerusalemme EST e che tra Abdallah e il sionismo, nella persona di Golda Meir, ci fu un controverso patto per il quale la Giordania si impegnava a non entrare in guerra qualora il sionismo avesse concesso la Cisgiordania e… Gerusalemme(EST)


…e te lo sei bevuto perché avevi risposto:

Citazione:
Mi sbaglierò, ma a me non risulta alcun accordo fra la Meir e re Abdullah che prevedesse la "cessione" della sovranità di Gerusalemme Est.


…e hai scritto in seguito:

Citazione:
In ogni caso stacciamola subito: riporta il testo dell'accordo fra Golda Meir e re Abdullah stipulato prima della guerra "per il quale la Giordania si impegnava a non entrare in guerra qualora il sionismo avesse concesso la Cisgiordania e… Gerusalemme(EST)".
Visto che come dici tu è stato un "accordo controverso", immagino che i dettagli siano pubblici.

Ma non girarci intorno: serve il testo.
Proprio quello con le firme, che di cazzate ne sono volate anche troppe.
Sarà stato scannerizzato e pubblicato su un migliaio di di siti olodogmi, di siti storici, di siti antisionisti e PERSINO DI SITI SIONISTI.

Non appena lo avrò letto sarò lieto di scusarmi per la mia ignoranza.
Però nel frattempo hai infilato le mani nel vaso della marmellata un'altra volta, cercando di farmi dire una cosa che ti sei inventato di sana pianta.


Cioè, hai evitato l’aggettivo vicino a “patto”, per dare come scontata l’esistenza di un patto scritto/ufficiale da visionare…

E sono io che ci faccio????!

Che coraggio…

Informarsi un po’, per esempio, no eh??!!

Pispax:

Citazione:
Aspetto il testo.
Mica sarà un accordo segreto, no?

A proposito, io sono d'accordo con chi dice "non indurci in tentazione"; quindi per evitare che tu ti esibisca in qualche altra minchiata mi raccomando di rileggere la parte in cui dicevo Ho notizia invece di abboccamenti che “ricompensavano” la Trangiordania con la “cessione” della Cisgiordania in caso di neutralità.
("cessione" è fra virgolette perché non si può cedere quello che non si possiede).


Shm:

Semplicemente ridicolo…

Pispax:

In che modo i sionisti non rispettarono questo "patto" di cui aspetto il testo? Invasero la Giordania?
Entrarono in Cisgiordania? Occuparono militarmente Gerusalemme Est, che il "patto" (di cui aspetto il testo) "assegnava" a re Abdullah?

Shm:

Ancora “patto” senza l’aggettivo… Che tristezza! Secondo me comunque saresti un ottimo prestigiatore/illusionista! Se vuoi ti regalo un bel libro di Randi!

Per la cronaca, comunque, in aprile gli ebrei invasero Gerusalemme Est! Ma in aprile la Transgiordania non aveva nemmeno posizionato le proprie truppe a Gerusalemme al contrario di quanto fece l’ALA che in gennaio entrò nello parte di Stato assegnato agli arabi al momento della spartizione…
Le truppe transgiordane entrarono a Gerusalemme quasi una settimana dopo l’inizio della guerra…

Mi spieghi per quale motivo le truppe transgiordane entrarono a Gerusalemmequasi una settimana dopo l’inizio della guerra, scartando l'ipotesi che Abdallah non si aspettasse di dover entrare in guerra contro Israele?

Pispax:

Citazione:
No, no, tranquilli.
Non è un complotto: è una cazzata.
Una STRAcazzata.

Inglesi e egiziani in realtà erano amiconi.
Era l'Inghilterra che riforniva l'Egitto di armi e soprattutto di aerei, che non a caso erano aerei inglesi.


Shm:

certo, certo…
Infatti alla prima occasione gli inglesi richiesero indietro i 20 hurricane in dotazione agli egiziani… E per un errore di “fuoco amico” gli inglesi risposero abbattendo altrettanti aerei…
Quasi me li vedo egiziani e inglesi fare colazione la mattina insieme con uova e bacon da buoni amici fratelli!!

Pispax:

Paragone sbagliato. E di parecchio.
Sia gli arabi che gli israeliani erano operativi in modo paragonabile, con qualche piccola difficoltà in più per gli israeliani nell'approvvigionamento, appunto, del carburante.

Shm:

cazzata…
Benny Morris conferma: addestramento, armamento, manutenzione e organizzazione non erano paragonabili a quelle caratteristiche di cui godettero gli israeliani nella propria aeronautica militare(quella degli approvvigionamenti, non quella della fase Kershana…)
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Inviato il: 28/6/2010 22:40
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Re: i vicini di casa
#548
Dubito ormai di tutto
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Ho preso il libro "1948" di Benny Morris stamattina, se ho tempo in questi giorni cerco di postare le repliche ai commenti di Pispax e le pagine di riferimento del libro al documento che richiamavo precedentemente che sono poi una risposta chiara e attendibile alle elucubrazioni sioniste di Karsh...
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Inviato il: 21/6/2010 16:32
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  •  Calvero
      Calvero
Re: i vicini di casa
#547
Sono certo di non sapere
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Da Fleed / Umon
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Citazione:

shm ha scritto:
comunque son sempre più convinto che la colpa sia di calvero per tutti questi topic che lui apre...

Calvero!

Basta!

Hai rotto i coglioni!



beh, l'argomento che avevo lanciato, poi ha subito un arresto e si è preferito approfondire più la questione Israelo/palestinese in sé - che non gli effetti psicologici e sociologici su cui avevo puntato ( e continuo a puntare) il dito ...

ma non è stato un male, anzi... si sono riuscite a sviscerare delle posizioni in maniera dinamica nonché organica - oserei dire

.. sono certo che se qualcuno volesse farsi un idea profonda e VIVA sull'argomento, credo che in tutta Internet non ci sia un contraddittorio tanto corroborante, per questa tematica. The best

Ma questo soprattutto grazie a Te, a Florizel, A Pispax, a Pike, Sertes, Edo, Redna ..

(ma non scordiamo chi sono << i vicini di casa >> )
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Misti mi morr Z - 283 - Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno
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Re: i vicini di casa
#546
Dubito ormai di tutto
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comunque son sempre più convinto che la colpa sia di calvero per tutti questi topic che lui apre...

Calvero!

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Re: i vicini di casa
#545
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 17/8/2007
Da perugia
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Cerchiamo di tenere in evidenza questo topic...
Non si è che iniziato.
Troppe cose ci son da dire che ancora non si son dette.

Intanto, ringrazio pispax per aver costituito l'unica specie di voce di contraddittorio utile a dirimere certi passaggi, ma auspico che la forza dei suoi interventi possa essere più incisiva, più pressante e più pesante rispetto all'ingenuità finora dimostrata nelle sue repliche.

Grazie pispax.

Lo dico col cuore...
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Inviato il: 18/6/2010 1:56
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