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  Armi di Distrazione di Massa

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Armi di Distrazione di Massa
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Armi di Distrazione di Massa;

Propaganda;

Persuasione;

Disinformazione;

Note e fonti.



Armi di Distrazione di Massa



''Il ruolo di sbarramento che svolge l'artiglieria nella preparazione dell'attacco della fanteira in futuro sara' assunto dalla propaganda rivoluzionaria. Si tratta di spezzare psicologicamente il nemico prima che le truppe comincino ad entrare in azione.''

Adolf Hitler


Tutto cio' che dobbiamo sapere sul ruolo vitale dei principali mezzi d'informazione nel perseguimento della ricerca della verita' e nel proseguimento delle campagne mediatiche rivolte contro o a favore dei Governi, lo possiamo imparare osservando come funziona il gioco delle tre carte.

Si tratta di un gioco evidentemente truffaldino in cui il cartaio dispone tre carte su di un tavolino pieghevole, ci mostra che una di esse e' la regina di picche, le capovolge e le sposta rapidamente. Siamo sicuri di sapere dov'e' la regina e abbiamo visto il tizio prima di noi vincere facilmente un paio di volte, cosi' scommettiamo i nostri soldi. Se quel tipo dall'aria un po' tonta puo' vincere, possiamo farlo anche noi. Eppure, incredibilmente, abbiamo puntato sulla carta sbagliata. Abbiamo perso. Abbiamo fatto la figura del pollo.

I polli del gioco delle tre carte non possono vincere, perche' e' risaputo che e' tutto un imbroglio, eppure, mentre ce ne andiamo, vediamo che si e' formata una fila di altri polli, con gli occhi sgranati, la bocca aperta, le mani in tasca, affascinati da quello spettacolo e pronti a tirar fuori i soldi non appena il cartaio riesce ad acchiapparli. Perche'? Perche' anche loro hanno visto vincere quello stesso tizio dall'aria un po' tonta. quello che non sanno e' che si tratta di un complice.

I complici sono altri imbroglioni che inducono i polli a partecipare al gioco truccato con una messinscena volta a convincerli che non c'e' alcun inganno e che se continuano a giocare, alla fine vinceranno. La funzione di un buon complice e' anche quella di distogliere l'attenzione della polizia da quell'azione illegale. In tribunale, dove i cartai del gioco delle tre carte sono considerati imbroglioni e ladri, i complici sono considerati ''corresponsabili'' e quindi passibili della stessa pena se incriminati e giudicati colpevoli dopo un processo [26].


I grandi mezzi d'informazione altro non sono che dei complici, il cui successo nello svolgere questa funzione non ha pari nella storia di raggiri, truffe e fregature, come si puo' giudicare dall'efficacia con cui continuano a venderci inganni talvolta talmente ovvi da indurre sempre piu' persone ad avvicinarsi alle cosi' dette ''versioni non ufficiali'' [26].


La plateale distorsione della verita' e la sistematica manipolazione delle fonti di informazione sono parte integrante della pianificazione bellica; uccidere un uomo e' una cosa di poco conto, uccidere le sue opinioni produce effetti di gran lunga piu' duraturi.

Uno dei grandi progressi di questo secolo e' stato, senza ombra di dubbio, il graduale passaggio dalla guerra convenzionale alla guerra con i media, cioe' a quella che, in gergo tecnico, viene definita disinformazione.

Nel momento storico in cui viviamo, la frase scritta da Adolf Hitler in ''Mein Kampf'', ci sembra persino ottimista.

Dal dopoguerra in poi, infatti, le truppe sarebbero entrate in azione per oltre quarant'anni, per essere sostituite completamente e definitivamente, verso la fine degli anni Novanta, dai media.

E cosi', contrariamente alla visione ''profetica'' lasciataci da Adolf Hitler, anche l'attacco finale sarebbe stato sferrato attraverso i mezzi d'informazione.


La differenza tra gli anni Quaranta ed oggi e' data dalla trasformazione genetica che ci porta a vivere la guerra senza nemmeno accorgercene. Siamo costantemente sotto il fuoco dei media, bombardati di messaggi ed in balia di forze che tentano di imporci i nostri stessi valori, il progresso, la pace, la democrazia.

Eppure ci stiamo abituando a questo. Lo scenario che si sta disegnando, nostro malgrado, e' uno scenario artificiale, una iperrealta' mediatica e mediata che va sostituendosi in modo irreversibile al mondo reale.

La televisione, i telefoni, le radio e le reti di computer sono dei potenti strumenti politici, poiche' la loro funzione non e' quella di produrre o di distribuire beni materiali ma di influenzare le idee e le percezioni umane.

Dopo l'era della ''guerra convenzionale'', siamo entrati, cosi', in modo indolore, nell'era della disinformazione e, altrettanto inavvertitamente, stiamo per entrare in quella della disinformazione/intrattenimento, cioe' del disinfotainment [1].


E' difficile tirare le somme di questo breve giro d'orizzonte, si incapperebbe, di sicuro, nell'errore di fare della disinformazione; le possibilita' offerte dai nuovi canali di comunicazione, combinate con le tecniche di destrutturazione dell'informazione e con nuovi sistemi di pianificazione strategica, potranno creare ancora, in futuro, infinite vie per la disinformazione.
La cosa piu' ''interessante'', pero', e' che, fra poco, non ce ne sara' piu' bisogno perche' il Panopticon, con il tempo, e' arrivato a rendersi invisibile fino a farci credere che non esista; parafrasando Charles Boudelaire si puo' affermare che ''la mossa piu' intelligente, piu' bella, piu' astuta della disinformazione e' quella di far credere che non esiste.''.
E questo e' il culmine del sistema della disinformazione, ovvero l'illusione di vivere in un regime di pace nonostante la guerra. Invece, l'attitudine alla persuasione, alla colonizzazione culturale e religiosa del prossimo, ad oggi, e' ancora in costante crescita e, come se non bastasse, dispone di nuovi e sempre piu' potenti media [2].


Propaganda



''Nulla sarebbe cio' che e' perche' tutto sarebbe cio' che non e'; ed anche il contrario, cio' che e', non sarebbe e cio' che non sarebbe, lo sarebbe.''

Alice nel Paese delle Meraviglie, di Lewis Carroll


Non uno, ma ben tre fantasmi si aggirano per l'Occidente agitando i sogni degli ingenui: la propaganda, la persuasione e la disinformazione.

Non sempre e' chiara la differenza fra questi tre strumenti ''bellici'' e varra' la pena di fornire qualche definizione. E' molto utile, in questo caso, procedere per categorie contigue ed omogenee, diciamo cosi' per opposizioni concettauali. Con il ''gioco dei contrari'', ad esempio, sara' piu' agevole inquadrare i limiti di un concetto e molti dei suoi risvolti.


Cominciamo dalla propaganda. Una delle piu' note definizioni e' quella fornita da Jacques Ellul, definizione che si muove intorno alle finalita' ed alla modalita', con un'interpretazione psicologistica che pero' non soddisfa del tutto: ''la propaganda e' l'insieme dei metodi utilizzati da un gruppo organizzato allo scopo di far partecipare attivamente o passivamente alla sua azione una massa di individui psicologicamente unificati attraverso manipolazioni psicologiche ed inquadrati in un'organizzazione.'' [3].

Piu' interessante e' l'approccio di alcuni teorici che mettono la propaganda in opposizione all'educazione. Per H. D. Lasswell, uno dei primi specialisti americani in questo campo, l'educatore differisce dal propagandista soprattutto perche' tratta di argomenti che non sono oggetto di controversia per il suo uditorio [4].
E dunque la propaganda si potrebbe definire come un'attivita' ''educativa'' che, tuttavia, nello svolgersi, ha bisogno di costruire il consenso del suo pubblico.

Secondo i ''Teorici del Complotto'' un po' piu' ''paranoici'', uno degli scopi del ''Council on Foreign Relations'' (CFR), consisterebbe proprio nel creare un filone di letteratura scolastica atto a promuovere i benefici di un ''governo mondiale'' e attirare l'iscrizione di ricchi intellettuali, i quali avrebbero potuto influenzare la direzione della politica estera americana [19].

Esisterebbe un centro-laboratorio dove intellettuali, storici, linguisti, psicologi, lavorano a trasformare il significato della storia [20]. Si tratterebbe di quel ''ministero della Verita''' raccontato da Goerge Orwell che, riscrivendo i giornali ed i libri di storia, realizzerebbe il mirabile detto del partito del Socing: ''Chi controlla il passato controlla il futuro'' [21].

Gli ''architetti'' dell'unificazione non solo hanno riscritto la storia in favore dei potenti di oggi, cosa questa che tutti i vincitori hanno sempre fatto, ma in funzione dei concetti fondamentali sui quali deve trovare la propria logica il progetto di unificazione [22].


Chi crede che i tempi in cui Hollywood agiva direttamente come una macchina di propaganda del Governo siano finiti con la realizzazione, durante la Seconda Guerra Mondiale, di fumetti anti-giapponesi da parte della ''Warner Bros., non ha fatto caso ai personaggi che si celano ora dietro lo schermo argentato: paladini della droga, pezzi grossi del Pentagono ed agenti dei servizi segreti.

Non si parla del patriottismo incallito che spinge le persone a raffigurare meglio il proprio Paese e le proprie istituzioni, per patriottismo si intende dire che lo Stato utilizza il qui pro quo per influenzare direttamente le Opere cinematografiche e televisive, arrivando, in alcuni casi, ad imporre modifiche alle sceneggiature [25] e ad influenzare e manipolare, in maniera subdola e subliminale, le menti di noi osservatori.


Persuasione



''Ho fatto in modo che la scuola non interferisse con la mia istruzione.''

Mark Twain


L'arma principale di cui dispone la propaganda e', senza ombra di dubbio, la persuasione, la piu' ingenua e la piu' scoperta fra le tecniche impiegate per distruggere le opinioni.

La massima espressione della persuasione e' costituita dalla pubblicita', la forma di persuasione ''tecnologicamente'' piu' avanzata ed al cui modello stanno conformandosi tutte le forme di comunicazione [30].

Il primo ad attaccare questa forma mentis incarnata da quelli che allora si chiamavano re'tori, fu Platone nel ''Gorgia'': ''Il re'tore e', senza dubbio, in grado di parlare contro tanti su tutto, si' da persuadere, in breve, la massa su tutto quello che vuole.'' [5].


In ''In Trust Us We're Experts'', Stauber e Rampton hanno raccolto alcuni dati convincenti che descrivono la scienza della creazione dell'opinione pubblica in America, facendo risalire la moderna influenza del pubblico all'inizio del secolo scorso e mettendo in rilievo il lavoro di tipi come Edward L. Bernays, da molti considerato il ''padre'' della persuasione ed oggetto di studi parte di personaggi come Josef Goebbels, Ministro per la propaganda di Adolf Hitler.

Edward L. Bernays paragona la massa ad ''un gregge che ha bisogno di venire guidato'', ed ha la stessa visione delle folle che si puo' riscontrare anche in altre Opere, fra cui la famosa ''Psicologia delle masse'', di Gustav Le Bon.

Edward L. Bernays, pero', non si limita ad affermare che le civilta' sono state create e guidate da una piccola aristocrazia intellettuale, mai dalle folle e che queste, in quanto istintive ed indisciplinate non hanno che la forza di distruggere, finendo, inevitabilmente, per essere dominate da elementi che hanno dell'anima delle folle una conoscenza istintiva, spesso sicurissima e che, conoscendola bene, ne diventano facilmente i padroni. Egli e' certo che ''la manipolazione scientifica dell'opinione pubblica e' necessaria per superare il caos e il conflitto in una societa' democratica'' e che risultati migliori si otterranno se il controllo delle masse avverra' a loro insaputa.


Nel suo libro ''Propaganda'', Edward L. Bernays affronta, senza tanti giri di parole, quella che il professor C. Wright Mills definisce ''e'lite al potere'', affermando che ''Quelli che manipolano il meccanismo nascosto della societa' costituiscono un Governo invisibile che e' il vero potere che controlla. Noi siamo governati, le nostre menti vengono plasmate, i nostri gusti vengono formati, le nostre idee sono quasi totalmente influenzate da uomini di cui non abbiamo mai nemmeno sentito parlare. Questo e' il logico risultato del modo in cui la nostra societa' democratica e' organizzata. Un vasto numero di esseri umani deve cooperare in questa maniera se si vuole vivere insieme come societa' che funziona in modo tranquillo. In quasi tutte le azioni della nostra vita, sia in ambito politico o negli affari o nella nostra condotta sociale o nel nostro pensiero morale, siamo dominati da un relativamente piccolo numero di persone che comprendono i processi mentali e i modelli di comportamento delle masse. Sono loro che tirano i fili che controllano la mente delle persone'' [24].


E' ad Ivy Lee, un ex giornalista, che viene riconosciuta l'invenzione e lo sviluppo del settore delle relazioni pubbliche cosi' come lo intendiamo oggi. La forza del sistema delle PR diviene ben presto chiara anche ai Governi, che si accorgono di come i giornalisti, se prontamente informati dalle agenzie, siano spinti a non indagare per conto loro. Se si confrontano le agenzie di PR con le notizie che effettivamente vengono pubblicate sui quotidiani, si vedra' che vengono spesso riprese alla lettera o quasi, e di solito senza indicare ai lettori che cio' che appare come un servizio giornalistico indipendente e' in realta' un comunicato di un'agenzia PR [28].


La verifica delle fonti e l'utilizzo del senso critico sono ormai capacita' atrofizzate dall'assumere passivamente il punto di vista delle poche agenzie che informano centinaia di paesi. Considerando come assolute alcune fonti e ignorandone altre, l'informazione e' gia' alterata in origine, derivando da un unico punto di vista, che nel contesto appare oggettivo.

Solo in rarissimi casi, attraverso uno o piu' mezzi di comunicazione, trapela qualche debole critica al sistema ma si tratta di quelle che, in gergo tecnico, sono definite ''fessure controllate'', cioe' critiche fatte ad hoc per generare nello spettatore fiducia nei media, ma che risultano per finire vaghe e discordanti [29].


La persuasione e' una modalita' della comunicazione, fortunatamente non l'unica. Gli studiosi dell'argomentazione, ancora oggi, contrappongono la persuasione alla convinzione. Una distinzione che spesso, per i logici e' irrilevante, ma che comunque illumina su alcune funzioni.


C. Perelman ed L. Olbrechts-Tyteca, dedicano diverse pagine del loro testo piu' famoso a questa distinzione fondamentale che, tuttavia, ammettono essi stessi, e' molto labile perche' viene fatta risalire al tipo di pubblico cui ci si rapporta [6].


Questa posizione risale a Immanuel Kant per il quale la persuasione, insieme alla convinzione, e' una delle due tipologie della credenza: ''Quando essa e' valida per ognuno che soltanto possegga la ragione, allora il fondamento di essa e' oggettivamente sufficiente, e allora la credenza si dice convinzione. Se essa ha il suo fondamento nella natura particolare del soggetto, e' detta persuasione. La persuasione e' una semplice apparenza, poiche' il fondamento del giudizio che e' unicamente nel soggetto, vien considerato come oggettivo. [...] Una persuasione io posso tenermela per me, se pure io mi ci trovo bene, ma essa non puo', ne' deve, volersi rendere valida al di fuori di me.'' [7].


I due capiscuola della nuova retorica poc'anzi citati mostrano un atteggiamento funzionalista nell'affermare che e' la natura del pubblico cui ci si rivolge cio' che determina in larga misura sia l'aspetto che l'argomentazione assumera', sia il carattere e la portata che verranno ad essa attribuiti. Il che significa gia' intendere la comunicazione come sistema.


Uno dei massimi esperti in materia, Cialdini, osserva la persuasione con lo stile di un antropologo, limitandosi a classificare alcune categorie nei comportamenti di gruppo. Ma questo non aiuta necessariamente ad analizzare tutte le funzioni del sistema.

E' molto utile notare come da Aristotele in poi, una certa corrente di pensiero abbia interpretato il rapporto fra persuasore e persuaso in un senso molto simile alla concezione informatica delle architetture client-server, in cui, cioe', il persuasore farebbe leva su qualcosa che che e' gia' presente nella mente del suo interlocutore.
In questo contesto si inseriscono le ''tecniche di costruzione della realta'''. E' in questo contesto che agisce, per esempio, la teoria dell'agenda-setting. ''L'ipotesi dell'agenda-setting non sostiene che i media cercano di persuadere [...]. I media, descrivendo e precisando la realta' esterna, presentano al pubblico una lista di cio' intorno a cui avere un'opinione e discutere [...]. L'assunto fondamentale dell'agenda-setting e' che la comprensione che la gente ha di gran parte dela realta' sociale e' mutuata dai media.'' [8].


Ecco quindi nascere termini come ''gatekeeper'', ovvero selezionatore di notizie e ''newsmaking'', nota anche come teoria della notiziabilita'.

E' evidente che ci sia sempre uno stretto legame tra la ricerca scientifica e lo sfruttamento di questa ricerca per fini che non hanno nulla a che vedere con gli interessi della colletivita'. C'e' sempre un'influenza diretta da parte di chi utilizza in questo modo gli avanzamenti della scienza nell'orientarne le scelte. Anche in questo campo la disinformazione puo' giocare un ruolo molto importante creando un effetto di copertura.


Il problema che si pone, a questo punto, e' cercare di stabilire se siano nate prima le tecniche di costruzione della realta' o le loro teorizzazioni [16].


Prima di analizzare in che modo le tecniche della disinformazione possano distruggere la realta', bisogna stabilire, quindi, quale sia la realta', o meglio cosa sia. Ludwig Wittgenstein, neopositivista logico, afferma che ''Il mondo e' tutto cio' che accade''.


L'opinione pubblica e' fondamentale per la stabilita' di un sistema, e nel nostro sistema viene formata attraverso il bombardamento mediatico. Per mantenere la stabilita', nell'attuale assetto politico-economico, occorre che l'opinione pubblica sia piegata a cio' che e' funzionale al sistema e non apprenda alcune verita'. Cio' rende il potere mediatico notevolmente importante. Il controllo da parte del potere avviene oggi all'interno delle nostre case, attraverso la televisione od Internet; la manipolazione dell'informazione e' sempre piu' sistematica, progettata per essere efficace e per rimanere nascosta agli occhi dei cittadini. Le agenzie internazionali che forniscono le informazioni, sono supportate da agenzie di propaganda che pianificano non soltanto cosa rendere noto ma soprattutto ''come'' dare informazione. La quantita' di notizie viene sfoltita, ridotta o manipolata per mantenere la stabilita' di un sistema, o per sovvertirlo [29].

Secondo il ragionamento di Ludwig Wittgenstein, l'uomo crea delle raffigurazioni dei fatti che sono un modello della realta' ed ogni raffigurazione, per poterla rappresentare, deve avere in comune con la realta' la forma logica e, quindi, la logica e' la forma della realta' [17].

Quanto piu' i media determinano i fatti, tanto piu' la nostra visione del mondo e' determinata dai media. Quello che fanno i media e' fornirci anche la struttura logica dei fatti ed e' quindi ragionevole affermare che il mondo e' tutto cio' che accade nei media.

La conseguenza evidente di questa affermazione e' che, per modificare la nostra visione del mondo, basta modificare la forma logica con cui il mondo viene descritto attraverso i media. Questo significa che, attraverso i media, si possono diffondere non solo informazioni false ma anche e soprattutto gli strumenti per costruire o modificare la visione del mondo [18].


Il potente e ubiquitario schieramento dei mezzi di comunicazione odierni, che ha annullato le distanze e quasi azzerato i tempi di diffusione delle notizie, funge, come e' evidente, da sonora cassa di risonanza, avvertita in tutto il mondo, delle posizioni dell'Establishment dominante, imbavagliando, di fatto, su ampia scala, qualsiasi informazione non controllata.

Stampa e televisione costituiscono dunque veicoli eminenti e indispensabili per la violazione delle folle. La tecnica e' sperimentatissima: presentare in continuazione una colluvie di notizie, portando alla luce ogni genere di informazioni, in modo da creare una specie di rumore di fondo continuo in grado di occultare le vere informazioni, accessibili soltanto a chi ne possiede la chiave di decodifica, prestandosi cosi' al ruolo strumentale di trasmissione di messaggi fra iniziati sotto le mentite spoglie di notizie piu' o meno insignificanti.


Una manipolazione planetaria dell'opinione pubblica che emerge con cruda chiarezza dalle attualissime parole che, nel 1914, John Swinton, redattore-capo del ''New York Times'', pronuncio' nel discorso di congedo dai colleghi tenuto al banchetto in suo onore, presso l'''American Press Association'', alla vigilia del suo collocamento a riposo.

''Che follia fare un brindisi alla stampa indipendente! Ciascuno, qui presente questa sera, sa che la stampa indipendente non esiste. Lo sapete voi e lo so io: non c'e' nessuno fra voi che oserebbe pubblicare le sue vere opinioni, e, se lo facesse, lo sapete in anticipo che non verrebbero mai stampate. Sono pagato 250 dollari alla settimana per tenere le mie vere opinioni al di fuori del giornale per il quale lavoro.

Altri fra di noi ricevono la stessa somma per un lavoro simile. Se io autorizzassi la pubblicazione di un'opinione sincera in un numero qualunque del mio giornale, perderei il mio impiego in meno di 24 ore, come Otello. Quest'uomo sufficientemente pazzo per pubblicare un'opinione sincera si ritroverebbe tosto su una strada alla ricerca di un nuovo impiego.

La funzione di un giornalista e' di distruggere la Verità, di mentire radicalmente, di pervertire, di avvilire, di strisciare ai piedi di Mammona e di vendersi egli stesso, di vendere il suo paese e la sua gente per il proprio pane quotidiano o, ma la cosa non cambia, per il suo stipendio. Voi questo lo sapete e io pure, che follia allora fare un brindisi alla stampa indipendente! Noi siamo gli utensili e i vassalli di uomini ricchi che comandano dietro le quinte. Noi siamo i loro burattini; essi tirano i loro fili e noi balliamo. Il nostro tempo, i nostri talenti, le nostre possibilita' e le nostre vite sono di proprieta' di questi uomini. Noi siamo delle prostitute intellettuali."
[27].


La persuasione, dunque, si e' sostituita all'informazione ed e' divenuta essa stessa informazione. E' superficiale, pero', pensare che la disinformazione consista semplicemente nel fornire una ''informazione incompleta''; puo' manifestarsi, ad esempio, con il sabotare sistematicamente la modalita' di trasmissione e la modalita' di ricezione del messaggio, fino ad arrivare a controllare il modo in cui esso verra' elaborato. In quest'ultimo caso si prepara il terreno fornendo gli strumenti er interpretare in modo deformato l'informazione: forme errate di ragionamento, quelle che in retorica vengono definite ''sofismi''. E' principalmente per questo motivo che i cognitivisti che si occupano di queste tematiche osservano che ''Le varie forme di sofismi sono state puntualmente insegnate per secoli nelle universita', come parte integrante della logica e della retorica, al fine di proteggere le giovani menti dall'errore e dall'equivoco. Non si sa bene perche', questo insegnamento e' poi scomparso, proprio mentre aumentavano enormemente la portata e la diffusione dei canali di persuasione.'' [31].

Il danno maggiore provocato dalle forme di ragionamento fallaci, non e' tanto nella capacita' di portare fuori strada chi riceve il messaggio cosi' strutturato, quanto nell'abituare la gente a ragionare in modo distorto. Questo significa creare quei dispositivi che permettono di portare il pubblico ad elaborare la disinformazione autonomamente.

A questo punto non ci sara' piu' bisogno di produrre disinformazione in grandi quantita', sara' la gente stessa a generarla ed a riprodurla [32].


Disinformazione



''Bisogna moltiplicare le idee in modo che non vi siano guardiani sufficienti per controllarle.''

Stanislaw Lec


Immaginiamo che nei laboratori di ricerca per la guerra batteriologica di un potente paese si stia studiando un'arma letale: l'ingegneria genetica ha permesso di creare un virus che si diffonde per contatto sessuale, ha un'incubazione invisibile, distrugge nell'organismo umano tutte le difese immunitarie e resiste a qualsiasi attacco farmacologico.
Immaginiamo che, per un malaugurato errore, il virus si disperda nell'area degli esperimenti e che vengano immediatamente prese delle misure di sicurezza prima che l'opinione pubblica possa essere informata non solamente del tipo di esperimenti svolti in quel laboratorio ma anche del pericolo che deriva dall'incidente.

Immaginiamo che, dopo una rapida analisi della situazione, si giunga alla conclusione che la diffusione del virus da questo momento sara' inarrestabile e che occorra creare una copertura totale con la disinformazione.

Immaginiamo che qualcuno abbia l'idea di ''dirottare'' rapidamente il virus in un altro paese, l'Africa, per poi informare l'opinione pubblica del fatto che ''in Africa e' scoppiata una nuova epidemia causata da un virus micidiale originato da contatti sessuali tra uomini e scimmie [...]''.

Immaginiamo che, per trasportare l'epidemia nel modo piu' rapido possibile in Africa, il virus venga inserito, forse all'insaputa delle stesse case farmaceutiche, nei vaccini destinati a quel Paese e che poi vengano eliminati anche i responsabili di questa operazione.

Immaginiamo che poi vengano fatte sparire tutte le notizie riguardanti quegli esperimenti con un'operazione di ''pulizia'' degli archivi a livello mondiale e che, contemporaneamente, la stampa venga pilotata verso l'ipotesi della nascita di una nova epidemia in Africa [16].


Ora immaginiamo che gli attentati dell'11 Settembre 2001 siano una operazione di tipo false flag, un pretesto per poter eseguire un programma gia' deciso da tempo, un documento intitolato "Rebuilding America's Defenses" (ricostruendo le difese dell'America), pubblicato dall'organizzazione chiamata "Project for the New American Century" (Progetto per il Nuovo Secolo Americano), conosciuta con l'acronimo di PNAC.

Immaginiamo che, nonostante la propaganda ''spinga'' verso l'entrata in guerra e gli scettici siano additati come anti patriottici, ci sia qualcuno che dubiti degli attentati.

Immaginiamo che, per mantenere alto il terrore in tutto il Paese e, nel contempo, scoraggiare l'avvio di pericolose commissioni d'inchiesta, inizi a circolare l'allarme antrace.

Immaginiamo che l'unico vero potenziale nemico dell'alleanza Bush-Pentagono-CIA sia il Senato degli Stuti Uniti, per via dei suoi poteri investigativi e che il Senatore Tom Dascle, leader della maggioranza democratica, sia uno dei pochi uomini in grado di poter dare vita ad una commissione d'inchiesta [9].

Immaginiamo che l'analisi della sequenza del DNA dell'antrace utilizzato dimostri che e' stato prodotto da laboratori militari statunitensi [10] e che l'''Universita' della California'', in una meticolosa analisi [11], dimostri che la fonte delle lettere all'antrace, altro non sia che un programma governativo degli stessi Stati Uniti.

Immaginiamo che, negli Stati Uniti, ci sia una sola persona in grado di avere accesso a quella specifica qualita' di antrace, un tale Dottor Hatfill che, naturalmente, avrebbe abbondantemente lavorato con la CIA e sarebbe stata una delle pochissime persone in tutti gli Stati Uniti in grado di armare le spore di antrace [23].

Immaginiamo che, dopo una rapida analisi della situazione, si giunga alla conclusione che la diffusione di notizie riguardanti i biologi coinvolti nell'''allarme antrace'', in quanto colpevoli o potenziali scopritori di colpevoli, sara' inarrestabile e che occorra creare una copertura totale con la disinformazione.

Immaginiamo che, i biologi implicati nell'''allarme antrace'', almeno altri 15, siano tutti morti in condizioni misteriose tra il 2002 ed il 2003 e che, per il Dottor Hatfill, si sia arrivati anche ad ipotizzare una ''soluzione alla Lee Oswald'' [12].

Immaginiamo, infine, che l'''allarme antrace'' si riveli un incredibile business per l'industria farmaceutica [13] e che, l'unica azienda con la licenza per produrre il vaccino sia una certa ''BioPort Inc.'', operante nell'inesistente, al momento della creazione della societa', mercato delle vaccinazioni di massa contro l'antrace e facente capo al famigerato ''Carlyle group'', gruppo che tratta gli interessi congiunti della famiglia Bush e di quella Bin laden [14].


Ci si augura che le cose non siano andate cosi', tuttavia abbiamo immaginato due dei tanti possibili usi della disinformazione, rendendoci conto di come essa sia in grado di distruggere la realta'.

E, se e' possibile modificare il presente, e' altrettanto possibile modificare il passato con quelle che Noam Chomsky definisce ''tecniche di ingegneria storica'' [15].


Nella costruzione dell'inganno si procede all'indietro, partendo dall'obiettivo finale che e' l'illusione. L'illusione, pero', non e' l'obiettivo finale della strategia ma il suo strumento. L'illusione e' l'obiettivo finale solo per il pianificatore dell'inganno.

La prima operazione che il pianificatore compie, dopo aver stabilito il target e l'illusione con cui vuole colpirlo, e' la scelta del canale attraverso cui far arrivare l'inganno. In base a questa scelta verra' determinata la funzione voluta di copertura o di effetto e, di conseguenza, le caratteristiche dell'astuzia adeguata a crearla [2].


Note e Fonti:

[1] ''Manuale di disinformazione - I media come arma impropria: metodi, tecniche, strumenti per la distruzione della realta''', di Bruno Ballardini, Edizione Castelvecchi, 7,8

[2] ''Manuale di disinformazione - I media come arma impropria: metodi, tecniche, strumenti per la distruzione della realta''', di Bruno Ballardini, Edizione Castelvecchi, 31, 32

[3] ''Storia della propaganda'', di Jacques Ellul, Edizioni Scientifiche Italiane, 8

[4] ''The study and practice of propaganda'', in H. D. Lasswell, R. D. Casey e B. L. Smith, Propaganda and Promotional Activities, Oxford University Press, 3

[5] ''Opere complete, Gorgia'', di Platone, Edizione Laterza, 155

[6] ''Trattato dell'argomentazione'', di C. Perelman e L. Olbrechts-Tyteca, Editore Einaudi, 28 e segg.

[7] ''Critica della Ragion Pura'', di Immanuel Kant, Edizione Laterza, 8

[8] ''Agenda-Setting and Mass Communication Theory'', ''Gazette (International Journal For Mass Communication Studies)'', Volume XXV, Numero 2, 96-105

[9] Tratto da www.news.scotsman.com

[10] Tratto da www.newsscientist.com

[11] Tratto da www.ph.ucla.edu

[12] Tratto da www.globalresearch

[13] Tratto da www.healingcelebrations.comwww.tetrahedron.org

[14] Tratto da www.skolnicksreport.com, www.whatreallyhappened.com, www.whatreallyhappened.com, www.rense.com, www.skolnicksreport.com, www.the1phoenix.net

[15] ''Illusioni necessarie'', di Noam Chomsky, Edizioni Eleuthera,

[16] ''Manuale di disinformazione - I media come arma impropria: metodi, tecniche, strumenti per la distruzione della realta''', di Bruno Ballardini, Edizione Castelvecchi, 13, 14

[17] ''Tractatus logico-philosophicus'', Edizioni Einaudi, di Ludwig Wittgenstein

[18] ''Manuale di disinformazione - I media come arma impropria: metodi, tecniche, strumenti per la distruzione della realta''', di Bruno Ballardini, Edizione Castelvecchi, 15, 16

[19] Tratto da www.novoordo.blogspot.com

[20] ''La dittatura europea'', di Ida Magli, Editore BUR Rizzoli, 18

[21] ''1984'', di George Orwell, Editrice Mondadori

[22] ''La dittatura europea'', di Ida Magli, Editore BUR Rizzoli, 18

[23] Tratto da "Tutto quello che avreste sempre voluto sapere sull'11 Settembre (e su tutto il resto) e non avete mai osato chiedere", di Roberto Quaglia, originariamente scritto per la rivista online Delos.it ed aggiornato dall'Autore per "Tutto quello che sai e' falso - Manuale dei segreti e delle bugie", a cura di Russ Kick, Editore Nuovi Mondi Media, 21, 22

[24] ''Perche' la gente crede quasi a tutto (prima parte)'', di Tim O'Shea, tratto da www.newmediaexplorer.org

[25] ''Hollywood: Macchina di Propaganda'', di Russ Kick, tratto da ''Tutto Quello che Sai e' Falso - Manuale dei Segreti e delle Bugie'', 219

[26] ''Tutto quello che sai e' falso 2 - Secondo manuale dei segreti e delle bugie'', ''La grande truffa della 'Guerra alla droga''', di Michael Levine, 25, 26

[27] ''La verita' dei Mass-Media'', tratto dal libro: ''Massoneria e sette segrete: la faccia occulta della storia'', tratto da www.disinformazione.it

[28] ''Creare le notizie'', tratto da ''Fidati! Gli esperti siamo noi'', tratto da www.disinformazione.it

[29] ''I telegiornali di Pulcinella'', ''La manipolazione dell'opinione pubblica nei Tg italiani'', di Antonella Randazzo, tratto da www.disinformazione.it

[30] ''La morte della pubblicità'', di Bruno Ballardini, Editore Castelvecchi, 118

[31] ''L'arte di persuadere'', di Massimo Piattelli Palmarini, Editrice Mondadori, 82

[32] ''Manuale di disinformazione - I media come arma impropria: metodi, tecniche, strumenti per la distruzione della realta''', di Bruno Ballardini, Edizione Castelvecchi, 17, 18


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"Il sapere non è fatto per comprendere, è fatto per prendere posizione."
Michel Foucalut
Inviato il: 2/2/2012 11:13
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  •  PadijtLee
      PadijtLee
Re: Armi di Distrazione di Massa
#2
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Nyko ha scritto:

Prima di analizzare in che modo le tecniche della disinformazione possano distruggere la realta', bisogna stabilire, quindi, quale sia la realta', o meglio cosa sia.



Un grande scrittore di fantascienza, Philip Dick, si è occupato per tutto il corso della sua vita di stabilire ciò che è reale e cosa non lo è. Cito alcuni pezzi del suo " COME COSTRUIRE UN UNIVERSO CHE NON CADA A PEZZI DOPO DUE GIORNI" :


[...]
Un giorno una studentessa di college canadese mi ha chiesto una definizione della realtà, che le serviva per un saggio che stava scrivendo per il corso di filosofia. Voleva una risposta sintetica, in una sola frase. Ci ho riflettuto e le ho detto: "La realtà è quella cosa che, anche se si smette di credervi, non scompare".

[....]
Lo strumento essenziale per la manipolazione della realtà è la manipolazione delle parole. Se siete in grado di controllare il significato delle parole, sarete in grado di controlla re le persone che devono utilizzarle. George Orwell ha chiarito questo punto nel suo romanzo 1984. Ma un altro modo di controllare le menti delle persone è quello di controllare le loro percezioni. Se riuscite a far loro vedere il mondo nel modo in cui lo vedete voi, allora penseranno come voi. La comprensione fa seguito alla percezione. Come fare per indurii a vedere la realtà che voi vedete? Dopo tutto, si tratta di una realtà tra le tante. Le immagini ne sono l'elemento costitutivo: le figure. Ecco perché la capacità della Tv di influenzare la mentalità dei giovani è così spaventosamente vasta. Le parole e le figure vi appaiono sincronizzate, e si presenta la possibilità concreta di un controllo totale dello spettatore, specialmente se giovane. La visione televisiva è una specie di apprendimento in stato di sonno. L'elettroencefalogramma di una persona che guarda la Tv mostra che dopo mezz'ora il cervello si comporta come se nulla stesse accadendo: precipita in uno stato di torpore ipnotico ed emette onde alfa. Ciò succede in coincidenza con un movimento oculare ridotto. Inoltre, gran parte dell'informazione si presenta in forma grafica e raggiunge, pertanto, l'emisfero destro del cervello, invece di essere elaborata dal sinistro, dove è situata la personalità conscia. Recenti esperimenti indicano che buona parte di ciò che vedia mo scorrere sullo schermo del televisore viene percepito a livello subliminale. È una nostra illusione quella di ve dere realmente le immagini trasmesse. Il grosso dei messaggi elude la nostra attenzione: dopo aver guardato la Tv per alcune ore, non sappiamo esattamente che cosa abbiamo visto. I nostri ricordi sono confusi, come capita per i sogni: le lacune vengono colmate solo retrospettivamente. E falsificate. Abbiamo inconsapevolmente partecipato alla creazione di una realtà spuria, e poi ce la sia mo educatamente bevuta. Abbiamo contribuito alla nostra stessa rovina. Inoltre -lo dico da romanziere professionista - i produttori, gli sceneggiatori e i registi che creano questi mondi audio-video non sanno quanto di vero vi si trovi. In altre parole, sono come noi vittime della loro creazio ne. Per quanto mi riguarda, non so quanto di vero ci sia nei miei scritti, o quali parti di essi siano vere (ammesso che ve ne siano). Questa è una situazione potenzialmente esiziale. La finzione imita la realtà e la realtà imita la finzione. Siamo in presenza di una pericolosa sovrapposi-zione o commistione. Con tutta probabilità, non è una cosa deliberata, e ciò, anzi, è parte del problema. È impossibile far sì che per legge un autore etichetti correttamente il proprio prodotto, come fosse una lattina di conserva con gli ingredienti elencati sull'etichetta...

[...]
Parmenide, filosofo presocratico greco, insegnava che le uniche cose reali sono quelle che non cambiano mai... mentre Eraclito insegnava che tutto cambia. Se si combinano queste due concezioni, ne risulta che nulla è reale. Proseguendo in questo ragionamento, si può però compiere un ulteriore affascinante passo: secondo la sua stessa dottrina, Parmenide non avrebbe mai potuto esistere, dato che è invecchiato, morto e scomparso. Dunque, forse, aveva ragione Eraclito; non dobbiamo dimenticarcene. Se Eraclito era nel giusto, allora Parmenide è esistito, e dunque, secondo la concezione di Eraclito, forse Parmenide aveva ragione, perché questi soddisfaceva le condizioni, i criteri in base a cui Eraclito giudicava reali le cose. Dico questo solo per mostrare come, non appena si prenda a domandarsi che cos'è reale, si cominci a dire cose senza senso.
[....]
Sono solo parole. I solenni filosofi non credevano sul serio a quel che andavano dicendo.
Per me, però, la definizione di che cosa sia reale è una questione molto seria; anzi, fondamentale. E questo interrogativo implica l'altro, relativo alla definizione dell'essere umano autentico. Sì, perché la pioggia di pseudorealtà comincia molto rapidamente a produrre esseri umani inautentici, spurii, falsi quanto i dati da cui ven gono assediati su ogni lato. Ma le due questioni sono in realtà una sola, e qui si ricongiungono. Realtà false genereranno esseri umani falsi. Oppure falsi esseri umani produrranno false realtà e le venderanno ad altri esseri umani, trasformandoli, infine, in contraffazioni di se stessi. Alla fine, ci ritroviamo con falsi esseri umani che inventano false realtà per spacciarle ad altri falsi esseri umani. È come una specie di Disneyland, ma più in grande. C'è la nave dei pirati, il simulacro di Lincoln e la "giostra selvaggia di mister Toad"; si può avere tutto, ma non c'è niente di vero.
Inviato il: 2/2/2012 11:47
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  •  PadijtLee
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Re: Armi di Distrazione di Massa
#3
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Stampa e televisione costituiscono dunque veicoli eminenti e indispensabili per la violazione delle folle. La tecnica e' sperimentatissima: presentare in continuazione una colluvie di notizie, portando alla luce ogni genere di informazioni, in modo da creare una specie di rumore di fondo continuo in grado di occultare le vere informazioni, accessibili soltanto a chi ne possiede la chiave di decodifica, prestandosi cosi' al ruolo strumentale di trasmissione di messaggi fra iniziati sotto le mentite spoglie di notizie piu' o meno insignificanti.



Ciao Nyko, ben fatto questo tuo articolo.

Vorrei aggiungere delle mie personali considerazioni: la TV (mezzo assurto a motore di tutti i media) ha un altro scopo, giocare con le emozioni.
La tanto dichiarata “cultura occidentale” che ha alimentato il suo motore inarrestabile con la Razionalità, la Scienza come carburante, non fa che farci analizzare ogni realtà con commuoventi risvolti, fatti di tragici eventi veri come la morte.
Siamo tutti dei burrosi teneroni davanti a cotanta smaliziata verità dai doppi fini: Tiggi angoscianti, pubblicità umanitarie, salotti pomeridiani con storie strappa lacrime, talent show con casi umani ma che cantano come angeli incantati, come non divenire volenterosi militanti delle crociate della dolcezza? Non c’è bisogno di chiedersi “Ma cosa sta accadendo laggiù?”, ci basta sentire “8.000 morti”, la sparata algebrica che subito tocca il fondo del nostro cuore morbido per partorire il “Bastaa! Fate qualcosa, fate una guerra, ma non permettete che uccidano ancora uomini, balene, facoceri in estinzione!”.
Allineeremo la nostra emozione alla folla, madre di tiranni, perché non vogliamo responsabilità, vogliamo piangere con la bocca piena delle tragedie altrui.
Con la realtà in cortocircuito vogliamo poter dire “Non nevica più come una volta!” oppure “Quella non è una guerra vera, è Hollywood!” oppure “Non si può più fare manco una crociera in santa pace!” Chiedere aiuto agli specialisti della risoluzione, presto, : “Ci penseranno loro a sistemare tutto questo cazzo di casino! Addolciteci il reale vi prego!”.


Ma questa guerra emozionale ha una logica?
Ho trovato una cosa: l’ Institute for Propaganda Analysis (IPA) creato nel 1937 ha emesso, nel tentativo di educare il pubblico su come identificare il materiale propagandistico un insieme di metodi , otto in tutto.
Ognuno di essi si fonda su EMOZIONI.
Te li ho riassunti qui sotto:



La prima è quella dei soprannomi, parole che veicolano un’idea. Quando esse vengono usate, incollano a una persona od a una idea una precisa etichetta prestampata. Premettere nel discorso che l’autore del discorso è “fascista” rede bene l’idea. Oppure sostenere che quel che sto scrivendo è “controcultura” è un altro esempio efficace. Questa tecnica discredita una persona e la sua idea con una parola che suscita una forte EMOZIONE nell’ascoltatore.


La seconda è quella delle parole virtuose abbaglianti. Sono parole cariche di EMOZIONI positive, che hanno arroccata in sé, una potente valenza simbolica legata a un credo personale. Civilizzazione, Cristianità, Bene, Giustizia, Diritto, Democrazia, Scienza, Ragione, Biologico, Medicina, Vita, Amore sono un esempio. Ognuno di noi da un senso a ciascuna di queste parole. Nel momento in cui esse vengono usate dall’oratore, ci identifichiamo nell’accezione a noi più congeniale approvando il resto del discorso nel quale la parola abbagliante è stata impiegata. La Missione di Pace, al quale noi diamo un forte significato simbolico di Tranquillità, fa la Guerra.


La terza è quella delle parole tranquillizzanti, che smorzano il disagio di situazioni troppo EMOZIONANTI con gradevoli attenuazioni. Usate particolarmente per affogare l’inferno della guerra, esse rendono ad esempio più umane cose come l’omicidio con la parola “liquidazione”. Non dobbiamo troppo agitarci quando facciamo il nostro pasto felice. Be Happy.


La quarta è quella di trasferire le idee in un contesto quasi sacrale. La simbologia rimanda a realtà incontestabili capaci di rendere i concetti che si vuol inculcare più solidi. Negli imperi del passato se ne faceva largo uso: Scettri, croci, stendardi rimandavano a poteri sacrali e quindi dotavano l’imperatore di un potere divino. Quindi pregare dopo un’orazione pubblica o invocare in nome della bandiera la legittimità della proprie idee o sottolineare che tale cosa è vera perché l’ha studiata la Scienza e la Medicina, verità incontrovertibili dettate da uomini in camice bianco, creano nel ricevente una forte EMOZIONE che connette al prestigio di una data autorità.


La quinta è quella dell’individuo ammirato nella società che vuole comunicarci un concetto. Se lo ha detto il presidente vuol dir che è vero. Se lo fa l’attore famoso devo farlo anch’io. Se il mio sportivo preferito mangia merendine devo papparmele anch’io. La celebrità crea una forte EMOZIONE e ci si fida.


La sesta è quella di diventare gente comune. Vedere un presidente, un attore vestire come noi, mangiare come noi è un’EMOZIONE unica. Ha anche i nostri gusti, legge lo stesso libro che ho sul comodino! Come non fidarsi di lui!


La settima è quella dell’effetto pecorone. E’ quando tutti lo fanno. Immagina che EMOZIONE triste non essere alla moda, non pensare come tutti. Meglio allinearsi, prima che possano pensare che io sia un diverso…


L’ottava è quella della paura. E vabbè….come diceva Totò: io lo so, tu lo sai, ecche ce lo diciamo a fare? Comunque una delle EMOZIONI più forti.



Le EMOZIONI sono il collante delle folle psicologiche, schiave della propaganda.

“Migliaia di individui separati, in un dato momento, sotto l'influenza di violente emozioni - un grande avvenimento nazionale per esempio - possono acquistare i caratteri di una folla psicologica.”
Gustave Le Bon


EDIT : (http://felicitaannozero.altervista.org/doc/ipa_institute_of_Propaganda_Analysis.pdf)
Inviato il: 15/3/2012 19:03
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