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  Che peccato: una De Andre' all’Isola dei Famosi.

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  •  Ribelle
      Ribelle
Che peccato: una De Andre' all’Isola dei Famosi.
#1
Ho qualche dubbio
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L’edizione 2011 del programma si sdoppia e dà il via a una gara parallela, riservata ai parenti di personaggi più o meno noti. Ed ecco che nel cast, purtroppo, finisce anche la nipote 21enne del grandissimo Fabrizio

Va da sé: di quello che accade all’interno dei reality show non ce ne importa nulla. I “minima immoralia” di queste combriccole da quattro soldi, inzeppate di sconosciuti semi analfabeti o di ex conosciuti in cerca di rilancio, ci interessano meno di zero. E quanto all’Isola dei famosi, in particolare, basta dire che a gestire il traffico c’è Simona Ventura per tenersi alla larga. Sia dai teleschermi che dai commenti.

Al di sotto di certi limiti, infatti, persino la stroncatura più feroce diventa incongrua. Non è che la Guida Michelin faccia visita ai fast-food e ne parli male. Non ne parla e basta. Se uno va a mangiare al McDonald’s, non può mica illudersi di essere entrato in un ristorante degno di tal nome. E se invece si illude, allora si merita quel che lo aspetta: quegli squisiti Big-Mac-Boh, quelle appetitose patatine fritte da divorare in un batter d’occhio (prima che diventino assai meno appetitose) e quelle irresistibili Coca-Cola in formato maxi, generosamente servite con un sacco di ghiaccio; non già come riempitivo a costo zero (ci mancherebbe) bensì per conservarle fresche più a lungo.

In questo caso, però, la notizia risulta comunque interessante, anche se sgradevole. Alla nuova edizione dell’Isola dei Famosi, infatti, prende parte anche Francesca De André, che purtroppo non ha soltanto lo stesso cognome del grandissimo Fabrizio ma è proprio sua nipote, essendo una delle figlie di suo figlio Cristiano. La “grande novità” di quest’anno, infatti, è che le combriccole in gara sono due invece che una. E se la prima è composta, come al solito, di persone che almeno un po’ famose lo sono, o lo sono state, la seconda è invece formata da gente che è stata scelta solo perché è parente di qualche personaggio più o meno noto. Ad esempio: la madre di Valeria Marini, il fratello di Marco Materazzi, la sorella di Mario Balotelli. Per altre candidature illustri (il cugino di Mago Zurlì, il bisnipote di Zorro, e lo zio di Batman) bisognerà attendere: ma le ricerche, c’è da presumere, sono già state avviate.

Se la decisione di Francesca è a dir poco opinabile, e a scusarla del tutto non basta il fatto che abbia appena 21 anni, le giustificazioni di sua sorella Fabrizia sono invece del tutto sballate: «La scelta di partecipare all'Isola dei famosi non è per Francesca una scorciatoia ma una vera e propria esperienza avventurosa. Le sue doti di cantante le coltiva, ma in sala prove e non certo sulle spiagge dell'Honduras. Questa rimane veramente per lei un'occasione per provarsi in situazioni estreme. Francesca si sente coinvolta in un divertente gioco».

Ma per favore. Ma quali «situazioni estreme»? Mica si è iscritta al Camel Trophy, o alla traversata dell’Atlantico in barca a vela, o a un trekking nel Deserto del Gobi. Si è “lasciata iscrivere”, da quei furbacchioni del casting, a una messinscena all’insegna del pettegolezzo reciproco e del battibecco obbligatorio, a scartamento ridotto ma a ciclo continuo. L’avventura è solo apparente. Non è affatto un incentivo a essere migliori ma ad accattivarsi il consenso dell’audience e il relativo, instabile, fatidico televoto. I disagi non servono a stimolare una competizione onorevole ma solo ad alzare i livelli dello stress, in modo da attenuare i normali freni inibitori, o schiantarli del tutto, e a far emergere il peggio di ciascuno.

Dice ancora Fabrizia: «Il nonno avrebbe sospeso il giudizio. Si sarebbe forse preoccupato, ma non avrebbe ostacolato le scelte di nessuno di noi nipoti almeno per come l'ho conosciuto io». Se l’affermazione è probabilmente vera in se stessa – figuriamoci se un libertario come De André si sarebbe messo a ostacolare una quisquilia di questo tipo – diventa però capziosa nel significato che le si vorrebbe dare. Non ostacolare non significa certo avallare. E anche riguardo al giudizio «sospeso» non è lecito confondere il silenzio di chi si limita a non voler interferire nelle decisioni altrui, specie se di persone tanto più giovani e immature, con quello di chi è semplicemente cauto e si riserva di dare la propria approvazione in un secondo momento.

Possibile che non ce lo si ricordi? Fabrizio De André non andava in televisione neanche a fare il protagonista assoluto, forte di tutta la sua fama più che meritata, di tutta la sua arte in perenne evoluzione, e di tutta la sua integrità esistenziale. Non era solo la ritrosia istintiva di un uomo schivo. Era la consapevolezza della differenza abissale tra esprimersi ed esibirsi. Tra la finzione “sincera” dell’artista, che rifugge da qualsiasi trucco e non fa nulla per blandire il pubblico, e la “verità” fittizia degli imbonitori, che promettono a gran voce che «non c’è trucco e non c’è inganno». I Barnum di un tempo. I reality show di oggi.

Libertari sì, ma mica coglioni.

Federico Zamboni
Inviato il: 24/2/2011 21:27
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  •  florizel
      florizel
Re: Che peccato: una De Andre' all’Isola dei Famosi.
#2
Sono certo di non sapere
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Era la consapevolezza della differenza abissale tra esprimersi ed esibirsi. Tra la finzione “sincera” dell’artista, che rifugge da qualsiasi trucco e non fa nulla per blandire il pubblico, e la “verità” fittizia degli imbonitori, che promettono a gran voce che «non c’è trucco e non c’è inganno».

Molto bello, questo articolo.
E coraggioso Zamboni, per aver scritto di questo episodio di quotidiano squallore, con la stessa sensibilità e il taglio particolare dei suoi tanti altri articoli, ritenuti per ovvii motivi forse di maggior rilievo.

In effetti, l’articolo dice più di quanto sembra: la primissima cosa che ho pensato, dopo aver letto questo "pezzo", è che i figli, i nipoti, i fratelli e le sorelle, non sono più "nostri", ma del sistema mediatico dell’apparire ad ogni costo che li fagocita prima ancora che essi stessi sappiano chi sono e cosa vogliono, vittime della giostra con i suoi accattivanti quanto inconcludenti giri.

"Nostri" non nel senso possessivo del termine, ma nella possibilità che si ha di trasmettere a chi ci è più "prossimo" quelli che riteniamo siano dei valori imprescindibili, che garantiscano una crescita qualitativa in positivo, gioiosa, gratificante, piena, e che assicurino l'autostima ed il rispetto di se stessi, anche di fronte ad un’invasiva cultura dell’effimero e dell’esibizione fine a se stessa, come in questo caso.
Penso innanzitutto alla possibilità di trasmettere quale sia il bene più prezioso: pensare con la propria testa.

Le due sorelle devono aver davvero ereditato poco in termini di conoscenza dal loro grande, grandissimo nonno; ed ancor meno deve averlo elaborato, quanto basta, suo figlio Cristiano, se oggi lascia candidamente che si rischi di confondere tanto facilmente ciò che è “libertario” da ciò che è essenzialmente “libertino”, pur sapendo che quello per cui la ragazza è stata scelta è unicamente il cognome che porta.

Faber non era un moralista, ma era mosso da un’etica, questo è indubbio.
Allora mi chiedo se da parte di chi ha “arruolato” la ragazza (già di suo consenziente) per quella oscenità che è “L’Isola dei famosi” (o Isola dei fUmosi) c’è stata più leggerezza (leggi IGNORANZA) nel non tener conto di un cognome tanto impegnativo, o più soddisfazione nel vederlo gettato in pasto alla massa inebetita dal tubo catodico. In barba ad OGNI etica umana e culturale che preveda un minimo di critica, appunto.
Qualcosa mi spinge a ritenere più probabile la seconda che ho scritto.
Come un mito che deve essere “convertito” all’omologazione di massa, e di certo nemmeno parametrata da essa.

Nello specifico del caso, ci credo bene che Faber non avrebbe ostacolato: per principio non si imponeva, ma ritengo che avrebbe detto la sua, espresso il suo parere, ed in qualche modo contribuito a fornire un’altra visione delle cose alle due nipoti. Come ritengo faccia qualunque padre e qualunque nonno che tenga alla dignità di figlie e nipoti.
Ma quanto è ancora possibile, insieme all’urgenza di farlo, sottrarre chi ci è figlio, nipote, fratello e sorella, ma anche “prossimo” nel senso non parentale del termine, all’ottundimento generale di questa mortifera sottocultura del “basta che appaio quindi sono”?

Del resto, URGE sottrarsi da un sistema molto più articolato, di cui quello televisivo si rivela il mezzo di gran lunga più insidioso e persuasivo.Non solo in merito ai reality show, purtroppo.

Sottrarsi. Cosa non dico proprio da LIBERTARI, ma almeno NON da coglioni.



E voglio chiudere il post con Faber, quasi a voler contribuire a salvaguardarne il nome, e lo spessore di uomo e di artista...


_________________
"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 25/2/2011 2:08
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  •  Calvero
      Calvero
Re: Che peccato: una De Andre' all’Isola dei Famosi.
#3
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 4/6/2007
Da Fleed / Umon
Messaggi: 13165
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......
....
..

Il 15 febbraio scorso, e lo dico con l'orgoglio semplice di un sentimento che non si poteva trattenere, avevo scritto già così nell' "angolo delle cose che non si sa se ridere e piangere":

Fabrizio De André si sta rivoltando nella tomba. Le discendenze non valgono nulla, se non: - meno ancora. Il nonno insegnava e ha insegnato a riconoscere le Troie di Regime, e la nipote le interpreta.... piccole troie di regime crescono.

E ora sono "felice" di poter leggere queste parole del Sig. Zamboni, poiché non sarei stato all'altezza di esprimerle con tanta efficacia, anche se mi appartengono.

Non solo è un articolo che ha in sé una matura consapevolezza che porta una critica dello status di decadenza in cui la televisione comunque riflette la stessa decadenza di chi se ne appassiona ma, la ciliegina sulla torta (e c'era da aspettarselo) l'ha messa egregiamente Florizel.

Io da parte mia, non posso che andare sul personale... permettetemelo.

A me girano proprio le palle e se da una parte sono contento perché, almeno pare, sembra che la Dori sia rimasta delusa e contrariata della nipote .... dall'altra, in questa vicenda, a mio vedere, risulta palese come l'indole e la sensibilità non si compra al mercato, né si ottiene dal DNA. E' impossibile, da nipote di De André, non porsi in riflessioni degne di tale nome - e non comprendere quale lascito sulla propria pelle potrebbe brillare.

E, per l'amor di Dio, lungi da me una questione morale tipo « diseredate quella svergognata! » ... magari fosse così semplice. Il punto è un altro.

La nipotina:

1) è gnocca, avvenente, ammiccante, è -appunto- la nipotina;

2) impossibile slegare da parte del pubblico questa avvenenza dei bassi istinti, a quello che iconograficamente un "cantastorie anticonformista" (questa definizione è intesa per il popolino, poiché noi sappiamo che De André non è neanche definibile tanto volava alto) fa aleggiare intorno all'ombra della nipote. E i manipolatori sanno perfettamente il peso di questa psicologia sull'audience.

Ergo, questo contrasto, crea nell'inconscio dell'audience la "giusta" morbosità e una sensazione di peccaminosità che soddisfa l'unico lato che la televisione ha saputo (orwellianamente) sviluppare all'apogeo della nostra era moderna: il voyeurismo.

La televisione ha imparato a farsi adottare. Nel senso che quello che crea e standardizza a "stile" diventa l'oggetto del desiderio. «Quella che non ti fileresti per strada, se è passata in televisione te la scoperesti anche se fosse un canguro con il rossetto».

Anche il desiderio diventa schiavo dell'apparenza e neanche di ciò che effettivamente ci piacerebbe! In questo senso - il sentimento degradante e penoso che avviluppa questi costrutti; questi teatrini televisivi; questi palinsesti; mira proprio a degradare, a svalutare la dignità stessa come concetto:

- lo scopo dovrebbe essere chiaro a tutti nella sua gravità: ma non lo è, e in queste notizie il popolo non riesce neanche a scandalizzarsi, poiché tutto rientra nel fenomeno della giostra che distrae e riempie gli spazi vuoti con altro nulla. Con altro "vuoto". Lo scopo è, in primis, quello di rendere indirettamente risibile il potere dissacratorio della denuncia che Artisti veri sapevano "cantare" e "raccontare".

Sono comunque attacchi postumi, e non per questo meno forti.

Quello che questa nipote -ormai diventata- Troia di Regime, sta facendo a suo nonno, non è grave perché offenderebbe l'onore di un avo in sé... chi se ne frega? ognuno parla per sé: - ma è grave proprio perché stanno salendo alla ribalta dell'accettazione comune (proprio come gli stronzi vengono a galla), tutti i segnali dell'abbandono delle proprie coscienze.

E' come se la gente accettasse di spegnersi. E questi palinsesti televisivi non fanno altro che (goccia dopo goccia) svuotare le coscienze della gente. Spostare il proprio giudizio in ordine "morale" alle vicessitudini di quattro teste di cazzo su un isola "deserta" è la "naturale" evoluzione di un percorso innescato con le telenovele negli anni 80.

Si soffre, si gioisce, ci si incazza, si ride, si sorride, si giudica, ci si infervora ... al posto degli altri. Immedesimandosi e galvanizzandosi nel nulla. Si sta imponendo, attraverso la televisione, un fenomeno di Transfert collettivo... ed è sempre più lampante che il popolo - più riesce ad infervorarsi per difendere un determinato paladino televisivo, meno riesce a difendere le proprie ragioni nella realtà quotidiana. E' un gioco che ha il suo profondo perché nelle cosiddette valvole di sfogo.

La nostra comunità, la nostra gente, la società, è volutamente stretta in una pentola a pressione, e la televisione indirizza il nostro potere verso uscite di sicurezza illusorie. Così l'isola dei famosi, così Facebook per la spersonalizzazione del contatto umano. Poco contano i vantaggi di questi "sistemi di comunicazione" (che comunque vi sono) quando poi gli svantaggi hanno un peso immane e sproporzionato dall'altra parte... e non solo nel presente! poiché la semina di persone senza palle (uomini e donne) avviene proprio attraverso questi "Transfert".

La televisione gestisce input solo all'apparenza fuori sintonia, poiché l'output sarà comunque univoco e, dalle élite, previsto.

La televisione riesce a dare tutta la sua malefica funzione: - da una parte intimorisce, rende invivibile ogni sentimento di serenità e - dall'altra - procura su un piatto d'argento gli sfoghi necessari a decentrare il nostro effettivo potere, in soldoni: la nostra dignità. Ci svuotano.

Anche BOCCA DI ROSA ci aveva insegnato che l'amore sacro e l'amor profano, potevano percorrere un certo cammino.

Quindi prendiamo atto di come nei paradossi si celi sempre la ferocia di certe verità. In un certo senso questa storia ne è una comprova, che l'eredità lasciata dal Maestro aveva presagito. Qui non si parla più né di amore sacro, né di amore profano, ma solo di pruriti. Pruriti che, come è noto, hanno la loro patetica spiegazione, maggiormente in una collettività infantile ... proprio come quella che si appassiona a simili teatrini televisivi squallidi, decadenti, nocivi.
_________________
Misti mi morr Z - 283 - Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno
Inviato il: 25/2/2011 5:01
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  •  incredulo
      incredulo
Re: Che peccato: una De Andre' all’Isola dei Famosi.
#4
Sono certo di non sapere
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Citazione:

In questo caso, però, la notizia risulta comunque interessante, anche se sgradevole. Alla nuova edizione dell’Isola dei Famosi, infatti, prende parte anche Francesca De André, che purtroppo non ha soltanto lo stesso cognome del grandissimo Fabrizio ma è proprio sua nipote, essendo una delle figlie di suo figlio Cristiano. La “grande novità” di quest’anno, infatti, è che le combriccole in gara sono due invece che una. E se la prima è composta, come al solito, di persone che almeno un po’ famose lo sono, o lo sono state, la seconda è invece formata da gente che è stata scelta solo perché è parente di qualche personaggio più o meno noto. Ad esempio: la madre di Valeria Marini, il fratello di Marco Materazzi, la sorella di Mario Balotelli. Per altre candidature illustri (il cugino di Mago Zurlì, il bisnipote di Zorro, e lo zio di Batman) bisognerà attendere: ma le ricerche, c’è da presumere, sono già state avviate.

Bell' articolo, che denuncia e fa riflettere su cosa siamo diventati e quali siano le cazzate che ci appassionano.

In questo senso, l'esempio fra nipote e nonno, e' evidente.

Un abisso di "sentire", diverso, figlio dei tempi che hanno vissuto e stanno vivendo i protagonisti.

Ma io toglierei il parallelo nonno=genio, nipote=zoccola

Mantenendolo non si fa altro che fare lo stesso ragionamento veicolato da Simona Ventura, per cui sei importante non per quello che sei, ma per il cognome che porti.

Questo avvenimento, dovrebbe farci riflettere, come evidenziato da tutti, quale abisso di vuoto debbano affrontare le nuove generazioni.

Non gli butterei la croce addosso, debbono affrontare questa realta' e l'affrontano con le armi che hanno.

La riflessione dovrebbe andare al perche' non sappiamo piu' esprimere altezze espressive degne di tale nome.

Perche' abbiamo CREATO un mondo siffatto che ci snatura e ci rende simili a caricature.

A chi GIOVA questo stato degradante dell'ESSERE.

La nipote di Faber non vive ai tempi di Faber, e' figlia del nostro tempo ed esprime i "valori" del nostro tempo.

Cio' non intacca minimamente , la grandezza di Fabrizio de Andre'.

Un saluto
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Gesù Cristo è Verità. Io sono la Via, la Verità e la Vita.
Inviato il: 25/2/2011 7:06
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  •  florizel
      florizel
Re: Che peccato: una De Andre' all’Isola dei Famosi.
#5
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Calvero
Citazione:
la ciliegina sulla torta (e c'era da aspettarselo) l'ha messa egregiamente Florizel.

Fa parte del mio mestiere…
Però vedo che anche te non scherzi.

E ritengo che l’andare sul personale sia diventato un obbligo, ed una necessaria via d’uscita, almeno se consideriamo quanto deprivante del giudizio (ho scelto questo termine apposta, senza timore che venga ritenuto inidoneo) personale sia l’omologazione di massa, e quanto questo rientri negli obiettivi prefissati dal sistema che gestisce il mezzo televisivo.

Oggi più che mai sfuggire all’omologazione comporta la coscienza di quanto importante sia conservare la capacità di critica e di giudizio di OGNI singolo, esattamente per contrastare quello che chiami, a giusta ragione, il Transfert collettivo.
Su una cosa non sono del tutto d’accordo:

Citazione:
La televisione ha imparato a farsi adottare. Nel senso che quello che crea e standardizza a "stile" diventa l'oggetto del desiderio.

L’equazione è rovesciata: io credo che la televisione abbia in realtà imparato come adottare il pubblico, non viceversa. O, semmai, il meccanismo è vicendevole, e si alimenta ormai automaticamente. Come un circolo vizioso, una droga.
Rifletti sulla tua stessa affermazione: “Si soffre, si gioisce, ci si incazza, si ride, si sorride, si giudica, ci si infervora ... al posto degli altri.”
Al posto degli altri implica che si è diventati degli spettatori, che si è arrivati a diventare bersagli dello spettacolo, nemmeno protagonisti diretti dello stesso; fruitori passivi, incapaci di determinare la scelta di adottare il mezzo. Obbligati a rispecchiarsi nei modelli proposti, quindi adottati e reclutati noi stessi (un noi generico, ovviamente...)

Citazione:
Lo scopo è, in primis, quello di rendere indirettamente risibile il potere dissacratorio della denuncia che Artisti veri sapevano "cantare" e "raccontare".

Vieni al mio ragionamento, e fai bingo: anch’io ritengo che a muovere le cose sia la consapevolezza di quello che produce accostare certi nomi al teatrino dell’effimero. Non solo: considera l’effetto che produce la messa in scena delle “parentele”: mostrare i componenti delle “famiglie” va a toccare ciò che la “famiglia” rappresenta per gli individui. E’ un modo, da parte della DIScultura televisiva, di comunicare l’inesorabilità delle sottrazioni dei nostri più prossimi all’affetto personale, tramite l’identificazione col personaggio famoso: se ci va sua figlia, o suo fratello, perché mai MIA figlia, o MIO fratello, non possono avere lo stesso momento di notorietà?
Siamo noi gli adottati.

Citazione:
Così l'isola dei famosi, così Facebook

Qui si va sul pesante. Non resta che internet per verificare quanto alto sia il rischio di venire fagocitati da un sistema di cose. Finora internet, compreso FB, hanno conservato un ambito di libertà d’azione e di pensiero tale da permettere a migliaia di individui di organizzarsi, il problema resta lo stesso: PER cosa?
E soprattutto: senza questo mezzo, evidentemente NON gestito da chi ne usufruisce, gli individui sarebbero ancora in grado di aggregarsi?
La risposta mi spaventa.

Quanto alla ragazza dal cognome impegnativo, come del resto in merito a qualunque altra persona, se è vero che “la sensibilità non si compra al mercato, né si ottiene dal DNA”, è pur vero che la trasmissione di valori appartiene all’ambito delle idee e dei sentimenti, come dimostrano certe battaglie in cui un’idealità espressa da pochi ha contagiato le centinaia, le migliaia, e le centinaia di migliaia.

Non c’è nulla da fare: chi gestisce il mezzo catodico ha capito perfettamente che l’individuo ha necessità di rispecchiarsi negli altri, trovando in essi la risposta e l’approvazione. Il resto ha significato semplicemente “sostituirsi” al nostro prossimo, e sostituire un valore con un DISvalore spacciato come cosa a cui anelare.
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Inviato il: 25/2/2011 12:56
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  •  florizel
      florizel
Re: Che peccato: una De Andre' all’Isola dei Famosi.
#6
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Ma io toglierei il parallelo nonno=genio, nipote=zoccola
Mantenendolo non si fa altro che fare lo stesso ragionamento veicolato da Simona Ventura, per cui sei importante non per quello che sei, ma per il cognome che porti.


Eppure, se la ragazza si fosse chiamata Esposito, o Cazzaniga, non credo avrebbe sortito lo stesso effetto.
Quella è stata scelta esattamente perché “figlia di”, o nipotina.

Citazione:
Non gli butterei la croce addosso, debbono affrontare questa realta' e l'affrontano con le armi che hanno.


Purtroppo, anche ad adeguare le armi a questa realtà ci ha pensato la TV: sono le armi dell'effimero e dell'esibizione che sono state fornite, non certo le idealità ed il coraggio della critica; ahinoi, il sistema mediatico televisivo ha capito troppo bene anche questo, ed il mezzo coincide con il fine.

La disintossicazione potrebbe avvenire solo attraverso la percezione della particolarità delle nostre esistenze. Di OGNI esistenza.

La vedo difficile. Ma, da libertaria, voglio vederla ancora possibile.
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Inviato il: 25/2/2011 13:04
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  •  Calvero
      Calvero
Re: Che peccato: una De Andre' all’Isola dei Famosi.
#7
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Citazione:
La televisione ha imparato a farsi adottare. Nel senso che quello che crea e standardizza a "stile" diventa l'oggetto del desiderio.

L’equazione è rovesciata: io credo che la televisione abbia in realtà imparato come adottare il pubblico, non viceversa. O, semmai, il meccanismo è vicendevole, e si alimenta ormai automaticamente. Come un circolo vizioso, una droga.


Hai ragione, è così. Hai fatto bene a dare la dimensione precisa della cosa. Naturalmente concordo su tutto il resto, con un approfondimento:

Citazione:

Qui si va sul pesante. Non resta che internet per verificare quanto alto sia il rischio di venire fagocitati da un sistema di cose. Finora internet, compreso FB, hanno conservato un ambito di libertà d’azione e di pensiero tale da permettere a migliaia di individui di organizzarsi, il problema resta lo stesso: PER cosa?
E soprattutto: senza questo mezzo, evidentemente NON gestito da chi ne usufruisce, gli individui sarebbero ancora in grado di aggregarsi?
La risposta mi spaventa.


A questo bisogna sommare dei fattori che viaggiano in maniera esponenzialmente deleteria, in cui soprattutto Facebook sta diventando un arma che mira purtroppo a cercare la strada più semplice per interagire con il prossimo... da una parte, e una valvola di sfogo per sfogare le rabbie... dall'altra.

Io sono a prescindere in disaccordo nel prendere le scorciatoie e le strade più semplici. Soprattutto nell'era moderna. Per me questa è un equazione indissolubile nel mio animo (tanto per continuare sul personale): le vie comode NON sono attinenti a un esistenza sana e genuina: - cercare i percorsi più comodi in una società dove a farla da padrone e ideale da raggiungere sono i comfort, le distrazioni, l'edonismo, l'esibizionismo, diventa una contraddizione in termini se si vuole essere corroboranti a una causa di liberazione. E Facebook è troppo comodo.

Queste "mete" in cui le nuove generazioni sono state catturate, hanno già in sé le dinamiche delle scorciatoie e della forma-mentis delle " raccomandazioni"... facciamoci caso: -

edit-

... NON A CASO vi è un altro palinsesto denominato "I RACCOMANDATI" (capiamo?) - cioè un altro tassello orwelliano teso a distorcere il significante nei termini. Un ennesima abitudine a rendere il concetto di scorciatoia (scorciatoia=raccomandati) una cosa non deprecabile. E' l'instaurazione di una forma mentis tesa a non farci essere fermi sulle nostre gambe, a rendere cioè risibile « il farcela» o come si suol dire a farcela - DA SOLI - cristo!

Sono quegli infiniti IN-PUT di cui ho parlato nel primo intervento, e che hanno una precisa dislocazione nei programmi televisivi (termine azzeccato: - programmi=destrutturazione imposta dei valori di forza e volontà) .. e questi programmi hanno una precisa sintonia e ordine del giorno. Un sottile lavaggio del cervello. E lo ripeto per la decima volta, il lavaggio del cervello non è una cosa o Bianca o Nera.

Possiamo anche sommarci un'altra Trasmissione Televisiva: il gioco dell' "indovinare le Facce" distorte al Photoshop, di quello stronzo di Papi. Per l'ENNESIMA VOLTA il pubblico viene spinto in un Transfert teso, inconsciamente, a spostare il nostro baricentro nelle celebrità. Altro elemento di spersonalizzazione. Altra scorciatoia per rifuggire a tenere ben salde le nostre gambe nella quotidianità. Noi diventiamo sempre meno importanti. E sempre più attirati a vivere il Gossip come un decentramento, quasi come una responsabilità nel vergognarsi a non sapere chi sono "gli altri".

Ergo, tornando al discorso di Facebook... trovo i pesi della bilancia ormai notevolmente spostati da una parte ed è da questo concetto che rimane in me ferma l'idea di come soltanto le azioni quotidiane, la disobbedienza, e i boicottaggi possano creare un cedimento strutturale del teatrino sia economico e sia del teatrino televisivo. Cioè la strada più difficile. Poiché non galvanizza. E la lotta quella vera, è lenta e meritocratica solo alle lunghe distanze.


Citazione:
Non gli butterei la croce addosso, debbono affrontare questa realta' e l'affrontano con le armi che hanno.


Ok, concordiamo con la metafora del non buttargli la croce addosso, e sosteniamo quella di prenderli a calci nel culo.
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Re: Che peccato: una De Andre' all’Isola dei Famosi.
#8
Ho qualche dubbio
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Il piacere di una discussion splendida. Grazie Flo, grazie Calvero, grazie Ribelle. Così, lo volevo dire :)

@flo

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Qui si va sul pesante. Non resta che internet per verificare quanto alto sia il rischio di venire fagocitati da un sistema di cose. Finora internet, compreso FB, hanno conservato un ambito di libertà d’azione e di pensiero tale da permettere a migliaia di individui di organizzarsi, il problema resta lo stesso: PER cosa?
E soprattutto: senza questo mezzo, evidentemente NON gestito da chi ne usufruisce, gli individui sarebbero ancora in grado di aggregarsi?


Internet non ha amplificato nient'altro ciò che era già nella società? Non è mai facile capire la causa e l'effetto. E la tv che ha prima creato e poi assorbito l'esistente, o vice versa?

In ogni caso, non credo internet conceda libertà di azione, sembra piuttosto illusione. Basti pensare ad alcuni fatti che diventano realtà solo se diventano tv o quotidiano, ma anche peggio. Internet è il limite, il guardiano dell'estremismo, se volete, oltre il quale scatta la perquisizione istituzionale, l'arresto polizesco.

In tutto ciò si inquadra proprio il discorso aperto da Ribelle. La De Andrè, anche ella figlia dei suoi tempi, tutti siamo figli del nostro tempo. Ma...

"Lottavano così come si gioca
i cuccioli del maggio era normale
loro avevano il tempo anche per la galera
ad aspettarli fuori rimaneva
la stessa rabbia la stessa primavera...”

@Calvero

Citazione:
tornando al discorso di Facebook... trovo i pesi della bilancia ormai notevolmente spostati da una parte ed è da questo concetto che rimane in me ferma l'idea di come soltanto le azioni quotidiane, la disobbedienza, e i boicottaggi possano creare un cedimento strutturale del teatrino sia economico e sia del teatrino televisivo. Cioè la strada più difficile. Poiché non galvanizza. E la lotta quella vera, è lenta e meritocratica solo alle lunghe distanze.


Ciò che più mi rende scettico è il fatto che facebook ed internet in generale siano oramai visti dal sistema di potere come l'arma del futuro per la democrazia. L'intento, come detto sopra, è proprio quello di controllare il dissenso, permettere ma regolare, come ogni fatto democratico. Sarà che vedo nero, ma se facebook è specchio di chi incontro in strada o nei bar, o nei posti di lavoro, allora io non ci vedo speranza. Non perché la società sia merda, ma perché internet è stato per me la più grande delusione della mia vita politica, diciamo così. E' stato il dilagare di tutto il peggio che c'è in noi, l'amplificare della distruzione di ogni principio di rispetto vero il prossimo. Quel passo in più che ha permesso alla democrazia più democrazia, e qui inteso in senso dispreggiativo. Nel quale ognuno può dire la sua, concetto abbracciato dall'intellighenzia progressista sovrastrutturale, proprio al fine di creare più entropia, più caos, più bordello, in gergo.

Un'ultima nota. Avevo visto Cristiano De Andrè a Napoli, mi aveva fatto davvero una bella impressione. Non sembrava affatto chi poteva tirarsela perché figlio di. Bella voce e grandi interpretazioni delle canzoni del padre.
Inviato il: 25/2/2011 16:01
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  •  florizel
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Re: Che peccato: una De Andre' all’Isola dei Famosi.
#9
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Calvero

Citazione:
Facebook sta diventando un arma che mira purtroppo a cercare la strada più semplice per interagire con il prossimo... da una parte, e una valvola di sfogo per sfogare le rabbie... dall'altra.


Forse non più “semplice”, ma più “facile”. Come da spettatori passivi, come da sindrome da identificazione, nessuno deve più sforzarsi di trovare il modo di rapportarsi all’altro/a; e per di più, quando lo si fa, mostrarsi integralmente e per quello che si è, rasenta l’opzione. Tutto punta alla spersonalizzazione da sè e dalla propria individualità, e l’offerta della mistificazione è servita su un piatto d’argento.

Ovviamente il mio è un discorso non generalizzabile.
In questi giorni sentiamo spessissimo che la rivolta in Libia ha contato molto su internet, che questo è stato uno spazio determinante che ha fatto da cassa di risonanza per le moltitudini disposte a morire, per liberarsi di quel pezzo di merda che è Gheddafi.
Non so di che tipo sia la TV libica o egiziana, né su quale logica siano impostate, ma ho la sensazione che la nostra sia abbastanza deleteria da concorrere ad inibire qualunque reattività.
Un modo per dire che qui la dittatura ha un’altra faccia, quella della “offerta informativa e culturale”, ed il parallelo orwelliano ci sta tutto.

Il boicottaggio, dici… le azioni quotidiane… il discorso si fa articolato: facci caso, l’unico momento in cui ci si può trovare da SOLI è davanti ad una TV. Tutto, al di fuori di quell’ambito e sempre come parte di un meccanismo a mio avviso studiato (o quanto meno di cui si conoscono gli effetti), concorre a creare mille occasioni di “consumo” fine a se stesso, o per farsi un bagno di folla; ma quasi mai ciò costituisce occasione di incontro, di condivisione e di scambio.

Le azioni quotidiane implicano la condivisione di idee a cui si approda individualmente, e quando avviene che i singoli approdino ad un’idea comune, scatta la repressione ed arrivano i manganelli. O gli eserciti (e quando essi si spaccano ci sono sempre i mercenari che sparano dietro lauti compensi…).

In Italia sembra che siano state tette, culi, reality show e programmino rassicuranti ad aver fatto metà del lavoro che normalmente farebbero dei dittatori dichiarati. Dico, un po’ di vento dal sud qui sembra non arrivare mai… Ma sto divagando…

Citazione:
concordiamo con la metafora del non buttargli la croce addosso, e sosteniamo quella di prenderli a calci nel culo.


O di chiuderli in una stanza a meditare, naturalmente.
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"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 25/2/2011 22:08
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Re: Che peccato: una De Andre' all’Isola dei Famosi.
#10
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eris

Citazione:
Internet non ha amplificato nient'altro ciò che era già nella società? Non è mai facile capire la causa e l'effetto.


No, in effetti no. Ma credo che le varianti dipendano da situazioni diverse, da paese a paese, da società a società. Qui ci sono mille mila opportunità in più di far viaggiare un’idea in internet, e senza alcuna limitazione. Eppure, malgrado ciò si fa fatica ad organizzarsi autonomamente, a prescindere da organismi politici o statuali che predispongano le cose.
In un certo senso hai ragione te: internet ha amplificato ciò che già è nella società.

Citazione:
non credo internet conceda libertà di azione, sembra piuttosto illusione.

Concordo, per quello parlavo di conservazione di alcune opportunità. Che potrebbero finire, o paralizzarci, invece che portare nelle piazze e nelle strade. La sindrome dello “spettatore” è in agguato anche nel web: scrivere e comunicare in questo ambito rischia di paralizzare e parzializzare le capacità tutte degli individui.

Nota: molto gradevole anche "chiacchierare" con te.
Ciao.
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Inviato il: 25/2/2011 22:09
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Re: Che peccato: una De Andre' all’Isola dei Famosi.
#11
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Citazione:
Questo avvenimento, dovrebbe farci riflettere, come evidenziato da tutti, quale abisso di vuoto debbano affrontare le nuove generazioni.


Esatto. E anche qui che purtroppo facciamo solo chiacchiere, magari sarebbe utile scoprire cosa sia questo maledetto -vuoto-. Diciamo che «l'abisso», credo, sia il concetto di alter-ego espresso in ogni manifestazione di intrattenimento. Non per niente il mondo dei Video/game avanza da paura ...da una parte. Mentre dall'altra .. la TV impera nel Transfert di cui parlavamo sopra. E quando qualcosa di fisico si fa, dove si finisce? nel mondo del Calcio: l'ennesima forma di droga e di contagio.

Se passi al bar, la linea generale dei discorsi non ha nessun riferimento personale. I ragazzi col trancetto di pizza che fanno comunella nei centri commerciali parlano di quello che si sono detti 10 minuti prima su Facebook. E non solo i ragazzi. Se vai nelle discoteche è solo un guazzabuglio di gente che sfoga la noia. Fino a vent'anni fa, almeno, nelle discoteche non trovavi ragazzini e ragazzine di 13 anni alle due di notte vagare nelle Sale mentre le cubiste fanno vedere il buco del culo e mimano amplessi con i pali di ferro. Qui accade spesso e anche se non è ancora la norma, lo sta diventando.

Il concetto stesso di "telefonino" ha travalicato l'unica possibilità che poteva avere di essere utile. I ragazzini sono reperibili (WOW che figata) e le mamme li possono chiamare quando vogliono. A sì? ma pensa tu. Ma la mamma ha finito di fare la mamma ... e non si mettono così in moto gli equilibri naturali dell'interazione diretta. E il crescendo aumenta, aumenta, aumenta. E il contatto diminuisce, diminuisce. Il problema per i figli (se mai sia un reale problema) non è mai stato quello di poter controllare i loro movimenti e quindi vigilare sulla loro "sicurezza", ma quello di amarli senza intermediazioni.

I ragazzini si mandano sms alla velocità della luce, ma se si trovano davanti ad un citofono e si affaccia la mamma dell'amichetto alla finestra per chiedergli cosa vuole, allora si impappinano e si ingoiano il moccolo del naso. Piccoli froci crescono.

Come dice Georg Carlin, sono diventati oggetti di culto, feticci da mostrare, insieme alla loro intelligenza di saper già parlare l'inglese a 12 anni, di saper usare il computer a 10 ... ma questa non è intelligenza: questa è standardizzazione. Questa è MERDA.

A ciò sommiamo i miti creati dalla televisione. E la razza umana si sta svuotando (grazie alla vanità della scienza) dei suoi errori, dei suoi difetti, dei suoi contrasti. L'uomo è una cosa sporca, e i bambini si devono rompere i denti sul cemento quando giocano e devono sentire il peso dell'autorevolezza, che altro non è che il parametro della vita, e cioè che ancora non hanno capito un cazzo. E devono stare al loro posto. Quindi devono ascoltare, sognare e giocare nella realtà; devono giocare, sognare e ascoltare. E devono prendere uno schiaffo sui denti quando alzano la cresta, poiché non sono ancora abbastanza alti per osservare le prospettive del mondo adulto.

Ovvio che si sia creato a tavolino (colpa ne ha anche la forma mentis del telefono azzurro) ... un percorso ludico fallace, distorto, illusorio; dove ogni componente fa leva sull'apparire e non sull'essere. Lo stesso gioco del calcio una volta aveva un perché genuino, ora anche quello è decentrato e il suo peso crea ambizioni per quello che i calciatori possono fare in società .. e non fondamentalmente per quello che fanno sul campo.

I genitori, questa generazione di genitori e quella precedente è colpevole.
Hanno innalzato i figli a delle creature di un futuro basato sull'arrivismo e hanno saltato completamente il presente.

Io dico invece che bisogna cominciare a riconoscere che la maggioranza dei giovani NON merita. Gli stronzi esistono. Poiché quelli che meritano (e vivono la loro età) vi sono e of-course, sono la minima parte. E ricevono il medesimo condizionamento degli altri.
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Inviato il: 26/2/2011 20:35
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  •  Calvero
      Calvero
Re: Che peccato: una De Andre' all’Isola dei Famosi.
#12
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Le azioni quotidiane implicano la condivisione di idee a cui si approda individualmente, e quando avviene che i singoli approdino ad un’idea comune, scatta la repressione ed arrivano i manganelli. O gli eserciti (e quando essi si spaccano ci sono sempre i mercenari che sparano dietro lauti compensi…).



Non può avvenire la repressione se non si foraggia il consumismo senza senso. Non possono obbligarti ad andare a comprare quello che non vuoi.

Già solo questo sarebbe un passo ENORME. Ma se non siamo neanche capaci di fare quello che non costa sangue, figuriamoci il resto.

Citazione:

In Italia sembra che siano state tette, culi, reality show e programmino rassicuranti ad aver fatto metà del lavoro che normalmente farebbero dei dittatori dichiarati. Dico, un po’ di vento dal sud qui sembra non arrivare mai… Ma sto divagando…



Leva pure il -sembra-: la componente sessuale è l'arma primaria per il lavaggio del cervello.

E' vero stiamo divagando, ma come non farlo? almeno si parla di cose serie. Il mondo vive i suoi squilibri grazia all'incapacità della gente di usare il proprio cervello. Una volta decentrato l' IO delle persone, non c'è più nessuno che possa intimorire. E' come per le Banche, una volta controllata la Moneta, non c'è Politica o Governo che possa fare qualcosa.

Idem per l'uomo. Una volta messo in atto un processo di spersonalizzazione attraverso la vanità scientifica, attraverso l'importanza data all'apparire, attraverso i dogmi dei Credo, non vi saranno Piazze gremite quanto si voglia, che possano fare incrinare il castello di carte.
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Inviato il: 26/2/2011 20:56
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  •  nygandy
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Re: Che peccato: una De Andre' all’Isola dei Famosi.
#13
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Sottoscrivo tutto calve'. Analisi da me pienamente condivise.
Inviato il: 26/2/2011 21:05
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  •  incredulo
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Re: Che peccato: una De Andre' all’Isola dei Famosi.
#14
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Citazione Calvero

Io dico invece che bisogna cominciare a riconoscere che la maggioranza dei giovani NON merita. Gli stronzi esistono. Poiché quelli che meritano (e vivono la loro età) vi sono e of-course, sono la minima parte. E ricevono il medesimo condizionamento degli altri.

Non so quanti anni tu abbia, ma forse ti sei dimenticato che lo stesso succedeva quando "i giovani" erano altri, nel mio caso io.

Anche quando ero giovane io c'erano ragazzi che meritavano, pochi, e altri che "non meritavano".

Anche quand'ero giovane io gli adulti mi sembravano tutti matti e ipocriti.

Un'iscrizione babilonese recita piu' o meno:" I giovani di oggi sono corrotti, hanno perso i valori fondamentali, non riconoscono l'autorita'"

Forse non era colpa delle televisioni di Berlusconi, allora e neanche dei videogame.

I giovani, DI TUTTE LE EPOCHE, sono appunto giovani.

Quelli di oggi, oltre ad avere tutte le caratteristiche proprie dell'essere giovani, hanno una difficolta' in piu'.

Sono SNATURATI dal loro essere persone.

Vivono un mondo virtuale e con questo devono rapportarsi.

Ma mentre noi eravamo piu' vicini alla TERRA, mentre noi avevamo punti fermi di riferimento, quelli di oggi non hanno paracadute, se la devono cavare facendo i "furbi" il piu' possibile, perche' questo e' l'unico modo per NON SOCCOMBERE.

E qui entrano in gioco tutti i tuoi ragionamenti sul perche' e sulle colpe che, come sempre, non stanno mai da una parte sola.

Un saluto
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Gesù Cristo è Verità. Io sono la Via, la Verità e la Vita.
Inviato il: 26/2/2011 21:06
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  •  Calvero
      Calvero
Re: Che peccato: una De Andre' all’Isola dei Famosi.
#15
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Citazione:


Non so quanti anni tu abbia


non te lo dico (ma si può trovare)

Citazione:
ma forse ti sei dimenticato che lo stesso succedeva quando "i giovani" erano altri, nel mio caso io.

Anche quando ero giovane io c'erano ragazzi che meritavano, pochi, e altri che "non meritavano".

.....
.....

CUT
....

Sono SNATURATI dal loro essere persone.

Vivono un mondo virtuale e con questo devono rapportarsi.

Un saluto


Giustissime riflessioni collega. Ma la mia non è nemmeno una esasperazione. Hai dimenticato, come concetto intendo, le accuse che muovo alla mia generazione e a quella prima dei cosiddetti genitori. Hai saltato un passaggio che se non lo metti insieme a tutta la critica, dopo pende troppo dall'altra. Non credo che stiamo dubitando delle difficoltà che i giovani, da sempre, hanno. Poiché DEVONO averle.

Il discorso dovrebbe andare più sul profondo, ma stasera non riesco. Comunque. L'uscita dall'infanzia e dall'adolescenza è sempre un trauma. Un trauma sottile e fragile che potrebbe "dominare" il resto della nostra esistenza.

Lo spartiacque che non si sta valutando è un nuovo processo in atto. L'era moderna è caratterizzata nell'essere un NEMICO a sé. Il problema è che in un modo o nell'altro, prima ci si doveva fare le ossa. Si possono cambiare tutti i contesti e quello rimane. Ma oggi si è messo in atto un nuovo inganno e cioè, per seguire la metafora: - che le ossa non servono - ..

Va bene che contrasti e contrasto quel che ci stiamo dicendo, perché possiamo rivelare un migliore equilibrio.
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Inviato il: 26/2/2011 21:23
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  •  Calvero
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Re: Che peccato: una De Andre' all’Isola dei Famosi.
#16
Sono certo di non sapere
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Solo per non perdere completamente il filo del Topic:

.. non è questo un attacco postumo al Maestro?
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Inviato il: 26/2/2011 21:37
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  •  astro7
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Re: Che peccato: una De Andre' all’Isola dei Famosi.
#17
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Salve a tutti …. E ben ritrovati !

Citazione:
.. non è questo un attacco postumo al Maestro?


Certamente che può esserlo…ma ancor di più è un attacco diretto a ciò che egli ha rappresentato per l’immaginario collettivo, attraverso la trasposizione artistica delle sue idee....in quanto egli denunciava e sublimava temi di contestazione sociali e politici . Inevitabile perciò che sia diventato l'incubo dei burocrati televisivi, e non solo. “Politicamente “parlando, tanto era il suo dissenso, che l'estrema sinistra gli affibbiava <del qualunquista> mentre la destra lo accusava di propaganda eversiva.

E dato che oggi -come già detto – imperversa sulle menti la filosofia dell’apparire piuttosto che dell’essere, e dove i valori vengono continuamente spostati <in avanti> in nome di una finta modernità, ecco che distruggere anche un minuscolo residuo di quella forma di pensiero diventa un imperativo.

In virtù di questo , ecco che anche una nipote d’arte diventa schiava inconsapevole di un gioco più grande di lei, ed alla quale, nonostante tutto, lei decide di stare … in nome di un finto riscatto personale(in quanto questo è quello che le hanno fatto credere per convincerla).
Un gioco perverso, senza senso, distruttivo.

A questo punto io mi chiederei fino a che punto il permissivismo (lasciatemi passare questo termine, anche se so perfettamente che non è esatto) è foriero di menti responsabili…. o più semplicemente, preambolo di un laissez-faire che conduce direttamente ai risultati che vediamo oggi.
La costernazione , per me, in questi casi è d’obbligo.

A presto.
Inviato il: 27/2/2011 1:34
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  •  Calvero
      Calvero
Re: Che peccato: una De Andre' all’Isola dei Famosi.
#18
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@ Astro

sottoscrivo profondamente
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Inviato il: 27/2/2011 4:33
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Re: Che peccato: una De Andre' all’Isola dei Famosi.
#19
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Calvero

Citazione:
L'uscita dall'infanzia e dall'adolescenza è sempre un trauma. Un trauma sottile e fragile che potrebbe "dominare" il resto della nostra esistenza.


E, quindi, le “nuove opportunità” si rivolgono ad un target di pubblico sempre più giovane…

astro7
Citazione:
“Politicamente “parlando, tanto era il suo dissenso, che l'estrema sinistra gli affibbiava <del qualunquista> mentre la destra lo accusava di propaganda eversiva.


Succede quasi sempre, a chi si schiera AL DI FUORI e AL DI SOPRA di ciò che viene fornito dal sistema stesso…

“È in questo periodo (per circa 10 anni, dal 1969 al 1979) che De André viene sottoposto a controlli da parte delle forze di polizia e dei servizi segreti italiani."

In base a quanto ricostruito quando questa informazione è stata resa nota negli anni novanta, inizialmente i controlli sarebbero stati effettuati dopo che un suo conoscente, simpatizzante del marxismo-leninismo, era stato indagato durante le prime inchieste sulla strage di piazza Fontana (allora ritenuta dagli inquirenti di matrice rossa).

Negli anni successivi, pur non individuando prove di una sua partecipazione attiva a gruppi politici, extraparlamentari o meno, De André viene ritenuto dal SISDE un “simpatizzante delle BR” , mentre l’acquisto, insieme alla moglie Dori Ghezzi, di un terreno a Tempio Pausania, viene considerato un tentativo di creare un rifugio per appartenenti ai movimenti extraparlamentari di sinistra.”


“Tuttavia anche Fabrizio De Andrè ebbe i suoi fastidi nel 1967, quando si dovette presentare davanti al tribunale di Milano per rispondere del reato di produzione di materiale osceno. Il testo incriminato è quello della canzone Carlo Martello, il re che torna dalla battaglia di Poitiers viene considerato immorale dai censori nostrani. De Andrè fu anche indagato per le strofe di Una storia sbagliata dedicata alle morti misteriose di Wilma Montesi e Pierpaolo Pasolini.”

Tutto dimenticato. Qualcuno avrà spiegato alla bambina di casa a cosa e a chi sta prestando la sua immagine e la sua persona?
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Inviato il: 27/2/2011 16:44
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#20
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Citazione:


E, quindi, le “nuove opportunità” si rivolgono ad un target di pubblico sempre più giovane…



Soggiogare uno spirito libero, man mano che il mondo si fa sempre più moderno, deve essere un opera inversamente proporzionale alla maturità delle persone. Una volta (e bastano 60 anni fa) erano gli adulti a preoccupare il Potere. Nel senso che l'inganno non poteva essere operato in età troppo anticipata, essendo quella società ancora ben ferma nel tenere i bambini al loro posto.

La maturità delle persone poggiava su valori più genuini, meno articolati, meno artificiosi: insomma, il Bianco, il Rosso e il Nero potevano inserirsi nei tessuti sociali e nella coscienza collettiva con risultati positivi (intesi per la propaganda) che nei decenni avrebbero dato cicli controllabili.

Sarebbe una barzelletta stupirsi del fatto che un calcolo strategico non si fosse messo in moto sul "crescendo" della società.

Possiamo trarne le equazioni facendo un calcolo inverso o per esclusione. Era ovvio che prima o poi il muro, quel muro, sarebbe crollato e, con esso, la distinzione dei colori tutti, e piano una nuova mentalità di approcciarsi alle ideologie prendeva piede. Il crollo del Muro di Berlino è stato uno spartiacque profondo nella psicologia delle masse. Una cosa calcolata. Credo in previsione del fatto che le contrapposizioni storico/ideologiche non possono reggere che un tot di anni ... e ..

...intanto, di passaggio, quelle che per me non sono e mai saranno coincidenze: il 9/11 del 1989 inizia la caduta del muro, e a partire dai due mesi precedenti l'11/9 del 1989 più di 13.000 tedeschi dell'Est scapparono verso l'Ungheria; all'annuncio che non sarebbe stato consentito di attraversare la Cortina di ferro ai cittadini non ungheresi.. così come anche l'11/9 del "73 Pinochet la CIA fece il Golpe

(ogni crollo è e sarà sempre una demolizione controllata: - in senso lato e in senso letterale, come LC sa benissimo )

Se si guarda indietro si vede l'enorme "sforzo" per fare in modo che le comunicazioni inter-personali facessero un balzo pauroso in avanti; si vede come la questione sicurezza potesse dare infiniti input a far sì che i figli possano interagire in sicurezza e in sicurezza essere reperibili (in soldoni: si è reso legittimo By-Passare i genitori dai loro compiti naturali); si vede come, insomma, in una società dove i colori primari sarebbero sempre stati più tendenti al "Grigio" .. si è fatto in modo che i nuovi miti soppiantassero i vecchi. Ha iniziato Carosello l'opera maledetta (altro che Berlusconi), che infatti coincideva con l'inizio del boom economico, così Carosello veniva a "insegnarci" come il «superfluo» sarebbe diventato sempre più, sempre più, sempre più, il «necessario».

Ecco perché le “nuove opportunità” si rivolgono ad un target di pubblico sempre più giovane…. Perché gli adulti (intesi come età soggiogabile) da circa vent'anni - li hanno già estinti. La frenesia e la mancanza di respiro; la compulsività degli standard imposti attraverso il mondo del lavoro, potevano spaventare oltremisura i bambini e coloro che si affacciano dall'infanzia e dall'adolescenza su questo nuovo mondo con colori sempre più disordinati.

Per annebbiare le nuove generazioni (e non spaventarle quando si affacciano alle strade adulte), bisognava connetterli a una realtà che non poggia da nessuna parte se non, appunto, sull'edonismo imposto attraverso la spersonalizzazione delle passioni.

Anche l'egoismo ha una sua nobile accezione, e anche ciò si è mortificato e inquinato da questi nuovi Dei. La reale meritocrazia personale viene derisa (si veda come concetto, la trasmissione - I raccomandati).

Il baricentro per l'uomo non è più l'uomo, ma l'immagine gratificante che esso può presentare al suo prossimo. Si tratta di essere appaganti al vicino di banco, al vicino di casa, al collega di lavoro .. e così, fino alla tomba. Senza mai (questo ci aspetta oramai) essere stati noi stessi.

Isola dei Famosi - Grande Fratello - Facebook - Twitter - - I raccomandati - Trasformat - (e tutti i loro simili) sono la medesima merda: - se osservati con il filtro giusto allora si vedrebbero nella loro terribile realtà:

- programmi destrutturanti per spostare il baricentro dell' ESSERE in quello dell'APPARIRE. Purtroppo pare brutto usare questi termini come fosse una sorta di pseudo/filosofia ZEN, ma il gioco è prettamente e profondamente psicologico. E' un lavaggio del cervello di potenza tale, che ne sfugge anche quantificarne il degrado che sta imponendo sulle menti dei giovani.
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