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   Storia, Arte & Cultura
  Educazione alla violenza

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  •  lupetto
      lupetto
Educazione alla violenza
#1
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 21/10/2005
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Karl Popper, uno dei maggiori filosofi del '900 è morto nel 1994 e quindi non ha visto lo spettacolo dell'11.9 e le sue conseguenze, ma ha detto cose che mi sembrano in questi giorni estremamente interessanti.

Per realizzare una società liberale (aperta) Karl Popper indica le seguenti priorità:
1) Pace;
2) Limitazione dell’esplosione demografica;
3) Educazione

"Se vogliamo perseguire la pace, non possiamo educare i bambini alla violenza e per evitare questo è necessario ricorrere anche alla censura."

Intervistato su questo punto che sembra contraddire il concetto di società aperta, Popper dichiara: “Mi dispiace dirlo proprio perché sono un liberale e non sono favorevole alla censura. Il fatto è che la libertà dipende dalla responsabilità. Se tutti fossero pienamente responsabili (...) e considerassero gli effetti delle loro azioni sui bambini, non avremo bisogno di censura, ma purtroppo le cose non stanno così e la situazione è andata peggiorando: la gente vuole sempre più vilenza, chiede alla televisione di mostrare più violenza. Non possiamo accettare che si vada avanti così.”

“Sono stato un educatore di bambini e so che non amano la violenza. Quando capita di vedere al cinema film di avventura con qualcuno che muore, sappiamo bene che i piccoli chiudono gli occhi appena la situazione si fa pericolosa. Ma questo accade fino a quando qualcosa non si spezza in questo loro atteggiamento. E come i cavalli che vengono addestrati ad affrontare la violenza, così anche i bambini finiscono per chiedere sempre più violenza perché l’abitudine prevale sui loro sentimenti di paura e di avversione.”

“E’ nostro dovere educarli correttamente proprio come è nostro dovere insegnare loro a leggere e a scrivere. Dobbiamo evitare la caduta delle resistenze naturali alla violenza nella maggioranza della popolazione.”


La libertà - aggiunge Popper richiamandosi alla formulazione di Kant - esiste solo in forma limitata, nei limiti della libertà da concedere agli altri. Dove i limiti vengono superati deve intervenire la legge. Perciò “se noi educhiamo meglio i nostri bambini, anche ricorrendo alla censura, allora possiamo avere più libertà. Se ce ne dimentichiamo avremo meno libertà.”

“Se andiamo avanti come stiamo facendo ora, ci troveremo presto a vivere in una società in cui l’assassinio sarà pane quotidiano.”


Ho visto di persona la verità di quello che dice Popper. Mia figlia, che fino a due anni fa chiudeva gli occhi anche alle scene violente dei cartoni animati, adesso ha otto anni e pretende di vedere in Wrestling in TV e protesta furiosamente al mio divieto: “Non capisci niente papà, quello è tutto finto, non c’è niente di male.”

Lo so, è tutto finto, come sono finti i film. Questo ci porta a superare la barriera psicologica, ci fa aprire gli occhi davanti allo spettacolo “finto” di assuefazione alla violenza.

Il meccanismo naturale per cui la scena violenta ci fa soffrire per immedesimazione con la vittima (l’istintiva identificazione con la vittima è la base della solidarietà umana, è quell’impulso che ci porta a separare due litiganti a prescindere dai torti e dalle ragioni) si rovescia nel desiderio di vedere il nostro campione primeggiare, sconfiggere, opprimere l’altro e ci fa esultare del suo trionfo, ignorando la sconfitta e l’umiliazione dell’altro.

Una volta abituati a scegliere, a parteggiare con uno dei contendenti (di solito il più bello e il più forte) anche di fronte alla violenza vera faremo istintivamente una scelta e ovviamente sceglieremo il vincente: “Se lo sta picchiando avrà le sue ragioni”, “Lo stanno pestando per difendere noi, quella è la violenza degli eroi”.

La nostra educazione, ormai tutta basata sui mezzi di comunicazione di massa ai quali nessun genitore o insegnante può opporsi se non vuole essere ridicolizzato e sbeffeggiato, si affida ai “maestri” del cinema come Quentin Tarantino che ci presenta un nuovo film (Hostel) con il massimo di “contenuti violenti, scene truculente, inquadrature brutali - La vera sfida è guardarlo fino in fondo.
Tarantino ha già dato tanto a questo tipo di educazione, con la sua capacità di trasformale la violenza in gioco e ironia, e trova il terreno spianato da anni di cartoni giapponesi dove si combatte con ogni genere di arma e di fantasia, di violentissimo wrestling offerto a bambini piccoli, di tifo calcistico trasformato in esibizioni di odio, uccisioni vere come quella di Quattrocchi trasmesse per i bambini nel telegiornale del pomeriggio e poi c’è anche quella violenza tutta psicologica, carica di cinismo assoluto, di spettacoli leggeri come “Camera Caffé”, un ufficio dove nessuno lavora, ma sono tutti perennemente impegnati in un gioco di massacro psicologico.

Episodi come quello recente di Sassuolo (ma la stessa cosa accadde nel 2001 per le violenze di Genova) aprono polemiche senza fine perché oltre al fatto in sé (un arresto eseguito con modalità molto violente) entrano in discussione le reazioni emotive, infatti le persone che conservano la naturale simpatia per la vittima non possono accettare che la polizia invece di impedire le violenze sia essa stessa apportatrice di violenza; le persone ormai assuefatte alla violenza, avendo cancellato la dimensione non-violenta come possibilità reale di convivenza, godono nel vedere il trionfo della polizia: quanto più violenta è l’affermazione della polizia sul presunto criminale, tanto più sarà godibile la scena come trionfo del giusto.

Non si tratta solo di capire se il presunto criminale è un vero criminale, se merita o non merita la punizione. Il problema è un altro: il sistema punitivo è affidato ai giudici che devono esercitarlo secondo le regole del processo, e l’anticipazione poliziesca della punizione, anche se giusta, trasferisce il potere punitivo ad una forza violenta che non ha e non può avere il dovere di fare accertamenti o di ascoltare la difesa. Accettando questo si accetta la cancellazione di ogni garanzia di legalità.

MI scuso per la lunghezza e concludo con parole di Popper:
“Lo stato di diritto esige la non-violenza, che ne è il nucleo fondamentale”. Se siamo d’accordo su questo dobbiamo fare qualcosa.
Non solo non possiamo giustificare i vignettisti e i ministri che vanno ad esibire le vignette provocatorie, non possiamo giustificare i carabinieri di Sassuolo, nemmeno quando riusciamo a comprendere la loro reazione in una situazione realmente difficile.

Dobbiamo agire sull’educazione, e all'educazione civica partecipano anche i giornalisti, i ministri, i carabinieri… dobbiamo agire sulla formazione delle coscienze che non avviene più tra la casa, la chiesa e la scuola, ma avviene in Tv, al cinema, in palestra, per strada.
Inviato il: 3/3/2006 19:51
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  •  fiammifero
      fiammifero
Re: Educazione alla violenza
#2
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 28/2/2005
Da ROMA
Messaggi: 5691
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Citazione:
Se vogliamo perseguire la pace, non possiamo educare i bambini alla violenza e per evitare questo è necessario ricorrere anche alla censura."


Non mi dire che Popper non ha letto la Bibbia,le favole dei F.lli Grim e &


Citazione:
Dobbiamo agire sull’educazione, e all'educazione civica partecipano anche i giornalisti, i ministri, i carabinieri… dobbiamo agire sulla formazione delle coscienze che non avviene più tra la casa, la chiesa e la scuola, ma avviene in Tv, al cinema, in palestra, per strada.


Fico! niente più storia,vangelo,religioni,tv,media,cinema,palestra,
tutti lobotomizzati!
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Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Inviato il: 3/3/2006 20:19
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  •  soleluna
      soleluna
Re: Educazione alla violenza
#3
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 29/3/2005
Da orbita di Anarres
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mi permetto....

In situazioni di violenza manifesta tutti i protagonisti necessitano di “una relazione li sostenga nel pensare i pensieri difficili” (Pietropolli Charmet, 1999, p.65) unica possibilità per elaborare e non essere precipitati verso il punto di non ritorno di un acting out.
Prima che questi segnali d’allarme si mostrino è possibile fare qualcosa ancora prima? Si ritiene in modo assai provocatorio, ma non troppo, di dover rifarsi ad un illuminante saggio di Guggenbühl dal titolo "Reintrodurre i demoni nell’educazione" nel quale così si esprime l’autore:
”ciò che manca all’educazione è un rituale in cui il contenuto dell’ombra possa essere guardato (…) le potenze ctonie sono assenti: spinta al potere, gelosia, violenza, sadismo, odio ecc. Le immagini basilari dell’educazione escludono questi aspetti della psiche umana, nella credenza ingenua che, non rivolgendosi a questi lati della psiche, essi possano scomparire. (…) i bambini dovrebbero essere in grado di discutere dei conflitti e di evitare di agire violentemente (…) la psiche umana è governata da opposti. Se un lato della polarità viene eccessivamente enfatizzato, il polo opposto attrae energia (…) ciò è conosciuto come enantiodromia. (…) il mito del bambino divino è ancora un tema centrale nella nostra cultura, ma come una proiezione sui nostri bambini (…) la loro ombra non viene accettata (…) i bambini sentono che il nostro atteggiamento verso di loro è unilaterale (…) i bambini hanno diritto alla loro ombra, ad avere fantasie distruttive, a essere annoiati o sadici. (…) dobbiamo restituire loro il diritto ad avere la loro ombra e rispettare i demoni dentro di loro. Ciò significa che dovremmo rivolgerci a loro come ad esseri con ambivalenze, desideri incontrollabili e fantasie distruttive. (…) per dare al bambino una possibilità per riflettere la sua ombra, i curricula educativi hanno bisogno di includere argomenti legati all’ombra; accanto alle storie delle nostre virtù dovrebbero esserci storie di distruzione, orrore, ambivalenza, rabbia, fallimento e odio. La scuola deve offrire ai bambini delle sfide esistenziali, situazioni che possono essere risolte a fatica, che sono difficili e apparentemente impossibili” (Guggenbühl in AA.VV. 1999, pp.194-202).

Questo estratto offre parecchi spunti di riflessione anche per ciò che concerne l’educazione familiare e non solo quella scolastica, spiega perché i bambini adorino le storie di maghi e streghe, perché amino giochi di guerra e animali mostruosi, essi hanno così l’opportunità di vivere simbolicamente e dunque di non agire l’impulsività aggressiva che è dentro ciascuno di noi. Il che vissuto bene nell’infanzia renderà questa modalità di pensiero una pista preferenziale per gestire i conflitti una volta adulto.
È questa capacità che distingue tra la disperante voglia di violare qualcuno e il farlo davvero.
“La salute del corpo e l’equilibrio della mente non si mantengono con la repressione delle passioni o peggio con la loro rimozione, ma con la loro . Scrive infatti Aristotele: Adirarsi è facile, ne sono tutti capaci, ma non è assolutamente facile, e soprattutto non è da tutti adirarsi con la persona giusta, nel modo giusto, nel momento giusto e per la giusta causa. Qui ci vuole intelligenza, quell’intelligenza che Nietzsche così descrive: Tutti sono convinti che l’intelligenza sia qualcosa di conciliante, di giusto, di buono, qualcosa di essenzialmente contrapposto agli impulsi, mentre essa è solo un certo rapporto degli impulsi tra loro. ” (Galimberti, 2003, p.19).
Forse è questa la via.

AA.VV. I quaderni di Yseos, Moretti e Vitali, Catania, 1999
Galimberti Umberto, I vizi capitali e i nuovi vizi, Feltrinelli,
Pietropolli Charmet Gustavo, Segnali d'allarme, Mondadori, Milano, 1999

Pat


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"perche' ballate e vi fate l'acconciatura, visto che qua e' impossibile anche comprare da mangiare?"
"perche' magari oggi e' l'ultimo giorno che viviamo, e vogliamo amarlo quanto piu' possibile"
Grozny
Inviato il: 3/3/2006 20:32
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  •  fiammifero
      fiammifero
Re: Educazione alla violenza
#4
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 28/2/2005
Da ROMA
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Sole,puntuale e precisa
Fiammifero la solita provocatrice
bella accoppiata
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le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Inviato il: 3/3/2006 21:50
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  •  Dusty
      Dusty
Re: Educazione alla violenza
#5
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 3/10/2005
Da Mondo
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Accidenti che bell'intervento Pat.

Fa piacere sapere che ci sono in giro insegnanti così, spero che i miei figli siano tanto fortunati da poter godere dell'educazione di una persona come te.

Dusty
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"Tu non ruberai, se non avendo la maggioranza dei voti"
-- Dal Vangelo Secondo Keynes, Capitolo 1, verso 1.
Il portico dipinto
Inviato il: 4/3/2006 0:07
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  •  lupetto
      lupetto
Re: Educazione alla violenza
#6
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 21/10/2005
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Citazione:
tutti lobotomizzati!


tutti no, ma molti sì e certi effetti si vedono.

Pat: mostrare la violenza cruda e nel modo più diretto possibile, come ci promette il film Hostel, è un modo per affrontare l'ombra o il mistero della vita?

Forse mi sbaglio, ma io non ho letto in Popper l'intenzione di censurare i demoni e di ridurre tutta l'educazione ad un razionalismo unilaterale.


Inviato il: 4/3/2006 11:11
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  •  soleluna
      soleluna
Re: Educazione alla violenza
#7
Dubito ormai di tutto
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Da orbita di Anarres
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Intanto un grazie a Dusty

Lupetto
Non conosco il film nello specifico, ma evidentemente il mio intervento è stato frainteso, poco male, mi sarò spiegata poco chiaramente.

Una cosa sono le scene visive violente, crude e quant'altro, un altra cosa è il poter elaborare simbolicamente, dalla più tenera età , contenuti che fanno parte dell' Ombra. Le favole hanno intatti esattamente questo scopo, dare simbolicamente e metaforicamente strumenti per poter affrontare, ansie, paure e negatività, presentando il mondo per quello che è: con le sue brutture e le sue meraviglie, anche umane.
C'è una notevole differenza.
"Censurare", vuol dire mettere chiunque, a maggior ragione persone in crescita in una situazione insostenibile, perchè da un lato o credono a ciò che le figure affettive di riferimento gli dicono, negando i lati meno edificanti dell'Uomo, o credono a ciò che essi stessi dentro il loro animo sentono e percepiscono, insomma devono rinunciare, tagliare, rimuovere una parte di Sè.

Spero di essere stata più chiara
libera-mente
Pat
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Grozny
Inviato il: 4/3/2006 11:41
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Re: Educazione alla violenza
#8
Sono certo di non sapere
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L'angolo del drive-by posting:

Per realizzare una società liberale (aperta) Karl Popper indica le seguenti priorità:

Potresti definire rapidamente "liberale" e "aperta?" Temo che mi sia sfuggito qualcosa.

1) Pace;

Intendi quindi libera associazione, libero scambio, libertà di contratto, rispetto assoluto della proprietà, eccetera?

2) Limitazione dell'esplosione demografica;

Non si vede quale possa essere la relazione con la società libera. Oggi c'è il famoso calo demografico e la società è tutt'altro che libera, quindi ti toccherà scoprirne le cause misteriose.

3) Educazione

Ottimo. Educazione da parte di chi?

"Se vogliamo perseguire la pace, non possiamo educare i bambini alla violenza e per evitare questo è necessario ricorrere anche alla censura."

Ah ecco. Perché il fine giustifica i mezzi. Visto che mamma e papà non sono capaci di spegnere il televisore, allora dobbiamo farlo spegnere - volevo dire censurare - a qualcun altro, eterno custode della nostra moralità.

Intervistato su questo punto che sembra contraddire il concetto di società aperta, Popper dichiara: "Mi dispiace dirlo proprio perché sono un liberale e non sono favorevole alla censura.

Me n'ero accorto.

Il fatto è che la libertà dipende dalla responsabilità.

E i diritti derivano dai doveri, proprio come sosteneva Mazzini, il massone solidale.

Se tutti fossero pienamente responsabili (...) e considerassero gli effetti delle loro azioni sui bambini, non avremo bisogno di censura, ma purtroppo le cose non stanno così e la situazione è andata peggiorando: la gente vuole sempre più violenza, chiede alla televisione di mostrare più violenza. Non possiamo accettare che si vada avanti così."

La gente chiede alla televisione. Allora c'è bisogno di una censura per proteggere la gente stupida, e i figli stupidi della gente stupida. A chi toccherà vegliare su di noi?

"E' nostro dovere educarli correttamente proprio come è nostro dovere insegnare loro a leggere e a scrivere.

Ecco, cominciate ad educarli a leggere e scrivere.

Dobbiamo evitare la caduta delle resistenze naturali alla violenza nella maggioranza della popolazione."

Quale popolazione, quella che trova giusto e lecito rubare per provvedere ai servizi? Hoppe, salvaci tu.

La libertà - aggiunge Popper richiamandosi alla formulazione di Kant - esiste solo in forma limitata, nei limiti della libertà da concedere agli altri. Dove i limiti vengono superati deve intervenire la legge.

Certo! Perché la libertà è come un recinto: la mia finisce dove comincia la tua, proprio come la definizione che si dà in terza elementare, per spiegare ai bambini che devono stare zitti e fermi mentre la maestra riempie loro la testa di cazzate. E siamo più liberi quando la legge, lo Stato, Popper e la censura vegliano su di noi, perché loro - loro sì - sono illuminati e sono in grado di decidere cosa è meglio per tutti, ma soprattutto per i bambini. E' tutto vagamente mazziniano.

Perciò "se noi educhiamo meglio i nostri bambini, anche ricorrendo alla censura, allora possiamo avere più libertà. Se ce ne dimentichiamo avremo meno libertà."

"Nostri bambini?" Quali, i bambini del villaggio globale, che sono un po' figli di tutti, figli della collettività? I bambini impareranno la libertà a forza di censura? Cos'è, Rocky XIV - La Vendetta dei Myrdal?

Senti questa: e se facessimo abortire per legge tutti i bambini nati da famiglie stupide, avremmo solo bambini intelligenti per il bene della società! Sarà compito dei filosofi e degli educatori decidere chi è meritevole. Ti ricorda vagamente qualcosa?

"Se andiamo avanti come stiamo facendo ora, ci troveremo presto a vivere in una società in cui l'assassinio sarà pane quotidiano."

Certo! E gli arabi cattivi porteranno il mondo di Mad Max nelle nostre città. I soldati-bambino del Congo ci spareranno addosso, mentre i nazisti guidati da Irving ci chiederanno di mostrare il documento biometrico. Ooops scusate, mi sono confuso con il governo.

Ho visto di persona la verità di quello che dice Popper. Mia figlia, che fino a due anni fa chiudeva gli occhi anche alle scene violente dei cartoni animati, adesso ha otto anni e pretende di vedere in Wrestling in TV e protesta furiosamente al mio divieto: "Non capisci niente papà, quello è tutto finto, non c'è niente di male."

Perfino la bambina capisce che i due pupazzoni salgono sul ring volontariamente, e se le suonano ogni santo sabato perché lo preferiscono al pulire i cessi alla stazione. Magari un giorno capirà anche che i contributi di papà finiscono spesi per fare la guardia al pozzo dell'ENI, ma sicuramente il wrestling è un problema più urgente.

Lo so, è tutto finto, come sono finti i film. Questo ci porta a superare la barriera psicologica, ci fa aprire gli occhi davanti allo spettacolo "finto" di assuefazione alla violenza.

Ovvio! Ricordiamo infatti che il cervello rettiliano non distingue la realtà dalle immagini, quindi il wrestling dei pupazzoni colorati ci trasforma in belve assetate di sangue. Il pugilato invece no. O forse sì, ma solo in TV. Ah, e se ascoltiamo il rock diventiamo tutti satanisti. E' tutto molto chiaro.

Il meccanismo naturale per cui la scena violenta ci fa soffrire per immedesimazione con la vittima (l'istintiva identificazione con la vittima è la base della solidarietà umana, è quell'impulso che ci porta a separare due litiganti a prescindere dai torti e dalle ragioni) si rovescia nel desiderio di vedere il nostro campione primeggiare, sconfiggere, opprimere l'altro e ci fa esultare del suo trionfo, ignorando la sconfitta e l'umiliazione dell'altro.

La sconfitta e l'umiliazione di chi è salito volontariamente sul ring? Ci prendi in giro?

Una volta abituati a scegliere, a parteggiare con uno dei contendenti (di solito il più bello e il più forte)

"E il più ricco, e il più bianco, ricordate!"

anche di fronte alla violenza vera faremo istintivamente una scelta e ovviamente sceglieremo il vincente: "Se lo sta picchiando avrà le sue ragioni", "Lo stanno pestando per difendere noi, quella è la violenza degli eroi".

Certo. Il tutto nasce guardando due pupazzoni con contratti milionari che si menano sopra un ring di plastica. Per fortuna i social workers e i filosofi indagano i nostri istinti e ci proteggono con la censura.

La nostra educazione, ormai tutta basata sui mezzi di comunicazione di massa ai quali nessun genitore o insegnante può opporsi se non vuole essere ridicolizzato e sbeffeggiato,

Come? La "nostra educazione" non era quella "free and compulsory" dello Stato?

si affida ai "maestri" del cinema come Quentin Tarantino che ci presenta un nuovo film (Hostel) con il massimo di "contenuti violenti, scene truculente, inquadrature brutali - La vera sfida è guardarlo fino in fondo."

La sfida di che? Se non lo vuoi guardare, non comprare il biglietto. Qualcuno ha forse prelevato i pargoli dalle loro case per costringerli a guardarlo? Non mi risulta. Casomai li preleva dalle loro case per imbottire le loro povere testoline di boiate solidali partorite da qualche NGO. In quel caso tutti zitti, mi raccomando.

Tarantino ha già dato tanto a questo tipo di educazione, con la sua capacità di trasformale la violenza in gioco e ironia, e trova il terreno spianato da anni di cartoni giapponesi dove si combatte con ogni genere di arma e di fantasia,

Guarda, non te lo volevo dire, ma da quando sono spariti i cartoni giapponesi dalla TV i pargoli hanno iniziato a prendersi a coltellate nelle scuole. La generazione precedente tirata su a forza di Kenshiro non aveva l'abitudine di stuprarsi nei cessi delle scuole elementari. Chissà perché?

Ma naturalmente è sempre colpa della TV, la cattiva maestra. Mai di educatori, filosofi assortiti e pattume collettivista di varia natura.

di violentissimo wrestling offerto a bambini piccoli, di tifo calcistico trasformato in esibizioni di odio, uccisioni vere come quella di Quattrocchi trasmesse per i bambini nel telegiornale del pomeriggio e poi c'è anche quella violenza tutta psicologica, carica di cinismo assoluto, di spettacoli leggeri come "Camera Caffé", un ufficio dove nessuno lavora, ma sono tutti perennemente impegnati in un gioco di massacro psicologico.

Nessuno lavora? Sarà un ufficio pubblico?

Cosa c'è, a mamma e papà si è rotto il telecomando? Mamma e papà hanno ricordato di verificare cosa viene insegnato ai loro figli nelle scuole, oppure sono troppo impegnati a guardare il TG in televisione (per cosa? per le storie dei gatti randagi?) e le soap boliviane?

Episodi come quello recente di Sassuolo (ma la stessa cosa accadde nel 2001 per le violenze di Genova) aprono polemiche senza fine perché oltre al fatto in sé (un arresto eseguito con modalità molto violente) entrano in discussione le reazioni emotive, infatti le persone che conservano la naturale simpatia per la vittima non possono accettare che la polizia invece di impedire le violenze sia essa stessa apportatrice di violenza;

Invece possono accettare in principio che il tutore dell'ordine abbia il monopolio della forza, e lo possa usare a propria discrezione sui cittadini? E come dovrebbe mai impedire le violenze, questa polizia? Fammi indovinare: con il deterrente, ho indovinato? Basta aprire un giornale...

le persone ormai assuefatte alla violenza, avendo cancellato la dimensione non-violenta come possibilità reale di convivenza, godono nel vedere il trionfo della polizia: quanto più violenta è l'affermazione della polizia sul presunto criminale, tanto più sarà godibile la scena come trionfo del giusto.

Non mi dire! Le persone sono assuefatte alla violenza di Stato, da dove avranno mai appreso queste strane idee? Probabilmente dal wrestling, ci sarà un pupazzone vestito da carabiniere!

Non si tratta solo di capire se il presunto criminale è un vero criminale, se merita o non merita la punizione.

Anche perché per capire questo serve una cosa chiamata "processo." Infatti:

Il problema è un altro: il sistema punitivo è affidato ai giudici che devono esercitarlo secondo le regole del processo, e l'anticipazione poliziesca della punizione, anche se giusta, trasferisce il potere punitivo ad una forza violenta che non ha e non può avere il dovere di fare accertamenti o di ascoltare la difesa.

"Anche se giusta?" La punizione fisica arbitraria è diventata giusta?

Accettando questo si accetta la cancellazione di ogni garanzia di legalità.

Ma come: i tutori dell'ordine sono il simbolo della legalità stessa. Il cittadino deve sempre aver presente che può essere perquisito, interrogato e pestato in ogni momento, per il bene della collettività. Il branco viene sempre prima dell'individuo. Non sarà un caso se hanno iniziato pestando gli immigrati, per ottenere il consenso della mandria: se avessero iniziato pestando un anziano di passaggio avrebbero avuto meno fortuna. Ma c'è ancora speranza: negli USA trattano bambini ed anziani a forza di Taser.

Il pupazzone colorato viene pestato per contratto, il migrante in questione viene pestato non per impedirgli di nuocere ma solo per divertimento: difficilmente saltargli sulle costole (quando si trova già a terra) è un intervento necessario per il bene della collettività, a meno che non si voglia colpirne uno per educarne cento.

MI scuso per la lunghezza e concludo con parole di Popper:

"Lo stato di diritto esige la non-violenza, che ne è il nucleo fondamentale". Se siamo d'accordo su questo dobbiamo fare qualcosa.

Certo, esige la non-violenza, ma solo da parte del cittadino, ovvero il disarmo. Poi magari tiene qualcuno in carcere senza prove e senza processo, per tutelare la mandria belante.

Non solo non possiamo giustificare i vignettisti e i ministri che vanno ad esibire le vignette provocatorie, non possiamo giustificare i carabinieri di Sassuolo, nemmeno quando riusciamo a comprendere la loro reazione in una situazione realmente difficile.

Mettiamo i vignettisti e i carabinieri picchiatori sullo stesso piano? Partendo dal wrestling?

Per i carabinieri è una "situazione difficile" disinnescare un povero imbecille ubriaco? Stando così le cose, forse non dovremmo mandarli in giro per il mondo a costruire democrazie.

Dobbiamo agire sull'educazione, e all'educazione civica partecipano anche i giornalisti, i ministri, i carabinieri... dobbiamo agire sulla formazione delle coscienze che non avviene più tra la casa, la chiesa e la scuola, ma avviene in Tv, al cinema, in palestra, per strada.

Se non avviene più a scuola, cosa ce li mandiamo a fare i pargoli? A prendere aria?

Inviato il: 4/3/2006 14:21
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  •  yarebon
      yarebon
Re: Educazione alla violenza
#9
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 25/10/2005
Da
Messaggi: 2366
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le parole di Popper a me mettono molta angoscia. Ci credo che è in contraddizione con se stesso, si dichiara liberale e poi ritiene legittima la censura.
Il problema Potter lo inquadra in una maniera superficiale, parla della violenza in tv, ecco appunto chi è che trasmette la violenza in tv? Sbaglia Popper pensando che la gente vuole più violenza, la violenza è un bisogno creato dai mass-media. Noi non ci sogneremmo mai di vedere persone squartate o che si fanno male, sono alcuni poteri che hanno creato questi falsi bisogni, non c'entra niente con la libertà esprimere la violenza. La censura se applicata sulle immagini violente in tv aumenterebbe le proteste ed il biasimo.
Ciò che è importante è un'informazione corretta e una libertà di opinioni che non c'è e non come dice Popper l'educazione e la censura, perchè poi chi è così equo è giusto da poter decidere cosa sia giusto da censurare e cosa sia sbagliato? Dietro la censura non c'è mai la morale, ma ci sono sempre degli interessi che mirano al fatto che certe cose scomode non debbano essere mostrate.
Edicazione poi di chi? Da parte dei vincitori e dalla classe dominante sui poveracci? L'educazione è sempre indottrinamento, è sempre restrizione e persone come Popper e molti altri sono pericolosi perchè impongono limiti.
Inviato il: 4/3/2006 15:40
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Re: Educazione alla violenza
#10
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 3/4/2005
Da Atene
Messaggi: 8134
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Grazie Pat e Linucs per i fantastici contributi.

La nuova società: dalle poppe di mamma nelle mani di Popper.
Andiamo bene!

Inviato il: 4/3/2006 16:42
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  •  lupetto
      lupetto
Re: Educazione alla violenza
#11
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 21/10/2005
Da
Messaggi: 92
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Citazione:

soleluna ha scritto:

Spero di essere stata più chiara


Eri già stata chiara, con un intervento bellissimo di cui ti ringrazio.

Ma io credo che la dimensione dell'ombra (angoscia, paura, orrore, mistero...) sia diversa dall'azione violenta (la costrizione fisica, il sopruso, il godere del dolore e della sconfitta altrui...)

Io da bambino cercavo i film horror o inquietanti come i vecchi telefilm "ai confini della realtà", paurosi e bellissimi perché rompevano tutte le regole della razionalità, ci mettevano di fronte alle paure più profonde e la stessa cosa fanno certe favole malvage, ma sopportavo con fatica i film di Bud Spencer e Terence Hill, che andavano molto di moda. Là non c'erano ombre, c'erano solo pugni, dati con grande allegria.

Penso che il problema della violenza inculcata attraverso certi spettacoli si possa porre senza negare quello che tu giustamente sostieni.

Il termine "censura" è difficile da accettare, e credo che Popper lo usi in modo provocatorio per costringerci a guardare un problema che anche a me appare grave.

Non si tratta di precludere ai bambini la conoscenza di un certo tipo di realtà, e nemmeno di sottrarli alla dimensione della paura, si tratta secondo me di non costruire una realtà completamente falsa.

Se i bambini vivono di TV e ogni film contiene violenze e omicidi, se lo sport è brutale come il wrestling o tribale come il calcio, se i cartoni e i vidoegiochi sono solo lotte sanguinarie e il telegiornale ci mostra uccisioni e arresti come quello di Sassuolo, proviamo a fare la somma di tutto questo nell'economia della loro giornata e chiediamoci: stiamo offrendo loro una corretta visione della realtà?

Spero di essere stato più chiaro.

PS - Anche per le considerazioni sulle agenzie educative, cerchiamo di capirci, nessuno pensa che la Tv sia meglio della scuola, ma è un fatto che i ragazzi preferiscono e credono di più nella TV e che la scuola sta perdendo continuamente di valore. Non è una proposta mia o di Popper, è una costatazione che mi sembra ampiamente condivisa anche da chi opera nella scuola (vedi Paola Mastrocola - La scuola raccontata al mio cane - Una barca nel bosco)
Inviato il: 4/3/2006 18:02
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  •  lupetto
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Re: Educazione alla violenza
#12
Ho qualche dubbio
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Linucs francemente non l'ho capito. E' contro tutto e tutti, forse è in guerra con l'universo intero, ma io credo di non averne colpa.

Popper, Mazzini, i massoni solidali, lo stato, gli arabi cattivi, i pupazzoni ricchi, gli uffici pubblici... si salvi chi può! la pretesa di educare, che orrore! però la scuola va bene, non si tocca... anche se ci sono le maestre stupide che insegnano Mazzini, bho!
Mamma e papà che ci stanno a fare? devono spegnere il televisore, ma papà è stupido se vuole spegnerlo mentre ci sono i pupazzoni che rotolonano tra i miliardoni... bho!
I carabinieri che menano si possono criticare? pare di no, noi no, lui sì. E i cittadini che applaudono? lo fanno solo per educazione? bho...
Inviato il: 4/3/2006 18:34
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Re: Educazione alla violenza
#13
Sono certo di non sapere
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secondo te come vive un bambino a scuola

quando l'insegnante lo sgrida perchè disturba la lezione mentre è stato un'altro più furbo che ha iniziato prima ed ha smesso al momento giusto?
quando gli rubano le figurine o la merendina?
quando all'ora di ricreazione il più grandicello lo strattona o lo prende in giro?
quando è emarginato dal gruppo perchè non ha l'ultimo gioco della P2?
quando magari lo prendono in giro perchè troppo basso o troppo grosso?
quando....
piccole violenze rapportate all'età ma che rimangono violenze comunque.
e tu ti proni il problema di una realtà falsata ?
Sottovaluti un p0' troppo questi bambini!
La loro quotidianità è fatta di rose e fiori?
perchè da piccolo ti piacevano i film di paura? perchè esorcizzavi con paure poù grandi le piccole quotidiane,magari un litigio tra genitori o uno degli esempi sopra proposti.
A me risulta che la realtà và ben oltre la fantasia.
.
_________________
Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Inviato il: 4/3/2006 18:47
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Re: Educazione alla violenza
#14
Sono certo di non sapere
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Linucs francemente non l'ho capito. E' contro tutto e tutti, forse è in guerra con l'universo intero, ma io credo di non averne colpa.

Al massimo avrai la colpa di non aver seguito la linea e unito i puntini, seguendo la sacra dottrina del Post-it.

Popper, Mazzini, i massoni solidali, lo stato, gli arabi cattivi, i pupazzoni ricchi, gli uffici pubblici... si salvi chi può! la pretesa di educare, che orrore! però la scuola va bene, non si tocca... anche se ci sono le maestre stupide che insegnano Mazzini, bho! Mamma e papà che ci stanno a fare? devono spegnere il televisore, ma papà è stupido se vuole spegnerlo mentre ci sono i pupazzoni che rotolonano tra i miliardoni... bho! I carabinieri che menano si possono criticare? pare di no, noi no, lui sì. E i cittadini che applaudono? lo fanno solo per educazione? bho...

Se fosse per te, la 3M sarebbe in bancarotta

e che la scuola sta perdendo continuamente di valore.

Chissà perché... sarà inflazionata pure quella, che dici?

===

quando l'insegnante lo sgrida perchè disturba la lezione mentre è stato un'altro più furbo che ha iniziato prima ed ha smesso al momento giusto?
quando gli rubano le figurine o la merendina?
quando all'ora di ricreazione il più grandicello lo strattona o lo prende in giro?
quando è emarginato dal gruppo perchè non ha l'ultimo gioco della P2?
quando magari lo prendono in giro perchè troppo basso o troppo grosso?
quando....
piccole violenze rapportate all'età ma che rimangono violenze comunque.


La "violenza" di essere costretto a ripetere stronzate come un pappagallo ce la siamo dimenticata?

===

Forza Luigino, perché il mondo va a puttane?

> E' colpa nostra, signora maestra!

"Nostra" di chi, Luigino?

> Anche mia, perché consumo! Anche mamma e papà consumano! Il consumo è ereditario! Dovremmo estinguerci tutti e lasciare spazio alla natura e ai diseredati del mondo!

Bravo Luigino! Ora prendi tutte le tue figurine e dalle ad Abdallah, perché è povero e sfortunato!

Abdallah> Veramente ho già finito l'album da un mese...

Non importa! Luigino deve imparare a fare la sua parte! Ecco, gliele sequestro così impara l'altruismo!

> Va bene, amen!

Ah! Sei anche teocratico, Luigino! Ti metto una notarella sul registro!

> Ma porca putt...!

Ah! Un commento sessista, Luigino! Un'altra notarella!

> No dai!

Ah! Resisti all'autorità! Terza notarella!

===

Quella ha smesso di essere "scuola" da un pezzo, ormai è un campo di rieducazione permanente.

E chi giustamente avesse dei dubbi in proposito, si faccia una bella ricerchina con Google su Dewey, phonics e compagnia.
Inviato il: 4/3/2006 21:27
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  •  fiammifero
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Re: Educazione alla violenza
#15
Sono certo di non sapere
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Linucs i puntini l'ho messi apposta
ce n'è a josa da aggiungere
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Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Inviato il: 4/3/2006 21:32
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Re: Educazione alla violenza
#16
Ho qualche dubbio
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Sì, sì, va bene, ho capito, ma non mi raccontare tutti i tuoi traumi di scolaretto. Può succedere, fatti forza.

Adesso capisco un po' di quello che avevi scritto:

Citazione:

Linucs ha scritto:

Cosa c'è, a mamma e papà si è rotto il telecomando? Mamma e papà hanno ricordato di verificare cosa viene insegnato ai loro figli nelle scuole, oppure sono troppo impegnati a guardare il TG in televisione (per cosa? per le storie dei gatti randagi?) e le soap boliviane?

Perché la libertà è come un recinto: la mia finisce dove comincia la tua, proprio come la definizione che si dà in terza elementare, per spiegare ai bambini che devono stare zitti e fermi mentre la maestra riempie loro la testa di cazzate.

Se non avviene più a scuola, cosa ce li mandiamo a fare i pargoli? A prendere aria?


Quindi come dici tu l'educazione scolastica è fondamentale, se no "cosa ce li mandiamo a fare"? a scuola i bambini ci devono andare, bravi bravi, a unire tutti i puntini, però ci vuole la mamma che controlla che la maestra dica le cose giuste, non dica troppe cazzate e soprattutto non li traumatizzi con la socialità, la solidarietà, ecc. Giusto? ho capito bene?

La mia esperienza scolastica è stata diversa, ho preso per buone le storielle di Alfieri e di Mazzini e ho imparato anche le tabelline per le moltiplicazioni, ho usato il compasso e la squadretta per calcolare l'area del cerchio e non mi sono neanche accorto che erano strumenti massonici. Pensa che dramma, se non ci fossi stato tu a farmelo capire!

Io adesso cercherò di rimediare, vado a farmi istruire dai pupazzoni e dai cartoni e se c'è un po' di sangue sarà più eccitante.

Se dovessero tornarti i brutti incubi della maestra cattiva e dell'arabo cattivo che ti ruba le figurine, chiama la mamma. Chiamala prima di farti la pipì addosso.
Inviato il: 5/3/2006 12:24
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  •  lupetto
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Re: Educazione alla violenza
#17
Ho qualche dubbio
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Profilo di linucs:
Occupazione: Stanare i massoni mondialisti
Interessi: Sputtanare i keynesiani assortiti


Non so se la mamma ce la fa a scacciarli tutti
Inviato il: 6/3/2006 11:40
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  •  ziomao
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Re: Educazione alla violenza
#18
Mi sento vacillare
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Mi scappa una premessa

popper non ne ha mai azzeccata una in vita sua, infatti soffre di quella linerita' marziana tipica del pensiero americano.
la sua logorroica analisi del pensiero scientifico per cui e' tristemente famoso e' perlomeno ridicola, una stronzatella fine ottocentesca condita in sala illuministica; andrebbe vietata nelle scuole e sostituita con dei bei libroni porno per la gioia di tutti gli studenti.

Mi pare che anche in questo caso ( bimbi-pace-violenza ) lo schematismo interferenziale popperiano trionfa in un tripudio di banalita', astoriche e asociali.

Questo e' un discorso complesso che mischia la storia, la societa' e le sue strutture mediologiche; un discorso tanto complesso che non puo' certamente essere affrontato a partire da popper.

Mao

Inviato il: 8/3/2006 12:39
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