Dalla morte di Eluana Englaro,in coma vegetativo da 17 anni,in Parlamento si cerca di affrettare la legge sul “Testamento Biologico”.
Bisogna fare chiarezza su quali fondamenti si basa questa legge:
la dichiarazione di non voler essere trattati con farmaci,in caso di coma,avrà validità di 3 anni dalla sottoscrizione e non vincolante.
Alla fine nessuno è padrone del proprio corpo visto che il parere medico si potrà anteporre alle volontà scritte del malato.
Sicuramente nessuno vuole volontariamente mettere fine alla vita di una persona,però in uno stato laico,come dovrebbe essere l'Italia,si fanno fin troppe leggi rispettando l'etica religiosa.
Un'altra domanda mi viene da questo giusto “Diritto alla Vita”:ma perchè un ragazzo affetto da una grave malattia degenerativa non viene curato per il solo motivo che la sua aspettattiva di vita è molto bassa?
Perchè una persona affetta da una rara malattia può avere delle cure solo in caso di grandi esborsi economici per la medicina o per viaggi ,oppure addirittura la mancata produzione di tale medicina per mancanza di profitto?
Quando qualcuno poi risponde con <<solo Dio può decidere la vita o la morte>> ci sarebbe un discorso sul Credere o Non Credere che forse non ha nulla da spartire con la dignità umana.

Perchè in coma un paziente non rompe le palle... e chi cura l'assistenza becca i soldi lo stesso.
Devi aggiungere che l'alimentazione forzata non è ritenuta (in Italia) cura e quindi non derogabile dalla volontà del paziente... cazzo serve una legge del genere? stiamo come e peggio di prima...

Citazione:

Il problema che non si parla solo di alimentazione forzata,quindi se uno decide di non essere trattato farmacologicamente,può trovare un medico convinto che le cura a cui lo sta sopponendo potrebbero servire;in questo caso rendere vano il testamento biologico.

Oggi si è tornato a parlare di testamento biologico, più in particolare di una eventuale legge in merito. Assodato che non se ne farà nulla come da molti anni a questa parte, mi domando come la pensiate sul fatto di ritenere cure alimentazione e idratazione. Per quanto mi riguarda penso che mantenere in vita un corpo solo per rimandare il dolore della perdita di un proprio caro, sia una pratica barbara. Se ci si trova in caso di precisa volontà scritta o detta voce, credo bisogni rispettarla. Nessuno si dovrebbe intromettere in questioni riguardanti la sfera individuale di una persona (per non parlare dell'invasività di Stato e religione poi), ognuno deve essere libero di decidere il proprio cammino. Indagini di chiarimento si possono effettuare in caso di incertezza o ambigua situazione ma entro e non oltre 5 anni, considerando il fatto che sia il limite massimo per garantire al paziente un "vita dignitosa"; perchè tutti esultano il risveglio da un coma ma si dimenticano il dopo che è molto più traumatico del prima (per l'individuo e la famiglia). Che ne pensate a riguardo?

@Lezik85

Penso che se mi svegliassi di colpo e scoprissi di essermi perso 5 anni della mia vita ucciderei a mani nude tutti i responsabili di un simile supplizio.

Personalmente uno dei pochi episodi in cui in vita mia ho avuto difficoltà a reprimere il mio disgusto è stato durante i fatti relativi alla povera Eluana Englaro. Ricordo di aver urlato bestemmie di qualsiasi tipo davanti al televisore contro quei mostri; mai, mai visto sfoggio di sentimenti più inumani che in quell'occasione.