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   Religioni & Spiritualità
  Dogmi: sono veri?

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Dogmi: sono veri?
#1
Mi sento vacillare
Iscritto il: 22/8/2008
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D O G M I

SONO VERI?


INTRODUZIONE


Ogni fede religiosa, per essere tale, stabilisce delle verità. Coloro che vi aderiscono implicitamente le accettano per vere. Così si forma un gruppo, più o meno numeroso, di fedeli che crede e si impegna a diffondere quella fede, quel credo. Questo gruppo si può anche chiamare, senza dispregio, setta. Se la fede diviene cieca ecco che nascono i dogmi, verità sacrosante e inconfutabili. Ogni gruppo religioso, checché se ne dica, possiede i suoi dogmi, le sue verità, perché tali divengono le interpretazioni che alcuni, i capi o le guide, danno ai passi dei Libri Sacri. Ciò è divenuto possibile, contrariamente al buon senso, perché il dubbio, sinonimo di libertà che deve stimolare la ricerca, il confronto, il dibattito, il dialogo, è divenuto sinonimo di perversione mentale, precursore dell’eresia. Il legittimo dubbio -ma è proprio vero ciò che affermi?- deve essere sgombro da pregiudizi. Non si deve dare per scontato che ciò che viene affermato è vero o falso. Con i dati in nostro possesso si esamina l’affermazione, da qualunque parte provenga, con spirito libero. Ciò deve valere in tutti i campi. Esaminare deve significare valutare, cercare i possibili riscontri, se ci sono, altrimenti si ributta l’affermazione, in maniera obiettiva, con onestà intellettuale, altrimenti facciamo il gioco di chi vuole tenerci nell’ignoranza per poterci meglio dominare.
Per quanto riguarda il campo religioso, per la Chiesa Cattolica, il fedele libero intellettualmente deve prendere in esame i dogmi che vengono definiti verità sacrosante. Sono gli stessi Apostoli del Signore che consigliano ciò. (Esaminare i seguenti passi: Atti 17,11; Filip 1,9; 1° Tes 5,21; 1° Giov 4,1). Seguiamo, dunque, il consiglio di coloro che furono a stretto contatto con Gesù e furono illuminati dallo Spirito di Dio. Ricordiamoci che il Signore scelse come suoi Apostoli persone semplici e illetterate. Non si rivolse ai Dottori della Legge o ai sapienti del suo tempo. Il Signore non si rivolse alla casta sacerdotale di allora. Anzi, si scagliò con veemenza contro quegli ipocriti, dimostrando che non erano fedeli alla Parola di Dio, la Bibbia. Dopo questa necessaria premessa passiamo all’esame spassionato degli assiomi, dei dogmi della Chiesa. I dati necessari in nostro possesso sono i passi del nostro Libro Sacro. La Bibbia ha come autore Dio stesso. (Catechismo: parag. 105,106,107). Se Dio è Verità, la Bibbia è Verità. Tenendo fisso in mente che la Bibbia è l’insegnamento di Dio rivolto ai suoi figli, noi uomini, cerchiamo di capire cosa realmente il Padre vuole insegnarci, confrontando i dogmi con quanto effettivamente si legge sulla Bibbia. Nessuno può o deve impedirci questo esame. Ne va della nostra libertà e dignità.

Ciò che appresso segue è rivolto, soprattutto, a coloro che accettano la Bibbia come Verità ispirata da Dio. Purtroppo, e i tanti anni di ricerca non fanno che confermarmelo, molti passi sono stati alterati nel loro significato, annullando così il Vero insegnamento di Dio. Molti passi vengono presi alla lettera e molti addirittura ignorati, come se non esistessero. E’ stato così possibile sostituirli con dogmi che affermano il contrario di quanto Dio stesso, Autore della Bibbia, ci dice e vuol farci intendere. Spero che questo mio modesto lavoro, che è una sintesi di quanto credo, possa essere di aiuto a quanti nutrono perplessità sul vero valore spirituale della Bibbia.

Ho deciso di postarlo così per intero perché in questo modo si può seguire un filo logico. Spero che qualcuno lo trovi di suo gradimento. Accetterò le critiche ben motivate, ma non le facili ironie.

Comparazione dei dogmi con la Sacra scrittura

Creazione dal nulla

Viene affermato che Dio è infinito e onnipresente. Così è sempre stato e sempre sarà, perché Dio viene ritenuto sempre uguale, immutabile. E’ logico pensare che solo Dio esistesse prima della creazione. Essendo Egli infinito e onnipresente, si deduce che non può aver creato dal nulla, perché il nulla non poteva esistere, per la semplice ragione che Dio era, esisteva ed Egli non è nulla. Il Suo spirito era ovunque. Per poter concepire il nulla bisogna limitare Dio: in questo caso Egli cessa di essere infinito e onnipresente. Affermando che Dio crea dal nulla si cade in contraddizione. (Catechismo parag. 296, 297). I due dogmi non possono essere veri nello stesso tempo, perché uno annulla l’altro. Se accettiamo l’onnipresenza di Dio dobbiamo dedurre, per chi lo vuole, che la Creazione Dio l’ha tratta dal suo stesso seno, dalla sua stessa essenza. Essendo Dio spirito, la materia è la sua stessa essenza sotto una forma diversa. Se Dio è divino, anche la materia è divina.

Panteismo

Gli astronomi non trovano limiti al Cosmo visibile, dunque suppongono che sia infinito. Nel Catechismo viene affermato che la Creazione è fuori di Dio (parag. 290). Anche qui c’è un’evidente contraddizione. Se il Cosmo è infinito e Dio è infinito ed Egli è fuori di Esso, dove sta Dio? Due infiniti distinti cessano di essere tali, perché si limitano a vicenda o, meglio, uno annulla l’altro. Anzi, dovremmo convenire che due infiniti distinti sono inconcepibili.
Anche ammesso che il Cosmo non sia infinito, ma immensamente grande, se Dio è fuori del Cosmo, come sostiene la Chiesa, cessa di essere anche onnipresente, oltre che infinito. Anzi, le due qualità sono inscindibili. Da quanto detto dobbiamo dedurre che Dio è nel Cosmo. Il suo spirito pervade, compenetra, l’intera Creazione materiale. Insomma, il Cosmo possiamo definirlo il Corpo di Dio. Il panteismo, Dio in tutto, negato dalla Chiesa, risulta evidente verità. La Parola del Signore, la Bibbia, afferma categoricamente ciò. Dio stesso ci insegna che il panteismo è vero e non è solo una teoria pagana da rifiutare. E’ un insegnamento che proviene dalla Bocca del Signore. Meditiamo, dunque, la Parola del Signore. Ecco cosa si legge in Ecclesiastico o Siracide, 43,27: “Molto ancora potremmo dire, senza esaurir l’argomento, ma riassumiamo tutto in queste parole: Dio è ogni cosa”. Siracide è un libro canonico, quindi ispirato da Dio. E’ Dio stesso che ci parla. E’ Dio l’unico vero Maestro. Al paragrafo 285 il Catec. afferma esattamente il contrario, annullando la Parola di Dio. Ecco cosa si legge: “Fin dagli inizi la fede cristiana è stata messa a confronto con risposte diverse dalla sua circa la questione delle origini… Certi filosofi hanno affermato che tutto è Dio, che il mondo è Dio o che il divenire del mondo è il divenire di Dio (panteismo)”. Combattendo i filosofi che sostengono che tutto è Dio, la Chiesa combatte contro Dio stesso, perché la Bibbia insegna esattamente questo. Negando il panteismo, la Chiesa nega una verità divina, rinnega ciò che Dio insegna. Anche Paolo di Tarso, il zelante Apostolo, afferma vero il panteismo e va molto oltre, come si può constatare. In Atti 17, 27-28 si legge: “Egli ha voluto che gli uomini cercassero Dio e si sforzassero di trovarlo, come a tastoni, quantunque non sia lontano da ciascuno di noi. In Lui, infatti, noi viviamo, ci muoviamo e siamo…”. In Efes. 1,23 si legge: “.E Cristo, il quale domina completamente tutta la realtà, è in essa pienamente presente”. In Efes. 4,10 c’è scritto: “Colui che è disceso è quel medesimo che è pure asceso al di sopra di tutti i cieli, per riempire l’universo con la Sua presenza”. In Col. 1,17 abbiamo: “Egli è prima di tutte le cose e tutto sussiste in Lui”. In Sap. 1,7 sta scritto: “Poiché lo Spirito del Signore riempie il mondo e, abbracciando ogni cosa…”. In Sap. 12,1 c’è: “…poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose”. In Ger. 23,24 si legge:”Non è forse vero che io riempio il cielo e la terra?”. Penso che questi passi siano sufficienti per dimostrare che il panteismo è una verità biblica e non solo pagana. Perché la Chiesa lo nega se Dio stesso lo insegna? A chi bisogna credere: a Dio o ai teologi? Ognuno faccia la sua scelta.

ERMAFRODITISMO D’ ADAMO

Leggere diverse traduzioni della Bibbia può essere illuminante. La prima che ho comprato dice testualmente: “Iddio creò l’uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò; tali creò l’uomo e la donna”. (Gen. 1,27, ed. Paoline). Le altre recitano: “Dio creò l’uomo simile a sé, lo creò a immagine di Dio; maschio e femmina li creò”. Perché la prima versione usa i termini uomo e donna e non maschio e femmina? Si possono, forse, ritenere sinonimi? Se soffermiamo la nostra attenzione possiamo dire che i termini uomo e donna indicano due esseri distinti, individuali, mentre i termini maschio e femmina indicano semplicemente due sessi diversi. Siccome è solo in seguito che avviene la creazione di Eva dalla costola di Adamo, mentre già prima Dio, creando gli uomini, “li creò”, aveva comandato loro di crescere e moltiplicarsi (1,28), si può dedurre che l’uomo originario fosse maschio e femmina insieme, cioè bisessuato, androgino, ermafrodita. Se così fosse l’uomo originario si autofecondava per riprodursi, moltiplicarsi. Ciò avrebbe avuto termine con la creazione di Eva, la donna. Siccome, però, l’esistenza dell’Ermafrodito è un mito pagano, anche questa possibile verità viene scartata a priori. Non è meglio, invece, esaminare senza preconcetti? Se si va a leggere il Corano, dalle sure 4,1; 7,189 e 39,6 si capisce chiaramente che Adamo era androgino.

ERMAFRODITISMO DI DIO

“Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza” (Gn. 1,26). Esaminando questa frase cosa si può dedurre? Si può dedurre che, se l’uomo è fatto ad immagine e somiglianza di Dio, Dio, a sua volta, necessariamente è fatto ad immagine e somiglianza dell’uomo. L’uomo e Dio sono simili. Ma simili solo nelle qualità, come sostiene la Chiesa, o simili anche nella forma? E’ blasfemo solo pensare che Dio abbia la forma umana? Gesù non era Dio in forma umana? Non era l’Uomo-Dio? Col. 1,15: “Il Dio invisibile si è fatto visibile nel Cristo”. Gv 14,9: “Chi ha visto me ha visto il Padre”. Il Signore Dio, quando apparve ad Abramo e mangiò alla sua mensa, non era in forma umana? Può Dio disdegnare o disprezzare ciò che ha creato? Può Dio disprezzare la materia, che è la sua stessa essenza? Se il Cosmo è il Corpo di Dio, visto che Egli è Onnipresente, vuol dire che questo ha la forma umana? E se Dio è Santo, anche il pianeta che abitiamo è santo, perché è una cellula del suo immenso corpo. Dio, dunque, è un uomo immenso, titanico? Ciò è quanto asserisce il mistico Emanuel Swedenborg nel suo libro “Cielo e Inferno” ed. Mediterranee. Anche il filosofo cinese Lao-tzu sosteneva la stessa cosa. Concludendo: se l’uomo è simile a Dio e l’uomo originario era ermafrodita, anche Dio è ermafrodita. Nessuno è obbligato ad accettare questa conclusione, ma tutti siamo obbligati a meditare liberamente.

PREESISTENZA DELLO SPIRITO

E’ convinzione comune, perché così insegnano le chiese cristiane, che lo spirito dell’uomo viene creato da Dio al momento del concepimento. Ciò comporta di dover credere che il futuro uomo o donna sarà quello che Dio avrà deciso, da usare per i suoi fini. Se nascerà in una famiglia ricca, godrà di tutti gli agi; se in una povera sperimenterà stenti e, forse, miseria; potrà essere intelligente o idiota; un genio o una nullità; potrà godere di perfetta salute o essere afflitto da vari malanni. Tutto ciò, contando anche l’influenza dell’ambiente, dipende dall’arbitrio di Dio, padre amorevole, giusto, imparziale, che non guarda in faccia nessuno. E’ ragionevole, è accettabile tutto ciò? Si può amare un padre di tal genere? Non è blasfemo rendere Dio responsabile del nostro destino, in fin dei conti delle nostre azioni? Quale uomo, dotato di ragione e sensibilità, può accettare supinamente un tale dogma così aberrante, il quale rende Dio un tiranno senza scrupoli? Il dubbio è legittimo, sempre.
Ma la Chiesa è coerente con quanto ci insegna Dio stesso nel Libro Sacro, che è la Sua Parola, il suo insegnamento, quello sì corrispondente al vero? In Sapienza, libro canonico, quindi ispirato da Dio, si legge in 8,19: “Ero un fanciullo di nobile indole; avevo ricevuto un’anima buona. Piuttosto, essendo buono, ero entrato in un corpo incontaminato”. Come si evince chiaramente dal testo, l’autore umano, ispirato sempre da Dio, dice di preesistere alla nascita fisica. Egli dichiara di preesistere come Essere spirituale e di essere entrato nel corpo fisico al momento della nascita. Dio, quindi, Verità, ci insegna che preesistiamo quali uomini spirituali e poi entriamo nei corpi fisici per fare esperienza nella materia. Se Sapienza ha come Autore Dio, perché la Chiesa annulla l’insegnamento divino? Se poi ciò che si legge ha un’altra interpretazione… Dai commenti che i teologi fanno a questo passo non si direbbe… Arrivano a dire che l’autore umano si è lasciato influenzare dalla filosofia greca! Ma non ha scritto sotto l’ispirazione divina? Non è Dio stesso l’Autore? Anche qui la chiesa contraddice sé stessa!

TRINITA’ DELL’UOMO

Quando si parla della natura, della composizione dell’uomo, si dice che è composto di corpo e anima o spirito. L’uomo sarebbe, quindi, doppio, perché composto di due parti. Anima e spirito, ritenuti sinonimi, sono la stessa cosa. Ma anche questo insegnamento è coerente con quanto ci insegna la Bibbia? Giudicate! In 1° Tes. 5,23 si legge: “E il Dio della pace vi santifichi interamente, e il vostro spirito e l’anima e il corpo”. In Ebrei 4,12 si legge: “La parola di Dio, infatti, è viva ed efficace e più affilata di qualunque spada a due tagli: essa penetra fino a dividere anima e spirito”. Confrontare anche Sap. 15,11; 16,14; Lc 1,46; Giobbe 7,11; 12,10; Salmo 143, 6-7. Chiaramente in tutti questi passi si distingue l’anima dallo spirito, facendone due essenze distinte. L’uomo, quindi, non è doppio, ma trino, composto di corpo, anima e spirito. Ciò è quanto ci insegna la Bibbia.

TRINITA’ DI DIO

Se, dunque, l’uomo e Dio sono simili, anche Dio, per conseguenza, è trino. Dio, a somiglianza dell’uomo, è composto di corpo, anima e spirito. Il corpo di Dio è, per chi lo vuole accettare, il Cosmo. Lo spirito potremmo chiamarlo intelligenza o coscienza. Cosa è, allora, l’anima? Se paragoniamo lo spirito ad un generatore e il corpo ad un apparecchio elettrico, l’anima possiamo definirla come il conduttore che permette all’energia, allo spirito, di vivificare la materia, il corpo. L’anima, quindi, sarebbe un’essenza intermedia tra lo spirito e la materia. In questo senso si può accettare la trinità di Dio, mentre ritengo assurdo credere che tre persone distinte, Padre, Figlio e Spirito Santo formino o siano un solo Dio. Qualunque essere dotato di ragione e libero arbitrio respinge una simile asserzione.

REINCARNAZIONE

Se conta di più accettare gli insegnamenti di Dio e non quelli degli uomini, abbiamo visto che Sapienza ci insegna che lo spirito dell’uomo, la sua personalità, preesiste alla nascita. Siccome Dio è giusto, bisogna respingere l’idea che sia Dio a imprimere il carattere ad un suo figlio. D’altronde, se fosse Dio ad elargire virtù o difetti, non ci sarebbe né merito né demerito. Non solo, ma se Dio decidesse cosa fare di un uomo senza il suo consenso, verrebbe meno il libero arbitrio e la conseguente responsabilità delle proprie azioni. Anche questo è una prova della preesistenza dello spirito. Se non c’è libero arbitrio come potrebbe Dio premiare o castigare?
Se cominciamo con l’accettare la preesistenza dello spirito –e come potremmo fare diversamente visto che è Dio stesso a garantircelo- e la successiva incarnazione, come avvenne all’autore umano di Sapienza, diviene più semplice accettare la possibilità che queste incarnazioni possano essere più di una. Ciò verrebbe reso necessario dal fatto che lo spirito incarnato perde la coscienza del suo vero essere e, reso cieco dalla materia di cui è rivestito, commette errori che è costretto a riparare nelle vite successive. Gradatamente acquista coscienza e si purifica delle sue manchevolezze. E’ questa la vera causa delle differenze nei destini umani e non c’entra per nulla la volontà di Dio. In questo senso l’uomo è il vero artefice del suo destino e non Dio. Il destino di ogni uomo nella vita attuale è la conseguenza delle sue azioni nelle vite precedenti. Solo così trova spiegazione questa frase che si legge in Gv 9,2: E i suoi discepoli gli domandarono: “Maestro, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, per esser nato cieco?”. Gli Apostoli, con ogni evidenza, credevano nella reincarnazione, perché è illogico credere che si possa peccare nella pancia della propria madre e meritare di nascere ciechi. Al massimo, non credendo nella reincarnazione, dovevano chiedere se avevano peccato i suoi genitori. Non solo gli Apostoli, ma anche gli Ebrei in genere credevano nella reincarnazione e ciò si deduce da questo passo in Mt 16, 13-14: “Chi dice la gente che io sia?”. Ed essi risposero: “Alcuni dicono che sei Giovanni Battista, altri Elia e altri Geremia, o uno dei Profeti”. Come si vede gli Ebrei credevano che personaggi del passato, morti da centinaia di anni, potessero ritornare, reincarnarsi.
D’altronde, è lo stesso Gesù che ci assicura che la reincarnazione è vera. Questi passi sono chiari e inconfutabili. Leggiamoli insieme. In Mt 11, 13-15 si legge: “…perché tutti i Profeti e la Legge han profetato fino a Giovanni. E se lo volete accettare, è lui quell’Elia che deve venire. Chi ha orecchi da intendere, intenda”. Sempre in Mt 17, 11-13 si legge: Egli rispose loro: “E’ vero, Elia ha da venire e ristabilirà tutte le cose. Ma vi assicuro che Elia è già venuto e non l’hanno voluto riconoscere, ma gli hanno fatto tutto quello che han voluto…”. Allora i discepoli compresero che aveva parlato loro di Giovanni Battista – Il Signore è Verità e noi dobbiamo accettare le sue parole. Egli dice che Elia si reincarnò come Giovanni Battista e dovrà reincarnarsi ancora prima del suo secondo avvento. Vogliamo credere in Lui o ai teologi?
Essendo il Signore Gesù Dio, non poteva in alcun modo sbagliare nella previsione del futuro. Da più parti si sostiene, invece, il contrario. Sia Lui sia gli Apostoli si sarebbero sbagliati. Questa è una aberrazione micidiale per la credibilità e affidabilità del messaggio evangelico. Ciò nasce da una interpretazione errata di alcuni passi del vangelo. In Mt 16, 28 si legge: “In verità vi dico che vi sono alcuni fra i qui presenti che non gusteranno la morte, prima di aver veduto il Figlio dell’uomo venire nel suo regno”. E’ chiaro che, non essendo Gesù ritornato ed essendo tutti morti, si crede che il Signore si sia sbagliato, facendo credere che il suo ritorno fosse imminente, addirittura prima che morisse Giovanni l’apostolo. Ma se questo passo lo spieghiamo alla luce della reincarnazione, risulta chiaro che alcuni di quelli presenti allora si reincarneranno al tempo del ritorno del Messia e lo vedranno arrivare con potenza e gloria sulle nubi del cielo, come profetizzato. Parlando della futura fine del mondo il Signore dice ai suoi discepoli: “Quando cominceranno ad accadere queste cose, guardate in alto e alzate il capo perché la vostra redenzione è vicina”. Gesù sapeva che il suo ritorno non era imminente e sapeva anche che gli apostoli sarebbero nel frattempo dipartiti. Perché, allora, dice loro di alzare il capo e di guardare in alto? Non fa capire chiaramente che sarebbero stati presenti al suo ritorno in un nuovo corpo? Un altro esempio. In 1° Tim. 6,14 possiamo leggere: “Ti raccomando di osservare questi precetti, immacolato e irreprensibile, fino all’apparizione di nostro Signore…”. Se fosse vero che si vive una sola volta, perché Paolo si preoccupa per Timoteo se sa che sarà già morto prima di allora? Evidentemente sa che dovrà reincarnarsi ancora e gli raccomanda di essere sempre fedele. Se così non fosse avrebbe dovuto raccomandargli di essere fedele fino alla sua morte e non fino al ritorno del Signore. In 2° Tim 3,1-5 si legge più chiaramente: “Sappi che negli ultimi giorni… Sta lontano anche da questa gente!”. Più chiaro di così?
I passi che possono essere capiti e spiegati con la reincarnazione sono tanti. Eccone alcuni: Mt. 10,23: 26, 52; Mc 6, 15; Gv 6,45; 1° Cor 1,8; 2° Tim 4,8; Ebrei 3, 14; 6,11; Gc 5,7; Apoc 1,7; 2,25; 3,10; 13,10; Dan 11, 35; Aggeo 2, 23; Mal 3,23-24. Consiglio di meditare tutti questi passi che dimostrano la realtà della reincarnazione nel messaggio evangelico, quello vero.

RESURREZIONE DEI MORTI

Per resurrezione dei morti i cristiani tutti, e anche i musulmani, intendono la riformazione dei corpi, ormai decomposti, ridotti in polvere, che giacciono nelle tombe, magari da millenni. Una volta ricomposti, in essi dovrebbero rientrare le anime che vi avevano abitato, le quali dovranno subire il Giudizio Universale. I buoni andranno in Paradiso e i cattivi all’inferno per l’eternità. Siccome ogni defunto ha già subito un giudizio particolare alla sua morte –trovandosi chi all’inferno e chi in paradiso-, ecco che dovrà rientrare nel proprio corpo ricomposto per subire un altro giudizio che non potrà essere diverso dal precedente. E’ logico tutto ciò? Se, come afferma il Catechismo al par. 270, Dio è infinitamente misericordioso, come può condannare per l’eternità un suo figlio, anche se ribelle, magari solo momentaneamente, visto che si ha davanti l’eternità per potersi convertire? Una condanna eterna è un atto di resa di Dio, il quale riconosce che gli è stato impossibile redimere alcuni suoi figli. Gesù, però, ci assicura che nulla è impossibile a Dio. La redenzione dei suoi figli, anche i più ribelli, Dio la può ottenere concedendo loro la possibilità di redimersi, riparando al male commesso, con le vite successive. Da qui possiamo dedurre che la condanna eterna non è contemplata nella mente di Dio. Se è vera la reincarnazione, chi è vissuto nel passato potrà essere presente al ritorno del Signore in un altro corpo. Che necessità ci sarebbe per Dio di riformargli il suo antico corpo, polverizzato, se lo spirito ne possiede già un altro? Credere nella reincarnazione ci fa comprendere che il dogma della resurrezione dei morti, intesa come riformazione dei cadaveri, è un dogma ridicolo, frutto di un abbaglio colossale. Si è dato un significato letterale a espressioni di carattere puramente spirituale. Per risurrezione dei morti non si deve intendere riformazione di cadaveri ma, a mio avviso, risveglio spirituale di uomini che vivono nell’errore, nella menzogna, nell’oblio della Verità: sono, cioè, morti alla Verità. Questa resurrezione, questo risveglio, avviene ogni qualvolta un uomo che vive contro le leggi di Dio, si converte e mette in pratica la volontà di Dio. Questa interpretazione è avvalorata da molti passi della Bibbia, specialmente il N. T. Vediamone qualcuno.
In Mt 8,22 si legge: Ma Gesù gli rispose: “Seguimi e lascia che i morti seppelliscano i loro morti”. Chiaramente, i primi sono i vivi che seppelliscono dei cadaveri. Dunque, Gesù chiama morti gli esseri umani che sono vivi. Per Gesù, quindi, i morti sono coloro che si preoccupano solo delle cose materiali.
In Luca 1, 79 si legge: Per illuminare quei che giacciono nelle tenebre e nell’ombra di morte…-
Chi è privo di illuminazione vive nelle tenebre ed è come se fosse morto, perché privo della luce della verità.
In Apoc 3,1: “Conosco le tue opere e so che tu passi per vivo, ma in realtà sei morto”.
Gesù lo definisce morto perché le sue opere non sono rette.
Questo passo in Apoc 14,13 è veramente illuminante: “Scrivi: Beati fin d’ora i morti che muoiono nel Signore”. Più chiaro di così è impossibile! Non c’è bisogno di alcun commento!
Consiglio l’esame di questi altri passi: Lc 15, 24; Gv 5, 24-29; 11,25,26; 1° Gv 3,14; Rm 6, 13; Ef 2,1; 2,5; 5,14; Col. 2,12; 1° Tim 5,6; 2° Tim 1,10; 4,1; Tito 3,5; 1° Pt 1,3; 4,5; Ap 14,13; Prov 12, 28; 19, 13.
Tutti questi passi ci illuminano sul vero significato dell’espressione “risurrezione dei morti”. La risurrezione finale di cui parla il Signore è la conoscenza intera della Verità. Infatti, per quanto si possa essere obbedienti alla Legge di Dio, la conoscenza, ora, è parziale, mentre al tempo della fine verrà tolto il velo, simbolo dell’impedimento alla chiara visione, che ci impedisce la conoscenza perfetta. Se proviamo a collocarci nel mondo spirituale, dalla parte di Dio, ecco che i termini “vita” e “morte” si ribaltano, il loro significato si inverte. I “morti” divengono gli spiriti che si incarnano, lasciando il mondo spirituale; i “vivi” sono coloro che, lasciando il mondo fisico, ritornano al mondo spirituale, che è la vera realtà. Quindi, coloro che “muoiono” fisicamente “risuscitano” alla vita spirituale. E’ importante meditare su questi passi serenamente. Dio ci ha fatti liberi. Usiamo, dunque, l’intelligenza di cui siamo dotati per discernere il vero dal falso.

GESU’ E’ DIO

Gesù è Dio e il Padre è Dio. Sono due Dii distinti e non due aspetti della stessa Persona divina. Sono anche simili, come due uomini, padre e figlio adulto, sono simili ma distinti, individuali. Infatti è illogico e contro ogni buon senso affermare che due gemelli identici sono una sola persona. Allo stesso modo Gesù, il Figlio, è distinto dal Padre: sono due personalità distinte, individuali, che però agiscono in sintonia. Ciò si vede chiaramente quando decidono di creare l’uomo. “Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza”. Molti altri passi dimostrano che Gesù opera in armonia con il volere del Padre. “Tutto ciò che il Padre fa anche il Figlio lo fa ugualmente”. “Io e il Padre siamo una cosa sola”. Nello stesso tempo ribadisce più volte la sua volontà e potenza personali, distinta da quella del Padre. “Cosa vuoi che io ti faccia?”. “Sì, lo voglio: sii guarito”. “Disfate voi questo tempio e io lo farò risorgere in tre giorni”. Tutti questi passi dimostrano l’individualità del Signore Gesù, distinta da quella del Padre. Gesù è Dio, ma distinto dal Padre. Perché questa distinzione non viene accettata? Perché accettandola si avrebbero due Dii e ciò sarebbe blasfemo? Si cadrebbe nel politeismo pagano? Come si può fare un libero esame se siamo condizionati dal timore, dalla paura?
Se Gesù è il Figlio, significa che il Padre lo ha generato dal suo seno, come Essere spirituale. Se Dio era solo, deve averlo concepito in sé stesso. Si ritorna al concetto dell’ermafroditismo di Dio, che è il solo che può spiegare come genera Dio i suoi figli, perché abbiamo anche visto che Dio non può creare dal nulla, essendo Dio onnipresente. Come l’uomo genera figli che sono esseri individuali, distinti, dotato di coscienza autonoma, così anche Dio generò Gesù, il Primogenito, dotato di individualità e coscienza distinte da quella del Padre. Come il padre umano ha un corpo distinto da quello del figlio, così anche Dio Padre ha un corpo distinto da quello del Figlio, il Cristo Gesù. Si deduce, come affermano le Scritture (vedere Ef 4,10), che questo Cosmo è il Corpo del Signore Gesù, mentre il corpo del Padre è un altro Cosmo. Questa analogia fra l’uomo e Dio ci fa comprendere che non abbiamo due Dii in questo Cosmo o Creazione, ma un Dio per ogni Cosmo, perché ogni Dio abita il proprio corpo o Cosmo. Così ogni uomo abita il proprio corpo o microcosmo ed è il dio supremo del proprio abitacolo fisico. Infatti, è lo spirito dell’uomo che vivifica il suo corpo, così come lo Spirito del Signore Gesù, riempiendo la Creazione, ne è la vita.

BIG BANG

Riflettendo su quanto appena detto e tenendo presente la somiglianza di Dio e dell’uomo, possiamo dedurre come avviene il processo della creazione. Gli astronomi sostengono che all’origine c’era una massa supercompatta, la quale esplose a causa dell’immane pressione. Questa esplosione, il famoso Big Bang, generò infiniti frammenti, caoticamente sparpagliati ovunque, i quali si sarebbero poi aggregati per formare Sistemi Solari e Galassie. Da quel Caos immane, per caso, si sarebbero originate le suddette formazioni, denotanti armonia e obbedienza a leggi ben precise. Ora tutti noi possiamo estasiarci guardando il cielo nelle notti limpide e terse e dire fra noi: Però, che grande artefice è il Caso!”. Teoria ridicola, indegna di esseri ragionevoli. Se tutto è regolato secondo leggi ben precise, come asseriscono gli scienziati, è doveroso ammettere che dietro a tutto ci deve essere una Mente, una Coscienza che ha predeterminato, ordinato e che conduce il tutto a un fine ben preciso. Questa mente è l’intelligenza che chiamiamo Dio.
Così come avviene la creazione del corpo umano, nello stesso modo avviene la creazione del corpo di Dio, il Cosmo. Come da una cellula-uovo fecondata da uno spermatozoo si sviluppa gradatamente il feto, così da una cellula-uovo nel Corpo di Dio si sviluppa un corpo che sarà un futuro Cosmo. Quindi, la supermassa originaria possiamo paragonarla alla cellula-uovo che armonicamente si moltiplica e non per un botto straordinario e caotico. Quindi, Dio Padre ha generato il Cosmo in cui viviamo, che è il Corpo del Signore Gesù. Ora, nella fecondazione della cellula-uovo e nello sviluppo del feto non penso ci sia qualcuno che possa dire che ciò avviene per caso, per tentativi. Se questa analogia fra la nascita del corpo umano e quella del Cosmo è sostenibile, verosimile, il Big Bang con tutto il Caos originario và a farsi friggere e abbiamo, invece, una sviluppo graduale, armonico, che porterà ad un fine preciso: la creazione di un Corpo, di un Cosmo. Ripeto: questo Cosmo è il Corpo di nostro Signore Gesù Cristo. Questa asserzione non ha nulla di straordinario, perché sono le stesse Scritture che lo attestano. Vedere quanto detto nel capitolo sul panteismo.

ABITABILITA’ DEGLI ALTRI MONDI

Se tutto ha uno scopo, nulla di ciò che esiste può essere vano, inutile. Se ciò vale per le cose infime, vale ancor di più per quelle grandi. Se fosse vero, come sostengono gli astrofisici, che la Terra è l’unico pianeta abitato del nostro Sistema Solare, dovremmo ammettere che tutti gli altri sono stati creati invano. Ma noi sappiamo che Dio non crea nulla invano, quindi dobbiamo credere che tutti i pianeti del nostro Sistema devono essere abitati, qualunque cosa dicano gli scienziati. Se Dio ha creato la Terra perché ospitasse la vita, anche gli altri pianeti sono stati creati per la medesima ragione. Questo è quanto Dio stesso afferma nella Bibbia. In Isaia 45, 18 si legge: Perché così parla il Signore: “Chi ha creato i cieli, Egli è Dio; chi ha creato la terra e l’ha formata, Egli l’ha consolidata; non l’ha creata invano caotica, ma l’ha fatta, l’ha formata perché fosse abitata: sono il Signore senza rivali”. In Ebrei 1, 2 si legge: “…Dio ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale ha anche creato i mondi. Sempre in Ebrei 11, 3 si legge: “Per la fede noi sappiamo che i mondi furono formati da una parola di Dio…”. Se, dunque, Dio ha formato la terra perché fosse abitata, anche tutti gli altri pianeti sono stati creati per la medesima ragione: per essere abitati.
Se fosse vera la teoria che un pianeta per poter ospitare la vita deve trovarsi ad una giusta distanza dal Sole, Dio poteva creare solo la Terra. Perché, invece, questo spreco, questa inutilità?
Fino a qualche tempo fa eminenti scienziati ritenevano impossibile la vita negli abissi marini, nei luoghi aridi o perennemente ghiacciati. Sono stati sbugiardati. Quindi, nulla è impossibile a Dio. Anche per l’uomo si riteneva impossibile sopravvivere senza bombole di ossigeno a quota Ottomila: ebbene, Messner ha dimostrato il contrario. Abbiamo la certezza che la vita si adatta all’ambiente. Chi ci può vietare di credere che Plutone o Mercurio sono abitati? E’ ora che questi scienziati presuntuosi la smettano di dire idiozie e di imporre i loro dogmi, quando sappiamo che ciò che affermano verrà smentito da ulteriori scoperte. Loro suppongono che siano disabitati!
Sappiamo con certezza che esistono i raggi gamma, i raggi x, i raggi ultravioletti, le onde radio, eppure non li vediamo. Ma nessuno si sognerebbe di asserire che non esistono. C’è qualcosa, quindi, che sfugge alla nostra percezione, alla nostra vista, perché sono limitate. Cosa può impedirci di credere che Marte, Venere, Mercurio o qualsiasi altro pianeta sia abitato da esseri che hanno una frequenza che li rende invisibili alla nostra limitata percezione visiva? Se la loro evoluzione spirituale è superiore alla nostra è lecito supporre che anche le vibrazioni spirituali lo siano, per cui sono a noi invisibili. In poche parole, possono vivere in una dimensione diversa dalla nostra, una dimensione superiore. E’ la vibrazione, la frequenza del loro spirito che, influenzando la materia del loro corpo, li rende impercettibili alla nostra vista e alle nostre apparecchiature. Tutte le cantonate, tutti gli abbagli presi in passato non hanno ancora reso umili questi scienziati arroganti, che pretendono di imporre le loro meschine visioni della Realtà. Eppure, essi stessi parlano di quarta, quinta dimensione e oltre. Ricordiamoci che niente è impossibile a Dio. Ricordiamoci anche che Enoc ed Elia furono portati in cielo fisicamente. Sicuramente c’è un pianeta abitabile e abitato, oltre alla Terra, ed è abitato da esseri umani, perché tali erano Enoc ed Elia.

DEI E ANGELI

“I Figli di Dio, vedendo che le figlie degli uomini erano belle, si presero per mogli quelle che fra tutte piacquero loro di più… In quel tempo vi erano i giganti sulla terra e ve ne furono anche dopo che i Figli di Dio si erano uniti alle figlie degli uomini e da queste nacquero loro dei figli. Sono essi quegli eroi famosi fin dai tempi antichi” Gen. 6,2-4.
Questo passo del nostro Libro Sacro evoca eventi fantastici, meravigliosi che, se analizzato con attenzione, apre scenari che hanno dell’incredibile, ma pur sempre reali. Per i Cristiani la Bibbia è Verità. Teniamo presente questo punto molto importante, fondamentale.
Intanto veniamo a conoscenza di una realtà inconfutabile: i giganti sono esistiti realmente. Sappiamo che gli Ebrei incontrarono gli Anachiti al loro ingresso nella Terra Promessa. Questi erano una razza di Giganti sopravvissuti, quindi, al Diluvio Universale. Se Noè e i suoi figli erano di statura normale e anche i loro discendenti, è giocoforza ammettere che qualcuno di quella razza deve per forza essersi salvato e non certo nell’arca di Noè. Indirettamente trova conferma che ci furono dei sopravvissuti di altre razze e popoli, come raccontano molti miti. Golia, quindi, alto tre metri, era forse uno degli ultimi giganti rimasti in Palestina, la Terra Promessa. Leggendo con attenzione si ricava che esistevano prima ed anche dopo che i Figli di Dio, cioè gli Angeli, si unissero con le figlie degli uomini, divenute belle e desiderabili. Se i giganti esistevano già prima del connubio fra Angeli e donne terrene, vuol dire che essi non ebbero origine da quelle unioni, come molti vogliono far credere, perché viene chiaramente detto che esistevano già. La cosa è evidente, eppure molti si ostinano a dire che i giganti sono i figli degli Angeli(caduti).E’ una balla grande come una montagna. Eppure è italiano, non è cinese! La Bibbia ci assicura, invece, che da quelle unioni nacquero quegli eroi famosi fin dai tempi antichi. Chi sono questi personaggi, questi eroi famosi? Chi ci ricordano? Non ci ricordano i famosi Semidei, cioè Ercole, Teseo, Giasone, Perseo e tanti altri che compirono imprese straordinarie e impossibili a semplici mortali? La Bibbia, dunque, ci assicura, testimonia della loro reale esistenza. Quindi, Ercole e compagnia bella non sono frutto della sfrenata fantasia degli antichi, come si vuole far credere, ma personaggi realmente esistiti. E’ la stessa Bibbia che ce lo assicura.
Se per Figli di Dio s’intende gli Angeli e questi si presero per mogli le donne che a loro piacquero di più, generando questi figli famosi; se gli Dèi si unirono ai terrestri generando i Semidei, si deduce che gli Angeli della Bibbia altro non sono che gli Dèi dei pagani. Se gli Angeli esistono vuol dire che gli Dèi non sono nemmeno loro frutto della fantasia degli antichi. Gli antichi commisero l’errore di adorarli, mentre l’adorazione spetta solo a Dio. Con i termini Angeli e Dèi si indicano gli stessi Esseri. Ma, non solo acquisiamo la certezza che gli Dèi sono reali, perché sono i nostri Angeli, ma altresì anche la certezza che non sono puri spiriti, perché gli spiriti non possono unirsi carnalmente con esseri umani. In questo gli antichi avevano ragione. Gli Angeli, caduti o meno, sono corporei, tangibili, sono cioè fatti di carne e ossa come noi..
A questo punto possiamo anche ammettere che gli Angeli o Dèi che si lasciarono coinvolgere nelle faccende umane, cioè gli Dèi dei pagani, sono gli Angeli caduti della Bibbia, cioè quegli Angeli che, come si legge in 2° Pt 2,4, non conservarono la loro dignità, ma peccarono. Che gli Dèi dei pagani e gli Angeli sono gli stessi personaggi è ulteriormente confermato dalla Bibbia in Daniele. Consiglio di leggere o rileggere l’episodio dei tre giovani nella fornace (Dan 3, 24-26). Nabucodonosor chiama “figlio degli Dèi” il quarto che vede nella fornace, mentre l’agiografo ebreo lo chiama “Angelo”. Non è forse la stessa persona indicata con termini diversi?

DIVIETO D’ACCESSO AL REGNO DI DIO

Se Dio è Verità, il suo regno è il Regno della Verità. Nel suo Regno esiste solo la Verità. Ora, per potervi accedere, bisogna essere rivestiti di vero, spogli da ogni menzogna, falsità o finte verità. Se, in base a quanto detto nei capitoli precedenti, i dogmi annullano la Parola di Dio, chiunque vi crede o li insegna come verità, è nella menzogna, non possiede il vero. Come può costui entrare nel Regno della Verità? Si avvera anche per noi ciò che diceva Gesù degli Scribi e Dottori della Legge: “Essi si sono assisi sulla Cattedra di Mosè: non entrano loro e non fanno entrare quelli che vorrebbero entrarci”. Gesù ci insegna che senza possedere la verità non si può accedere nel Regno di Dio. Non è sufficiente, quindi, il desiderio di entrarci.
La casta sacerdotale odierna si è impossessata delle chiavi del Regno ed ha chiuso in faccia a sé stessa e agli uomini le porte del Paradiso: non entrano loro ed impediscono anche ad altri di potervi accedere. Da quanto detto risulta evidente una cosa sicura e cioè: nessuno dei cosiddetti Padri della Chiesa può essere santo, quindi in Paradiso, perché, in realtà, nemici di Dio, cioè della Verità. Costoro, con le loro elucubrazioni mentali, con le loro ridicole asserzioni, hanno annullato gli insegnamenti divini, solo quelli veri. Il Signore lo diceva: “Fate attenzione a come ascoltate, perché a chi ha verrà dato, mentre a chi non ha verrà tolto anche quello che crede di avere”. Gesù, qui, si riferisce al possesso di conoscenze spirituali, perché parla chiaramente di ascolto. Quanti di noi verranno privati di quanto credevano di possedere?

FINE
Inviato il: 7/9/2008 16:45
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