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  Giorgio Bocca: "gli operai irrilevanti"

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  •  padegre
      padegre
Giorgio Bocca: "gli operai irrilevanti"
#1
Mi sento vacillare
Iscritto il: 28/11/2007
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-Giorgio Bocca: “gli operai irrilevanti” -
a cura di Paolo De Gregorio, 8 settembre 2008

Nel suo articolo dell’ultimo numero de l’Espresso, intitolato “gli operai irrilevanti”,Giorgio Bocca ci parla della marginalizzazione della classe operaia, ma non dice una parola sulle cause e le responsabilità anche della gente come lui, come se questo processo dipendesse da un destino ineluttabile e non fosse stato lungo, pieno di errori di valutazione dei dirigenti della sinistra, in cui andrebbero distinte le cause soggettive e quelle oggettive dello scontro di classe, che con l’epilogo di Veltroni è diventato inesistente.
In Italia l’identità rivoluzionaria e filo-sovietica del PCI durò ben poco. Anche se per molti anni il Partito continuò a definirsi “rivoluzionario”, la teoria classica della presa del potere fu sostituita da Togliatti con la più casereccia “Via italiana al socialismo” che affermava perentoriamente che la democrazia borghese era il terreno migliore in cui si potevano sviluppare le graduali conquiste del movimento operaio, fino alla socializzazione di gran parte della economia.
L’ottusità di questa valutazione è oggi sotto gli occhi di tutti e va riformulata così: la democrazia borghese è il miglior terreno per costruire la dittatura del capitale.
La capitolazione totale, che tolse ogni identità rivoluzionaria al proletariato italiano, fu quando il traditore Berlinguer dichiarò di sentirsi più protetto dall’ombrello Nato che dal Patto di Varsavia, e formulò la proposta politica del “compromesso storico”, che proponeva di andare al governo con i democristiani (1978).
Da allora in poi, e siamo già nel 1980, con l’ultima occupazione operaia della Fiat, è tutto uno svendere accelerato della propria identità, una capitolazione e uno scioglimento di organizzazioni e riferimenti territoriali, abbandonando le sezioni, le case del popolo, le organizzazioni di massa tipo Arci e Uisp, snaturando il movimento cooperativo verso gli affari, e via svendendo fino a Veltroni. Tutto condito dalla balla che una classe operaia più ragionevole verso le pretese dei padroni si sarebbe seduta al tavolo buono del governo per ottenere mirabolanti risultati.
Risultato: gli operai non hanno avuto né rivoluzione, né riforme, e oggi si scopre che sono ininfluenti e marginalizzati, ma delle responsabilità non si parla.
Gli intellettuali come Bocca non parlano di queste responsabilità perché ne hanno una parte. Bocca, grande partigiano, già negli anni 60 era confortevolmente sistemato a scrivere sul giornale dell’ENI, “Il Giorno”, nel cuore della industria di Stato, appoggiava la linea governativa delle forze di sinistra e dava addosso agli “estremisti” che nel 68 già dicevano quello che sarebbe successo: che il PCI era un partito borghese e sarebbe finito subalterno al capitale.
Né Bocca, né altri intellettuali di sinistra, ben sistemati in tutti i settori della comunicazione e della cultura, denunciarono il processo di burocratizzazione e di inamovibilità dei dirigenti della sinistra, tutti intellettuali, che esclusero dalla direzione dei partiti di sinistra e dei sindacati proprio gli operai, che si videro sempre calare le decisioni dall’alto, con linguaggi incomprensibili, restando ad inghiottire una sconfitta dopo l’altra, fino alla attuale marginalizzazione e precarizzazione.
Questi stessi dirigenti, un po’ infiltrati, un po’ deficienti,mentre si facevano processare dai socialisti sul passato filo-sovietico e perdevano tempo a discutere coltamene su Proudhom, permisero al “compagno” Craxi di mettere a punto la svolta, decisiva e golpista: il piano piduista che consegnava ad un privato il monopolio della informazione e poneva le basi per le successive svolte culturali e politiche che hanno portato ai giorni nostri, ad un potere capitalista mediatico e clericale di stampo autoritario e monopolista.
Non bastava questo disastro storico per insegnare qualcosa agli “avanzi” del vecchio PCI, cancellati dalle ultime elezioni, che invece di puntare al sindacato unico dei lavoratori diretto dai lavoratori stessi, e ad un partito ad esso collegato, si scazzano e si dividono su Troski e la purezza ideologica, non riconoscono le loro responsabilità dimettendosi in massa e sciogliendo i rispettivi partitini. Così costituiscono un ostacolo all’emergere di qualcosa di nuovo che impari dagli errori fatti.
Per quello che posso capire io, credo che il blocco sociale che ha preso il potere in Italia, vista l’assenza totale di opposizione e di una strategia alternativa al capitalismo, può essere colpito solo da una grande crisi della globalizzazione su cui ha puntato tutto, determinata da una crisi energetica e da una crisi ambientale che condannino a morte il modello di sviluppo basato sul consumismo, i combustibili fossili e nucleari, la distruzione delle risorse, l’inquinamento, l’aumento non contenuto della popolazione mondiale,il mito dello sviluppo infinito.
Lo strapotere senza limiti che in questi ultimi anni hanno avuto l’economia e i “media”, trasformando il mondo globalizzato in un formicaio impazzito di merci che vanno e vengono, in un mercato globale che doveva risolvere tutti i problemi e che invece ha creato più fame, più squilibri, più guerre, dovrà essere necessariamente sostituito da un sistema in cui l’economia viene limitata da regole dettate da quei saggi e da quegli scienziati che hanno previsto verso quale disastro si andava, per riconvertire ogni economia nazionale, per prima cosa, sull’autosufficienza alimentare ed energetica con energie rinnovabili e diffuse, fermando i flussi di immigrazione per responsabilizzare tutti ad una decrescita demografica.
Paolo De Gregorio
Inviato il: 8/9/2008 17:04
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Re: Giorgio Bocca: "gli operai irrilevanti"
#2
Mi sento vacillare
Iscritto il: 30/7/2005
Da Albino (BG) - Bassa Valle Seriana
Messaggi: 501
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Citazione:
Per quello che posso capire io, credo che il blocco sociale che ha preso il potere in Italia, vista l’assenza totale di opposizione e di una strategia alternativa al capitalismo, può essere colpito solo da una grande crisi della globalizzazione su cui ha puntato tutto, determinata da una crisi energetica e da una crisi ambientale che condannino a morte il modello di sviluppo basato sul consumismo, i combustibili fossili e nucleari, la distruzione delle risorse, l’inquinamento, l’aumento non contenuto della popolazione mondiale,il mito dello sviluppo infinito.


Paolo, non me ne volere (neanche per l'uso del "tu", invece che del "voi" o del "lei") ma, così a naso, per come li conosco io, se dici agli operai che il loro sol dell'avvenire dipende dalla distruzione di tutto quel che cercano di raggiungere, per me ti prendono a colpi di cazzuola.

Uscendo dall'ironia, non so se ti rendi conto che stai riproponendo pari pari, seppur con argomenti differenti, il discorso del PCI e della vulgata comunista italiana. Cioè che non occorre fare nessuna rvoluzione. Basta aspettare e il capitalismo cadrà da solo per le sue inevitabili, intrinseche, contraddizioni interne. Mentre la realtà dei fatti ci dice tutt'altro.

Buona attesa.

Guglielmo
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"Quieremos organizar lo entusiasmo, no la obediencia" - Buenaventura Durruti
Inviato il: 8/9/2008 17:19
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  •  padegre
      padegre
Re: Giorgio Bocca: "gli operai irrilevanti"
#3
Mi sento vacillare
Iscritto il: 28/11/2007
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caro Guglielmo,
ho fatto un'analisi dei fatti e della situazione. Non propongo agli operai di aspettare la crisi per realizzare il comunismo che non è stato fatto con la rivoluzione. Non sostengo questo.
Ritengo che la crisi porti alla fine del capitalismo, ma solo un cambio radicale di mentalità e di scelte può salvare il pianeta dalla distruzione derivante da una globalizzazione che lo ha trasformato in un formicaio impazzito di uomini e merci.
Come ho già detto, ci può salvare solo una politica economica con scelte basate sull'esperienza di saggi e scienziati, che vada nella direzione dell'autosufficienza energetica con fonti rinnovabili e dell'autosufficienza alimentare con agricoltura biologica per tutti, consumando prodotti locali per ridurre al minimo i trasporti e limitando le nascite.
So che non è semplice convincere chi crede che la salvezza sta nell'aumento della produzione, del Pil, ma penso che dove non arriverà la ragione ci penserà la crisi...
ciao
paolo
Inviato il: 10/9/2008 14:34
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Re: Giorgio Bocca: "gli operai irrilevanti"
#4
Mi sento vacillare
Iscritto il: 30/7/2005
Da Albino (BG) - Bassa Valle Seriana
Messaggi: 501
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E' interessante quello che scrivi. Peraltro, i tuoi articoli - su questo come su altri forum - li leggo da tempo. E mi piacciono pure (non tutti, non sempre, ma sono interessanti comunque).
Vorrei capire meglio una cosa. Tu ritieni che "la crisi" porterà "alla fine del capitalismo". Mi piacerebbe capire meglio perché lo sbocco di questa "crisi" dovrebbe essere diverso da quello di altre. Il "capitalismo" ha attraversato guerre, crisi energetiche, cambiamenti geopolitici immani negli ultimi duecento anni. Pure, ha saputo utilizzare ogni crisi per modificarsi e cambiare, mantenendo forza, potenza e attrattiva. In base a quali indicazioni questa volta, questa fase dello sviluppo capitalistico, dovrebbe portare ad un risultato differente?
E, ulteriore questione, mi pare che tu consideri "il capitalismo" come una specie di blocco monolitico di interessi. A me non pare le cose stiano in questo modo. Sulla scena ci sono molti attori, e non vanno così d'accordo tra di loro. Certo, gli USA sono il paese dominante, ed il modello economico capitalistico dominante. Ma al mondo esistono altri capitalismi (quello russo, o quello cinese; quello indiano, quello dei paesi del Sud America, quelli europei) che a volte sostengono, altre volte combattono gli USA, in funzione dei loro interessi di quel momento.
E la presenza di molti attori, ognuno dei quali cerca di incrementare il suo spazio politico, mi pare renda più probabile uno sbocco delle crisi non in termini di scomparsa del capitalismo, ma di sue modificazioni.
Che ne pensi?

Buona vita

Guglielmo
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"Quieremos organizar lo entusiasmo, no la obediencia" - Buenaventura Durruti
Inviato il: 10/9/2008 15:26
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  •  BlSabbatH
      BlSabbatH
Re: Giorgio Bocca: "gli operai irrilevanti"
#5
Mi sento vacillare
Iscritto il: 10/9/2005
Da Bergamo
Messaggi: 837
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il capitalismo è un sistema di gestione del potere economico, profondamente insito nell'uomo fin dagli albori della civiltà, è un sistema di distribuzione di potere parecchio versatile, appaga tutti gli strati sociali si fonde benissimo con gli altri tipi di potere: politico, religioso, autoritario (mentre il viceversa non sempre funziona).

Auspicare la fine del "capitalismo" (ovvero un mezzo, ed erroneamente scambiato con il fine, cioè il potere economico) come causa di tutti i mali senza prevedere una repentina trasformazione del potere (economico) in qualche altra forma, politico-autoritaria pura (comunismo, nazismo), religiosa pura (teocrazia) eccetera.. beh è limitativo.

Le rivoluzioni sono solo piccoli intervalli del film intitolato "il potere".
_________________
-- Under capitalism, man exploits man. Under communism, it's just the opposite. -- J.K. Galbraith
Inviato il: 10/9/2008 22:04
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Re: Giorgio Bocca: "gli operai irrilevanti"
#6
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 25/6/2004
Da
Messaggi: 3996
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Auspicare la fine del "capitalismo" (ovvero un mezzo, ed erroneamente scambiato con il fine, cioè il potere economico) come causa di tutti i mali senza prevedere una repentina trasformazione del potere (economico) in qualche altra forma, politico-autoritaria pura (comunismo, nazismo), religiosa pura (teocrazia) eccetera.. beh è limitativo.

Quando sento parlare di comunismo e capitalismo...

...quando? Raramente.

Avete notato che ormai i "comunisti" non parlano più di "comunismo" e "classe operaia", ma solo di ecologismo, ambientalismo e migranti? C'è quasi da rimpiangere i bei tempi andati...
Inviato il: 11/9/2008 13:32
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  •  audisio
      audisio
Re: Giorgio Bocca: "gli operai irrilevanti"
#7
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 29/4/2008
Da
Messaggi: 3471
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L'errore di Togliatti è solo figlio dell'errore storico del
Marx-leninismo.
Appunto il credere che il capitalismo sia destinato a cadere
da sè, tanto che la stessa rivoluzione russa doveva servire
solo come testa di ponte per accelerare questo processo
ma non occorreva estendere la rivoluzione in tutti i paesi
perchè anzi ciò avrebbe potuto portare alla reazione e
alla perdita anche della testa di ponte con conseguente
allungamento dei tempi per il raggiungimento della società
ideale.
In questo ambito, il Partito come luogo fisico delle Avanguardie
politiche aveva proprio il compito di traghettare le energie
rivoluzionarie verso quella meta ultima.
In termini pratici, quindi, i partiti comunisti hanno sempre svolto la
funzione di pompieri verso i movimenti autenticamente rivoluzionari,
proprio in virtù di queste aspettative messianiche.
In termini politici, favorendo la nascita di una casta politica
sganciata dagli interessi dei lavoratori, hanno favorito una
degenerazione autoritaria nei paesi dell'Est e una degenerazione
burocratica e compromissoria nei paesi dell'Occidente.
La lezione che abbiamo alle nostre spalle è evidente:
non dobbiamo mai delegare una mazza a nessuno e agire sempre
e solo negli interessi immediati e strategici delle classi subalterne.
Solo così si può costruire un cammino verso una società migliore.
Non so se sarà possibile raggiungere la società ideale ma qualcuno
ha detto che l'itinerario è spesso più importante della destinazione.
Inviato il: 11/9/2008 16:10
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  •  BlSabbatH
      BlSabbatH
Re: Giorgio Bocca: "gli operai irrilevanti"
#8
Mi sento vacillare
Iscritto il: 10/9/2005
Da Bergamo
Messaggi: 837
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Citazione:
favorendo la nascita di una casta politica sganciata dagli interessi dei lavoratori, hanno favorito una degenerazione autoritaria nei paesi dell'Est e una degenerazione burocratica e compromissoria nei paesi dell'Occidente

qualsiasi casta si sgancia dagli interessi di chi l'ha autorizzata quando questa acquisisce abbastanza potere. Le degenerazioni altro non sono che deragliamenti dal binario ideale, cioè comportamenti reali.
Citazione:
non dobbiamo mai delegare una mazza a nessuno e agire sempre e solo negli interessi immediati e strategici delle classi subalterne.

e come se non con il voto, cioè delegando esponenti di una futura casta in base alle loro promesse?

ed ecco che il cane si mangia la coda..
_________________
-- Under capitalism, man exploits man. Under communism, it's just the opposite. -- J.K. Galbraith
Inviato il: 11/9/2008 18:41
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