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  Lotte popolari, propaganda e ingerenze politiche

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Lotte popolari, propaganda e ingerenze politiche
#1
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 23/2/2006
Da
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Lotte popolari, propaganda e ingerenze politiche.
Ovvero
Come il sistema fa di tutto per contrastare a livello mediatico le lotte spontanee dal basso e nel frattempo opera per inglobarle al suo interno.





Negli ultimi tempi stiamo assistendo a una sorta di “escalation” delle lotte popolari in Italia: NO TAV, No Dal Molin, No MOSE, Ariano Irpino, Serre, movimenti contro gli inceneritori, contro il Ponte sullo Stretto, contro la presenza di armi atomiche sul suolo italiano…
Credo sia utile, al momento attuale, una riflessione sui tratti in comune fra tutti questi movimenti spontanei.

Si tratta in sostanza di realtà nate spontaneamente dalla gente, in seguito alla constatazione che il governo di turno (o una sua emanazione locale come la Regione o la Provincia) opera in palese menefreghismo delle legittime istanze della popolazione locale.

A fronte di grandi opere sbandierate come “fulgido progresso”, come il TAV o il ponte sullo Stretto, la popolazione coinvolta in questi mega progetti si vede del tutto ignorata da chi decide le sorti di interi territori e quindi delle vite di migliaia di persone.

La maggior parte di questi movimenti, nati dal basso e con carattere trasversale, sono per fortuna giunti ad oggi senza alterare questa loro caratteristica fondamentale.
E questo, ovviamente, a qualcuno non garba per nulla.


Un movimento spontaneo, senza spinte partitiche o ideologiche di base, fa paura.
Fa paura perché mette a nudo, squarciando con la vivida immediatezza “della terra”, i meccanismi di fondo con cui il sistema opera.

Ecco perché queste lotte vengono sistematicamente combattute da chi sta al potere, innanzitutto a suon di propaganda tramite mass-media.

Qui abbiamo un esempio -l’ultimo in ordine temporale (ma potremmo stilare una lunghissima collezione di news simili, anzi molte sono già presenti fra i thread di LC):
"Dalle grandi opere ai mini impianti, le proteste bloccano un cantiere su due.
Comitati, scontri tra enti locali e ricorsi al Tar: così si ferma l'Italia dei progetti"


Il carattere apartitico e trasversale (e spesso dichiaratamente astensionista) di queste lotte, deve creare una certa agitazione a chi ci governa, se questi figuri mettono in campo tutta la potenza dei media per contrastarne le istanze a livello pubblico (per non parlare del ricorso al manganello, strumento che non passa mai di moda, a quanto pare).

Ecco allora fiorire su tutti i media -TV, radio, quotidiani, riviste- veri e propri capolavori di propaganda, destinati al vasto pubblico che non ha contatti con la realtà locale delle varie lotte e non ha, in genere, la possibilità (o la voglia) di verificare e approfondire le notizie.

Questi movimenti vengono allora etichettati con tutte le diciture più fantasiose che possano venire in mente; non viene risparmiato nessun gioco di ars oratoria, nessun meccanismo da neo-lingua, pur di mistificare e infangare le legittime istanze delle popolazioni in lotta.

Le popolazioni locali sono mostrate come gruppi di facinorosi, no-global, contrari al progresso del Paese e finanche dell’Europa tutta, montanari usciti direttamente dall’oscurità del medioevo per frenare il benessere di tutto il resto della popolazione con le loro insensate critiche, menti ristrette che non vedono più in là del proprio piccolo orticello, biechi individui votati alla violenza, retrogradi, anti-americani, anti-europeisti, comunisti, anarco-insurrezionalisti, filo-brigatisti, filo-terroristi (se non terroristi tout-court)…
Avanti, c’è ancora posto.


Al tempo stesso però, per il sistema torna più utile tenersele buone, quelle migliaia di persone in lotta, piuttosto che allontanarle definitivamente da sé.

Ecco dunque che compaiono sempre, in mezzo alle bandiere neutre con i simboli del NO TAV o del No Dal Molin, bandiere partitiche che ben poco hanno a che vedere con la lotta in atto; ecco tante belle facce pulite e sorridenti di politici pronti a farsi fotografare con la popolazione locale e a dichiarare il proprio assenso alla manifestazione, salvo poi comportarsi in ben altra maniera una volta varcato il portone dei palazzi romani.

Ecco che questi movimenti spontanei vengono corteggiati da forze legate al mondo istituzionale o comunque interne al sistema politico.

Ne abbiamo svariati esempi. Ne citerò due perché questi sono quelli che più mi hanno colpito e che stanno venendo alla ribalta ultimamente, proprio cavalcando l’onda dei movimenti popolari.

Ecco qui l'ennesimo tentativo della politica di inglobare lotte spontanee popolari: Il Bene Comune (qui il gruppo del Cantiere per il Bene Comune).

E’ promosso da Giulietto Chiesa, che abbiamo conosciuto non solo in veste di divulgatore sulla verità dell’11 settembre 2001, ma anche per esempio come sostenitore di una inchiesta internazionale sull’11/9 capeggiata da Chavez, o come membro del World Political Forum.

Questa lettera aperta di G. Chiesa contiene affermazioni che dovrebbero far riflettere (e inorridire) molta brava gente impegnata nei vari movimenti popolari:

"(…) ponga come obiettivo quello di difendere il Bene Comune , in testa al quale sta la necessità di combattere contro la guerra, contro l'individualismo consumista, contro l'egoismo e la stupidità dei ricchi"

“Il Bene Comune”... "la stupidità dei ricchi"…!

"per una radicale riforma della politica, intesa come servizio, che restituisca dignità alle istituzioni della Repubblica, sia attraverso la partecipazione dei cittadini alle decisioni, che tramite una nuova rappresentanza democratica"

Solita storia, trita e ritrita.
Riformare la politica… Nuove rappresentanze democratiche… Partecipazione dei cittadini… Dignità delle istituzioni…

E’ l’eterna alternanza dei colori complementari sullo stivale che cammina sopra le teste della gente.

Ora che tutti questi movimenti, dal NO TAV al No Dal Molin, dal No MOSE al No Ponte, da Ariano Irpino a Serre... si stanno facendo veramente sentire, ecco che scatta il meccanismo di difesa del potere.

Quando le lotte spontanee e apartitiche prendono piede, entrano in azione i difensori della democrazia e della politica pulita.
Per ricongiungere il cittadino alle istituzioni.

Deve fare veramente una paura terrificante questo “scollamento tra cittadino e istituzioni”, se ogni volta che si delinea all’orizzonte, si mettono in campo tutte le risorse dello Stato e dei media per fronteggiare questa minaccia (…alla mancata X sulla scheda elettorale).


Situazione diversa ma dal meccanismo di fondo simile, credo sia quella di un altro nuovo movimento, la Lista civica per la Repubblica dei Cittadini, promossa da Veltri, Beha, Pardi, Alagna.

Coincidenze… Ma che tempismo.

Moltissime persone pensano di poter cambiare il sistema dall'interno. E' un'opinione molto diffusa, tra molte persone in buona fede, come sicuramente alcuni tra i firmatari della Lista Civica suddetta.
Credono che il problema stia nelle persone che governano, e non nel sistema stesso, nei suoi meccanismi e dinamiche.

Ma è una vecchia storia, che i nostri buoni governanti conoscono fin troppo bene.
E su questo hanno facile gioco tutti questi furbacchioni (G. Chiesa suppongo si consideri l'eccezione alla regola della "stupidità dei ricchi"... visto che non credo proprio sia da annoverare tra i "poveri"; per non parlare degli altri personaggi che hanno fondato la geniale "Lista civica per la repubblica dei cittadini").


-----
Quando le rivendicazioni di una popolazione locale vengono ignorate e poi combattute con ogni mezzo, c’è modo di credere che quelle richieste non siano affatto campate in aria.

Quando un movimento popolare viene blandito con l’intento di inglobarlo in una ennesima forza “per la riforma della politica”, si può ben credere che sia in atto un’azione per snaturare il carattere spontaneo della lotta.

E, al contrario di ciò che vogliono farci credere i mass-media, quando una popolazione manifesta pacificamente le proprie ragioni e viene presa a manganellate dal braccio armato dello Stato, c’è qualcosa che non va nel sistema stesso, non nella popolazione.
Inviato il: 28/6/2007 18:20
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  •  Pausania
      Pausania
Re: Lotte popolari, propaganda e ingerenze politiche
#2
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 6/4/2006
Da
Messaggi: 3872
Offline
Gran post Gaia...
Proprio oggi leggevo "l'articolo" del Corriere in cui si trattano da zotici egoisti provinciali quelli che si ribellano alle decisioni che arrivano "dal palazzo".

Lo scollamento tra cittadini e istituzioni sta avvenendo, evidentemente, se in tanti lo temono e cercano di allontanarlo in tutti i modi.

Io credo che stiamo assistendo ad una lenta ma inarrestabile rivoluzione in Italia. Da noi lo Stato e le sue istituzioni sono sempre state più o meno accettate in quanto erogratici di emolumenti. Soprattutto dagli anni '70 in poi, con l'apogeo del craxianesimo, lo Stato è divenuto la vacca che in molti mungevano e da cui tutti traevano beneficio, a diversi livelli naturalmente. I più poveri avevano sempre poco, ma quel poco che bastava per avere una vita dignitosa e migliore di quella dei loro padri, cresciuti nella miseria delle campagne del sud o del nord-est d'Italia.

Solo che ogni vacca produce una quantità limitata di latte e non la si può mungere tutti e all'infinito. Si è cominciato a capirlo ad inizio anni '90, quando esplose Tangentopoli: all'epoca gli imprenditori, che per anni avevano fatto soldi foraggiando i politici per avere appalti, cominciavano a non avere più un ritorno economico dalla corruzione (la mammella cominciava a dare segni di secchezza) e quindi andavano spontaneamente dai giudici a raccontare le loro "marachelle" (fatte a spese del contribuente, cioè del povero pirla di lavoratore dipendente cui il denaro viene soffiato da sotto il naso ancor prima che gli entri in tasca).

Oggi i politici e i loro cagnetti da compagnia, i giornalisti, ci raccontano le storie di giudici cattivi e politici verginelle, ma sono bugie, come quelle cui ci hanno abituato sul terrorismo e amenità varie.

Tuttavia niente è cambiato da allora. La corruzione è la stessa di un tempo, solo che la mammella è praticamente a secco, e anche i normali cittadini cominciano a rendersene conto.

Un tempo si poteva giocare a fare il comunista e il democristiano, perché finché hai casa, lavoro e sanità più o meno assicurate te lo puoi permettere. Puoi permetterti l'illusione che il tuo tifo elettore si traduca in un mondo migliore.

Oggi non è più così. Oggi puoi votare chi ti pare, tanto non hai soldi comunque. Paghi i contributi per una vita, ma non hai la pensione; paghi le tasse ogni anno, ma quando vai dal dottore devi pagare ancora; quando guadagni meno di quanto spendi, e non sai più quale spesa ridurre, non hai tempo per avere fiducia nelle istituzioni.

Ecco servito lo "scollamento" tra cittadino e Istituzioni. Un parlamentare guadagna in un mese quanto un lavoratore normalmente guadagna in un anno; quanto un precario guadagna in una vita.

Ecco servito lo "scollamento".
C'è solo un modo per evitare questo scollamento: ritornare a riempire la pancia all'elettore. Ma la mammella è secca, e quel poco latte che esce se lo arraffano gli amici degli amici.

Dio benica questo scollamento. Speriamo solo che finalmente si capisca che non è grazie ad un Parlamento o ad una elezione che miglioreremo la nosta situazione.
Inviato il: 28/6/2007 18:44
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  •  florizel
      florizel
Re: Lotte popolari, propaganda e ingerenze politiche
#3
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 7/7/2005
Da dove potrei stare meglio.
Messaggi: 8195
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Davvero un grande commento, _gaia_. Che meriterebbe la Home, per il dovuto merito di aver tradotto in parole dirette ed immediate l'intuizione circa la necessità, per le istituzioni e per la politica, di doversi proporre in veste sempre nuova, quasi trascendendo se stesse; intuizione che, ahinoi, sfugge ancora a molti, "merito" soprattutto di un'informazione servile ed opportunista, culo e camicia con il potere ed i grandi business che mentre arricchiscono le solite tasche continuano ad affamare e massacrare interi popoli, ad avvelenarne altri, e a fare scempio scellerato di territori, come giustamente osservi.

E sembra un paradosso che, mentre si proclama l'alto grado di "civiltà" legato a quei megaprogetti, il senso di "democrazia" che dicono pervaderli, tanto sbandierato, venga tanto facilmente meno lasciando spazio alle più brutali repressioni.

Ancor più, accompagnata ad esse, la "controinformazione" della stampa ufficiale si rivela il miglior strumento di distorsione della verità, quando ormai non può più occultarla. Soprattutto se quelle lotte partono con, o assumono col tempo, un forte carattere "autogestionale": sono un male da estirpare, per le istituzioni, un esempio da tener nascosto; ed ecco la sfilata di sindaci e sindachetti, di assessori e di avvoltoi che, per qualche ora, lasciano l'Olimpo del palazzo e si mischiano "democraticamente" alla folla, salvo rivederli col loro pesante culo attaccato ad uno scranno qualsiasi, a decretare le LORO iniziative come le iniziative di quanti si son beccati manganelli in testa e porte in faccia.
Un cambiamento, quello di queste figure istituzionali, che non si fa fatica a far discendere dal ferreo "richiamo" (dai vertici, si intende) alla doverosa disciplina del loro ruolo.

Hai ragione, c'è qualcosa nell'intero sistema in grado di corrompere e deviare qualunque buon proposito. O di lasciare che vi acceda solo chi dimostra di sapersi adeguare al suo meccanismo.

Ed i "malati" sarebbero quelli che lottano, i "nimby".

Direttamente dalla neolingua, il termine liquida strumentalmente chiunque sia profondamente legato alla terra in cui vive o che, semplicemente, ama. Con un abile operazione di propaganda, si sminuisce la lotta di molti riducendola ad un capriccetto di singoli individui inconsapevoli di essere un "gruppo" o una comunità.

"Si parte da una sindrome diffusa, la sindrome nimby. Tradotto: not in my back yard, non nel mio giardino. C'è da costruire una ferrovia, una centrale elettrica, una discarica? La prima reazione delle comunità è: «Ovunque, ma non vicino casa mia». L'agenzia Aris studia da tre anni le manifestazioni della sindrome nimby in Italia (attraverso il laboratorio «Nimby forum»). Senza arrivare a opere pubbliche gigantesche come la Tav o il ponte sullo stretto di Messina, l'effetto quasi scontato della sindrome nimby è un ritardo nei lavori. Ma a volte si va oltre."

«Da una parte c'è un nimby buono — spiega Alessandro Beulcke, presidente di Aris — e cioè la contestazione che porta a un miglioramento dei progetti, attraverso un confronto tra imprese, istituzioni e popolazione. Dall'altra un nimby cattivo, troppo legato a interessi locali ed elettorali che assecondano in modo strumentale la pancia delle comunità, senza fondarsi su dati scientifici. E così si pregiudica lo sviluppo del Paese».


Un nimby "buono" ed uno "cattivo". Come dire: un cancro maligno ed un cancro benigno.
Davvero spregevole.

Citazione:
Quando le lotte spontanee e apartitiche prendono piede, entrano in azione i difensori della democrazia e della politica pulita.
Per ricongiungere il cittadino alle istituzioni.


Questa è una vecchia storia, di cui la "sinistra" è la prima protagonista.
A cominciare da quella sporca faccendo togliattiana dell'ordine ai partigiani di deporre le armi, invocando la sempre attualissima "unità nazionale", passando per la grande deviazione apportata alla Rivoluzione Anarchica nella Spagna del '36.

Storia che coincide e si incrocia pericolosamente con quella della "strategia della tensione", di cui ancora oggi si intravede una ripresa, proprio in un momento di reale dissenso potenzialmente non limitato alla contingenza dei fatti.
Non stupisce, quindi, che un "marpione" come Chiesa, insieme ad altri "ben intenzionati", promuova iniziative politiche tipiche di un istituzionalismo incallito, e capaci di mettere in campo le più strumentali strategie pur di arginare lotte che rifiutano la logica di partiti e partitini, pur di ricondurre verso la deriva istituzionalista ciò che promette una critica radicale e necessaria.

Ti ringrazio per questo forum: l'argomento, oltre ad essermi particolarmente caro, credo sia oltre modo necessario.
_________________
"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 28/6/2007 19:57
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Re: Lotte popolari, propaganda e ingerenze politiche
#4
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 30/6/2006
Da Torino
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Credo che in questo momento i Movimenti (NO TAV, NO Dal Molin, NO Turbogas, NO MOSE, NO Coke ecc.) siano la vera ed unica novità presente in questo disgraziato paese.
Una novità di fronte alla quale il sistema si pone ovviamente con l'intento di "governare" la protesta e ricondurla nell'alveo della politica dei partiti, laddove tutto si può comprare, addomesticare, addormentare.

I Movimenti fanno gola a molti e fra i molti ci sono sicuramente il "cantiere per il bene comune" di Giulietto chiesa e la "Lista civica per la Repubblica dei cittadini" dove trovano spazio dinosauri immarcescibili quali Dario Fo e Franca Rame.
Tutti questi figuri mirano ad etichettare, strumentalizzare ed indirizzare la lotta dei Comitati che in Italia combattono contro nocività e devastazioni, ambientali ed economiche, cercando di cavalcarli a proprio uso e consumo, preoccupandosi che essi non possano nuocere al sistema dei partiti. Il tutto sulla flsariga del modello attuato fino a poco tempo fa dai partiti della sinistra radicale nei confronti dei movimenti no global e pacifisti, al fine di praticarne una lenta eutanasia.
Fortunatamente le frasi, i proclami ed i programmi portati avanti da questi personaggi dimostrano dimostrano chiaramente come essi dei nuovi Movimenti non abbiano davvero capito nulla.

Per quanto concerne il "cantiere per il bene comune" a parte la fesseria sulla "stupidità dei ricchi" tutta l'impostazione mi produce sinceramente un fastidio quasi fisico. Il disquisire di sinistra e democrazia cozza contro l'apartiticità assolutamente trasversale che è alla base dei Movimenti, mentre le amenità concernenti la dignità delle istituzioni e la partecipazione dei cittadini (magari per prendere visione dei bilanci "condivisi" come spesso è avvenuto in Italia) stridono di fronte a Movimenti che non intendono farsi rappresentare da niente e da nessuno, tanto meno dal rubagalline di turno che si presenta come "amico di famiglia".

Anche la "Lista civica per la Repubblica dei cittadini" non mi sembra comprendere le reali motivazioni che spingono proprio i cittadini a non accettare più che altri decidano in loro vece.
Un vecchio adagio dice che se qualcuno ha in testa un martello continuerà a vedere ogni cosa sotto forma di chiodo, il martello per tutti i manovratori è proprio il sistema dei partiti che fino ad oggi li ha in varia misura foraggiati, mentre i chiodi sono i cittadini che anzichè persone continuano ad essere considerati semplicemente "elettori".

Nella capacità di rifiutare ogni strumentalizzazione si giocherà proprio il futuro dei Movimenti che riusciranno a costruire qualcosa solamente riuscendo a rimanere liberi, trasversali ed impermeabili alle lusinghe della dittatura democratica.
_________________
il corrosivo
Inviato il: 29/6/2007 4:16
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  •  Redazione
      Redazione
Re: Lotte popolari, propaganda e ingerenze politiche
#5
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Iscritto il: 8/3/2004
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Inviato il: 29/6/2007 9:17
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