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   Guerre e Terrorismo
  La conferenza di Teheran

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La conferenza di Teheran
#1
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Riporto da un post del mio blog: http://dottormabuse.blogspot.com

L'autentico proposito della conferenza di Teheran

(26 dicembre 2006)

Segue qui un decalogo del discorso di presentazione di Mottaki, il Ministro degli affari esteri della Repubblica iraniana, alla conferenza internazionale di Teheran, “Review of the Holocaust: Global Vision” (11 dicembre 2006), della IPIS iraniana (Institute for Political and International Studies); il discorso completo in inglese lo si può trovare qui: http://www.ipis.ir/English/conference_persian-gulf.htm

Per riassumere l’intenzione del governo iraniano, si parla di (1) uno scetticismo rispetto a una mitologia fondativa, quale strumento di ricerca della “verità” storica, con (2) una critica del dominio assoluto della parte di Occidente vincitore della II Guerra Mondiale nella costruzione della conoscenza storica, in particolare sulla base di una cosa che non risponde a “verità”, e vale a dire (3) il falso per cui la I e la II Guerra siano state realmente mondiali, oltre ad un fatto evidente, e cioè che (4) l’anti-semitismo è stato un fenomeno solamente d’Occidente, poiché questo fenomeno non ha avuto alcun esempio razzista in genere e alcun esempio di anti-semitismo, nello specifico; per questo motivo, (5) non si capisce perché il popolo musulmano, e nello specifico il popolo palestinese abbia da pagare un evento che con loro non c’entra, essendo loro estranei a quanto fatto dal nazismo (ciò non si può dire invece dei sionisti); questo, perché (6) “fondamentalmente, questa conferenza non intende né negare né provare l’olocausto; piuttosto, intende offrire una possibilità di espressione a pensatori e ricercatori che non son liberamente acconsentiti a esprimere il loro punto di vista su di un evento storico, nella Europa che professa di promuovere la libertà”; (7) se l’accusa di razzismo si può muovere nei loro confronti, la si può muovere nei confronti del sionismo tanto quanto del nazismo, e in questo momento storico (8) chi s’è erto contro il nazismo opera come loro, nelle colonie, nelle guerre, nelle occupazioni (Palestina, Corea, Africa, Vietnam, Sud America, Iraq, ecc.); per questo motivo (9) non si capisce perché non si possa condannare questo comportamento, e non si capisce perché non si possa condannare l’uso strumentale di una mitologia fondativa (la Shoah) quale giustificazione per alcune di queste azioni che uccidono individui innocenti tanto quanto nello sterminio attuato dal nazismo: (10) il problema è che se si destabilizza la versione ufficiale, totalizzante, della Shoah (non negando l’esistenza della Shoah), si destabilizza la teologia di Israele, la sua sussistenza e il suo movimento di espansione.

Forse non pienamente adeguata – tuttavia soltanto dal punto di vista unico, tipicamente europeo, e non di pieno, volenti o nolenti, rispetto della libertà che Mottaki invoca – è, non lo si può negare la selezione delle persone ospitate dalla conferenza, nella quale tuttavia non mancano esponenti ebrei, e persone che non negano l’olocausto, bensì negano la convenienza della appropriazione, della privatizzazione di questo evento storico per i fini nazionalisti dello stato d’Israele e per gli Stati Uniti, per fini razzisti, per fini cioè che non siano pacifici, e vale a dire per fini che marchino una dis-continuità rispetto a ciò che era il nazismo, e non una continuità (tra gli ebrei invitati a parlare, i Neturei Karta, i quali ritengono il sionismo tra le cause, e certo un movimento che collaborava con il nazismo; che è poi ciò che descrive la celebre filosofa ebrea Hanna Arendt, cfr. un recente post del blog). Forse il problema della comunicazione (e in particolare della traduzione), affrontato nel precedente post del mio blog, è effettivamente grave.

Ciascuno sappia trarre le conseguenze.

(...)

Per esempio, poi possiamo indicare una opinione - di G. Ash, su www.dissidentvoice.org - totalmente contraria alla "buffonata" (così la definisce) della conferenza di Teheran, e tuttavia che sostiene la medesima posizione rispetto alla strumentalizzazione della Shoah e alla continuità dei metodi tra nazismo e sionismo, e sulla distorsione della teoria assimilante sionismo e ebraismo: http://www.dissidentvoice.org/Dec06/Ash14.htm

Sul sionismo visto dalla parte del più puro e vero ebraismo, cfr. l'intervento di A. Cohen, degli del Naturei Karta, il movimento ortodosso: http://www.nkusa.org/activities/Speeches/2006Iran-ACohen.cfm
Inviato il: 28/12/2006 19:37
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