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   Religioni & Spiritualità
  Sincronicità Junghiana

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Sincronicità Junghiana
#1
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 4/10/2006
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Sul tema della preghiera,mi viene in mente un aneddoto che lessi un po' di tempo fa in un libro (di cui non ricordo più ne il titolo e ne l'autore).La cosa comunque che mi impressionò maggiormente di questa storiella-aneddoto,furono le potenziali correlazioni che trapelavano da essa,tra la preghiera e il concetto Junghiano di Sincronicità.
Vi espongo molto concisamente quanto veniva esposto in tale aneddotto,o "storiella",che dir si voglia:

Una donna (poco religiosa),preoccupata del fatto che avesse ormai raggiunto una certa età,e non avesse ancora trovato marito,alfine di non restare zitella a vita,cercò di trovare un rimedio alla sua situazione sentimentale,chiedendo consiglio al parroco del paese in cui viveva,cercando quindi una soluzione al problema,in termini religiosi e di fede.
Il parrocco,le diede in mano una statuetta di San Pietro e le disse che doveva,stringendo quella statuetta tra le mani,pregare tutte le sere per mezz'ora,chiedendo a San Pietro appunto,di farle trovare presto un marito.La donna iniziò a pregare tutte le sere,come il parroco le aveva detto di fare; ma dopo sei mesi di preghiere,lei continuava a ritrovarsi sempre sola,poichè non aveva mai modo di conoscere nessuno (e quindi mai modo di potersi innamorare).
Alchè un giorno,mentre stava pregando,infuriata perchè non accadeva mai nulla nella sua vita,prese la statuetta che aveva tra le mani e la scaraventò fuori dalla finestra;bè,la statuetta non toccò,dopo qualche secondo,direttamente l'asfalto del marciapiede che fiancheggiava la sua abitazione,poichè andò prima a cozzare contro la testa di un passante.La cosa più interessante comunque con cui si conclude questa storiella,è che quel passante che si trovava li "per caso",alla fine ...diventò suo marito.

Link correlato:
http://www.riflessioni.it/forum/showthread.php3?t=9587


Fausto Intilla (Inventore-divulgatore scientifico)www.oloscience.com
Inviato il: 4/10/2006 16:08
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  •  javaseth
      javaseth
Sincronicità Junghiana
#2
Dubito ormai di tutto
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Citazione:
La cosa più interessante comunque con cui si conclude questa storiella,è che quel passante che si trovava li "per caso",alla fine ...diventò suo marito.


So che magari questo post verrà chiuso perchè contravviene alle regole del forum, che non ricordo bene dove siano, visto che odio le regole, per cui non posso postare il link.

Faccio un appello affinchè, se non altro, si apra un topic sulla sincronicità, fenomeno sul quale Carl Gustav Jung investigò durante l'ultimo periodo della sua vita.

E' sicuramente un fenomeno affascinante e sul quale ce ne sarebbe da discutere, almeno qui su LC

Ciao
-javaseth
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Inviato il: 4/10/2006 16:21
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  •  Ramingo
      Ramingo
Sincronicità Junghiana
#3
Mi sento vacillare
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Sissì,concetto interessante,di cui sono praticamente digiuno...
Non si potrebbe fare un eccezione e spiegare un pò la cosa!?
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Inviato il: 4/10/2006 17:11
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Sincronicità Junghiana
#4
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 10/12/2005
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la morale della allegra storia quindi è

Tirate i simboli religiosi fuori dalla finestra?

Ovviamente se lo facessi io invece di tramortire Nicole Kidman con un crocifisso (per poi riprogrammarla durante il coma) minimo minimo centrerei in pieno una macchina della polizia (storia vera, già successa ma ero piccolo, non lo feci apposta ed era una arancia marcia ).
Inviato il: 4/10/2006 17:19
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Re: Preghiere e Sincronicità Junghiana
#5
Sono certo di non sapere
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Direi che considerato il fatto che l'argomento non è ancora stato trattato, si può continuare qui la discussione.

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Inviato il: 4/10/2006 17:23
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  •  javaseth
      javaseth
Sincronicità Junghiana
#6
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 11/3/2006
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Citazione:
Direi che considerato il fatto che l'argomento non è ancora stato trattato, si può continuare qui la discussione.


Thanks Santa!

Citazione:
Non si potrebbe fare un eccezione e spiegare un pò la cosa!?


Jung definisce la sincronicità come una "connessione a-causale fra stati psichici ed eventi oggettivi".

Una particolare forma di coincidenza, chiamata anche coincidenza significativa.

Ma significativa per chi?

Un esempio classico è quello dell' esempio: pensiamo ad un amico ...e lui improvvisamente ci telefona.

Il fatto, magari per chi sta vicino a me mentre squilla il telefono, non configura alcuna coincidenza.

Ma per me, che ho pensato a quell'amico, quel fatto è una coincidenza, e in più, significativa.

Un avvenimento interiore (il mio pensare all'amico) ha trovato un corrispettivo evento esteriore (la telefonata).

Un avvenimento acausale, se visto con una prospettiva esteriore, in quanto sembra non avere nessi di causa ed effetto. Ma, lo stesso evento, visto con una prospettiva interiore, in un certo senso li ha. ha significato.

In questo modo, Jung si pone su un piano di profondità ed illumina il rapporto psicofisico che esiste tra la dimensione fisica e le altre dimensioni.

Scrive Marie Louise von Franz: «Il fenomeno più essenziale e forse più impressionante nei fenomeni di sincronicità, è il fatto che la dualità di psiche e materia sembra in essi annullata. Sono perciò un accenno empirico, ad un'unità ultima di tutto l'essere, che Jung chiama «unus mundus», rifacendosi alla filosofia naturale medioevale».



......

Da http://www.puntosufi.it/iking.htm


Occorre però fare una precisazione: Jung non era un mistico né tantomeno uno spiritista o un occultista. Era un uomo di scienza che da studioso e medico psicoterapeuta si accorge del verificarsi di tali episodi nella vita delle persone in generale e dei suoi pazienti in particolare, e cerca, nei limiti del possibile, di dare a questi episodi delle spiegazioni di tipo psicologico, senza la pretesa di volere tutto comprendere e tutto spiegare.

Uno dei fenomeni che più lo impressionava era il verificarsi di episodi di sincronicità.

Con tale termine si intende il verificarsi di una coincidenza significativa, apparentemente fortuita tra un fatto interno psichico e un fenomeno del mondo fenomenico esterno. Ad esempio: sognare una certa persona o semplicemente pensare ad essa e poi incontrarla.

Jung era impressionato dalla frequenza in cui tali fenomeni si manifestavano, soprattutto in pazienti in fasi critiche della loro vita, e aveva l’impressione che ci potesse essere qualcosa in più di una semplice combinazione statisticamente possibile.

Clamoroso ad esempio è il caso di un suo paziente. Questi era un ingegnere che basava e regolava la sua vita su basi esclusivamente razionali, escludendo completamente aspetti più emotivi o irrazionali. Un giorno fece un sogno estremamente complesso che qui non riporto ambientato nell’antico Egitto. Tale ambiente un po’misterioso ed oscuro era connesso proprio a questi elementi psichici che lui rimuoveva. Al centro del sogno stava la figura di un misterioso scarabeo d’oro, di cui si stava cercando di capire il significato. Ad un certo punto, ricordo che siamo in Svizzera e non all’Equatore, si sente un rumore sordo alla finestra, Jung va ad aprire e si accorge che una scarabeo d’oro era venuto a cozzare, proveniente da chissà dove, proprio lì dove due uomini stavano parlando di uno scarabeo.

Fenomeni misteriosi, elusivi, sfuggenti, che a noi rimangono ancora oggi inspiegabili, così come ai tempi di Jung. Ma una cosa è certa, sia a noi che a lui: tali fenomeni non solo sono inspiegabili, ma non dovrebbero neanche sussistere all’ interno di un modello di riferimento dell’universo di tipo cartesiano-newtoniano, fatto di oggetti separati e distinti,unicamente materiale e rigidamente suddiviso in materia (res extensa nella filosofia cartesiana) e spirito (res cogitans nella filosofia cartesiana) identificato quest’ ultimo unicamente con il pensiero.

Simili fenomeni, a meno che non li si voglia semplicemente ridurre a combinazioni statisticamente prevedibili, sono spiegabili da modelli che implicano una specie di "continuum" tra microcosmo e macrocosmo, con rispondenze tra i due, possibilità di entrare in risonanza non causale. E allora Jung focalizza la sua attenzione a campi del sapere e della cultura ove in qualche modo sia presente un tale modello di tipo olistico.

Trova una rispondenza, forse inattesa a prima vista, nel campo della fisica della materia. Nei primi anni del 900 scoperte inattese nel campo della fisica nucleare, che porteranno poi alla nascita della fisica quantistica, fanno emergere un modello di questo tipo. In particolare intrattiene una fitte corrispondenza con gli esponenti di questa nuova fisica, in particolare A. Einstein e W. Pauli.




Per saperne (poco) di più

http://it.wikipedia.org/wiki/Sincronicità

Cercherò qualcosa di più sostanzioso, evitando (per quanto possibile) le brodaglie new age :)

Ciao
-javaseth
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Inviato il: 4/10/2006 17:38
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  •  Ramingo
      Ramingo
Sincronicità Junghiana
#7
Mi sento vacillare
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Le brodaglie new age mi hanno sempre dissuaso dall'argomento...se non conosci,su internet ti imbatti in un sacco di str****ate...
Aspetto volentieri delle direzioni affidabili.
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Inviato il: 4/10/2006 18:21
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Sincronicità Junghiana
#8
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 10/12/2005
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Scommetto che ora qualcuno interverrà prontamente con qualche dotto articolo che analizzi i rapporti tra Jung e gli Steineriani.
Inviato il: 4/10/2006 19:00
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  •  ege
      ege
Sincronicità Junghiana
#9
Ho qualche dubbio
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Provo a buttar lì un breve delirio mattutino...

Partendo dall'origine del problema, mi verrebbe da interrogarmi sulla distinzione soggetto - oggetto.

L'atto stesso di sentire di essere coscienti presuppone una distinzione netta tra il e il non-sé oppure ciò che giunge ai nostri sensi, interpretato e filtrato dal nostro cervello, può essere visto come una proiezione generata da noi stessi (il che potrebbe rispondere agli eventi di sincronicità Junghiana)?

Ok, forse prima è meglio se vado a farmi un caffé, poi ne riparliamo...

ege
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"non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi" ~ Il Piccolo Principe.
Inviato il: 5/10/2006 9:28
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Sincronicità Junghiana
#10
Sono certo di non sapere
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A me sembra che, tra le miriadi di pensieri che attraversano la nostra mente in ogni istante, sia facile la possibilita' di imbattersi in una sincronicita' tra un ricordo e un evento vissuto nell'immediato, e che tali possano, anche, risultare molto affini.

mc
Inviato il: 5/10/2006 11:41
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Sincronicità Junghiana
#11
Sono certo di non sapere
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Jung non era un mistico né tantomeno uno spiritista o un occultista. Era un uomo di scienza che da studioso e medico psicoterapeuta si accorge del verificarsi di tali episodi nella vita delle persone in generale e dei suoi pazienti in particolare, e cerca, nei limiti del possibile, di dare a questi episodi delle spiegazioni di tipo psicologico, senza la pretesa di volere tutto comprendere e tutto spiegare.
_______________

Su Jung ci sono molte cose da dire, anche lui ha avuta la sfortuna di essere "assorbito" dai "neo spiritualisti", ma a differenza di altri scienziati incolpevoli, come il povero Tesla da tempo ostaggio degli steineriani, Carlo Gustavo se l'è parechio cercata.

Ma qui parliamo della sua "teoria", e solo di essa è quindi bene occuparsi, per non allargare troppo il discorso.

Ora, ci sono studi "accademici" che si occupano di studiare a fondo le cosiddette "coincidenze".

Pare che si verifichino con una frequenza enormemente maggiore rispetto a quello che ci si aspeterebbe in seguito a dei rigorosi studi sulla statistica e la probabilità.

Anche Einstein si era accorto di questa "stranezza".

Non si sta quindi parlando di semplici "casualità" o "stranezze", il fenomeno esiste ed è ancora tutto da studiare.
Jung tentò semplicemente di dare una spiegazione a dei fatti non altrimenti giustificabili.

L'argomento merita ulteriore approfondimento.

A dopo.

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Inviato il: 5/10/2006 12:05
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Re: Sincronicità Junghiana
#12
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Non si sta quindi parlando di semplici "casualità" o "stranezze", il fenomeno esiste ed è ancora tutto da studiare.


Non casualita'... Statistica.
Miliardi di pensieri propri tutti collegabili tra di loro (il punto di connessione sei tu stesso) e collegabili agli eventi che gravitano nel tue stesso mondo.

mc
Inviato il: 5/10/2006 12:23
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  •  javaseth
      javaseth
Re: Sincronicità Junghiana
#13
Dubito ormai di tutto
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Citazione:
Non casualita'... Statistica.


E' qui che stà il nocciolo. Gli eventi riconducibili alla sincronicità non rientrano nei calcoli statistici.

E, se dovessimo spiegarli con causa ed effetto, dovremmo dire per forza che sono a-causali, senza una causa.

E quindi casuali, cioè capricci del celebre e ovunque venerato dio CASO.

Ma la spiegazione non convince. La statistica ci dice che queste coincidenze non dovrebbero accadere, almeno con questa frequenza. Gli eventi, per chi li vive, hanno evidentemente una qualche spiegazione di causa ed effetto. Ma la scienza ci dice che sono a-causali e dunque casuali.

Ciao
-javaseth

P.S. Domanda (specie per le girls del sito, visto che le donne sono più attente alle sensazioni che provano)

Avete mai sperimentato un evento sincronistico?

e, se si, ce ne raccontate qualcuno?

Ciao
-javaseth
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Inviato il: 5/10/2006 12:32
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  •  Dusty
      Dusty
Re: Sincronicità Junghiana
#14
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 3/10/2005
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Santa:
Citazione:
Su Jung ci sono molte cose da dire, anche lui ha avuta la sfortuna di essere "assorbito" dai "neo spiritualisti", ma a differenza di altri scienziati incolpevoli, come il povero Tesla da tempo ostaggio degli steineriani, Carlo Gustavo se l'è parechio cercata.

Ciao Santa,
ultimamente essendomi interessato agli I-Ching ed avendo letto la loro l'introduzione mi interessa sapere qualcosa di più riguardo a quello di cui parli.
Puoi mica lasciare qualche riferimento oppure farmi un brevissimo sunto di quello che sai in proposito?

Grazie!
Dusty
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Il portico dipinto
Inviato il: 5/10/2006 12:58
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  •  javaseth
      javaseth
Re: Sincronicità Junghiana
#15
Dubito ormai di tutto
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Citazione:

Dusty ha scritto:
Ciao Santa,
ultimamente essendomi interessato agli I-Ching ed avendo letto la loro l'introduzione mi interessa sapere qualcosa di più riguardo a quello di cui parli.


Dalla prefazione che scrisse Jung, nel 1950, al libro I-Ching.

Tra gli studiosi occidentali si è diffusa la tendenza a liquidare quest'opera come una raccolta di "formule magiche", per alcuni troppo astrusa per essere intelligibile, per altri priva di qualsiasi valore. Per più di trent'anni mi sono interessato all'I Ching, questa tecnica oracolare, o metodo di esplorazione dell'inconscio, perchè a me sembrava di non comune importanza. Non è molto facile trovare il giusto accesso a questo monumento del pensiero cinese, così infinitamente diverso dai nostri modi di pensare.
Per capire in generale di che cosa tratti un simile libro è imperativo buttare a mare certi pregiudizi della mentalità occidentale. E' curioso che un popolo dotato e intelligente come i cinesi non abbia mai prodotto ciò che noi chiamiamo "scienza". La nostra "scienza", però, si basa sul principio di causalità, e la causalità è considerata verità assiomatica. Ma un grande cambiamento è ormai avviato. Gli assiomi della causalità sono scossi nelle loro fondamenta: ora sappiamo che quello che noi chiamiamo leggi di natura non sono altro che verità statistiche, costrette perciò ad ammettere delle eccezioni. Non abbiamo tenuto abbastanza conto del fatto che, per dimostrare la validità invariabile delle leggi di natura, abbiamo bisogno del laboratorio con le sue incisive restrizioni. Se lasciamo che la natura faccia da sè, vediamo un quadro ben differente: ogni processo subisce interferenze parziali o totali ad opera del caso, e in misura tale che in circostanze naturali un corso di eventi che si conformi in tutto e per tutto a leggi specifiche rappresenta quasi un'eccezione..


Continua qui...

Ciao
-javaseth
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Inviato il: 5/10/2006 13:10
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  •  Dusty
      Dusty
Re: Sincronicità Junghiana
#16
Dubito ormai di tutto
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Citazione:
Dalla prefazione che scrisse Jung, nel 1950, al libro I-Ching.

Ciao Javaseth, e grazie per il link.
Come dicevo però questa è proprio l'introduzione che ho letto, mi riferivo invece in particolare a questa parte della frase di Santa:
Citazione:
... Carlo Gustavo se l'è parechio cercata

per capire cosa intendesse esattamente Santa.

Grazie,
Dusty
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Il portico dipinto
Inviato il: 5/10/2006 14:21
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Re: Sincronicità Junghiana
#17
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Un aspetto che io personalmente trovo interessante. è il fatto che questo genere di “coincidenze” possano essere “facilitate”.
Io non avevo mai riflettuto su queste situazioni finché lessi un libro che proprio di “coincidenze” trattava.
Questo un resoconto ci una delle coincidenze che significative che vissi in quel periodo, una piccola storiella che avevo raccontato già qualche tempo fa:

Era Aprile del 2002, al culmine del mio periodo razionalista.
Decisi all’epoca di fare delle ricerche sulla storia della magia, più che altro per cercare di comprendere come superstizioni senza alcuna dimostrazione potessero sopravvivere per secoli. Recatomi in biblioteca nella sezione “esoterismo” mi ritrovai dinnanzi ad una selva di titoli e di autori che non mi dicevano nulla, finché vidi un libro dal titolo “La Magia” che aveva in copertina un Uroboros, il serpente che si mangia la coda.

Non avevo idea di cosa significasse, ma quel disegno mi piaceva, e presi il libro.
Si rivelò un testo interessante, e trattava principalmente di coincidenze, descritte dall’autore come dei “segnali” di comunicazione tra mondi separati.
Avvertiva anche del fatto che dal momento in cui si era cominciata la lettura di tale libro bisognava essere pronti ad accogliere le coincidenze più strane.
Un Sabato notte mi ritrovai a leggere il capitolo sui tarocchi, e incuriosito mi ricordai che anni prima degli amici ce ne avevano regalato un mazzo, che era rimasto sempre chiuso.
Lo recuperai e cominciai a sfogliarlo, finché andai a dormire, visto che la mattina successiva avevo una partita di calcio.

Giocavamo di Domenica mattina in maniera eccezionale, la seconda volta in sei anni.
Finita la partita un mio compagno di squadra mi diede un passaggio in macchina, ma siccome era in ritardo per un appuntamento mi lasciò all’incrocio dove inizia la mia via, a settanta metri da casa. Non c’erano problemi, naturalmente, misi il borsone della partita sulla spalla sinistra e mi incamminai.
Quel giorno, nella mia via, se ne stava seduto beatamente sul marciapiede un bellissimo cagnolino bianco, un bastardino dal muso simpatico.
Non l’avevo mai notato prima, e quando mi fermai a guardarlo scattò in piedi e si mise a seguirmi e a girarmi intorno.
Era davvero gioioso, e cominciò a fare dei salti sulle zampe posteriori e ad appoggiarsi con quelle anteriori sulla mia gamba sinistra.
Saltava mentre camminavo, poi mi fermavo, mi giravo a guardarlo e lui smetteva.

Mi accompagnò fino al portone della mia abitazione, poi salii in casa e non ci pensai più.
La sera ripresi la lettura del libro che avevo interrotto la notte prima, e volli dare anche un’ulteriore occhiata al mazzo dei tarocchi che avevo scovato.
Scorrendo le varie figure rimasi ad un certo momento impietrito.
Tra le mani tenevo la carta del “Folle”, e non credevo a quello che stavo guardando.

Il folle era rappresentato come un uomo che si allontana dalla città, tiene sulla spalla sinistra una saccoccia con i suoi pochi beni ed è accompagnato da un simpatico animale, un cagnolino bianco che con le zampe anteriori si appoggia sulla sua gamba destra.
Abbandonai per qualche giorno il libro, ma poi volli approfondire il simbolismo del “Folle”. Ripensandoci adesso quello che trovai fu più che interessante, fu profetico.
Il folle è la figura cardine dei tarocchi, rappresenta colui che abbandona le sue vecchie certezze razionali, simboleggiate dalla città, per avventurarsi in un nuovo percorso di conoscenza.
Il cagnolino bianco simboleggia invece le forze amiche della natura che lo accompagneranno in questo “viaggio”.
Da allora in effetti ho cambiato il campo dei miei interessi, considerando anche quegli aspetti dell’esistenza che la mia educazione razionale mi aveva insegnato a trattare con sufficienza.
Il cagnolino bianco non l’ho più rivisto.
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Re: Sincronicità Junghiana
#18
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Quello che mi ricordo di quei giorni è che bastava pensare e parlare costantemente di coincidenze, e queste arrivavano.
Diverse, piccole e grandi.
La mia mente razionale resisteva, fino al colpo finale.

Dopo l’episodio del cagnolino, e le altre piccole coincidenze, lessi il resto del libro con una certa curiosità.
In effetti non capita spesso di leggere un libro che all’inizio ti avverte che durante la sua lettura si vivranno molti casi di sincretismo, e poi sperimentarli davvero.

Arrivato alla fine del libro, c’era una vasta sezione dedicata a libri consigliati.
All’epoca ero solito arrivato alla fine di un libro interessante segnarmi su di un foglio di carta i titoli della bibliografia che reputavo più interessanti.
Dopodichè mi recavo in biblioteca con il foglietto in tasca e cercavo quali libri fossero disponibili.
Adottai lo stesso sistema anche per il libro in questione.
Nella sezione finale vi erano indicati diversi libri, e l’autore dedicava ad essi una breve scheda.

Dopo una decina di testi segnati sul foglio di carta decisi che forse era meglio conservare quei titoli in un supporto meno “volante”, ma per abitudine non usavo mai quaderni e simili, solo block notes.

Mi ricordai però di un acquisto fatto qualche anno prima: un quadernino formato A5 comprato solo a causa del colore turchese della copertina.
In prima pagina avevo scritto “Le Pagine della Saggezza”, e senza sapere bene cosa aggiungere in seguito, ed in effetti il quaderno era rimasto vuoto.

Così cercai quel quadernino dalla copertina turchese, e pensai che avrei potuto usarlo come “archivio bibliografico”.
Iniziai dunque a riportare i testi che l’autore del libro suggeriva, e annotavo anche le sue note più interessanti.
Finché, a meta della bibliografia, l’autore faceva questo invito:

“Se siete interessati ad approfondire l’argomento con i testi che qui presentiamo, vi suggeriamo di procurarvi un quaderno e segnarveli in modo ordinato...”

Mi stava suggerendo di fare quello che avevo fatto 5 minuti prima, per la prima volta in vita mia...
Di libri ne avevo letti parecchi, ed era la prima volta che decidevo di segnarmi la bibliografia in un quaderno.
E la prima volta che subito dopo il libro stesso mi suggeriva di farlo.
Un libro che parlava di coincidenze...

Blessed be
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Re: Sincronicità Junghiana
#19
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per capire cosa intendesse esattamente Santa.


Ciao Dusty,

Jung fu un indagatore del "subconscio", precursore consapevole delle correnti neoesoteriche.

Un tuffo nell'archivio e ritorno.

A dopo.

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  •  bigdaddy
      bigdaddy
Re: Sincronicità Junghiana
#20
Ho qualche dubbio
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Mi introduco nel thread, vorrei sapere da Santa qualcosina di più sui cosiddetti "Steineriani", chi sono ? cosa dicono ? cosa vogliono ? che danni hanno fatto ?
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Votarsi alla materia Frantuma le anime

Trovarsi nello spirito Unisce gli uomini

Vedere sé nell'altro Edifica mondi
Inviato il: 5/10/2006 14:41
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Re: Sincronicità Junghiana
#21
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Ciao Bigdaddy

gli steineriani sono semplicemente i seguaci di Rudolf Stainer, il fondatore della Antroposofia, "corrente esoterica" nata dalla scissione di Steiner dalla teosofia Luciferico Satanica della Blavatsky.

Gli Steineriani sono ovunque, e stanno invadendo il mondo della "controinformazione".
Basta vedere disinformazione.it. , "etleboro" ,i convegni sulle scie chimiche, le disquisizioni sulle "fonti rinnovabili", i bizzarri personaggi che si occupano di signoraggio...

Perchè sono pericolosi?
Intanto ti segnalo questa discussione , poi magari potremmo continuare là il discorso.

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Inviato il: 5/10/2006 14:53
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Re: Sincronicità Junghiana
#22
Sono certo di non sapere
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Citazione:

javaseth ha scritto:
E quindi casuali, cioè capricci del celebre e ovunque venerato dio CASO.

Abbi pazienza, non parlavo di caso.
Parlavo della semplice possibilita' che su un altissimo numero di pensieri passanti per i neuroni, vi sia la non troppo remota possibilita' che un qualche pensiero collimi (o semplicemente si relazioni) con cio' che nel frattempo ci avviene nel mondo esterno.
Statisticamente, non credo si possa fare un bilancio del numero di pensieri che attraversano la mente (anche perche' molto relativo come calcolo) e quindi, non si puo' attribuire una significativita' definita ad un rapporto del tipo "evento/numero di pensieri in quell'istante".
Penso che a priori si possa considerare tale numero molto superiore all'unita' ...
Se poi si valuta il fatto che possano passare piu' di alcuni istanti, tra il pensiero e l'evento esterno, le possibilita' che la sincronicita' vi sia, aumenta a dismisura.
Nessun Caso ma una naturale possibilita' dipendente dalla quantita'.

Esempio, prova a guardare le faccine degli smile della pagina, quanti ricordi ti suscitano tali espressioni?
Quante possibilita' ci sono che ti ricordino le tue amicizie?
Quante possibilita' ci sono che uno di questi amici abbia voglia di sentirti o debba chiederti qualcosa in questo istante...?
A mio avviso molte.

I nostri pensieri hanno in comune tutto con noi, e molto con cio' che ci circonda. Visto che cio' che ci circonda ci riguarda in qualche modo, le possibilita' che questi si incrocino vicendevolmente e' molto alta.

p.s.: l'esempio di santa a me pare una coincidenza, ma e' cio' che posso determinare da cio' che scrive.
Forse, ci possono essere casi estremi, ma non me ne viene in mente nessuno... che non possa essere ritenuto una (facile) coincidenza...

saluti

mc
Inviato il: 5/10/2006 15:05
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Re: Sincronicità Junghiana
#23
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Secondo me si tratta di uno schema di funzionamento della mente che fa notare maggiormente pensieri collimanti con la realtà ripescando ricordi utili a interpretare il presente.

Forse è qualcosa di analogo al deja vu: hai l'assoluta certezza di aver vissuto quel momento, di aver visto quel luogo.
Ovviamente si tratta di un miraggio perchè quasi mai la persona è in grado di prevedere il futuro (sarebbe la prova che ha già vissuto quel momento!): si tratta di pensieri che hanno sbagliato circuito e sono stati archiviati con la data sbagliata.

Magari sono le persone intelligenti abituate a unire i neuroni a trovarsi più facilmente in situazioni di sincronicità; tornando al cagnolino bianco... forse un'altra persona non avrebbe collegato i due fatti o ancor peggio non avrebbe letto il libro o non avrebbe notato la figura. La persona attenta vede invece la figura, la elabora e cerca dei ricordi ad essa collegati.
Inviato il: 5/10/2006 15:15
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Re: Sincronicità Junghiana
#24
Sono certo di non sapere
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Un’ultima precisazione sul cagnolino bianco.

Riporto i fatti, come se volessimo fare un’analisi “scientifica”.

- sto leggendo per la prima volta in vita mia un libro che parla di coincidenze
- il libro avverte che durante la lettura delle coincidenze si verificheranno
- leggo il capitoli sui tarocchi
- recupero un mazzo di tarocchi presente in casa mai aperto
- il giorno dopo per una serie di eventi rari (partita alla domenica mattina, 2° volta in sei anni, il compagno di squadra che non fa in tempo ad accompagnarmi in macchina fino all’ingresso di casa)
mi ritrovo a percorrere la mia via a piedi con la borsa sulla spalla (evento mai più ripetutosi di giorno)
- compare nella mia via un cagnolino bianco, per la prima ed ultima volta
- mi segue e saltella sulla mia gamba
- la sera ritornando a guardare i tarocchi vedo la figura del “folle” che riproduce un uomo nelle mia stessa situazione della mattina
- la figura del folle a posteriori si rivela “profetica”, tra le tante carte del mazzo era la più significativa

Il tutto nel giro di meno di 24 ore.

Ora, se si mettono insieme i casi che si sono verificati unicamente in quel giorno, e non si sono mai più ripetuti, e si considera il collegamento tra di essi, il tutto ripeto durante la lettura di un libro che annuncia coincidenze, credo che le probabilità che tutto ciò potesse avvenire fossero parecchio basse.

Se si considera poi che piccole e grandi coincidenze continuarono a verificarsi per tutta la durata della lettura, anche la “statistica” vacilla”.

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Inviato il: 5/10/2006 15:32
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Re: Sincronicità Junghiana
#25
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Invece dimostra quanto sei bravo a connettere diversi ricordi o fatti apparentemente secondari per produrre una sequenza.
Credo che ogni vicenda che cambi la vita, dal vincere alla lotteria alla disgrazia, siano combinazioni assurde di coincidenze.
Non trovo che abbia senso chiedersi la probabilità con cui un fatto possa avvenire, DOPO che è già avvenuto.
Ogni nostra giornata, anche la più banale, è un insieme di coincidenze ognuna delle quali ci porta a fare delle scelte più o meno benevole.
Si tende sempre, io per primo, a scartare l'idea di casualità: il che è strano perchè la casualità stessa è una astrazione matematica inventata dalla mente umana.
Inviato il: 5/10/2006 15:43
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  •  Dusty
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Re: Sincronicità Junghiana
#26
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max_piano:
Citazione:

Invece dimostra quanto sei bravo a connettere diversi ricordi o fatti apparentemente secondari per produrre una sequenza.

Tutto può essere, ma io ricordo benissimo alcune incredibili coincidenze che mi sono capitate mentre leggevo "La profezia di Celestino" che, appunto, parla delle coincidenze.
Ricordo che sono rimasto decisamente impressionato, e ne ho parlato parecchio tempo con l'amico che me l'ha prestato, che mi ha raccontato di avere avuto esperienze del tutto similari.

Inoltre devo ammettere che da quando ho avuto modo di sperimentare sulla mia pelle l'I-Ching le mie fortissime convinzioni sui rapporti causa/effetto hanno subito un grossissimo colpo.

Dusty
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-- Dal Vangelo Secondo Keynes, Capitolo 1, verso 1.
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Inviato il: 5/10/2006 15:53
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  •  javaseth
      javaseth
Re: Sincronicità Junghiana
#27
Dubito ormai di tutto
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Citazione:
Invece dimostra quanto sei bravo a connettere diversi ricordi o fatti apparentemente secondari per produrre una sequenza.
Credo che ogni vicenda che cambi la vita, dal vincere alla lotteria alla disgrazia, siano combinazioni assurde di coincidenze.


Vediamo....


Clamoroso ad esempio è il caso di un suo paziente. Questi era un ingegnere che basava e regolava la sua vita su basi esclusivamente razionali, escludendo completamente aspetti più emotivi o irrazionali. Un giorno fece un sogno estremamente complesso che qui non riporto ambientato nell’antico Egitto. Tale ambiente un po’misterioso ed oscuro era connesso proprio a questi elementi psichici che lui rimuoveva. Al centro del sogno stava la figura di un misterioso scarabeo d’oro, di cui si stava cercando di capire il significato. Ad un certo punto, ricordo che siamo in Svizzera e non all’Equatore, si sente un rumore sordo alla finestra, Jung va ad aprire e si accorge che una scarabeo d’oro era venuto a cozzare, proveniente da chissà dove, proprio lì dove due uomini stavano parlando di uno scarabeo.

E ancora....da qui

E' il caso di una madre che nella Foresta Nera aveva fatto una fotografia al figlioletto di quattro anni. Consegnò la pellicola da sviluppare a Strasburgo, ma subito dopo scoppiò la guerra e la donna non fu più in grado di ritirare la pellicola dandola per persa. Due anni dopo comprò a Francoforte un'altra pellicola per fare la foto alla figlia nata nel frattempo, ma all'atto dello sviluppo essa si rivelò impressionata due volte: la seconda immagine era quella fatta due anni prima poichè la pellicola non sviluppata era capitata per caso tra le pellicole nuove e rimessa in vendita.

Se le vogliamo chiamare coincidenze...

Ciao
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"..io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come serpenti e semplici come colombe"
Inviato il: 5/10/2006 15:56
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Re: Sincronicità Junghiana
#28
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In risposta a Dusty, una lettura interessante su Jung:

CARL GUSTAV JUNG: L'OMBRA E LA GNOSI

La figura di Abraxas, il Dio/diavolo degli gnostici, venne evocata con sorprendente frequenza non solo nei sogni e nelle pagine di Jung, ma in quelle, di poco posteriori, del quasi conterraneo Hermann Hesse nel romanzo Demian (scritto nel 1917 e pubblicato nel 1919):

“Demian aveva detto allora che possediamo bensì un Dio da noi venerato, ma egli rappresenta soltanto una metà del mondo arbitrariamente staccata (il mondo “chiaro”, ufficiale, lecito).
Si deve però poter venerare il mondo intero e perciò o si deve avere un Dio che è anche diavolo o bisogna introdurre accanto al servizio divino anche un servizio diabolico.
Ed ecco ora Abraxas, il Dio che era Dio e diavolo insieme
”.
Questo concetti, espressi dall’autore de Il Lupo della steppa, sono molto vicini a quelli che Jung andrà elaborando negli anni seguenti, con il procedere parallelo dei suoi studi sullo gnosticismo e sull’alchimia, tanto vicini da farci sospettare che il Demian del romanzo non fosse per Hesse altri che un alter-ego letterario di Jung stesso: si ricordi che lo psichiatra portò fino alla morte un anello con un castone alessandrino raffigurante Abraxas e che lo scrittore venne per qualche anno in analisi da lui “ma non riuscì ad andare in fondo ”. [...]

Nel 1916, finalmente, questa magmatica atmosfera psichica giunge al culmine: dando quasi voce diretta ad Abraxas, Jung identificandosi in Basilide - uno gnostico alessandrino dell’inizio del II sec. d.C. – produce, praticamente in stato di trance, un testo di scrittura automatica, i Septem Sermones ad Mortuos.

La stesura del libretto è anticipata da una fenomenologia che potremmo tranquillamente definire “paranormale”: i cinque figli dell’analista ancora piccoli, vedono figure fantomatiche aggirarsi per le stanze e disturbare i loro sonni, il campanello di casa suona più volte senza che ci sia nessuno alla porta.
“Tutta la casa era come abitata da una folla di gente, come se fosse stipata di spiriti. Si affollavano fin sotto la porta e si aveva la sensazione di poter respirare a fatica.” Anche Jung comincia a spaventarsi ed ode i morti gridare in coro: “Ritorniamo da Gerusalemme, dove non abbiamo trovato quel che cercavamo”.[...]

I Sermoni sono la prima manifestazione di quella complessa concezione junghiana, non tanto psicologica quanto teologica, che volge al riconoscimento, all’integrazione e al bilanciamento fra il polo positivo e quello negativo.
In chiave gnostica è il disvelamento di Abraxas; in chiave analitica è la presa di coscienza dell’Ombra, il ‘lato oscuro’ della nostra totalità psichica; più tardi, in chiave cristiana, sarà l’accoglimento di Lucifero come quarta figura della Trinità.

“Abraxas è il Dio duro a conoscere.
Il suo potere è il più grande perché l’uomo non lo vede. Del sole egli vede il summum bonum, del demonio l’infimum malum; ma di Abraxas la VITA, indefinita sotto tutti gli aspetti, che è la madre del bene e del male….
Duplice è il potere di Abraxas.
Ma voi non lo vedete, perché ai vostri occhi gli opposti in conflitto di questo potere si annullano…Ogni cosa che chiedete supplicando al Dio sole genera un atto del demonio.
Ogni cosa che create col Dio sole dà al demonio il potere di agire. Questo è il terribile Abraxas. (dal Sermone III) [...]

Il sottofondo intellettuale di queste tesi provocatorie resta strettamente legato alla sensibilità tipica dello gnosticismo, sensibilità ben messa in evidenza in questo passo di Hans Jonas: “Invece di adottare il sistema di valori del mito tradizionale, cerca di sperimentare una ‘conoscenza’ più profonda rovesciando le parti trovate nell’originale di buono e cattivo, sublime e vile, benedetto e maledetto.

Non tenta di dimostrare consenso, ma, sovvertendo in modo clamoroso, tenta di scuotere il significato degli elementi della tradizione più saldamente stabiliti e di preferenza maggiormente venerati.
Non può passare inosservato il tono ribelle di questo tipo di allegoria, ed essa perciò esprime la posizione rivoluzionaria che lo gnosticismo occupa nella tarda cultura classica) ”.[...]

Per Evola, sostanzialmente, il processo analitico junghiano non porterebbe ad una integrazione o “individuazione”, ma ad una vera e propria regressione: “lo scopo vero della via iniziatica è la realizzazione come supercoscienza di ciò che si è chiamata la subcoscienza cosmico-metafisica. Per venire a tanto…invece di aprirsi all’inconscio atavico-collettivo, bisogna sciogliersi da esso, neutralizzarlo, perché proprio esso è il ‘guardiano della soglia’, la forza che preclude la visione, ostacola il risveglio e la partecipazione a quel mondo superiore, cui va ricondotta la vera nozione di archetipo. ”.[...]


_____________

Jung fu a tutti gli effetti un precursore della spiritualità inversa e pseudognostica che caratterizza i culti esoterici contemporanei, in cui si intravede prima di tutto un ribaltamento delle figure del bene e del male in seguito ad una esaltazione del “principio" luciferiano.

E’ la vecchia contrapposizione tra “esoterismo celeste” ed “esoterismo infero”.
Jung alimentò quest’ultimo, e non a caso è considerato tra coloro che maggiormente influenzarono il movimento luciferiano della New Age.

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  •  javaseth
      javaseth
Re: Sincronicità Junghiana
#29
Dubito ormai di tutto
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Citazione:
Jung fu a tutti gli effetti un precursore della spiritualità inversa e pseudognostica che caratterizza i culti esoterici contemporanei, in cui si intravede prima di tutto un ribaltamento delle figure del bene e del male in seguito ad una esaltazione del “principio" luciferiano.

E’ la vecchia contrapposizione tra “esoterismo celeste” ed “esoterismo infero”.
Jung alimentò quest’ultimo, e non a caso è considerato tra coloro che maggiormente influenzarono il movimento luciferiano della New Age.


Potrei sbagliarmi, naturalmente, ma non mi sentirei di dire che Jung sia stato un sacerdote della contro-iniziazione.

Jung è stato un profondo indagatore della psiche, dei migliori. Uno dei suoi pregi fu, IMHO, il sapersi staccare dalle teorie (e dalla persona di) Freud, specie tutte quelle minchiate che vogliono insegnarci che il nostro grande nemico da abbattere è il senso di colpa (naturalmente inculcato da chicchèssia) cosi che siamo tutti felici e contenti.

Mi fa pensare a Guzzanti (figlio) ed il suo spot sulla casa delle libertà (e fai come ..... ti pare )

E' chiaro, come diceva Nitzsche, mi pare, e come citavi tu in una tua vecchia signature, che se scruti troppo l'abisso rischi che sia l'abisso a scrutare te, ma io credo che Jung avesse ottime risorse interiori per non precipitarci dentro.

Poi, che sia stato strumentalizzato dalla New Age è un fatto, ma chi non lo è stato di questi personaggi?

Per approfondire, sulle cause dello strappo tra Freud e Jung e sulle sue importanti intuizioni circa l'inconscio collettivo, gli archetipi (e il relativo simbolismo...), da qui

La causa maggiore della rottura tra Jung e Freud fu il rifiuto da parte di JUNG del "pansessualismo freudiano" ossia il rifiuto della concezione per cui al centro del comportamento psichico degli esseri viventi vi è l'istinto sessuale. Nella concezione junghiana dell'uomo il tratto caratteristico più importante è la combinazione della "casualità" con la "teleologia". Il comportamento dell'uomo non è condizionato soltanto dalla sua storia individuale e di membro della razza umana (casualità), ma anche dai suoi fini e dalle sue aspirazioni (teleologia). Sia il passato come realtà, sia il futuro come potenzialità, guidano il nostro comportamento presente.
Jung sostiene che entrambi le posizioni sono necessarie in psicologia per giungere a capire perfettamente la personalità. Il presente, infatti, è determinato non solo dal passato (casualità), ma anche dal futuro (teleologia). Un atteggiamento puramente casuale porta l'uomo alla disperazione perché lo rende prigioniero del passato. L'atteggiamento finalistico, invece, dà all'uomo un senso di speranza e uno scopo per cui vivere.
La concezione junghiana della personalità considera la direzione futura dell'individuo e nello stesso tempo è retrospettiva, nel senso che si rifà al passato. Jung vede nella personalità dell'individuo il prodotto e la sintesi della sua storia ancestrale. Egli pone l'accento sulle origini razziali dell'uomo. L'uomo nasce già con molte predisposizioni trasmesse dai suoi antenati e queste lo guidano nella sua condotta. Quindi esiste una personalità collettiva e razzialmente preformata che è modificata ed elaborata dalle esperienze che riceve.

2. La struttura della personalità

La personalità consta di un certo numero di istanze e sistemi separati ma interagenti. I principali sono: l' Io, l'Inconscio Personale e i suoi Complessi, l'Inconscio Collettivo e i suoi Archetipi, la Persona, l'Animus e l'Anima, l'Ombra.

IO è la mente cosciente

INCONSCIO PERSONALE è formato dalle esperienze che sono state rimosse, represse, dimenticate o ignorate, e da quelle troppo deboli per lasciare una traccia cosciente nella persona. Complessi: il complesso indica un contesto psichico attivo i cui elementi molteplici (sentimenti, pensieri, percezioni, ricordi) sono unificati dalla comune tonalità affettiva. Un esempio è il complesso materno.

INCONSCIO COLLETTIVO appare come il deposito di tracce latenti provenienti dal passato ancestrale dell'uomo. Esso è il residuo psichico dello sviluppo evolutivo dell'uomo, accumulatosi in seguito alle ripetute esperienze di innumerevoli generazioni. Così, dal momento che gli esseri umani hanno sempre avuto una madre, ogni bambino nasce con la predisposizione a percepirla e a reagire ad essa. Tutto ciò che si impara dall'esperienza personale, è sostanzialmente influenzato dall'inconscio collettivo che esercita un'azione diretta sul comportamento dell'individuo sin dall'inizio della vita. Archetipi: un archetipo è una forma universale del pensiero dotato di contenuto affettivo. Tale forma di pensiero crea immagini o visioni che corrispondono, nel normale stato di veglia, ad alcuni aspetti della vita cosciente. Il bambino eredita una concezione preformata di una madre generica, che in parte determina la percezione che egli avrà dalla propria madre. In tal modo l'esperienza del bambino è la risultante di una predisposizione interna a percepire il mondo in un determinato modo e dell'effettiva natura di tale realtà. Vi è di regola corrispondenza tra le due determinanti, poiché l'archetipo stesso è un prodotto delle esperienze del mondo compiute dalla razza umana, e tali esperienze sono in gran parte simili a quelle di ogni individuo.

PERSONA la persona è una maschera che l'individuo porta per rispondere alle esigenze delle convenzioni sociali. E' la funzione assegnatagli dalla società, cioè il compito che essa attende da lui. Questa maschera spesso nasconde la vera natura dell'individuo. La persona è la personalità pubblica, quegli aspetti che si palesano al mondo o che l'opinione pubblica attribuisce all'individuo, in opposizione alla personalità privata che esiste dietro alla facciata sociale.

ANIMA E ANIMUS l'archetipo femminile nell'uomo è detto anima, quello maschile nella donna animus.

OMBRA è costituito dagli istinti animali ereditati dall'uomo nella sua evoluzione. Di conseguenza l'ombra simboleggia il lato animale della natura umana.



Ancora sull'ombra...

L'archetipo dell'Ombra
Secondo Jung l'Ombra è la prima raffigurazione archetipica che si incontra lungo il cammino della via interiore: come in uno specchio ci viene rimandata la nostra immagine interiore avanti a cui nessun trucco d'identificazione totale con la nostra 'Persona' regge. Persona sta qui per identità di copertura in cui si è quel che gli altri vogliono che noi si sia e quel che noi amiamo pensare di essere. Persona è la maschera dell'attore.
L'atto riflessivo su noi stessi, accompagnato dall'ausilio dell'inconscio stimolato, ci restituisce anche ciò che di noi non amiamo vedere.
L'Ombra è quindi la figura negativa portatrice dei nostri limiti.
Incontrarla, un po' ridicola e un po' minacciosa, significa accettarla e, accettandola, permetterle di offrire quanto di prezioso racchiude in se stessa: non scordiamo che ogni simbolo è ambivalente e che ogni negativo è ponte verso un positivo e viceversa in un costante gioco dialettico.
Additando il limite l'Ombra si fa lanterna verso figure sempre più numinose e accade così che, attraverso di lei (figura con cui - è bene ricordare - si convivrà tutta la vita stante l'infinita imperfezione e l'infinita perfettibilità dell'uomo), si faccia avanti l'archetipo dell'Anima.
Sogni di incontro con l'Ombra possono essere i seguenti:
"La sognatrice entra in un palazzo dai grandi saloni.
Nascosta assiste al turpe lavoro che là dentro, ad opera di una megera, si va compiendo: giovani donne vengono pietrificate e quella di turno, come tutte le altre, lascia fare limitandosi a chiedere che non le venga fatto sentir dolore." " La sognatrice vede uscire tanti macellai dai loro negozi ciascuno dei quali porta in braccio la propria donna ingessata dalla cintola in giù. Si sa che le loro gambe sono sanissime!" "Il sognatore su di una grossa moto vede sul marciapiede un collega che lui sa essere il migliore nel loro settore in città. S'accorge in quel momento, in cui è roso dall' invidia, d'avere un pene lunghissimo, e sottilissimo ravvolto a fune, che gli ostacola la guida." "Il sognatore scorrazza spensierato e frivolo nel deserto a bordo di un carretto trainato da un cane. Si ritrova a casa dei suoi genitori dove un sacerdote dice che nel deserto è giusto andarci solo per trovare Dio."


Ciao
-javaseth
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Inviato il: 5/10/2006 16:40
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Re: Sincronicità Junghiana
#30
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Citazione:
....si accorge che una scarabeo d’oro era venuto a cozzare, proveniente da chissà dove, proprio lì dove due uomini stavano parlando di uno scarabeo.[/i]

E ancora....da

....essa si rivelò impressionata due volte: la seconda immagine era quella fatta due anni prima poichè la pellicola non sviluppata era capitata per caso tra le pellicole nuove e rimessa in vendita. [/i]

Se le vogliamo chiamare coincidenze...


E vogliamolo...
Sai quanti scarabi hanno colpito la mia finestra?
Sai quanti cagnetti bianchi (dei volpini) ho incontrato lungo la strada di casa?
Sai quante spiegazioni potrei trovarti per dare un senso a queste esperienze scavando qua e la' nella mia vita...?

Stiamo parlando di un immensita' (veramente un'immensita'!!!) di nozioni, concetti, parole, immagini, persone, pensieri, di informazioni, concernenti la mia esperienza di vita, tutta rivolta a trovare una connessione con un determinato avvenimento: e' la cosa piu' facile che si possa fare. Nulla di sconvolgente.

Tralaltro, questa pratica e' molto frequente in molti individui... nulla di eccezionale...
(...sono d'accordo con max)

mc
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