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   11 Settembre nei media
  Romano rilancia (citando Pipes)!

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Romano rilancia (citando Pipes)!
#1
Mi sento vacillare
Iscritto il: 2/6/2004
Da MMMMMMonza
Messaggi: 916
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Dal Corriere di oggi, lunedì 2/10/2006

Citazione:

Boeing del Pentagono: il mistero dei 64 dispersi

Sono un exchange student in Australia e ho letto la sua risposta sul presunto complotto dell'11 settembre.
Ero all'oscuro del polverone che si andava sollevando in Europa riguardo le tesi sostenute da un giornalista francese e da un documentario tv che ho visto in Internet. Secondo la teoria, il Pentagono sarebbe stato colpito da un missile: constatazione avallata dalle mancate riprese dell'accaduto nonostante le telecamere di sicurezza disseminate lungo il perimetro e nelle vicinanze dell'edificio, e dalla grandezza del foro sulla facciata. Il video sosteneva che non sarebbe stato recuperato nessun frammento dell'aereo e che era ridicola la tesi secondo cui si sarebbe disintegrato nell'impatto.
L'ipotesi è bene argomentata ma le persone che erano sull'aereo che «non» è caduto sul Pentagono sono morte davvero? Se è davvero caduto un missile allora tutti i passeggeri del Boeing effettivamente dirottato sono vivi e vegeti. Ma dove?


Imperversano in tv, ricostruzioni «controcorrente» di drammatici eventi: Lady D.
uccisa per ordine della Corona d'Inghilterra, addirittura l'11 settembre opera di Bush. Ma se gli autori di tali ricostruzioni sono così convinti, perché non sollecitano un tribunale internazionale a incriminare i presunti colpevoli? E perché gli accusati non reagiscono a tali infamanti sospetti?

Francesco Casale - Lucio Peres , frankicasale@hotmail.it

Cari Casale e Peres, sono arrivate al Corriere molte altre lettere, quasi tutte assai critiche del modo scettico e apparentemente sbrigativo con cui ho liquidato le molte teorie sul «complotto dell'11 settembre». Le vostre mi permettono di tornare sull'argomento con qualche altra considerazione. Lei ha ragione, caro Casale, quando osserva che la teoria del missile, nel caso dell'attacco al Pentagono, suggerisce alcune domande sulla sorte dei passeggeri. Se il volo non ebbe mai luogo, i registi della strage dovettero inventare l'identità delle 64 persone che viaggiavano a bordo del Boeing 757 dell'American Airlines. Dovettero creare tutti i documenti in cui è possibile trovare traccia dell'esistenza degli uomini e delle donne che avrebbero dovuto salire a bordo di un aereo inesistente: certificati di nascita, numero della sicurezza sociale, biglietti emessi da agenzie di viaggio, manifesti di volo, polizze di assicurazione, conti correnti bancari, credit cards e così via. Se il volo ebbe luogo, ma venne fatto scomparire e dirottato verso un'altra destinazione, fu necessario decidere la loro sorte. Furono eliminati? Venne cambiata la loro identità? Furono sepolti in una fossa comune o segregati in un'isola deserta? E in tal caso quanti parenti, amici, conoscenti, datori e colleghi di lavoro fu necessario corrompere, mettere a tacere e, se necessario, eliminare? È possibile mantenere il segreto quando la congiura coinvolge alcune migliaia di persone? Lei si chiede, caro Peres, perché i partigiani della teoria del complotto non abbiano promosso un'azione giudiziaria presso un tribunale internazionale e soprattutto perché gli accusati non abbiano reagito, magari in una corte di giustizia, a tali infamanti sospetti. Credo che ai teorici del complotto bastasse suscitare un dibattito, insinuare un dubbio, provocare una corrente di scetticismo e di incredulità. E non credo che le autorità americane avessero interesse a prendere sul serio una teoria a cui la grande maggioranza della loro società non presta alcuna attenzione. Sarebbe forse possibile leggere la lista dei morti nel corso di una cerimonia solenne, alla presenza di alcune migliaia di congiunti, come è avvenuto a New York l'11 settembre di quest'anno, se la tesi della congiura avesse convinto un largo numero di persone? So che molti lettori non saranno convinti da queste considerazioni. Ma credo che prima di scrivere altre lettere sull'argomento dovrebbero leggere un libro di Daniel Pipes (uno dei maggiori esperti di problemi mediorientali) apparso recentemente presso l'editore Lindau di Torino. Il libro s'intitola «Il lato oscuro della storia. L'ossessione del grande complotto» e la sua prima edizione è stata pubblicata in America nel 1997, quattro anni prima dell'11 settembre. Ma la sua analisi sulle motivazioni psicologiche di queste teorie fantapolitiche può servire a comprendere perché questa antica inclinazione umana (vedere dietro ogni tragedia la mano di un potere oscuro) sia dura a morire.
_________________
http://kolza.blogspot.com
Inviato il: 2/10/2006 9:01
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Re: Romano rilancia (citando Pipes)!
#2
Mi sento vacillare
Iscritto il: 2/6/2004
Da MMMMMMonza
Messaggi: 916
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Pure Battista rilancia... Nella pagina a fianco a quella delle Lettere a Romano, compare infatti un articolo del noto Tricheco, il quale (rullo di tamburi) cita a spada tratta lo speciale de Il Diario di Deaglio!!!
E poi dicono che questi debunker non sono autoreferenziali...
Infatti citano sempre o Attivissimo o Popular Mechanics

Corriere della Sera: sempre più utile per il gossip nelle pagine dello sport. Per il resto... 1 euro buttato!

Saludos
Kolza
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http://kolza.blogspot.com
Inviato il: 2/10/2006 9:13
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  •  carloooooo
      carloooooo
Re: Romano rilancia (citando Pipes)!
#3
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 9/7/2006
Da marca gioiosa et amorosa
Messaggi: 1386
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Già, il corriere sta diventando veramente illeggibile.

Ma va a periodi, mi pare.
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Bicarlonato.
Inviato il: 2/10/2006 10:53
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  •  carloooooo
      carloooooo
Re: Romano rilancia (citando Pipes)!
#4
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 9/7/2006
Da marca gioiosa et amorosa
Messaggi: 1386
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L'articolo di Battista e la risposta alle lettere di Romano mi fanno però dubitare che il sistema dei media sia assolutamente unidirezionale e che segua una unica logica.

Molti qui su LC commentavano l'apertura di giornali e TV sull'argomento 11 settembre come il frutto di una volontà precisa. Ma se è così non si spiegano certi attegiamenti schizofrenici del mainstream: da una parte si ignora la questione (v. risonanza mediatica pari a zero di Report), dall'altra si attaccano le tesi "complottiste". Una strategia, se di strategia si tratta, alquanto strana.

Non è più semplice pensare che grazie alla rete ormai l'onda sia talmente alta da non poter essere ignorata?

Carlo
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Bicarlonato.
Inviato il: 2/10/2006 13:38
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  •  flatcoated
      flatcoated
Re: Romano rilancia (citando Pipes)!
#5
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 25/5/2006
Da mediterraneo
Messaggi: 47
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Questi personaggi come Deaglio, Battista, Romano.... continuano a difendere l' irragionevole versione ufficiale . Un buon motivo lo hanno : ammettere la ragionevole ipotesi dell' inside job dopo cinque anni di dibattiti fondati su una menzogna annullerebbe di colpo la loro capacità professionale ,metterebbe a nudo le evidenti e pesantissime responsabilità di tutti gli organi di informazione che ricordiamoci sono parte integrante della vicenda. Resisteranno fino all' ultimo compatti nel difendere una categoria che all' interno di una democrazia dovrebbe avere un compito : informare la gente. Stanno difendendo loro stessi.
_________________
" l' imparare " ciò che è " è impossibile quando è già stato stabilito cosa è bene e cosa è male "
J. krishnamurti
Inviato il: 2/10/2006 15:24
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Re: Romano rilancia (citando Pipes)!
#6
Mi sento vacillare
Iscritto il: 2/6/2004
Da MMMMMMonza
Messaggi: 916
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Salve a tutti,
Se qualcuno ha dei dubbi sulla strategia disinformativa del CdS (non sul fatto che lo stesso quotidiano ne attui qualcuna ), si riguardi le precedenti affermazioni di Sergio Romano, Guido Olimpio, PG Battista, Gianni Riotta: è chiara la strategia del bastone (Al Qaeda) e della carota (se lo sono lasciati fare). Tertium (autoattentato) non datur.

Saludos
Kolza
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Inviato il: 2/10/2006 17:49
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Re: Romano rilancia (citando Pipes)!
#7
Mi sento vacillare
Iscritto il: 2/6/2004
Da MMMMMMonza
Messaggi: 916
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Ecco cosa scrive il Tricheco Battista

Citazione:
Rimandi / Le Twin Towers e la rivincita degli «ingenui» (di Pierluigi Battista)News del 02-10-2006
Un ringraziamento speciale a Enrico Deaglio, che con il suo ultimo «Diario» ci fa sentire un po' meno sciocchi: noi ingenui che pensavamo fossero veri gli aerei dell'11 settembre scagliati contro le Torri gemelle e il Pentagono, che i passeggeri fossero morti davvero, che il crollo del World Trade Center fosse causato degli aerei conficcati nei grattacieli con il loro carico di 37800 litri di cherosene ciascuno.

Stupidamente ignari che Osama Bin Laden fosse solo il nome d'arte di George W. Bush, eravamo abbindolati da una cupola di «sionisti, agenti Cia e Adepti Illuminati per il Nuovo Ordine Mondiale».
Questo ci dicevano i maniaci del Complotto.

Ma grazie a Deaglio, che ha portato in Italia il lavoro certosino di trenta giornalisti del Popular Mechanics, possiamo finalmente capire quale cumulo di menzogne e di teoremi bislacchi sia al centro della grande fantasia complottista.
Non eravamo stupidi noi, erano i teorici del complotto che ci raccontavano un sacco di bugie.

L'ossessione complottista, a differenza della realtà, esercita un fascino potentissimo. Suggerisce la sensazione inebriante di guardare le cose dietro il velo della verità ufficiale, trasforma la vita in un thriller avvincente e galvanizza l'esistenza con il sapore dell'intrigo.
Per questo i manuali dei cospirazionisti dell'11 settembre vendono milioni di copie e la trasmissione di Milena Gabanelli ad essi dedicata fa il boom di ascolti.

Attenzione, però, perché la Grande Cospirazione è intessuta di colossali sciocchezze. Dicono che le torri sono crollate per effetto di «esplosioni controllate».
Ma centinaia di esperti consultati dal giornale americano (e menzionati da «Diario») sostengono che è impossibile, che a quella temperatura l'acciaio si sbriciola, e che soprattutto, questo è il punto cruciale che persino noi profani possiamo afferrare, per ottenere l'esplosione «sarebbero state necessarie almeno 75 tonnellate di esplosivo, che avrebbero dovuto essere trasportate con carrelli e piazzate intorno alle colonne di acciaio».

Pensate: un traffico pazzesco di camion e carrelli, con decine di persone impegnate a sistemare l'esplosivo, nel cuore di New York, senza farsi vedere da nessuno, contando sulla complicità di un numero incalcolabile di persone. Non è un'ipotesi fantasticamente insensata?

E poi. Dicono che nessun aereo si è schiantato sul Pentagono, bensì un missile telecomandato dai malvagi architetti del complotto.
E perché lo dicono? Perché nessuno l'ha visto in tv. Ma l'hanno visto centinaia di testimoni oculari: tutti agenti della Cia.

E i passeggeri morti dell'American Airlines 77, i cui resti sono stati identificati con l'esame del Dna insieme a quelli dei cinque dirottatori? Agenti della Cia, e pure i parenti che fintamente ne piangono la scomparsa, gli esperti che hanno condotto le analisi, i trasportatori che hanno collocato rapidamente sul luogo finti rottami ancora fumanti di una finta fusoliera, i finti morti dell'United Airlines che si è schiantato in Pennsylvania, la sua finta scatola nera fintamente ritrovata, i parenti finti che hanno ricevuto le ultime finte telefonate disperate dei loro congiunti.

Un immenso esercito di agenti della Cia. Non è straordinariamente sciocco credere alle suggestioni degli agguerriti complottisti?
Migliaia di persone coinvolte e vincolate all'omertà, oltre a decine di controllori di volo compiacenti, centinaia di familiari assoldati, stuoli di politici e giornalisti.

Ora che comincia anche in Italia il tour del circo itinerante dei complottisti, ospiti i Giulietto Chiesa e i Franco Cardini, un grazie rinnovato a Deaglio che ci mette al riparo da una gigantesca mistificazione. Per dirla con il suo titolo: una boiata pazzesca.

(° da Corriere della Sera, 2 ottobre 2006)

Pierluigi Battista
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Inviato il: 2/10/2006 21:44
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