Informazioni sul sito
Se vuoi aiutare LUOGOCOMUNE

HOMEPAGE
INFORMAZIONI
SUL SITO
MAPPA DEL SITO

SITE INFO

SEZIONE
11 Settembre
Questo sito utilizza cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego.
 American Moon

Il nuovo documentario
di Massimo Mazzucco
 Login
Nome utente:

Password:


Hai perso la password?

Registrati ora!
 Menu principale
 Cerca nel sito

Ricerca avanzata

TUTTI I DVD DI LUOGOCOMUNE IN OFFERTA SPECIALE

ATTENZIONE: Chiunque voglia scrivere su Luogocomune è pregato di leggere prima QUESTO AVVISO (aggiornato 01.11.07)



Indice del forum Luogocomune
   Commenti liberi
  Iraq:resistenti criminali di guerra

Naviga in questo forum:   1 Utenti anonimi

 

 Vai alla fine   Discussione precedente   Discussione successiva
  •  Vota discussione
      Vota questa discussione
      Eccellente
      Buona
      Discreta
      Scadente
      Terribile
Autore Discussione
Iraq:resistenti criminali di guerra
#1
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 20/4/2005
Da Costantinopoli
Messaggi: 1026
Offline
Il rapporto di Human Right Watch
Anna Momigliano
Ieri a Baghdad sono stati uccisi sei bambini. Non perché si trovassero nel mezzo di una sparatoria, ma perché la guerriglia ha lanciato un colpo di mortaio contro la scuola elementare Dijla, nel quartiere occidentale al-Mansur, provocando anche 22 feriti gravi. Era il primo pomeriggio, i bimbi seguivano le lezioni. Un omicidio mirato nella peggiore accezione del termine, che ricorda le stragi delle caramelle della scorsa estate, quando due volte dei terroristi suicidi si sono lanciati contro un gruppo di ragazzini che accettavano dolciumi dai soldati americani.
L'organizzazione per la salvaguardia dei diritti umani Human rights watch, che non può essere certo tacciata di simpatie neo-con, dedica il suo dossier mensile ai crimini più efferati commessi dalla guerriglia irachena dal 2003 a questa parte. Certo nel dossier non mancano i richiami alle «violazioni dei diritti umani compiute dagli Usa e dal governo iracheno», ma il documento, risultato di un'osservazione sul campo nel nord del paese e dell'intervista di centinaia di vittime, è incentrato sulle violenze contro i civili da parte della resistenza. Non esistono dati certi sulle vittime civili dall'aprile del 2003, ma secondo le stime di altre associazioni si deduce che il numero possa variare tra le 25 e le 98 mila. Tutti i dati raccolti dall'organizzazione, però, suggeriscono che «i ribelli hanno ucciso di gran lunga più civili che combattenti». Il documento, in particolare, punta il dito contro il ricorso continuo a «punizioni collettive di gruppi accusati di collaborazionismo o che rivendicano il proprio potere politico», categoria che include numerosi attacchi su civili di etnia sciita, curda e «il terrorizzare la piccola comunità cristiana». Ma fa notare anche il preoccupante crescendo di attacchi contro i lavoratori stranieri, gli operatori umanitari, e ogni categoria che possa essere identificata come collaborante del governo iracheno (dai politici di alto profilo ai comuni impiegati negli apparati governativi o nelle forze dell'ordine) o, peggio ancora, degli occupanti: in particolar modo lo studio segnala gli interpreti come una delle categorie più a rischio.
Un caso emblematico, descritto nel dossier del1'ong, è quello degli scrutatori di tutti gli impiegati che hanno svolto qualche ruolo nel processo elettorale: «più si avvicinava il giorn delle elezioni [legislative, lo scorso gennaio, ndr], più aumentava il numero di impiegati che si licenziavano». La guerriglia, come hanno registrato gli osservatori a Baghdad, aveva organizzato una campagna d'intimidazione, distribuendo volantini come: «la spada è sempre più vicino al tuo collo, abbandona qualsiasi lavoro che abbia a che fare con le elezioni, e vivi in sicurezza».
Ieri, intanto, le forze statunitensi hanno annunciato di avere ucciso uno dei vertici di al-Qaeda in Iraq, Sa'ad Ali Firas Muntar al-Dulaimi (nome di battaglia Abu Abdullah), ritenuto il principale responsabile degli attentati contro le forze della Coalizione e il governo locale, nelle città di Ramadi e di Falluja, le due città principali della regione prevalentemente sunnita di Anbar. Alla vigilia del referendum costituzionale, proprio nella città di Falluja i terroristi avevano fatto saltare in aria la sede del Partito Islamico, il primo partito sunnita ad avere appoggiato la bozza di costituzione dopo il compromesso trovato con il presidente Talabani.
http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo280420.shtml
_________________
Christus vincit, Christus regnat, Christus imperat
Inviato il: 23/10/2005 3:18
Crea PDF dal messaggio Stampa
Vai all'inizio
 Vai all'inizio   Discussione precedente   Discussione successiva

 


 Non puoi inviare messaggi.
 Puoi vedere le discussioni.
 Non puoi rispondere.
 Non puoi modificare.
 Non puoi cancellare.
 Non puoi aggiungere sondaggi.
 Non puoi votare.
 Non puoi allegare files.
 Non puoi inviare messaggi senza approvazione.

Powered by XOOPS 2.0 © 2001-2003 The XOOPS Project
Sponsor: Vorresti creare un sito web? Prova adesso con EditArea.   In cooperazione con Amazon.it   theme design: PHP-PROXIMA