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   Politica Interna & Estera
  Crisi finanziaria ed orgoglio italiano

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Autore Discussione
Crisi finanziaria ed orgoglio italiano
#1
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 27/5/2011
Da
Messaggi: 40
Offline
Se c'è una cosa che mi dà fastidio dell'italiano medio,quella è l'esterofilismo.Quello che fanno gli altri è sempre meglio,sempre più innovativo,più all'avanguardia,più serio.
Sembriamo soffrire una sorta complesso di inferiorità cronico.Per cui: "eh,mai i tedeschi","sì ma in Francia","guarda sono stato a Londra","con gli scandinavi non c'è paragone","la Spagna ormai ci ha messo sotto"...
Il nostro amor patrio è un sentimento che estrinsechiamo solo se dobbiamo confrontarci sul cibo,il calcio e la gnocca.In questi tre casi il tricolore si alza e sventola maestoso.Per tutto il resto,no contest.

Quanto sopra è il terreno su cui poggia l'assoluta libertà delle tre sorelle del Rating(Moody's,S&P e Fitch)di "downgradarci" come vogliono.Già,perchè la funzione di queste agenzie sarebbe(o meglio,dovrebbe essere) quella di analizzare i dati e gli indicatori economici di un Paese,delinearne gli scenari di sviluppo e,solo per ultimo,incrociarli con la situazione politica.Alla fine di questo lavoro,il risultato dovrebbe essere il giudizio sul grado di affidabilità della nazione nell'onorare i suoi impegni finanziari.


Questa sarebbe la teoria.Nella pratica i recenti giudizi sull'Italia non sembrano per niente seguire questo protocollo operativo.I giudizi assomigliano sempre di più a valutazioni puramente politiche.Certo,l'avere al timone Berlusconi,ahinoi,offre il fianco ad ogni tipo di attacco,ma non basta a giustificare la mortificazione eccessiva che viene riservata al nostro Paese.E tutto questo nella quasi totale rassegnazione e mancanza di orgoglio.



E' vero,abbiamo una serie di limiti strutturali che frenano il nostro sviluppo potenziale:il debito pubblico,l'evasione e l'elusione fiscale,il divario Nord-Sud,il deficit energetico e quello infrastrutturale.
Ciò nonostante,negli ultimi vent'anni il nostro posizionamento nell'economia mondiale non è peggiorato.E questo perchè abbiamo delle peculiarità tipicamente italiane che ci consentono di bilanciare le nostre deficienze.


Allora è il caso di ricordare i nostri punti di forza,quelli che nonostante tutto ci rendono una nazione ricca e sviluppata:

basso debito delle famiglie e un buon livello assoluto, medio e mediano della ricchezza delle famiglie stesse
qualità della vita tra le più alte (siamo secondi nel G-20 per The Economist)
sistema pensionistico e di welfare che assicura una buona sicurezza sociale
posizionamento molto importante nella manifattura, nell'agricoltura e nel turismo a livello mondiale
elevato livello di produttività aggregata (siamo terzi nel G-20 dietro Stati Uniti e Francia)

Il nostro è,fortunatamente,un Paese in cui l'economia reale ha ancora il primato sull'economia finanziaria. Mentre siamo settimi nel G-20 per dimensioni del Pil a valori correnti, siamo quinti per generazione di valore aggiunto manifatturiero e abbiamo il quinto miglior surplus commerciale con l'estero nei manufatti non alimentari. Eccelliamo nella bilancia commerciale dei beni per la persona e la casa dove siamo secondi (superati solo in volume, ma non certo in qualità, dalla Cina) e siamo terzi nella meccanica non elettronica e nei mezzi di trasporto diversi dagli autoveicoli ( superati soltanto da Germania e Giappone quanto a surplus commerciale).Sui 5.500 prodotti su cui è suddiviso in dettaglio il commercio internazionale,l'Italia risulta essere nelle prime 3 posizioni come esportatore di ben 1000 di essi.


Non finisce qui.L'Italia vanta...Continua su: http://lemieconsiderazioniinutili.blogspot.com/2011/10/lorgoglio-italiano-davanti-alla-crisi.html
Inviato il: 10/10/2011 0:24
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  •  benitoche
      benitoche
Re: Crisi finanziaria ed orgoglio italiano
#2
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 30/9/2006
Da
Messaggi: 1941
Offline
Oggi è la Cina a impensierire gli imprenditori, che si dannano per far quadrare i conti di fabbriche e fabbrichette, un giorno floride e ora allo stremo. Si domandano perché non riescono a tenere il passo con i mercati d’Oltralpe e soprattutto d’Oriente per i propri pneumatici o profilati in rame, per le calzature o le tegole d’ardesia. Si sentono ingannati e tentano di sfuggire con altrettanti inganni, impiantando fantomatiche sedi centrali in paradisi fiscali, o aprendo filiali dove la manodopera è a costi inferiori. Se invece si cercasse di realizzare una vera diversificazione nelle linee produttive, puntando sulle doti endemiche del popolo italiano e le risorse incomparabili del territorio, si potrebbe tener testa a russi, indiani e cinesi, le vere forze economiche emergenti, essendo quella statunitense malata da lungo tempo e prossima al collasso, anche se rimedia alle proprie occulte carenze con guerre e strategie finanziarie aggressive e punitive, vedi Argentina. Se è vero che occorre affrontare le emergenze su terreni congeniali ed esaltando le proprie qualità creative ed espressive, gli italiani dovrebbero riciclarsi sfruttando le inimitabili caratteristiche del proprio territorio e del corredo artistico, approntando un nuovo tipo di economia incentrata su questi fattori. E quindi migliorare e qualificare al massimo aree archeologiche e musei, da attrezzare in maniera moderna e funzionale; agriturismo genuino, non gestito da improvvisati e rapaci operatori; ricettività alberghiera che recuperi il nobile e umano tratto dell’ospitalità italiana; spettacoli teatrali al chiuso e all’aperto, come opera, danza e drammaturgia, riportati agli splendori della nostra migliore tradizione coreutica, scenografica e della commedia dell’arte, escludendo volgarità e mancanza di professionalità. Basta con le fonderie, le raffinerie e i poli siderurgici, che hanno deturpato lo scenario incomparabile di questo Paese, e nuova vita all’agricoltura impostata su basi selettive e non intensive (biologica, o meglio biodinamica), con relativa reclamizzazione e diffusione dei prodotti naturali derivati, che confluirebbero nella ristorazione e nella gastronomia, restaurando quella tipicità offuscata dall’odierno appiattimento dei fast food o dall’inconsistenza della nouvelle cuisine. Ecco allora che cinesi, russi e indiani – i quali, disponendo di ampie risorse umane a basso costo e di abbondanza di materie prime, riusciranno in breve ad arricchirsi con la fabbricazione e lo smercio di prodotti industriali su larga scala – verrebbero a spendere da noi il denaro guadagnato, attratti da ciò che di unico questo Paese può offrire.
_________________
la religione è indispensabile
soltanto a un’umanità rescissa dal mondo divino-spirituale.
Inviato il: 10/10/2011 10:19
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