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  Il male di vivere della gioventù

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  •  incredulo
      incredulo
Re: Il male di vivere della gioventù
#48
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 23/8/2006
Da Asia
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Citazione: NiHiLaNtH

quando nella seconda metà degli anni novanta avevo 12-13 anni le ragazzine si comportavano e si vestivano normalmente adessso invece sono quasi tutte delle zoccole noi abbiamo iniziato a bere a 18-19 anni i giovani di adesso iniziano a 14 e a 15-16 già si drogano ai miei tempi i ragazzi avevano ancora un minimo di rispetto verso gli adulti adesso è scomparso pure quello e non ti sto parlando di 20-30 anni fa

Scusami NiHiLaNtH, ma i giovani che tu conosci SONO TUTTI COSI'???

I "giovani" prendono in prestito i modelli che la società gli propone, non SONO COSI'.

C'è una differenza SOSTANZIALE.

Questo stato sociale non è difficile solo per i "giovani" ma per TUTTI NOI.

Buttare tutto in un enorme calderone non aiuta a vedere le cose per ciò che sono.

Un saluto
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Gesù Cristo è Verità. Io sono la Via, la Verità e la Vita.
Inviato il: 9/7/2011 11:46
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  •  mangog
      mangog
Re: Il male di vivere della gioventù
#47
Dubito ormai di tutto
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Citazione:

peonia ha scritto:
e qui casca l'asino.....tutto vero, ma chi è che li ha CRESCIUTI??? sempre gli adulti.....


Mica tanto.. io imparavavo dai ragazzi più vecchi di me come hanno fatto tutte le generazioni precedenti fin dai tempi antichi......invece oggi i bambini- mocciosi-fino-30-anni possono accendere la tv e vedere le tette a tutte le ore ( per non dire di internet.. MOLTO DIVERSO IL CONTESTO ) e converrai con me che crescere IMPARANDO non dalla generazione precedente, ma magari da un sito blog, è ben diverso.
Inviato il: 9/7/2011 10:37
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  •  peonia
      peonia
Re: Il male di vivere della gioventù
#46
Sono certo di non sapere
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Da Roma
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e qui casca l'asino.....tutto vero, ma chi è che li ha CRESCIUTI??? sempre gli adulti.....
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...Non temete nuotare contro il torrente. E' di un'anima sordida pensare come il volgo, solo perche' il volgo e' in maggioranza... (Giordano Bruno)
Inviato il: 9/7/2011 10:27
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  •  mangog
      mangog
Re: Il male di vivere della gioventù
#45
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 5/1/2007
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Citazione:

NiHiLaNtH ha scritto:



noi abbiamo iniziato a bere a 18-19 anni i giovani di adesso iniziano a 14 e a 15-16 già si drogano



Per la droga ( roba anglosassone che faceva molto figo allora ) dobbiamo aspettare i primi anni 70 ma per quanto riguarda l'alcool ti assicuro che si beveva molto anche una volta. Si beveva molto di più vino e grappa e meno cocktail all'americana e birra ( il potere di Hollywood ed il fascino della musica rock e disco .... e gli anglosassoni sanno benissmo come sono fatti i polli ... )
Era naturale anche per i bambini di 8-10 anni bere vino al posto dell'acqua a pranzo. Io inzuppavo la polenta ed il pane nel vino e bevevo latte caldo con dentro un bicchierino di grappa.


E' il 68 ( "roba" importata o portata dall'america...che in Italia è terminato nel 73 ) il confine tra una società prima, in cui il ragazzo era il ragazzo, ed una società dopo, in cui il ragazzo è solamente un moccioso fino a 25-30 anni viziato cresciuto a suon di musica e di immagini anglosassoni.
Inviato il: 9/7/2011 10:23
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  •  NiHiLaNtH
      NiHiLaNtH
Re: Il male di vivere della gioventù
#44
Sono certo di non sapere
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Citazione:
che sono ESATTAMENTE come eravamo noi


quando nella seconda metà degli anni novanta avevo 12-13 anni le ragazzine si comportavano e si vestivano normalmente adessso invece sono quasi tutte delle zoccole

noi abbiamo iniziato a bere a 18-19 anni i giovani di adesso iniziano a 14 e a 15-16 già si drogano

ai miei tempi i ragazzi avevano ancora un minimo di rispetto verso gli adulti adesso è scomparso pure quello

e non ti sto parlando di 20-30 anni fa

un primo grande cambiamento c'è stato all'arrivo dei coatti moderni verso la fine degli anni 90 quando avevo 14-15 anni
era come se la stronzaggine e la stupidità andassero di moda come se fossero tutti impazziti improvvisamente

quando andavo in prima e seconda media quelli di 14-15 anni non erano così


Citazione:
Io mi ricordo che negli anni 50 e 60 i ragazzi davano quasi del lei al padre.


stiamo passando da un estremo all'altro non è certo una cosa positiva
Inviato il: 9/7/2011 9:39
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  •  mangog
      mangog
Re: Il male di vivere della gioventù
#43
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 5/1/2007
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Citazione:

incredulo ha scritto:


Conosco molti "giovani", ho un figlio di 27 anni e una figlia di 11, ASCOLTARLI e PASSARE MOLTO TEMPO CON LORO, mettermi nei loro panni, mi hanno fatto comprendere che sono ESATTAMENTE come eravamo noi, hanno solo problemi DIVERSI da affrontare rispetto ai nostri.

Un saluto


Insomma più che un padre sei un amico ?
Io mi ricordo che negli anni 50 e 60 i ragazzi davano quasi del lei al padre.
Un mio amico, incallito fumatore dall'eta di 17 anni, non riusciva ad accendersi la sigaretta quando era in presenza del padre nonostante fosse sposato e con figli.
Il 68 non è riuscito a far felici i giovani ma si sono emancipati ( sai che roba essere emancipati a 13-15 anni... difatti sono solo viziati perchè quasi sempre figli unici .....invece i poveri sono disgraziati come i poveri di sempre, emancipati o meno che possano essere... )
Inviato il: 9/7/2011 9:09
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  •  peonia
      peonia
Re: Il male di vivere della gioventù
#42
Sono certo di non sapere
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Infatti non volevo dire che sono "diversi" da noi, ma è peggiorata molto la situazione, il terreno, nella quale crescere e confrontarsi, aumentando così le insicurezze e conseguente malessere....io pensavo ad un futuro meraviglioso, loro hanno la mancanza del lavoro, la difficoltà di formarsi una famiglia ed emanciparsi, le catastrofi naturali in aumento, il cancro che colpiusce uno su 3, il global warming (anche se non è vero), l'effetto serra, la recessione economica, il 2012....insomma una bella prospettiva....senza presente e senza futuro...
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Inviato il: 9/7/2011 8:39
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  •  incredulo
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Re: Il male di vivere della gioventù
#41
Sono certo di non sapere
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Citazione:

peonia ha scritto:
La questione è il MALE DI VIVERE dei giovani di oggi.
Che i giovani siano sempre radicali, idealisti, pieni di slanci e insicurezze, ok ma, ripeto, oggi la società che dovrebbe aiutarli, sostenerli, indirizzarli è frantumata, corrotta, inadeguata, da questo volevo partire per prenderci carico ognuno delle proprie resposanbilità passate, presenti e future....

Anni fa, a proposito delle "stragi del sabato sera", lessi varie tesi di psicologi che dicevano che erano inconsci suicidi...
Le morti per droga, i suicidi sono gli stessi della nostra generazione di 60nni? non credo, non credo a chi dice sempre: "c'è sempre stato", è una frase che detesto perchè chiude i discorsi, alla Ponzio Pilato....


Cara Peonia hai perfettamente ragione, oggi la società si sta spingendo rapidamente verso la DISUMANIZZAZIONE e la SPERSONALIZZAZIONE, questo causa disperazione e confusione soprattutto nelle persone che stanno cercando un loro ruolo, i cosiddetti "giovani".

Ti ricordo però che il male di vivere ERA PRESENTE anche negli anni nostri.

Ho caterve di amici che si sono buttati sulle droghe pesanti, che hanno condotto un percorso di AUTODISTRUZIONE per l'incapacità di adeguarsi al modello sociale imperante.

Adolescenti suicidatisi dopo un brutto voto a scuola per l'incapacità di rapportarsi a un genitore TROPPO ESIGENTE, migliaia di vittime sensibili che non sono mai riusciti ad integrarsi.

Anche allora esistevano i pedofili, i rapimenti di minorenni, figli che sterminavano i famigliari, tragedie varie ed assortite.

Conosco molti "giovani", ho un figlio di 27 anni e una figlia di 11, ASCOLTARLI e PASSARE MOLTO TEMPO CON LORO, mettermi nei loro panni, mi hanno fatto comprendere che sono ESATTAMENTE come eravamo noi, hanno solo problemi DIVERSI da affrontare rispetto ai nostri.

Un saluto
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Inviato il: 9/7/2011 0:00
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  •  Red_Knight
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Re: Il male di vivere della gioventù
#40
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Le morti per droga, i suicidi sono gli stessi della nostra generazione di 60nni? non credo, non credo a chi dice sempre: "c'è sempre stato", è una frase che detesto perchè chiude i discorsi, alla Ponzio Pilato....


È vero, le morti per droga, gli incidenti del sabato sera e i suicidi una volta non c'erano. Ma c'erano la morte in trincea, la carcerazione in manicomio, la clausura monacale e le famiglie di 12 figli che non lasciavano trapelare gli inenarrabili orrori che si consumavano al proprio interno.

In ogni epoca ogni società rispetto alle aspettative dei propri membri è frantumata, corrotta e inadeguata, nella stessa intensità ma in maniera diversa.

I nostri tempi sono individualisti e uno dei risultati è che chi non si adatta non può più trovare un proprio spazio andando a ricoprire un ruolo predefinito in cui trovare una socialità, per quanto non genuina, ma rimane solo e in maniera più evidente (e quindi più dolorosa). Pensa per esempio al fatto che il matrimonio al giorno d'oggi non è più un'opzione ovvia.
Inviato il: 8/7/2011 13:04
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  •  peonia
      peonia
Re: Il male di vivere della gioventù
#39
Sono certo di non sapere
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Da Roma
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La questione è il MALE DI VIVERE dei giovani di oggi.
Che i giovani siano sempre radicali, idealisti, pieni di slanci e insicurezze, ok ma, ripeto, oggi la società che dovrebbe aiutarli, sostenerli, indirizzarli è frantumata, corrotta, inadeguata, da questo volevo partire per prenderci carico ognuno delle proprie resposanbilità passate, presenti e future....

Anni fa, a proposito delle "stragi del sabato sera", lessi varie tesi di psicologi che dicevano che erano inconsci suicidi...
Le morti per droga, i suicidi sono gli stessi della nostra generazione di 60nni? non credo, non credo a chi dice sempre: "c'è sempre stato", è una frase che detesto perchè chiude i discorsi, alla Ponzio Pilato....
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Inviato il: 8/7/2011 8:48
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  •  incredulo
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Re: Il male di vivere della gioventù
#38
Sono certo di non sapere
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Citazione:

tommasso ha scritto:
Cercando di trovare qualche differenza tra oggi e 30 anni fa voglio chiedervi, quando voi andavate alle superiori parlavate mai con i vostri amici del vostro futuro? Parlavate mai della vita lavorativa, se volevate farvi una famiglia ecc.?

Non so se è sempre stato così, ma oggi noi non pensiamo al futuro proprio perchè non ce l'abbiamo, mai fatto un discorso che va più in là di uno-due anni.
Che senso ha oggi pensare a cosa farò dopo l'università? L'incertezza è così grande che potrebbe essere successo di tutto, e quello che so fare probabilmente sarà considerato inutile od obsoleto.

Ripeto, voglio capire, è sempre stato così?


salud!


Si',
l'incertezza del futuro, il dubbio su quale scuola scegliere dopo la terza media, il dubbio su quale facoltà scegliere dopo la maturità, la paura di entrare in un mondo che giudichi pieno di pazzi, la convinzione assoluta che tu non farai gli stessi errori dei tuoi genitori, dei tuoi conoscenti, che per te SARA' DIVERSO, il tutto supportato da una carica ormonale stratosferica e l' illusione di essere MIGLIORI.

Queste sensazioni sono UNIVERSALI, sono caratteristiche della condizione di "giovane", un'essere umano che ha di fronte una vita intera da RIEMPIRE.

Ogni epoca da ai giovani GLI STRUMENTI per sfangarla.

Sono i vecchi, che quando si guardano indietro dicono con nostalgia o con preoccupazione: "il mondo è cambiato", non rendendosi conto che per i giovani quel mondo è nelle loro mani, nel loro cuore nel loro cervello.

Con questo devono affrontarlo e lo faranno egregiamente come ABBIAMO FATTO NOI.

Sono pieni di forza, coraggio ed incoscienza, dubbi e paure, esattamente come lo eravamo noi.

Un saluto
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Inviato il: 8/7/2011 0:13
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  •  Makk
      Makk
Re: Il male di vivere della gioventù
#37
Mi sento vacillare
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Citazione:

tommasso ha scritto:
Cercando di trovare qualche differenza tra oggi e 30 anni fa voglio chiedervi, quando voi andavate alle superiori parlavate mai con i vostri amici del vostro futuro?

Poco e con incosapevolezza. Erano pochi che vedevano la propria strada tracciata con chiarezza.
Era una cosa del tipo "qualche cosa farò" ed era demandata alla scelta dell'università (che all'epoca era data pressocché per scontata, anche se poi non si realizzava sempre).
E anche scegliere la branca era considerata una scommessa (sarà davvero quello che voglio? Mi darà da lavorare?)

Le storie del "laureato che fa lo spazzino" giravano anche da noi.

Citazione:
Parlavate mai della vita lavorativa, se volevate farvi una famiglia ecc.?

Beh, di sicuro c'era che il posto fisso e/o il lavoro "appagante" erano visti come una cosa per niente facile.
Si parlava di raccomandazioni e di leccare il culo per fare carriera. Sempre senza avere idea che quelle cose sarebbero sì esistite ma in modi differenti e molto più leggere o pesanti di come le immaginavamo.
Il mondo degli adulti (e quindi del lavoro) era una cosa lontana, comunque cupo, routinario, noioso.
Di contro si lavorava spesso e volentieri: i "lavoretti estivi", piccoli part-time, baby-sitteraggi... era un continuo (tranne per quelli di noi benestanti, ovvio). E ne parlavi sempre come di una bella esperienza: ti sentivi grande ad avere soldini tutti tuoi in tasca e sorvolavi sulle cose negative perché tanto "non era il TUO lavoro". Anche la più schifosa delle mansioni era comunque passeggera.

Di famiglia non se ne parlava mica tanto. Non era un assillo e si dava per scontato che "sarebbe successo". Oggi più che altro se non sei in due hai poche possibilità di pensare a una qualche autonomia.
Ma la "condanna" alla coppia mi sembra altrettanto scontata.

Citazione:
Non so se è sempre stato così, ma oggi noi non pensiamo al futuro proprio perchè non ce l'abbiamo, mai fatto un discorso che va più in là di uno-due anni.

In verità non si facevano questi discorsi perché il posto fisso era talmente la norma che non si pensava tanto a quello, quanto a "non finire come Fantozzi".

Citazione:
Che senso ha oggi pensare a cosa farò dopo l'università? L'incertezza è così grande che potrebbe essere successo di tutto, e quello che so fare probabilmente sarà considerato inutile od obsoleto.

Si però calma. Questo è del tutto scoraggiante.

L'uni continua ad essere una grossa chance lavorativa. A differenza che in passato la meritocrazia è molto più importante perché non c'è più quella fame di laureati che c'era una volta e la concorrenza è agguerrita.
Quindi l'uni và affrontata con l'idea di massacrare quei bastardi dei prof e conquistarsi dei voti brillanti. Non di uscire e trovare lavoro "perché hai la laurea".
Diciamo che una volta si "sceglieva" di eccellere per avere i posti migliori, oggi si "deve" eccellere per avere un posto qualsiasi. E non dare per scontato che sia in Italia (questa è una differenza grossa).
Inutile no e obsoleto neppure. Tenere d'occhio il mercato del lavoro durante gli studi diventa indispensabile, per correggere il tiro ai piani di studio, aggiungere master e corsi, prendere in mano la propria formazione e non fidarsi dell'istituzione scolastica (tradizionalmente scollegata dal mondo del lavoro).

L'uni non sarà più il periodo dorato di "moratoria dal diventare adulti" che è stato dal XV secolo agli anni '90, questo no. Chi la affronta così, ieri se la cavava lo stesso, oggi è destinato all'estinzione (delle sue speranze, intendo).

Citazione:
Ripeto, voglio capire, è sempre stato così?

Sì e no. Sono cambiati i tempi. E non solo per i giovani.

Quello che vedo, giudicando da mia nipote (oggi ha superato gli orali) e dai suoi amici, è che hanno ancora dalla loro l'idea di essere immortali. Come noi. Energia a quintali. Và messa a frutto prima possibile, perché questa società non è più tenera coi timidi e gli indecisi come lo era una volta.
I mansueti non erediteranno un bel niente. Ai capaci potrebbe essere consentito di essere mansueti.
Inviato il: 7/7/2011 23:12
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  •  Red_Knight
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Re: Il male di vivere della gioventù
#36
Sono certo di non sapere
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Scusa Peonia, forse stiamo andando off-topic... io ho letto l'articolo e ho già detto che non lo condivido.
Inviato il: 7/7/2011 18:13
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  •  peonia
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Re: Il male di vivere della gioventù
#35
Sono certo di non sapere
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per curiosità ma voi avete letto l'articolo in questione e sopratutto i miei post? perchè non sembrerebbe...
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Inviato il: 7/7/2011 16:56
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  •  Red_Knight
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Re: Il male di vivere della gioventù
#34
Sono certo di non sapere
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@RedPill

Citazione:
Chiaramente il contesto è diverso tra classi sociali, ma ti assicuro che quello dell'abbigliamento firmato è un problema molto diffuso anche tra i ragazzi della classe media. Il problema sta proprio nella necessità del giovane di conformarsi alle mode per non doversi costruire un personaggio da solo.


Vero ma è un problema sempre esistito, quello delle mode. La maggior parte delle persone è conformista. A dirla tutta, negli ultimi anni, gli abiti firmati hanno perso importanza, perché l'anticonformismo paradossalmente "va di moda". Esistono infatti dozzine di mode (tutte deprecabili in quanto tali) diverse fra di loro. Prendi i metallari, i goth, etc. Penso che non sia cambiato nulla rispetto al passato ma se è cambiato qualcosa è cambiato leggermente in meglio.

Citazione:
Il cellulare è solamente una questione di moda.
Un ragazzo di 12 anni non è indipendente nei suoi spostamenti e quindi è sempre seguito da un adulto. Non confondiamo il progresso tecnologico con le mode. Ad un dodicenne il telefonino non serve per comunicare con i suoi coetanei, anzi rischia di diventare un oggetto altamente alienante nel momento in cui si preferisce inviare un sms piuttosto che parlare di persona.
Se è una tecnologia disponibile non significa che debba essere fornita a ragazzini che non ne hanno bisogno e che la utilizzano in maniera sicuramente poco produttiva.


Io ho avuto il mio primo cellulare per il mio dodicesimo compleanno, proprio all'inizio del boom. Lo usavo con criterio e molta parsimonia, e così la quasi totalità dei miei coetanei. Mi serviva proprio per essere indipendente negli spostamenti: i miei genitori erano molto ansiosi, col cellulare potevano permettersi di lasciarmi allontanare un po' più da casa con la sicurezza di potermi trovare in qualsiasi momento. Altrimenti sarei dovuto rimanere a casa a girarmi i pollici per non farli preoccupare. E telefonare ai coetanei via cellulare è indispensabile nel momento in cui esiste una rete che lo permette, vale per qualsiasi mezzo di comunicazione e le tecnologie in generale (anche nel 1800 il telefono non serviva, ma non averlo una volta inventato significava essere tagliati fuori). Non è affatto una questione di moda (esiste la moda del cellulare, naturalmente, ma non è una questione specificatamente giovanile).

Citazione:
Per quanto concerne la tua osservazione sul fatto che ho parlato di bambini-giovani-ragazzi indistintamente:
Se vuoi essere solo provocatorio ok. Comunque è lapalissiano che ciò che condanna un ragazzo di 16-18 anni ad essre un disadattato è l'educazione che gli è impartita da bambino. Quindi è normale parlare delle varie fasi in cui un carattere si forma.


O__o non vedo proprio cosa ci fosse di provocatorio, comunque era un'osservazione generale. Si parla di "giovani d'oggi" includendo nel mucchio bambini nati nel 2005 e i nati negli anni '80 come se appartenessero alla stessa fascia d'età... si tratta di generazioni diverse e molto distanti, occorre prenderne in considerazione una alla volta.
Inviato il: 7/7/2011 16:08
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  •  RedPill
      RedPill
Re: Il male di vivere della gioventù
#33
Mi sento vacillare
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@ peonia
chiaramente i responsabili (come ho già detto nel post precedente) sono la società in genere e la famiglia nello specifico.

@ rekit
Chiaramente non stiamo dicendo che tutti i ragazzi sono disagiati, stiamo cercando di capire perchè i ragazzi disagiati lo siano.

@red_Knight
In merito agli abiti firmati:
Chiaramente il contesto è diverso tra classi sociali, ma ti assicuro che quello dell'abbigliamento firmato è un problema molto diffuso anche tra i ragazzi della classe media. Il problema sta proprio nella necessità del giovane di conformarsi alle mode per non doversi costruire un personaggio da solo. Avere gli abiti firmati è il modo più semplice per essere accettato per quello che appari e non per quello che sei.
Questo significa che il ragazzo non deve per forza avere una personalità spiccata per essere accettato dal gruppo perchè questa non è una discriminante.

In merito al cellulare:
Il cellulare è solamente una questione di moda.
Un ragazzo di 12 anni non è indipendente nei suoi spostamenti e quindi è sempre seguito da un adulto. Non confondiamo il progresso tecnologico con le mode. Ad un dodicenne il telefonino non serve per comunicare con i suoi coetanei, anzi rischia di diventare un oggetto altamente alienante nel momento in cui si preferisce inviare un sms piuttosto che parlare di persona.
Se è una tecnologia disponibile non significa che debba essere fornita a ragazzini che non ne hanno bisogno e che la utilizzano in maniera sicuramente poco produttiva.

In merito all'interazione con gli adulti:
Quando dico che le scelte devono essere prese dagli adulti intendo dire che gli adulti sanno cosa è meglio per i figli e che quindi non si deve risolvere sempre tutto con la pretesa che "il bambino deve decidere cosa è meglio per sè stesso".
E soprattutto l'adulto deve scegliere ciò che è giusto (considerato che altrimenti il figlio sceglierebbe sempre la strada più semplice) LASCIANDO POI CHE IL FIGLIO SUPERI LE AVVERSITA' CON LE SUE FORZE.
(non mi sembrava un concetto tanto strampalato)

Per quanto concerne la tua osservazione sul fatto che ho parlato di bambini-giovani-ragazzi indistintamente:
Se vuoi essere solo provocatorio ok. Comunque è lapalissiano che ciò che condanna un ragazzo di 16-18 anni ad essre un disadattato è l'educazione che gli è impartita da bambino. Quindi è normale parlare delle varie fasi in cui un carattere si forma.

Peace
RedPill
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Inviato il: 7/7/2011 14:35
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  •  tommasso
      tommasso
Re: Il male di vivere della gioventù
#32
Mi sento vacillare
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Da ZENA
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Cercando di trovare qualche differenza tra oggi e 30 anni fa voglio chiedervi, quando voi andavate alle superiori parlavate mai con i vostri amici del vostro futuro? Parlavate mai della vita lavorativa, se volevate farvi una famiglia ecc.?

Non so se è sempre stato così, ma oggi noi non pensiamo al futuro proprio perchè non ce l'abbiamo, mai fatto un discorso che va più in là di uno-due anni.
Che senso ha oggi pensare a cosa farò dopo l'università? L'incertezza è così grande che potrebbe essere successo di tutto, e quello che so fare probabilmente sarà considerato inutile od obsoleto.

Ripeto, voglio capire, è sempre stato così?


salud!
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"I nostri nemici sono creativi e pieni di risorse, e lo siamo anche noi. Loro non smettono mai di pensare a nuovi modi per danneggiare il nostro paese e la nostra gente, e nemmeno noi." 5 agosto 2004 G.W.Bush
Inviato il: 7/7/2011 14:18
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  •  Red_Knight
      Red_Knight
Re: Il male di vivere della gioventù
#31
Sono certo di non sapere
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Da
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In merito alla questione dei disagi psichici, il fenomeno non è peggiore che in altre ere. È solo più evidente per il fatto che oggi se ne ha consapevolezza: una volta uno socialmente ansioso era un fifone imbranato, un autistico era un tipo strambo, un depresso era un menagramo, un dislessico era considerato tonto e gli omosessuali, per fare un esempio di categoria disagiata, si suicidavano in silenzio. Oggi c'è più individualismo e quindi, non senza eccessi nella direzione opposta (cioè vedere disagi gravi ovunque e spesso giustificare qualsiasi comportamento a causa di ciò), si dà più importanza agli stati mentali più intimi delle persone in giovane età.

Prendete il fenomeno hikikomori in Giappone.
Inviato il: 7/7/2011 14:12
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  •  perfidia83
      perfidia83
Re: Il male di vivere della gioventù
#30
Ho qualche dubbio
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@ peonia una via di mezzo?? magari società in continuo cambiamento?? :)

diciamo che mi piace ironizzare e dico sempre che il mondo è bello pechè è avariato! cmq dico solo che più andiamo avanti più rischiamo di non sapercela cavare da "soli" ormai ci sono tanti piccoli oggettini elettronici e non che ci aiutano in tutto, ma è anche una questione di cervello! tra chi vuole e non vuole imparare... e comunque è riduttivo parlare di giovani, ci sono anche tanti adulti che non sanno cavarsela da soli, ho amici di 35/40 anni che non vanno a vivere da soli perchè non sanno come fare una lavatrice ne mettere su la pasta! e non parlo solo di uomini... è la voglia di saper fare e affrontare le difficoltà che manca!
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Groucho Marx
Inviato il: 7/7/2011 14:06
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  •  rekit
      rekit
Re: Il male di vivere della gioventù
#29
Dubito ormai di tutto
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so che sto semplificando al massimo, ma io vedo solo un sacco di bambini viziati cresciuti da bambinoni viziati...tutti sti disagiati mentali (o datemi voi la definizione corretta) io onestamente non li vedo in giro...casomai un po' di ignoranza e superficialita'nell'affrontare la vita in piu' rispetto al passato...e sto' pure in Olanda dove le scuole Steineriane abbondano...

sara' mica che state un po' esagerando???

specifico subito che non intendo minimizare o ridicolizzare chi ha veramente problemi psichici.
Inviato il: 7/7/2011 13:56
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  •  Red_Knight
      Red_Knight
Re: Il male di vivere della gioventù
#28
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Cioè il fatto che i genitori trattino i bambini come degli adulti in vari aspetti:
Aspetti secondari ma significativi:
- Abbigliamento firmato e costosissimo a bambini che non apprezzano il valore e non apprezzano il significato (vedi scarpe di Gucci da 300 Euro utilizzate poi per giocare a calcio e quindi distrutte in un mese)


Ho qualche difficoltà a considerare "caso generico" l'esempio di genitori prodighi che buttano via 300€, specialmente di questi tempi.

Citazione:
- Telefonino a 12 anni perchè "così so sempre dov'è e posso controllarlo" (ma dove cazzo deve andare da solo a 12 anni?) mentre la spiegazione vera è "tutti ce l'hanno e anche lui deve averlo"


Il telefonino se è per questo viene dato molto prima che a 12 anni. Non so se questo sia giusto, ma a 12 anni di sicuro i ragazzini hanno una vita sociale. Il telefonino di per sé è uno strumento utile, l'abuso è un'altra faccenda. Ai tuoi tempi sicuramente a 12 anni usavi il telefono fisso, perché oggidì alla stessa età non si dovrebbe usare il cellulare?

Citazione:
Aspetti principali e formanti del carattere:
- Interazione con gli adulti a pari livello, con troppa importanza conferita a ciò che il bambino vuole con la pretesa che il bambino sa cosa vuole e quindi è giusto che scelga da solo. Il bambino in realtà non può e non deve scegliere cosa è giusto per lui, anche nelle piccole scelte di ogni giorno. L'adulto deve trattare il bambino per quello che è, e fare le scelte per lui. Solo in questo modo si può insegnare il senso della vita (vedi discorso precedente sullo sport).


Personalmente non vedo questo "pari livello" ma mi sembra contraddittorio dire che "una volta si insegnava ai figli a cavarsela da soli" e sostenere che sarebbe meglio che tutte le scelte comprese le più insignificanti le facessero i genitori. Non trovi?

Comunque mi sembra grave che in questo thread si parli indistintamente e per giunta generalizzando mostruosamente di bambini, ragazzini, ragazzi e giovani.
Inviato il: 7/7/2011 13:51
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  •  peonia
      peonia
Re: Il male di vivere della gioventù
#27
Sono certo di non sapere
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benitoche il 75% della gente nemmeno sa chi sia Steiner....
Questa elite, che denunciamo spesso noi complottisti, ha lavorato ben bene dal dopoguerra in poi per portarci sul baratro su cui ci troviamo oggi.....e ahimè ancora non è chiaro!
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...Non temete nuotare contro il torrente. E' di un'anima sordida pensare come il volgo, solo perche' il volgo e' in maggioranza... (Giordano Bruno)
Inviato il: 7/7/2011 13:05
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  •  peonia
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Re: Il male di vivere della gioventù
#26
Sono certo di non sapere
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non me la sento di dare la colpa hai genitori, come ha fatto qualcuno di voi, per me è colpa della continua evoluzione, più andiamo avanti e peggio/meglio sarà!

continua EVOLUZIONE????? rifletti bene forse volevi dire altro....semmai possiamo parlare di INVOLUZIONE...
per quanto riguarda la responsabilità che io mi assumo e che dò agli adulti, specie genitori, dipende dal fatto che questa società MALATA, perchè sfido chiunque a dimostrami il contrario, è la risultanza di comportamenti errati che abbiamo o avallato, o per distrazione avallato, o per ignoranza, avallato, o per menefreghismo, avallato....ecc. questo ovviamente per la maggioranza della gente. Ovviamente occorre generalizzare, è ovvio anche che qualcuno ha fatto delle lotte....ma sempre troppo pochi, e lo vediamo anche e sopratutto oggi, ognuno pensa a sè....abbiamo perso empatia e solidarietà e molto altro....chi ne fa le spese sono questi giovani e giovanissimi, per non parlare dei bambini....dimenticati pure....hai voglia a giustificare il genitore che è stressato...siamo proprio una società malata....altro che!
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Inviato il: 7/7/2011 13:01
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  •  peonia
      peonia
Re: Il male di vivere della gioventù
#25
Sono certo di non sapere
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Aspetti secondari ma significativi: - Abbigliamento firmato e costosissimo a bambini che non apprezzano il valore e non apprezzano il significato (vedi scarpe di Gucci da 300 Euro utilizzate poi per giocare a calcio e quindi distrutte in un mese) - Telefonino a 12 anni perchè "così so sempre dov'è e posso controllarlo" (ma dove cazzo deve andare da solo a 12 anni?) mentre la spiegazione vera è "tutti ce l'hanno e anche lui deve averlo" Aspetti principali e formanti del carattere: - Interazione con gli adulti a pari livello, con troppa importanza conferita a ciò che il bambino vuole con la pretesa che il bambino sa cosa vuole e quindi è giusto che scelga da solo. Il bambino in realtà non può e non deve scegliere cosa è giusto per lui, anche nelle piccole scelte di ogni giorno. L'adulto deve trattare il bambino per quello che è, e fare le scelte per lui. Solo in questo modo si può insegnare il senso della vita (vedi discorso precedente sullo sport).

e chi è responsabile di questo???? il ragazzo o chi concede queste cose?
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Inviato il: 7/7/2011 12:55
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  •  perfidia83
      perfidia83
Re: Il male di vivere della gioventù
#24
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 15/10/2009
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premetto che non mi piace molto generalizzare, perchè ogniuno ha il proprio vissuto... però è normale che i ragazzi o ragazzini di oggi siano diversi da quelli di 10 20 o 40 anni fà, ho 28 anni e quando ne avevo 10-12 nn avevo il cellulare... grazie nn esisteva!!!!!!! probabilmente fra qualche anno che si saranno inventati chissa che altra diavoleria ecco che tutti i 12enni l'avranno e chi ha 12 anni ora nn l'ha!

tutto gli è permesso perchè i genitori non sono a casa??? e chi può permettersi di stare a casa di questi tempi??? a meno che uno dei due genitori non ha un bellissimo stipendio a casa non ci puoi stare e lasci i figli anche da piccolissimi a scuola, doposcuola, babysitter nonni zii chissà chi te li cresce un'altro pò!

non me la sento di dare la colpa hai genitori, come ha fatto qualcuno di voi, per me è colpa della continua evoluzione, più andiamo avanti e peggio/meglio sarà! dipende dai punti di vista, tutti stiamo diventando un pò più menefreghisti! opinione mia :) ma è la società in generale che ci spinge da una parte invece che dall'altra.... non è perchè voglio fare l'avvocato difensore dei "genitori" non lo sono e non so se cambierò idea se e quando lo diventerò... ma mi guardo attorno fra i familiari e gli amici vedo situazioni complesse! e come ho detto all'inizio non mi piace generalizzare perchè non sempre le cose sono come sembrano!
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Inviato il: 7/7/2011 12:30
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  •  benitoche
      benitoche
Re: Il male di vivere della gioventù
#23
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 30/9/2006
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Condivido molto di quel che dici Peonia
I bimbi vanno cresciuti con attenzione con cura
Vanno cresciuti nella luce e non nel buio sopratutto nei primi tre anni di vita
Per buio intendo,mancanza di amore nutrendo il bimbo con latte artificiale(il latte materno non è solo alimento materiale ma anche spirituale)mancanza di impulsi positivi come il contatto con la natura(oggi i bimbi vedono muri macchine strade e non alberi campagne fiori,mi capita spesso di notare come siano molto più pacifici ed equilibrati i bimbi che vivono nelle campagne)la tv in casa ho dovuto eliminarla da tempo avendo due bimbi piccoli(spesso oggi la tv è la babysitter della casa)armonia e presenza dei genitori,oggi praticamente impossibile vista la freneticità della vita moderna

Passando per la scuola pubblica è bene ricordare l’asservimento inconsapevole del pensiero alla cerebralità,(come molti sapranno i programmi scolastici odierni nascono da menti teosofiche)dell articolo precedente,creare automi e non esseri liberi.Il sistema ha affinato le tecniche di soggiogamento delle masse bisogna quindi fare molta più attenzione,perfetta sarebbe la creazione di una scuola steineriana nella propia città
Se prima il potere tendeva ad assogettare il corpo oggi è l'anima il vero fine
Chi non ha figli non dovrebbe parlare in questo forum

L'Arte di crescere
uomini liberi

"Il nostro obiettivo: elaborare una pedagogia che insegni ad apprendere,
ad apprendere per tutta la vita dalla vita stessa."
Rudolf Steiner

La pedagogia Waldorf mira a sviluppare individualità libere, in grado di continuare ad imparare dalla vita. Va in questa direzione cercando di riconoscere, coltivare e portare a manifestazione le potenzialità di ciascun bambino, rispettando i tempi della sua evoluzione fisica e interiore.Il bambino è un essere in divenire e importanti trasformazioni sono in relazione a diverse fasi di sviluppo. Queste sono legate ad un ritmo di settenni. L'approfondita conoscenza dei processi di sviluppo permette all'educatore di coglierli e accompagnarli con interventi pedagogici adeguati.

Grande importanza hanno le conoscenze su come, parallelamente a importanti mutamenti fisici, si evolvono gradualmente le facoltà dell'animo umano: volere, sentire e pensare. Per un sano sviluppo del bambino è necessario cercare un equilibrio dinamico, in altre parole un "respiro", tra due correnti:

• Da un lato devono essere educate le capacità di accogliere e comprendere il mondo esterno attraverso un affinamento dei sensi e, successivamente, la conquista di un rigoroso pensiero riflessivo.
• Dall'altro bisogna curare nel bambino tutto ciò che lo rende attivo: l'attività motoria, la fantasia, l'espressività, la creatività, l'iniziativa. Sono infatti questi ultimi aspetti che nell'epoca contemporanea dominata dalle informazioni, dalle macchine e dalla realtà virtuale, rischiano di venire trascurati; il che può comportare un impoverimento dell'esperienza del bambino e, soprattutto, pregiudicare la formazione di una sana e forte capacità di iniziativa autonoma.

Si accompagnerà il bambino a sviluppare sempre armonicamente l'attività delle mani, del cuore e della mente. Proprio su questo equilibrio poggerà la sua capacità futura di divenire un uomo libero, fiducioso in se stesso e capace di contribuire allo sviluppo della comunità umana.

Ci si rivolge al bambino dedicando pari attenzione sia alla maturazione individuale sia a quella sociale. Questo avviene, per esempio, attraverso l'esperienza del ritmo, con l'alternarsi giornaliero di attività pratiche, creative e che stimolano l'ingegno e attraverso le celebrazioni legate alle festività dell'anno. Viene riconosciuta pari dignità alle materie intellettuali, artistiche e manuali, con la consapevolezza che dita abili producono abilità di pensiero. La sana formazione di corpo, anima e spirito è l'intento principale della pedagogia Waldorf.

L'agile mobilità delle dita è il presupposto della parola.
Gli educatori eseguono con i bambini giochi ritmici con le dita sulla scia di brevi versi; si imparano le tabelline a passo di marcia o battendo le mani a ritmo. La pittura, il flauto e i lavori manuali, sviluppano al contempo sensibilità artistica e abilità delle dita.

Gli allievi sono stimolati ad esprimere le loro abilità traendone soddisfazione personale, e ad interessarsi anche a quelle dei compagni, rendendo viva l'esperienza di armonia del gruppo in classe. Se il mondo di domani potrà essere un luogo in cui la pace, i diritti umani, la democrazia, la tolleranza, la multiculturalità avranno maggior spazio di oggi dipenderà in massima parte dall'educazione, ed è proprio agli aspetti sociali che l'educazione Waldorf dedica una particolare attenzione.
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la religione è indispensabile
soltanto a un’umanità rescissa dal mondo divino-spirituale.
Inviato il: 7/7/2011 12:08
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  •  RedPill
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Re: Il male di vivere della gioventù
#22
Mi sento vacillare
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Citazione:

peonia ha scritto:
Mangog le sberle e le bacchettate prima ai genitori di questi genitori....e poi ai bambini....che sono le vittime non i colpevoli...


Colpa di Adamo ed Eva?
I genitori di una volta, come dice mangog, contribuivano a formare i bambini in un clima di rispetto e di "sapersela cavare con le proprie forze".
A scuola un rimprovero? Significa che te lo meritavi
Una sculacciata dalla suora? Significa che te la meritavi (chiaramente occhio agli accessi)
Oggi i genitori iperprotettivi distruggono nel bambino lo spirito di adattamento e la capacità di competere in un mondo relae dove deve capire come girano le cose, come e dove deve inserirsi nelle dinamiche sociali, qual'è il suo ruolo nelle dinamiche di apprendimento (compreso il rispetto per i più anziani che è completamente sparito).

Un altro atteggiamento che trovo preoccupante, è l'atteggiamento da "grandi" che hanno i bambini di oggi. Cioè il fatto che i genitori trattino i bambini come degli adulti in vari aspetti:
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Inviato il: 7/7/2011 11:47
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  •  peonia
      peonia
Re: Il male di vivere della gioventù
#21
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 26/3/2008
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Mangog le sberle e le bacchettate prima ai genitori di questi genitori....e poi ai bambini....che sono le vittime non i colpevoli...
Non vedo che c'entri l'emancipazione della donna....in cosa poi? non vedo grande emancipazione in giro....se non negativa....
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Inviato il: 7/7/2011 10:50
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  •  mangog
      mangog
Re: Il male di vivere della gioventù
#20
Dubito ormai di tutto
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Più sberle e bacchettate sulle mani per tutti i mocciosi delle elementari e le medie.. ma che dico.. dall'asilo fino al liceo ( aumenterei il diritto-dovere al voto a 28 anni.. che goduria votare dopo tanta attesa..)
Mi ricordo che i bambini delle elementari quando prendevano sberle e ceffoni dalle maestre e maestri ( oggi solo maestre.... la femminilizzazione degenerativa della società inizia dalle elementari ) non azzardavano una parola in casa per paura di prenderne altrettante dalla mamma dal papà e del fratello maggiore...Oggi ci sono gli avvocati che fanno causa ed i tar che promuovono a suon di sentenze i somari.... e mettiamoci d'accordo se il passato era migliiore o peggiore per il moccioso Italiano.( per me sono mocciosi fino a 25 anni tutti )
Abbiamo voluto l'emancipazione della donna oltre ogni limite ( le donne in caso di divorzio e separazione hanno sempre ragione e le eccezioni non contano..) ed adesso ci becchiamo l'emancipazione del moccioso.
Ci consoliamo con il calo demografico.. eh eh.... visto che i mocciosi di oggi non vogliono prendere esempio dal vivo dalla generazione più anziana, magari cercando di evitare gli stessi errori ( ora hanno internet i video giochi ed i tamagotchi .. la tv esiste da 60 anni ormai...e dunque non fa più tanto la "differenza" tra i quindicenni di oggi ed i quindicenni degli anni 80 ) e quelli che sembrano più "maturi" e sensibili non si sognano di mettere a ferro e fuoco l'inps ( e la tal cosa mi fa tanto dubitare sulla loro effettiva maturità e rassegnazione a corrente alternata in quanto pronti a marciare per discariche e TAV ma non per sapere dove andranno a finire i soldi dei loro prossimi contributi... )
Inviato il: 7/7/2011 10:38
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  •  RedPill
      RedPill
Re: Il male di vivere della gioventù
#19
Mi sento vacillare
Iscritto il: 23/5/2011
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I giovani non sono uguali in tutte le epoche ed in tutti i luoghi.

Se non vogliamo i luoghi comuni passiamo a fatti concreti.

PUNTO 1
Io a 10 anni, nel mese di maggio, dopo cena, andavo al rosario.
Non me ne fregava molto, la mia famiglia era composta da madre praticante e padre ateo, ed io andavo alla messa la domenica come tutti ma nulla di più. Nel mio quartiere, però l'usanza era di trovarsi a casa di una signora che per giunta era Emiliana ed alla fine del mese preparava le piadine per tutti.
Fatto sta che l'80% dei bambini del quartiere, alle 20.00 circa, si ritrovava in questa casa insieme a vecchiette e donne di mezza età, per circa mezz'ora.
Alla fine del rosario i bambini si ritrovavano tutti nel parco antistante per giocare a nascondino o giochi simili.

Ora i bambini di 10 anni alle ore 20 sono a tavola con i genitori (forse entrambi) e stanno guardando un quitz in tv aspettando che inizi paperissima.
Questo causa difficoltà relazionali. Il mondo esterno è una giungla per un giovane. Se però è abituato a rapportarsi all'esterno con tutte le tipologie di persone e soprattutto se ha coltivato rapporti interpersonali attivi (quello del rosario è un esempio stupido, ma rende l'idea) è in grado di approcciarsi in maniera consapevole e disinvolta.
I gruppi di aggregazione sono sostanzialmente spariti ed i giovani hanno perso proprio il gusto di "avere qualcosa da fare".



PUNTO 2
Io a 12 anni ho trascorso la mia prima estate all'estero per un soggiorno studio e abitavo presso una famiglia in cui io ed il mio compagno (fino a quel momento sconosciuto) eravamo gli unici a parlare l'italiano.
Questa esperienza è stata tuttavia traumatica per i primi 3 giorni, durante i quali ero in panico completo. Poi subentra lo spirito di sopravvivenza, lo spirito di adattamento e soprattutto l'orgoglio personale.

Ora i bambini di 12 anni vivono in un contesto familiare in cui "tutto è facile" ed in cui lo spirito di sacrificio è sostanzialmente sparito.
Per esperienza personale conosco bambini di questa età che non hanno mai percepito la necessità di "farcela con le proprie forze" e di "dovere morale di riuscire" perchè la chiave di lettura comune è che se è troppo difficile non lo faccio, se non mi piace non lo faccio, se mi stanco smetto, se non c'è nessun altro che lo fa io da solo non lo faccio ecc...

Questo atteggiamento è palese anche nello sport: i bambini praticano per il 90% il calcio perchè spinti dalla società e dalla famiglia.
Poi però si accorgono che per diventare dei campioni bisogna fare sacrifici e allora lasciano.
E qui troppo spesso le famiglie sono deleterie perchè invece di dire "No! hai un impegno da portare a termine e devi mettercela tutta", dicono "se non ti va, se non te la senti allora non importa" e se chiedi a queste mamme e papà perchè hanno ritirato il proprio figlio ti rispondono che lo vedevano effettivamente stressato.
QUESTO CAUSA UNA DELETERIA PERDITA DI CARATTERE E DI PROPENSIONE AL SACRIFICIO.

E collegandomi al discorso relativo ai meridionali che andavano a cercare lavoro all'estero, il problema è proprio questo:
Nessun ragazzo d'oggi è disposto a lasciare non solo l'Italia, ma spesso neppure la sua città per andare a cercare un lavoro o un'opportunità diversa oppure semplicemente nuovi stimoli. E questo solamente perchè non c'è senso di dovere morale e spirito di sacrificio.

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Inviato il: 7/7/2011 10:03
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