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   Salute & Ambiente
  Cassazione: coltivare una pianta di marijuana non è reato

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Autore Discussione
  •  Makk
      Makk
Re: Cassazione: coltivare una pianta di marijuana non è reato
#10
Mi sento vacillare
Iscritto il: 9/12/2009
Da
Messaggi: 933
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Citazione:

fefochip ha scritto:
io credo che stavolta i radicali abbiao sintetizzato egregiamente la vicenda:

Citazione:
“Non c’è reato se non c’è vittima”

Questo è l'habeas corpus americano.

Francamente, è una stiracchiatura assurda del portato della sentenza.
Che NON si occupa delle conseguenze fisiche su questa o quell'altra persona specifica (vittima).

Molto più sommessamente dice che coltivare una pianta in casa propria non può essere un "pericolo per la società".
Anche se fosse una pianta di belladonna, saranno cazzi tuoi averla coltivata SOLO nel momento in cui qualcuno ci si avvelena (vittima), ma che comunque non può costituire un diffuso pericolo di procurare danno, diretto e indiretto, a un numero indeterminato e indiscriminato di persone (pericolosità sociale, ordine pubblico, eccecc).
Inviato il: 29/6/2011 15:40
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  •  Giano
      Giano
Re: Cassazione: coltivare una pianta di marijuana non è reato
#9
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 18/3/2011
Da
Messaggi: 1424
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Cavoli Makk, l’argomneto è rognoso e questa volta
non hai potuto scavalcare i tecnicismi.
Dimmi se ho capito bene:
si sta andando verso un giusto processo alle intenzioni
invece che, come voluto da (quei due c…..) Fini-Giovanardi,
la condanna alle intenzioni.
Mi sono arrotolato…
Inviato il: 29/6/2011 15:31
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  •  fefochip
      fefochip
Re: Cassazione: coltivare una pianta di marijuana non è reato
#8
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 27/11/2005
Da roma
Messaggi: 7005
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io credo che stavolta i radicali abbiao sintetizzato egregiamente la vicenda:

Citazione:
“Non c’è reato se non c’è vittima”


il che porta ad affrontare il toro per le corna e ristabilire una volta per tutto la verità

non è mai morto nessuno per marujana

non è una droga socialmente pericolosa per la società perche non induce comportamenti violenti come invece lo fa il permesso alcool

è addirittura riconosciuta ormai da piu parti come terapeutica per molti versi

il fatto che il consumo di marujana porti all'escalation verso droghe via via piu pesanti è una cazzata ignobile e ci sono studi su studi e dati alla mano che confermano l'ignominia che si perpetra


quindi alla luce di queste considerazioni abbiamo una situazione legislativa paradossale in cui l'alcool è permesso ma la marujana no

tolto tutto la marujana è piu proibita per una "fede" che per motivi reali
_________________
più che "scoprirla" la verità si "capisce", inutile quindi insistere piu di tanto
Inviato il: 29/6/2011 15:21
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  •  Makk
      Makk
Re: Cassazione: coltivare una pianta di marijuana non è reato
#7
Mi sento vacillare
Iscritto il: 9/12/2009
Da
Messaggi: 933
Offline
Non è proprio "qualcosa di più".
E' solo RI-stabilire un principio che aveva fatto tendenza nelle Cassazioni precedenti: coltivare in sé non costituisce reato, perché la destinazione si deve presumere sempre all'uso personale. Il reato è lo spaccio. Collateralmente lo è il "trasporto" (se fai uso personale ti porti la dose, non il pacco di foglie secche).

Quindi, in passato, non bastavare avere la (le) piantina(e), e nemmeno la quantità era significativa, perché il "grower" poteva benissimo conservare un "raccolto" e usarlo in dosi singole tali da rientrare nell'uso personale.

Diverse sentenze erano andate in questa direzione. Inclusa quella, stupendissima, che un rastafariano aveva ottenuto, dove si citava che anche l'uso "smodato" (per noi cattolici) non lo era per un rasta in quanto la sua religione prescriveva usi più intensi

In pratica, in Italia la maria era reato ma portare a condanna un piccolo coltivatore era difficile.

Poi la fini-giovanardi aveva cambiato le cose, perché citava espressamente la coltivazione come reato "in sé". Anche la vecchina che il nipote le aveva mollato la "piantina ornamentale" in terrazzo era perseguibile. E la sbirraglia si è scatenata con fotografie satellitari dei balconi, che erano diventate prove valide.

Purtroppo questo ha portato ad almeno una Cassazione che (controvoglia) ribadiva il principio che coltivare una particolare pianta sia nocivo per la collettività (notare che se io coltivo papaveri da oppio devono aspettare che estraggo la linfa e produco la ben più pericolosa sostanza per arrestarmi).

Questa nuova sentenza non ha cassato una legge (non è nei poteri della Cassazione). Ha dato una "interpretazione autentica" come si dice in gergo.

E cioè che reato è ciò che costituisce danno EFFETTIVO per la collettività, non ciò che qualcuno decide a priori essere danno sociale. Un principio giuridico fondante, che la fini-giovanardi aveva calpestato pesantemente.

Il principio per il quale il cittadino è responsabile di sé stesso e la legge deve arretrare di fronte all'esercizio della libertà individuale, purché la mia libertà non collida con i diritti altrui.
Cioè, se l'esercizio della mia libertà procura un danno ad altri, ecco che questo danno và disciplinato e devono essere legiferate le "regole" per dirimere la controversia.
Ma la legge si deve occupare del danno: ovvero non del comportamento, ma delle conseguenze del comportamento.

Sorvoliamo sulle complicazioni giuridiche: basta sapere che alcuni danni sono automatici col comportamento perché sono intrinsecamente pericolosi.
Ma il principio di disciplina del comportamento e non di sanzione del comportamento è salvaguardato: si dice che c'è una "pericolosità sociale" di un dato comportamento anche se non ci sono danni visibili procurati da quella data persona (es. l'eccesso di velocità).

Il concetto di pericolosità sociale è delicatissimo, và usato con estrema attenzione perché è la linea di confine fra la legge come salvaguardia della libertà e legge come imposizione autoritaria di comportamenti forzati.

Il PDL aveva agito come un elefante in un negozio di cristalli, forzando la coltivazione della cannabis come "pericolosità sociale". Un ovvio processo alle intenzioni senza riscontri giuridicamente validi. Insomma un pensiero "politico" che voleva obbligare i giudici a condannare senza tener conto della [ir]razionalità della legge e dovendo far finta di credere a una stronzata come quella della vecchina come pericolosa criminale.

Qualunque giureconsulto (avvocato o giudice che sia) sente le "unghie sulla lavagna" di fronte a una forzatura di questo tipo.
Non che sia la prima di queste leggi illiberali: per es. le leggi sulle pesantissime sanzioni ai ragazzini che scaricano MP3 sono dello stesso tipo. Sbirri e magistrati sanno benissimo che non sono "criminali" e perseguono svogliatamente, cercando tutte le scuse per non applicarle.

Tuttavia con la cannabis si è fatto di peggio: un comportamento del tutto innocuo (coltivare le piante) assurge a reato.
Si penserà "sì, ma solo nell'eccezione della cannabis".
Ma in giurisprudenza non esiste la famosa eccezione che conferma la regola a livello di legiferazione.
Le eccezioni posso esistere nell'applicazione della legge, non nella stesura
.
E' proprio il meccanismo della giurisprudenza che vuole questo: faccio la disciplina generale e poi demando al "prudente apprezzamento del giudice" l'applicazione concreta, incluse le eccezioni caso per caso.

Quello che la fini-giovanardi fa (un'eccezione che conferma la regola) in giurisprudenza si chiama "precedente".
Non ha prescritto sanzioni per "la versione malvagia" di un comportamento ma ha dichiarato fuorilegge un comportamento innocuo. (Sò che è sottile come distinzione rispetto ad altre norme che sembrano fare questo, mi dispiace di non poter essere più chiaro).

Cioè mette il mattone angolare per costruire una serie di altre possibili eccezioni sottratte alla dinamica del processo. Questo è un vero e proprio "vulnus" (tallone d'Achille, cavallo di Troia) al principio che si deve perseguire qualcuno SOLO per qualcosa di male che ha fatto o che potrebbe fare.

Nonché al principio costituzionale (difficile da comprendere nelle sue implicazioni) che "nessuno può essere privato del diritto di essere giudicato dal suo giudice naturale".
Io faccio qualcosa di male (presuntivamente) e ho diritto di veder esaminata la cosa da un giudice che si suppone esperto nel giudicare casi come il mio.

La fini-giovanardi cancella questo diritto nel caso della coltivazione della cannabis: ho una piantina? Basta chiacchere! Condannato!
Il giudice è un semplice notaio che certifica la condanna, non c'è NIENTE da decidere, da "apprezzare", da vagliare.

La Cassazione ha messo un primo chiodo sulla bara di questo mostro giuridico che è la Fini-Giovanardi. Ha stabilito che la "pericolosità sociale" non è automatica in un comportamento innocuo. E' una inaccettabile generalizzazione.

Hanno ragione i PDL che i giudici gli hanno indebolito una legge, ma non è affatto vero che "fanno politica": fanno giurisprudenza.
Sono i politici che non dovrebbero fare le leggi se non capiscono un cazzo di giurisprudenza
(o quando, come nel caso della Fini-Giovanardi, si credono "più furbi" della giurisprudenza e cercano di forzarla a fare le cose "come vogliono i sondaggi elettorali" invece che come vanno fatte)
Inviato il: 29/6/2011 14:24
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  •  gronda85
      gronda85
Re: Cassazione: coltivare una pianta di marijuana non è reato
#6
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 2/12/2008
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Citazione:

funky1 ha scritto:

Ed in effetti mi sembra più corretta la seconda versione, perché se è vero che la piantina in questione teneva solo 16 mg di principio attivo doveva essere alta pochi centimetri, mi dico... Non so se la sentenza sarebbe estendibile ad una pianta adulta cresciuta come si deve. Si parla infatti di quantità di principio attivo ben diverse.


esticazzi....

pensa che 16 mg di principio erano presenti nei fiori, quindi forse era un po' più alta di pochi cm
certamente una pianta adulta ne contiene molti di più, ma c'è una soluzione:
farne crescere una da 16 ad ogni persona che conoscete(nonne, zii, suore...) e a ottobre........
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Inviato il: 29/6/2011 14:10
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  •  Fabyan
      Fabyan
Re: Cassazione: coltivare una pianta di marijuana non è reato
#5
Mi sento vacillare
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Da nowhere
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Citazione:
Secondo i giudici della Suprema Corte, una sola pianta di cannabis non può essere considerata ‘offensiva’ dato che “non è idonea a porre in pericolo il bene della salute pubblica o della sicurezza pubblica”.


Credo che questo sia il passaggio fondamentale, e penso altresi' che sia impensabile fare un distinguo tra pianta a meta' sviluppo e pianta pienamente matura, al limite lo si potrebbe fare nella quantita' di principio attivo tra assente e presente, ma in questo caso e' abbastanza chiaro il concetto della sentenza che si rifa', a larghe maglie, all'uso personale rispetto allo spaccio ed all'arricchimento illecito.
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Inviato il: 29/6/2011 12:22
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Re: Cassazione: coltivare una pianta di marijuana non è reato
#4
Mi sento vacillare
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Citazione:

abbidubbi ha scritto:
hanno editato l'ultima frase?

la vecchia

"Ma d’ora in poi coltivare una “modica quantità” (una piantina) di marijuana non sarà più reato. Con buona pace del fronte proibizionista della politica italiana."



l'attuale (h 01.42)


"Da oggi non sarà più così, ammesso che si coltivi solo una “modica quantità”."


Ed in effetti mi sembra più corretta la seconda versione, perché se è vero che la piantina in questione teneva solo 16 mg di principio attivo doveva essere alta pochi centimetri, mi dico... Non so se la sentenza sarebbe estendibile ad una pianta adulta cresciuta come si deve. Si parla infatti di quantità di principio attivo ben diverse.
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Inviato il: 29/6/2011 10:43
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  •  abbidubbi
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Re: Cassazione: coltivare una pianta di marijuana non è reato
#3
Mi sento vacillare
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hanno editato l'ultima frase?

la vecchia

"Ma d’ora in poi coltivare una “modica quantità” (una piantina) di marijuana non sarà più reato. Con buona pace del fronte proibizionista della politica italiana."



l'attuale (h 01.42)


"Da oggi non sarà più così, ammesso che si coltivi solo una “modica quantità”."
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Io sto mentendo. (Eubulide, V secolo a.C.)
Inviato il: 29/6/2011 1:43
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  •  Redazione
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Re: Cassazione: coltivare una pianta di marijuana non è reato
#2
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Ma che bella notizia! Grazie Fabyan.
Inviato il: 29/6/2011 1:37
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  •  Fabyan
      Fabyan
Cassazione: coltivare una pianta di marijuana non è reato
#1
Mi sento vacillare
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Da nowhere
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Una notizia che addolcisce la giornata, non e' la "solita sentenza", questa volta e' qualcosa di piu':

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/06/28/corte-di-cassazione-coltivare-una-pianta-di-marijuana-non-e-reato/129973/

Cassazione: coltivare una pianta di marijuana non è reato

La Suprema Corte ha bocciato il ricorso di una procura che aveva condannato un cittadino per avere coltivato una piantina di canapa. Insorge il centro-destra, Meloni: "Se i giudici vogliono fare politica si facciano eleggere". Gasparri: "Decisione che spinge verso la legalizzazione della droga"


Coltivare una pianta di marijuana non è reato. Lo sostiene la Corte di Cassazione bocciando il ricorso della procura di Catanzaro che chiedeva la condanna di Giuseppe M. per avere coltivato sul balcone di casa una piantina di canapa contenente principio attivo pari a 16 mg. Una decisione che ha scatenato un vespaio di polemiche e che per giunta arriva nello stesso giorno in cui il sottosegretario Carlo Giovanardi presentava in Parlamento la sua contestatissima relazione annuale sulle tossicodipendenze.

Secondo i giudici della Suprema Corte, una sola pianta di cannabis non può essere considerata ‘offensiva’ dato che “non è idonea a porre in pericolo il bene della salute pubblica o della sicurezza pubblica”.

La decisione ha mandato su tutte le furie il ministro della Gioventù Giorgia Meloni che ha parlato di sentenza “scandalosa” e “agghiacciante”. Quello che la titolare delle politiche giovanili non riesce proprio a digerire è il termine ‘inoffensivo’. “ Se i magistrati vogliono farsi legislatori – tuona Meloni – smettano la toga e si facciano eleggere in parlamento”. Il fatto che un reato non venga punito in quanto inoffensivo, secondo il ministro, rischia di stabilire un rischioso precedente giuridico: “Che un reato non sia più tale, nonostante la legge, quando considerato ‘inoffensivo’”.

Sulla stessa linea il presidente dei senatori Pdl Maurizio Gasparri che vede nella sentenza una sorta di apripista per arrivare alla legalizzazione della droga.

Sul fronte antiproibizionista invece si plaude alla decisione delle toghe di via Arenula. Secondo i radicali, la sentenza introduce un principio liberale: “Non c’è reato se non c’è vittima”. Il segretario del partito Marco Staderini sottolinea poi come, secondo lui, l’autocoltivazione vada incentivata: “Perché garantisce al consumatore la qualità del prodotto, lo libera dal mercato criminale e riduce i profitti delle mafie”.

Al di là delle posizioni politiche, la decisione della Cassazione è destinata a fare giurisprudenza e a depotenziare la legge italiana in materia di sostanze stupefacenti: la Fini-Giovanardi del 2005 che aveva inasprito pesantemente le sanzioni per chi consumava droga, arrivando a paragonare il consumo allo spaccio. La coltivazione, nelle intenzioni del legislatore, era in tutto e per tutto paragonabile allo spaccio e quindi punita con pene severissime. Ma d’ora in poi coltivare una “modica quantità” (una piantina) di marijuana non sarà più reato. Con buona pace del fronte proibizionista della politica italiana.
_________________
Il giornalista è colui che distingue il vero dal falso... E pubblica il falso. (Mark Twain)
Inviato il: 28/6/2011 23:40
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