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   Nuovo Ordine Mondiale e società segrete
  Aborto...ma dov'è la ragione?

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  •  Red_Knight
      Red_Knight
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#61
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 31/10/2005
Da
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Citazione:
In altre parole "per te" tutte le donne che abortiscono lo fanno perché non hanno altro da fare o perché odiano a morte i feti per partito preso.

Non ho detto questo.


Invece l'hai detto, perché il significato delle tue parole è quello. Forse non volevi dirlo o non ti sei reso conto di averlo detto, ma è quello che hai detto.

Citazione:
Certamente credo che sarebbe preferibile salvare la vita in ogni caso, quando non mette in pericolo la vita di qualcun altro. Perché per qualcuno non sia così, ma siano più importanti altre considerazioni, non lo capisco. Mi riesce difficile capire questa indifferenza verso la morte da parte di persone che pure dimostrano in genere una certa sensibilità.


Non sto affermando che sia giusto pensarla così (anzi, faccio notare che finora io non ho ancora espresso la mia opinione al riguardo, sebbene forse sia già nota), ma una donna può sentire la propria vita distrutta davanti alla prospettiva di avere un figlio, anche se non è in pericolo biologicamente parlando. Si tratta di abbandonare sogni, progetti, stili di vita, per una persona che non c'è ancora. Forse - non mi sento di giudicare - è egoismo, ma credo che sia assolutamente umano e comprensibile avere dubbi di questo genere, indipendentemente da ciò che poi si intenderà fare.
Inviato il: 27/10/2010 20:24
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  •  Pyter
      Pyter
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#62
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 15/9/2006
Da Sidonia Novordo
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spiderman:
Una mia parente ha avuto un bimbo idrocefalo, ha un senso vivere così?

E quand'è che ha senso vivere?
Ci sono delle regole universali?
Ha senso stabilire a priori ciò che ha senso e ciò che non ne ha?
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"Nessuno ha il diritto di fare quel che desidera, ma tutto è organizzato per il meglio." (Antico decreto reale tolemaico)
Inviato il: 27/10/2010 20:45
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  •  Calvero
      Calvero
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#63
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 4/6/2007
Da Fleed / Umon
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Citazione:

E quand'è che ha senso vivere?


Non esiste risposta razionale.

Citazione:

Ci sono delle regole universali?


edit

No. Ci sono delle motivazioni su cui ragionare insieme.
C'è anche la Natura che, pare, abbia deciso che un essere pensante, vivente, carico di emozioni, sensazioni, gioie, paure, dolori e speranza, e una data coscienza, l'abbia voluta ... come si dice?... - femmina/donna - giusto?...

... e sempre la Natura, né io né tu, né mangog, né Red, ha deciso che avvenga (per NOVE MESI) una simbiosi e una "fusione tra essere ed essere" ...

...dando per legittimo che questa creatura femminile non sia una macchinetta per il caffé, troverei logico, umano e affatto cinico, cercare di comprendere se una determinata scelta sia parte di quella Vita Stessa e si possa tranquillamente evitare di mettere su un piano così infimo come quella di dare del CRIMINALE .. così... come se si stesse parlando di quell'idiota di Burtone.


Citazione:
Ha senso stabilire a priori ciò che ha senso e ciò che non ne ha?


Ha senso cercare i labili confini di questa amletica domanda; ha senso elaborare un costruttiva discussione, poiché tutti potremmo caderci dentro e tutti potrebbero cercare dati per farsi una coscienza onesta di fronte a simili eventualità
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Misti mi morr Z - 283 - Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno
Inviato il: 27/10/2010 21:03
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#64
Sono certo di non sapere
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Da Atene
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Invece l'hai detto, perché il significato delle tue parole è quello. Forse non volevi dirlo o non ti sei reso conto di averlo detto, ma è quello che hai detto.

No, scusa Red, ma ti sbagli. Se vuoi rileggi pure.

ma una donna può sentire la propria vita distrutta davanti alla prospettiva di avere un figlio, anche se non è in pericolo biologicamente parlando. Si tratta di abbandonare sogni, progetti, stili di vita, per una persona che non c'è ancora.

Mi pare esagerato, tanto più che nessuno la obbliga a tenersi il figlio una volta che è nato. Una possibile soluzione sarebbe di facilitare le adozioni, con la possibilità che le coppie che desiderano un figlio possano sostenere anche economicamente la puerpera. Il nodo della discordia, comunque, mi pare il fatto che tu consideri il feto "una persona che non c'è ancora", io penso invece che quella persona già ci sia, tanto è vero che è necessaria un'operazione per eliminarla.

Forse - non mi sento di giudicare - è egoismo, ma credo che sia assolutamente umano e comprensibile avere dubbi di questo genere, indipendentemente da ciò che poi si intenderà fare.

I dubbi sono comprensibili, ma il "non uccidere" non dovrebbe essere la prima e la più importante delle leggi?
Inviato il: 27/10/2010 21:14
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  •  Spiderman
      Spiderman
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#65
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 19/9/2009
Da
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Citazione:



E quand'è che ha senso vivere?


Quando si può davvero vivere.

Citazione:
Ci sono delle regole universali?


Non lo so. Tu lo sai?

Citazione:
Ha senso stabilire a priori ciò che ha senso e ciò che non ne ha?


Ha senso non stabilirlo?
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"Ogni giorno racconto la favola mia, la racconto ogni giorno chiunque tu sia, e mi vesto di sogno per darti se vuoi, l'illusione di un bimbo che gioca agli eroi. (Renato Zero)
Inviato il: 27/10/2010 21:20
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  •  Calvero
      Calvero
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#66
Sono certo di non sapere
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Da Fleed / Umon
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Citazione:


Mi pare esagerato, tanto più che nessuno la obbliga a tenersi il figlio una volta che è nato. Una possibile soluzione sarebbe di facilitare le adozioni, con la possibilità che le coppie che desiderano un figlio possano sostenere anche economicamente la puerpera.


Non ci sono parole sbagliate in quel che dici, anzi.

Ma salti a pie pari una bella questione. Per te comunque, in soldoni, la donna rimane una "mera incubatrice".

Mi pare ci siamo scordati una cosa. Portare in grembo una creatura indesiderata per 9 mesi, e avere con la stessa una fusione tale fisica con implicazioni psicologiche immani e delicatissime - per te sono una passeggiata mi pare di capire.

E mentre mangog non risponde alla mia domanda, voglio vedere una 17enne portare avanti una gravidanza con la tranquillità del "tanto ci sono le adozioni".

Il tuo, chiariamoci, non è un ragionamento semplicistico per il dopo, anzi lì, come detto, è un ottima riflessione.... ma lo è PRIMA, semplicistico.

... e qui nasce il dubbio legittimo ed etico di cosa sia una donna durante la gravidanza.

Citazione:

Il nodo della discordia, comunque, mi pare il fatto che tu consideri il feto "una persona che non c'è ancora", io penso invece che quella persona già ci sia, tanto è vero che è necessaria un'operazione per eliminarla.


.. anche la vita della Madre potrebbe essere eliminata. O vogliamo fare il gioco del bianco e del nero e basta ... anche una possibile vita d'inferno per una donna equivale a NON vivere.

Citazione:

I dubbi sono comprensibili, ma il "non uccidere" non dovrebbe essere la prima e la più importante delle leggi?


.... infatti io credo che non possa essere a prescindere, e non solo per l'aborto
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Inviato il: 27/10/2010 21:26
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  •  temponauta
      temponauta
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#67
Dubito ormai di tutto
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Citazione:

Paxtibi ha scritto:

I dubbi sono comprensibili, ma il "non uccidere" non dovrebbe essere la prima e la più importante delle leggi?


Sacrosanto.
Ogni vita che si inserisce nel creato è una volontà del Creatore e questo non si può sindacare.
Mi fa ridere chi è contro la pena di morte, ma poi predica a favore dell'aborto.
La donna che, per qualunque motivo, partecipa al disegno imponderabile della creazione, ha l'obbligo morale-universale di portare a compimento la creazione di una vita, se non altro per il potere-dono che il creatore le ha concesso.
In un mondo civile, l'unica scelta da dare a una donna è quella di decidere se crescere personalmente il figlio (con l'aiuto dello Stato se necessario) oppure rifiutarlo e lasciare che sia lo Stato a crescerlo con apposite strutture: ma mai sopprimere la vita che porta in grembo, che, volente o nolente, è nella massima parte una emanazione di se stessa.
Tanto, in un modo o nell'altro, si compirà il destino del nuovo nato, ma negargli il destino è negare la volontà del Creatore.
C'è una sola legge che non è sottoposta al libero arbitrio dell'uomo ed è quella della creazione.
Inviato il: 27/10/2010 21:34
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#68
Sono certo di non sapere
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Mi pare ci siamo scordati una cosa. Portare in grembo una creatura indesiderata per 9 mesi, e avere con la stessa una fusione tale fisica con implicazioni psicologiche immani e delicatissime - per te sono una passeggiata mi pare di capire.

Guarda, né io né tu per ovvi motivi siamo le persone più indicate per descrivere come si senta una donna durante la gravidanza... io posso solo dire che tutte le donne che conosco che hanno avuto figli non le ho mai viste così felici, radiose e soddisfatte come quando erano incinte. E non tutte avevano deciso prima di fare un figlio. Del resto la natura mica fa le cose a caso, se restare incinta fosse un'esperienza così orribile e traumatica ci saremmo estinti prima ancora di uscire dalle caverne...
________________

oppure rifiutarlo e lasciare che sia lo Stato a crescerlo con apposite strutture

La prospettiva mi fa quasi rivalutare l'aborto...
Inviato il: 27/10/2010 21:41
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  •  Calvero
      Calvero
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#69
Sono certo di non sapere
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Citazione:


Guarda, né io né tu per ovvi motivi siamo le persone più indicate per descrivere come si senta una donna durante la gravidanza...


Vero. Lo dico dall'inizio, insieme al fatto che sto cercando dati per comprendere (a differenza di altri che non li cercano e danno anche con una facilità estrema il giudizio - a prescindere - di criminali) come ragionare sulla cosa

Citazione:
io posso solo dire che tutte le donne che conosco che hanno avuto figli non le ho mai viste così felici, radiose e soddisfatte come quando erano incinte.


tutte stuprate immagino, magari anche minorenni

.....
... a me sembra che qui stiamo giocando a prenderci in giro. Come se Calvero, Red, Tu, e tutti gli altri avessero gusto a non far nascere vite indesiderate.

Come se una sorta di Tabù continuasse ad aleggiare su queste pagine per non prendere in considerazione certe gravità perché sarebbero delle eccezioni.

qualcosa non mi torna...
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Inviato il: 27/10/2010 21:50
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  •  Calvero
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#70
Sono certo di non sapere
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Citazione:


La donna che, per qualunque motivo, partecipa al disegno ....


... anche quando è stuprata e magari minorenne sta partecipando ?
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Inviato il: 27/10/2010 21:53
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#71
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tutte stuprate immagino, magari anche minorenni

A me pare che sia tu a prendere in giro: è ovvio che i casi eccezionali vadano considerati individualmente, ma a sentir te si direbbe che non c'è aborto che non sia il risultato di uno stupro di bambina... non eri tu che volevi ragionare sui principi?

E comunque, sei così sicuro che – per la minorenne in questione – l'aborto non possa rivelarsi un secondo trauma, peggiore della gravidanza non voluta, dopo quello dello stupro?
Inviato il: 27/10/2010 21:58
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  •  Calvero
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#72
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Citazione:



A me pare che sia tu a prendere in giro: è ovvio che i casi eccezionali vadano considerati individualmente, ma a sentir te si direbbe che non c'è aborto che non sia il risultato di uno stupro di bambina... non eri tu che volevi ragionare sui principi?


No non sto prendendo in giro niente e nessuno e ti spiego perché: non sono nato ieri e ho a cuore la questione. Il fatto che tu mettessi in risalto quella verità dopo che io ho fatto riflessioni che non la mettevano in dubbio, mi ha spinto a farti notare che sulla questione in generale di cosa sia la gravidanza, nessuno qui - credo - abbia dubbi sulla sacralità della stessa e su come generalmente la donna viva questa grande emozione...

..tu mi hai "sparato" quello che in quel momento era un buonismo che a mio vedere va dissacrato. Ma non è un attacco personale né tanto meno una maniera per dirti che non sia vero


Citazione:

E comunque, sei così sicuro che – per la minorenne in questione – l'aborto non possa rivelarsi un secondo trauma, peggiore della gravidanza non voluta, dopo quello dello stupro?


...io non sono sicuro di niente, mi sto rendendo conto invece come tra le righe serpeggi una sottile superficialità sulle donne che, in svariati ragionamenti, la vedo sempre più intesa come incubatrice. Se permetti questo mi solleva delle perplessità.

E il fatto che io non sia sicuro e anche tu ammetti che non lo possiamo essere, dà per plausibile che la bilancia continui a rimanere a metà.. e di questo "stallo" sto cercando collaborazione per comprenderne i moventi. Invece trovo troppa sicumera e propria da parte di chi difende la vita e si scorda, pare, chi la genera.
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Inviato il: 27/10/2010 22:21
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  •  Pyter
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#73
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Quando si può davvero vivere.

E quand'è che si può davvero vivere?


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Inviato il: 27/10/2010 22:34
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  •  dr_julius
      dr_julius
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#74
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Scusate mi intrometto.


Penso che a nessuno sano di mente faccia piacere anche solo l'idea di abortire
Non credo che il procedimento abortivo sia, al giorno d'oggi, usato come un barbaro sostitutivo della contraccezione.

MA

esistono situazioni delicate e complesse, dove si può essere tentati di prendere questa difficile decisione. Credo che non sia mai una passeggiata.

INOLTRE

non nascondiamocelo, ci sono tante considerazioni sulla "visione della vita", sul "credo religioso", sul "contesto sociale" che permeano la vita della futura madre e che possono influenzare (in negativo o in positivo) una decisione così contrastata e delicata.

Come si può aiutare una donna, o una famiglia di fronte a problemi tanto complessi???


1. partendo dall'idea che sia giusto e doveroso lasciar scegliere agli interessati. Eventualmente supportandoli nel riflettere sul da farsi, se lo accettano o lo richiedono, poichè spesso le prospettive di trovare difficoltà molto grandi possono far perdere la lucidità;

2. proponendo comunque l'alternativa dell'abbandono del nascituro;

3. offrendo comunque un sostegno psicologico specializzato prima durante e dopo una decisione (sia nel senso dell'interruzione che in quello della continuazione della gravidanza).


Purtroppo quello che vedo in Italia è spesso il contrario:
- mancato finanziamento e funzionamento di molti consultori familiari.
- volontà ecclesiale di indurre a modificare la legge vigente. Atteggiamento sbagliato, poichè chi è cattolico seguirà sicuramente e comunque, anche nei casi più estremi, le indicazioni del Papa. Gli altri devono essere liberi di scegliere secondo le loro personali convinzioni.
- politiche che rendono difficili le adozioni.
- interessi economici che spingono a tornare all'aborto clandestino
- speculazioni politiche, di bassissimo spessore (per esempio: ricordatevi l'ultima campagna elettorale di Giuliano Ferrara)
- assenza di qualunque supporto psicologico, scarsa assistenza sociale.
- mancanza assoluta di politiche per la famiglia, che in alcuni casi sono una delle leve su cui poggiano, purtroppo e forse con superficialità, queste decisioni



A tutto questo si aggiunge il "rompicapo linguistico" per stabilire quando è che inizia esattamente la vita, se l'embrione di un giorno, 4 settimane, tre mesi, 45 giorni... sia o meno una persona etc etc ma sinceramente mi sembra fuorviante rispetto al problema in sè. A mio parere è un discorso sollevato spesso da chi non vuole riconoscere il nodo del problema, è un aspetto "tecnico-legale" di una questione ben più profonda dal tracciare un segno su quando e come sia lecito o clandestino abortire...


alla fine, non ho una soluzione, ma mi è tornato in mente una notizia su cui riflettere e ho rintracciato questo RITAGLIO DI GIORNALE:






PS.: spero che lo sforzo di sintesi non mi faccia sembrare troppo cinico.

_________________
Per rifornire di elettricità un terzo dell’Italia, un’area equivalente a 15 centrali nucleari da un gigawatt, basterebbe un anello solare grande come il raccordo di Roma. (Carlo Rubbia)
Inviato il: 27/10/2010 22:44
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#75
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...io non sono sicuro di niente, mi sto rendendo conto invece come tra le righe serpeggi una sottile superficialità sulle donne che, in svariati ragionamenti, la vedo sempre più intesa come incubatrice. Se permetti questo mi solleva delle perplessità.

D'altro canto definire "incubatrice" quello che è il più grande privilegio della donna, la capacità di generare la vita, mi appare quantomeno riduttivo.

Siamo tutti d'accordo se dico che il sorriso di un bimbo è una delle cose in assoluto più belle della vita, giusto? È allora così strano pensare che la gioia che una nuova vita ha il potere di portare con sé possa rivelarsi la cura, o almeno il palliativo migliore per una violenza subita? Come minimo, che sia meglio di un ulteriore atto di violenza verso chi non ha colpa alcuna?

Ma forse sto solo diventando vecchio, chissà.
Inviato il: 27/10/2010 22:48
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  •  Pyter
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#76
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Invece trovo troppa sicumera e propria da parte di chi difende la vita e si scorda, pare, chi la genera.

E' la donna che genera, giustamente.
Ma purtroppo viviamo in un mondo maschilista, dove le parole hanno un senso, ma il più delle volte hanno molti sensi. Dove non c'è logica e le cose sono il contrario di come dovrebbero.

Per esempio il marito della suocera si chiama suocero.
Se uno ha una figlia, il marito della figlia si chiama "genero".
Se ha un figlio, la moglie del figlio si chiama "nuora".
Ma la logica e il senso della parola imporrebbe che non si chiamasse "nuora" ma "genera".
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Inviato il: 27/10/2010 22:48
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  •  Spiderman
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#77
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Calvero ha scritto:


Come se una sorta di Tabù continuasse ad aleggiare su queste pagine per non prendere in considerazione certe gravità perché sarebbero delle eccezioni.




Quoto.
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Inviato il: 27/10/2010 23:44
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  •  benitoche
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#78
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Paxtibi ha scritto:
tutte stuprate immagino, magari anche minorenni
E comunque, sei così sicuro che – per la minorenne in questione – l'aborto non possa rivelarsi un secondo trauma, peggiore della gravidanza non voluta, dopo quello dello stupro?


Post-aborto

La base stessa della sindrome post-abortiva si situa al livello della percezione soggettiva del tutto esatta dei fatti, cioè dell'aborto subìto. In altri termini: la donna risente l'aborto come il fatto d'aver ucciso il proprio figlio in modo cosciente e premeditato. Il fatto che l'esecutore sia stato un medico accresce l'orrore dell'accaduto.....
Come abbiamo visto prima, la percezione di una complicità da parte
della donna è di importanza capitale per tentare di capire cosa avviene nella coscienza della donna che ha abortito. Partendo da questi fatti è chiaro che la sindrome post-abortiva costituisce per la donna una prova
ben più terribile della perdita di un bambino per un aborto spontaneo ed anche di un bambino che muore dopo la nascita. La ragione sta nel fatto che questa consapevolezza è risentita fortemente da ogni donna che abortisce. Nessuna crede nel proprio intimo d'aver eliminato con l'aborto solo “un piccolo mucchio di cellule”, come viene definito su una certa stampa femminile poco scrupolosa di rappresentare i fatti come
stanno. Ogni donna sa che abortendo uccide. E che uccide il proprio figlio. E che lo fa in modo lucido e premeditato. L'elemento di panico di fronte alle proprie responsabilità, davanti al proprio avvenire, talvolta
cambiato radicalmente a causa di questo concepimento non desiderato, è solo un aspetto drammatico supplementare, benchè contingente, in questa prova. Le conseguenze per la donna colpita da questa
sindrome terribile sono lì a testimoniare la gravità.
Secondo l' Elliot institute for social sciences research : il 90% di queste donne soffre di danni psichici nella stima di sé; il 50% inizia o aumenta il
consumo di bevande alcoliche e/o quello di droga; il 60% è soggetto a idee di suicidio; il 28% ammette di aver persino provato fisicamente a suicidarsi; il 20% soffre gravemente di sintomi del tipo stress post-traumatico; il 50% soffre dello stesso in modo meno grave; il 52% soffre di risentimento e persino di odio verso quelle persone che le hanno spinte a compiere l'aborto.
http://www.associazionelatorre.com/volantini/post_aborto.pdf
_________________
la religione è indispensabile
soltanto a un’umanità rescissa dal mondo divino-spirituale.
Inviato il: 28/10/2010 0:32
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  •  Red_Knight
      Red_Knight
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#79
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I dubbi sono comprensibili, ma il "non uccidere" non dovrebbe essere la prima e la più importante delle leggi?


Su questo hai ragione, il nodo della discordia è la stima che si ha del concepito. Ma di "discordia" si può parlare in un contesto asettico e razionale, dove si discute di cosa è vita, cosa è una persona, etc. indipendentemente dal tema "aborto".

Quello che mi preme in questa sede invece, perché detesto le colpevolizzazioni gratuite, è rimarcare che non c'è ragione di tracciare linee nette.
Ritengo che, anche dal punto di vista di chi considera l'aborto come un crimine orrendo (opinione del tutto legittima), e volendo proprio giudicare, ci siano come minimo attenuanti e aggravanti da distinguere e, soprattutto, ritengo che si debba evitare di appiccicare intenzioni che non ci sono a chi fa una scelta che comunque è sicuramente vissuta intensamente e sulla propria pelle.

In altre parole, sei libero (tu generico) di considerare la donna che abortisce un'assassina "senza se e senza ma", ma evita di aggiungere quello che non c'è (per esempio gratuità o intento punitivo, per riallacciarci a quanto detto prima) e riconosci quanto meno l'umanità del suo errore.

Detto questo, forse può sembrare assurdo, ma io penso che esistano aborti a tutela del nascituro.
Inviato il: 28/10/2010 0:59
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  •  Calvero
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#80
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Da questi dibattiti, quel che ho maturato, se dovesse mai avere peso la mia influenza in una simile vicenda, è quello di lasciare alla donna la sua scelta. Mi profonderei a mille per far sì che la sua scelta sia presa con coscienza e lontana dalle morbosità che circondano la nostra esistenza.

A tutt'ora, nel momento in cui - d'istinto - comprendo che la Vita di un essere vivente è LA priorità ... subito dopo prendo coscienza del fatto che la donna subisce una trasformazione e una fusione incredibile e il mondo esterno non è quello interno.

Mi pare anche che non si voglia considerare il fatto che Madre ed Embrione/feto/bimbo sono la stessa cosa... o quanto meno non ci si è mai sforzati, a mio vedere, di comprendere questo elemento biologico possente e misterioso.

Io dico che deve essere la donna a scegliere. Mi spiace ma finché è nella sua pancia per me è vita sua. Non è "cosa" nostra, né di un Dio, né di una moralità, né di una società, né di dogmi.
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  •  benitoche
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#81
Dubito ormai di tutto
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Citazione:

Calvero ha scritto:
Io dico che deve essere la donna a scegliere. Mi spiace ma finché è nella sua pancia per me è vita sua. Non è "cosa" nostra, né di un Dio, né di una moralità, né di una società, né di dogmi.


Insomma,parti senza preconcetti,da anni, a tuo dire,ti poni il dilemma; poi con 4 post del cazzo giungi a delle certezze
Incredibile,il potere dei forum di LC
O è incredibile la meschinità della gente?

Io proporrei un'altra certezza,scientificamente provata,atta a permettere alla neo-mamma una scelta molto più utile alla sua salute(perchè alla fine di questo dibattete tu e red,il resto per voi non conta)


donne evitate l'aborto

Non avete più scelta una volta incinta,se non volete,con buona propabilità, diventare malate psichiche con tendenze suicide

Credo di salvaguardare molto più di te la donna

Dal nick precedente:

il 90% di queste donne soffre di danni psichici nella stima di sé; il 50% inizia o aumenta il consumo di bevande alcoliche e/o quello di droga; il 60% è soggetto a idee di suicidio; il 28% ammette di aver persino provato fisicamente a suicidarsi; il 20% soffre gravemente di sintomi del tipo stress post-traumatico; il 50% soffre dello stesso in modo meno grave; il 52% soffre di risentimento e persino di odio verso quelle persone che le hanno spinte a compiere l'aborto.

Il professor David Fergusson, ricercatore della Christchurch School of Medicine in Nuova Zelanda, ha svolto uno studio in cui voleva dimostrare che l’aborto non comporta alcuna conseguenza psicologica. Ma si è
sorpreso nello scoprire che le donne che hanno avuto un aborto avevano una probabilità 1,5 volte superiore di sviluppare malattie mentali, e 2 o 3 superiore di diventare tossicodipendenti o di fare abuso di alcol.Fergusson ha seguito un campione di 500 donne dalla nascita all’età d 25 anni. “Quelle che hanno abortito avevano elevate probabilità di sviluppare successivamente problemi di salute mentale, tra cui la depressione (aumento del 46%), l’ansia, comportamenti suicidi e tossicodipendenza”, afferma lo studio pubblicato nel Journal of Child Psychiatry and Psychology.

L’aborto è in effetti responsabile di una serie di fenomeni gravi: l’aumento del 160% nei tassi di suicidio negli Stati Uniti nel 2001, secondo l’Archives of Women's Mental Health; aumento del 225% nei tassi di suicidio in Gran Bretagna nel 1997, secondo il British Medical Journal; aumento del 546% nei tassi di suicidio in Finlandia
nel 1997, secondo gli Acta Obstetrica et Gynecologica Scandinavica. In definitiva, la media degli aumenti nell’incidenza del suicidio riportati da questi tre studi è del 310%! Gli alti tassi di suicidio successivi
all’aborto contraddice chiaramente l’idea che porre fine alla gravidanza possa essere una scelta più sicura rispetto a quella di dare alla luce il bambino.

Lo studio più autorevole sui legami tra ricovero psichiatrico e aborto rivela che nei quattro anni successivi ad una gravidanza, le donne che abortiscono ricorrono alla psichiatrica da due a quattro di più rispetto alle
donne che portano avanti la gravidanza. Un altro studio rivela che anche quattro anni dopo aver abortito, i tassi di ricorso alla psichiatria rimangono del 67% più alti rispetto alle donne che non hanno
abortito.Secondo l’Archives of Women's Mental Health, nel 2001, le donne che hanno abortito risultano aver sviluppato in maggior misura reazioni di aggiustamento, psicosi depressive e disturbi neurologici e bipolari.

Anche il rischio di depressione o psicosi post parto per le nascite desiderate è maggiore per le donne che avevano precedentemente abortito. Per una media di otto anni successivi all’aborto, le donne sposate hanno dimostrato una propensione a cadere in depressione clinica del 138% superiore rispetto alle corrispondenti donne che avevano portato avanti la loro gravidanza indesiderata. Questo, secondo il British Medical Journal del 19 gennaio del 2002.

Riguardo il problema dell’alcol e della tossicodipendenza, le donne che hanno abortito risultano essere 4,5 volte più portate ad affrontare il loro contrasto e dolore interiore in questo modo. E questo dato si basa solo
su quelle donne la cui dipendenza da alcol o dalle droghe è resa nota.

Non sono invece considerate tutte quelle donne che ogni sera si bevono i loro bicchieri di vino pensando che ciò sia semplicemente un modo per rilassarsi. Questo aspetto è stato riportato dall’American Journal of Drug and Alcohol Abuse, nel 2000. Le conclusioni del primo studio di lungo termine condotto dal dr. Vincent Rue riportano abbondanti dati sui disturbi da stress post traumatico.Dalle statistiche relative agli Stati Uniti risulta che: il 55% di coloro che
hanno abortito afferma di avere incubi e di essere ossessionato dall’aborto; il 73% afferma di avere dei
flashback;

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Inviato il: 28/10/2010 3:47
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  •  Red_Knight
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#82
Sono certo di non sapere
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@Benitoche

Da quale mio post avresti dedotto che oltre alla salute della donna per me "il resto non conta"?

Comunque, se i dati che citi sono corretti ciò potrebbe essere spiegabile col fatto che l'aborto è praticamente un'esclusiva delle donne che sono già in qualche modo disagiate, malate o infelici, e col sentimento di condanna verso l'aborto che si trova in molti segmenti della società. E in ogni caso cosa si vorrebbe dimostrare? Che l'aborto non è un toccasana per la donna? Ma pensa un po'...
Inviato il: 28/10/2010 5:08
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  •  Spiderman
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#83
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Citazione:

Red_Knight ha scritto:


Detto questo, forse può sembrare assurdo, ma io penso che esistano aborti a tutela del nascituro.



Concordo con te. Ci sono situazioni in cui far nascere un bimbo non ha (per me) alcun senso, il bimbo idrocefalo di cui ho parlato ieri è una di quelle situazioni. Senza offesa per chi la pensa diversamente o per chi, magari, ha scelto di far nascere bimbi in quelle condizioni.
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Inviato il: 28/10/2010 7:05
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  •  Notturno
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#84
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Il discorso sull'aborto presuppone necessariamente la condivisione del concetto di "vita".

E su quello non troveremo mai l'accordo.

Perché diavolo cercarlo su un concetto che consegue necessariamente a quello?

Su una cosa do ragione a benitoche (le cui idee, per lo più, aborro): molte donne che ricorrono all'aborto ne portano i segni per anni, quando non per tutta la vita.

E' una questione di cultura, immagino, e di sensibilità.

C'era anche una signora che conoscevo anni fa che abortiva in continuazione. Credo che lei stessa abbia perso il conto e non mostrava alcun segno di sofferenza o imbarazzo.

Che la donna svolga un ruolo preminente è fuori discussione.

Però è del tutto assurdo, illogico e privo di qualsiasi motivazione il fatto che il padre resti escluso dalla decisione.

E' ovvio che è la donna che deve portarlo in grembo e che deve accettare di sfigurare il proprio corpo, ma quando il bimbo sarà nato, dovrà prendersene cura obbligatoriamente e PER LEGGE.

Quindi, perché negargli qualsiasi ruolo in questa decisione?

Mi sembra folle.
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Inviato il: 28/10/2010 8:48
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  •  Carmine
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#85
Ho qualche dubbio
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In culo al relativismo etico. In culo ai modi precisini, alla stramaledetta ragionevolezza intellettuale, al “parliamone”. Nella assoluta maggioranza dei casi l’aborto è una questione di puro e semplice egoismo, di piccineria umana. È una delle innumerevoli sfaccettature dell’attuale aspirazione al comfort sempre e comunque, manifestazione di esseri umani(?) che anziché rimboccarsi le maniche e fare quello che c’è da fare, quello che è giusto fare, se ne stanno lì a guardarsi perennemente l’ombelico, con l’orecchio sempre attento, oh si!, alle minime variazioni della propria temperatura interna, alle minime variazioni dei propri capricci, della propria volubilità, della propria - ma vaffanculo! - sensibilità (mentre sanno restare perfettamente indifferenti a qualunque sofferenza altrui). I “propri diritti” innanzitutto; la “realizzazione di sé” (ah ah ah) innanzitutto.

Infantilismo, egocentrismo e piccineria umana sono la cifra esatta della “civiltà” contemporanea.
Inviato il: 28/10/2010 12:15
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#86
Sono certo di non sapere
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Ma se i genitori possono scegliere (o succede e basta) di procreare possono decidere anche di non farlo.
Credo che senza concepimento di mezzo questo non sia in discussione, vero? (lo chiedo perche' non mi stupirei di sentire deliri tipo "il matrimonio va sempre consacrato con un figlio!!!").

Ora. Il punto e' che interrompere un "concepimento" non e' una uccisione. Si uccide una idea di figlio.
Non si punisce nessuno, soprattutto nessuno che sappia cosa sia la vita ...nemmeno cosa sia una punizione, in vero .

E' un progetto mai portato in porto, mai nemmeno iniziato ad imbastire se non nei pensieri. Ma quella non e' la sua vita (quella del nascituro) e' la personale proiezione della sua vita che prende forma nella mente dei genitori. Mai nato, per cui mai esistito.

Posso capire che per molti, chi ha problemi di fertilita', avere quest'idea di figlio e' una cosa importante, nonostante tutto, e posso capire anche che la voglia di chiamare vita l'embrione e' come la concretizzazione delle proprie speranze (da cui la morbosita' del dichiararla tale a tutti i costi!) ma questo non e' accettabile da chiunque. E non e' per insensibilita' che non lo si accetta e' per concretezza, per logicita', per razionalita'.

Per tornare al 3d:
decidere per l'aborto basandosi su motivi personali o di coppia non e' uccidere qualcuno, ma e' posticipare l'esperienza genitoriale. Un esperienza che e' tutta a carico dei genitori (madri soprattutto, ma anche padri, qualcuno sembra scordarlo) perche' fino ad una reale formazione individuale (sia fisica che mentale) non esistono altri partecipanti ...
Anzi come suggerivo prima, l'esistenza di una Vita (nella fase del concepimento) e' sempre esclusivamente elucubrazione genitoriale, nulla di piu'.

Si possono tirare fuori tutti i buoni propositi libertari o religiosi o di sacralita', ma a sproposito. A mio avviso.

mc
Inviato il: 28/10/2010 13:11
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  •  Red_Knight
      Red_Knight
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#87
Sono certo di non sapere
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C'è una cosa che un po' tutti, me compreso, abbiamo scordato di sottolineare.

L'aborto non è una valida alternativa al parto. Non è che una donna incinta ogni volta si chiede "beh che faccio?" come se fosse davanti a un bivio: la stragrande maggioranza delle gravidanze sono desiderate o almeno bene accette senza troppe riflessioni o paure (e questa, naturalmente, è una cosa buona). L'aborto è una faccenda che riguarda situazioni particolari e persone particolari.
È quindi abbastanza sciocco cercare di dimostrare che "portare a termine la gravidanza è meglio". Non ci vuole un genio per sapere che la scelta di default è quella.

@Carmine

Vale per te lo stesso discorso che ho fatto qualche post fa: posso capire che l'atto in sé per te possa rappresentare un abominio, e che tu possa anche condananre a prescindere chiunque se ne macchi, ma non inventarti di sana pianta retroscena psicologici e motivazioni senza circostanziazione e facendo di tutta l'erba un fascio. Se l'aborto è di per sé un abominio non hai certo bisogno di aggiungere dettagli fantasiosi alla realtà per poterlo condannare, no?
Inviato il: 28/10/2010 15:24
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#88
Sono certo di non sapere
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Ricordo di aver letto tempo fa un racconto breve (forse di Kurt Vonnegut?) in cui si descriveva un ipotetico futuro in cui l'aborto era permesso fino al raggiungimento dell'11 anno di età del bambino, anno in cui si era stabilito che il bambino divenisse effettivamente un essere umano compiuto.
Si raccontava di come il limite in cui l'aborto era permesso fosse salito nel tempo, a partire dal 4 mese di gravidanza, poi al sesto, poi al nono, poi subito dopo il parto, poi al primo anno di età e via via fino all'11 anno.

Così, i genitori avevano tutto il tempo per decidere se era il caso di crescere un figlio o meno.

Il racconto potrebbe apparire del tutto paradossale, ma in realtà a mio parere centra il punto cruciale, quando si parla di aborto: qual'è il momento in cui il feto diviene essere umano?

Tutti i discorsi che si possono fare sull'aborto (donne rimaste incinta a causa di stupri, feti con malformazioni e così via) sono del tutto secondari rispetto a quella prima domanda.
Nessuno infatti si sognerebbe di dirsi favorevole all'uccisione di un neonato perchè figlio involuto di uno stupratore, oppure perchè gravemente malato.
E nessuno riterrebbe lecito che l'aborto veisse fatto all'ottavo mese, e nemmeno al settimo (i bambini al settimo mese nella pancia della mamma sono in tutto e per tutto bambini, e fin qui siamo tutti d'accordo).

La domanda quindi è: cosa rende lecito uccidere un feto al secondo mese di vita e non al settimo, persino in casi estremi?
Si presuppone che coloro che sostengono l'esser lecito uccidere un feto di tre mesi mesi (in Inghilterra addirittura si può fare ali 5° mese) abbiano deciso, con totale certezza (poichè stiamo parlando di una vita umana, e la certezza deve essere totale), che la VITA abbia inzio proprio in quell'intervallo, e non prima.

Ora, ma che ne sappiamo noi di quando inizi veramente la vita?
Specialmente la nostra società, fondata sul dubbio e sulla non certezza, come può affermare con tanta sicurezza che un feto di 3 mesi NON sia un essere umano?

Nessuno può dirlo con certezza, e dal momento che certezza non c'è, la ragione suggerirebbe dall'astenersi dalla possibilità di compiere un delitto.

In altre parole, perchè un neonato non si può uccidere ed un feto di tre mesi sì?
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Inviato il: 28/10/2010 16:09
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#89
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Citazione:



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Ti sbagli . Io non ho raggiunto certezze, come detto, su dove SIA LA RAGIONE.

Da questi Post continuo a comprendere e a consolidare che a questo punto lascio la scelta alla Donna. Quindi Benitoche hai preso un granchio. E mi hai anche giudicato male. Bravo.

Io NON ho e continuo a NON avere certezza su dove sia la Ragione. Quindi con questa consapevolezza ho ipotizzato che se mai dovesse capitarmi una simile vicenda e avessi la possibilità di influenzare una persona a me vicina, lascerei alla donna la scelta.

Ma non so ancora se essere o meno favorevole all'aborto. Siccome non lo so, non posso inventarmi una decisione etica le cui argomentazioni non mi portano a mettere nessun sassolino sulla bilancia dello STALLO che invece lo vedo chiaro e limpido...

a riprova.... seguite il ragionamento di Santaruina:

Citazione:
Ora, ma che ne sappiamo noi di quando inizi veramente la vita?
Specialmente la nostra società, fondata sul dubbio e sulla non certezza, come può affermare con tanta sicurezza che un feto di 3 mesi NON sia un essere umano?

Nessuno può dirlo con certezza, e dal momento che certezza non c'è, la ragione suggerirebbe dall'astenersi dalla possibilità di compiere un delitto.

In altre parole, perchè un neonato non si può uccidere ed un feto di tre mesi sì?


BENE. Santaruina ha ragione. E sottoscrivo il suo intervento. Ma anche questo come altri di Paxtibi continuano a fare orecchie da mercante su un fatto che anche tu fai finta di non sentire, mi pare.

Io pongo un altro quesito invece e lo trovo a monte di questo:

Visto che tutti non sanno nulla sul mistero della Vita, mi spiegate perché una donna non possa essere considerata colei la cui scelta può risultare inappellabile?

Avviene una fusione biologica tra lei (cui ne è portatrice) e l'essere che vive NON con lei (qui l'errore comune) MA IN LEI INSIEME A LEI ... questi due esseri sono la stessa cosa. Non lo sono? parliamone. Ma qui nessuno si è preso mai la briga, pare, di valutare questa realtà di Vita anch'essa connessa al mistero. E le perplessità su certe sicumere aumentano.

Quindi rinnovo il mio disgusto a questa continua, tra le righe, sicumera a riconoscere il mistero di “dove inizia il mistero della Vita?“ e, allo stesso tempo, essere dei dispotici razzisti nei confronti della donna che comunque, alla fine della fiera, i concetti continuano a dipingerla come una mera incubatrice o macchinetta del caffé.
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Inviato il: 28/10/2010 16:27
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  •  Red_Knight
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#90
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@Santaruina

La tua domanda è doverosa. Come ho detto qualche post fa, credo che una simile questione, tutt'altro che semplice, debba essere trattata in separata sede e indipendentemente dall'aborto (semmai è l'aborto che non deve essere trattato indipendentemente da questa questione).

Non è una vera argomentazione: nessuno può dire con certezza quando un assembramento di persone è una "folla", ma siamo sicuri che una persona da sola non possa costituire una "folla", e che centomila persone lo siano senz'altro.

Detto questo, credo che più che chiedersi "quand'è che il feto diventa un essere umano?" sia meglio chiedersi "quand'è che il feto diventa una persona?".

Per rispondere a questo è necessario dare una definizione di persona, e non è certo una cosa facile.

Personalmente credo che la persona prescinda dall'ente biologico che la incarna, e potrei anche azzardare una risposta, ma certo quando dici

Citazione:
dal momento che certezza non c'è, la ragione suggerirebbe dall'astenersi dalla possibilità di compiere un delitto


non ti si può dar torto in alcun modo.
Inviato il: 28/10/2010 16:35
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