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  •  Notturno
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#391
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 21/8/2008
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Mi domando che senso abbia essere così sgradevoli come sta facendo mangog.

Ovviamente non giova alla discussione.

Non giova a se stesso: ne esce fuori al di sotto di ogni soglia di comprensione e di compatimento possibili.

Non giova nemmeno alle sue idee.

Vengono espresse così brutalmente e con espressioni tanto disgustose da renderle ributtanti a chiunque, persino ai beceri con la targa.

Mi domando se non sia un infiltrato che faccia il doppio-gioco.

O, comunque, a che scopo comportarsi cosi?

Una mera esplosione spontanea di idee naziste e di cattivo gusto?

Boh...... curiosa esperienza......
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(Stefano Bartezzaghi)
Inviato il: 5/11/2010 21:42
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  •  Notturno
      Notturno
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#392
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 21/8/2008
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Domande:

Quando una vita dipende in tutto e per tutto da qualcuno, ne diviene sua proprietà?

Quando un essere, per malattia, diviene del tutto incapace di provvedere a se stesso, perde la sua soggettività e diviene un oggetto?

Come si può parlare di proprietà della vita di qualcuno?

Se fosse un "qualcuno", sarebbe, per ciò stesso, un soggetto e non un oggetto.

Non sarebbe in alcun modo possibile divenirne proprietari.

Non sarebbe in alcun modo possibile disporre di quella vita a proprio piacimento e per motivi che riguardano solo una valutazione di utilità che consideri solo il supposto "proprietario".

Tutto ruota attorno alla fatidica domanda: quel "coso" è un essere umano?

Se si, allora non ci sono vie d'uscita.

Se non lo è, allora si può trattare come qualsiasi altro pezzo di se stessi.

Ma negare la soggettività a un embrione o a un feto e poi pensare che quella stessa soggettività debba necessariamente essere attribuita alla madre o al padre o a qualunque altro essere umano, a me sembra contraddittorio.

Qualcuno sa chiarire come sia logicamente possibile far convivere le due idee?
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(Stefano Bartezzaghi)
Inviato il: 5/11/2010 21:51
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  •  dr_julius
      dr_julius
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#393
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 11/8/2006
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stabilire dove l'embrione diventa bambino è un processo artificioso, ma di carattere scientifico.
le leggi vigenti hanno risposto con un orientamento in tal senso, che è stato poi tradotto in norma in modo prudenziale.

La scienza fornisce risposte abbastanza precise, ma queste sono solo uno strumento per agire una risposta morale, non sono le conoscenze esse stesse le risposte cercate. sono strumenti per elaborare una risposta.


a 7 mesi non è più un feto. E' quel che si dice "un settimino". Un bambino (quasi) completamente formato. Un parto che oggi, con gli accorgimenti della pediatria neonatologica, riesce quasi sempre a fornire un bimbo formato quasi perfettamente quanto un bimbo nato "regolare" a 9 mesi.

A 7 giorni è completamente una cosa diversa.


Trascorsi "9 mesi meno una settimana" sarà un bambino. Se il futuro segue la direzione della nostra proiezione mentale da feto di 7 giorni a --> bambino, e poi --> ragazzo --> uomo --> vecchio.
A meno di quelle deviazioni dal percorso mentale che NOI prestabiliamo, ma che sono deviazioni che fanno parte della vita.

A volte, nello stesso caso, la gravidanza non è destinata a proseguire altri "9 mesi meno una settimana". Oppure il bimbo nasce e muore ucciso dalla madre. O nasce nell'Africa centrale e muore a tre mesi di dissenteria.

Cosa voglio dire? semplicemente che la potenzialità non è affatto scontato che si attui. E mi sembra che concentrarsi sulla potenzialità vitale porti fuori strada.



Parlare in astratto è semplice, ma le risposte a questioni tanto delicate trovano ragioni in riflessioni profonde e valutazioni caso per caso.
_________________
Per rifornire di elettricità un terzo dell’Italia, un’area equivalente a 15 centrali nucleari da un gigawatt, basterebbe un anello solare grande come il raccordo di Roma. (Carlo Rubbia)
Inviato il: 5/11/2010 21:54
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  •  Makk
      Makk
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#394
Mi sento vacillare
Iscritto il: 9/12/2009
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Citazione:

Notturno ha scritto:
Domande:
Quando una vita dipende in tutto e per tutto da qualcuno, ne diviene sua proprietà?

Hai evitato il concetto di "tutela". In senso giuridico
Hai evitato il concetto di "maternità". In senso umano.

Capisci che le altre domando sono radicalmente viziate?

Circoscrivi l'area di ragionamento alla proprietà/autonomia e poi chiedi risposte. Ma hai posto le domande in modo da creare un percorso obbligato alla risposta e un percorso obbligato ignora la realtà anche se ce l'avesse a portata di mano.

Citazione:
Quando un essere, per malattia, diviene del tutto incapace di provvedere a se stesso, perde la sua soggettività e diviene un oggetto?

Secondo step: hai linkato la proprietà al soggetto/oggetto.
Ma la proprietà è il non-concetto creato da te.
La legge si interessa di tutela: fino a un tot è affidata alla madre, da lì in poi lo Stato mette il becco e tutela anche il feto, oltre alla madre e anche contro il volere della madre, se necessario.
la madre sente la vita in sé, molto più di quanto può il legislatore, il prete e il medico. E in un tot per mille dei casi, sente l'atroce responsabilità di interrompere quel processo prima che sia troppo tardi. "Troppo tardi" è un concetto umano, può essere la 3ª settimana per una donna o il 120° giorno per un'altra. Nulla di giuridico (lì sono 90gg e la tutela dello stato subentra alla tutela della madre).
Ma non si parla di "proprietà" né di "soggetto/oggetto". Si parla di tutela: vuol dire capacità/responsabilità di decidere cosa è meglio per il tutelato.

Citazione:
Come si può parlare di proprietà della vita di qualcuno?
Appunto. Lo fai solo tu. Ed è un costrutto (non so quanto deliberatamente) fuorviante.

Citazione:
Se fosse un "qualcuno", sarebbe, per ciò stesso, un soggetto e non un oggetto.
No. quello tutelato è per definizione un soggetto. Solo che è incapace di decidere autonomamente. Ma un soggetto di tutela è anche oggetto di tutela.
Non è giocare con le parole: è proprio che non si dà la tua alternativa secca binaria oggetto/soggetto.
E non c'è neanche la equazione che (non so se consapevolmente) sottintendi: soggetto = vita intoccabile.
La vita non è intoccabile se non nella tua percezione. Nella realtà la vita non è "sacra". non lo è quella degli animali, delle piante. Non lo è neanche quella dei lavoratori subordinati: sono pedine prive di autosufficenza decisionale e della loro vita decide l'imprenditore, con pochissimi vincoli.
Non lo è quella dei malati: sono numeri, nelle mani dei dottori, con molti meno diritti dei "sani".
Non lo è quella dei fedeli di una religione, le cui vite sono sacrificabili e plasmabili a piacimento in ispregio della loro soggettività umana e dei loro oggettivi diritti (di laici).
Non lo è quella degli irakeni.

Soggetto/oggetto è solo il tuo modo di dire "non accetto che la donna abbia la capacità e l'autonomia di sentire cosa è meglio per loro due (lei e il nascituro)".
A parte questo è un costrutto senza significato, se recuperiamo il concetto di tutela.

Tutto il resto è allucinazione: la mente ti delimita un orizzonte cognitivo ristretto e riesce a elaborare concetti solo con quell'angusto angolo visivo.
E quindi ti incarti nelle domande a senso unico:
se sono/non-sono proprietari allora...
se sono/non-sono soggetti allora...
se sono/non-sono umani allora...

Ma le tue logiche conseguenze sono logiche solo all'interno di un campo d'indagine deprivato e sterile. Fuori da lì la realtà ulula, potente.

La donna non "possiede" il feto: quello è un concetto da maschio che ricorre al "possesso" per definire una cosa molto più intima e profonda dell'arido nogozio giuridico, profondità dalla quale si sente escluso e allora vuole definirla: "proprietà". No. E' molto di più

Il feto non è un oggetto né un soggetto. E' un tutt'uno con la madre. Altra cosa intollerabile per l'uomo, che vuole categorie chiare, etichette certe. Salvo quando sproloquia di "uno e trino", sull'intangibile porto da Santa Madre Chiesa è disposto ad acquiescere, sulla semplice realtà sotto i suoi occhi dell'unità fra la madre e il suo frutto no: lì esige di sapere. "E' oggetto o soggetto?".

E' umano o no? Cazzo se lo è. Anche lo sperma congelato è sperma umano. Ed è pronto a diventare vita. Ma questo dove porta? Al concetto di "potenziale" che caparbiamente rifiuti.
Perché se lo riuscissi a incamerare fra le categorie di pensiero non avresti grossi problemi:
un potenziale essere umano non è un essere umano.
"è umano?" SI
"è un essere umano?" NO
Inviato il: 5/11/2010 23:01
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  •  florizel
      florizel
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#395
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 7/7/2005
Da dove potrei stare meglio.
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Notturno

Citazione:
Il primo è un dato di fatto: siamo diversi. E non lo nego.
Il secondo è relativo, in quanto rapportato necessariamente ad un riferimento, diciamo, metrico.


Ed è a quella relatività che mi riferivo quando sostenevo che con la “parità” si intende rafforzare il concetto secondo cui “emancipazione” implicherebbe ambire a ricoprire (ma meglio dire “incarnare”) ruoli fondamentalmente maschili. O patriarcali.

Citazione:
Io asserisco che in una coppia entrambi rivestono ruoli che non sono prefissati e pre-determinati ma dinamici e variabili a seconda di etica, tempo storico, carattere delle persone, ecc.


Io non parlo di ruoli, ma di adattamento a modelli che permea poi la vita concreta.
Intanto, in una coppia esistono due entità che già si distinguono tra loro per carattere, personalità e bagaglio di esperienze. Saranno queste, presumibilmente, a determinare alcune competenze ed inclinazioni, o a segnare una collaborazione circa gli aspetti “pratici”.
Restano alcune caratteristiche che io ritengo specifiche dei due generi (che possono eventualmente essere oggetto di scambio reciproco) che solo tramite un’operazione culturale possono essere modificate, spesso in termini di appiattimento o livellamento.
Ed è qui che no dei seri dubbi circa ciò che viene definito “artificioso” o “naturale”.

Citazione:
Ed è proprio per il desiderio di cambiare questa realtà che proponevo a Calvero di mettere da parte quel modo di stabilire i ruoli.


I ruoli SONO cambiati, in effetti. Ma il risultato è che abbiamo ancora una predominanza del modello maschile, ed in più donne lontane dalle proprie specificità di genere. Sempre più lontane da se stesse e sempre più al sevizio (o “a disposizione”…) del modello sociale vigente.

Citazione:
"Sei uomo? Dunque, sii forte!"
se lo dici per contrapporlo al genere femminile, allora è una frase che induce a pensare che l'uomo deve essere forte, ma la donna no!


Io non la leggo in questo modo. Anzi. Il punto è che la “forza” delle donne si esprime in ambiti differenti da quelli degli uomini. Se non fai questa distinzione cadi inevitabilmente nella trappola del “superiorità”-“inferiorità”.
Sei TE che ritieni si debba essere forti nello stesso modo, quindi una forza cui ambire: meglio/peggio; se altrimenti la forza si esprime in ALTRO modo, per te resta una questione di RUOLI, non di sostanza.

Spero di essermi spiegata. Altrimenti un contributo lo potrebbe dare RedK, che pare aver colto il mio pensiero.

Sul topic vero e proprio, non è il caso di intervenire; aspettare che i "maschietti" abbiano dato fondo a tutto il loro scibile in materia mi pare più saggio che intervenire e rischiare di tirarsi addosso l'ira inquisitrice da una parte e l'ira progressista/strafottente dall'altra.
_________________
"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 5/11/2010 23:10
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  •  Manfred
      Manfred
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#396
Dubito ormai di tutto
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Da Osnabrück
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La vita è dura.
Quale sia la decisione, spetta unicamente a chi poi paga inevitabilmente le conseguenze del proprio operare, la donna.
Come d'altronde in questo specifico caso è sempre stato, anche se in differente misura, con la legge attuale o prima di essa.
_________________
Manfred
Inviato il: 5/11/2010 23:37
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  •  Notturno
      Notturno
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#397
Dubito ormai di tutto
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Makk

Mi dispiace, ma ho commesso un errore.

Tutto il mio post era un insieme di domande che erano direttamente discendenti dal precedente post di Calvero.

Lui lì aveva affermato:

"La scelta della donna (eticamente per chi la giudica da fuori) è a monte del fatto se il feto sia bimbo o meno; se sia vita o meno; se sia persona o meno; eccetera eccetera ... la sua autorevolezza (della donna) in una simile decisione è semplicemente legittimata da essa stessa in quanto è lei medesima - natura procreatrice in simbiosi biologica -. E' una sua proprietà. E' un dato oggettivo. Una cosa che vive grazie a lei e non viceversa, e solo lei ha diritto di scelta."

Volevo evitare riferimenti diretti a lui, ma credevo che si sarebbe capito che quelle domande discendevano dalle sue affermazioni e che non erano figlie del mio modo di pensare.

Ero convinto che chi leggeva i post lo avebbe capito.

Mi sbagliavo.

E ho indotto in errore anche te.

C'è, però, una parte del tuo pensiero che vorrei approfondire.

Dove dici "Soggetto/oggetto è solo il tuo modo di dire "non accetto che la donna abbia la capacità e l'autonomia di sentire cosa è meglio per loro due (lei e il nascituro)".
A parte questo è un costrutto senza significato, se recuperiamo il concetto di tutela"
, potresti spiegarti meglio?

E poi, perché pensi che io rifiuti il concetto di "potenzialmente umano"?

L'ho detto più di una volta che a me sembra il concetto più plausibile e accettabile.

Non ne ho la certezza, quello è vero.

Perché in questo campo non ho certezza su molte cose che ritengo essenziali: cos'è la Vita, quando inizia (nel feto), quando finisce (nel moribondo).

Senza quelle certezze ho grosse difficoltà a giudicare.

Tu sei convinto di averne.

Mi fa molto piacere per te.

Credo che tutto il tuo pensiero si fondi su questa tua affermazione:
"la madre sente la vita in sé, molto più di quanto può il legislatore, il prete e il medico. E in un tot per mille dei casi, sente l'atroce responsabilità di interrompere quel processo prima che sia troppo tardi. "Troppo tardi" è un concetto umano, può essere la 3ª settimana per una donna o il 120° giorno per un'altra. Nulla di giuridico (lì sono 90gg e la tutela dello stato subentra alla tutela della madre)."

Visto da qui sembra qualcosa di mistico.

"La madre sente...." "La madre sa quando è troppo tardi...."

E tutto senza alcun dato oggettivo e condivisibile.

E peraltro senza alcuna prova che sia effettivamente così come tu affermi.

Solo la tua parola.

Mi dispiace, ma non me la sento di accedere a questa interpretazione.

Somiglia troppo a una Fede.

Peraltro, dici manifestamente una cosa assurda quando affermi: Il feto non è un oggetto né un soggetto. E' un tutt'uno con la madre.

Dipende dalla sua età, questo si, ma dopo una certa data il feto sogna. Sorride. Si succhia il pollice. Si muove autonomamente.

Tu lo vedi ancora come qualcosa che non ha autonoma personalità?

Non sarebbe ancora un essere umano?

Citazione:

Ma le tue logiche conseguenze sono logiche solo all'interno di un campo d'indagine deprivato e sterile. Fuori da lì la realtà ulula, potente.


Dici? A me sembrano latrati.
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(Stefano Bartezzaghi)
Inviato il: 6/11/2010 9:58
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  •  Notturno
      Notturno
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#398
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 21/8/2008
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Citazione:

florizel ha scritto:
Notturno

Citazione:
Il primo è un dato di fatto: siamo diversi. E non lo nego.
Il secondo è relativo, in quanto rapportato necessariamente ad un riferimento, diciamo, metrico.


Ed è a quella relatività che mi riferivo quando sostenevo che con la “parità” si intende rafforzare il concetto secondo cui “emancipazione” implicherebbe ambire a ricoprire (ma meglio dire “incarnare”) ruoli fondamentalmente maschili. O patriarcali.

Citazione:
Io asserisco che in una coppia entrambi rivestono ruoli che non sono prefissati e pre-determinati ma dinamici e variabili a seconda di etica, tempo storico, carattere delle persone, ecc.


Io non parlo di ruoli, ma di adattamento a modelli che permea poi la vita concreta.
Intanto, in una coppia esistono due entità che già si distinguono tra loro per carattere, personalità e bagaglio di esperienze. Saranno queste, presumibilmente, a determinare alcune competenze ed inclinazioni, o a segnare una collaborazione circa gli aspetti “pratici”.


Concordo totalmente.

Devo anche sottolineare che devo affinare il concetto di "ruolo dinamico", forse sostituendolo con altri termini che facciano proprio sparire il senso del "ruolo".

Lo avevo fatto in parte, chiamandoli "ruoli dinamici", ma meglio andare proprio oltre.

Mi piace.
Citazione:

Restano alcune caratteristiche che io ritengo specifiche dei due generi (che possono eventualmente essere oggetto di scambio reciproco) che solo tramite un’operazione culturale possono essere modificate, spesso in termini di appiattimento o livellamento.
Ed è qui che no dei seri dubbi circa ciò che viene definito “artificioso” o “naturale”.


Qui entra potentemente in gioco il livello culturale della coppia e l'amore reciproco (nel senso di contrapposizione all'egoismo).

Forse anche qui si supera se si evitano principi e concetti generali e si applichi la regola minimale: Ognuno dei due faccia del proprio meglio, come può e appena può.

Citazione:
Ed è proprio per il desiderio di cambiare questa realtà che proponevo a Calvero di mettere da parte quel modo di stabilire i ruoli.Citazione:


I ruoli SONO cambiati, in effetti. Ma il risultato è che abbiamo ancora una predominanza del modello maschile, ed in più donne lontane dalle proprie specificità di genere. Sempre più lontane da se stesse e sempre più al sevizio (o “a disposizione”…) del modello sociale vigente.



Vero. Molto vero. Fastidiosamente vero.

Citazione:
"Sei uomo? Dunque, sii forte!"
se lo dici per contrapporlo al genere femminile, allora è una frase che induce a pensare che l'uomo deve essere forte, ma la donna no!
Citazione:


Io non la leggo in questo modo. Anzi. Il punto è che la “forza” delle donne si esprime in ambiti differenti da quelli degli uomini. Se non fai questa distinzione cadi inevitabilmente nella trappola del “superiorità”-“inferiorità”.
Sei TE che ritieni si debba essere forti nello stesso modo, quindi una forza cui ambire: meglio/peggio; se altrimenti la forza si esprime in ALTRO modo, per te resta una questione di RUOLI, non di sostanza.



Uhmmm.... anche se quel che dici è vero e lo condivido, quella frase resta devastante, secondo me.

Perché sollecitare comportamenti in forza di una diversità di genere?

Meglio evitare queste contrapposizioni.

Molto meglio dire "Sii forte" e basta.

Citazione:

Sul topic vero e proprio, non è il caso di intervenire; aspettare che i "maschietti" abbiano dato fondo a tutto il loro scibile in materia mi pare più saggio che intervenire e rischiare di tirarsi addosso l'ira inquisitrice da una parte e l'ira progressista/strafottente dall'altra.


ma che dici..... fregatene e di' quel che piu' pensi.

Al piu', finirebbe che, per esempio, io e te potremmo litigare.

Ma di sicuro ne verremmo fuori tutti e due diversi da prima.

Molto probabilmente un pochino migliori.
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(Stefano Bartezzaghi)
Inviato il: 6/11/2010 10:40
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  •  redna
      redna
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#399
Sono certo di non sapere
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Citazione:
"La scelta della donna (eticamente per chi la giudica da fuori) è a monte del fatto se il feto sia bimbo o meno; se sia vita o meno; se sia persona o meno; eccetera eccetera ... la sua autorevolezza (della donna) in una simile decisione è semplicemente legittimata da essa stessa in quanto è lei medesima - natura procreatrice in simbiosi biologica -. E' una sua proprietà. E' un dato oggettivo. Una cosa che vive grazie a lei e non viceversa, e solo lei ha diritto di scelta."



Il tutto diventa una 'cosa' ed una 'proprietà' dopo che si è snaturato completamente questo e dopo che ci si basa solo su leggi fatte solo per contenere il problema dell'aborto socialmente.

Quello che (vedo in molti qui...ma non tutti) non siete ancora arrivati a capire è che il tenersi un figlio è direttamente proporzionale (per una donna) a tenersi un uomo.
L'affetto (non esiste nessuna legge per questo) è l'unico collante che dovrebbe esistere fra un uomo e una donna e conseguentemente per un figlio (e non importa se è desiderato o meno).

Quello che di cui discutete si basa se fare coercizioni su di una donna perchè si tenga un figlio e basta.

Pertanto continuando a ragionare in questa maniera si comprende che la fecondazione assistita la ritenete giusta. Basta far figli, non importa in che modo.
E'ovvio che qualcuno che è cattolico la pensi così altrimenti non si battezzerebbero più bambini considerato che gli stranieri di altre fedi sono sempre più in italia.

Notturno, la cosa che vive grazie a lei, è una cosa che lei non sarebbe stata in grado di fare se non avesse incontrato un uomo.
Pertanto non è di per se una cosa ma qualcosa che, in sostanza desta anche timore che,se permetti, i maschi non capiranno mai.
Ma è proprio per questo che avrebbero dovuto tenere, su questo genere di cose, una certa distanza. Il tutto è stato rovinato quando si è meccanicizzato e lo si è fatto diventare una cosa di serie come ora.

La società che ha fatto leggi in tal proposito non ha tenuto conto di nulla ma solo dell'evidenza del fatto che una donna è un tutt'uno col figlio e quindi la decisione di abortire è ovvio che spetta a lei.

La legge e gli uomini non vedono che l'inizio della vita deriva da un uomo e che quindi spetterebbe a lui decidere. Che gli uomini non vedano questo è del tutto impossibile e quindi è chiaro che, con la solita svolazzata di irresponsabiltà, la legge getta sulle spalle della donna la vita del nascituro ed è chiaro che lo fa per tener fuori dalle sue risponsabilità, qualsiasi maschio.

Ora che qualcuno sia qui a parlare del povero feto che viene abortito è ridicolo quando non chiedono (i maschi) le loro responsabilità su questo per legge.
Vorrei vedere una bella legge in cui dice che un uomo si prende QUALSIASI responsabilità di quello che ne deriva OGNI volta che copula e allora si che comincerebbe la parità.

Guardare perchè ci sono tanti aborti è smettere di considerare che dietro ad ognuno c'è un maschio che a volte non sa nemmeno quello che sta facendo e anche una povera donna che non sa nemmeno che sta mettendo a rischio la sua vita per qualcuno che vuole far funzionare l'apparato genitale è solo esercizio di scrittura.
Scollegare poi un figlio da DUE che lo hanno concepito non è umano.
_________________
C’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di se (Oscar Wilde)
Inviato il: 6/11/2010 11:07
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  •  Makk
      Makk
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#400
Mi sento vacillare
Iscritto il: 9/12/2009
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Citazione:

Notturno ha scritto:
Tutto il mio post era un insieme di domande che erano direttamente discendenti dal precedente post di Calvero.

E su quella concatenazione di domande sono intervenuto.

Il pensiero di calvero (quello che hai quotato) mi trova sostanzialmente d'accordo.
Non avrei usato "proprietà". E' un termine che si presta a essere mal compreso e recepito in senso giuridico-negoziale (cosa che tu hai fatto) e in quel senso preferisco "tutela".
E non avrei collegato il rapporto di dipendenza madre-feto con il diritto di scelta (si tratta di un fardello molto più che un diritto).
Ma alla fine si tratta di esprimersi male o rinunciare ad esprimersi.
Come ho già detto, è abbastanza sterile cercare di spiegarsi quando non c'è intento di capirsi.

La materia è (come minimo) scivolosa.
Il fatto di "oggetto/soggetto" ne è una dimostrazione: calvero dice
"E' una sua proprietà. E' un dato oggettivo."
E tu parti con le tue riflessioni sul concetto giuridico-filosofico di soggetto, come opposto a oggetto.
Ma il "dato oggettivo" di Calvero non aveva quell'intento: vuol semplicemente dire "è una cosa evidente, connaturata".

Citazione:
Dove dici "Soggetto/oggetto è solo il tuo modo di dire "non accetto che la donna abbia la capacità e l'autonomia di sentire cosa è meglio per loro due (lei e il nascituro)".
A parte questo è un costrutto senza significato, se recuperiamo il concetto di tutela"
, potresti spiegarti meglio?

Ci sono due paragrafi in merito, in quello stesso post, che a quanto pare non ti chiariscono il mio pensiero.
Come posso chiarirti qualcosa se non so come minimo cosa, di quei 2-300 caratteri, ti resta oscuro?


Citazione:
E poi, perché pensi che io rifiuti il concetto di "potenzialmente umano"?
L'ho detto più di una volta che a me sembra il concetto più plausibile e accettabile.

Se tu lo accettassi davvero non avresti l'ansia di decidere il confine esatto fra umano e non-umano. Se davvero accettassi il concetto di potenzialità ti sarebbe evidente come rende nebulosi i confini.
L'esigenza di decidere il confine esatto ha (un qualche straccio di) senso quando si tratta di creare la legge in materia: la legge burocratizza tutto e ha bisogno di sterillizzare, dissezionare, catalogare.
Ma visto che non devi riscrivere la 194 che senso ha voler fare la stessa operazione?
Anche qui mi sto ripetendo ma è colpa mia che ho accettato il confronto dopo aver detto che era inutile, quindi è corretto che ti debba la ripetizione.

Il dubbio umano/non-umano (o fra essere-umano/non-ancora-essere-umano) serve solo se hai la necessità della categorizzazione positivistica, che a sua volta è figlia del desiderio di "smontare il problema".
Se manca (o è aleatoria) la categorizzazione, ecco che ti senti impossibilitato all'approccio razionale, come dici qua:
Citazione:
Non ne ho la certezza, quello è vero.
Perché in questo campo non ho certezza su molte cose che ritengo essenziali: cos'è la Vita, quando inizia (nel feto), quando finisce (nel moribondo).
Senza quelle certezze ho grosse difficoltà a giudicare.

Come ho detto nel topic sulla ragione, la razionalità è solo UNO dei possibili attrezzi coi quali affrontiamo la realtà, ci sono approcci con modelli razionali alternativi e approcci che della razionalità fanno del tutto a meno.

Non capisco come fai ad ammettere il concetto di "potenzialità" (con la sua carica intrinseca di indeterminatezza) e contemporaneamente a pretendere di ragionare per esattezza positivistica. A che serve?
Che poi tu ammetta "non ho certezze" non ti assolve dal dovere di fare lo step successivo e chiederti: "visto che non ci sono certezze e che quindi l'approccio razionale è destinato al fallimento, quale altro approccio voglio tentare?"

Citazione:
Tu sei convinto di averne [certezze]

Cortesemenrte, non mi attribuire le *tue* ansie di verità giuridica o scientificamente riscontrabile.
Più che altro so per certo che la sola razionalità mi risolverà pochi dubbi, su un tema come questo.
Questa è una certezza, ma non del tipo positivistico che piacerebbe a te.

Posso mettere a disposizione quello che ne capisco io della materia. Dopodiché quello che dico verrà analizzato, disassemblato, distorto, e rivomitato per fargli dire, se non il contrario, una cosa molto diversa
(come l'esempio di prima in cui "è una cosa oggettiva" di Calvero diventa una dissezione dell'evoluzione del concetto di oggetto/soggetto).
Abbastanzia noioso come esito e quindi inutile in primo luogo da parte mia scrivere in merito.
Ed ecco un'altra certezza non discendente da razionalità: l'avevo detto dal mio 1° intervento che era inutile il tentare il dialogo. Come lo sapevo?

Citazione:
Credo che tutto il tuo pensiero si fondi su questa tua affermazione:
"la madre sente la vita in sé, molto più di quanto può il legislatore, il prete e il medico. E in un tot per mille dei casi, sente l'atroce responsabilità di interrompere quel processo prima che sia troppo tardi. "Troppo tardi" è un concetto umano, può essere la 3ª settimana per una donna o il 120° giorno per un'altra. Nulla di giuridico (lì sono 90gg e la tutela dello stato subentra alla tutela della madre)."

Credi quello che ti pare. Tanto non leggi se non quello che ti piace vedere nella testa altrui.

Citazione:
Visto da qui sembra qualcosa di mistico.

Appunto

Citazione:
Somiglia troppo a una Fede.

Appunto

Citazione:
Peraltro, dici manifestamente una cosa assurda quando affermi: Il feto non è un oggetto né un soggetto. E' un tutt'uno con la madre.
Son convinto che non ci riesci a vedere una logica.
Eppure è davanti ai tuoi occhi: vuoi separare concettualmente la categoria "donna" da quella "feto", non riesci a concepire che si tratti di un'unità indivisibile, che la realtà dice che finché il bambino non sarà staccato dal cordone e non farà il primo respiro, quei due cuori non saranno due cose diverse. Che sensa ho cercare di negare quella realtà?

Tu non riesci a conciliare il tuo pensiero con la realtà fattuale e constatabile in qualsiasi momento. E sarei io quello che non si appoggia a "dati oggettivi e condivisibili"? Rasoio di Occam, anyone?

In giro per le strade non vedi mai il soggetto "feto" separato dalla donna che lo porta in grembo. Puoi riscontrare solo il soggetto "puerpera". Tu alla realtà dell'essere incinta preferisci il costrutto dei due oggetti separati che esiste solo nell'astratto (giuridico o bioetico) e sarei io il mistico? Minchia: quello che vede "cose che non ci sono" sei tu...

E quanto al "manifestamente assurdo", cos'è più manifesto:
- io che vedo una donna incinta e dico "è una donna incinta" (indivisibile dal feto)
- o tu che vedi una donna incinta e cominci ad elaborare "se è incinta da meno di x giorni allora sono due oggetti separati di cui uno è soggetto e umano e l'altro non è ancora umano né ancora soggetto, ma il secondo è potenzialmente umano anche se non so esattamente cosa comporta la potenzialità... mentre se sono più di x giorni allora sono senz'altro due soggetti separati e distinti, e su tutto non so neppure a quanto corrisponde X giorni"

Quale dei due ragionamenti è palese e quale dei due è assurdo?

Se giuridicamente c'è stata la necessità di separare i due la donna dall'embrione, tu che non sei un giudice né un medico che deve seguire l'iter delle IVG, che necessità hai di applicare la stessa artificiale separazione (separazione che per giunta neanche porti a termine perché "non hai certezze")?

Io dico (ennesima ripetizione) che hai bisogno di codificare il fenomeno della maternità per ritagliartici dentro una possibilità di "dire la tua", di mettere un veto, conquistare una possibilità di essere protagonista garantito dalla legge, dalla "razionalità scientifica", dall'etica o da qualscos'altro.

Quando la cosa è infinitamente più semplice: la creazione della vita è una cosa che avviene dentro la donna, con la tua partecipazione (se solo lo vuoi): prima, durante e dopo sei il benvenuto partner del fenomeno. Leggi il post di redna in proposito.
Non hai nessunissimo bisogno di accampare diritti sul nascituro, di separarlo dalla madre, di tentare di dimostrare che la legge, la razionalità, l'etica, o altro, dovrebbero intervenire per garantire il tuo ruolo.
Devi umilmente accontentarti di vivere quel ruolo da miglior attore non protagonista, senza fare cazzate, senza (per una volta) voler prendere il timone e *soprattutto* senza il paracadute della legge, della razionalità, dell'etica o d'altro.

Citazione:
Mi dispiace, ma non me la sento di accedere a questa interpretazione.

Lo so e lo sapevo dal 1° post che ho fatto qui dentro
Inviato il: 6/11/2010 16:03
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  •  Pispax
      Pispax
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#401
Sono certo di non sapere
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Citazione:

Notturno ha scritto:
Mi domando che senso abbia essere così sgradevoli come sta facendo mangog.

Ovviamente non giova alla discussione.

Non giova a se stesso: ne esce fuori al di sotto di ogni soglia di comprensione e di compatimento possibili.

Non giova nemmeno alle sue idee.

Vengono espresse così brutalmente e con espressioni tanto disgustose da renderle ributtanti a chiunque, persino ai beceri con la targa.

Mi domando se non sia un infiltrato che faccia il doppio-gioco.

O, comunque, a che scopo comportarsi cosi?

Una mera esplosione spontanea di idee naziste e di cattivo gusto?

Boh...... curiosa esperienza......


La cosa brutta di questi argomenti è che attirano gli INTEGRALISTI FANATICI più di quanto una lampada a carburo attiri le falene.

Stai sbagliando la chiave di lettura.
Lo scopo di mangog non è di giovare alla discussione. E' esattamente l'opposto: proprio perché non può affrontare la discussione allora cerca di buttarla in vacca tirando fuori tutte le peggio cazzate che gli vengono in mente.

Semmai è indicativo della sua personalità vedere quali sono le cazzate che dice: e in questo sta dando una prova di sé parecchio meschina.


E sempre perché non può permettersi di affrontare la discussione ("non può" è da intendersi in senso letterale), allora infarcisce ogni sua frase dei SUOI principi, e li detta come assoluti.
Da qui le grida di "assassini", "bestie", "le donne troie" e tutto il resto dell'ambaradan.



Da un punto di vista dialettico la sua posizione è talmente tanto pessima che non vale neppure la pena di leggere i suoi interventi con la stessa attenzione che si presta alle notizie di gossip.

Da un punto di vista folkloristico invece i suoi interventi sono eccezionlmente fantastici.
Per esempio nella sua ansia di criticare l'aborto, fa talmente tanta confusione che utilizza ragionamenti che si prestano molto meglio alla DIFESA dell'aborto, e non se ne accorge nemmeno.
Tutto ciò è esilarante.
Inviato il: 6/11/2010 16:40
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  •  Calvero
      Calvero
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#402
Sono certo di non sapere
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@ Makk,

.... grazie per le tue "riprensioni" e per rendermi meglio leggibile, non è cosa da poco. Lo apprezzo assai
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Inviato il: 6/11/2010 16:55
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  •  Calvero
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#403
Sono certo di non sapere
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........

@ Notturno

Ti fa onore il fatto che hai voluto rispettare la mia richiesta impegnandoti così a dover rispondere trasversalmente (con più difficoltà) a tematiche da me sollevate, quindi hai comunque avuto l'umiltà di rispettare un avversario.

Anche se non mi hai chiesto scusa per il < mellifluo >, sappi che se mi mandi a cagare sulle ortiche o a fanculo, non mi offendi. La sensibilità di quell'accusa ha ben altro valore nell'approccio con cui si era inserita nell'albero della discussione.

Ora, per l'amor di Dio, non entriamo (e non entrerò) in una discussione su cosa sia o meno un offesa: tu tieni le tue idee e io le mie. Per amor di discussione, mettiamo una pietra sopra. Ma è, per entrambi, l'ultima volta.

Per quel che mi riguarda, possiamo riaprire i compartimenti stagni.
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Inviato il: 6/11/2010 17:06
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  •  Calvero
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#404
Sono certo di non sapere
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Citazione:


...... è ridicolo quando non chiedono (i maschi) le loro responsabilità su questo per legge.

Vorrei vedere una bella legge in cui dice che un uomo si prende QUALSIASI responsabilità di quello che ne deriva OGNI volta che copula e allora si che comincerebbe la parità.


Brava Redna!

Esatto...

... questo sarebbe l'unico motivo per cui Calvero, dopo 20 anni, tornerebbe a mettere una crocetta per un referendum
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Inviato il: 6/11/2010 17:17
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  •  Manfred
      Manfred
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#405
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Nella mia riflessione precedente ho solamente alluso al ruolo del maschio, perché mi pare evidente che, quando per ragioni non terapeutiche, la donna giunge ad una decisione estrema egli si sia già sottratto alle proprie responsabilità o tantomeno non abbia mai nemmeno preventivato di averne,azione che alla donna proprio per la sua stessa natura fisica è impossibile compiere.
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Manfred
Inviato il: 6/11/2010 20:13
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  •  redna
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#406
Sono certo di non sapere
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Citazione:

Nella mia riflessione precedente ho solamente alluso al ruolo del maschio, perché mi pare evidente che, quando per ragioni non terapeutiche, la donna giunge ad una decisione estrema egli si sia già sottratto alle proprie responsabilità o tantomeno non abbia mai nemmeno preventivato di averne,azione che alla donna proprio per la sua stessa natura fisica è impossibile compiere.


il ruolo del maschio, secondo te, sarebbe quello di ingravidare una donna senza nemmeno saperlo o, a cose fatte, sottrarsi per di più alle conseguenze?
Non è per nulla vero che se la donna decide un aborto un uomo si è sottratto alle proprie responsabilità ma viene, PER LEGGE, sottratto a quanto lui stesso ha compiuto perchè la donna diventa proprietaria del nascituro indissolubilmente legata a questo.
Copulare e mettere al mondo sono due cose diverse e finchè in molti non sanno la differenza gli aborti ci saranno. Se poi qualcuno per coercizione decide che una donna deve tenersi il figlio, non ha capito che esiste una differenza fra mammiferi e uomini e che la differenza sta proprio che i primi non hanno mai fatto delle civiltà e che invece, i secondi, hanno sulle spalle il futuro del genere umano o un futuro in cui saranno solo mammiferi della peggior specie. E tutto questo non perchè le donne abortiscono ma perchè gli uomini si riconoscono soltanto nella funzione di mammiferi.
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Inviato il: 6/11/2010 21:31
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  •  Calvero
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#407
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Citazione:

Se poi qualcuno per coercizione decide che una donna deve tenersi il figlio, non ha capito che esiste una differenza fra mammiferi e uomini e che la differenza sta proprio che i primi non hanno mai fatto delle civiltà ......


Quoto, e alla grande, anche questo passaggio. Non per niente la natura ha dotato la donna di una testa pensante, e questo l'ho sottolineato più volte per evidenziare che il libero arbitrio e la libertà sono cose che si manifestano attraverso un processo culturale cui il genere umano non si è mai sottratto. E proprio dove, fino a prova contraria, i sessi maschile e femminile non hanno nulla da sottrarsi l'un l'altra. La più grande differenza (dato di fatto) è proprio invece nella condizione di gravidanza relegata univocamente alla donna/madre.

Mi pare anche di capire che abbiamo delle differenze col regno animale. Se non sbaglio non andiamo in calore come i cani e non obbediamo a dei codici istintivi comportamentali. Abbiamo miriadi di esempi tanto amorevoli quanto orripilanti nel regno animale. Questo partendo dagli insetti fino ad arrivare alle balene, dove nessuna Legge coordinata da un legislatore decide cosa sia giusto o sbagliato. Da qui, per noi, la risposta inconfutabile sul perché questa tematica non possa che essere giudicata eticamente.

Nel genere umano, quello cui apparteniamo, la donna come l'uomo interagiscono e cooperano tra loro per seguire, da soli o in coppia, un processo a cui diamo adito attraverso sogni e speranze, gioie e dolori, eccetera eccetera... e nessuno di questi fini è guidato da un periodo di migrazione o dalla marea, o dall'andare in calore. Noi abbiamo quello che chiamiamo: - SCEGLIERE il nostro percorso -. Diritto inalienabile. Ecco qui dimostrata la fondatezza di un problema assolutamente etico ove l'unica cosa certa è che non si conoscono con certezza i confini ...

... non solo: va preso inoltre atto che un genere sessuale (il maschio) ne sa ancora meno di niente. Ma ecco che fa capolino l'arroganza: ed è in base proprio a una "civiltà" decantata, cui a volte qualcuno decreta di appartenere in maniera incongruente (si legga quelli come Mangog) che costui si arroga anche il "diritto" di enunciare - con il megafono - l'assassinio e l'infanticidio... nei confronti di colei che non è una cagna, che ha le sue speranze di vita, che vive una simbiosi biologica comprensibile solo da lei medesima, che non è una gallina che deve depositare un uovo e che inoltre è bistrattata dal fatto con cui viene dato per scontato che colui che sparge il SEME poi, fondamentalmente, non ha spade di Damocle sulla testa - né (sempre il maschio) un corpo che si trasforma sotto i suoi occhi quando collabora per avere un figlio...

... se questi misogini sotto mentite spoglie fossero coerenti nell'esprimere tali condanne con tanta sicumera, meriterebbero di accoppiarsi con delle belle mantidi religiose. Né più né meno.
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Inviato il: 6/11/2010 23:15
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  •  Manfred
      Manfred
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#408
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Forse mi sono espresso male ma, ognuno che sia una Persona deve prendersi la responsabilità dei propri atti in qualunque contesto quindi anche in questo, uomo o donna che sia, legge o non legge.
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Manfred
Inviato il: 7/11/2010 0:27
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  •  Calvero
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#409
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La domanda che personalmente e intimamente mi pongo; la domanda che fa stringere alla gola la mia coscienza di essere umano, è questa:

Ma io che sento l'aborto come una cosa profondamente terribile e tragica nei confronti della mia coscienza, io che farei tutto ciò che le mie capacità di pensiero possano fare per evitarlo (e non imponendolo) a una compagna, a un amica, a una sorella: sono realmente incoerente se nella stessa misura reputo ingiusto condannare una donna per omicidio?
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Inviato il: 7/11/2010 1:50
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  •  redna
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#410
Sono certo di non sapere
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Citazione:
La domanda che personalmente e intimamente mi pongo; la domanda che fa stringere alla gola la mia coscienza di essere umano, è questa:

Ma io che sento l'aborto come una cosa profondamente terribile e tragica nei confronti della mia coscienza, io che farei tutto ciò che le mie capacità di pensiero possano fare per evitarlo (e non imponendolo) a una compagna, a un amica, a una sorella: sono realmente incoerente se nella stessa misura reputo ingiusto condannare una donna per omicidio?






.potrebbero essere queste delle attenuanti? allora è chiaro che l'intera società
neè coinvolta......e non solo la donna........




Questa volta mi rivolgo a voi, donne come me. Donne che avete votato PDL e che probabilmente in uno stato semi-ipnotico tornerete a votarlo. Donne di altri partiti che rimanete in silenzio. Donne che non vi siete mai interessate di Politica perchè è sempre stato vostro marito ad occuparsene. Donne inconsapevoli. Donne atterrite o timorose. Donne semplicemente inoperose!


Come potete accettare supinamente tutto quello che sta accadendo nella nostra desolata e desolante Patria e non indignarvi nel profondo? Come potete non rendervi conto che il nostro Presidente del Consiglio con questo disgustoso teatrino di prostitute, magnacci, ninfomani e sessuofobici, alimentato dai mass media e dai servi dell'informazione, sta volutamente svilendo e denigrando la figura della donna, contribuendo a far radicare sempre più nel nostro Paese incivile e incivilizzato la cultura della discriminazione di genere e dell'assoggettamento al potere maschile e maschilista? Come potete non percepire che anche questa pantomima del Bunga Bunga fa parte di un piano studiato e lungimirante di annichilimento e di svuotamento della intelligenza femminile, sempre più relegata ai margini del contesto sociale, economico, lavorativo e politico nazionale? Lo chiedo a voi, donne che raramente siete state in grado di darmi una risposta convincente, donne che troppo spesso siete rimaste a guardare inermi, mentre altri barattavano il vostro futuro e frantumavano i vostri sogni.

E a te, donna che svendi la tua dignità e la tua essenza, oltre che il tuo corpo, auguro che le gratificazioni materiali che riceverai dal potente di turno durino più del tempo di un soffio e possano compensare il senso di squallore e il dolore lacerante che proverai quando presto o tardi, inevitabilmente, ti sveglierai da questo lungo torpore e, guardandoti allo specchio, farai i conti con la parte più intima di te stessa e ti sentirai morire.

Quel giorno forse anche tu comprenderai la mia rabbia. Quel giorno forse improvvisamente capirai che il tuo essere donna avrebbe potuto regalarti molto di più del tuo essere schiava di un uomo, del denaro e del potere ALTRUI.

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Inviato il: 7/11/2010 16:48
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  •  astro7
      astro7
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#411
Mi sento vacillare
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Citazione:
E a te, donna che svendi la tua dignità e la tua essenza, oltre che il tuo corpo, auguro che le gratificazioni materiali che riceverai dal potente di turno durino più del tempo di un soffio e possano compensare il senso di squallore e il dolore lacerante che proverai quando presto o tardi, inevitabilmente, ti sveglierai da questo lungo torpore e, guardandoti allo specchio, farai i conti con la parte più intima di te stessa e ti sentirai morire.


Come non darti ragione, Redna....
Anche se , se permetti, io a questo giro me ne tiro fuori... e non per una questione di élitarismo, ma di dignità e orgoglio. Per me stessa.

E' vero, se non ci opponiamo a questo pattume - nemmeno a voce- lasceremo che gli altri possano tranquillamente affermare che in fondo ci sta bene così....che lo accettiamo.
Trascorro i miei giorni arrabattandomi alla meglio tra mille difficoltà, cercando di evitare di scendere a compromessi , per così dire, di tipo "costumistico" e mi costa assai. Perchè la strada che ho scelto - e come me anche tante altre donne- è quella più difficile. Ma anche la più onesta. Se non altro, non devo dire grazie a nessuno.

Oggigiorno però è innegabile che tv e giornali sono ridotti a dei meri necrologi , mentre a tutto il resto ci pensa la farsa del teatrino dei commedianti messo in atto dai nostri politici , lasciando allegramente la possibilità al "sistema" di usarci a proprio uso e consumo.
Ma noi ne facciamo parte, volenti o nolenti. E quando è il caso , dobbiamo avere il coraggio di dire Basta.
Inviato il: 7/11/2010 18:04
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  •  astro7
      astro7
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#412
Mi sento vacillare
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Citazione:

Calvero ha scritto:
La domanda che personalmente e intimamente mi pongo; la domanda che fa stringere alla gola la mia coscienza di essere umano, è questa:

Ma io che sento l'aborto come una cosa profondamente terribile e tragica nei confronti della mia coscienza, io che farei tutto ciò che le mie capacità di pensiero possano fare per evitarlo (e non imponendolo) a una compagna, a un amica, a una sorella: sono realmente incoerente se nella stessa misura reputo ingiusto condannare una donna per omicidio?


La domanda che ti poni, Calvero, è legittima...e non è incoerente.

Non ti senti di condannarla poichè la scelta è stata presa nella sofferenza, in qualsiasi senso essa l'abbia presa.
E perchè le motivazioni che hanno portato a scegliere non sono univoche, nè prese per convenzione sociale. La scelta è intimamente personale. Ed è la più terribile che una donna possa mai trovarsi a prendere.

Infine, in tal senso , sono fantastiche le parole di Redna nel post n°399
Inviato il: 7/11/2010 18:14
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  •  Carmine
      Carmine
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#413
Ho qualche dubbio
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Come al solito è il mai abbastanza maledetto intellettualismo elevato a sistema di conoscenza il nemico più subdolo, la trappola vera di questi tempi disastrati: già di per sé intelligenza alla deriva, è per di più in troppi casi sostenuto da processi analitici semplicistici ed approssimativi. Suo inevitabile prodotto sono conclusioni tra le più stupide ed aberranti che sia dato di sentire, con l’apparenza però della scrupolosità e della correttezza. Per cui tocca leggere assimilazioni, superficiali al limite dell’idiozia, tra l’uccisione di un nemico e la soppressione in utero della propria prole, senza il manifestarsi del benché minimo sentore che le due situazioni siano irriducibilmente opposte, che implichino dinamiche interiori antitetiche; senza il minimo segno che sussista una qualsiasi coscienza delle nozione di identità soggettiva, individuale e allargata, e che in quest’ultima è naturalmente integrata la prole, a partire dal suo concepimento; senza mostrare di comprendere neanche un minimo che il termine “umanità” non implica affatto i soli buoni sentimenti ma implica costituzionalmente sentimenti forti, nel bene e nel male, specialmente riguardo ad alcuni questioni fondamentali; e che tali sentimenti non solo fanno parte ma sostanziano l’essenza dell’individuo, che sono elemento strutturale della sua identità; senza capire che la ridicola ragionevolezza, oggi tanto amata anzi venerata, è destinata ad essere per l’eternità uno strumento superficiale, una risorsa soltanto accessoria dell’essere umano, perché del tutto distante dalla sua natura essenziale. Senza afferrare che l’odierna presunta aumentata sensibilità su base geografica (Dio, che ridere...) è soltanto il frutto di una autocensura, di un estraniamento da sé stessi, di una rimozione forzosa delle dinamiche umane più profonde e autentiche attuata nel nome di una concezione ragionieristica dell’uomo, che, in forza delle sue analisi contabili dei costi e ricavi pratici e dei suoi giudizi di maggiore o minore politically correctness, pretende di rettificare la natura umana nelle sue motivazioni e nelle sue manifestazioni. Non c’è proprio niente di sorprendente che una visione dell’essere umano così anti-vitale alla fonte sposi e legittimi con tale facilità la causa dell’aborto. Niente di sorprendente, anzi perfetta consequenzialità.
Inviato il: 7/11/2010 23:36
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  •  Calvero
      Calvero
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#414
Sono certo di non sapere
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Citazione:

Carmine ha scritto:
Come al solito è il mai abbastanza maledetto intellettualismo elevato a sistema di conoscenza il nemico più subdolo, la trappola vera di questi tempi disastrati:


verissimo, come sofisma - of course

infatti l'unico esercizio intellettuale di chi ha una posizione diversa dalla tua, è solo quello di comunicare attraverso un Forum, pratica che richiede una determinata ricerca dialettica per individuare il mondo di una donna/madre e non certo per camuffarlo di morale o ideali che non gli appartengono e che tu vorresti far credere che qualcuno glieli stia appioppando. Ti piacerebbe eh... ammettilo dai

Citazione:

già di per sé intelligenza alla deriva,


L'intelligenza non può andare alla deriva, a meno che tu non ci stia parlando di qualche patologia psichiatrica.. Questo, visto che vuoi fare il precisino. Ergo non sparare alla carlona le tue rivelazioni moralistiche trasmutatesi (processo alchemico ben noto nel medioevo) in "scienza".

Citazione:

è per di più in troppi casi sostenuto da processi analitici semplicistici ed approssimativi. Suo inevitabile prodotto sono conclusioni tra le più stupide ed aberranti che sia dato di sentire, con l’apparenza però della scrupolosità e della correttezza.


Questa sarebbe un ottima conclusione se riuscissi, anche minimamente, a dimostrare cosa vi sia di così stupido e aberrante mascherato da scrupolosità e correttezza. Credo che stai confondendo il tuo giudizio etico, con le argomentazioni scese in campo.

Citazione:

Per cui tocca leggere assimilazioni, superficiali al limite dell’idiozia,


al limite dell'idiozia c'è la tua prosopopea

Citazione:
tra l’uccisione di un nemico e la soppressione in utero della propria prole, senza il manifestarsi del benché minimo sentore che le due situazioni siano irriducibilmente opposte, che implichino dinamiche interiori antitetiche;


chi era che faceva intellettualismi?? ma parla in stampatello ...

Citazione:

senza il minimo segno che sussista una qualsiasi coscienza delle nozione di identità soggettiva, individuale e allargata, e che in quest’ultima è naturalmente integrata la prole, a partire dal suo concepimento; senza mostrare di comprendere neanche un minimo che il termine “umanità” non implica affatto i soli buoni sentimenti ma implica costituzionalmente sentimenti forti, nel bene e nel male, specialmente riguardo ad alcuni questioni fondamentali; e che tali sentimenti non solo fanno parte ma sostanziano l’essenza dell’individuo, che sono elemento strutturale della sua identità; senza capire che la ridicola ragionevolezza, oggi tanto amata anzi venerata, è destinata ad essere per l’eternità uno strumento superficiale, una risorsa soltanto accessoria dell’essere umano, perché del tutto distante dalla sua natura essenziale.



.... e anche maiuscolo, già che ci sei.

Citazione:

Senza afferrare che l’odierna presunta aumentata sensibilità su base geografica (Dio, che ridere...) è soltanto il frutto di una autocensura, di un estraniamento da sé stessi, di una rimozione forzosa delle dinamiche umane più profonde e autentiche attuata nel nome di una concezione ragionieristica dell’uomo, che, in forza delle sue analisi contabili dei costi e ricavi pratici e dei suoi giudizi di maggiore o minore politically correctness, pretende di rettificare la natura umana nelle sue motivazioni e nelle sue manifestazioni.


Ma sei serio?

Citazione:

Non c’è proprio niente di sorprendente che una visione dell’essere umano così anti-vitale alla fonte sposi e legittimi con tale facilità la causa dell’aborto. Niente di sorprendente, anzi perfetta consequenzialità.


mmhhhh

tu scrivi, ripetiamolo:

con tale facilità

.... ma potevi dirlo subito! Caspita! ora è chiaro .... non hai seguito quello che si sta dicendo. Ritenta.
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Misti mi morr Z - 283 - Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno
Inviato il: 8/11/2010 4:14
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#415
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Redna ha scritto:

Quello che (vedo in molti qui...ma non tutti) non siete ancora arrivati a capire è che il tenersi un figlio è direttamente proporzionale (per una donna) a tenersi un uomo.



Scusa, ma non sono sicuro di aver capito. Non sono pochissime le donne che vorrebbero avere figli anche se non hanno un rapporto stabile con un partner.

Era quello il senso?

Citazione:

L'affetto (non esiste nessuna legge per questo) è l'unico collante che dovrebbe esistere fra un uomo e una donna e conseguentemente per un figlio (e non importa se è desiderato o meno).


Molto vero.

Citazione:

Quello che di cui discutete si basa se fare coercizioni su di una donna perchè si tenga un figlio e basta.


Beh, redna, non è proprio-proprio così.

Le posizioni sono abbastanza diversificate.

Da chi sostiene la tesi che la donna sia l'unica la cui volontà debba contare a chi chiede (come me) che si tenga conto anche (sottolineo questo “anche”) di quella del padre e di chi nega la facoltà di abortire.

Non sono posizioni vicine tra loro, anzi.... e quasi nessuna parla di coercizioni, a parte l'ultima delle tre tesi.

Citazione:

Pertanto continuando a ragionare in questa maniera si comprende che la fecondazione assistita la ritenete giusta. Basta far figli, non importa in che modo.


Io non sono così categorico come tu immagini, però effettivamente ritengo che un divieto sia sempre da evitare, se appena sia possibile, per cui, perché negare a una donna, a una coppia, questa opportunità?

Citazione:

E' ovvio che qualcuno che è cattolico la pensi così altrimenti non si battezzerebbero più bambini considerato che gli stranieri di altre fedi sono sempre più in italia.


Questo non lo so. E' possibile.



Io vorrei chiarirla bene una cosa:

IO NON PRETENDO CHE SIA L'UOMO A DECIDERE, ma riterrei giusto che l'uomo non sia escluso dalla decisione, come avviene ora e che la sua volontà venga presa in considerazione, visto che:
a) lui è il padre del nascituro;
b) lui ha delle responsabilità nel concepimento;
c) lui avrà degli obblighi "e delle responsabilità" (editato successivamente) A VITA verso quel figlio.

E' ovvio che la volontà della donna sia preminente, visto che i primi mesi si svolgeranno nella SUA pancia! Ma sono mesi.... che dire di tutti GLI ANNI che seguiranno per i quali il padre avrà tutta una serie di obblighi?

Citazione:

La società che ha fatto leggi in tal proposito non ha tenuto conto di nulla ma solo dell'evidenza del fatto che una donna è un tutt'uno col figlio e quindi la decisione di abortire è ovvio che spetta a lei.

La legge e gli uomini non vedono che l'inizio della vita deriva da un uomo e che quindi spetterebbe a lui decidere. Che gli uomini non vedano questo è del tutto impossibile e quindi è chiaro che, con la solita svolazzata di irresponsabiltà, la legge getta sulle spalle della donna la vita del nascituro ed è chiaro che lo fa per tener fuori dalle sue risponsabilità, qualsiasi maschio.


Ma quindi tu stai dicendo che l'uomo dovrebbe partecipare alla scelta se abortire?

Ho capito bene?

Citazione:

Ora che qualcuno sia qui a parlare del povero feto che viene abortito è ridicolo quando non chiedono (i maschi) le loro responsabilità su questo per legge.
Vorrei vedere una bella legge in cui dice che un uomo si prende QUALSIASI responsabilità di quello che ne deriva OGNI volta che copula e allora si che comincerebbe la parità.


In che senso? Potresti fare qualche esempio?
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Inviato il: 8/11/2010 8:40
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#416
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Pispax ha scritto:

Da un punto di vista dialettico la sua posizione è talmente tanto pessima che non vale neppure la pena di leggere i suoi interventi con la stessa attenzione che si presta alle notizie di gossip.



Finalmente risulta chiaro che hai preso il 3d per un esercizio dialettico (evidentemente ne hai bisogno e consiglierei di cominciare dall' A-B-C, .... magari dal verbo essere ed avere prendendo spunto dalle notizie di gossip, tanto per cominciare in maniera soft più consona ai tuoi interessi ), non accorgendoti che l'esercizio di cui più hai bisogno è l'argomentazione logica razionale (sicuramente ne hai tanto bisogno ).
Argomentare razionalmente non è mai stata una tua priorità e nemmeno ti sforzi di voler imparare dalle lezioni altrui.
Non fare l'offeso e l'indignato perchè ho stigmatizzato validamente tutte le tue contraddizioni ( Che fanno a pugni con la logica ).. un pò di umiltà non ti farebbe male ammettendo che è questo il vero motivo della tua stizza.
Inviato il: 8/11/2010 9:07
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#417
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Makk ha scritto:
Citazione:

Notturno ha scritto:
Tutto il mio post era un insieme di domande che erano direttamente discendenti dal precedente post di Calvero.

E su quella concatenazione di domande sono intervenuto.

Il pensiero di calvero (quello che hai quotato) mi trova sostanzialmente d'accordo.
Non avrei usato "proprietà". E' un termine che si presta a essere mal compreso e recepito in senso giuridico-negoziale (cosa che tu hai fatto) e in quel senso preferisco "tutela".
E non avrei collegato il rapporto di dipendenza madre-feto con il diritto di scelta (si tratta di un fardello molto più che un diritto).
Ma alla fine si tratta di esprimersi male o rinunciare ad esprimersi.
Come ho già detto, è abbastanza sterile cercare di spiegarsi quando non c'è intento di capirsi.

La materia è (come minimo) scivolosa.
Il fatto di "oggetto/soggetto" ne è una dimostrazione: calvero dice
"E' una sua proprietà. E' un dato oggettivo."
E tu parti con le tue riflessioni sul concetto giuridico-filosofico di soggetto, come opposto a oggetto.
Ma il "dato oggettivo" di Calvero non aveva quell'intento: vuol semplicemente dire "è una cosa evidente, connaturata".


Questo perché hai letto male e perché io non ho saputo esprimermi bene.

Con i contrapposti concetti di "soggetto-oggetto" io distinguo tra ciò che si può possedere e ciò che non può essere posseduto.

Un uomo non può essere proprietà di un altro, perché è un soggetto.

Un oggetto, invece, si.

Citazione:

Citazione:
E poi, perché pensi che io rifiuti il concetto di "potenzialmente umano"?
L'ho detto più di una volta che a me sembra il concetto più plausibile e accettabile.

Se tu lo accettassi davvero non avresti l'ansia di decidere il confine esatto fra umano e non-umano. Se davvero accettassi il concetto di potenzialità ti sarebbe evidente come rende nebulosi i confini.


Accettabile e plausibile non sono sinonimo di certezza assoluta.

Ho detto e ripeto che né tu né io abbiamo conoscenze specifiche che ci consentano di avere delle certezze.

E' per questo che MI SEMBRA che il concetto di potenzialità sia il migliore possibile.

Ma è così difficile da capire?

Citazione:

L'esigenza di decidere il confine esatto ha (un qualche straccio di) senso quando si tratta di creare la legge in materia: la legge burocratizza tutto e ha bisogno di sterillizzare, dissezionare, catalogare.
Ma visto che non devi riscrivere la 194 che senso ha voler fare la stessa operazione?


Forse perché ne stiamo discutendo?

Forse è questo il motivo per cui ne parliamo?


Citazione:

Il dubbio umano/non-umano (o fra essere-umano/non-ancora-essere-umano) serve solo se hai la necessità della categorizzazione positivistica, che a sua volta è figlia del desiderio di "smontare il problema".
Se manca (o è aleatoria) la categorizzazione, ecco che ti senti impossibilitato all'approccio razionale, come dici qua:
Citazione:
Non ne ho la certezza, quello è vero.
Perché in questo campo non ho certezza su molte cose che ritengo essenziali: cos'è la Vita, quando inizia (nel feto), quando finisce (nel moribondo).
Senza quelle certezze ho grosse difficoltà a giudicare.

Come ho detto nel topic sulla ragione, la razionalità è solo UNO dei possibili attrezzi coi quali affrontiamo la realtà, ci sono approcci con modelli razionali alternativi e approcci che della razionalità fanno del tutto a meno.


Tu dici?

Può anche essere, ma in quel caso quei tipi di approccio non potranno essere veicolati dalla logica e dalla ragione, come tu stesso stai tentando di fare ora.

La razionalità e la logica si avvalgono della parola (guarda un po' il "logos" greco che scherzi ti tira...).

I diversi approcci di cui parli, invece, si avvalgono di scelte iniziali (da cui poi tutto dipende) che vedono la logica e la razionalità del tutto assenti.

Sicché perché cercarne una logica? Sono diversi. Sono perfetti da portare in chiesa o in un tempio o in una riunione di adepti o in un circolo mistico o in un'assemblea fideistica, in un altro modo, ma non qui dove i nostri stessi discorsi funzionano e valgono perché LOGICI, fondati sulla logica, portatori di logica e misurati dalla logica.

E' illogico escludere la logica dal logos.

Citazione:

Non capisco come fai ad ammettere il concetto di "potenzialità" (con la sua carica intrinseca di indeterminatezza) e contemporaneamente a pretendere di ragionare per esattezza positivistica. A che serve?
Che poi tu ammetta "non ho certezze" non ti assolve dal dovere di fare lo step successivo e chiederti: "visto che non ci sono certezze e che quindi l'approccio razionale è destinato al fallimento, quale altro approccio voglio tentare?"


Forse perché quello che tu chiami fallimento è comunque un risultato? E di sicuro un risultato meno apodittico, fideistico e mistico di quello che proponi?

Sei libero di seguire le tue strade e di compiere le tue scelte, anche se diverse dalle mie.

Ma perché, di grazia, vuoi per forza affibbiarle a me?

Citazione:

Citazione:
Tu sei convinto di averne [certezze]

Cortesemenrte, non mi attribuire le *tue* ansie di verità giuridica o scientificamente riscontrabile.
Più che altro so per certo che la sola razionalità mi risolverà pochi dubbi, su un tema come questo.
Questa è una certezza, ma non del tipo positivistico che piacerebbe a te.


E' comunque una certezza. E io che avevo detto?

Sicuro che mi leggi?

E, visto che tu stesso hai riportato la mia frase, sei sicuro che TI leggi?

Citazione:

Posso mettere a disposizione quello che ne capisco io della materia. Dopodiché quello che dico verrà analizzato, disassemblato, distorto, e rivomitato per fargli dire, se non il contrario, una cosa molto diversa
(come l'esempio di prima in cui "è una cosa oggettiva" di Calvero diventa una dissezione dell'evoluzione del concetto di oggetto/soggetto).
Abbastanzia noioso come esito e quindi inutile in primo luogo da parte mia scrivere in merito.
Ed ecco un'altra certezza non discendente da razionalità: l'avevo detto dal mio 1° intervento che era inutile il tentare il dialogo. Come lo sapevo?


Come lo sapevi?

Io ho alcune ipotesi di lavoro.

1) Tu sei unto dal Signore.
2) Tu sei dotato di poteri extrasensoriali.
3) Tu sei troppo intelligente per non capire certe cose.

Tra l'altro, tutta questa tua convinzione non ti ha impedito di proseguire un dialogo che tu stesso ritieni e ribadisci essere inutile.

Beh.... che dire.... complimenti per come usi il tuo tempo.
Citazione:

Citazione:
Peraltro, dici manifestamente una cosa assurda quando affermi: Il feto non è un oggetto né un soggetto. E' un tutt'uno con la madre.
Son convinto che non ci riesci a vedere una logica.
Eppure è davanti ai tuoi occhi: vuoi separare concettualmente la categoria "donna" da quella "feto", non riesci a concepire che si tratti di un'unità indivisibile, che la realtà dice che finché il bambino non sarà staccato dal cordone e non farà il primo respiro, quei due cuori non saranno due cose diverse. Che sensa ho cercare di negare quella realtà?


Ti ho fatto una serie di esempi di comportamenti del feto, ma li hai un tantinello ignorati.

Il feto si muove autonomamente.

Il feto sorride.

Il feto si succhia il pollice.

Il feto sogna.

Secondo te quel feto è ancora un tutt'uno con la madre?

E' ancora qualcosa di palesemente indistinguibile dalla madre?

E' ancora qualcosa di "non diverso" da essa?

Citazione:

In giro per le strade non vedi mai il soggetto "feto" separato dalla donna che lo porta in grembo. Puoi riscontrare solo il soggetto "puerpera". Tu alla realtà dell'essere incinta preferisci il costrutto dei due oggetti separati che esiste solo nell'astratto (giuridico o bioetico) e sarei io il mistico? Minchia: quello che vede "cose che non ci sono" sei tu...


Scusa, ma non me la sento di rispondere..... è semplicemente infantile questo discorso.

Citazione:

E quanto al "manifestamente assurdo", cos'è più manifesto:
- io che vedo una donna incinta e dico "è una donna incinta" (indivisibile dal feto)
- o tu che vedi una donna incinta e cominci ad elaborare "se è incinta da meno di x giorni allora sono due oggetti separati di cui uno è soggetto e umano e l'altro non è ancora umano né ancora soggetto, ma il secondo è potenzialmente umano anche se non so esattamente cosa comporta la potenzialità... mentre se sono più di x giorni allora sono senz'altro due soggetti separati e distinti, e su tutto non so neppure a quanto corrisponde X giorni"


ut supra

Citazione:

Se giuridicamente c'è stata la necessità di separare i due la donna dall'embrione, tu che non sei un giudice né un medico che deve seguire l'iter delle IVG, che necessità hai di applicare la stessa artificiale separazione (separazione che per giunta neanche porti a termine perché "non hai certezze")?


Per come la vedo io si.

Per come la vedo io, esiste un nobilissimo obbligo interiore a RICERCARE, a tentare di capire le cose e a individuarne le regole.

Ma una cosa è l'obbligo a cercare, altra cosa è sentirsi in obbligo di dare una risposta certa.

Sono due approcci profondamente differenti.

Chi sa di non sapere abbastanza non si sente limitato. Non sente il desiderio incontenibile di dare una risposta anche a costo di inventarsene una, come fa la religione.

Chi sa di non sapere abbastanza continua a cercare.

E nel frattempo si astiene dal dare risposte certe.

Citazione:

Io dico (ennesima ripetizione) che hai bisogno di codificare il fenomeno della maternità per ritagliartici dentro una possibilità di "dire la tua", di mettere un veto, conquistare una possibilità di essere protagonista garantito dalla legge, dalla "razionalità scientifica", dall'etica o da qualscos'altro.


E dillo. Fai benissimo a dirlo. Chi te lo vieta.

Citazione:

Non hai nessunissimo bisogno di accampare diritti sul nascituro, di separarlo dalla madre, di tentare di dimostrare che la legge, la razionalità, l'etica, o altro, dovrebbero intervenire per garantire il tuo ruolo.
Devi umilmente accontentarti di vivere quel ruolo da miglior attore non protagonista, senza fare cazzate, senza (per una volta) voler prendere il timone e *soprattutto* senza il paracadute della legge, della razionalità, dell'etica o d'altro.


Quindi, sarò padre se qualcuno lo vorrà.

Sarò calato nelle mie responsabilità se qualcuno lo vorrà.

Sarò insegnante, accudiente, rifugio, difesa, risorsa economica, pedagogica e tutto questo per tutto il resto della mia vita.

Ma solo se qualcuno lo vorrà.

Perfetto. Fila benissimo.

Citazione:

Citazione:
Mi dispiace, ma non me la sento di accedere a questa interpretazione.

Lo so e lo sapevo dal 1° post che ho fatto qui dentro



Che, dunque, ha manifestato la sua utilità.

Ut supra.
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Inviato il: 8/11/2010 9:15
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#418
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Notturno ha scritto:

Ti ho fatto una serie di esempi di comportamenti del feto, ma li hai un tantinello ignorati.

Il feto si muove autonomamente.

Il feto sorride.

Il feto si succhia il pollice.

Il feto sogna.

Secondo te quel feto è ancora un tutt'uno con la madre?

E' ancora qualcosa di palesemente indistinguibile dalla madre?

E' ancora qualcosa di "non diverso" da essa?




Come si sta orientando la giurisdizione nel stabilire responsabilità civile e penale con relativi risarcimenti quando è coinvolta la madre con il figlio in grembo ?
Il bambino in grembo ( UN ESSERE UMANO SIN DAL CONCEPIMENTO ) viene considerato come un soggetto di diritto proprio.




Tale sentenza cozza giuridicamente logicamante umanamente contro il diritto all'aborto voluto da mamme sciagurate, deviate quasi sempre da un "femminismo" che le ha fatte diventare delle teste di cazzo omicide.
Per la cronaca chiunque uccida volutamente un'altra persona è un omicida.


http://www.assicurazioneok.it/sentenze.html#sentenza1

IL NASCITURO HA DIRITTO AL RISARCIMENTO

La sentenza n° 11625, depositata il 13 novembre 2000, della Quarta Sezione penale della Cassazione ha affermato il diritto al risarcimento del nascituro. Il bambino non ancora nato, ma già concepito al momento in cui si è verificato il danno, è personalmente titolare del diritto all'indennizzo del danno. Viene così riconosciuto il diritto del piccolo a stare in giudizio, anche se al momento dei fatti non era ancora stato partorito, ed oltre al risarcimento del danno patrimoniale, non avendo egli potuto avere dalla nascita il sostegno economico del genitore, viene riconosciuto anche a quello non patrimoniale per la perdita affettiva subita. Con questa sentenza vengono ampliati i diritti del nascituro, allargandoli oltre al diritto alla salute anche a quelli della protezione della persona in generale



Pispax.. hai ancora voglia di spiegazioni sul fatto che fin dal concepimento il bambino è titolare di diritti ? Anche per i dotti del diritto si è esseri umani sin dal concepimento. Vuoi che ti spieghi cosa significhi concepire un bambino ? Ti faccio i disegnini ?


Pispax, spero che stavolta tu abbia nessuna voglia di dare aria alle trombe della propaganda contro i grandi dotti del diritto.
Saresti senza speranza, un caso umano da portare al Costanzo Show..
Inviato il: 8/11/2010 10:03
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#419
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mangog ha scritto:


Come si sta orientando al giurisdizione nel stabilire responsabilità civile e penale ....


Forse parlavi della giurisprudenza.....

La giurisdizione è un'altra cosa...
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Inviato il: 8/11/2010 10:24
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#420
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Notturno ha scritto:
Citazione:

mangog ha scritto:


Come si sta orientando al giurisdizione nel stabilire responsabilità civile e penale ....


Forse parlavi della giurisprudenza.....

La giurisdizione è un'altra cosa...


In senso soggettivo è l'insieme degli organi che esercitano tale funzione, cioè i giudici.


Mi era sfuggita questa perla

Citazione:


stabilire dove l'embrione diventa bambino è un processo artificioso, ma di carattere scientifico.
le leggi vigenti hanno risposto con un orientamento in tal senso, che è stato poi tradotto in norma in modo prudenziale



Di aritificioso nello sviluppo N-A-T-U-R-A-L-E- di un bambino cosa vedi ?
Inviato il: 8/11/2010 10:40
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