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  Aborto...ma dov'è la ragione?

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Autore Discussione
  •  Makk
      Makk
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#151
Mi sento vacillare
Iscritto il: 9/12/2009
Da
Messaggi: 933
Offline
Citazione:

Calvero ha scritto:
Ancora di più servirebbe il contributo di qualche donna in questo Topic

... che è stato aperto col preciso scopo di mettersi su un piedistallo morale dal quale giudicare 'gli assassini' e "costringerli a venire allo scoperto", autodenunciantisi.

Diciamo che, dato che Torquemada ispira le premesse e che le donne erano le sue vittime preferite, mi sembra quanto meno intelligente da parte delle donne non intervenire.
Per le donne si tratta di un'operazione paragonabile al "don't feed the trolls".

Le donne sanno benissimo che il maschio medio non può apportare alcun contributo a una discussione di questo tipo. In realtà esso non sa proprio di che si parla. Sa solo che gli viene sottratto il controllo sulla generazione. Come sempre, chi ha il potere non lo vuole mollare e troverà 100.000 arzigogoli per giustificarsi.

Sanno benissimo che parlare è desolantemente inutile. Infatti sono uscite dall'ombra giusto il tempo necessario per votarsi la scelta dell'aborto e con numeri che hanno sorpreso chiesa e maschi in generale (= le donne cattoliche hanno votato in massa pro-aborto, le percentuali del referendum non lasciavano dubbi in proposito).

Ancora oggi negli ambienti ecclesiali sanno benissimo (e lo dicono) che un referendum sarebbe perso in partenza, sia contro l'aborto che contro il divorzio. Ecco perché vogliono un intervento legislativo e una serie di schifosi trucchi che aggirino il ricorso al confronto popolare. [l'ultima bastardata è che vorrebbero mettere i consultori in mano a organizzazioni "private" e certificate come moralità... qualcuno ha detto "religiose"?]

E così devono fare le donne su questo tema: fottersene dei maschi e aspettare il prossimo confronto concreto.
Confronto che potrà essere solo su un piano binario: aborto SI/NO

Perché è così che la vede la controparte. Le sfumature non appartengono ai bigotti, agli arroganti e ai manichei. Quindi inutile partecipare a un dialogo che è tale solo in teoria e non negli intenti.
Inviato il: 29/10/2010 19:26
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  •  Notturno
      Notturno
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#152
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 21/8/2008
Da
Messaggi: 1920
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Citazione:

Se io non trovo riscontri validi a farmi comprendere che non sarebbe "cosa sua" ... io, come uomo, non mi sento di condannarla ... quando poi quell'ipotetica forza maggiore l'ha COSTRETTA (con violenza psicologica e fisica) ad accogliere lo SPERMA nel suo utero che lei MAI avrebbe voluto scorresse nella sua VAGINA e andasse a "manipolare" profondamente la sua condizione biologica, psicologica e di Vita.


Calvero, la tua considerazione avvicinerebbe tantissimo la legittimazione della vendetta.

Aver subito violenza è un'ingiustizia feroce e massacrante per quella donna!

Lo Stato, ENORMEMENTE piu' potente di ogni singolo cittadino (fatto salvo il Nano), dovrebbe intervenire e fare tutto quel che va fatto per assisterla e supportarla in tutto.

Detto questo, però, perché la violenza subita dovrebbe rendere lecito un omicidio?
(SE di omicidio si trattasse)

Continuo a non capirlo...

Sicuramente per colpa mia.
_________________
Rende Encomiabili Dire No A
Religiosi Orpelli. Mentire Provoca Eccidii.
(Stefano Bartezzaghi)
Inviato il: 29/10/2010 19:29
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  •  Calvero
      Calvero
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#153
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 4/6/2007
Da Fleed / Umon
Messaggi: 13165
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Grazie per il tuo intervento MAKK

edit

... l'ho trovato illuminante. Io vorrei avere certezze per questo tema, ma non le trovo per una ragione a prescindere .. tu invece? puoi anche evitare di dirmi quale, ma ce l'hai?

Sono solamente certo (e non riguarda di dove sia la Ragione Etica a prescindere) che la donna viene messa in disparte in nome di una vita che porta nel suo grembo - di cui non vedo prove scientifiche e filosofiche che mi possano far dire di poterla condannare come una criminale, se rifiuta di accettarla in sé..

spero di essermi spiegato
_________________
Misti mi morr Z - 283 - Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno
Inviato il: 29/10/2010 19:32
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  •  Calvero
      Calvero
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#154
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 4/6/2007
Da Fleed / Umon
Messaggi: 13165
Offline
Citazione:


Calvero, la tua considerazione avvicinerebbe tantissimo la legittimazione della vendetta.


Sei tu che ci vedi una moralità in questa cosa. Cosa che RED ha cercato di spiegare a più riprese, ma pare che non è stato compreso.

Perché "vendetta" scusa?? neanche di striscio invece. Lei potrebbe reclamare il SUO diritto alla vita come meglio preferisce gestirla e questo, ipoteticamente in una vicenda tragica violenta e delittuosa, non può arrogarci il diritto di condannarla.

E ancora di più se nessuno ancora, pare, riesce a dimostrare che non sia "cosa sua".

Tu vorresti un figlio da tuo zio quando sei ancora minorenne? rispondi
_________________
Misti mi morr Z - 283 - Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno
Inviato il: 29/10/2010 19:38
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  •  benitoche
      benitoche
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#155
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 30/9/2006
Da
Messaggi: 1941
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@Makk

Come ti permetti?
Vuoi sapere la mia vera ragione?
Leggi e cerca di comprendere se ne sei capace
Calvero,ti lancio una cima spero tu la prenda


1. L'aborto volontario è inserito nella bioetica in maniera del tutto particolare.

Da una parte il moralista religioso ritiene, senza discussione, che l'aborto volontario sia un omicidio e quindi un'offesa al diritto alla vita di un essere umano tanto che la Chiesa cattolica applica la scomunica a tutti coloro che praticano l'aborto anche in una società in cui sia disciplinato da una legge. Dall'altra la cultura laica e radicale segue il principio della libertà della donna-madre o di entrambi i genitori di decidere responsabilmente il rifiuto della gravidanza per mezzo dell'aborto.

Tra questi due respingenti inconciliabili è chiamata ad inserirsi la legge con l'intento di tutelare sia il diritto alla vita sia il diritto alla libertà individuale di una scelta.

Di fatto, l'opposizione dei due diritti non è risolta neppure dalla legge poiché, sostenendo con la forza della legge soltanto il diritto alla vita, viene meno il diritto alla libertà e sostenendo con la forza della legge il diritto alla libertà si elimina il diritto alla vita. Senza inoltre tener conto delle "trappole" ideologiche tipiche della democrazia quando è intesa esclusivamente come un serbatoio di diritti da tutelare.

Una di queste "trappole" scatta, proprio nei confronti della legge abortista attraverso il diritto all'obiezione di coscienza del medico che dovrebbe eseguire l'aborto legale, con il risultato che o la legge è vanificata dal diritto all'obiezione o quest'ultimo deve essere necessariamente ed illecitamente censurato per non ostacolare un altro diritto secondo legge.

Questo accade perché i concetti di moralità, diritto e legge, mentre interagiscono in pratica con la libertà individuale, non consentono di comprenderne il reale valore per l'evoluzione dell'anima umana e quindi per l'azione cosciente e responsabile che ne costituisce l'essenza.

Ciò significa che l'atto morale è essenzialmente un atto individuale, che può essere anche un atto legale, ma che non s’identifica con lui né può essere sollecitato da una legge o dal riconoscimento di un diritto.

Sebbene la legge ed il diritto siano espressione di una ricerca ed una pratica della morale sociale, quindi della morale collettiva necessaria per la convivenza in una cosiddetta società civile, non significa che moralità, diritto e legge coincidano sempre in modo giusto e salutare nel rapporto tra l’individuo e la società.

Quest’affermazione è valida per qualsiasi evento della vita umana, benché esistano circostanze nelle quali quanto afferma il moralista o quanto afferma la legge sembrano cedere ad ulteriori responsabilità apparentemente oggettive.

È quanto si verifica con l'opportunità medica di procedere all'aborto quando siano evidenziabili, nel corso della gravidanza, alcune gravi malformazioni embrionali o fetali.

Sembra inevitabile che in questi casi la scienza medica assuma un ruolo particolarmente suggestivo nel proporre l'ovvietà dell'aborto, sebbene non sia per nulla sufficiente per risolvere il problema morale della madre, apparentemente costretta dagli eventi alla soppressione di una vita, sia pure per salvare la propria legittima incapacità ad accettare che venga alla luce un figlio con gravi anomalie.

Pertanto l'aborto volontario, sia per giustificata proposta medica o per libero arbitrio protetto da una legge, elude la possibilità di affrontare e risolvere la tensione morale che l’accompagna mediante un atto individuale realmente libero.

Secondo il giudizio che sottende la sua manifestazione, l'aborto può essere perciò definito, paradossalmente, ma a buon diritto, come un crimine od un legale diritto ad una maternità responsabile.

2. Tutto ciò richiede un ampliamento dei limiti conoscitivi di quanto si nasconde dietro l’apparenza del concepimento per favorire una scelta morale che riguarda quest’importante evento.

Prima d'introdurre in quest’argomento quanto proviene dall'indagine spirituale, colgo l'occasione di offrire brevemente al lettore i risultati di un'acuta analisi filosofica-morale in tema di bioetica.

Si tratta della migliore riflessione che io abbia trovato nello studio della filosofia morale in generale e della bioetica in particolare, equidistante dagli imperativi categorici del moralista ecclesiastico e dalle libertarie ed egoistiche scelte individuali, sostenute o no dalle leggi e dal diritto.

Nell'ultimo paragrafo del suo libro "I fondamenti della bioetica" Francesco Bellino, dopo aver illustrato con la sua dottissima erudizione tutto quanto può essere analizzato in tema di filosofia morale, conclude il suo lavoro indicando la ragionevolezza come "la razionalità di cui l'uomo oggi nelle sue scelte ha bisogno. La ragionevolezza nasce dal confluire della vita della ragione con le ragioni della vita...Mentre la ragione oggettiva, intesa come assolutamente necessitante, crea il vuoto attorno a sé, negando tutto quanto non rientra nella lucidità astratta e formale del concetto e lasciando inappagato l'uomo nelle sue molteplici e vere esigenze, la ragionevolezza, invece, si colloca nella realtà vissuta e integrale della conoscenza, nell'insieme delle attività umane della persona." Infine, così l'Autore conclude con un'ulteriore definizione: "[...] La ragionevolezza è la razionalità teleologicamente umana, nel senso che rende la ragione ragione dell'uomo, per l'uomo al servizio di tutto l'uomo."(1)

Queste parole sono senza dubbio piene di fascino ed é senz'altro molto ragionevole condividerle.

Tuttavia la ragionevolezza, sebbene mostri di essere "al servizio di tutto l'uomo", non é sinonimo di saggezza e pertanto non c’è ancora un superamento delle pulsioni egoistiche delle brame più sottili ed inconscie, comprese quelle spirituali, né si fonda necessariamente sulla Verità dei fatti della vita individuale e sociale né tanto meno sulla moralità, sia laica sia religiosa.

Semmai una scelta ragionevole che tende a non soggiacere alle lusinghe del valore assoluto od a quelle del valore particolare della vita individuale o magari di entrambi dimostra quanto sia inutile discutere ragionevolmente di moralità.

È proprio la ragionevolezza a consentire quest’affermazione perché la ragione dell'uomo, per quanto amplificata ed estesa sui campi del possibile umano, non può condurre l'uomo al pensiero puro unico garante della Verità e quindi delle sorgenti della moralità.

Conduce invece gli uomini "con ragionevolezza" alla lotta di tutti contro tutti, ovvero alla giustificazione di ciascun essere umano davanti ai propri atti per i quali può sentirsi sospinto a lottare, per difenderli, contro ogni altra ragionevole giustificazione che si presenti di pari importanza ma di segno opposto alla propria.

Si può dunque "ragionevolmente" affermare che una guerra sia talvolta giusta e morale, o che sia giusto e morale per la scienza o per una donna incinta sopprimere un embrione od un feto, o che infine sia giusta e morale la vivisezione, per la ragionevolezza del medico scienziato che con questa ritiene di accrescere la salute dell'uomo.

Certamente un individuo potrà sentirsi anche soddisfatto delle proprie scelte morali "ragionevoli"; ma proprio per questo sentirà il costante bisogno di essere protetto da un diritto legale per non essere ostacolato in alcun modo nella sua personale ragionevole decisione.

Infatti, come sopra ho detto, può accadere che sorgano contrasti lesivi della libertà individuale tra un "ragionevole" medico obiettore di coscienza e una "ragionevole" donna che vuole abortire perché sa di avere in grembo un figlio deforme. Tra la "ragionevole" intenzione di porre termine con la buona morte alle sofferenze di un paziente senza speranza di vita e la "ragionevole" condanna del moralista in difesa del diritto alla vita senza alcuna limitazione.

Siamo pertanto tutti invitati a cercare un denominatore comune che giustifichi queste "ragionevoli" opposizioni, non certo attraverso un inedito precetto morale che vanifichi la ragionevolezza conquistata; ma attraverso la ricerca di una Verità che la ragione da sola non può svelare.

Soltanto ri-conoscendo la Verità indicata dalla Conoscenza e quindi conquistando la Saggezza, affiancata dall'Amore e dalla Temperanza, gli uomini potranno imparare a vivere responsabilmente e liberamente in reciproca comprensione, sviluppando nella propria anima l'essenza di un atto morale.

3. Con la meditazione occulta si può conoscere come ogni concepimento, derivato da un profondo atto d'amore o da uno stupro, realizzato all'interno di uno stabile e duraturo rapporto di coppia o di un fugace incontro, non è mai casuale, ma effetto di una precisa scelta operata nel mondo dello spirito nel periodo che divide una morte fisica dalla successiva esistenza terrena.

Quest’affermazione richiede che introduca nel contesto di questo lavoro alcune delle complesse nozioni che riguardano il karma.

Rimandando una seconda volta il lettore interessato alle opere di Steiner che trattano più dettagliatamente delle leggi karmiche(2), per il fine sopradetto citerò per esteso il passo di una conferenza di Rudolf Steiner che sinteticamente offre un'immagine abbastanza completa di quello che occorre sapere per avere un'idea essenziale, per quanto necessariamente incompleta, del karma.

"[...] A questo fine basterà, in un primo momento, sapere che cosa lo spirito rechi con sé, dalla vita fisica, nelle condizioni di esistenza soprasensibili, e che cosa ne riporti ai fini di una nuova incarnazione. Ne riporta i risultati delle esperienze fatte in vite precedenti, trasformati in qualità del proprio essere. Per apprezzare la portata di questo fatto, basta illustrarlo con un singolo esempio. Kant dice: "Due cose riempiono l'anima di una ammirazione sempre crescente: il cielo stellato sopra di noi, e la legge morale in me". Ora, ogni uomo che rifletta ammetterà senz'altro che il cielo stellato non può essere sorto dal nulla, ma che deve essersi formato gradualmente; e Kant stesso cercò di spiegare [...] l'origine e la formazione graduale di un cosmo. Ma analogamente non possiamo accettare senza spiegazioni il fatto dell'esistenza della legge morale: anche questa non può essere scaturita dal nulla. Nelle incarnazioni iniziali dell'uomo la legge morale non parlava nell'intimo suo alla stessa maniera come parlò in Kant. L'uomo primitivo agisce assolutamente in modo corrispondente alle sue brame; quindi egli porta con sé negli stati soprasensibili dell'esistenza le esperienze fatte agendo in quel modo, ed esse si trasformano in facoltà superiori. In un’ulteriore incarnazione non si esplicherà più in lui esclusivamente la mera bramosia, bensì questa sarà guidata ancora dagli effetti delle esperienze fatte in precedenza. E occorrono molte incarnazioni perché l'uomo, originariamente del tutto preda delle sue brame, opponga al proprio ambiente la legge purificata che Kant indica come oggetto di altrettanta ammirazione quanto il cielo stellato.

"[...] L'ambiente entro il quale l'uomo viene a nascere in una nuova incarnazione gli offre come suo destino i risultati delle proprie azioni compiute in passato. D'altra parte egli si presenta in quest’ambiente dotato delle facoltà da lui stesso elaborate, negli stati di esistenza soprasensibili, in base alle sue esperienze passate. Perciò le sue esperienze nel mondo fisico saranno in generale di grado tanto più elevato, quanto più spesso egli si sarà reincarnato o quanto maggiori saranno stati i suoi sforzi nelle sue precedenti incarnazioni. Con ciò il pellegrinaggio attraverso le incarnazioni diventa un’evoluzione ascendente. Il tesoro che le esperienze dell'uomo andranno raccogliendo entro il suo spirito si farà sempre più ricco, ed egli affronterà sempre più maturo il suo ambiente, il suo destino, divenendo in grado sempre maggiore padrone del destino. Infatti, dalle sue esperienze egli ricava proprio la facoltà di penetrare sempre meglio le leggi del mondo entro il quale tali esperienze si svolgono [....] In altre parole, lo spirito compie in modo sempre più cosciente ciò che prima compiva in uno stato d’ottusità. La costrizione da parte dell'ambiente diventa sempre minore, sempre di più lo spirito diventa capace di determinare se stesso. E lo spirito che determina se stesso in modo autonomo é lo spirito libero; un agire nella piena chiara luce della coscienza é un agire libero [...] La piena libertà dello spirito umano rappresenta l'ideale della sua evoluzione. Non si può chiedere se l'uomo sia libero o meno. I filosofi che pongono in questo modo il problema della libertà non potranno mai giungere a idee chiare in proposito; infatti, nel suo stato attuale, l’uomo non è libero né non-libero, ma si trova sulla via della libertà. Egli è in parte libero, in parte non è libero: è libero per quel tanto di conoscenza e coscienza dei nessi che reggono il mondo, che è riuscito ad acquistare. Il fatto che il nostro destino, il nostro karma ci si presenti sotto forma di un’incondizionata necessità, non rappresenta un ostacolo alla nostra libertà. Infatti, quando l'uomo agisce, esso prende contatto col destino con quel tanto d’indipendenza che ha saputo acquistarsi. Non è il destino che agisce, ma siamo noi ad agire in conformità alle leggi del destino.

"[...] Se accendo un fiammifero, il fuoco se ne sprigiona in conformità a leggi ben determinate, ma sono stato io a mettere in azione tali leggi. Analogamente, io non posso compiere un'azione se non conformemente alle leggi ben determinate del mio karma, come il fuoco continua ad agire secondo leggi determinate, dopo che io l'ho acceso.

"[...] Nel mondo fisico non è certo ingiustificato il parlare di <>; sarebbe altrettanto ingiustificato il volere cancellare la parola <>, ove si tratti esclusivamente della concatenazione degli eventi nel mondo fisico, quanto è perfettamente lecita l'affermazione che <>, ove si considerino tutti i mondi esistenti. Infatti, nel mondo fisico il caso si origina perché in questo mondo gli eventi si svolgono nello spazio sensibile e perché, svolgendosi in tale spazio, soggiacciono alle leggi che gli sono proprie. Ma può avvenire che nello spazio coincidano esteriormente cose che intrinsecamente non hanno alcun rapporto reciproco [...] Sono eventi che appunto troveranno il loro pareggio karmico in avvenire [...] Ma solo l'esame di un singolo caso può permettere di stabilire se un determinato evento della vita di qualcuno sia l'effetto del suo passato karmico, oppure la causa di un avvenire karmico. E ciò non può essere accertato per mezzo dell'intelletto abituato a rivolgersi al mondo fisico, ma solamente per mezzo dell'esperienza e dell'indagine occulta.

[...] Come il bilancio del commerciante si esprime in ogni singolo momento per mezzo delle cifre dei suoi libri di cassa, ma ciò non gli impedisce di fare sempre nuove spese e nuovi incassi, così nella vita di un uomo possono verificarsi sempre nuove azioni, nuovi colpi del destino, sebbene il <> della sua vita sia in ogni momento ben determinato. Perciò il Karma non va considerato come un destino immutabile, come un fato, ma esso è al contrario perfettamente conciliabile con la libertà, con la volontà dell'uomo. Il karma non esige la dedizione a un fato irrevocabile, ma al contrario dà la sicurezza che nessun’azione, nessuna esperienza dell'uomo rimanga senza effetto o si compia accidentalmente, senza inserirsi in una legge di giusto compenso. Nel mondo dominerebbe l'arbitrio, appunto se non esistesse il karma. Ma in realtà io posso contare che ogni mia azione, ogni mia esperienza s'inserisca entro un nesso dominato da leggi. La mia azione è libera, il suo effetto è assolutamente dominato da una legge.

"[...] Direttamente trasmissibili per ereditarietà sono invero solo le qualità dell'uomo che riguardano il suo corpo fisico ed il suo corpo eterico[...] Che si sia dotati di una vista acuta, di un udito bene sviluppato, ecc. può dipendere dal fatto che i nostri progenitori abbiano acquisito tali qualità e ce le abbiano trasmesse per ereditarietà. Invece non sono trasmissibili ai discendenti qualità connesse al vero e proprio nucleo spirituale dell'uomo, come ad esempio l'acutezza e precisione della sua attività pensante, la bontà della memoria, il senso morale, le facoltà di conoscenza e le capacità artistiche acquisite, e così via. Queste sono qualità che rimangono racchiuse entro la sua individualità e compaiono quali facoltà, disposizione, carattere ecc., nella sua incarnazione successiva. Ma l'ambiente entro il quale viene a trovarsi l'uomo che si reincarna non è casuale, bensì si trova in un rapporto necessario col suo karma. Supponiamo ad esempio che un uomo si sia acquisita in una vita precedente la disposizione ad un carattere moralmente forte: sarà insito nel suo karma che tale disposizione si manifesti in una successiva incarnazione. Ma ciò sarebbe impossibile se egli non s' incarnasse in un corpo dotato di una ben determinata costituzione la quale dovrà necessariamente essere ereditata dai progenitori. Ora, l'individualità umana che si reincarna, per una forza d’attrazione insita in lei tende verso quei genitori che le possono offrire un corpo adeguato. Ciò è possibile giacché, già prima della reincarnazione, tale individualità umana si sarà congiunta con le forze del mondo astrale, tendenti verso determinate condizioni fisiche. Così l'uomo verrà a nascere entro una famiglia che sarà in grado di trasmettergli per ereditarietà condizioni corrispondenti alle sue disposizioni karmiche [...] A tale proposito va tenuto ancora presente che le individualità dei figli e dei genitori possono essere già state in reciproco rapporto in vite precedenti, e che proprio per questo si siano ritrovate.

"[...] È un modo di dire pieno di saggezza quello che i bambini vengano "donati" ai genitori: nei riguardi dello spirito ciò è rigorosamente esatto. Ma ai genitori vengono "donati" figli dotati di certe qualità, perché proprio quei determinati genitori hanno la possibilità di portare a sviluppo quelle date caratteristiche spirituali."(3)

4. Secondo le leggi del karma, quando lo spirito umano elabora la sua vita terrena, adunando intorno a sé le forze che edificheranno la nuova corporeità fisica, stabilisce, con coloro che prenderanno parte alla formazione del germe, il luogo, il tempo e le modalità con cui ciò dovrà verificarsi sulla terra.

Tale scelta è assolutamente libera e consapevole delle leggi universali del karma, tanto per lo spirito del nascituro che per lo spirito di ciascuna parte della coppia genitrice, anch’essa ancora nel mondo dello spirito mentre la decisione è presa.

L’assenza del ricordo di questa decisione nell’ambito della coscienza terrena dei tre spiriti che hanno preso parte all’accordo consente d’imputare a semplice casualità qualsiasi concepimento di cui non si possa riconoscerne un appariscente proposito che fa dire deliziosamente ad alcune coppie di aver deciso di "mettere in cantiere" un figlio.

In verità alcune donne hanno anche sogni premonitori della loro prossima maternità; in ogni caso il concepimento è sempre riconosciuto come un evento subitaneo, anche se prevedibile, entro i limiti incerti del presente.

Attraverso apparenti e spesso sconcertanti casualità, le leggi del karma guidano gli esseri umani verso i loro incontri liberamente prestabiliti prima ancora del concepimento. Per mezzo di questi incontri, che in realtà sono di solito re-incontri, gli esseri umani progrediscono, attraverso le illusioni terrene, nel cammino della conoscenza per superare l’impedimento evolutivo posto nel passato e conquistare un sempre maggiore grado di libertà e di moralità.

5. Nel corso di ciascun’esistenza terrena, gli esseri umani hanno l’opportunità karmica di confrontarsi con le apparenze materiali del presente, sempre nuove per ogni incarnazione, di fronte alle quali possono esprimere il valore morale conquistato nelle vite passate e mettere le basi per un ulteriore avanzamento attraverso i necessari errori e le ineludibili sofferenze.

Nei confronti del concepimento il karma opera in modo tale che lo spirito trovi, per incarnarsi, quel particolare germe che deriva dalla collaborazione biologica di coloro che quest’evento hanno scelto prima ancora di trovarsi sulla terra.

Si tratta in definitiva di una complessa corrente ereditaria, nella quale ogni nascituro deve entrare per trovarvi la costituzione psico-fisica più adatta per lo svolgimento dei suoi impegni karmici. Con la costituzione, nella maggior parte dei casi ogni nascituro trova anche uno specifico ruolo di figlio o figlia ed uno scambio di relazione familiare con i genitori; ma come l’esperienza mostra, potrebbe trattarsi di ricevere soltanto le forze ereditarie della costituzione, quando uno o entrambi i genitori, per le più svariate cause di vita od a causa della morte, non vivono al suo fianco.

6. L’indagine occulta consente di descrivere quello che accade nel corso della vita intrauterina e vorrei parlarne perché si possano comprendere i rapporti tra il germe, proveniente dalla fecondazione dell’ovulo e l’entità spirituale che viene a vivere sulla terra.

Quando l’ovulo e lo spermatozoo si uniscono si genera un germe unicellulare di vita in cui si evidenziano immediatamente l’accrescimento e la riproduzione di cellule e tessuti differenti per struttura e funzioni.

Il germe costituisce la sostanza umana fondamentale adatta ad essere conformata secondo le impronte di una memoria portata dalla sostanza eterica nel materiale genetico.

I cromosomi e i geni umani servono ad indicare che la sostanza che li contiene è "adatta" ad accogliere un corpo eterico umano dentro l’evoluzione di un organismo, inserito nella complessiva evoluzione del corpo fisico del genere umano, ma individualizzato dalle caratteristiche ereditarie che provengono dai due gameti.

Se un embrione non accogliesse dall’esterno l’impronta del corpo eterico in procinto d’incarnarsi e non si realizzasse tutto quello che tra poco descriverò, si assisterebbe, secondo i casi, all’aborto spontaneo od a malformazioni fisiche incompatibili con la vita terrena (ad esempio l’acefalia).

Un simile evento non si può verificare nel mondo animale se non eccezionalmente per tremende cause esterne all’embrione, come le mutazioni genetiche e tanto meno nel mondo vegetale, dal momento che i germi appartenenti a questi due regni non sono coinvolti nei processi di un corpo eterico individuale, bensì in una corporeità eterica che si edifica interamente sotto l’influsso di una specie o di una famiglia.

Quando le lesioni embrionarie sono ancora compatibili con la vita terrena, sebbene deteriorino profondamente le funzioni del nuovo nato, sono l’espressione di una prova karmica difficile ma evolutivamente necessaria, che coinvolge anche coloro che vivranno con lui.

Si può comprendere quanto grande possa essere lo spavento di una madre che soltanto pensi di dovere affrontare una simile prova; tuttavia è stata già decisa ed accettata secondo le leggi karmiche.

L’impedimento che, attraverso l’aborto volontario, vanifica l’esperienza di tale prova costituisce un limite evolutivo per tutti coloro che vi si trovano coinvolti; pertanto la prova, anche se modificata nei suoi aspetti esteriori, dovrà ripresentarsi nel corso di quella vita o di una vita futura con il peso di ulteriori conseguenze karmiche.

"Un uomo aveva dovuto vivere in passato una vita ottusa, per effetto di un cervello non sviluppato. Nel tempo trascorso fra morte e nuova nascita egli poté elaborare tutte le dolorose esperienze di una tale vita: la mancanza di carità della gente, il venire respinto da ogni parte ecc; quell’uomo rinacque come un vero genio della carità.(4)

7. Mentre il germe si sviluppa in embrione, dalla sostanza eterica cosmica è attirata una parte che prenderà la forma del nuovo corpo eterico elaborato dalle impronte individuali in tutti i processi che partecipano all’edificio organico del nascituro.

Al termine della fase embrionale ha inizio una progressiva individualizzazione delle strutture fisico-eteriche fetali mediate dalle forze eteriche del nascituro, la quale proseguirà oltre la nascita, fino al settimo anno di vita, quando il corpo fisico esprime il giusto equilibrio energetico tra le tendenze del nuovo nato e le tendenze ereditarie.

8. Mentre il corpo eterico prende contatto con il complesso fisico-eterico embrionario, il corpo astrale s’unisce a lui con il primo respiro restando unito a quest’ultimo per tutta la vita terrena.

Per tutta la gestazione invece il corpo astrale non penetra nel corpo fisico, ma è immerso nel corpo astrale della madre ancorato alle strutture fisiche della placenta e del liquido amniotico. Da qui, dall’esterno del corpo fisico, il corpo astrale elabora ulteriormente le strutture fisiche in divenire nelle quali convergono forze ereditarie e forze individuali, sia eteriche sia astrali.

Su questo delicato processo di formazione influiscono non soltanto le forze ereditarie ed individuali del nascituro, ma anche i pensieri, i sentimenti e le azioni della madre.

Il peculiare rapporto dell’astrale materno con quello del figlio non termina interamente con il parto ma prosegue, con effetti inconsci, per tutto il periodo di vita che si estende fino alla pubertà, epoca in cui nasce definitivamente autonomo il corpo astrale del figlio, sia esso maschio o femmina.

A prescindere dal valore pedagogico di questa circostanza psico-fisica è interessante rilevare, nel contesto di quest’argomento, che gli influssi del corpo astrale materno influenzano il corpo eterico del figlio indipendentemente dalla vicinanza della madre al figlio e dal coinvolgimento diretto dei due. È come un invisibile e silenzioso dialogo psico-fisico tra madre e figlio/a, che determina durature impronte sul temperamento e sul carattere futuro di quest’ultimo/a.

L’Io del nascituro/a, invece, rimane custodito presso l’Io paterno, con le stesse modalità riferite per il corpo astrale, fino al momento della sua nascita terrena, che inizia con la pubertà e si completa intorno al 21esimo anno.

9. Il corpo astrale è il portatore della forma umana individuale improntata nella sostanza eterica cosmica da cui proviene il corpo eterico. Il corpo astrale si forma quindi prima del corpo eterico sotto l’influsso delle Costellazioni e dei Pianeti. Per moltissimi anni prima del concepimento lo spirito umano attraversa le sfere planetarie e da ciascuna delle costellazioni e da ciascun pianeta riceve le forze astrali che informeranno il suo corpo astrale in formazione in rapporto con il Karma di cui l’Io è il portatore morale.

In questo periodo di esistenza prenatale l’Io, sperimentando sé stesso in una coscienza cosmica, procede lentamente ed inesorabilmente verso l’incarnazione terrena ed in prossimità del termine di questo tempo sempre più si manifesta, nell’ambito di una coscienza sognante, l’anelito a penetrare in un corpo fisico. Nella stessa epoca, sulla terra ha inizio una delicata e lunga trama di situazioni ed eventi apparentemente casuali che determinano, oltre la linea ereditaria degli ascendenti più remoti, anche l’incontro di un uomo ed una donna cui spetta il compito di fornire la matrice ereditaria di quel corpo, secondo quanto stabilito in precedenza.

Man mano che quest’unione si approssima l’Io sperimenta come una privazione della sua coscienza di esistere nel mondo spirituale e, avvenuta la concezione, si accresce in lui il desiderio di compenetrare quel corpo fisico che lo renderà partecipe della vita terrena.

Pertanto l’unione con il corpo fisico in gestazione è sperimentata dall’Io, ormai prossimo all’incarnazione terrena, come l’unica possibilità della sua coscienza di "sentirsi esistere" e qualora l’embrione verso cui si dirige dovesse perire, sperimenterebbe una penosa privazione d’autocoscienza, poiché gli è impedita sia la coscienza spirituale, ormai estinta in prossimità dell’incarnazione, sia quella sognante in cui alberga il desiderio d’incarnarsi.

In questa condizione dovrà restare finché non gli sarà "offerta" un’altra possibilità d’incarnazione.

Nessun evento determinato dall’uomo può "realmente" impedire un concepimento, in quanto sono le leggi karmiche a garantirlo; né all’opposto alcuna azione umana, sia pure altamente tecnologica, potrà mai provocare un concepimento che si concluda con la nascita se non è stato deciso secondo le leggi del karma. Nel caso ciò accadesse si tratterebbe di condizioni particolarmente gravi per l’intera evoluzione umana. Ne parlerò in un'altra occasione.

Tuttavia, nel momento in cui si determina la concezione, il karma si ritrae per lasciare il posto al libero arbitrio di coloro che hanno partecipato all’evento.

Può determinarsi allora nell’intimo della madre una lotta interiore tra l’impulso inconscio a mantenere una "promessa" data ed il giudizio oggettivo e ragionevole dei fatti terreni che, per i più svariati motivi esteriori ed interiori alla coppia genitoriale, possono indicare la soluzione abortiva per la quale è concessa, dalle stesse leggi karmiche, l’autonomia del libero arbitrio, sebbene le conseguenze di quest’arbitrio non sfuggiranno mai al karma.

Che si assecondi l’impulso inconscio a favorire la vita terrena del nascituro o si assecondi l’arbitrio, inconsapevole del karma e quindi irresponsabile per la coscienza terrena, di privarlo della possibilità d’incarnarsi, si determina un nuovo concatenamento di cause ed effetti il cui chiarimento avverrà dopo la morte attraverso un ulteriore pareggio karmico.

10. La conseguenza di un aborto " volontario" od anche di un aborto cosiddetto "terapeutico" non provoca in ogni caso un irreparabile impedimento evolutivo per lo spirito che deve incarnarsi, poiché la saggezza del potere karmico è tale da consentire una "via" per rimediarvi sia pure non priva di difficoltà per il nascituro.

Si osservi come spesso una donna che ha interrotto volontariamente la sua gravidanza sia di nuovo ed inaspettatamente incinta dopo qualche tempo; oppure che nel suo gruppo parentale, dopo un breve periodo, concepisca, inaspettatamente una sorella o una cugina o una nipote, che forse non voleva o neppure poteva avere una gravidanza, per apparenti impedimenti fisico-biologici.

In entrambi i casi si rende possibile, per lo spirito che deve incarnarsi, un varco terreno, sia pure con qualche ritardo all’appuntamento, presso la madre prescelta o presso un’altra donna inserita nella stessa corrente ereditaria e che viva in condizioni ambientali, familiari e karmiche energeticamente abbastanza simili, seppur non identiche, a quelle di colei attraverso la quale sarebbe dovuto venire al mondo.

Naturalmente qualche impedimento karmico può sempre sussistere anche con queste realistiche varianti; ma l’evento centrale del karma non è ostacolato. Ciò non significa, come sopra ho accennato, che qualsiasi decisione si prenda, nell’ambito del libero arbitrio, sia insignificante per quanto concerne la responsabilità nei confronti del mondo dello spirito. È anzi pieno di responsabilità ma in modo tale che quest’ultima non è neppure immaginabile con la comune esperienza terrena e la comune logica guidate dalle apparenze fenomeniche.

Ciascuna donna incinta è indubbiamente sola di fronte al dilemma suscitato dalla sua condizione di madre ed è chiamata a trovare in se stessa la via che conduce alla risoluzione a favore di una delle due opposte tendenze, l’inconscia o la ragionevole: proteggere la vita che si accende in sé o acconsentire al contrasto sfavorevole con le sue tendenze caratteriali, le circostanze ambientali ed i rapporti interpersonali in cui si trova al momento in cui è chiamata a decidere. Tuttavia, individuare esclusivamente nella donna una responsabilità decisionale assoluta nei confronti dell’aborto, inducendola ideologicamente a proseguire la gravidanza o sollevandola indiscriminatamente da qualsiasi argomentazione terrena in favore delle scelte personali, non ci fa progredire di un solo passo sulla via della Verità.

Perciò bisogna tentare di riconoscere che quando una donna non è in grado di decidere autonomamente, nel senso sopra detto, della propria gravidanza, tutti coloro che sono legati a lei karmicamente, sono chiamati ad interessarsi a questo problema, affinché sia possibile, attraverso le difficoltà imposte da un simile impegno, riconoscere il significato delle leggi karmiche e renderne possibile l’azione terrena attraverso una trasformazione evolutiva del comportamento di ognuno.

Ovviamente, una donna che abbia risvegliato attivamente nella propria coscienza il valore delle leggi karmiche seguirà queste ultime spontaneamente anche tra le più avverse difficoltà e forse anche con eroismo, poiché corrispondono alla sua stessa volontà sorretta dalla Conoscenza. Ma quando ciò ancora non avviene, siamo tutti coinvolti karmicamente nella sua decisione, come genitori, familiari, amici, soggetti sociali ovvero soggetti dell’intero organismo sociale con le sue leggi e le sue istituzioni.

Per questo, come ho già detto, non porta molto lontano parlare di bioetica senza tener conto degli impulsi morali dell’Io. Né tanto meno si procede nel senso dell’evoluzione se non si è mossi dalle sorgenti cosmiche della moralità, che sgorgano individualmente dal cuore umano e per le quali non è necessario alcun imperativo legale.


--------------------------------------------------------------------------------

(1) Francesco Bellino, I fondamenti della bioetica, Editrice Città Nuova, p. 151.

(2) Opere di Rudolf Steiner sul karma: L’uomo soprasensibile alla luce dell’antroposofia, Ed. Antroposofica; Considerazioni esoteriche su nessi karmici. I Ed. Antroposofica; Considerazioni esoteriche su nessi karmici. II, Ed. Antroposofica; Considerazioni esoteriche su nessi karmici. III, Ed. Antroposofica; Considerazioni esoteriche su nessi karmici. IV, Ed. Antroposofica; Considerazioni esoteriche su nessi karmici. V, Ed. Antroposofica; Considerazioni esoteriche su nessi karmici. VI, Ed. Antroposofica; Reincarnazione e karma, Ed. Antroposofica.

(3) Rudolf Steiner, Le manifestazioni del karma, Ed. Antroposofica.

(4) Rudolf Steiner, op. cit., p. 56 e sgg.

http://www.esonet.org/antroposofia/laborto
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Inviato il: 29/10/2010 20:05
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  •  dr_julius
      dr_julius
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#156
Dubito ormai di tutto
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mi sembra che in fondo si giri un po' a vuoto intorno alla questione centrale.

Occorre a mio avviso tralasciare le descrizioni poetiche "Quando l’ovulo e lo spermatozoo si uniscono si genera un germe unicellulare di vita in cui si evidenziano immediatamente l’accrescimento e la riproduzione di cellule e tessuti differenti per struttura e funzioni.", belle ma inutili alla comprensione di cosa è la vita, dei suoi stadi e delle sue funzioni.
La locuzione "germe unicellulare di vita" è nel contempo sbagliata e colma di retorica; se porta un contributo è di produrre confusione, IMHO.


Ma al di là delle convinzioni di noi singoli, dove stà il problema se ogni donna in grandi difficoltà nel portare a termine la gravidanza, decidesse secondo la propria coscienza? Voglio dire, la legge prevede l'aborto, mica lo obbliga. E' una cosa ben diversa!!!
Chi lo ritiene un atto sbagliato, può non condividerlo e non attuarlo mai. Ma dato che la legge lo consente, non deve impedire ad altri di pensare e comportarsi diversamente!!!

(il ritaglio di giornale da me riportato, qualche post sopra, vuole dimostrare come la donna anche in semplice assenza totale di risorse, viene dapprima indotta a non abortire, poi le sottraggono la prole perchè è senza casa e senza soldi. Darle casa e soldi anzichè sottrarle la prole! Mostrare che altre scelte erano possibili, con l'aiuto della società. O della parte più caritatevole di essa. Ma nessuno si era fatto avanti....)



Invece non condivido che il medico possa "obiettare".
Non lo trovo corretto, anche perchè lesivo di diritti altrui.
Il ginecologo obiettore dovrebbe cambiare specializzazione o lavoro... posso capire che non gli piaccia, anche che non condivida, ma in democrazia deve accettare le regole di tutti e i diritti riconosciuti a maggioranza a tutti, mica puà decidere di testa sua. Se proprio non gli và... beh che si sposti da lì (o cambia lavoro o cambia Nazione)
Altrimenti entriamo nella arbitrarietà. Anche il poliziotto che magari non vuole manganellare il rivoltoso No-TAV, o che al contrario vorrebbe dare un bel colpo in testa al mafioso stragista appena arrestato, ma se il suo ruolo gli impone lo scontro di piazza... beh che gli piaccia o meno deve affrontarlo/ subirlo. O se i cittadini vogliono linciare un ladro, devono difendere il malcapitato dal linciaggio.
Se non gli và, cambia lavoro oppure si fà trasferire in ufficio o và a fare il poliziotto in un paesino sperduto nei monti dove nella piazza non c'è spazio per più di 15 persone.
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Per rifornire di elettricità un terzo dell’Italia, un’area equivalente a 15 centrali nucleari da un gigawatt, basterebbe un anello solare grande come il raccordo di Roma. (Carlo Rubbia)
Inviato il: 30/10/2010 1:20
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  •  benitoche
      benitoche
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#157
Dubito ormai di tutto
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Innanzitutto grazie dr_julius per aver letto,tutto il mio post

Citazione:

dr_julius ha scritto:
mi sembra che in fondo si giri un po' a vuoto intorno alla questione centrale.


Immagino la questione centrale sia,cosa è la vita

Forse il post ne dà una visione ampia,giustamente dall'unico punto di vista possibile,quello spirituale,e quì i limiti sono imposti dallo sviluppo del singolo in questo campo



Citazione:
Occorre a mio avviso tralasciare le descrizioni poetiche "Quando l’ovulo e lo spermatozoo si uniscono si genera un germe unicellulare di vita in cui si evidenziano immediatamente l’accrescimento e la riproduzione di cellule e tessuti differenti per struttura e funzioni.", belle ma inutili alla comprensione di cosa è la vita, dei suoi stadi e delle sue funzioni.
La locuzione "germe unicellulare di vita" è nel contempo sbagliata e colma di retorica; se porta un contributo è di produrre confusione, IMHO.


Accetto il tuo punto di vista,ma come sopra non condivido,sarà anche poetico ma,almeno per me, molto vicino alla realtà

.Citazione:

Ma al di là delle convinzioni di noi singoli, dove stà il problema se ogni donna in grandi difficoltà nel portare a termine la gravidanza, decidesse secondo la propria coscienza? Voglio dire, la legge prevede l'aborto, mica lo obbliga. E' una cosa ben diversa!!!
Chi lo ritiene un atto sbagliato, può non condividerlo e non attuarlo mai. Ma dato che la legge lo consente, non deve impedire ad altri di pensare e comportarsi diversamente!!!.


Corretto
Infatti,nel momento in cui si determina la concezione, il karma si ritrae per lasciare il posto al libero arbitrio di coloro che hanno partecipato all’evento.
Bisogna però comprendere che,tale atto,(conseguenza di un aborto " volontario" od anche di un aborto cosiddetto "terapeutico" non provoca in ogni caso un irreparabile impedimento evolutivo per lo spirito che deve incarnarsi, poiché la saggezza del potere karmico è tale da consentire una "via" per rimediarvi sia pure non priva di difficoltà per il nascituro)sicuramente è un'impedimento che, vanifica l’esperienza di tale prova e costituisce un limite evolutivo per tutti coloro che vi si trovano coinvolti; pertanto la prova, anche se modificata nei suoi aspetti esteriori, dovrà ripresentarsi nel corso di quella vita o di una vita futura con il peso di ulteriori conseguenze karmiche.
Come a dire:
"sarebbe ora che si diventasse tutti più responsabili nei confronti della vita e delle esperienze che essa ci propone"

E' un'inutile perdita di tempo fuggire e rintanarsi,molto più logico affrontare le esperienze da essa proposte così da proseguire il nostro percorso evolutivo
Questo vale per la gravidanza come per qualunque altra "difficoltà_prova"che la vita ci pone di fronte ogni giorno

Citazione:


(il ritaglio di giornale da me riportato, qualche post sopra, vuole dimostrare come la donna anche in semplice assenza totale di risorse, viene dapprima indotta a non abortire, poi le sottraggono la prole perchè è senza casa e senza soldi. Darle casa e soldi anzichè sottrarle la prole! Mostrare che altre scelte erano possibili, con l'aiuto della società. O della parte più caritatevole di essa. Ma nessuno si era fatto avanti....)

Perdonami,sono andato a guardare l'articolo che citi,quì:

http://www.zeroviolenzadonne.it/rassegna/pdfs/005dd76992d5e936dcf5eca7a6ea446d.pdf

E assolutamente non dice che sia stata indotta a non abortire,anzi,dice,
"quella mamma poco più che ventenne alla quale era stato addirittura consigliato di abortire"

A parte questo,onore a questa madre,sicuramente in fase di ascesa evolutiva pronta come poche,nonostante le reali difficoltà,ad assumersi le sue responsabilità
Fossero tutte così le donne sarebbe inutile parlare di aborto si aborto no

Citazione:

Invece non condivido che il medico possa "obiettare".
Non lo trovo corretto, anche perchè lesivo di diritti altrui.
Il ginecologo obiettore dovrebbe cambiare specializzazione o lavoro... posso capire che non gli piaccia, anche che non condivida, ma in democrazia deve accettare le regole di tutti e i diritti riconosciuti a maggioranza a tutti, mica puà decidere di testa sua. Se proprio non gli và... beh che si sposti da lì (o cambia lavoro o cambia Nazione)
Altrimenti entriamo nella arbitrarietà. Anche il poliziotto che magari non vuole manganellare il rivoltoso No-TAV, o che al contrario vorrebbe dare un bel colpo in testa al mafioso stragista appena arrestato, ma se il suo ruolo gli impone lo scontro di piazza... beh che gli piaccia o meno deve affrontarlo/ subirlo. O se i cittadini vogliono linciare un ladro, devono difendere il malcapitato dal linciaggio.
Se non gli và, cambia lavoro oppure si fà trasferire in ufficio o và a fare il poliziotto in un paesino sperduto nei monti dove nella piazza non c'è spazio per più di 15 persone.


E no carissimo,arbitrarietà o meglio libero arbitrio o meglio libero senso morale,come nell'aborto così in qualunque altra scelta non solo professionale,altrimenti ti contraddici

Anzi lode a questi medici,i quali di fronte a imposizioni preconfezionate a norma di legge,fanno valere la loro moralità,così da proseguire correttamente il loro percorso evolutivo
I medici si fanno medici per salvare le vite non per altro....
Come un poliziotto si fà poliziotto per salvaguardare il bene della società,non quello del potente di turno
Fossimo in tutte le categorie responsabili e pronti in ogni situazione a non delegare ad altri se non al nostro senso morale qualunque tipo di scelta,sono sicuro il mondo non sarebbe lo schifo che è

"non porta molto lontano parlare di bioetica senza tener conto degli impulsi morali dell’Io. Né tanto meno si procede nel senso dell’evoluzione se non si è mossi dalle sorgenti cosmiche della moralità, che sgorgano individualmente dal cuore umano e per le quali non è necessario alcun imperativo legale."
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Inviato il: 30/10/2010 5:29
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  •  Makk
      Makk
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#158
Mi sento vacillare
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@Calvero
Citazione:
Io vorrei avere certezze per questo tema, ma non le trovo per una ragione a prescindere ..

Non capisco quale delle 2 cose vuoi dire:
1- non trovi certezze xké a prescindere hai un pregiudizio/impossibilità/difficoltà di fondo
2- vorresti delle certezze solide fondate su un'idea-guida (= a prescindere) su questo tema.

Citazione:
tu invece?

Rispetto a 1- non sono donna e so che non esiste una roba come "il femministo". Questa è una difficoltà di fondo con la quale devo fare i conti quando ragiono su questi temi.
rispetto a 2- La ragione a prescindere non può evidentemente esistere. Non sarebbe una ragione ma un dogma.

Citazione:
Sono solamente certo che la donna viene messa in disparte in nome di una vita che porta nel suo grembo

non proprio: la vacca è preziosa, suo compito è sfornare vitellini. Ma non va detto, anzi: bisogna mettergliela giù (e raccontarsela) che lei è centrale. Irrilevante ma riverita, non viene "messa da parte", ma guai se ritiene di essere un organismo autosufficente. Perché allora il padrone "si ricorda" (se mai lo aveva dimenticato) che il succo è sempre quello: vacca->vitellini.
Niente di nuovo: siamo fermi all'ottocento ma per il resto non ci sono problemi di comprensione.

Citazione:
spero di essermi spiegato

Invece temo di non averti risposto...

Citazione:
non vedo prove scientifiche e filosofiche che mi possano far dire di poterla condannare come una criminale, se rifiuta di accettarla [la vita] in sé..

I vitellini sono braccia che lavorano o baionette da mandare al macello o altre giovenche da riproduzione.
L'idea che si possa decidere di non produrre schiavi è esecrabile. Anche uno solo in meno è una perdita secca per chi dagli schiavi trae guadagno. Naturalmente uno schiavo in meno non è davvero una perdita, ma è pericolosa l'idea stessa che ci si possa sottrarre al dovere di fornire schiavi al mercato.
Da qui la concezione che il solo riflettere sulla possibilità dell'aborto sia un crimine.
Tu non "senti" il crimine... non so per quale motivo. Forse perché senti che è un crimine "inventato", artificiale?
Io semplicemente tendo a mettermi dalla parte del più debole e contro il più forte. E qui il debole è evidentemente la donna e il forte è la cultura della procreazione a tutti i costi.

Poi c'è il feto. Altra vittima. Ma non della donna. E' vittima prima di tutto in quanto ostaggio dei forti.
Gli stessi che osteggiano l'educazione sessuale, la contraccezione e il sesso per piacere in generale; che guardano storto le unioni informali; che danno i fascistissimi contributi-nascita ma non alle ragazze-madri; che osteggiano la crescita, emancipazione e consapevolezza nelle donne; che tagliano i fondi agli asili; che impediscono che si dia pubblicità alla legge sull'abbandono precoce del neonato;
quelli che in parole povere creano il terreno fertile per l'orrenda scelta dell'aborto, poi sono gli stessi che vogliono criminalizzarlo.
E il motivo è sempre quello: hanno bisogno di sempre nuovi schiavi, la donna deve produrre supinamente e acriticamente... e và punita se non lo fa.

Sono loro i veri sterminatori di feti. E di massa. Non le donne né i medici né i legislatori.
Donna e feto sono uniti nella disgrazia di essere strumenti (in senso stretto: attrezzi, materia prima e inerte) del bisogno di schiavi dei padroni (e dei loro servi: i maschi).
Inviato il: 30/10/2010 7:21
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  •  mangog
      mangog
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#159
Dubito ormai di tutto
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Calvero ha scritto:
Citazione:


Cosa mi tocca sentire.


.. cosa tocca NON/SENTIRE invece

146 post e fare orecchie da mercante e alla grande

Non ce la fai a rispondere alla domanda eh ... chissà perché. Poi svicoli e parli di....

Statisticamente gli aborti dovuti ad uno stupro sono lo 0,0000001 % dunque poco sostanzioso argomento come premessa necessaria per formulare la legge sull'aborto.

Ma vergognati mangog, seriamente .. vergognati.

Da quando le percentuali potrebbero individuare una ragione a prescindere per un problema etico??



Insomma Berlusconi che rappresenta lo 0.00000001 degli Italiani ha tutto il diritto di farsi la legge ad personam, la sua etica lo richiede.

Scusa Calvero ma non hai ancora capito che la vita non è un valore negoziabile ? Continui a cianciare dello zio che incula la nipotina quando statisticamente è irrilevamente.
Ad ogni modo anche la nipote ( SCOPATA.. e dal culo non si nasce Calvero.. nemmeno tu... ) che decide di abortire compie un OMICIDIO. Vuoi forse negarlo ?
E tra tutti gli omicidi l'aborto è il peggiore perchè nei fatti la donna abortisce per futili motivi.
Inviato il: 30/10/2010 7:56
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  •  Notturno
      Notturno
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#160
Dubito ormai di tutto
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Citazione:
Tu vorresti un figlio da tuo zio quando sei ancora minorenne? rispondi


Ma che domandina retorica del piffero....

Il problema non è se voglio un figlio da mio zio mentre sono ancora minorenne.

L'orrore e' al top.

Il problema, eventualmente, è:

Se abortisco, uccido o no?

Tutto qui.

Se la risposta è si, allora violenza o non violenza, zio o non zio, equilibrio psico-fisico o no, tu NON uccidi.

Fatte salve quelle situazioni in cui la vita della madre è messa in pericolo dalla gravidanza: in quel caso i due valori (vita del feto e quella della madre) si equivalgono, con prevalenza della seconda, perché già esistente, rapportata alla società e quindi sarebbe più lacerante la sua perdita, rispetto a quella del feto.

Ma il problema centrale è e resta sempre quello: il feto è vivo?

Abortire = uccidere?

Se la risposta è si, allora fine della discussione, l'aborto va trattato come un qualunque caso di omicidio, con tutto l'ambaradan delle esimenti, attenuanti, aggravanti, ecc...

Ma chi può dire cos'è la vita?

Mi stupisce molto che nessuno si soffermi su questo.

L'unico che lo fa, definisce la vita usando definizioni e parametri "spirituali".

E figuriamoci che valenza possono avere......
_________________
Rende Encomiabili Dire No A
Religiosi Orpelli. Mentire Provoca Eccidii.
(Stefano Bartezzaghi)
Inviato il: 30/10/2010 8:30
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  •  dr_julius
      dr_julius
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#161
Dubito ormai di tutto
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Citazione:

Il problema, eventualmente, è:
Se abortisco, uccido o no?
Tutto qui.

[...]

Ma il problema centrale è e resta sempre quello: il feto è vivo?
Abortire = uccidere?
Se la risposta è si, allora fine della discussione, l'aborto va trattato come un qualunque caso di omicidio, con tutto l'ambaradan delle esimenti, attenuanti, aggravanti, ecc...


Il feto è vivo? sì, secondo me non ci sono dubbi.
Non è un essere autonomo, ma è vivo, è vitale.
Difficile dire se sia "umano", e da quando, meno difficile dire se sia "persona".
A mio parere ancora non lo è.
Io non credo nell'esistenza dell' "anima" per cui le mie risposte e i miei problemi si chiudono in questa risposta.

Il feto dunque ritengo che sia vivo, ma che non sia persona. Come è vivo uno spermatozoo, come è vivo un seme di grano che non ha ancora germinato.

La domanda è se aborto è uccidere una persona.

Io penso di no. Non per questo dico che sia una cosa bella e divertente.
E posso capire che alcuni possano fare una valutazione diversa attribuendo al feto la caratteristica di "essere una persona", ma ritengo errato equiparare l'aborto ad un omicidio premeditato.

Penso quindi accettabile che ci si possa comportare come prescrive la legge italiana. E' secondo me una buona legge, ha migliorato notevolmente la situazione pre-esistente, e sarebbe bello da una parte che venisse rispettata e applicata per intero e dall'altra che soprattutto non venisse mai applicata per "assenza di casistica". E la direzione delle statistiche da quando la legge è entrata in vigore và proprio verso una riduzione del numero di aborti...
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Inviato il: 30/10/2010 10:36
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      mimik
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#162
Ho qualche dubbio
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Citazione mangog
Insomma Berlusconi che rappresenta lo 0.00000001 degli Italiani ha tutto il diritto di farsi la legge ad personam, la sua etica lo richiede.

Scusa Calvero ma non hai ancora capito che la vita non è un valore negoziabile ? Continui a cianciare dello zio che incula la nipotina quando statisticamente è irrilevamente.
Ad ogni modo anche la nipote ( SCOPATA.. e dal culo non si nasce Calvero.. nemmeno tu... ) che decide di abortire compie un OMICIDIO. Vuoi forse negarlo ?
E tra tutti gli omicidi l'aborto è il peggiore perchè nei fatti la donna abortisce per futili motivi.


Per parafrasare te: "cosa mi tocca sentire"

mi infilo a bomba perchè certi discorsi fanno davvero capire come certa gente ragioni con i piedi.

0.00000001% degli aborti è conseguenza degli stupri... dove diavolo lo hai pescato sto dato? in italia sono praticati poco più di 120000 aborti l'anno (e il numero è in diminuzione) e, secondo te, meno di una donna l'anno opta per l'aborto a seguito di stupro... mai stato in ospedale vero? in un solo mese di tirocinio la mia ragazza s'è beccata 3 ragazze stuprate che hanno deciso di abortire... e la tua bella statistica va già a farsi benedire.

In italia si viaggia con la media di 13 stupri al giorno, e si parla solo di quelli denunciati visto che la maggior parte (purtroppo) si consumano tra le mura domestiche (la nipote sopracitata per intenderci). quindi non si può dire con certezza quanti ce ne siano e, per logica conseguenza, non è possibile stabilire quanti aborti ci siano a seguito di violenze. e non dimentichiamo che esiste anche la pillola del giorno dopo che, senza dubbio, falsa le statistiche. Ovviamente gli aborti a seguito di stupri sono, effettivamente, una minoranza ma almeno cerca di attenerti ai fatti invece di inventare cifre per darti ragione.

ma tralasciando la prima parte del discorso, quello che più mi ha fatto incazzare (perchè leggere simili idiozie mi fa davvero saltare i nervi) è questa frase:

E tra tutti gli omicidi l'aborto è il peggiore perchè nei fatti la donna abortisce per futili motivi.

Ma chi diavolo ti credi di essere per decidere quali sono motivi validi o no per abortire? hai una più vaga idea di cosa provi una donna che decide di abortire? chi ti da il diritto di decidere cosa è giusto e cosa è sbagliato?
Inviato il: 30/10/2010 13:19
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  •  Calvero
      Calvero
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#163
Sono certo di non sapere
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Da Fleed / Umon
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Citazione:


Scusa Calvero ma non hai ancora capito che la vita non è un valore negoziabile ? Continui a cianciare dello zio che incula la nipotina quando statisticamente è irrilevamente.


La vita non è negoziabile. WOW che paroloni, chi sei il nipote di Attivissimo? Ma va, non lo sapevamo... che la Vita non era negoziabile... pensa tu, meno male che esisti tu a ricordarlo...

Il problema che non ti poni è che una donna ha la "sua" vita e che ti piaccia oppure no - lei ha dei diritti sul feto che tu non hai, e sempre che ti piaccia oppure no, non hai dimostrato ancora che non possa essere una SUA la scelta.

Citazione:

( SCOPATA.. e dal culo non si nasce Calvero.. nemmeno tu... )


non si nasce dal culo?? ma va??non sapevo neanche questa, guarda un po che intelligentone che sei...

Non hai compreso che stavo parlando dell'efferatezza di una violenza e il fatto di essere violentate in tal maniera da un uomo, serve a comprendere come una minorenne può percepire tale efferatezza e quale animale l'abbia trattata in siffatta maniera, e di come lo sperma di un simile animale lei dovrebbe essere obbligata ad accettare ... cioè della nefandezza che lei ha dovuto subire contro la SUA volontà e di come, psicologicamente/biologicamente, questo sia un limite alla sua libertà e al fatto di vivere la SUA vita come desidera

ma non ci arrivi pazienza


Citazione:
che decide di abortire compie un OMICIDIO. Vuoi forse negarlo ?


Tu hai seri problemi di comprendonio. Ti sfido a riportare dove io abbia anche solo lasciato intendere che il /feto/creatura/bimbo non venga ucciso. Infatti il problema etico si pone proprio quando gli equilibri di una tematica delicata vanno in "stallo" come accade per l'aborto e si pone una scelta etica per giudicare che un omicidio possa essere commesso senza che venga considerato illegale.

Non è omicidio anche la pena di morte?? eh sapientone ? ... infatti anche per la pena di morte si pone un problema etico. E ora non venire a tirare fuori i paragoni con la pena di morte, perché non ho fatto un paragone con la stessa... ma ti ho spiegato che cos'è la legittimità di un problema etico.

Citazione:

E tra tutti gli omicidi l'aborto è il peggiore perchè nei fatti la donna abortisce per futili motivi.


Tu sei uno spocchioso saccente insensibile intellettuale (come li chiamerebbe Carmine). Con te i discorsi vanno solo evitati. Un consiglio: cagati in mano e poi prenditi a schiaffi. Solo un consiglio
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#164
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Il problema, eventualmente, è:

Se abortisco, uccido o no?

Tutto qui.



ah beh certo, sei il problema fosse tutto tutto qui sarebbe già risolto, infatti
SI', viene commessa un uccisione.... e quindi???

Citazione:

Se la risposta è si, allora violenza o non violenza, zio o non zio, equilibrio psico-fisico o no, tu NON uccidi.


E chi lo decide, tu?? e tu chi cazzo mai saresti per decidere e sapere cosa significa avere in grembo e in simbiosi un essere che NON vuoi? Le donne oltre ad avere, per natura, la possibilità di procreare, hanno per natura anche un cervello per pensare liberamente che cazzo vogliono fare della loro esistenza. E hanno il libero arbitrio di SCELTA. Che ti piaccia oppure no.

La creatura vive del loro sangue e finché il cordone ombelicale non è staccato fa parte della loro esistenza. Da qui il, legittimissimo problema etico, a cui né tu né mangog siete riusciti a dare una risposta valida ...

... ma soltanto recitare la cantilena su cosa sia o meno un omicidio. E ti ripeto la stessa cosa detta a Mangog .. Ma va???


Citazione:

Fatte salve quelle situazioni in cui la vita della madre è messa in pericolo dalla gravidanza: in quel caso i due valori (vita del feto e quella della madre) si equivalgono, con prevalenza della seconda, perché già esistente, rapportata alla società e quindi sarebbe più lacerante la sua perdita, rispetto a quella del feto.


...e su quale base logica tu SAI PER CERTO qual'è la libertà di una donna a decidere cosa vuole della sua vita? Dimostrami, se ci riesci, se per una donna che è stata ingravidata CONTRO LA SUA VOLONTA' ... non equivalga a privarla di vivere, visto che lei anche in questo caso, come dici è nata prima


Citazione:

Se la risposta è si, allora fine della discussione, l'aborto va trattato come un qualunque caso di omicidio, con tutto l'ambaradan delle esimenti, attenuanti, aggravanti, ecc...




.. è proprio vero

facile, fare il frocio con il culo degli altri
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Inviato il: 30/10/2010 18:05
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
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Ma chi diavolo ti credi di essere per decidere quali sono motivi validi o no per abortire? hai una più vaga idea di cosa provi una donna che decide di abortire? chi ti da il diritto di decidere cosa è giusto e cosa è sbagliato?


Tranquillo collega ... non stupirti, come avevo "profetizzato" si sta dimostrando che i "difensori" della vita sono soltanto dei dogmatici maestrini in cattedra, che vorrebbero avere il martello del giudice con cui lenire le proprie frustrazioni moralistiche.

- finora, ho trovato ragionamenti contrari e diversi ai miei - ma onesti - in altri colleghi
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#166
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Calvero ha scritto:
Citazione:



Il problema, eventualmente, è:

Se abortisco, uccido o no?

Tutto qui.



ah beh certo, sei il problema fosse tutto tutto qui sarebbe già risolto, infatti
SI', viene commessa un uccisione.... e quindi???

Citazione:

Se la risposta è si, allora violenza o non violenza, zio o non zio, equilibrio psico-fisico o no, tu NON uccidi.


E chi lo decide, tu?? e tu chi cazzo mai saresti per decidere e sapere cosa significa avere in grembo e in simbiosi un essere che NON vuoi? Le donne oltre ad avere, per natura, la possibilità di procreare, hanno per natura anche un cervello per pensare liberamente che cazzo vogliono fare della loro esistenza. E hanno il libero arbitrio di SCELTA. Che ti piaccia oppure no.

La creatura vive del loro sangue e finché il cordone ombelicale non è staccato fa parte della loro esistenza. Da qui il, legittimissimo problema etico, a cui né tu né mangog siete riusciti a dare una risposta valida ...

... ma soltanto recitare la cantilena su cosa sia o meno un omicidio. E ti ripeto la stessa cosa detta a Mangog .. Ma va???


Citazione:

Fatte salve quelle situazioni in cui la vita della madre è messa in pericolo dalla gravidanza: in quel caso i due valori (vita del feto e quella della madre) si equivalgono, con prevalenza della seconda, perché già esistente, rapportata alla società e quindi sarebbe più lacerante la sua perdita, rispetto a quella del feto.


...e su quale base logica tu SAI PER CERTO qual'è la libertà di una donna a decidere cosa vuole della sua vita? Dimostrami, se ci riesci, se per una donna che è stata ingravidata CONTRO LA SUA VOLONTA' ... non equivalga a privarla di vivere, visto che lei anche in questo caso, come dici è nata prima


Citazione:

Se la risposta è si, allora fine della discussione, l'aborto va trattato come un qualunque caso di omicidio, con tutto l'ambaradan delle esimenti, attenuanti, aggravanti, ecc...




.. è proprio vero

facile, fare il frocio con il culo degli altri


Beh, ma noi qui stiamo facendo TUTTI i froci col culo altrui, no? Non vedo perché si debba rivolgere quest'affermazione solo a me.

A meno che tu non voglia dire che io non abbia titoli per discuterne, nel qual caso..... discutiamone!

Allora, vediamo di interpretare la tua opinione.

Tu dici che la donna è l'unica che si porta in grembo il feto e, dunque, è l'unica che possa ver diritto di scelta.

Perché lei sola paga il prezzo (in tutti i sensi) della gravidanza, ne paga lo scotto per tutta la vita e CON tutta la vita.

Discorso corretto.

La donna subisce praticamente tutto il peso, hai ragione e la sua vita viene DOMINATA (e a volte distrutta) da una gravidanza.

Correttissimo.

Questo, secondo te, le darebbe il diritto di scegliere se "uccidere" (ammesso che si tratti di un'uccisione) il feto.

E qui non riesco a capire.

Non funziona così:

Il fatto che una vita dipenda da me e il fatto che questo distrugga la qualità della mia vita non è un argomento che giustifica un eventuale omicidio, altrimenti si giustificherebbe l'omicidio di un disabile che rovina la vita del padre o della madre o di chi debba assisterlo.

A me sembra assurdo.

Te lo ripeto: il valore della vita, nel nostro ordinamento è tutelato al massimo livello e, di sicuro, più del diritto ad una ottimale qualità della vita.

Se il feto è vivo (nel senso di considerare il feto un essere umano vivente), allora l'aborto è omicidio.

Non ci sono motivazioni logiche che ne ammettano la soppressione.

Così come non ce ne sarebbero per l'omicidio di un handicappato che sia un peso gravosissimo per i familiari, anche distruttivo.

Ce ne sono, invece, e tantissime, se si sostiene che il feto non è vivo, nel senso che dovremo deciderci a dare a questo concetto di "vita".

Per quanto si cerchi di sfuggirvi, il concetto di "vita" continua ad essere il perno di questa discussione.
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#167
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Questo, secondo te, le darebbe il diritto di scegliere se "uccidere" (ammesso che si tratti di un'uccisione) il feto.

E qui non riesco a capire.


e tutti questi post per dire che non capisci?

A proposito, sei una donna?
Pare proprio di no e per questo non riesci a capire....fattene una ragione.
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#168
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Beh, ma noi qui stiamo facendo TUTTI i froci col culo altrui, no? Non vedo perché si debba rivolgere quest'affermazione solo a me.


... è facile constatare invece come la donna venga subordinata e trattata a pesci in faccia, non ultima la considerazione di Mangog, di cui anche un altro utente gli ha fatto notare la palese sciattaggine e cafonaggine.

Citazione:

A meno che tu non voglia dire che io non abbia titoli per discuterne, nel qual caso..... discutiamone!


... nessuno ha titoli qui, le donne ne hanno.

Citazione:




Il fatto che una vita dipenda da me e il fatto che questo distrugga la qualità della mia vita non è un argomento che giustifica un eventuale omicidio, altrimenti si giustificherebbe l'omicidio di un disabile che rovina la vita del padre o della madre o di chi debba assisterlo.

A me sembra assurdo.



questo lo dici perché, a differenza di me, non vedi nella Donna la simbiosi che ha con l'essere che porta in grembo. Le analogie dei disabili non puoi nemmeno accostarle. Qui si parla di simbiosi biologica all'interno del proprio corpo umano. E la mia opinione non si basa sul fatto che ne consegue danno o vantaggio alla sua vita. Ma dal fatto che è "roba" sua.

Citazione:

Te lo ripeto: il valore della vita, nel nostro ordinamento è tutelato al massimo livello e, di sicuro, più del diritto ad una ottimale qualità della vita.


... a me non me ne frega niente di cosa dice la Legge. Gli uomini sono nati prima della Legge. Se valuto la Legge è solo per prendere atto di cosa essa disponga delle nostre vite e ne discuto, approvo, ripudio i termini. In certi Stati la Legge dice che bisogna lapidare qualcuno se commette certi reati ... e quindi? questi sono contesti sociali e fattori culturali in cui la "legge" impone delle regole. Io, come uomo, sto valutando questa tematica... ove non trovo ragioni sul fatto se sia giusto o meno praticare l'aborto, ma trovo ineluttabile che ora come ora non si può che lasciare la scelta alla donna. A colei che ha nel SUO grembo un feto.


Citazione:

Non ci sono motivazioni logiche che ne ammettano la soppressione.



.. le motivazioni logiche ci sono, al limite, proprio come ora, non sono condivisibili.

Citazione:

Così come non ce ne sarebbero per l'omicidio di un handicappato che sia un peso gravosissimo per i familiari, anche distruttivo.


... analogia errata, e questo dovrebbe proprio far comprendere che l'aborto è su un altro piano etico.

Citazione:

Ce ne sono, invece, e tantissime, se si sostiene che il feto non è vivo, nel senso che dovremo deciderci a dare a questo concetto di "vita".


ma neanche di striscio... tu per legittima difesa sei legittimato ad uccidere un altro uomo. Perché?

Secondo te, perché le donne scelgono il loro uomo per poter procreare?

Perché, domandina, una donna vuole avere per sé un uomo i cui valori (quelli che lei ritiene opportuni: per una potrebbe essere un figlio dei fiori, per un altra un impiegato di banca) la fanno sentire realizzata per creare il suo "NIDO" e procreare i figli che siano quelli che portano il frutto di una determinata scelta?

Ma ve lo siete mai domandato profondamente, eh signori belli?

Perché una donna dovrebbe accettare il frutto di una cosa indesiderata, quando vorrebbe magari maturare una Vita felice secondo quello che è la sua visione della vita e la sua consapevolezza?

Perché deve accettare il frutto nel suo corpo, che modifica profondamente il suo corpo, di una costrizione, di uno stupro?? perché?

Non è giusto. L'uomo che stupra deve avere l'ergastolo e i lavori forzati. Questo è il reato più grave esistente sul piano etico. Giocare con la vita.

Non si può imporre la Vita a una donna. E se lei non la vuole, può rigettarla. Sono affari suoi.

Citazione:

Per quanto si cerchi di sfuggirvi, il concetto di "vita" continua ad essere il perno di questa discussione.


Assolutamente no. In discussione è la libertà di chi è già in vita. Di viverla come crede e non essere obbligata a SUBIRLA da qualsiasi forma di violenza.
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#169
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NON sapere dove risieda la giustezza di una scelta, non significa che non si possa comprendere CHI è "delegato" a fare quella scelta.

Qui il nocciolo dell'incomprensione in cui principalmente non ci capiamo e/o non condividiamo.

CONCLUDO per quel che mi dice la coscienza.

Se si facesse un nuovo referendum, non andrei neanche a votare. Io non sono nessuno per poter mettere il sassolino su una bilancia che può cambiare profondamente la vita di un essere umano condannandolo o assolvendolo.

L'unica certezza che ho maturato al momento è quella che mi fa dire due cose:

1) constato che la donna non è considerata come Natura manifesta (viene giocata come una pallina da tennis tra dogmi religiosi, ipocrisie laiche, politicizzazioni di comodo e morali stantie con la data di scadenza sulla confezione);

2) di fronte alla forza maggiore perpetrata con violenza carnale, la donna che ne subisca (al di là di ogni ragionevole dubbio) l'atto meschino e decida di non volere quel "frutto", non può essere condannata. Non credo vi sia uomo o Legge o Statuto che possa comprendere il significato di questa simbiosi biologica. Se un organismo ripudia un organismo all'interno del proprio corpo, non vedo noi come possiamo erigerci a giudici. Lo farò quando considererò la donna un incubatrice.

Quanto dico non significa che la scelta di un aborto è cosa giusta, mi rassegno al fatto che NON sta a noi giudicarlo.

POI

Citazione:
3. Con la meditazione occulta si può conoscere come ogni concepimento, derivato da un profondo atto d'amore o da uno stupro, realizzato all'interno di uno stabile e duraturo rapporto di coppia o di un fugace incontro, non è mai casuale, ma effetto di una precisa scelta operata nel mondo dello spirito nel periodo che divide una morte fisica dalla successiva esistenza terrena.


Caro Benitoche, sai come rispetto le tue posizioni...

ma se se siamo esseri spirituali in una esperienza umana (e non esseri umani che cercano una via spirituale) significa anche che c'è il "momento" in cui non è giunta l'ora di "apparire" in queste sembianze di carne ed ossa.

Questa passaggio, questa esistenza, sono una esperienza di una coscienza infinita. 1) Se così non è, nessuno può obbligare qualcuno a procreare, vista la cinica realtà ... 2) se invece è così, allora non è giusto che una donna bruci il suo Karma in nome di un obbligo e di una imposizione infima e violenta.

La donna per caso è priva di un suo Karma..? ..perché essa dovrebbe piegarsi alla volontà altrui?

... se LEI veramente sente un "processo" illuminante terrà con sé quel frutto, ma se ne percepisce un oscurità .. cosa deve fare?

.. anche tu ti senti pronto per condannarla?

- io no -

...e questo mio NO, non mi dice dove sia la RAGIONE, mi dice solamente quale sia il mio posto.
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#170
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Calvero ha scritto:
Citazione:



A meno che tu non voglia dire che io non abbia titoli per discuterne, nel qual caso..... discutiamone!


... nessuno ha titoli qui, le donne ne hanno.

Citazione:



Io non condivido la tua opinione, ma la rispetto.

Piuttosto, non so se tu condividi la tua opinione: in caso affermativo, sii coerente: taci.



Citazione:

Citazione:

Il fatto che una vita dipenda da me e il fatto che questo distrugga la qualità della mia vita non è un argomento che giustifica un eventuale omicidio, altrimenti si giustificherebbe l'omicidio di un disabile che rovina la vita del padre o della madre o di chi debba assisterlo.

A me sembra assurdo.



questo lo dici perché, a differenza di me, non vedi nella Donna la simbiosi che ha con l'essere che porta in grembo. Le analogie dei disabili non puoi nemmeno accostarle. Qui si parla di simbiosi biologica all'interno del proprio corpo umano. E la mia opinione non si basa sul fatto che ne consegue danno o vantaggio alla sua vita. Ma dal fatto che è "roba" sua.


Calvero, in linea di massima sarei anche d'accordo con te, ma non basta fare un'affermazione per dimostrarla.

Tu dici che il feto è una "roba" della donna.

Questo è vero solo se il feto non lo si considera un essere umano vivo.

E' ovvio che se lo si considera solo un mucchietto di cellule, allora tu avrai perfettamente ragione.

Se, invece, non lo è, ma è un UOMO VIVO, allora avrai torto.

Che in quel momento si trovi nella pancia di qualcuno non è argomento del tutto convincente.

Un po' si, ma non risolve del tutto la questione, perché molti dicono che, seppure non autonomo, quel feto è pur sempre un Uomo VIVO.

Se avessero ragione loro?

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Te lo ripeto: il valore della vita, nel nostro ordinamento è tutelato al massimo livello e, di sicuro, più del diritto ad una ottimale qualità della vita.


... a me non me ne frega niente di cosa dice la Legge. Gli uomini sono nati prima della Legge. Se valuto la Legge è solo per prendere atto di cosa essa disponga delle nostre vite e ne discuto, approvo, ripudio i termini. In certi Stati la Legge dice che bisogna lapidare qualcuno se commette certi reati ... e quindi? questi sono contesti sociali e fattori culturali in cui la "legge" impone delle regole. Io, come uomo, sto valutando questa tematica... ove non trovo ragioni sul fatto se sia giusto o meno praticare l'aborto, ma trovo ineluttabile che ora come ora non si può che lasciare la scelta alla donna. A colei che ha nel SUO grembo un feto.


Non mi sono spiegato bene.

Sto dicendo che se il feto è un essere umano vivente, allora la legge si applica anche a lui con le stesse modalità con cui si applica a qualunque altro essere umano vivente.

Tutto qui.
Citazione:

Citazione:

Non ci sono motivazioni logiche che ne ammettano la soppressione.



.. le motivazioni logiche ci sono, al limite, proprio come ora, non sono condivisibili.


Ehm..... non proprio.

Per come la vedo io le tue motivazioni sono anche condivisibili.

Solo che andrebbero dimostrate.

Non solo affermate.

Altrimenti diventiamo fideistici, allo stesso modo in cui lo sono quelli che dicono che il feto è vivo perché "l'anima già alberga in lui".....

Citazione:

Citazione:

Così come non ce ne sarebbero per l'omicidio di un handicappato che sia un peso gravosissimo per i familiari, anche distruttivo.


... analogia errata, e questo dovrebbe proprio far comprendere che l'aborto è su un altro piano etico.


Ti devo credere sulla parola o puoi spendere due parole per spiegare meglio e motivare le tue affermazioni?
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Ce ne sono, invece, e tantissime, se si sostiene che il feto non è vivo, nel senso che dovremo deciderci a dare a questo concetto di "vita".


ma neanche di striscio... tu per legittima difesa sei legittimato ad uccidere un altro uomo. Perché?


Oh bella! Ma perché sono in gioco due valori IDENTICI: la vita umana!

Se tu mi aggredisci ingiustamente e metti a rischio la MIA VITA, allora io posso difendermi e tra la tua vita e la mia, lo Stato predilige quella di chi NON ha aggredito ingiustamente.

Che ci vedi di clamoroso in questo?

Citazione:

Secondo te, perché le donne scelgono il loro uomo per poter procreare?

Perché, domandina, una donna vuole avere per sé un uomo i cui valori (quelli che lei ritiene opportuni: per una potrebbe essere un figlio dei fiori, per un altra un impiegato di banca) la fanno sentire realizzata per creare il suo "NIDO" e procreare i figli che siano quelli che portano il frutto di una determinata scelta?

Ma ve lo siete mai domandato profondamente, eh signori belli?

Perché una donna dovrebbe accettare il frutto di una cosa indesiderata, quando vorrebbe magari maturare una Vita felice secondo quello che è la sua visione della vita e la sua consapevolezza?

Perché deve accettare il frutto nel suo corpo, che modifica profondamente il suo corpo, di una costrizione, di uno stupro?? perché?

Non è giusto. L'uomo che stupra deve avere l'ergastolo e i lavori forzati. Questo è il reato più grave esistente sul piano etico. Giocare con la vita.


Tutto giustissimo.

Io concordo su tutto questo.

Dopodiche, non credo che niente di quel che dici giustifica un (eventuale!!! IPOTETICO) omicidio di un essere umano che NULLA HA FATTO per provocare quelle schifezze che tu hai giustissimamente censurato.

Citazione:

Non si può imporre la Vita a una donna. E se lei non la vuole, può rigettarla. Sono affari suoi.


No. La vita di QUALCUNO non è di nessuno, Calvero. Nemmeno della madre.

Il solo profferire queste parole manifesta un pensiero di uno squallore che appare semplicemente indegno di qualsiasi organizzazione sociale poco più che tribale.

Mi spiace per la durezza, ma quel tuo pensiero è abominevole al di là di questa specifica discussione.

E' una depravazione mentale prossima all'assolutezza.

Citazione:

Citazione:

Per quanto si cerchi di sfuggirvi, il concetto di "vita" continua ad essere il perno di questa discussione.


Assolutamente no. In discussione è la libertà di chi è già in vita. Di viverla come crede e non essere obbligata a SUBIRLA da qualsiasi forma di violenza.


Ok. Allora spiegami per benino e con calma, perché io devo rovinarmi la mia vita per assistere un figlio disabile o per tenere in vita una specie di uomo-vegetale, del tutto inconsapevole, incosciente.

Anche in questo caso la mia vita è rovinata del tutto!

Perché DEVO tenermelo e tenermi la mia vita di merda?

Ammesso che tu non creda che anche in questo caso la madre abbia la facoltà di uccidere il figlio....
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#171
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Ok. Allora spiegami per benino e con calma, perché io devo rovinarmi la mia vita per assistere un figlio disabile o per tenere in vita una specie di uomo-vegetale, del tutto inconsapevole, incosciente.


.... perché è nato. Perché è al mondo. Perché una donna ha deciso di portare a compimento una gravidanza. La scelta è stata fatta. Perché NON è in simbiosi con te. Perché non vive dentro il tuo corpo e perché se tu vai a prendere un caffè lui non la sa nemmeno. Perché, forse, vuoi farlo per tua scelta, perché ci credi, perché è un tuo atto d'amore, perché forse non è nemmeno "rovinarsi" la vita, ma è un compito; oppure "è rovinarsi la vita" ma lo ritieni un tuo dovere, un tuo onore, un tuo Karma, perché lo ami più della tua vita stessa

Citazione:
Solo che andrebbero dimostrate.

Non solo affermate.


Io non affermo che quel che dico è vero. Io lo ipotizzo. Se avessi certezze saprei dove sarebbe la ragione. Io affermo che senza certezze e con la prova certa che quell'essere è in simbiosi con la madre biologica, solo lei può prendersi la responsabilità di un atto del genere e non può essere condannabile.

Ovvio che la mia opinione rimane mia così come la tua, e per sempre così sarà... e sai perché? perché questo è un problema etico. Forse l'unico a cui veramente non potrà mai essere data una verità assoluta. Io salto a piè pari la Legge, e se il Feto sia in vita oppure no, sia una persona oppure no (l'ho già detto) non cambia la mia posizione ... per me è una decisione che può spettare solo alla donna e non può essere condannata. Poiché è al suo interno.

Per tutto il resto ... ho aggiunto la mia conclusione sopra


...comunque grazie per aver tenuto un tono pacato nonostante le divergenze (pacato intellettualmente intendo, di me me ne frego )
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#172
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Ok. Allora spiegami per benino e con calma, perché io devo rovinarmi la mia vita per assistere un figlio disabile o per tenere in vita una specie di uomo-vegetale, del tutto inconsapevole, incosciente.

Anche in questo caso la mia vita è rovinata del tutto!

Perché DEVO tenermelo e tenermi la mia vita di merda?

Ammesso che tu non creda che anche in questo caso la madre abbia la facoltà di uccidere il figlio....


C'è una differenza sostanziale, Notturno: il figlio disabile non è dentro di te, se non lo vuoi puoi abbandonarlo. Ucciderlo richiederebbe un'inammissibile violenza attiva nei suoi confronti, evitabile e non necessaria. Non sei mai costretto a scegliere tra i tuoi interessi e la sua vita ma al massimo tra i tuoi interessi e la sua permanenza accanto a te. Non ti devi "sforzare" per non ucciderlo: basta non farlo.

L'aborto, indipendentemente dal giudizio finale, ha palesemente un'altra natura.
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#173
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Lo stupro è una violazione sostanziale dell’integrità psico-fisica di una donna. Si tratta di un evento di violenza e drammaticità estreme, che può anche condurre alla disintegrazione psichica della persona che la subisce: se allo stupro consegue una gravidanza, essa va inquadrata a partire da questa consapevolezza. Lo stato individuale della vittima di uno stupro si può considerare, se del caso, come uno stato di malattia grave, e si può valutare che il portare a termine la gravidanza rappresenti per essa un compito troppo arduo da sostenere. Può essere considerato come uno di quei casi in cui la gravidanza mette a rischio la sopravvivenza della madre (in questo caso, la sopravvivenza “psichica”). Si tratta di uno di quei casi, drammatici, in cui due “diritti” alla vita entrano in conflitto. Lo stesso sentimento di salvaguardia che mi spinge ad evitare che il bambino sia abortito, mi spinge anche a salvaguardare la sopravvivenza, non semplicemente biologica, della madre. Ma si tratta di casi estremi, casi in cui si ritrova quella controparte altrettanto fondamentale dell’atto di abortire che dicevo. Sono due cose, tragiche e smisurate, a confronto. Dovendo scegliere, la mia coscienza mi porta a scegliere la salvaguardia della madre. Ma è una scelta sofferta, comunque dolorosissima. Dilaniante. E però è uno strazio a cui non si deve (con l’odierna ributtante piccineria umana travestita da equilibrata ragionevolezza) cercare opportunisticamente di sottrarsi tramite l’impersonalità di comode regolette ufficiali su “quando un feto diventa un individuo” e puttanate simili. Siamo nel cuore dell’essenza umana, e l’essenza umana è, al fondo, di fronte ad eventi primari come quelli in discussione, intrinsecamente incerta e drammatica; ma in tali incertezza e drammaticità c’è il valore più vero che possiamo trovare in noi stessi, perché è quella la fonte del nostro coinvolgimento nelle cose. Senza, ci rimane solo il ruolo di tiepidi spettatori di eventi tutto sommato futili. Ancora una volta, in culo a questo mortifero approccio di merda.

Altro approccio di merda è quello sulla pretesa insindacabilità delle scelte individuali, la cui rivendicazione per gli altri rispecchia solo la pretesa di permanente assoluzione preventiva per sé stessi, qualunque cosa si possa mai fare, in un’ottica di totale deresponsabilizzazione personale perfettamente in linea con il capriccioso infantilismo di tanta parte degli “adulti” contemporanei; “adulti” che, piuttosto di farsi carico di un impegno vincolante nei confronti di chicchessia, di assumersi dei (orrore!!!) doveri, sono tranquillamente disposti a calpestare il mondo intero. Un infantilismo che, col suo feroce egocentrismo, impedisce anche la costruzione di qualunque vera socialità, visto che, rifiutando al proprio prossimo la facoltà di giudicare legittimamente gli atti individuali, rifiuta di fatto la base stessa della socialità: la comune, almeno sugli assunti e sui valori fondamentali, visione delle cose, e il reciproco impegno su tale base. Alla fine dei conti, è nient’altro che il rifugiarsi in un misero, meschino solipsismo esistenziale, rivendicando invece ridicolmente di passare per Ricercatori dell’Autenticità. E via a cianciare di Vita felice, di consapevolezza, di libertà, di Etica. Ma vaffanculo! Adoratori del Proprio Ego, ecco cosa. Il resto è bella retorica.
Inviato il: 31/10/2010 0:29
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  •  mirco
      mirco
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#174
Mi sento vacillare
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Citazione:

Red_Knight ha scritto:
@Notturno

Citazione:
Ok. Allora spiegami per benino e con calma, perché io devo rovinarmi la mia vita per assistere un figlio disabile o per tenere in vita una specie di uomo-vegetale, del tutto inconsapevole, incosciente.

Anche in questo caso la mia vita è rovinata del tutto!

Perché DEVO tenermelo e tenermi la mia vita di merda?

Ammesso che tu non creda che anche in questo caso la madre abbia la facoltà di uccidere il figlio....


C'è una differenza sostanziale, Notturno: il figlio disabile non è dentro di te, se non lo vuoi puoi abbandonarlo. Ucciderlo richiederebbe un'inammissibile violenza attiva nei suoi confronti, evitabile e non necessaria. Non sei mai costretto a scegliere tra i tuoi interessi e la sua vita ma al massimo tra i tuoi interessi e la sua permanenza accanto a te. Non ti devi "sforzare" per non ucciderlo: basta non farlo.

L'aborto, indipendentemente dal giudizio finale, ha palesemente un'altra natura.



E' quale sarebbe la natura ( in natura al massimo ci sono gli aborti spontanei ) di questo omicidio ?
Tagliuzzare un bambino a 4 mesi dal concepimento è estremamente violento.
Curiosa l'affermazione che non ti devi sforzarlo per ucciderlo.
Inviato il: 31/10/2010 0:35
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  •  benitoche
      benitoche
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#175
Dubito ormai di tutto
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Carmine ha scritto:
Lo stupro è una violazione sostanziale dell’integrità psico-fisica di una donna. Si tratta di un evento di violenza e drammaticità estreme, che può anche condurre alla disintegrazione psichica della persona che la subisce: se allo stupro consegue una gravidanza, essa va inquadrata a partire da questa consapevolezza. Lo stato individuale della vittima di uno stupro si può considerare, se del caso, come uno stato di malattia grave, e si può valutare che il portare a termine la gravidanza rappresenti per essa un compito troppo arduo da sostenere. Può essere considerato come uno di quei casi in cui la gravidanza mette a rischio la sopravvivenza della madre (in questo caso, la sopravvivenza “psichica”). Si tratta di uno di quei casi, drammatici, in cui due “diritti” alla vita entrano in conflitto. Lo stesso sentimento di salvaguardia che mi spinge ad evitare che il bambino sia abortito, mi spinge anche a salvaguardare la sopravvivenza, non semplicemente biologica, della madre. Ma si tratta di casi estremi, casi in cui si ritrova quella controparte altrettanto fondamentale dell’atto di abortire che dicevo. Sono due cose, tragiche e smisurate, a confronto. Dovendo scegliere, la mia coscienza mi porta a scegliere la salvaguardia della madre. Ma è una scelta sofferta, comunque dolorosissima. Dilaniante. E però è uno strazio a cui non si deve (con l’odierna ributtante piccineria umana travestita da equilibrata ragionevolezza) cercare opportunisticamente di sottrarsi tramite l’impersonalità di comode regolette ufficiali su “quando un feto diventa un individuo” e puttanate simili. Siamo nel cuore dell’essenza umana, e l’essenza umana è, al fondo, di fronte ad eventi primari come quelli in discussione, intrinsecamente incerta e drammatica; ma in tali incertezza e drammaticità c’è il valore più vero che possiamo trovare in noi stessi, perché è quella la fonte del nostro coinvolgimento nelle cose. Senza, ci rimane solo il ruolo di tiepidi spettatori di eventi tutto sommato futili. Ancora una volta, in culo a questo mortifero approccio di merda.

Altro approccio di merda è quello sulla pretesa insindacabilità delle scelte individuali, la cui rivendicazione per gli altri rispecchia solo la pretesa di permanente assoluzione preventiva per sé stessi, qualunque cosa si possa mai fare, in un’ottica di totale deresponsabilizzazione personale perfettamente in linea con il capriccioso infantilismo di tanta parte degli “adulti” contemporanei; “adulti” che, piuttosto di farsi carico di un impegno vincolante nei confronti di chicchessia, di assumersi dei (orrore!!!) doveri, sono tranquillamente disposti a calpestare il mondo intero. Un infantilismo che, col suo feroce egocentrismo, impedisce anche la costruzione di qualunque vera socialità, visto che, rifiutando al proprio prossimo la facoltà di giudicare legittimamente gli atti individuali, rifiuta di fatto la base stessa della socialità: la comune, almeno sugli assunti e sui valori fondamentali, visione delle cose, e il reciproco impegno su tale base. Alla fine dei conti, è nient’altro che il rifugiarsi in un misero, meschino solipsismo esistenziale, rivendicando invece ridicolmente di passare per Ricercatori dell’Autenticità. E via a cianciare di Vita felice, di consapevolezza, di libertà, di Etica. Ma vaffanculo! Adoratori del Proprio Ego, ecco cosa. Il resto è bella retorica.


Quoto in toto carmine
bravo
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soltanto a un’umanità rescissa dal mondo divino-spirituale.
Inviato il: 31/10/2010 1:17
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  •  Red_Knight
      Red_Knight
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#176
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 31/10/2005
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@mirco

Citazione:
E' quale sarebbe la natura ( in natura al massimo ci sono gli aborti spontanei ) di questo omicidio ?


Mi perdonerai se mi autocito, ma non sono in grado di spiegarmi meglio di quanto ho già fatto:

Rimane una differenza: astenersi dall'omicidio di un essere umano è facile. Si tratta di non fare delle azioni volontarie che portano alla morte della vittime. Non costa nulla non uccidere qualcuno.
Astenersi dall'aborto è invece un'operazione attiva, che richiede di sopportare per 9 mesi una condizione straordinaria sul piano fisico, e di accettare una responsabilità a tempo indeterminato. È un costo che normalmente si sostiene con immensa gioia, per fortuna, ma è un costo (altrimenti nessuna donna abortirebbe). Lo si deve volere, e si devono osservare delle regole che permettano a entrambi (madre e figlio) di arrivare al parto sani e salvi. Abortire al contrario è relativamente facile, e consiste fondamentalmente nel non accettare di "sacrificarsi".

Questo non giustifica niente, chiaramente, ma è una differenza di cui occorre tener conto, quanto meno come "attenuante" in caso di condanna. L'eguaglianza tra omicidio e aborto, insomma, se c'è non è perfetta.


Citazione:
Curiosa l'affermazione che non ti devi sforzarlo per ucciderlo.


Hai letto male la frase, rileggila.
Inviato il: 31/10/2010 1:31
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  •  mangog
      mangog
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#177
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 5/1/2007
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Citazione:

mimik ha scritto:
Citazione mangog
Insomma Berlusconi che rappresenta lo 0.00000001 degli Italiani ha tutto il diritto di farsi la legge ad personam, la sua etica lo richiede.

Scusa Calvero ma non hai ancora capito che la vita non è un valore negoziabile ? Continui a cianciare dello zio che incula la nipotina quando statisticamente è irrilevamente.
Ad ogni modo anche la nipote ( SCOPATA.. e dal culo non si nasce Calvero.. nemmeno tu... ) che decide di abortire compie un OMICIDIO. Vuoi forse negarlo ?
E tra tutti gli omicidi l'aborto è il peggiore perchè nei fatti la donna abortisce per futili motivi.


Per parafrasare te: "cosa mi tocca sentire"

mi infilo a bomba perchè certi discorsi fanno davvero capire come certa gente ragioni con i piedi.

0.00000001% degli aborti è conseguenza degli stupri... dove diavolo lo hai pescato sto dato? in italia sono praticati poco più di 120000 aborti l'anno (e il numero è in diminuzione) e, secondo te, meno di una donna l'anno opta per l'aborto a seguito di stupro... mai stato in ospedale vero? in un solo mese di tirocinio la mia ragazza s'è beccata 3 ragazze stuprate che hanno deciso di abortire... e la tua bella statistica va già a farsi benedire.

In italia si viaggia con la media di 13 stupri al giorno, e si parla solo di quelli denunciati visto che la maggior parte (purtroppo) si consumano tra le mura domestiche (la nipote sopracitata per intenderci). quindi non si può dire con certezza quanti ce ne siano e, per logica conseguenza, non è possibile stabilire quanti aborti ci siano a seguito di violenze. e non dimentichiamo che esiste anche la pillola del giorno dopo che, senza dubbio, falsa le statistiche. Ovviamente gli aborti a seguito di stupri sono, effettivamente, una minoranza ma almeno cerca di attenerti ai fatti invece di inventare cifre per darti ragione.

ma tralasciando la prima parte del discorso, quello che più mi ha fatto incazzare (perchè leggere simili idiozie mi fa davvero saltare i nervi) è questa frase:

E tra tutti gli omicidi l'aborto è il peggiore perchè nei fatti la donna abortisce per futili motivi.

Ma chi diavolo ti credi di essere per decidere quali sono motivi validi o no per abortire? hai una più vaga idea di cosa provi una donna che decide di abortire? chi ti da il diritto di decidere cosa è giusto e cosa è sbagliato?


13 strupri al giorno non significa che le 13 donne siano state messe incinte.
Tutto quello che passa per la mente della donna non potrà mai giustificare un omicidio e la legge sul'aborto rende lo stato complice di questo assassinio.

Sono sempre più numerosi i ginecologi che rifiutano di praticare l'aborto.

Ribadisco che l'aborto è il più grande crimine che si possa compiere.

Calvero per fare il "maestrino" bisogna per lo meno essere chiari e meno prolissi, doti che tu non hai.

Tu dimostri solamente di essere in uno stato confusionale oltre che offensivo.
Inviato il: 31/10/2010 8:26
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  •  Calvero
      Calvero
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#178
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 4/6/2007
Da Fleed / Umon
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Citazione:


13 strupri al giorno non significa che le 13 donne siano state messe incinte.


.... ce ne fosse uno anche in tutto il mondo, non cambia la musica. Ogni donna e ogni uomo vale la sua vita per intero, al di là di ogni statistica di oggi e di 2000 anni ancora a venire.

Citazione:

Sono sempre più numerosi i ginecologi che rifiutano di praticare l'aborto.


Una scelta di coscienza, quindi??

Citazione:

Ribadisco che l'aborto è il più grande crimine che si possa compiere.


chi lo dice, tu?? bravo, ribadisco che il criminale sei tu

Citazione:

Calvero per fare il "maestrino" bisogna per lo meno essere chiari e meno prolissi, doti che tu non hai.


...sei tu il "maestrino in cattedra" moralizzatore; sei tu che hai le certezze e riesci a condannare per omicidio e a dire "Bianco e Nero" di una questione in cui il mondo si divide da decenni e probabilmente con meno sicumera e spocchiaggine che hai tu.


Citazione:

Tu dimostri solamente di essere in uno stato confusionale oltre che offensivo.


questo lo hai scritto tu:

perchè nei fatti la donna abortisce per futili motivi.

.. anche un altro utente ti ha fatto notare questa infamante leggerezza e asserzione razzista nei confronti della donna. Pezzo di falso e spocchioso moralista che non sei altro.

Sono orgoglio di essere in "stato confusionale" in mezzo a gente come te che insieme a Dio ha capito dove sta la verità. Grazie oh sommo illuminato della nostra esistenza.

Io non ho offeso nessuno. Ti ho dato un consiglio puoi applicarlo come no, poi me la sono presa direttamente con te dicendoti quello che sei, e a dimostrazione c'è la tua bellissima frase dei "futili motivi" ... e se sono pesante nei tuoi confronti non lo sono a prescindere categorizzando vigliaccamente le persone. Me la vedo direttamente con te, a differenza di te ... che dici e dimostri quanto è facile - fare il frocio con il culo degli altri. Complimenti per l'empatia.

Citazione:

Tutto quello che passa per la mente della donna non potrà mai giustificare un omicidio e la legge sul'aborto rende lo stato complice di questo assassinio.



...tutto quello che passa in testa a una donna tu NON lo sai (rassegnati), spocchioso e pretenzioso essere umano... quindi mettiti a cuccia, attacca i FLAP e plana... e riprendi coscienza (se ne sei capace) di sapere solo quello che pensa il tuo cervello.
_________________
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Inviato il: 31/10/2010 9:15
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  •  astro7
      astro7
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#179
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Fino a quando qualcuno qui continuerà imperterrito a paragonare la donna che abortisce ad un'assassina .... nessuna donna interverrà.
Mi spiace, ma è così. E il fatto che io possa condividere o meno determinate scelte non significa certo che posso ergermi a giudice.
Punto.

L'aborto è un abominio in primis per la donna. Sforzatevi di capirlo, questo.
Inviato il: 31/10/2010 9:57
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  •  Calvero
      Calvero
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#180
Sono certo di non sapere
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Da Fleed / Umon
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Citazione:
Altro approccio di merda è quello sulla pretesa insindacabilità delle scelte individuali, la cui rivendicazione per gli altri rispecchia solo la pretesa di permanente assoluzione preventiva per sé stessi, qualunque cosa si possa mai fare, in un’ottica di totale deresponsabilizzazione personale perfettamente in linea con il capriccioso infantilismo di tanta parte degli “adulti” contemporanei; “adulti” che, piuttosto di farsi carico di un impegno vincolante nei confronti di chicchessia, di assumersi dei (orrore!!!) doveri, sono tranquillamente disposti a calpestare il mondo intero.


Approccio di merda lo considero il tuo, che non so con quale tipo di autorevolezza tu possa legittimare che - scegliere di vivere la propria esistenza come pare e piace sia una questione di deresponsabilizzazione.

Già questa frase dice tutto della presunzione cicappina con cui è stata emessa.

Nel caso di - uno stupro violento - decade questa TUA TESI, in quanto è figlia di una latente moralizzazione che, come noto, è sacrosanta ma non può essere oggettivamente razionale su un tipo di vicenda. Rimane nella sfera della tua morale. Della serie, cantatela e suonatela da solo e fatti anche gli applausi ... nessuno verrà a sindacare nulla

Nel momento in cui un essere vivente subisce una profonda violenza CONTRO LA SUA VOLONTA' ... decade ogni ipotesi di deresponsabilizzazione. In quanto la stessa non ha da prendersi nessuna responsabilità, visto che ha subito un atto lontano dalle sue intenzionalità. La tua, come ho dimostrato, è oggettivamente un arrampicata sugli specchi.

POI DICI:

<< l'impegno vincolante... >>

mmhhh... ragioniamo

chi??

e cosa??

... vincolerebbe una donna nel subire l'obbligo di portare avanti una gravidanza che cambia profondamente la sua esistenza? dopo che con violenza e contro la sua volontà è stata forzata la sua Vagina; penetrata; e un vigliacco ha depositato il suo sperma poiché il suo cervello era pari a quello di un cane in calore....

aspetta poi, sentiamo sentiamo cosa aggiungi:

disposti a calpestare il mondo intero

Altra affermazione cicappina. Caro Carmine, ingrandire ed esasperare a livelli di tale "ingordigia cronica" l'esigenza di colpevolizzare un atto eticamente sotto esame... significa sì, come dici tu, essere infantili e, probabilmente, una latente frustrazione dogmatica non riesce a sfogare l'odio che hai verso una ipotetica VITTIMA che - secondo te farebbe una scelta criminale. E non fa quello che la tua morale pretende. Problemi tuoi.

E' ancora da dimostrare che si tratti di "capriccioso infantilismo" il decidere di vivere la propria vita come cazzo pare e piace... e secondo la propria volontà e libero arbitrio e senza nessuna costrizione imposta - con infamia - da una violenza profonda...

Ritenta, sarai più fortunato ... forse
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Misti mi morr Z - 283 - Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno
Inviato il: 31/10/2010 10:06
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