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   Nuovo Ordine Mondiale e società segrete
  Aborto...ma dov'è la ragione?

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  •  Calvero
      Calvero
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#121
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 4/6/2007
Da Fleed / Umon
Messaggi: 13165
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Citazione:



....

CUT

.....
Tali informazioni servono a far adattare l'organismo della madre alla presenza del nuovo essere

E' chiaro?
Nuovo,nuovo,nuovo,nuovo essere cazzo
e la madre si ADATTA
ad un nuovo essere,ad un nuovo essere,si adatta,nuovo essere,si adatta


Scusa eh, Benitoche .... è chiaro, ma non comprendo come questo possa obiettare sul mio dubbio. Sono o no in simbiosi?

Che si adatti a un nuovo essere porta a "favore" di quale scelta etica?

Intanto è grazie alla madre che c'è un figlio e non viceversa, giusto? a chi la prerogativa e la priorità di fare ciò che desidera e reputa necessario del proprio corpo?

Il mio scontro nasce da un fatto che forse non ho spiegato bene. Permettimi di usare termini mediocri ma è solo per non perdersi nel ragionamento.

Non è forse la madre che porta a spasso la nuova creatura? non è forse lei che si sta facendo carico comunque della sussistenza? detto questo, quando intervengono fattori gravissimi (il mio esempio della 17enne può esserne uno) ... e anche in luce di quel che mi hai spiegato sopra: - in quale maniera dovrebbe farmi dire che a lei non spetterebbe la scelta? Quello è un "mondo" loro. Sono in simbiosi. Ti dirò di più... il dubbio che divide molte persone di quando cioè sia effettivamente in vita il bambino oppure no, di quando sia etico considerarlo un bambino oppure no ... secondo me non c'entra affatto. Per me il problema è a monte.


Citazione:

Questi due esseri,non sono la stessa cosa,altrimenti che cazzo di senso avrebbe l'adattamento?


.. non sono d'accordo. Per essere la stessa cosa doveva essere?? un mostro a due teste?? invece lo sono, nel senso più profondo della cosa per un problema simile. E cioè, è una questione di appartenenza biologica.

Citazione:

La vita và tutelata prima di tutto
Nessuno ha il diritto di decidere il destino di qualcun'altro
Nel momento in cui si legifera l'aborto,si dà diritto di vita o di morte a dei terzi
Questa è la verità


Avresti ragione se io avessi sollevato la questione che l'aborto lo debba giudicare un elemento esterno: una società, una morale, un dogma ... eccetera eccetera ... ma io dico un altra cosa, che lo deve giudicare liberamente la MADRE, che se è capace di intendere e di volere - NON si può dare più per scontato che si tratti di un "altro" o di "qualcun altro". Non c'entra.

Citazione:

Se è destino che uno debba morire prematuramente ok,ma nel momento in cui si lascia la scelta a un padre o ad una madre è follia
Infanticidio si chiama


non sono d'accordo ... e ho spiegato sopra il perché, mi sembra che il mio dubbio non sia stato risolto, anzi...

Citazione:

Quando poi le donne,in cotali condizioni,sono vessate da input provenienti da più parti tendenti a veicolare,a manipolare la coscienza delle stesse,dovremmo parlare di concorso di colpa in omicidio
Questo impone la logica,questo è stato per millenni


Sono d'accordo ma, senza offesa, stai spostando il problema ... qui si tratta di fare una disamina del contesto e della vicenda in sé che andrebbe valutata volta per volta.

Citazione:

La donna non ha alcun diritto sul nascituro,solo doveri


quindi è solo una incubatrice? no... mi spiace .. non ci siamo

Citazione:

Si può sopportare tutto,ma non un mondo dedito a sacrifici di infanti
Bisognerebbe fare un nuovo referendum per l'abolizione dell'aborto


Non sono d'accordo. Non trovo ragioni umane che mi dicano che questa tua posizione si possa mettere a prescindere . La donna ha una sua vita: lei è nata prima, lei è titolare. E se fattori di forza maggiore la mettono a repentaglio (vedi sempre il mio esempio della 17enne) non ho trovato una ragione sufficiente a farmi dire che lei non possa decidere della sua vita. E quel che ho compreso sin ora continua a dirmi che la creatura in grembo è la sua vita.


Citazione:

PS
Ho aperto il forum in "Nuovo ordine Mondiale "
Non a caso
L'aborto è una prerogativa degli illuminati,come ben sappiamo,utile al controllo della popolazione
Già questo dovrebbe far prendere posizione e farne comprendere la ragione


Su questo hai ragione. Ma il dilemma rimane. Non può questo travalicare l'individuo e come esso possa gestire la sua vita.
_________________
Misti mi morr Z - 283 - Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno
Inviato il: 29/10/2010 5:12
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  •  Calvero
      Calvero
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#122
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 4/6/2007
Da Fleed / Umon
Messaggi: 13165
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Per quanto sopra avviene in questa discussione, sto considerando un elemento che mi irrita.

In molti sottolineano quanto sia importante la vita, sia bella, sia da Vivere... ma continuare a vedere nella donna una sorta di "gregario" che sforna pagnotte più importanti di lei, continua a darmi perplessità non da poco. E non mi piace affatto.

Sono veramente e sinceramente interessato ad essere aiutato a comprendere che mi stia sbagliando. Ma non voglio certo comprenderlo perché ammiro l'amore con cui si difendono le posizioni o perché rispetto molti colleghi, non ultimo Benitoche e Santaruina che non la pensano come me... ma per queste cose non sono né orgoglioso né testardo.. voglio comprendere e non, essere convinto.

.. ho anche un esperienza indiretta, ma a me molto cara di anni fa che mi ha fatto riflettere molto sull'importanza di queste scelte.. ma anche empaticamente continuo a veder travalicare gratuitamente il valore che si dà alla scelta di una madre..

.. un contributo sostanzioso da parte delle donne manca. Sin ora solo Astro è intervenuta, ma non esaustivamente..

quasi quasi è meglio lasciar perdere
_________________
Misti mi morr Z - 283 - Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno
Inviato il: 29/10/2010 5:30
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  •  sitchinite
      sitchinite
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#123
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 3/6/2007
Da Roma - Pomezia
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Citazione:

Calvero ha scritto:

In molti sottolineano quanto sia importante la vita, sia bella, sia da Vivere... ma continuare a vedere nella donna una sorta di "gregario" che sforna pagnotte più importanti di lei, continua a darmi perplessità non da poco. E non mi piace affatto.



Pardon Calvero, io fossi in te non mi metterei questo problema.
Se per 'pagnotte' intendi i bambini, sappi che son moltissime le associazioni femministiche e non che vedono la donna come 'sfornatrice'.
Proprio ieri ho scoperto la notizia della possibilità di creare sperma dal midollo osseo, e letto i commenti di una associazione di femministe chguardava questa scoperta scientifica con favore perchè 'così la donna é libera dal giogo maschile'.
Forse le donne, o comunque una parte di esse, non si sentono così a disagio nel ruolo di 'sfornatrici', anzi auspicano di poterlo fare pure da sole.

Se ho interpretato male quel che dicevi, ovviamente, non tenere conto del mio commento.
Inviato il: 29/10/2010 8:06
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  •  Red_Knight
      Red_Knight
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#124
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 31/10/2005
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@Santaruina

Citazione:
Ora, io credo che il feto sia un essere in sé, la cui sopravvivenza dipende da un altro essere, così come la vita di un neonato dipende da un altro essere.
L'obiezione è che il neonato si trova fuori dal corpo della madre.
Personalmente, non mi pare una obiezione che regge: la vita si presenta sotto forme a tratti insondabili per noi.


C'è una differenza sostanziale: visto che il neonato è fuori dal corpo della madre, non c'è più alcuna motivazione di ucciderlo, in nessun caso. Anche se - ipotizziamo - dovessimo pensare che nemmeno i neonati sono persone, o perfino che sono spazzatura o creature del demonio fino al compimento del 55esimo anno di età, il dilemma etico non si pone perché non c'è nessuna necessità di porselo. Tanto, appunto, è fuori dal corpo della madre: se proprio non lo sopporti lo fai sparire dalla tua vista e ciccia.

Se si pone il dilemma etico dell'aborto, è perché c'è un conflitto tra gli interessi del feto (presumibilmente nascere) e quelli della madre - dai più frivoli ai più essenziali, indifferentemente - che rende necessario stabilire il confine tra il male e il bene, e tra il male minore e quello peggiore. Se i feti crescessero sugli alberi non ci sarebbe nessun interrogativo da porsi anche qualora non si desse loro alcun valore.

In altre parole, non è da stabilirsi se è lecito uccidere i feti tanto per esercizio di speculazione filosofica, ma se è lecito dare priorità alla madre, e in che misura (o, estendendo, dare priorità alla ricerca sulle cellule staminali, o qualsiasi altra cosa porti vantaggi a discapito di qualcos'altro).

Citazione:
C'è il celebre paradosso del girino/rana che tratta questo argomento.
In sintesi, non essendoci un momento preciso in cui con certezza si può asserire il passaggio tra feto e bambino, logica suggerirebbe di astenersi dallo stabilirlo "a tentoni".


Aspetta: il paradosso del girino/rana (o quello del mucchio, o della folla; è uguale) è tale finché vuoi individuare il momento preciso in cui si ha il passaggio da girino a rana. Ciò non toglie che tu possa individuare con certezza almeno due istanti, cioè il primo e l'ultimo, dove hai rispettivamente un girino sicuramente non rana e una rana sicuramente non più girino. Il paradosso, in ogni caso, è dato dall'ambiguità del linguaggio. Se stabilissi - ad esempio - che il girino va considerato "rana" non appena le zampe posteriori sono sviluppate, l'ambiguità si ridurrebbe a un intervallo di tempo molto ristretto, prima del quale o dopo il quale ci sarebbe l'agognata certezza. Questo non dimostra niente, chiaramente, ma permette quanto meno di provare a porsi il problema.

Citazione:
Proprio perchè ci sono verità che noi conosciamo a priori, in quanto esseri umani, verità che nessuna definizione può contenere (il linguaggio limita, e non è in grado di definire tutto il reale).
Il concetto di "persona" è una di queste realtà.
Io so cosa significa, tu lo sai, ognuno lo sa. Nessuno può definirlo col linguaggio, ma questo non significa che dentro di noi non abbiamo una precisa conoscenza di questo concetto.


Non condivido. Se così fosse saremmo tutti d'accordo, invece c'è chi pensa che l'embrione sia una persona e chi sostiene il contrario. Evidentemente c'è qualcuno che non ha la suddetta precisa conoscenza del concetto.

Citazione:
Noi esseri umani, per quanto razionali, abbiamo anche una capacità di comprendere ciò che ci circonda e che dalla stretta razionalità prescinde, una intelligenza molto più diretta, non mediata, e non per questo meno autentica.

Questa nostra intelligenza non mediata ci dice subito che lì, in quella foto è accaduto qualcosa di tremendo, qualcosa per cui non potrà mai esistere alcuna giustificazione.
Poi interviene la ragione che studia la situazione in un modo più analitico.
Ed è giusto che sia così.
Ma non dovremmo mai trascurare anche la prima impressione, perchè è lo strumento più potente che abbiamo per comprendere ciò che ci circonda.


Non sono d'accordo nemmeno su questo. L'intelligenza immediata serve per le questioni semplici. Per le questioni complesse, e nessuna lo è quanto l'etica, è doveroso astenersi dai preconcetti e dagli istinti e ragionare col massimo rigore possibile: i fattori emotivi possono indirizzarci, ma solo finché non si scontrano col buon senso. L'istinto ci porta ad amare i bambini come ci porta ad abbandonare gli storpi e a considerare nemici gli estranei. Se dessimo priorità all'istinto saremmo ancora allo stesso livello degli uomini delle caverne.
Questo non vuol dire che nel caso che stiamo trattando l'istinto abbia torto, ma solo che dobbiamo prima verificarlo. Per esempio la foto sanguinolenta non ci dice nulla: se il feto non è una persona, si tratta di una cosa brutta a vedersi ma non per questo di una cosa malvagia; se il feto è una persona, si tratterebbe di una cosa umanamente disturbante anche qualora si presentasse asciutta e pulita.
Inviato il: 29/10/2010 10:33
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  •  benitoche
      benitoche
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#125
Dubito ormai di tutto
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Permettimi di usare termini mediocri Calvero ma è solo per non perdersi nel ragionamento.

Si potrebbe dire:
L'uovo femminile e il seme maschile si riuniscono nel corpo materno e così si forma l'embrione
Ma l'essere umano si può formare da questo miscuglio di sostanze tanto poco,quanto la malattia epatica di un uomo di cinquant'anni si può formare dalla materia che nel primo anno di vita subì degenerazione

Certo la sostanza deve essere presente
Chi ritiene che l'essere umano si formi nel grembo materno grazie alla sostanza,dovrebbe ritenere che ammucchiando legna e sedendovici sopra per un paio di anni,si formerà da sola una bellissima statua

Naturalmente la sostanza deve essere a disposizione dello spirito,e questo avviene nel grembo materno
L'essere umano non viene formato nel grembo materno,ma lo spirito elabora la sostanza come fà uno scultore,e cos' si forma nell'organismo ciò che di continuo lo rinnova man mano che la sostanza viene eliminata

Se la sostanza avesse un'importanza maggiore,avremmo bisogno di mangiare molto meno di quanto in realtà non dobbiamo fare
Ne avremmo bisogno da bambini,per poter crescere,ma a vent'anni,se la sostanza fosse sempre la stessa,non dovremmo più mangiare

Sarebbe una bella fortuna per i datori di lavoro

Ma che ci si debba sempre nutrire anche da adulti prova che quanto permane,che è presente tutta la vita,non è la sostanza,ma l'elemento animico spirituale che deve essere(ed è)presente ancor prima della concezione,e deve elaborare la sostanza fin dall'inizio e ancora in seguito
_________________
la religione è indispensabile
soltanto a un’umanità rescissa dal mondo divino-spirituale.
Inviato il: 29/10/2010 11:32
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  •  Carmine
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#126
Ho qualche dubbio
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Non sono d'accordo nemmeno su questo. L'intelligenza immediata serve per le questioni semplici. Per le questioni complesse, e nessuna lo è quanto l'etica, è doveroso astenersi dai preconcetti e dagli istinti e ragionare col massimo rigore possibile: i fattori emotivi possono indirizzarci, ma solo finché non si scontrano col buon senso. L'istinto ci porta ad amare i bambini come ci porta ad abbandonare gli storpi e a considerare nemici gli estranei. Se dessimo priorità all'istinto saremmo ancora allo stesso livello degli uomini delle caverne.

Le solite idiozie intellettualistiche. Astenersi dai preconcetti e dagli istinti è la strada che porta dritta dritta alla disumanizzazione. L’etica ha un senso solo se è a misura d’uomo, se ne rispetta l’identità. Se il ragionamento pretende di convincermi che devo prescindere dall’orrore istintivo che un bambino smembrato mi suscita, che devo prescindere dal rigetto che ciò mi provoca, allora in culo al ragionamento! In culo! L’uomo è quello che è, non è il frutto di uno stramaledetto ragionamento. E di fronte a certi fondamenti dell’uomo ci si dovrebbe solo inchinare rispettosamente, cercando di coglierne e di viverne il più pienamente possibile l’essenza. Perché quella è la nostra essenza. La nostra. È di noi stessi che stiamo ragionando, non di qualche lontana astrazione accademica.

E quello che mi dice la mia essenza è che per giustificare lo scempio che l’aborto comporta ci vuole qualcosa di enorme, immenso. Qualcosa di altrettanto fondamentale. Che non può essere il semplice arbitrio della madre. Non può essere, punto e basta. E non me ne frega un cazzo delle analogie e delle generalizzazioni che se ne possono fare discendere intellettualmente: non intendo costruire un sistema filosofico-concettuale universale su questo. Dico solo che l’aborto è fondamentalmente sbagliato, e basta. Il resto è solo la solita masturbazione mentale figlia di questi disumani tempi di merda.
Inviato il: 29/10/2010 12:07
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  •  Red_Knight
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#127
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Se il ragionamento pretende di convincermi che devo prescindere dall’orrore istintivo che un bambino smembrato mi suscita, che devo prescindere dal rigetto che ciò mi provoca, allora in culo al ragionamento!


Anche tagliare una persona con un bisturi genera in qualunque persona sana un immediato rigetto: il pensiero di aprire qualcuno e maneggiare le sue viscere è semplicemente disumano. Se ne dovrebbe dedurre che, in culo al ragionamento, non dovrebbero esistere chirurghi.
Inviato il: 29/10/2010 12:15
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  •  Carmine
      Carmine
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#128
Ho qualche dubbio
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Citazione:
Anche tagliare una persona con un bisturi genera in qualunque persona sana un immediato rigetto: il pensiero di aprire qualcuno e maneggiare le sue viscere è semplicemente disumano. Se ne dovrebbe dedurre che, in culo al ragionamento, non dovrebbero esistere chirurghi.

Idiozie su idiozie.
Inviato il: 29/10/2010 12:21
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#129
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Calvero

In molti sottolineano quanto sia importante la vita, sia bella, sia da Vivere... ma continuare a vedere nella donna una sorta di "gregario" che sforna pagnotte più importanti di lei, continua a darmi perplessità non da poco. E non mi piace affatto.

Secondo me, è l'esatto opposto.
La donna viene considerata quale sorta di mera incubatrice proprio nel momento in cui ci si comincia a chiedere sul da farsi su quella cosa che improvvisamente è spuntata dentro di lei.
Questo è un discorso meccanicistico, in cui la donna appunto viene vista come una sorta di freddo contenitore che contiene un altro oggetto.

Dal punto di vista della vita, invece, la donna è vista come testimone e compartecipe del più grande miracolo che si verifica sul nostro mondo.
Non sto facendo un discorso prettamente religioso, sia chiaro.

E' qualcosa che va oltre.
Nel mondo ci sono tante cose che la ragione da sola non è in grado di comprendere (se così non fosse i filosofi non avrebbero ragione di esistere, e avremmo capito tutto su tutto già da 5.000 anni).

Ora, il mistero più grande è la creazione.
E per una volta abbandono anche io il linguaggio rigidamente razionale, perchè si sta parlando di qualcosa di enormemente più grande.
La creazione e il suo senso sono i misteri più elevati, e la donna compartecipa in prima persona alla creazione, generando la vita.
Si tratta di ripetere nel tempo ciò che si verificò in illo tempore, nell'inizio dei tempi.
Si tratta di un Rito nella sua più alta concezione, un rito creatore, un Rito che diviene egli stesso azione e miracolo.

La donna in tutto questo diviene per un istante simile al creatore, in tutto e per tutto, diviene rappresentante in terra della forza creatrice dell'universo.

Altro che gregario
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Inviato il: 29/10/2010 12:34
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#130
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Red_Knight


In altre parole, non è da stabilirsi se è lecito uccidere i feti tanto per esercizio di speculazione filosofica, ma se è lecito dare priorità alla madre, e in che misura (o, estendendo, dare priorità alla ricerca sulle cellule staminali, o qualsiasi altra cosa porti vantaggi a discapito di qualcos'altro).

Se si dovesse stabilire che il feto ha dignità di persona, il problema che poni non si presenta.
La sua eliminazione sarebbe lecita se e solo se mette a rischio la vita stessa della madre.
In tutti gli altri casi sarebbe omicidio.
E' per questo che continuo ad insistere che il punto essenziale è capire che dignità dare al feto.
Tutto il resto viene di conseguenza.


Ciò non toglie che tu possa individuare con certezza almeno due istanti, cioè il primo e l'ultimo, dove hai rispettivamente un girino sicuramente non rana e una rana sicuramente non più girino. Il paradosso, in ogni caso, è dato dall'ambiguità del linguaggio. Se stabilissi - ad esempio - che il girino va considerato "rana" non appena le zampe posteriori sono sviluppate, l'ambiguità si ridurrebbe a un intervallo di tempo molto ristretto, prima del quale o dopo il quale ci sarebbe l'agognata certezza. Questo non dimostra niente, chiaramente, ma permette quanto meno di provare a porsi il problema.

Stai però dimenticando un piccolo particolare.
Nel nostro caso non si tratta di un esercizio filosofico.
La nostra questione infatti è: quando il feto è ancora feto, così che sia lecito ucciderlo?
Il bambino infatti nella nostra società non si può uccidere, il feto sì.

Ecco allora che stabilire il momento del passaggio non è speculazione filosofica, ma passaggio essenziale per evitare un omicidio.
Non si è in grado di farlo con certezza?
Ci si astenga dall'uccidere.

Se vivessimo nella Sparta dell'epoca classica, ad esempio, questa distinzione non sarebbe importante.
La questione che ci porremmo sarebbe infatti: è sano?
Se la risposta fosse negativa, ci potremmo sbarazzare del feto o bambino che sia.
Ma noi i bambini non li ammazziamo.


Non condivido. Se così fosse saremmo tutti d'accordo, invece c'è chi pensa che l'embrione sia una persona e chi sostiene il contrario. Evidentemente c'è qualcuno che non ha la suddetta precisa conoscenza del concetto.

Ma nella conoscenza dell'embrione l'intelligenza sovra-razionale non interviene.
Tale intelligenza funziona infatti con i sensi: ha bisogno di vedere, sentire, toccare, odorare.
L'embrione chi l'ha mai visto di persona?
Siamo invece tutti d'accordo (ad esclusione degli psicopatici) che nella foto del feto smembrato ci sia qualcosa di tragico, a prescindere da tutto il resto e dalle convinzioni di ognuno.



Non sono d'accordo nemmeno su questo. L'intelligenza immediata serve per le questioni semplici. Per le questioni complesse, e nessuna lo è quanto l'etica, è doveroso astenersi dai preconcetti e dagli istinti e ragionare col massimo rigore possibile: i fattori emotivi possono indirizzarci, ma solo finché non si scontrano col buon senso. L'istinto ci porta ad amare i bambini come ci porta ad abbandonare gli storpi e a considerare nemici gli estranei. Se dessimo priorità all'istinto saremmo ancora allo stesso livello degli uomini delle caverne.

In verità istinto ed intelligenza immediata sono due cose assai diverse, essendo il primo solo l'emanazione più superficiale della prima.
Per quanto riguarda le questioni complesse, forse sono proprio quelle in cui la ragione va usata con parsimonia.

Anche la ragione può essere fallace.
Inoltre, la ragione è mutevole, e condizionata dai tempi e dagli etat d'esprit.
La ragione dei più alti pensatori inglesi del XVIII secolo ci assicurava che i neri erano esseri inferiori, e lo dimostrava in maniera razionale, così come i migliori pensatori della Grecia classica,quelli che la filosofia moderna l'hanno inventata, avrebbero tutti argomentato sulla superiorità dei greci su tutti gli altri popoli.

Pensare che la "ragione" nel passato potesse essere fallace, come in questi casi, mentre quella dei nostri tempi abbia imparato a riconoscere tali errori, è atteggiamento, direi, poco razionale.
Ogni epoca ha le proprie magagne nella propria "ragione", magagne che vengono scoperte a posteriori.

Ecco quindi che forse per le questioni veramente importanti, la stretta ragione va usata ma sempre con un accompagnatore, ovvero l'intelligenza immediata, che le è superiore, in quanto comune ed a-temporale.


A presto
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  •  abbidubbi
      abbidubbi
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#131
Mi sento vacillare
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Citazione:

Carmine ha scritto:

Citazione:
(...)Che non può essere il semplice arbitrio della madre. Non può essere, punto e basta.


E' esattamente questo che temo: se l'arbitrio diventa di qualcun altro, questo qualcun altro potrebbe un giorno, importi l'aborto.
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Io sto mentendo. (Eubulide, V secolo a.C.)
Inviato il: 29/10/2010 13:11
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#132
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Red

Anche tagliare una persona con un bisturi genera in qualunque persona sana un immediato rigetto: il pensiero di aprire qualcuno e maneggiare le sue viscere è semplicemente disumano. Se ne dovrebbe dedurre che, in culo al ragionamento, non dovrebbero esistere chirurghi.

Esempio fallace.

Non prendi infatti in considerazione le infinite sfumature.
L'intelligenza immediata non è una sorta di istinto brutale che agisce di riflesso secondo degli schemi preimposti e rigidi (ribrezzo, paura, tenerezza, e così via).

Cercherò di chiarire con un esempio.
Ti sarà capitato di guardare una persona a cui vuoi bene, che magari tenta di apparire serena e sorridente, ma tu comprendi che in verità cerca di celare un grande dolore.

Qui agisce la tua intelligenza immediata.
I tuoi occhi colgono un miliardo di sfumature nel volto dell'altra persona, e danno l'informazione direttamente al tuo centro di comprensione più profondo, bypassando la sfera razionale (la sfera razionale ti sta invece dicendo: "sorride, sta bene", perchè è limitata e ragiona così).

Allo stesso modo, l'immagine del feto smembrato e quella del taglio del chirurgo col bisturi non ci comunicano lo stesso messaggio (che tu hai sintetizzato, banalmente, perdonami, in "ribrezzo).

Nel caso del bisturi che taglia il paziente in noi prevale il sentimento di empatia: trasportiamo la sensazione del taglio su noi stessi; nello stesso tempo, questa sensazione è sovrastata da un'altra: la fiducia nelle mani del chirurgo.
Anche questa sensazione fa parte della intelligenza immediata: percepiamo che la sua azione non è violenta, ma sta agendo con uno scopo positivo (c'è differenza tra il taglio di un chirurgo e il taglio operato da un assassino, e noi quella differenza la cogliamo).

Nel caso del feto smembrato il messaggio che ci giunge invece è di tutt'altro tipo: in quella immagine è sintetizzato tutto il male, tutto l'aspetto negativo dell'esistenza.
Se il bene in assoluto è la creazione, quella immagine è l'emblema della dissoluzione, della distruzione.
Non solo, il male qui si presenta nella sua forma più atroce, dal momento che si concentra su di un obiettivo che per antonomasia è l'ultimo che dovrebbe riceverlo: l'innocente assoluto.

Altro che "ribrezzo", quindi, quella immagine ci comunica tutte queste informazioni, e questo ci costerna.
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      mangog
Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#133
Dubito ormai di tutto
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Citazione:

abbidubbi ha scritto:
Citazione:

Carmine ha scritto:

Citazione:
(...)Che non può essere il semplice arbitrio della madre. Non può essere, punto e basta.


E' esattamente questo che temo: se l'arbitrio diventa di qualcun altro, questo qualcun altro potrebbe un giorno, importi l'aborto.


Non temere che già capita. Impedire l'aborto ridurebbe di molto la possibilità che qualcuno possa convincere una donna ad abortire facendo vacillare la sua mente tanto quanto basta.


Santo cielo ci vuole così tanto a capire che noi tutti siamo passati dal così chiamato embrione al feto al bambino ? Quella "roba" tagliuzzata era uno di noi.

In potenza anche l'ovulo della madre appena fecondato da uno solo spermatozoo ( nel 99.9 % dei casi ) E' UNA PERSONA.
La cellula uovo una volta entrato il seme maschile non lascia entrare più niente altro, se non le sostanza nutrienti necessarie alla nuova vita geneticamente simile ma non uguale a quella della madre.
Inviato il: 29/10/2010 13:53
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#134
Dubito ormai di tutto
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Citazione:

Santaruina ha scritto:

Dal punto di vista della vita, invece, la donna è vista come testimone e compartecipe del più grande miracolo che si verifica sul nostro mondo.
Non sto facendo un discorso prettamente religioso, sia chiaro.


Chissà perché, quando i religiosi fanno un discorso religioso, non lo ammettono mai.



Citazione:

E' qualcosa che va oltre.
Nel mondo ci sono tante cose che la ragione da sola non è in grado di comprendere (se così non fosse i filosofi non avrebbero ragione di esistere, e avremmo capito tutto su tutto già da 5.000 anni).


Ed ecco spiegato il senso, lo scopo, il fine ultimo della religione: spiegare quel che non si capisce.

Citazione:

Ora, il mistero più grande è la creazione.
E per una volta abbandono anche io il linguaggio rigidamente razionale, perchè si sta parlando di qualcosa di enormemente più grande.


Anche questo, ovviamente, non dev'essere considerato un discorso “religioso”. Giusto?

Citazione:

La creazione e il suo senso sono i misteri più elevati, e la donna compartecipa in prima persona alla creazione, generando la vita.
Si tratta di ripetere nel tempo ciò che si verificò in illo tempore, nell'inizio dei tempi.
Si tratta di un Rito nella sua più alta concezione, un rito creatore, un Rito che diviene egli stesso azione e miracolo.

La donna in tutto questo diviene per un istante simile al creatore, in tutto e per tutto, diviene rappresentante in terra della forza creatrice dell'universo.

Altro che gregario


Amen.

Citazione:

Se si dovesse stabilire che il feto ha dignità di persona, il problema che poni non si presenta.
La sua eliminazione sarebbe lecita se e solo se mette a rischio la vita stessa della madre.
In tutti gli altri casi sarebbe omicidio.
E' per questo che continuo ad insistere che il punto essenziale è capire che dignità dare al feto.
Tutto il resto viene di conseguenza.


No. Se permetti, la domanda principale non è questa.

La domanda principale è: cosa intendiamo per VITA?

E' da QUESTA RISPOSTA che deriva tutto.

Citazione:

Per quanto riguarda le questioni complesse, forse sono proprio quelle in cui la ragione va usata con parsimonia.


Affermazione auto-immune. Come ogni formulazione di un pensiero umano, anche quest'espressione è frutto dell'intelligenza e della ragione.

L'affermazione di cui sopra si disintegrerà entro 9 secondi..... 8...... 7..... 6.....

Citazione:

Anche la ragione può essere fallace.
Inoltre, la ragione è mutevole, e condizionata dai tempi e dagli etat d'esprit.


Verissimo.

La ragione è il peggiore di tutti i prodotti del pensiero umano.

Dopo tutti gli altri.

Citazione:

Ogni epoca ha le proprie magagne nella propria "ragione", magagne che vengono scoperte a post


Con cosa vengono scoperte, le magagne”? Con l'emozione? Con la religione? Con l'etat d'ésprit? O con la ragione stessa?
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Inviato il: 29/10/2010 14:51
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  •  Carmine
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#135
Ho qualche dubbio
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Citazione:
E' esattamente questo che temo: se l'arbitrio diventa di qualcun altro, questo qualcun altro potrebbe un giorno, importi l'aborto.

Non c’è veramente limite all’imbecillità ed alle contorsioni mentali dell’intellettualismo.
Inviato il: 29/10/2010 14:51
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  •  Red_Knight
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#136
Sono certo di non sapere
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@Santaruina

Citazione:
Se si dovesse stabilire che il feto ha dignità di persona, il problema che poni non si presenta.
La sua eliminazione sarebbe lecita se e solo sé mette a rischio la vita stessa della madre.
In tutti gli altri casi sarebbe omicidio.
E' per questo che continuo ad insistere che il punto essenziale è capire che dignità dare al feto.
Tutto il resto viene di conseguenza.


Purtroppo non è così semplice.

1) Diamo pure per scontato che il feto abbia dignità di persona. Rimane una differenza: astenersi dall'omicidio di un essere umano è facile. Si tratta di non fare delle azioni volontarie che portano alla morte della vittime. Non costa nulla non uccidere qualcuno.
Astenersi dall'aborto è invece un'operazione attiva, che richiede di sopportare per 9 mesi una condizione straordinaria sul piano fisico, e di accettare una responsabilità a tempo indeterminato. È un costo che normalmente si sostiene con immensa gioia, per fortuna, ma è un costo (altrimenti nessuna donna abortirebbe). Lo si deve volere, e si devono osservare delle regole che permettano a entrambi (madre e figlio) di arrivare al parto sani e salvi. Abortire al contrario è relativamente facile, e consiste fondamentalmente nel non accettare di "sacrificarsi".

Questa non giustifica niente, chiaramente, ma è una differenza di cui occorre tener conto, quanto meno come "attenuante" in caso di condanna. L'eguaglianza tra omicidio e aborto, insomma, se c'è non è perfetta.

2) Continuiamo a dare per scontato che il feto abbia dignità di persona. Si può sostenere che, come si impedisce a un assassino di uccidere anche a costo di usare la forza, sia lecito anche impedire a una madre di abortire anche a costo di obbligarla fisicamente a sostenere la gravidanza. Sarebbe logicamente conseguente.
Tuttavia questo è materialmente impossibile, anche volendo, e rischierebbe comunque di portare alla morte di entrambi (perdendo così di senso). E rimarrebbe da chiarire l'eticità dell'obbligare qualcuno a subire una violenza molto grande (come tale sarebbe vissuta) allo scopo di evitarne un'altra.
Non sarebbe una misura paragonabile alla forza usata contro l'aspirante assassino: se un delinquente viene ferito o ucciso è perché si è messo lui nelle condizioni di far scegliere tra la sua incolumità e quella della/e vittima/e. Per una madre che vuole abortire non si può dire la stessa cosa.

Nemmeno questo giustifica nulla ma anzi chiarisce appunto che il divieto di aborto e la condanna etica dell'aborto sono due discorsi indipendenti (dico questo per chiarire il perché della mia frase citata da abbidubbi).
Essere contrari al divieto di abortire non impedisce, volendo, di considerare inaccettabile e abominevole sul piano etico l'aborto in sé e orribili assassine tutte le madri che prendono questa decisione.

Le perplessità che ho esposto infatti sarebbero valide, credo, anche se dentro l'utero ci fosse per assurdo un adulto in miniatura calzato e vestito che sapesse già parlare, leggere e scrivere (un caso cioè in cui nessuno avrebbe dubbi sulla dignità di persona del nascituro). Il problema è, di nuovo, che stiamo parlando di una persona fisicamente dentro un'altra.

Citazione:
Nel nostro caso non si tratta di un esercizio filosofico.
La nostra questione infatti è: quando il feto è ancora feto, così che sia lecito ucciderlo?
Il bambino infatti nella nostra società non si può uccidere, il feto sì.

Ecco allora che stabilire il momento del passaggio non è speculazione filosofica, ma passaggio essenziale per evitare un omicidio.
Non si è in grado di farlo con certezza?
Ci si astenga dall'uccidere.


Ci si astenga dall'uccidere "nei dintorni" (anche "tenendosi larghi") del passaggio preciso, se c'è un passaggio. Si può credere che lo zigote sia una persona fin da subito, ma se c'è un'ambiguità e si pensa che invece avvenga una transizione, non è necessario individuare l'istante preciso. Per esempio, partendo da un presupposto come questo sarebbe possibile reputare accettabile l'aborto con la pillola del giorno dopo e "astenersi nel dubbio" dagli aborti dopo la prima settimana.

Citazione:
Ma nella conoscenza dell'embrione l'intelligenza sovra-razionale non interviene.
Tale intelligenza funziona infatti con i sensi: ha bisogno di vedere, sentire, toccare, odorare.
L'embrione chi l'ha mai visto di persona?
Siamo invece tutti d'accordo (ad esclusione dei psicopatici) che nella foto del feto smembrato ci sia qualcosa di tragico, a prescindere da tutto il resto e dalle convinzioni di ognuno.


Non credo di aver capito questo passaggio, perdonami. Detta così sembra "occhio non vede, cuore non duole". Che è anche vero nella natura umana, ma poco nobile. Il problema è che io (io generico) voglio cercare di essere giusto nella maggior misura possibile e non di soddisfare le pulsioni dettate da quella che è la mia automatica immedesimazione, che è assolutamente essenziale per potersi dichiarare esseri umani, ma che da sola può essere fallace (praticamente la pensiamo in maniera opposta, parrebbe). Ma, ripeto, molto probabilmente ho frainteso le tue parole quindi questa mia replica rischia di non avere senso.

Citazione:
Inoltre, la ragione è mutevole, e condizionata dai tempi e dagli etat d'esprit.
La ragione dei più alti pensatori inglesi del XVIII secolo ci assicurava che i neri erano esseri inferiori, e lo dimostrava in maniera razionale, così come i migliori pensatori della Grecia classica,quelli che la filosofia moderna l'hanno inventata, avrebbero tutti argomentato sulla superiorità dei greci su tutti gli altri popoli.

Pensare che la "ragione" nel passato potesse essere fallace, come in questi casi, mentre quella dei nostri tempi abbia imparato a riconoscere tagli errori, è atteggiamento, direi, poco razionale.
Ogni epoca ha le proprie magagne nella propria "ragione", magagne che vengono scoperte a posteriori.

Ecco quindi che forse per le questioni veramente importanti, la stretta ragione va usata ma sempre con un accompagnatore, ovvero l'intelligenza immediata, che le è superiore, in quanto comune ed a-temporale.


Io penso invece che la ragione sia limitata dagli etàt d'esprit, e avrei seri dubbi sul definire razionali i pensatori greci e inglesi, ma continuando andrei OT. È un fatto però che sia proprio la ragionevolezza acquisita a dettare di riconoscere come esseri umani anche "gli sporchi negri", mentre non capisco sinceramente come si possa reputare superiore e "a-temporale" l'intelligenza immediata, che 2500 anni fa non impediva di abbandonare i neonati sul Taigeto.
Inviato il: 29/10/2010 15:03
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#137
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In fin dei conti, credo che vada individuato un aspetto un pelino trascurato, ma che credo sia fondamentale:

COSA INTENDIAMO PER VITA?

Senza il confine tra Vita e NonVita, non è possibile dirimere l'argomento "aborto", perché non potremo individuare un momento esatto in cui un mucchietto di cellule potrà essere considerato "VIVO".

In effetti il concetto di Vita è un concetto vago e non ben delineato.

Conosciamo bene cosa vuol dire, se guardiamo a situazioni ben delineate ed evidenti: un uomo cammina, vive, respira, parla, quindi è vivo.

Un uomo sta in una tomba da 30 anni, decomposto quasi del tutto, è morto.

Ma nei casi-limite, parlare di vita o di non vita è quasi impossibile.

Un mucchietto di cellule attive e operative è vivo, giusto? ucciderlo è reato? E' abominevole eticamente?

Non sempre: se il mucchietto è organizzato come feto, per molti è abominevole ed anche reato.

Ma se è organizzato come unghia o capelli o un callo, o una verruca, o un tumore, allora no.

Cos'è che distingue questi casi?

Secondo me è l'autocoscienza, immanente o (per alcuni) anche solo potenziale.

Un tumore non è auto-cosciente.

Un feto (dopo non so quale mese) sogna.

Credo che, in fin dei conti, quello che viene tutelato non è la Vita, ma l'Autocoscienza.

Non so quanto questa mia concezione sia corretta, ma a me aiuta a capire, ad esempio, anche il punto di vista dei vegetariani.

Strano che inorridiscano nel pensare di mangiare un bue, ma non glie ne freghi nulla di mangiare un cavolo.

Sono entrambi vivi.
L'unica differenza è lo stadio di autoscienza raggiunto dal bue e dal cavolo.

Voi che ne pensate?
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Inviato il: 29/10/2010 15:03
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#138
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Citazione:

Notturno ha scritto:
In fin dei conti, credo che vada individuato un aspetto un pelino trascurato, ma che credo sia fondamentale:

COSA INTENDIAMO PER VITA?

Senza il confine tra Vita e NonVita, non è possibile dirimere l'argomento "aborto", perché non potremo individuare un momento esatto in cui un mucchietto di cellule potrà essere considerato "VIVO".

In effetti il concetto di Vita è un concetto vago e non ben delineato.


Invece il concetto di persona non è fortunatamente così vago.
Dopo il concepimento si deve parlare di persona.
Inviato il: 29/10/2010 15:15
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  •  Red_Knight
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#139
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@Santaruina (bis)

Preciso: non ho detto "ribrezzo" ma "rigetto", e intendevo esattamente lo stesso sentimento che hai detto tu.

Citazione:
Nel caso del bisturi che taglia il paziente in noi prevale il sentimento di empatia: trasportiamo la sensazione del taglio su noi stessi; nello stesso tempo, questa sensazione è sovrastata da un'altra: la fiducia nelle mani del chirurgo.
Anche questa sensazione fa parte della intelligenza immediata: percepiamo che la sua azione non è violenta, ma sta agendo con uno scopo positivo (c'è differenza tra il taglio di un chirurgo e il taglio operato da un assassino, e noi quella differenza la cogliamo).


È esattamente quello che volevo far intendere con l'esempio del chirurgo e del bisturi.
Non è una domanda retorica: e se allo stesso modo noi percepissimo che l'aborto non è violento (non può considerarsi tale se il nascituro non è una persona: presupposto essenziale per esercitare la violenza è infatti che qualcuno possa subirla), ma va a servire uno scopo positivo (alleggerire la madre del fardello che rifiuta di sopportare)? Non sto dicendo che sia così, sia chiaro, ma lo si potrebbe pensare?
Inviato il: 29/10/2010 15:20
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  •  Red_Knight
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#140
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Citazione:

Notturno: In effetti il concetto di Vita è un concetto vago e non ben delineato.

mangog: Invece il concetto di persona non è fortunatamente così vago.


Io penso l'esatto opposto.
Inviato il: 29/10/2010 15:22
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#141
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Citazione:

mangog ha scritto:
Citazione:

Notturno ha scritto:
In fin dei conti, credo che vada individuato un aspetto un pelino trascurato, ma che credo sia fondamentale:

COSA INTENDIAMO PER VITA?

Senza il confine tra Vita e NonVita, non è possibile dirimere l'argomento "aborto", perché non potremo individuare un momento esatto in cui un mucchietto di cellule potrà essere considerato "VIVO".

In effetti il concetto di Vita è un concetto vago e non ben delineato.


Invece il concetto di persona non è fortunatamente così vago.
Dopo il concepimento si deve parlare di persona.


Sono sicuro che così sia scritto nei Sacri Testi che fondano la tua certezza.

Amen.
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Inviato il: 29/10/2010 15:30
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  •  Calvero
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#142
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Citazione:
Nemmeno questo giustifica nulla ma anzi chiarisce appunto che il divieto di aborto e la condanna etica dell'aborto sono due discorsi indipendenti



Grazie Red per aver detto quello che non sono riuscito a dire io.

Apprezzo veramente l'andamento della discussione. L'eccezione continua a rimanere Carmine che ormai cavalca l'onda dell'efferatezza dei concetti come se questo dovrebbe dimostrare che lui vede le cose come stanno e noi no.

Ma almeno serve come misura per non imitarlo.

Detto questo, ho letto attentamente i vostri post e credo che tra un po, a cerchio, ci ritroveremo a ri-battere con altri colori le stesse cose.

ergo:

.... quella minorenne stuprata dallo zio è una criminale a scegliere l'aborto?

SI' o NO

Vediamo se ce la facciamo a rispondere. Vediamo queste certezze.
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  •  Calvero
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#143
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Pardon Calvero, io fossi in te non mi metterei questo problema.
Se per 'pagnotte' intendi i bambini, sappi che son moltissime le associazioni femministiche e non che vedono la donna come 'sfornatrice'.
Proprio ieri ho scoperto la notizia della possibilità di creare sperma dal midollo osseo, e letto i commenti di una associazione di femministe chguardava questa scoperta scientifica con favore perchè 'così la donna é libera dal giogo maschile'.
Forse le donne, o comunque una parte di esse, non si sentono così a disagio nel ruolo di 'sfornatrici', anzi auspicano di poterlo fare pure da sole.

Se ho interpretato male quel che dicevi, ovviamente, non tenere conto del mio commento.


Non hai interpretato male. Anzi... questa visione "futuristica" della cosa, probabilmente è l'unico ragionamento che riesce a confutare le mie "ragioni".

Ancora di più servirebbe il contributo di qualche donna in questo Topic
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Inviato il: 29/10/2010 15:50
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#144
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Curiosamente le femministe non auspicano che i bambini possano venire al mondo da soli, senza l'aiuto di qualcuno che li porti in grembo.

Molte auspicano, però, che sparisca la figura paterna.

Che senso ha questo?

Non pensano al bambino come soggetto di diritto, ai suoi interessi e alle sue esigenze, ma a se stesse.

Guardano a SE STESSE, come soggetti di diritto: diritto alla maternità. A soddisfare, cioè, quell'esigenza istintiva stampigliata nei loro ormoni.

Curiosa posizione, quella delle femministe citate.
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(Stefano Bartezzaghi)
Inviato il: 29/10/2010 16:10
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  •  Santro
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#145
Mi sento vacillare
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Vorrei dire la mia brevemente.

Si può discettare e filosofeggiare fino alla fine dei tempi ma, a ben vedere, la questione è lampante: abortire significa impedire il compimento fisico ed intellettuale (coscienza?) di un essere umano. Si tratta di omicidio? Io direi di si.
Ci sono situazioni, (stupro, problemi finanziari, non voler rinunciare alla propria libertà, ect ect), che "costringono" a questa scelta la quale non mi permetto di giudicare. L'importante è che nel momento il rimorso dovesse venire a bussare alla nostra porta, ci trovi pronti a soffrire.

Poi, a mio PERSONALE modo di vedere, impedirgli di nascere potrebbe essere un favore che gli si fa....... ma questo è un altro discorso.
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Inviato il: 29/10/2010 16:12
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  •  mangog
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#146
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Citazione:

Santro ha scritto:


Poi, a mio PERSONALE modo di vedere, impedirgli di nascere potrebbe essere un favore che gli si fa....... ma questo è un altro discorso.


Cosa mi tocca sentire.
Intanto per non farlo nascere bisogna ucciderlo.. e per sapere se è stato un favore o meno non ucciderlo prima di nascere credo sia necessario ed opportuno chiedere il parere al diretto interessato.

Citazione:

Ci sono situazioni, (stupro, problemi finanziari, non voler rinunciare alla propria libertà, ect ect), che "costringono" a questa scelta la quale non mi permetto di giudicare.


Statisticamente gli aborti dovuti ad uno stupro sono lo 0,0000001 % dunque poco sostanzioso argomento come premessa necessaria per formulare la legge sull'aborto. Per quanto riguarda gli altri casi.. ci vuole coraggio a dire che uno non se la sente di giudicare una chiarissima scelta e decisione di far morire una persona per questione di soldi. INCREDIBILE....
Se si continua di questo passo un decreto ingiuntivo non pagato significherà la pena di morte.
Inviato il: 29/10/2010 16:58
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  •  Calvero
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#147
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Citazione:


Cosa mi tocca sentire.


.. cosa tocca NON/SENTIRE invece

146 post e fare orecchie da mercante e alla grande

Non ce la fai a rispondere alla domanda eh ... chissà perché. Poi svicoli e parli di....


Citazione:

Statisticamente gli aborti dovuti ad uno stupro sono lo 0,0000001 % dunque poco sostanzioso argomento come premessa necessaria per formulare la legge sull'aborto.


Ma vergognati mangog, seriamente .. vergognati.

Da quando le percentuali potrebbero individuare una ragione a prescindere per un problema etico?? ....quando poi per naturale e logica implicazione (cose che il tuo comprendonio nasconde dietro a un dito) il problema etico (QUI DIBATTUTO) non considera, MAI, i numeri e le statistiche per cercare ed, eventualmente, trovare una ragione.

oh ...mi scusi signorina, ma lei rientra nello 0,0000001 % delle statistiche di Stato. Lei come persona non ha valore essendo una miserevole eccezione.

Diceva, in uno Sketch, Montesano: in Italia 2,3 persone su 10 sono cornute. Azzarola di avere le corna coi decimali non me ne ero mai accorto!

Alla fine viene fuori che al dubbio legittimo che ho espresso non avete il coraggio di dare una risposta categorica, a riprova che le certezze sin ora riportate sono pari a zero. L'unica certezza, Mangog, è la tua sicumera a dare del CRIMINALE alle persone con tanta leggerezza. Il criminale sei tu, se permetti
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Misti mi morr Z - 283 - Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#148
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Citazione:

Per quanto riguarda gli altri casi.. ci vuole coraggio a dire che uno non se la sente di giudicare una chiarissima scelta e decisione di far morire una persona per questione di soldi. INCREDIBILE....


.. incredibile che tu non abbia compreso cos'ha argomentato Santro nel suo insieme e sul fatto che lui non se la senta di giudicare. Domandina: ma chi ti credi di essere? ..così, di passaggio
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Misti mi morr Z - 283 - Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#149
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Pero', Calvero, forse forse qualcosina va detta...

Tieni conto, innanzitutto che io sono contrario ad accogliere nell'ordinamento dello Stato (laico!) qualunque disposizione che trovi fondamento solo in un precetto religioso.

Questo vale per l'aborto come per il divorzio, il matrimonio, ecc....

Il CON-vivere di cittadini di diversi orientamenti religiosi richiede previsioni che superino i dettami che provengano da una singola "chiesa" e che si rifacciano a norme etiche, comuni a quanti più cittadini possibile.

Detto questo, però, secondo me il problema non va appuntato sulle ragioni della donna.

O, meglio, esse (le ragioni) vanno certamente considerate, ma se l'aborto fosse un omicidio, non ci sarebbero dubbi che l'imperativo etico-morale del neminem ledere troverebbe la sua massima espressione nel richiederti di tutelare la vita di un altro, anche a costo di qualunque sacrificio "minore".

La donna ha subìto violenza e può, quindi, uccidere?

Francamente non mi sembra una soluzione ragionevole, anche perché quel bambino non ha alcuna colpa per la violenza.

Condizionerà la vita della madre?

CERTAMENTE! E a questo, porca puttanaccia!, dovrebbe servire uno STATO! Non a vessare o rubare, ma ad aiutare quei cittadini che si trovino ad aver bisogno di aiuto.

Dovrebbe intervenire lo Stato, facendosi carico di ogni costo e di una sistemazione per il figlio, laddove la madre non voglia tenerselo.

Ma dire che ella se ne possa "disfare" non mi sembra una soluzione che risponda a uno qualunque dei canoni che si possano utilizzare: etico, morale, religioso, razionale e financo emotivo.

Ma tutto (spiace dover insistere) richiede una domanda iniziale: quel feto è VIVO?

E lì si riapre una questione strana.

Perché si fonda su un concetto indefinito.

Oltre che indefinibile.
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Re: Aborto...ma dov'è la ragione?
#150
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Citazione:


Tieni conto, innanzitutto che io sono contrario ad accogliere nell'ordinamento dello Stato (laico!) qualunque disposizione che trovi fondamento solo in un precetto religioso.


sono d'accordo

Citazione:

Detto questo, però, secondo me il problema non va appuntato sulle ragioni della donna.


..e non è quello che sto/stiamo cercando di capire?

Citazione:

O, meglio, esse (le ragioni) vanno certamente considerate, ma se l'aborto fosse un omicidio, non ci sarebbero dubbi che l'imperativo etico-morale del neminem ledere troverebbe la sua massima espressione nel richiederti di tutelare la vita di un altro, anche a costo di qualunque sacrificio "minore".


Il problema è proprio qui. Altrimenti non sarebbe etico.

Citazione:

La donna ha subìto violenza e può, quindi, uccidere?


Se io non trovo riscontri validi a farmi comprendere che non sarebbe "cosa sua" ... io, come uomo, non mi sento di condannarla ... quando poi quell'ipotetica forza maggiore l'ha COSTRETTA (con violenza psicologica e fisica) ad accogliere lo SPERMA nel suo utero che lei MAI avrebbe voluto scorresse nella sua VAGINA e andasse a "manipolare" profondamente la sua condizione biologica, psicologica e di Vita.

Citazione:

Francamente non mi sembra una soluzione ragionevole, anche perché quel bambino non ha alcuna colpa per la violenza.


Hai ragione Notturno. Infatti per me il dubbio risiede in questa tragica circostanza. Poiché continuo a considerare la donna come se venisse uccisa se gli viene obbligato di fare trasforma la sua vita, in una cosa che NON aveva scelto.


Citazione:

Condizionerà la vita della madre?

CERTAMENTE! E a questo, porca puttanaccia!, dovrebbe servire uno STATO! Non a vessare o rubare, ma ad aiutare quei cittadini che si trovino ad aver bisogno di aiuto.

Dovrebbe intervenire lo Stato, facendosi carico di ogni costo e di una sistemazione per il figlio, laddove la madre non voglia tenerselo.


Sono d'accordo. Ma non credo che questa riflessione sia a monte del problema.

Citazione:

Ma dire che ella se ne possa "disfare" non mi sembra una soluzione che risponda a uno qualunque dei canoni che si possano utilizzare: etico, morale, religioso, razionale e financo emotivo.


Qui discordo. Per le ragioni che ti ho sopra espresso. Finora - paradossalmente - l'unica cosa che confuta la mia riflessione è l'ipotesi che Sitchinite abbia "ragione" su cosa potrebbe essere una donna o meno..
_________________
Misti mi morr Z - 283 - Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno
Inviato il: 29/10/2010 19:19
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