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  Diritto al burka

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Autore Discussione
  •  Pispax
      Pispax
Re: Diritto al burka
#91
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 19/3/2009
Da
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Citazione:

abbidubbi ha scritto:
Secondo me, il burqa è un'infibulazione mentale, come lo è, seppure meno grave, per le donne occidentali la taglia 42. Più sottile e meno violento, ma sempre di prevaricazione e dominio maschile si tratta.

Da una parte. Dall'altra c'è la libertà individuale: se io, donna, VOGLIO indossare il burqa o, riprendendo l'esempio fatto da audisio, se voglio mangiare merda, chi sei tu per impedirmelo?

La questione è assai complessa e credo... zizzaniògena.


Si, è sempre un casino quando due libertà entrano in conflitto.
Basta pensare al casino che succede con la libertà di parola.
Inviato il: 23/9/2010 17:01
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  •  ivan
      ivan
Re: Diritto al burka
#92
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 22/7/2004
Da Bronx
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Citazione:

TuzzoSan ha scritto:
@Ivan
La domanda è: perchè il burqa deve essere vietato?
mi sembra che la tua risposta sia: è un'imposizione che opprime la libertà delle donne.


E' così.
Il burka è stato lo strumento con il quale si è materializzata l'imposizione violenta e liberticida di una certo pensiero che pensavamo sepolto nella sabbia del tempo, che credevamo superato, finito .

Citazione:

Allora Audisio ha chiesto: ma se una donna vuole mettere il burqa?


Ripeto: se davvero fosse solo e soltanto una questione culturale, il problema nemmeno si porrebbe.
Ma le cronache raccontano di una manifestazione avvenuta nella capitale un mese fa circa. Una manifestazione in cui di burqa non se ne è visto nememno uno, nemmeno l'ombra. Si sono viste tante belle "hostess" vestite all'occidentale: bè com'è sta storia?

Citazione:


E qui non riesco a capire la tua posizione.


La mia posizione è riassunta nella poesia di F. Cavannà (http://www.evene.fr/celebre/biographie/francois-cavanna-2203.php):

Qui: http://comicitanonesportabile.blogspot.com/2008/06/franois-cavanna.html

Citazione:


"Voi,
..., quelli che tagliano la pelle del pistolino ai bambini, quelli che cuciono la passerina alle bambine, ...., quelli che lapidano il capro espiatorio, quelli che sgozzano le pecore, ... quelli che non vogliono discendere dalla scimmia, quelli che benedicono gli eserciti, quelli che benedicono le battute di caccia, ....…
Tutti voi,
che non potete vivere .... senza un Padre castigatore.
Tutti voi,
che non potete sopportare di non essere altro che vermi di terra con un cervello.
...
Voi, oh, tutti voi
....
Fate i vostri salamelecchi nella vostra capanna, chiudete bene la porta e soprattutto non corrompete i nostri ragazzi ...!"

François Cavanna
_________________
The undeserving maintain power by promoting hysteria F. Herbert

You don't need to take drugs to hallucinate: improper language can fill your world with phantoms and spooks of many kinds R. A. Wilson

La verità raramente è pura e non è mai semplice
Inviato il: 23/9/2010 22:23
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  •  florizel
      florizel
Re: Diritto al burka
#93
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 7/7/2005
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pispax
Citazione:
Dire che c'è un conflitto fra libertà significa dire anche che c'è un conflitto fra imposizioni.


Strano. In genere non sono le libertà a generare conflitti, ma le imposizioni, appunto.
Nella fattispecie si tratterebbe di capire SE l’imposizione a non portare il burqa possa essere definita una “libertà”.

Tu dici di si?

Io dico che non c’è un conflitto tra libertà di portare o meno il burqa, ma un conflitto tra la libertà delle donne islamiche a scegliere se portarlo o meno e la “libertà” di esportare il modello “democratico” occidentale ovunque si tratti di portarvi anche la guerra.

Citazione:
Tocca decidere quello che è peggiore.

Secondo te?


Secondo me è solo questione di essere messe a pancia in giù o a pancia in su contro la propria volontà.
Si viene fottute in ogni caso.

Citazione:
Complimenti per aver messo le virgolette a "democrazia": in effetti è una bella cazzata.


Ti ci saresti dovuto abituare da tempo: per me la “democrazia” è solo un modo più soft di prendere per il culo la gente.

Citazione:
Questa è una imposizione di VALORI.


Ma, l’imposizione, E’ un valore?

Citazione:
Nessunissimo problema. Non venire in questa osteria: qui serviamo solo questa roba qui.


Molto “democratico”. Veramente.
Ognuno al paese suo coi suoi costumi e le sue tradizioni.
La soldatessa coi cani al guinzaglio nella prigione di Abu Ghraib, quindi, avrebbe dovuto portare il burqa. Lì si serviva solo quella roba lì.

Citazione:
Non sai quanto assolverei volentieri il culo della mia vicina.


Legittimo. Ma appare un tantino megalomane sciorinare concetti come la “liberazione” e la “dignità” femminili se l’orizzonte è il culo della propria vicina.

Citazione:
Dici che dovrei esportarle un po' di democrazia?


Espresse lo stesso concetto un tipo che frequentava il bar dello sport.
Poi si scoprì che aveva problemi di erezione.

Citazione:
io trovo ingiusto uccidere mia nipote se viene violentata. Trovo ingiusto picchiare a morte mia figlia se si trucca. Trovo ingiusto frustare mia moglie se esce senza il burka.
Lo so, questo mi crea non pochi problemi; ma sono problemi MIEI.

Tocca a te adeguarti.


Tutto molto condivisibile. Figuriamoci. Quello che ancora non si riesce a capire, è perché il divieto sul burqa e non il divieto all’imposizione di portarlo verso chi obbligherebbe le donne a farlo.
Sono solo cazzi delle donne islamiche se, togliendolo per obbedire alle “democratiche” leggi sulla pari dignità tra i sessi, poi a casa si beccano le frustate dei mariti perché l’hanno tolto.

Lo vedi che il problema non è il burqa, ma altro che si vuole alimentare all'infinito?

Citazione:
Per molti musulmani la poligamia più che una consuetudine è proprio un valore: eppure lo hanno dovuto abbandonare ai confini dello stato.


Che l’uomo e la donna siano animali monogami è ancora tutto da capire, a meno che non scelgano di legarsi ad una sola persona.
Avrei capito il tuo ragionamento se tu avessi ipotizzato la stessa "libertà di valore" (nel loro paese) per le donne.
Ma che si venga a parlare di poligamia come disvalore in una società (la nostra) progressivamente sull'orlo della devastante abitudine a "consumare" perfino i rapporti tra sessi, e l'amore, mi pare solo un'enunciazione.
Qui da noi, l'unica "libertà" che resta alle donne, in termini di "liberazione femminile", pare essere solo spomparsene quanti più possibile finchè non si becca quello giusto e ci si "sistema" per tutta la vita.

Ovviamente, nessuno, in questo caso, scassa le palle con i discorsi sulla "dignità" femminile.

"Oste, com'è il vino?"

Citazione:
è assolutamente vero che le donne islamiche devono arrivare alla loro liberazione grazie a una loro presa di coscienza.


Eh, ma finchè ci sarà sempre il “salvatore”, paladino della “democrazia”, a prendere coscienza al posto loro, la vedo difficile…

Citazione:
Ma questo vale nel mondo islamico: qui ci siamo già passati.


Devo ridere?
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"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 23/9/2010 22:24
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  •  Pispax
      Pispax
Re: Diritto al burka
#94
Sono certo di non sapere
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florizel


Citazione:
Devo ridere?


Sentiti pure libera.
Ho letto la tua "confutazione": io lo sto già facendo.
Inviato il: 24/9/2010 17:43
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  •  Manfred
      Manfred
Re: Diritto al burka
#95
Dubito ormai di tutto
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Si dimentica che manifestazioni come il portare il burqa sono espressioni classiche di una società matriarcale, quale infatti è.
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Manfred
Inviato il: 24/9/2010 17:48
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  •  florizel
      florizel
Re: Diritto al burka
#96
Sono certo di non sapere
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pispax
Citazione:
Ho letto la tua "confutazione"


Hai usato un termine inappropriato.

In genere "confuto" le argomentazioni, non le battiture di cazzo sulla tastiera del computer.

E noto con più nessuna sorpresa che ancora non perdi il vizio di deridere le opinioni che non condividi. Non solo, ma nemmeno di rifletterci sopra per capire qualcosa di più che non siano le chiappe della tua vicina.

Una volta su questo sito...

Manfred
Citazione:
manifestazioni come il portare il burqa sono espressioni classiche di una società matriarcale, quale infatti è.


Se magari tu traducessi con un commento un tantino più articolato questo concetto, faresti cosa gradita...
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Inviato il: 25/9/2010 2:22
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  •  Manfred
      Manfred
Re: Diritto al burka
#97
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E' chi effettivamente comanda che impone la tradizione, il matriarcato è una formula per mantenere il potere molto simile a fare la guerra con gli eserciti degli altri stati. Si possono concedere benefici al maschio quando questi comportano la possibilità di manovrarlo a piacimento eleggendolo a guardiano.
La donna nella sua originalità antica persegue i suoi scopi con più tenacia e perseveranza dell'uomo, da essere pragmatico quale è, non s'interessa delle esteriorità del potere ma mira alla sostanza dello stesso.
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Manfred
Inviato il: 25/9/2010 11:20
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  •  Calvero
      Calvero
Re: Diritto al burka
#98
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Citazione:

Manfred ha scritto:
E' chi effettivamente comanda che impone la tradizione, il matriarcato è una formula per mantenere il potere molto simile a fare la guerra con gli eserciti degli altri stati. Si possono concedere benefici al maschio quando questi comportano la possibilità di manovrarlo a piacimento eleggendolo a guardiano.
La donna nella sua originalità antica persegue i suoi scopi con più tenacia e perseveranza dell'uomo, da essere pragmatico quale è, non s'interessa delle esteriorità del potere ma mira alla sostanza dello stesso.


Da incorniciare
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Inviato il: 25/9/2010 12:20
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  •  florizel
      florizel
Re: Diritto al burka
#99
Sono certo di non sapere
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Citazione:
E' chi effettivamente comanda che impone la tradizione, il matriarcato è una formula per mantenere il potere molto simile a fare la guerra con gli eserciti degli altri stati.


Manfred, mi sembra un’arbitraria inesattezza, la tua.
Controlla meglio.
Innanzitutto, il burqa è diffuso essenzialmente in Afghanistan, e non in tutti i paesi islamici.

“Mentre nel mondo islamico è aperto lo scontro sul velo: è islamico oppure no, e nemmeno il Corano è sufficiente a redimere il quesito, in Italia si avalla come dovere religioso l'uso del burqa. Che non solo non è citato nei testi religiosi, ma proprio in Afghanistan era stato abolito fin dal 1923 dal re Amanullah con la nuova costituzione che doveva servire a modernizzare il paese anche attraverso l'istruzione delle donne e l'abolizione della poligamia. Naturalmente il re Amanullah aveva scatenato le ire dei fondamentalisti che l'avevano estromesso dal trono e solo nel 1959 le donne della famiglia reale, ai tempi di re Zahir Shah, si sarebbero presentate in pubblico a capo scoperto. A riportare in voga, si fa per dire, il velo e anche il burqa ci avrebbero pensato i fondamentalisti mujahidin e i taleban.”

Gli islamici fanno risalire il suo uso ai precetti del testo sacro musulmano, ma lo stesso Corano non definisce esattamente quale debba essere il tipo di abito che le donne devono indossare. Si limita a dare delle direttive circa la “necessità” di coprire il corpo femminile:

“Le condizioni obbligatorie necessarie alla collettività per confezione l'Hijâb, l'abito femminile islamico”.

Mi sembra abnorme e poco rispondente al vero affermare che il burqa sia espressione di matriarcato.

“Era l’inizio del 1900 quando Habubullah Khan, grande emiro dell’Afghanistan, impose alle duecento donne del suo harem una speciale copertura che scongiurasse ogni tentazione maschile che non fosse la sua.”

“Più in generale, fuori dalla residenza reale, le donne dell’emiro non dovevano neppure essere guardate: e nacque il burqa, inquietante copertura che da principio contraddistinse le donne di alto ceto. Ma di religioso, appunto, non c’era nulla.

Il Corano non ne parla, anzi, quando genericamente affronta l’argomento - al verso 59 della sura XXXIII – dice che le donne devono essere riconosciute come è possibile fare con tutte le coperture islamiche tranne una, o una e mezza: col burqa, appunto, e assai spesso col niqab, che serve a velare il volto lasciando scoperti solo gli occhi.

Nel tempo, tuttavia, il burqa si diffuse in tutto l’Afghanistan: e mentre i ceti elevati lo abbandonavano, quelli poveri lo facevano loro. Sembrava dovesse sparire nel 1961, in Afghanistan, quando una legge ne aveva vietato l’uso alle dipendenti pubbliche: ma poi ci fu la guerra civile e il regime teocratico dei talebani giunse progressivamente a vietare a ogni donna di mostrare il volto.
Il burqa divenne una regola che oggi resta discretamente rispettata anche in Iran, in parte della Palestina, del Libano, della Georgia, dello Yemen, dell’Arabia Saudita nell’entroterra meno acculturato – e in generale dove ci sono musulmani sciiti. Difficilmente vedrete un burqa in Egitto, Turchia, Emirati Arabi, Kuwait, Indonesia o India.”


Mi sembra più idoneo il concetto secondo cui il burqa nasce come strumento di controllo del corpo femminile; o, meglio, come strumento di difesa DAL corpo femminile dalle "tentazioni" che solleciterebbe.

Chi è che impone un potere che, tra l'altro, viene affibbiato al corpo femminile sulla sola base della propria incapacità di considerarlo per ben altro dal solo piacere che ne può derivare?

Se quello è matriarcato, mi chiedo cosa possa essere, per te, il patriarcato.

Non ho esattamente l’impressione che a “comandare” nei paesi islamici siano le donne, né che siano esse a muovere guerre ed eserciti, né che possano influire sulle questioni politiche dei loro paesi.
Il burqa è semmai UNO dei pretesti, per il mondo islamico e per quello occidentale, atto ad alimentare un utile scontro di civiltà. In questo senso, le donne costrette ad indossarlo o costrette a toglierlo sono solo pedine.

Non vorrei che il tuo commento fosse dettato da un’altra percezione del femminile che contrappone il “celarsi” al “concedere”, come due aspetti di un unico potere esercitato sugli uomini.
Se questo non può essere vero nel caso dell’uso del burqa, poiché la donne resta al di fuori di ogni ambito decisionale maschile ad ogni livello, è sotto i nostri occhi quanto sia vero nel caso dell’uso del corpo come moneta di scambio, tutto occidentale…

Con questo io NON difendo l’uso del burqa, ci mancherebbe altro. Difendo la potenziale capacità di autodeterminazione delle donne islamiche a liberarsene, al di fuori di imposizioni che ne fanno UNO dei pretesti per alimentare uno scontro di civiltà.

E mi auguro che condannando il burqa condannino anche i falsi "liberatori" che di schiavitù ne producono di ben più "raffinate".
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Inviato il: 25/9/2010 13:22
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  •  Manfred
      Manfred
Re: Diritto al burka
#100
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Non ho parlato di religione ma di tradizione.
Il pudore appartiene alla sessualità non è estraneo ad essa,
l'uso improprio della sua valenza non è certo causato dal mio ragionamento.
Nella tradizione tribale la parola ultima spetta alla donna.
_________________
Manfred
Inviato il: 25/9/2010 13:45
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  •  florizel
      florizel
Re: Diritto al burka
#101
Sono certo di non sapere
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Manfred

Citazione:
Non ho parlato di religione ma di tradizione.


Potrei sapere su cosa basi il fatto che il burqa sia una "tradizione" che prescinde quella religiosa?

Aggiungo che se c'è un fondo di verità in quello che dici (e secondo me c'è), non attribuirei l'origine della tradizione del burqa all'appannaggio del potere da parte delle donne, ma al contrario da parte degli uomini.

Nelle antiche civiltà nuragiche, ad esempio, le donne giravano a seno scoperto, ed il matriarcato era elemento sociale predominante.

Citazione:
Il pudore appartiene alla sessualità non è un estraneo ad essa


Potrei essere d'accordo, se non fosse che il pudore nasce con il divieto e la "vergogna" per il corpo.
E' questo, il passaggio su cui sarebbe interessante indagare.
Quando è cominciato? Perchè?

Citazione:
Nella tradizione tribale la parola ultima spetta alla donna.


Questo può significare tutto e niente, se prima non si chiarisce se e come i paesi islamici conservano ancora tracce di tradizioni tribali.

"L’islam fu anche un movimento a cui si accompagnarono tutta una serie di trasformazioni economiche e di urbanizzazione, parliamo di dinamiche storico sociali che incisero profondamente su quello che sarà il destino delle donne. In città le donne furono più recluse nella sfera domestica: era la prova dello status elevato della famiglia.

Le società preislamiche, invece, erano nomadi e avevano tratti matrilineari. Le donne stavano fuori casa ed effettivamente pare fossero più libere.
La verginità, per esempio, non era così importante e le donne avevano un ruolo nella vita pubblica."
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Inviato il: 25/9/2010 14:24
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  •  Pispax
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Re: Diritto al burka
#102
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florizel





Citazione:
Citazione:
Ho letto la tua "confutazione"


Hai usato un termine inappropriato.

In genere "confuto" le argomentazioni, non le battiture di cazzo sulla tastiera del computer.


Incredibile: c'è una cosa su cui siamo d'accordo.







Citazione:
E noto con più nessuna sorpresa che ancora non perdi il vizio di deridere le opinioni che non condividi. Non solo, ma nemmeno di rifletterci sopra per capire qualcosa di più che non siano le chiappe della tua vicina.


Se si parlasse di opinioni avresti ragione.
Solo che tu un'opinione non l'hai espressa. Neanche fra le righe si capisce se tu sei favorevole o contraria a questa roba.
Da quello che ho capito del tuo intervento il burka è un'usanza vergognosa; ma anche la sua proibizione è vergognosa.
Dunque?
Quale delle due è la vergogna più grossa?

Ti limiti a puntare il dito su tutte le vergogne possibili immaginabili. Di opinioni non ne vedo.
Penso ti sia chiaro che questo non risolve il problema. Certo, entrambe le strade sono vergognose. Entrambe si prestano a strumentalizzazioni xenofobe. Entrambe mettono dentro alla questione delle cose che con la questione hanno poco a che vedere.
Però questo è il più classico dei bivii: o si gira da una parte o si gira dall'altra.
E anche il non far niente significa imboccare con decisione una delle due strade.
Dunque?
Quale delle due è la vergogna più grossa?

Ripeto, in questi casi anche non scegliere è una scelta di campo ben precisa.







Citazione:
Una volta su questo sito...


Una volta su questo sto si leggevano opinioni nette, chiare, comprensibili e ben spiegate.
Sulla base di queste nascevano degli scontri fra opinioni, dove ognuno motivava la sua e la difendeva meglio che poteva.
Si scomponeva la realtà in particelle elementari e ci si confrontava su quelle. Dopo si ricostruiva la realtà complessa e si avevano strumenti in più per analizzarla.

Questo accade sempre più di rado: oggi a quanto pare gli scontri avvengono tutti nei neuroni della solita persona.

Da una parte c'è la supremazia dell'Uomo sulla Donna, e ciò è Male.
Dall'altra parte c'è la supremazia dello Stato sull'Uomo, e anche ciò è Male.
Quando la realtà mette in conflitto i due Mali, come in questo caso, c'è il problema politico che uno dei due Mali per un momento possa diventare un quasi-Bene.

Orrore!
E quindi si risolve il dubbio facendo interventi fumosi, francamente molto comici, che parlano un sacco senza dire nulla. Perché la situazione è spinosa: a qualunque posizione si dia ragione, si sta "avallando" un Male.

(Come si fa a non prendere posizione?
Facile:invece di scomporre la realtà in particelle elementari sulle quali confrontarsi, basta seguire la strada contraria. Rendere il discorso incredibilmente complesso, buttarci dentro quanta più roba possibile, e costruire un quadro d'insieme talmente tanto complicato e fumoso che si può dire tutto e il contrario di tutto senza timore di essere smentiti.)


Che palle.
Mi sembra di essere tornato al thread sulla prostituzione in quanto a fumosità di argomentazioni.
Il cerchiobottismo elevato a regola di vita. Non avrei mai creduto che gli anarchici e i democristiani avessero così tanti punti in comune.



Mi tocca darti ragione un'altra volta: tutto sommato è meglio spendere più tempo sulle chiappe della mia vicina.
Inviato il: 25/9/2010 14:30
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  •  Pispax
      Pispax
Re: Diritto al burka
#103
Sono certo di non sapere
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Citazione:

Manfred ha scritto:
E' chi effettivamente comanda che impone la tradizione, il matriarcato è una formula per mantenere il potere molto simile a fare la guerra con gli eserciti degli altri stati. Si possono concedere benefici al maschio quando questi comportano la possibilità di manovrarlo a piacimento eleggendolo a guardiano.
La donna nella sua originalità antica persegue i suoi scopi con più tenacia e perseveranza dell'uomo, da essere pragmatico quale è, non s'interessa delle esteriorità del potere ma mira alla sostanza dello stesso.


Questa è un'opinione suggestiva.
E' possibile che negli ultimi secoli le cose si siano trasformate in questa direzione, anche se personalmente ne dubito. Accettare questa formulazione implica pensare a donne "moderne", che abbiano in testa qualcosa di più che non la semplice necessità di autodifesa. Necessità che per millenni è stata quanto mai impellente.

Il Corano esprime una religione maschile e patriarcale, nella quale la donna è elemento di tentazione. Quindi prescrive delle "precauzioni" perché questo non avvenga.
Non è dato sapere se con ciò si stanno difendendo le donne dalla lussuria degli uomini o gli uomini dalla lussuria delle donne.
Però quantomeno il Corano include le donne nella società, anche se le colloca eticamente (e decisamente) un gradino più in basso.

Anche la Bibbia esprime una religione maschile e patriarcale. Per essa il prolema non si pone neppure: la donna è la "Meretrice di Babilonia", bestia schifosa che porta Satana sulla Terra in virtù di quel putrido buco che ha fra le gambe, che se non fosse così tanto utile per partorire sarebbe meglio chiuderglielo una volta per tutte con la pece bollente.

Per quanto bassa sia la visione della donna che dà il Corano, ed è di sicuro una visione PARECCHIO bassa, quella che dà la Bibbia colloca la donna più o meno da qualche parte fra il topo di fogna e la donna musulmana.


Ho delle difficoltà quindi a seguire la tua linea di ragionamento da un punto di vista sociale.

Se invece sostieni che la donna anche nella società post-tribale in realtà era molto meno indifesa di quanto oggi si pensi, e che l'uomo era molto meno "padrone" di quanto oggi crediamo, secondo me hai perfettamente ragione.




EDIT: se vuoi perdere un po' di tempo con la narrativa noir, il "tipo" di donna di cui stai parlando lo descrive molto bene Hammet ne "Il Falcone Maltese".
Inviato il: 25/9/2010 14:48
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  •  florizel
      florizel
Re: Diritto al burka
#104
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Pispax

Citazione:
Se si parlasse di opinioni avresti ragione.
Solo che tu un'opinione non l'hai espressa. Neanche fra le righe si capisce se tu sei favorevole o contraria a questa roba.


A me sembra di essere stata chiarissima, circa il modo in cui si tratta l’argomento burqa: secondo me è solo questione di essere messe a pancia in giù o a pancia in su contro la propria volontà.
Si viene fottute in ogni caso.
Da una parte c’è un diktat di tipo religioso, o meglio che tramite la religione impone una costrizione di ben altra natura e che scaturisce da motivazioni che rigetto, in quanto donna ed in quanto essere umano.

Dall’altra c’è il diktat ad obbedire ad una cultura occidentale che in termini di rispetto della dignità femminile fa piangere dall’ambiguità e dall’ipocrisia.


Citazione:
Da quello che ho capito del tuo intervento il burka è un'usanza vergognosa; ma anche la sua proibizione è vergognosa.
Dunque?
Quale delle due è la vergogna più grossa?


Anche qui mi sembrava di aver posto una domanda che in altri avrebbe sollecitato una riflessione ben più lungimirante che non la semplice affermazione burqa si-burqa no: l’imposizione, E’ un valore?

Può un’imposizione indotta da politiche atte ad esacerbare solo scontri di civiltà, sollecitare una vera liberazione? Non c’è il rischio che il DIVIETO acuisca invece un’obbedienza a quei codici sociali e tradizionali del paese d’appartenenza, per il solo fatto che venga percepita nella sua strumentalità?

Il risultato, in questo caso, potrebbe essere l’emancipazione delle donne islamiche? Io ho dei dubbi.
In Afghanistan, nessuna donna è stata “liberata” dal burqa, a quanto pare.

Citazione:
Però questo è il più classico dei bivii: o si gira da una parte o si gira dall'altra.


Vedi, la differenza tra me e te è che tu concepisci il divieto al burqa come via d’uscita.
Io lo concepisco come strumentale ad altro, ed intravedo solo nella libera decisione delle donne, NELLA loro cultura e nei loro paesi d’origine, al rifiuto di quella costrizione, la vera liberazione.

E’ un concetto che avevo già espresso, ma come al solito l’hai bollato come inconsistente, preferendo buttarla in caciara.

EDIT: inoltre, io qui non ho letto da nessuna parte particolari motivazioni (o "inviti") a liberarsi del burqa perchè offensivo della dignità femminile; ho letto piuttosto un molto autocelebrativo della "democrazia" occidentale "perchè qui da noi si usa così", e non mi sembra cosa molto diversa dall'imposizione a portarlo.

Citazione:
Mi sembra di essere tornato al thread sulla prostituzione in quanto a fumosità di argomentazioni.


Infatti, come anche sulla questione voto/non voto, le tue posizioni sono allo stesso modo dettate da una logica basata sulle FALSE contrapposizioni.
Come per il voto, per la legalizzazione della prostituzione, ed il divieto del burqa, tu continui ad essere fedele sostenitore di una POLITICA che fornisce apparenti vie d’uscita, il male e la sua cura, i suoi parametri di azione.

Non riesci a vedere quanto certi argomenti siano perfettamente funzionali ad altro che non alla “liberazione” degli esseri umani.

Gli esseri umano possono "liberarsi" solo se lo fanno direttamente, e la condizione è che riconoscano l'oppressione.
Nel caso del divieto al burqa (ma non solo), non pare che si sia su questa strada.
E' questa capacità di vedere le cose che distingue gli anarchici, come me (ma anche le persone che diffidano di ogni “salvatore” di turno), dagli imbonitori di ogni colore. Compresi i loro sudditi.

Citazione:
Mi tocca darti ragione un'altra volta: tutto sommato è meglio spendere più tempo sulle chiappe della mia vicina.


Diciamo che è anche l’orizzonte in cui le tue capacità interpretative della “dignità femminile” si esprimono al meglio.
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"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 25/9/2010 15:40
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  •  Manfred
      Manfred
Re: Diritto al burka
#105
Dubito ormai di tutto
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Penso di rispondere ad entrambi con questa specie di indovinello: tenendo presente la prima religione monoteista, paragonate le seconde due l'una rispetto all'altra e osservate dove sono state ricondotte socialmente dagli scismi e deviazioni al loro interno.
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Manfred
Inviato il: 25/9/2010 20:05
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  •  Manfred
      Manfred
Re: Diritto al burka
#106
Dubito ormai di tutto
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Non sono ancora pronto a rispondere per esteso perché come mia abitudine
seguo l'intuito, devo ancora fissare i punti di una risposta articolata, non vogliatemene.
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Manfred
Inviato il: 25/9/2010 20:05
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Re: Diritto al burka
#107
Mi sento vacillare
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Florizel
Citazione:
Dall’altra c’è il diktat ad obbedire ad una cultura occidentale che in termini di rispetto della dignità femminile fa piangere dall’ambiguità e dall’ipocrisia.

LIBERTÀ OBBLIGATORIA!!!
Inviato il: 25/9/2010 23:51
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  •  Pispax
      Pispax
Re: Diritto al burka
#108
Sono certo di non sapere
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florizel

Pispax
Citazione:
Se si parlasse di opinioni avresti ragione.
Solo che tu un'opinione non l'hai espressa. Neanche fra le righe si capisce se tu sei favorevole o contraria a questa roba.


florizel
Citazione:
A me sembra di essere stata chiarissima, circa il modo in cui si tratta l’argomento burqa: secondo me è solo questione di essere messe a pancia in giù o a pancia in su contro la propria volontà.
Si viene fottute in ogni caso.
Da una parte c’è un diktat di tipo religioso, o meglio che tramite la religione impone una costrizione di ben altra natura e che scaturisce da motivazioni che rigetto, in quanto donna ed in quanto essere umano.

Dall’altra c’è il diktat ad obbedire ad una cultura occidentale che in termini di rispetto della dignità femminile fa piangere dall’ambiguità e dall’ipocrisia.


Congratulazioni: sei riuscita a non rispondere neppure stavolta.










Citazione:
Anche qui mi sembrava di aver posto una domanda che in altri avrebbe sollecitato una riflessione ben più lungimirante che non la semplice affermazione burqa si-burqa no: l’imposizione, E’ un valore?


Continuano gli arrovellamenti per non rispondere a una domanda semplice e chiara.

Congratulazioni di nuovo: tutto questo dimostra una certa padronanza della tecnica. Se parli con dei ragazzi la cosa può anche funzionare.

In ogni caso la domanda che fai è una domanda del cazzo. Però rispondo lo stesso.
Per come poni la domanda la risposta può solo essere SI: l'imposizione in questo caso è un valore.

Perché è un valore?
Perché ti stai "astutamente" dimenticando che la vera imposizione non è la proibizione del burka, ma è l'obbligo di indossarlo.









Citazione:
Può un’imposizione indotta da politiche atte ad esacerbare solo scontri di civiltà, sollecitare una vera liberazione?

èi
Che "esacerbi" uno scontro di civiltà non è detto da nessuna parte. Lo dici solo te.

Curioso: leggendo questa frase dal calderone della memoria mi è tornato in mente che queste sono le ESATTE PAROLE con cui l'allora Ministro dell'Interno Cossiga commentava all'epoca un ennesimo attentato dei cd. "anarco-insurrezionalisti".

Brutta roba, le parentele.






Citazione:
Non c’è il rischio che il DIVIETO acuisca invece un’obbedienza a quei codici sociali e tradizionali del paese d’appartenenza, per il solo fatto che venga percepita nella sua strumentalità?


Certo.
Da una parte c'è il RISCHIO.
Dall'altra c'è la CERTEZZA che una donna (in Italia) che appartiene a un determinato gruppo etnico e sociale e che non indossa il burka quando il marito le "chiede" di farlo, al suo ritorno a casa verrà bastonata pesantemente.

Io preferisco il rischio.
Tu?







Citazione:
Il risultato, in questo caso, potrebbe essere l’emancipazione delle donne islamiche? Io ho dei dubbi.
In Afghanistan, nessuna donna è stata “liberata” dal burqa, a quanto pare.


Ti risulta che abbiamo invaso l'Afghanistan perché dovevamo "liberare le donne dal burka"?
A me risulta che l'abbiamo invaso ci abbiamo esportato la democrazia per "stanare dal loro nido i perfidi ideatori degli attentati del 9/11".
Non se ne nel periodo che non ero collegato la versione è cambiata, ma a quanto mi risulta pare di no.







Citazione:
Vedi, la differenza tra me e te è che tu concepisci il divieto al burqa come via d’uscita.


Si.
E' una via d'uscita possibile.







Citazione:
Io lo concepisco come strumentale ad altro, ed intravedo solo nella libera decisione delle donne, NELLA loro cultura e nei loro paesi d’origine, al rifiuto di quella costrizione, la vera liberazione.


Che è solo un altro modo per non rispondere al problema.

Ti rifaccio la domanda. così non dimentichi: fermo restando che entrambe le cose violano delle libertà e che quindi il problema è complicato, è peggio che venga violato il diritto delle donne che vorrebbero portare il burka ma non possono più farlo, o è peggio che venga violato il diritto delle donne che NON vogliono portare il burka ma che sono ancora costrette a indossarlo?

Ti ricordo che stiamo parlando di donne islamiche in Europa, non delle donne afghane.
Quello è tutto un altro problema.






Citazione:
E’ un concetto che avevo già espresso, ma come al solito l’hai bollato come inconsistente, preferendo buttarla in caciara.


Non è che l'ho "bollato" come inconsistente. Il problema è che era EFFETIVAMENTE inconsistente.
Altrimenti non sarei stato costretto a rifarti la domanda.

Curioso: ho come la certezza che non darai una risposta chiara neppure nei prossimi post.






Citazione:
EDIT: inoltre, io qui non ho letto da nessuna parte particolari motivazioni (o "inviti") a liberarsi del burqa perchè offensivo della dignità femminile; ho letto piuttosto un molto autocelebrativo della "democrazia" occidentale "perchè qui da noi si usa così", e non mi sembra cosa molto diversa dall'imposizione a portarlo.


Questo stranissimo fenomeno si spiega facilmente: dipende dal fatto che te - al solito - quando leggi i miei post invece di capire quello che c'è scritto decidi di attribuirgli un significato a tuo piacimento, e poi di rispondere a quello.

Nel caso che questa affermazione ti sembri troppo dura, RILEGGILI.
Ti accorgerai per esempio che io la parola "democrazia" non l'ho mai usata in senso celebrativo. Questo è sic et simpliciter un parto del tuo cervello.
Visto che sto parlando ESCLUSIVAMENTE di valori, e in particolar modo del valore che uomini e donne e donne hanno la stessa dignità, il ragionamento che faccio funzionerebbe benissimo anche se l'Europa fosse retta da una Federazione di Monarchie Assolute di fede Annunaki.








Citazione:
Infatti, come anche sulla questione voto/non voto, le tue posizioni sono allo stesso modo dettate da una logica basata sulle FALSE contrapposizioni.


"False"?







Citazione:
Come per il voto, per la legalizzazione della prostituzione, ed il divieto del burqa, tu continui ad essere fedele sostenitore di una POLITICA che fornisce apparenti vie d’uscita, il male e la sua cura, i suoi parametri di azione.


Brava. ESATTO.

Un solo dubbio: "apparenti"?
"Apparenti" questa fava.

Alcune cose la "politica" le vieta, e nessuno le vive come un problema.
Non sono moltissime.
Per esempio la politica vieta roba come l'omicidio e lo stupro.
Altre robe la politica non le vieta, e se le vietasse tutti ci incazzeremmo tantissimo. Per esempio la politica non vieta di essere vegetariani o di indossare camicie gialle.

Tutto questo per dire che c'è una linea di confine che tutti percepiamo, ognuno a modo suo, che distingue fra le cose che riteniamo legittime e quelle che non riteniamo tali. Nel mezzo c'è una grande Terra di Nessuno con diverse sfumature di grigio.


Su QUESTA particolare corrente di pensiero islamica, cioè quella che ritiene la donna esclusivamente una custodia dell'onore dell'uomo, la politica si è già espressa alcune volte.
Sempre vietando.
Ma a quanto pare nessuno finora lo ha ritenuto un problema. Te compresa.



Il primo divieto in ordine d'importanza c'è stato di fronte alla teoria culturale che la sessualità della donna appartiene completamente all'uomo di cui è, o sarà, sposa.
La "politica" non ha ritenuto corretto questo ragionamento e ha vietato l'infibulazione.

Tutti siamo stati d'accordo, credo te compresa, eppure è stata un'imposizione a tutti gli effetti.
Nessuno ha ritenuto questa cosa "un’imposizione indotta da politiche atte ad esacerbare solo scontri di civiltà".
Eppure avremmo duvuto, visto che il principio ispiratore è lo stesso del burka.
In Occidente il principio della pari dignità fra uomo e donna è stato ritenuto superiore al principio del rispetto delle tradizioni culturali etniche.
(Notare che si sta parlando "solo" di sessualità: dal punto di vista sanitario i rischi dell'asportazione del clitoride sono simili a quelli della circoncisione, pratica assolutamente permessa. Difficile invocare un supposto "problema di salute")



Il secondo divieto in ordine d'importanza c'è stato di fronte alla teoria culturale che la donna, in quanto semioggetto, deve rapportarsi all'uomo solo sulla base delle possibilità possibilità economiche di quest'ultimo. Un uomo ricco può possedere molti semioggetti, un uomo più povero può possederne di meno, comunque mai meno di uno.
La donna invece di uomini può averne a disposizione al massimo uno, più spesso di meno.
La "politica" non ha ritenuto corretto questo ragionamento e ha vietato la poligamia.

Tutti siamo stati d'accordo, credo te compresa, eppure è stata un'imposizione a tutti gli effetti.
Nessuno ha ritenuto questa cosa "un’imposizione indotta da politiche atte ad esacerbare solo scontri di civiltà".
Eppure avremmo duvuto, visto che il principio ispiratore è lo stesso del burka.
In Occidente il principio della pari dignità fra uomo e donna è stato ritenuto superiore al principio del rispetto delle tradizioni culturali etniche.



Il terzo e ultimo possibile divieto riguarda il burka quantomeno nei luoghi pubblici - che è una formulazione ipocrita per parlare di divieto totale, visto che nei luoghi privati il burka non ha troppo senso.
L'obbligo del burka fa parte della stessa famiglia culturale degli infibulatori e dei poligami.
Le ragioni sono le stesse, il disprezzo per la donna in quanto tale. abbidubbi correttamente paragonava il burka a un'"infibulazione mentale".

Trovo incredibilmente ipocrita sostenere che la politica abbia fatto bene a vietare le prime due cose, ma che fa malissimo a vietare questa.
Ma questa è una mia opinione: sono in attesa di conoscere la tua*


(* che so già che non conoscerò. Perché il Femmismo in senso lato per te è un Valore Primario indiscutibile. Ma anche la Supremazia dell'Uomo sullo Stato per te è un Valore Primario indiscutibile. Quindi quando lo Stato impone qualcosa di Femminista i due Valori Primari entrano in conflitto, e a quanto pare la cosa migliore che pensi che ti resta da fare è svicolare alla grande)







Citazione:
Non riesci a vedere quanto certi argomenti siano perfettamente funzionali ad altro che non alla “liberazione” degli esseri umani.


Brava. ESATTO.
Solo che qui nessuno parla di "liberazione". Al massimo si parla di scontro fra valori.

Per il resto c'è la stessa dinamica che ho riscontrato sul problema voto - non voto, dove un sacco di gente si è affannata a farmi esempi di come in Italia le cose funzionano male per dimostrarmi che la democrazia non potrà mai funzionare in tutto il mondo.

No, non vedo.
Hai perfettamente ragione.

Spiegatemelo in modo logico se potete.
E se vi riesce.






Citazione:
Gli esseri umano possono "liberarsi" solo se lo fanno direttamente, e la condizione è che riconoscano l'oppressione.
Nel caso del divieto al burqa (ma non solo), non pare che si sia su questa strada.


Questo è vero solo in senso romantico. Qualcuno potrebbe dire che è vero solo in senso freudiano.
Se invece si ragiona in senso pratico (o in senso comportamentista) basta creare le condizioni per cui una roba diventa insostenibile, che questa roba dopo un po' in genere effettivamente diventa insostenibile.

Perché la cosa funzioni ovviamente occorre che la gente dentro di sé la ritenga insostenibile sul serio.
Per esempio le politiche proibizioniste hanno avuto un minimo di successo sull'eroina ma hanno clamorosamente fallito sull'alcol e sulla marijuana.
Questo perché la gente è stata educata a ritenere l'eroina un pericolo serio. Si è cercato di educarla anche a rienere la marijuana un pericolo serio, ma a parte qualche mamma particolarmente apprensiva non hanno abboccato in tanti.

La stessa cosa è successa con i terroni immigrati al nord. Ci sono arrivati, nessuno li ha cacciati e la società si è adattata. Quaranta anni fa erano terroni che vivevano in comunità chiuse di terroni, venti anni fa erano figli di terroni che iniziavano a mescolarsi con i "padani", oggi sono spesso dei rispettabili esponenti leghisti che si lamentano dell'immigrazione selvaggia.


Succederà la stessa cosa con il burka.
Oggi l'asservimento culturale è tale che la cosa potrà suscitare alcune perplessità fra le donne islamiche. Secondo me non tantissime.
Ma se fra vent'anni qualcuno si proverà a far indossare il burka alle ragazze islamiche di nuova generazione, farà meglio a farlo per telefono: altrimenti gli cavano gli occhi.

E questa non è letteratura, è storia: spesso succede che nessuno prende un cazzo di coscienza di niente, ma le cose accadono lo stesso.
I teorici la chiamano Ingegneria Sociale*.



(*Attenzione: questa è anche una trappola dialettica. Oggi mi sento buono e ci ho messo sopra un cartello. Prima di mettervi a sproloquiare sul NWO, leggetelo)





Citazione:
E' questa capacità di vedere le cose che distingue gli anarchici, come me (ma anche le persone che diffidano di ogni “salvatore” di turno), dagli imbonitori di ogni colore. Compresi i loro sudditi.


Curioso: mutatis mutandis anche questa è ESATTAMENTE la stessa cosa che all'epoca mi dicevano i leaders democristiani.
La parentela con gli anarchici si sta dimostrando sempre più stretta.
Tutto ciò è persino imbarazzante.







Citazione:
Diciamo che è anche l’orizzonte in cui le tue capacità interpretative della “dignità femminile” si esprimono al meglio.


Per quanto mi riguarda hai perfettamente ragione.
Questi comunque sono problemi miei: ma visto che a quanto pare devi ancora deciderti se è meglio la difesa della dignità femminile o la difesa contro l'oppressione dello Stato, te preoccupati della tua, che male non ti fa.
Inviato il: 26/9/2010 6:31
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  •  florizel
      florizel
Re: Diritto al burka
#109
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pispax
Citazione:
Congratulazioni: sei riuscita a non rispondere neppure stavolta.


Congratulazioni a te, che anche stavolta spacci come una non-risposta un’opinione che non condividi.

Eheheh… ormai sei carta conosciuta…

“l’imposizione, E’ un valore?”

Citazione:
Per come poni la domanda la risposta può solo essere SI: l'imposizione in questo caso è un valore.
Perché ti stai "astutamente" dimenticando che la vera imposizione non è la proibizione del burka, ma è l'obbligo di indossarlo.


Veramente io ho precisato che se da una parte c’è l’obbligo a toglierlo, dall’altra c’è quello ad indossarlo.
Quindi non sto dimenticando proprio niente.
“Astuto” è semmai il pretesto del burqa da parte degli stati NON arabi per affermare una presunta superiorità sulle culture islamiche. Ed esacerbare uno scontro di civiltà che giova solo ai soliti noti.

Se fosse come dici te, e cioè che l’imposizione a non portare il burqa si basasse unicamente sull’intento di riscattare la dignità delle donne islamiche, si provvederebbe a legiferare sulle misure di TUTELA delle donne che ne rifiutano l’uso, non agendo su di esse, ma su chi le obbliga.

Qui il problema non è il riscatto della dignità femminile, ma l’obbedienza ai codici comportamentali e culturali del paese in cui quelle donne vivono.
La logica che sottende è la stessa che obbliga oggi neri in Sud Africa ed indiani in America ad adattarsi ai codici politici e culturali dei paesi che vi hanno “importato la loro democrazia”.

Non può esistere, per uno stato che ha concorso a “civilizzare” (con le armi) un paese islamico, che suoi cittadini stabilitisi nei suoi confini ne perpetrino le usanze.

Finchè la logica della “liberazione” si basa sul rovesciamento di tutta una cultura a favore del predominio di un’altra su di essa, non potrà esserci nessuna liberazione.

Ora, si può non essere d’accordo su un obbligo di tipo religioso o culturale, ma non si può imporre a qualcuno di modificare quell’usanza solo perché si è culturalmente contrari ad essa.
Sempre ammesso che il vero motivo sia il riscatto della dignità delle donne islamiche. “SE”.

Citazione:
la domanda che fai è una domanda del cazzo. Però rispondo lo stesso.


Ti ringrazio. Come vedi, quando le cose riguardano il cazzo, non ti è difficile rispondere.

Citazione:
Che "esacerbi" uno scontro di civiltà non è detto da nessuna parte. Lo dici solo te.


Che si tratti anche di scontro di civiltà, lo ha detto almeno Laura Bush nel 2001,“mentre partivano i bombardieri per radere al suolo Kabul…”

Citazione:
queste sono le ESATTE PAROLE con cui l'allora Ministro dell'Interno Cossiga commentava all'epoca un ennesimo attentato dei cd. "anarco-insurrezionalisti".


Mai sentito, non mi risulta.
Soprattutto perché quando Cossiga era ministro dell’interno i cd. “anarco-insurrezionalisti” non erano ancora stati inventati…

“Non c’è il rischio che il DIVIETO acuisca invece un’obbedienza a quei codici sociali e tradizionali del paese d’appartenenza, per il solo fatto che venga percepita nella sua strumentalità?”

Citazione:
Da una parte c'è il RISCHIO.
Dall'altra c'è la CERTEZZA che una donna (in Italia) che appartiene a un determinato gruppo etnico e sociale e che non indossa il burka quando il marito le "chiede" di farlo, al suo ritorno a casa verrà bastonata pesantemente.

Io preferisco il rischio.
Tu?


Te l’ho scritto, nero su bianco: io preferisco che una donna che appartiene a qualsiasi gruppo etnico e sociale rifiuti qualsiasi tipo di imposizione, per il motivo già descritto qualche post fa: nessuna liberazione può essere calata dall’alto, e se da parte di chi la subisce non interviene un avanzamento di coscienza, qualunque “buona intenzione” (specialmente se proviene da autorità statuali) è destinata ad essere considerata un diktat a cui obbedire, né più né meno come l’obbedienza ad indossare il burqa.

Citazione:
Ti risulta che abbiamo invaso l'Afghanistan perché dovevamo "liberare le donne dal burka"?


Ancora svicoli come un’anguilla di fronte alla realtà delle cose: è la politica occidentale che fa del burqa un pretesto per rafforzare la sua propaganda di “superiorità” rispetto ai paesi islamici e giustificare così una guerra che non sta, tra l’altro, portando ad alcuna risoluzione in termini di paventata (quanto artificiosa ed inconsistente) “esportazione della democrazia”.
Se esportare la democrazia comprendesse anche la “liberazione” delle donne islamiche dal burqa, avremmo assistito quanto meno ad un disuso di tale costume.

Non c’è qualcosa che non ti torna?

Citazione:
fermo restando che entrambe le cose violano delle libertà e che quindi il problema è complicato, è peggio che venga violato il diritto delle donne che vorrebbero portare il burka ma non possono più farlo, o è peggio che venga violato il diritto delle donne che NON vogliono portare il burka ma che sono ancora costrette a indossarlo?


Se stai parlando delle donne islamiche in Europa, personalmente vedrei bene una sorta di tutela su basi legali di quante volessero liberarsi dall’obbligo di indossare il burqa, ma che agisca sull’uomo che la obbliga a farlo.

Io vedo una differenza tra questo ed il divieto alle donne di portare quello scafandro.

Tu no?

“Come per il voto, per la legalizzazione della prostituzione, ed il divieto del burqa, tu continui ad essere fedele sostenitore di una POLITICA che fornisce apparenti vie d’uscita, il male e la sua cura, i suoi parametri di azione.”

Citazione:
Un solo dubbio: "apparenti"?
"Apparenti" questa fava….
… Per esempio la politica vieta roba come l'omicidio e lo stupro.


Ah, già. Per questo, dopo che tali reati sono stati commessi, è tanto difficile mandare in galera militari italiani che stuprarono le donne somale, o poliziotti che hanno massacrato ragazzi fino alla morte, o ancora per questo le centinaia di vittime delle stragi di stato non hanno ancora avuto giustizia.

Perché “la politica vieta roba come l'omicidio e lo stupro”.
Giusto.

Citazione:
Su QUESTA particolare corrente di pensiero islamica, cioè quella che ritiene la donna esclusivamente una custodia dell'onore dell'uomo, la politica si è già espressa alcune volte.
Sempre vietando.


I casi riguardanti l’infibulazione e la poligamia, non dovresti nemmeno citarli, visto che qui in Europa non corrispondono esattamente agli usi culturali occidentali.
Nel caso specifico che possano essere praticati da immigrati, chiediti perché non ci sia resistenza ad accettare quel divieto: sarà MAI perché i /le diretti/e interessati/e hanno rifiutato autonomamente quelle pratiche, riconoscendole come LESIVE non quanto viene riconosciuto l’uso del burqa?

Citazione:
Perché la cosa funzioni ovviamente occorre che la gente dentro di sé la ritenga insostenibile sul serio.


Lo vedi che su questo convieni anche te?

Citazione:
Trovo incredibilmente ipocrita sostenere che la politica abbia fatto bene a vietare le prime due cose, ma che fa malissimo a vietare questa.


Io starei attenta a mettere le tre cose sullo stesso livello. Lo trovo incredibilmente strumentale.

Citazione:
Perché il Femmismo in senso lato per te è un Valore Primario indiscutibile. Ma anche la Supremazia dell'Uomo sullo Stato per te è un Valore Primario indiscutibile. Quindi quando lo Stato impone qualcosa di Femminista i due Valori Primari entrano in conflitto


Stai facendo un ragionamento troppo contorto, le cose sono molto più semplici: è la Libertà ad essere un Valore Primario. Inevitabilmente connessa a valori come rispetto della Dignità umana (femminile o maschile).
Quando qualunque stato impone il superamento di una data tradizione, senza la ferma volontà dei diretti interessati a liberarsene diventa unicamente un problema in più per essi.

Fermo restando che, volendo andare per il sottile, per me “stato” e “libertà” sono in totale antitesi.
Ma questo lo sai.


Citazione:
visto che a quanto pare devi ancora deciderti se è meglio la difesa della dignità femminile o la difesa contro l'oppressione dello Stato


Le due cose, nel caso del burqa, non sono separate.
E nemmeno nel caso di ben più raffinate segregazioni femminili, tutte occidentali.
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Inviato il: 26/9/2010 13:42
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Re: Diritto al burka
#110
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Citazione:
LIBERTÀ OBBLIGATORIA!!!


Già, un neolinguismo degno di ogni moderna democrazia...
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Re: Diritto al burka
#111
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florizel ha scritto:

Citazione:
Citazione:
fermo restando che entrambe le cose violano delle libertà e che quindi il problema è complicato, è peggio che venga violato il diritto delle donne che vorrebbero portare il burka ma non possono più farlo, o è peggio che venga violato il diritto delle donne che NON vogliono portare il burka ma che sono ancora costrette a indossarlo?


Se stai parlando delle donne islamiche in Europa, personalmente vedrei bene una sorta di tutela su basi legali di quante volessero liberarsi dall’obbligo di indossare il burqa, ma che agisca sull’uomo che la obbliga a farlo.

Io vedo una differenza tra questo ed il divieto alle donne di portare quello scafandro.


Che ne diresti di una piccola multa alla donna (150 euro) e di una grandissima multa al marito (fino a 30.000 euro), con la possibilità per quest'ultimo del carcere fino a un anno?

Anch'io sono d'accordo sul fatto che i 150 euro sono un'esagerazione inutile, sia chiaro.


Però non capisco DAVVERO di cosa stiamo discutendo, visto che quello che è stato approvato in Francia (e che ho riportato qui sopra pari pari) è una cosa così simile alla soluzione che prospetti tu.
Inviato il: 26/9/2010 16:31
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Re: Diritto al burka
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Citazione:

Pispax ha scritto:
Per come poni la domanda la risposta può solo essere SI: l'imposizione in questo caso è un valore.

Perché è un valore?
Perché ti stai "astutamente" dimenticando che la vera imposizione non è la proibizione del burka, ma è l'obbligo di indossarlo.


mhhhh... dunque c'è un'imposizione "vera" e una che è "apparente", ma che non solo è una falsa imposizione: addirittura è un valore.

Infatti l'imposizione di combattere un'imposizione non sarebbe più un'imposizione.
Ovvero: ti impongo una cosa (non autoevidentemente necessaria e non funzionale), ma siccome lo faccio per il tuo bene ecco che diventa un valore positivo.

Che l'imposizione del burqa sia "vera" e l'imposizione del no-burqa non lo sia (o sia un'imposizione autodifensiva e dunque "finta" rispetto all'altra imposizione) è dato per acquisito. Per me è invece una mera opinione.

Inoltre si presume anche una scala di valore fittizia: un "interesse di ordine superiore" dell'imposizione no-burqa, che ne annullerebbe la valenza impositiva.
Ma questo è arbitrario.
Non c'è dimostrazione che l'abbandono del burqa equivalga a una maggiore libertà (bene supremo = interesse di ordine superiore): mi pare colonialismo culturale.

Per quel che ne sai potrebbe essere l'esatto contrario: la eliminazione ex abrupto del burqa potrebbe scompensare l'equilibrio familiare portando a situazioni di segregazione della donna.
O, come ai popoli sottomessi succede spesso, potrebbe semplicemente essere accettata come obbligatoria dal punto di vista pratico ma vissuta come violenta da quello etico-morale (per capirci tipo i cartelli bilingui in alto-adige, che sono razionali nella teoria ma vissuti come violenti nell'applicazione)

Sia chiaro che non difendo il burqa a priori: sto contestando la pretesa superiorità del no-burqa come esigenza coattiva della società.
Nel caso di specie non vedo né la moralità né la concretezza di risultato che dovrebbero inoculare l'anticorpo della positività in un'imposizione.

Dire che si probisce il burqa perché questo libera la donna è una petitio principii.
Permette di sorvolare sulla dimostrazione che proibire il burqa sia effettiva liberazione della donna. Senza la quale dimostrazione cade tuto il resto (valore- ordine superiore - civiltà - necessità coattiva ecc).

E non mi pare per niente facile dimostrare che una proibizione personale sia promozione della libertà.

A maggior ragione una proibizione che colpisce l'oggetto dell'oppressione, che si trova così nella condizione di essere "liberato che gli piaccia o meno".

Mi trovo costretto (oh, quanto mi dispiace ) a sottoscrivere Flo quando dice della doppia fottitura in danno alle donne: hanno l'invidiabile privilegio di scegliere fra il paternalismo dei mariti islamici e quello dei maschietti occidentali.
E se si azzardano a trovare entrambe oppressivi, gli s'offendono tutt'e due (brutte troie/primitive che vogliono levarsi/tenersi il burqa!)


Citazione:
Ti risulta che abbiamo invaso l'Afghanistan perché dovevamo "liberare le donne dal burka"?

Assolutamente SI! ;)
Era una delle (tante) minchiate che hanno abbaiato contro i contrari alla guerra.
Di non voler liberare le povere afghane oppresse dai feroci taliban.
Possibile che non te lo ricordi? Era solo 10 anni fa...

Citazione:
A me risulta che l'abbiamo invaso ci abbiamo esportato la democrazia per "stanare dal loro nido i perfidi ideatori degli attentati del 9/11".
Non se ne nel periodo che non ero collegato la versione è cambiata, ma a quanto mi risulta pare di no.

Ti risulta che quei bastardi siano "mono-cazzata"!?
Ti sei scollegato a lungo (ma dalla realtà) se non ti sei accorto che le motivazioni che si forniscono per una guerra sono sempre moltissime [<-- fatto]
E tutte stronzate. [<-- opinione]





Citazione:
[infibulazione vs. burqa] visto che il principio ispiratore è lo stesso
Dimostralo.

Citazione:
In Occidente il principio della pari dignità fra uomo e donna è stato ritenuto superiore al principio del rispetto delle tradizioni culturali etniche.
Ma non è stato ABOLITO il rispetto delle culture, si tratta semplicemente di ordini di priorità.
Il diritto alla salute è di ordine superiore (costituzionale) a quello alla quiete e al riposo (penale), ma questo non significa che la quiete e il riposo debbano cessare di avere importanza del tutto.

Siamo alla solita petitio principii: non è che siccome c'è parità fra uomo e donna allora il burqa deve sparire.
Prima bisogna dimostrare che il burqa leda la parità
E INOLTRE
che questo conflitto fra il principio di parità e il rispetto per le culture sia insanabile al punto da necessitare la SCOMPARSA del secondo
Inviato il: 26/9/2010 19:49
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  •  Pispax
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Re: Diritto al burka
#113
Sono certo di non sapere
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Makk


Le obiezioni che fai più o meno ruotano tutte intorno a un perno centrale. Tranne un paio.
Prima affronto problemi marginali poi parlo del perno.
Vediamo se ci capiamo.


Citazione:
Ti sei scollegato a lungo (ma dalla realtà) se non ti sei accorto che le motivazioni che si forniscono per una guerra sono sempre moltissime [<-- fatto]
E tutte stronzate. [<-- opinione]


Condivido entrambe le cose. Credevo fosse chiaro dal modo in cui avevo trattato l'argomento.
Il problema è proprio questo: non si può pensare realmente che siano tutte stronzate e CONTEMPORANEAMENTE lamentarsi perché le stronzate non vengono realizzate.

Ma se sono stronzate è OVVIO che non verranno realizzate, no?


Non solo: la consapevolezza che sono tutte stronzate è talmente tanto diffusa che neppure l'esercito invasore portatore di democrazia si è sforzato più di tanto di mettere in giro propaganda con le donne afghane senza il burqa.







Citazione:
Citazione:
In Occidente il principio della pari dignità fra uomo e donna è stato ritenuto superiore al principio del rispetto delle tradizioni culturali etniche.


Ma non è stato ABOLITO il rispetto delle culture, si tratta semplicemente di ordini di priorità.
Il diritto alla salute è di ordine superiore (costituzionale) a quello alla quiete e al riposo (penale), ma questo non significa che la quiete e il riposo debbano cessare di avere importanza del tutto.


Perché contesti le cose che dico io dicendo esattamente le cose che dico io?
Certo che si tratta semplicemente di ordini di priorità.







Citazione:
Non c'è dimostrazione che l'abbandono del burqa equivalga a una maggiore libertà (bene supremo = interesse di ordine superiore): mi pare colonialismo culturale.
...
Dire che si probisce il burqa perché questo libera la donna è una petitio principii.
Permette di sorvolare sulla dimostrazione che proibire il burqa sia effettiva liberazione della donna. Senza la quale dimostrazione cade tuto il resto (valore- ordine superiore - civiltà - necessità coattiva ecc).


Qui si stanno inclinando dei piani che è bene rimangano orizzontali.

Iniziamo a chiudere le porte sul retro.
Se io chiedo a florizel se noi cittadini siamo liberi, lei mi risponderà una roba del tipo che "noi non siamo liberi, perché non ci può essere libertà vera fino a quando c'è uno Stato".

Accettiamo per un attimo questo suo punto di vista.



Domanda stupida numero uno: Il fatto che noi siamo non-liberi rende inutile battersi per eliminare la schiavitù che ancora esiste nel mondo?

Direi di no. Per quanto poco libero possa essere io, di sicuro se esiste la schiavitù ci sono persone per cui anche questo mio basso grado di libertà è un miglioramento enorme.



Domanda stupida numero due: concedere il voto alle donne le ha rese libere?

Seguendo l'ottica che dicevamo prima, sicuramente no.
Però di sicuro le ha rese più libere di prima, quando dovevano implorare il marito e i figli che votassero per una cosa alla quale credevano loro, sperando che lo facessero davvero. Per quanto basso fosse il grado di libertà collettiva (inserire un numero a piacere) loro ne avevano persino di meno.




Domanda stupida numero tre: proibire il burka rende libere le donne islamiche (sia chiaro che si sta parlando di quelle che appartengono alle comunità più integraliste) che vivono in Europa?

No, certo che no. Per quanto basso sia il grado di libertà delle donne occidentali, loro ne avevano incredibilmente di meno. Dopo l'abolizione del burqa continueranno comunque ad averne di meno.

Di sicuro però questo aumenta incredibilmente la pressione sugli uomini che lo impongono.
Per salvare le forme si è scelto di dare a questa roba una veste abbastanza fittizia, che è quella dell'ordine pubblico.
A differenza di quanto accadde per i simboli religiosi nelle università* questa volta non si è trattato di una proibizione pura e semplice: si è solo resa l'imposizione del burqa incredibilmente poco conveniente.
Ora l'uomo che continua a pretendere che la moglie lo indossi dovrà fare una scelta precisa: o si rassegna a concederle un minimo spazio di libertà in più, oppure oltre che andare a lavorare dovrà provvedere personalmente a fare la spesa, a portare i figli a scuola, i panni in lavanderia, i documenti in comune e tutto il resto. Se lei ha un lavoro dovrà abbandonarlo, riducendo le entrate familiari. In alcuni casi per compensare questa perdita sarà necessario che l'uomo lavori di più.

Nel frattempo che l'uomo "padrone" si sbatte così tanto, la donna se ne sta in casa, inutilizzata, a guardare la tv.
E il marito o il padre non potrà in alcun modo incolparla di questo.

Personalmente non credo sia possibile che NESSUN provvedimento di tipo legislativo possa aumentare la libertà individuale delle persone.
La trovo una considerazione ovvia.

Il massimo che si può fare è cercare di introdurre un cuneo per aprire uno spazio, mirando nel punto che apre il varco maggiore. Quanto più grande è il varco, quanta più libertà ci entra.
Si può ragionevolmente sperare che questo dia il via a un processo di mutamento culturale. Probabilmente risultati concreti si vedranno nell'arco di una generazione.


E' strano oltretutto notare come alcuni fra quelli che parlano di legge che serve solo a esasperare le differenze culturali, e millantano rischi incredibili di "non accettazione" o di "interrpetazione violenta", pretendano con forza che invece che introdurre una legge nuova vengano applicate le leggi esistenti.

I poliziotti sia francesi che italiani hanno tutto il diritto di pretendere che una persona mascherata debba mostrargli il suo volto e i suoi documenti. Possono farlo sulla base delle leggi esistenti. Se ti rifuti ti portano in caserma e ti obbligano a farlo, del tutto legittimamente e sempre sulla base delle leggi esistenti.

Secondo me se si fosse davvero far scoppiare i fenomeni che vengono denunciati come "rischi" (non solo da florizel e da te, sia chiaro), bastava per l'appunto applicare le leggi esistenti e diramare una circolare che imponeva ai poliziotti - che perlopiù sono maschi - di identificare di persona tutte le donne con indosso il burqa.

Quello si che avrebbe provocato un bel casino.



(*) la famosa legge "anti-velo islamico", del 2004, definizione volutamente razzista per una legge che impediva di indossare nelle università francesi QUALUNQUE tipo di abbigliamento religioso troppo vistoso, come il velo islamico, la kippah ebrea o le croci cattoliche di dimensioni "esagerate".
Non a caso il primo a lamentarsene se non sbaglio fu Giovanni Paolo II.





Ripeto: tutto questo non ha niente a che vedere con le polemiche sul grado di libertà che esiste sotto lo Stato. Su questo le opinioni restano diverse, ma la cosa non ha importanza.
Scegli pure la percentuale che vuoi tu: per quanto bassa sia, c'è sicuramente chi ne ha di meno.

Sei dell'opinione che fino a quando non hai il 100% di libertà, probabilmente implicando con ciò che lo Stato sia definitivamente scomparso, sia inutile fare qualcosa per aumentare la libertà di chi ne ha persino meno di te?



Non so se l'abolizione del burqa "sia effettiva liberazione della donna".
Di sicuro l'imposizione del burqa è un'effettiva e ulteriore oppressione della donna, e tanto mi basta.







Appendice:

Domanda stupida numero quattro: il "colonialismo culturale" è DAVVERO una cosa sbagliata?

Si, certo che si.
L'ho detto subito da solo che è una domanda stupida.

Però stiamo parlando appunto di "colonialismo". Cioè andare in casa d'altri e pretendere che che gli altri popoli assumano acriticamente il nostro modo di pensare e i nostri valori di civiltà, che a nostro avviso dovrebbero sostituire i LORO valori di civiltà.
Un'ipotetica guerra per "liberare le povere afghane oppresse dai feroci taliban" è sicuramente una forma enorme di colonialismo culturale.
Anche decidere di andare a ubriacarsi proprio dentro a una moschea araba è una forma di colonizzazione culturale, con in più l'aggravante del disprezzo.
Se nessuno ti lincia prima i poliziotti arabi fanno benissimo a sbatterti in galera.

Tutto sommato c'è una regoletta abbastanza semplice: a casa sua ognuno fa come vuole.
E' anche universalmente condivisa. Persino all'ONU quando vengono denunciate le nefandezze di qualche regime particolarmente sanguinario, il modo per tacciare le conseguenze peggiori è di definire la questione come "affare interno".
Se viene riconosciuto che effettivamente la quetione riguarda solo quel paese lì, queste parole sono una formula magica.

Che ti vada bene o no come vanno le cose nel mio paese, qualunque esso sia, le cose stanno così, e ti adegui. Altrimenti basta che tu vada da un'altra parte: il mondo è grande.



Evidentemente l'unica e sola area geografica alla quale questa regola non si applica -per qualcuno fra quelli che scrivono qui - è proprio l'Europa.
Buffo, no?




N.B. Per colonizzare culturalmente un paese non servono neppure le guerre.
Basta regalargli un migliaio di kit per la tv satellitare e ci pensano da soli, a colonizzarsi culturalmente. E lo faranno anche con entusiasmo.
Dopo la WWII il Giappone si è autoamericanizzato solo con trenta pellicole di Hollywood e qualche radio. Oggi è tutto più facile e veloce.
Inviato il: 27/9/2010 2:46
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  •  Makk
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Re: Diritto al burka
#114
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[riferim.: guerra per il burqa e cazzate dei potenti]

Citazione:

Pispax ha scritto:
Il problema è proprio questo: non si può pensare realmente che [le motivazioni date x la guerra] siano tutte stronzate e CONTEMPORANEAMENTE lamentarsi perché le stronzate non vengono realizzate.

Irrilevante.
il tuo punto era "non mi risulta che siamo andati in Afghanistan per il burqa"
La risposta mia è stata:
"sì, ci hanno spacciato il burqa, fra le tante cazzate"
Secondo te il motivo ufficiale (che invece ti risulta) era AlQaeda, secondo me c'era anche tutta la corona di minchiate che rendevano "meno sgradita" la guerra, come ad esempio la minchiata che il grande bisogno dei poveri afghani era una democrazia e quella che noi difendiamo le religioni e "quelli lì" buttano giù i Buddha (monumenti millenari e patrimonio blabla).

Ripeto, per chiarezza:
TU argomenti che noi siamo andati in Afghanistan solo per il 911 E NON PER LA LIBERAZIONE delle donne dal burqa.
IO ribatto che il burqa e la donna afghana c'era eccome fra le motivazioni.


Citazione:
Ma se sono stronzate è OVVIO che non verranno realizzate, no?

Ma non era quello il punto. Il punto erano le tre distanze fra la motivazione ufficiale, quella reale e il risultato ottenuto.
Il tuo negare che fra le motivazioni ufficiali fornite ci fosse la liberazione della donna afgana era del tutto incongruo, visto che c'era eccome.

E, giova ricordare, non è affatto "ovvio" che la motivazione ufficiale non si realizzi.
E' un esito assai probabile del perseguire un obbiettivo fasullo e ipocrita, ma non necessariamente viene del tutto disatteso (es. elezioni "libere").
Viene spesso perseguito comunque, di solito con gravi conseguenze sugli innocenti "beneficiari" delle motivazioni fasulle.

Il che ci riporta alla necessità di dimostrazione che, nel nostro caso (il burqa in Europa), 'sta decantata liberazione della donna islamica sia l'obbiettivo vero di Sarko e degli altri post-fascisti europei o non sia piuttosto una minchiata da perseguire e 'sti cazzi se ha conseguenze positive o negative su chi subirà questa normativa "progressista".

Il dimostrare i notevoli benefici e la "razionalità" di questa proibizione non esime dal rispondere preliminarmente alle domande
- "ma è davvero necessaria 'sta normativa?"
- "ma che vantaggi ne ricava la società tutta?"
- "che impatto avrà su chi la norma la subisce?"
- "se sì: l'impatto è proporzionato al beneficio?"
- "e, giuridicamente-eticamente, esiste davvero una tale urgenza vitale tale da meritare la soppressione di un uso consolidato e sostanzianzialmente incruento?"
- e tante altre domande, che dovrebbe essere ragionevole porsi prima di emettere norme coattive


[en passant e off-topic:
Citazione:
non si può pensare realmente che siano tutte stronzate e CONTEMPORANEAMENTE lamentarsi perché le stronzate non vengono realizzate

non c'è niente di sbagliato nel sottolineare le differenze fra il predicare e il razzolare dei bastardi.
Ci si DEVE lamentare che dicano stronzate e che PER GIUNTA non le mettono neanche in pratica
(es.: hai spianato l'Iraq e coi morti siamo sopra il milione, hai promesso la ricostruzione delle infrastrutture e la sconfitta del terrorismo, sappiamo bene che il terrorismo l'hai creato deve non c'era per niente, ma almeno sulle infrastrutture come siamo messi?).
Ed è una necessità proprio perché qualcuno emula la modalità "basta enunciare il principio e poi non si valuta la sua realizzazione concreta" anche fuori dalle emergenze internazionali e nella vita di tutti i giorni.
Non bisogna smettere di indignarsi - ops! Sorry: tu lo chiami "lamentarsi"]
Inviato il: 27/9/2010 12:10
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Re: Diritto al burka
#115
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[riferim: dei principii e delle libertà]

Citazione:
Citazione:
Citazione:
Pis: In Occidente il principio della pari dignità fra uomo e donna è stato ritenuto superiore al principio del rispetto delle tradizioni culturali etniche.

Makk: Ma non è stato ABOLITO il rispetto delle culture, si tratta semplicemente di ordini di priorità.
Il diritto alla salute è di ordine superiore (costituzionale) a quello alla quiete e al riposo (penale), ma questo non significa che la quiete e il riposo debbano cessare di avere importanza del tutto.

Pis: Perché contesti le cose che dico io dicendo esattamente le cose che dico io?
Certo che si tratta semplicemente di ordini di priorità.

Non c'è niente di "semplice".
Stiamo parlando di giurisprudenza, diritti, leggi, norme, usi. Non di decidere chi mette la macchina per andare in gita al lago.

La scala di priorità è utilissima per decidere dinamicamente quando un diritto arretra di fronte a un altro (salvo restaurarsi quanto l'esigenza superiore cessa di essere toccata).
Ma qui si parla di eliminazione di un uso. Di compressione definitiva e irrimediabile.
Mi aspetto proposizioni più meditabonde e solenni di "è tutto chiaro e semplice".

Non dico affatto le stesse cose che dici tu.
Io vedo la gravità di incidere sulle culture, tu no: per te è tutto risolto dal principio superiore della libertà della donna.
Chiarisco: non contesto la superiorità (giuridica e non mai culturale) del principio ma l'opportunità dell'applicarlo gordianamente.
Di solito quando i diritti confliggono c'è un complicato balletto di pesi e misure per far trionfare uno (quello a maggior priorità) senza ledere troppo l'altro, e talvolta si sceglie un "trionfo parziale" e talvolta si sbaglia completamente "la pesata", ma è sempre un affaire complicato.
Invece, siccome qui ci sono quei miserabili dei muslim [<-- processo alle intenzioni, lo riconosco, ma parliamo di Sarkozy, cazzo], io vedo molte certezze e pochi dubbi.




Citazione:
Citazione:
Non c'è dimostrazione che l'abbandono del burqa equivalga a una maggiore libertà (bene supremo = interesse di ordine superiore): mi pare colonialismo culturale.
...
Dire che si probisce il burqa perché questo libera la donna è una petitio principii.
Permette di sorvolare sulla dimostrazione che proibire il burqa sia effettiva liberazione della donna. Senza la quale dimostrazione cade tuto il resto (valore- ordine superiore - civiltà - necessità coattiva ecc).


Qui si stanno inclinando dei piani che è bene rimangano orizzontali.
[segue dimostrazione lunga e complessa che non è possibile essere totalmente liberi]

Non è il punto.
Non volevo forzarti su una china per cui o dimostri la totale liberabilità della donna o non se ne fa niente.

E' il contrario:
1] TU affermi che la dottrina Sarko è incontestabilmente una liberazione della donna islamica [<-- troppo facile]
2] COLLEGHI a questo il fatto che la libertà delle donne è esigenza superiore all'etnicità culturale [<-- non è sbagliato, ma non si deve essere manichei nell'applicazione]
3] Ne CONCLUDI che non ci sono motivazioni razionali per opporsi alla dottrina Sarko (o equipollenti) [<-- se si delimita accuratamente il campo si può dimostrare anche che la luna è di emmenthal]

La 1] è un anello debole [uno degli] della tua dimostrazione e indebolisce il 2]. Il 3] è conclusione apparente, in realtà è già implicata in 1] e aggira la necessità di dimostrare.
In questo senso è una petitio principii: la premessa contiene la dimostrazione (che invece dovrebbe essere il risultato dell'argomentazione e venire porta nella conclusione). Invece di argomentare è data per autoevidente.

Siccome ho già scritto, ripropongo:
Siamo alla solita petitio principii: non è che siccome c'è parità fra uomo e donna allora il burqa deve sparire.
Prima bisogna dimostrare che il burqa leda la parità
E INOLTRE
che questo conflitto fra il principio di parità e il rispetto per le culture sia insanabile al punto da necessitare la SCOMPARSA del secondo


per chiarezza:
Citazione:
Di sicuro l'imposizione del burqa è un'effettiva e ulteriore oppressione della donna, e tanto mi basta.

Appunto.
"di sicuro" e "tanto mi basta".
Tante chiacchere ma alla fine "Autoevidenza" is the name of the game.
Inviato il: 27/9/2010 12:15
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Re: Diritto al burka
#116
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[riferim: colonialismo]
Citazione:
[1]Però stiamo parlando appunto di "colonialismo". Cioè andare in casa d'altri e pretendere che che gli altri popoli assumano acriticamente [cut]
[2] decidere di andare a ubriacarsi proprio dentro a una moschea araba è una forma di colonizzazione culturale [cut]
[3] Tutto sommato c'è una regoletta abbastanza semplice: a casa sua ognuno fa come vuole.


[1] No: il colonialismo è (prima di trasformarsi in azione) un atteggiamento mentale che giustifica l'inculare il prossimo. Inoltre tu sottindendi (ma và esplicitata ed evidenziata, invece) una caratteristica fondamentale del colonialismo: la pretesa che il modo di pensare e i valori del colonialista vengano assunti dagli altri popoli blabla in quanto superiori.
Non è così semplice come "so' più grosso e fai come dico io". Il colonialismo è più raffinato di come lo dipingi tu.
Talmente raffinato che anche le sinistre colonializzano, spacciando il proprio complesso di superiorità da buana biango per sensibilità ai diritti e alla libertà.
La maschera cade quando il buana biango tira dritto proprio sui valori: i suoi sono "ovviamente" e "indiscutibilmente" migliori e più avanzati.
E "tanto gli basta".

[2] No. Non lo è. E' un'aggressione. Ripeto che il colonialista non è quella roba rozza e distante da noi che ti piacerebbe fosse.
Il colonialista scrive "la capanna dello zio Tom" ed è paternalisticamente affezionato ai boveri negri (o islamici o indu).
Quando fa le sue merdate lo fa "per il loro bene".
Dobbiamo sorvegliarci e interrogarci, perché siamo SEMPRE a rischio di colonialismo. E quello culturale è il più insidioso.

[3] Che minchiata semplificatrice e volgare. Ognuno ha il suo sistema di valori. Questo non esclude l'auspicio a rispettare i sistemi di valori altrui. Rispetto che (se ci si riesce) sarebbe un vanto di una persona/popolazione colta e civile. Rispetto che è uno scudo contro il colonialismo. Rispetto che frasi come "a casa mia fo il cazzo che mi pare" non suggeriscono. Ed ecco il colonialismo che ratto s'insinua in chi abbassa la guardia e lo tratta come una cosa remota e facile da individuare.

Citazione:
Evidentemente l'unica e sola area geografica alla quale questa regola [a casa sua ognuno fa come je pare] non si applica -per qualcuno fra quelli che scrivono qui - è proprio l'Europa.
Buffo, no?

Non buffo.
Triste.
Triste che ci si lamenti del fatto che in Europa ci siano ancora focolai di tolleranza.
E triste anche che dopo un post con quei toni, si abbia anche il coraggio di prendere le distanze dal colonialismo, come se fossa qualcosa di altro da sé.
Inviato il: 27/9/2010 12:18
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  •  Calvero
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Re: Diritto al burka
#117
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PRIMO

La speculazione politica in gioco è una problematica profonda, a sé.

Quindi in luce di ciò, si può tranquillamente sostenere una posizione che miri a sbugiardare tutti i finti problemi di Sarkozy & Co. ...(tanto non è nemmeno lui che pensa). Bisogna fare i famosi distinguo.

SECONDO

Su un piano filosofico e non non da Filantropi, sia chiaro, le cose cambiano. Siamo tutti liberi di comportarci come meglio crediamo. Ovviamente è innegabile oggettivamente che la questione sicurezza, in merito al volto coperto, non è solo una chimera politica. E' un dato di fatto. Negarlo significa essere ipocriti e deficienti delle più elementari nozioni di una società occidentale che non funziona come quella orientale.

Non si può dare per scontato che una cultura possa essere "esportata" in un paese diverso dal proprio senza che questa venga messa al vaglio. Non facciamo i bambini.

Mettete dei punti fermi e non dilungatevi troppo. Fatti i DUE distinguo si può ragionare precisamente sulle ipotesi e i giudizi. MAKK, con Pispax non ne vieni fuori.
_________________
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Inviato il: 27/9/2010 12:27
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  •  Makk
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Re: Diritto al burka
#118
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Citazione:
MAKK, con Pispax non ne vieni fuori.
Non scrivo per venirne fuori.
Porgo la mia e rispondo alle obiezioni.
Spero che altri, oltre a me e pispax, leggano.
Se al lettore gli tornano utili le mie riflessioni bene, se no ho sprecato il mio tempo. Pazienza.

Come già scrissi, se Pispax mi costringe a elaborare meglio o a dettagliare il mio pensiero è un bene (per me e per le mie idee).
A lui un grazie per questo, un grazie che è sempre sottinteso agli eventuali vaffa che ci dovessimo scambiare.
Inviato il: 27/9/2010 12:44
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  •  florizel
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Re: Diritto al burka
#119
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Makk
Citazione:
Prima bisogna dimostrare che il burqa leda la parità


Che il burqa leda o meno la parità credo sia un problema connesso unicamente al significato di “parità”.

Direi che prima bisogna definire il concetto di “parità”, quindi; se un provvedimento teso ad eliminare un’oppressione (ripeto: ammesso che sia questo il vero intento della guerra al burqa, contemporanea e postuma alla guerra all’Afghanistan …) pone come termine di paragone ed espressione di “civiltà” un’ulteriore imposizione, paritario certamente non è il rapporto tra chi delibera e chi DEVE obbedire.

Nel caso del concetto di “parità” tra i sessi, in occidente quello che viene proposto è un tipo di oppressione i cui spazi di azione offrono il giusto margine di illusione che si tratti di libertà, o meglio di "liberazione".

Ossia: se per parità si intende la graduale scomparsa delle opportunità legate alle specifiche esigenze femminili, e quindi la completa integrazione ad un modello sociale fondamentalmente androcratico, o l’esaltazione del femminile esclusivamente come merce di scambio e mezzo sempre più esaltato di un arrivismo sociale senza più limiti, col cazzo che si può parlare di “liberazione”.

Siamo d’accordo: l’uso del burqa lede sicuramente la libertà, ed è sicuramente un simbolo di possesso e di reclusione.
Ed è fortemente necessario che le donne se ne liberino.

Ma è disonesto affermare che l’aiuto possa venire da una “cultura della politica” che della questione fa uso strumentale per ben altri motivi.
O da un sistema che non si fa alcuno scrupolo ad impiegare mezzi per limitare la natalità, agendo direttamente SUL corpo delle donne: vedi il caso delle vaccinazioni di massa, in Europa come altrove.

pispax
Citazione:
non si può pensare realmente che siano tutte stronzate e CONTEMPORANEAMENTE lamentarsi perché le stronzate non vengono realizzate.


Makk, qui la vedo lunga da chiarire: ti conviene fare direttamente il disegnino per spiegare che la questione burqa fa parte della propaganda per affermare una presunta superiorità dell’occidente che esporta la sua democrazia in Medioriente, a sostegno di una guerra che SI DOVEVA fare, e NON che sul mancato risultato della “liberazione” delle donne islamiche ci stiamo strappando i capelli per le aspettative tradite.

Altrimenti pispax non capisce.

Citazione:
Perché contesti le cose che dico io dicendo esattamente le cose che dico io?


Eheheh…
_________________
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Inviato il: 27/9/2010 13:02
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Re: Diritto al burka
#120
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Pispax
Citazione:
Se io chiedo a florizel se noi cittadini siamo liberi, lei mi risponderà una roba del tipo che "noi non siamo liberi, perché non ci può essere libertà vera fino a quando c'è uno Stato".

Il fatto che noi siamo non-liberi rende inutile battersi per eliminare la schiavitù che ancora esiste nel mondo?


Assolutamente no. Ma se una condizione propagandata in alternativa corrisponde ad un tipo di oppressione meno appariscente e viene spacciata per libertà, dimmi tu dov’è l’avanzamento.

Inoltre, se battersi implica agire entro gli spazi inerenti alla condizione di non.libertà, cioè dettati dagli stessi oppressori, non vedo risultati qualitativamente soddisfacenti ad eliminare la schiavitù.

Citazione:
andare in casa d'altri e pretendere che che gli altri popoli assumano acriticamente il nostro modo di pensare e i nostri valori di civiltà, che a nostro avviso dovrebbero sostituire i LORO valori di civiltà.


E’ questo che si sta facendo in casa “nostra”: pretendere che i LORO valori di civiltà vengano sostituiti da quelli del paese in cui si stabiliscono.
C’è un bel po’ di conflittualità dialettica tra affermare che “si esporta la democrazia”, che dovrebbe assicurare le diversità (faccio distinzione tra diversità culturali e uguaglianza delle opportunità NONOSTANTE le diversità), e poi si impedisce ai “liberati” di esprimere i loro valori culturali quando vengono a casa “nostra”.

A me sembra un coronamento colonialista, a te no?

Citazione:
quello che è stato approvato in Francia (e che ho riportato qui sopra pari pari) è una cosa così simile alla soluzione che prospetti tu.


Simile, ma non è lo stesso: coesiste l’azione punitiva sulla donna che NON vuole togliere il burqa.
Mi spieghi l’utilità di multare la donna?

Parlando per assurdo: SE una donna islamica VUOLE rinunciare al burqa, ben sapendo che chi glielo impone viene multato e rischia pure la galera, immagino che non veda l’ora che tale provveddimento venga messo in essere. Quindi, perché quella forma coercitiva consistente nella multa?
Seguendo un ragionamento, è unicamente nel caso che quella donna NON VOGLIA rinunciare al burqa. Questa è la coercizione.
Non solo: è un tipo di criterio che sottende ad un “concorso di colpa” da parte della donna.
Ed io questa la chiamo imposizione con estorsione.
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"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 27/9/2010 13:04
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