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  Diritto al burka

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  •  florizel
      florizel
Re: Diritto al burka
#121
Sono certo di non sapere
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In merito alla questione "sicurezza", brevemente: siamo allo stesso livello di strumentalizzazione.

Se viene chiesto alle donne islamiche di scoprire il volto in pubblico (E PERCHE' MAI, invece, sarebbero LIBERE di tenerlo coperto nel privato, SE è una questione di LIBERAZIONE?!), allora bisogna adottare una regola perchè gli agenti delle forze dell'ordine siano riconoscibili nell'esercizio delle loro funzioni pubbliche, atte ad evitare abusi.

Altrimenti bisogna riconoscere che gli stati, come i mariti musulmani, detengono il monopolio della violenza.
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"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 27/9/2010 13:14
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  •  ivan
      ivan
Re: Diritto al burka
#122
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 22/7/2004
Da Bronx
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Dice il saggio: "Due torti non fanno una ragione".

Ciao !
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You don't need to take drugs to hallucinate: improper language can fill your world with phantoms and spooks of many kinds R. A. Wilson

La verità raramente è pura e non è mai semplice
Inviato il: 27/9/2010 13:41
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  •  Calvero
      Calvero
Re: Diritto al burka
#123
Sono certo di non sapere
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Citazione:


Come già scrissi, se Pispax mi costringe a elaborare meglio o a dettagliare il mio pensiero è un bene (per me e per le mie idee).


sì Makk

Da persona equilibrata e intelligente che sei, mi aspettavo questa risposta. Non sei solo tu, e non sarai l'ultimo a ringraziarlo, fai bene a essere preciso. Ma la cosa dovrebbe cominciare a destare sospetti. Lascia che "non" sia io l'equilibrato e l'intelligente, poiché dubito che questo confine sia così corroborante come si crede ma va bene così... per l'amor di Dio

...a questo punto istituirei una medaglia al valore per chi con costanza, attraverso il peggio, tira fuori il meglio dagli altri ...
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Misti mi morr Z - 283 - Una volta creato il manicomio, la ragione l'ha sempre il direttore; che l'abbia o meno
Inviato il: 27/9/2010 15:35
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  •  Calvero
      Calvero
Re: Diritto al burka
#124
Sono certo di non sapere
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Da Fleed / Umon
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Citazione:

florizel ha scritto:
In merito alla questione "sicurezza", brevemente: siamo allo stesso livello di strumentalizzazione.

Se viene chiesto alle donne islamiche di scoprire il volto in pubblico (E PERCHE' MAI, invece, sarebbero LIBERE di tenerlo coperto nel privato, SE è una questione di LIBERAZIONE?!), allora bisogna adottare una regola perchè gli agenti delle forze dell'ordine siano riconoscibili nell'esercizio delle loro funzioni pubbliche, atte ad evitare abusi.

Altrimenti bisogna riconoscere che gli stati, come i mariti musulmani, detengono il monopolio della violenza.


Ti sbagli Florizel e alla grande. Il tuo ragionamento sarebbe corretto, se volessimo dare allo Stato il suo giusto posto: Marte ti va bene? lo sai che sono con te ...

L'analogia che fai delle forze dell'ordine è infantile. Il problema che le forze dell'ordine in vicende sporche sono state strumentalizzate e hanno approfittato è un problema politico. Volutamente politico e tu dovresti saperlo. Il 90% del lavoro delle forze dell'ordine non può esporre un pubblico ufficiale a essere identificato, per ovvissime ragioni di sicurezza. La tua ostinazione a guardare il problema solo da una parte della barricata non è alla tua altezza. Non stiamo parlando di un tipo che mette timbri dietro un ufficio postale. Il tuo odio è sensato, ma la tua analogia è stupida all'inverosimile.

Per la questione in oggetto, io ho due visioni. Una personale: e siccome profondamente ritengo ogni religione una prigione, questa è anche la giusta punizione "divina" tra le razze umane. Queste farse di dogmi scambiati per cultura hanno fatto il loro tempo, quindi sta avvenendo quello che il giogo orwelliano aveva previsto ...

Poi c'è una questione obiettiva che bisogna sforzarsi di mettere a fuoco: io salto a piè pari il problema di donne e uomini e la loro presunta parità (che non c'è e mai ci sarà, come giusto che sia). E cioè che nessuno deve imporre a qualcun altro, regole e stili di vita. Fanculo l'onore di Stato, la Patria, e il quieto vivere!
Se dovessi scegliere stai pur certa che abbraccerei l'Islam, l'Iran e gli Arabi tutti. Sono popoli che stimo.

Se però si vuole mettere a fuoco il problema pragmaticamente si deve capire REALMENTE se è un problema effettivo di sicurezza oppure NO. Dopodiché se non sussiste, allora Burqa per tutti! e, sempre ovviamente, neanche crocefissi in classe così come nessuna imposizione - anche indiretta - di forme religiose nella collettività.

Basta con questi inferni in terra.

A riprova che solo la Spiritualità è cosa sana. Per il resto che tracolli ogni cultura legata al Corano così come alla Bibbia. Le simpatie sono altra cosa, of course

...forza ARABI
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Inviato il: 27/9/2010 15:59
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  •  florizel
      florizel
Re: Diritto al burka
#125
Sono certo di non sapere
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Calvero

Citazione:
Il problema che le forze dell'ordine in vicende sporche sono state strumentalizzate e hanno approfittato è un problema politico.


Non capisco il senso del “sono state strumentalizzate”, quando invece esse hanno strumentalizzato la realtà dei fatti per ottenere un’assoluzione alle loro malefatte.

Ma il problema non è questo.
Il problema è che SE uno stato “democratico” ha così a cuore l’ordine pubblico e la salvaguardia dei diritti dei cittadini, tanto da imporre tramite legislazione il divieto del burqa perché sotto di esso potrebbero nascondersi NEMICI dell’ordine costituito, allora dovrebbe usare lo stesso metodo PREVENTIVO a difesa di quell’ordine costituzionale per quanto riguarda gli abusi perpetrati da suoi stessi servitori.

Ripeto, se l’obiettivo è l’ordine pubblico, la tutela degli spazi “democratici” e la libertà dei cittadini.

Se poi consideri la campagna fatta intorno ai popoli afgani ed irakeni, pre e post guerra stabilita in base ai fatti del 11/9 (ma non solo), anche il divieto al burqa è un problema politico.

Come era un problema politico il fatto che israele spacciasse le terre palestinesi come disabitate ed i palestinesi come un popolo senza cultura e senza senso della propria terra.

Citazione:
Il 90% del lavoro delle forze dell'ordine non può esporre un pubblico ufficiale a essere identificato, per ovvissime ragioni di sicurezza.


Guarda, io non ho mica scritto che uno sbirro dovrebbe portare nome e cognome scritto sul casco.
Ho detto che dovrebbe poter essere identificato, anche tramite un numero di codice, ed anche solo dagli stessi organi giuridici o amministrativi.

Citazione:
Il tuo odio è sensato, ma la tua analogia è stupida all'inverosimile.


L’analogia la stai forzando te, ed è la tua percezione (infondata) per il fatto che io possa provare odio (considerazione arbitraria, perché i miei sentimenti sono di altro tipo) ti fa partire dal presupposto che i miei siano paragoni estremi.

Ma, ripeto, la faccenda da affrontare non è questa qui, è semmai prendere in considerazione quanto sia effimero parlare di coercizione circa le usanze che impongono il burqa, e parlare di libertà o “democrazia” in altre occasioni.

Citazione:
il problema di donne e uomini e la loro presunta parità (che non c'è e mai ci sarà, come giusto che sia).


Su questo convergo. E mi consola che almeno tu abbia colto la differenza che c’è tra “parità” e diritto alla diversità.

E GUAI a chi si permette di affermare che è appianando la diversità tra i sessi che si può giungere ad un determinato grado di libertà per le donne, musulmane o altro. Come per gli uomini, tra l'altro.
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Inviato il: 27/9/2010 17:22
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  •  Makk
      Makk
Re: Diritto al burka
#126
Mi sento vacillare
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Citazione:
Citazione:
Makk: Prima bisogna dimostrare che il burqa leda la parità

flo: Che il burqa leda o meno la parità credo sia un problema connesso unicamente al significato di “parità”.

Non "unicamente".
Nella fattispecie non era il mio pensiero.
La questione non era relativizzata al "intendiamoci su che vuol dire parità". Se non si è d'accordo sul significato di parità e lo si sposta troppo in là (a una vera parità in senso libertario, per esempio), si corre il rischio di piano inclinato che mi imputava pispax.

La mia era invece una questione social-giuridica: per sostenere una necessità legislativa basata sulla parità dei diritti c'è da dimostrare che ci sia un "torto da riparare".
Si parla quindi di relativizzare ma rispetto al significato di parità occidentale (quello legislabile).
Francamente io la vedo come una forzatura giuridica. Un comportamento individuale non è competenza del giudice finché non se ne dimostra la lesività.
Se questa lesione si accerta caso per caso si parlerebbe di sanzione a fine di processo.
Se questa lesione è permanente sic et simpliciter si legifera condannando il comportamento una volta per tutte: ma è una cosa gravissima, che si fa per comportamenti inequivocabilmente lesivi. Per esempio i crimini. Ma qui non ravvedo gli estremi.*

infatti, oltre a non accettare per dimostrata sempre e comunque la dis-parità della donna coperta da burqa, chiedo dove siano gli elementi di analisi che permettono di determinare che questa dis-parità sia sanabile per mezzo della compressione di un comportamento non cruento.
In altre parole: violare la liberalità e il garantismo in nome di quale gravissimo reato e con quali risultati (almeno come previsione nell'applicazione della norma)

Citazione:
Siamo d’accordo: l’uso del burqa lede sicuramente la libertà, ed è sicuramente un simbolo di possesso e di reclusione.
Ed è fortemente necessario che le donne se ne liberino.

Questo è un problema morale, non giuridico.
E, proprio moralmente, è del tutto necessario che le donne si liberino del burqa a seguito di una battglia culturale, non politica (nel senso di politica parlamentare calata dall'alto).
E se la battaglia culturale investe il versante giuridico è solo perché è dilagata nella società e nella mentalità. E' l'ultimo step. La sanzione della vittoria culturale.
(il divorzio lo introduci quando l'adulterio non è più reato nella mente della maggioranza del popolo, non lo imponi in punta di baionetta o di codicillo a delle persone che non lo sentono ancora come proprio).

E' vero che su questo siamo d'accordo, ma ci tengo a distinguere i due piani:

1] perché non approvo il burqa è una cosa
moralmente non mi da alcun problema riconoscere la valenza oppressiva del burqa

2] perché non approvo la legge contro il burqa è tutt'un'altra faccenda
la valenza oppressiva è assai poco rilevante sul piano culturale (mio di occidentale), figuriamoci su quello giuridico: non riconosco la gravità culturale nel come le donne islamiche vivono il burqa (la mia sensibilità di occidentale non è molto rilevante rispetto al privato di una donna islamica), a maggior ragione non ravvedo urgenza e gravità tali da legiferare in materia: è una legge politicizzata e politicizzante, molto poco seria giuridicamente, tanto è vero che devono appellarsi a minchiate di ordine pubblico per darne ragione rispetto al corpus delle loro leggi.

Aggiungo che per me il dibattito etico-morale burqa-sì/burqa-no è abbastanza poco proficuo (ripeto: PER ME - opinione - mio sentire). Le posizioni sono inconciliabili. Ci tengo solo a distinguere il piano morale da quello culturale e da quello giuridico.

Come puntualizzo e distinguo con Pispax in materia (vedi colonialismo), così faccio con te



*intendiamoci: ci sono altri esempi di come le leggi sono indifferenti al sentire del popolo sul quale vengono imposte.
Un esempio eclatante è la legge sul Copyright, che impone sanzioni da migliaia di € o di $ al ragazzino che scarica gli MP3: culturalmente non è davvero in grado di capire la gravità del suo atto (pericolosità sociale che infatti è assai ardua da dimostrare, per non dire inesistente).
Addirittura i francesi (e presto noi italiani) permettono, in nome della difesa del copyright, di bypassare la magistratura e consegnare "le chiavi delle celle" (la facoltà di irrogare sanzioni) alle major e alle telcomm.
Ma quelle leggi sono appunto dei mostri giuridici, generati dal sonno della ragione politica drogato dal loto del profitto.
Idem sulla marijuana.
Inviato il: 27/9/2010 18:49
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  •  Calvero
      Calvero
Re: Diritto al burka
#127
Sono certo di non sapere
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Citazione:

Non capisco il senso del “sono state strumentalizzate”, quando invece esse hanno strumentalizzato la realtà dei fatti per ottenere un’assoluzione alle loro malefatte.


... questa cosa non ha senso nella realtà delle forze dell'ordine. Lì non ci sono malefatte, intesi come errori di percorso, negligenze, dispotismi, prevaricazione, abusi eccetera eccetera ... STRONZATE!!!: è successo quello che doveva succedere.

... lì c'è una volontà politica a monte che usa le forze dell'ordine come pedine. Soprattutto in quei casi. Loro non dovevano ottenere nessuna assoluzione. Sapevano già che avrebbero passato un periodo di tensione, ma tutto è sempre orchestrato a tavolino prima. Non cade foglia che dio non voglia. Il punto è comprendere chi è "Dio".

Citazione:

allora dovrebbe usare lo stesso metodo PREVENTIVO a difesa di quell’ordine costituzionale per quanto riguarda gli abusi perpetrati da suoi stessi servitori.


Errato. O tu accetti che uno Stato abbia il Potere o non puoi accettare lo Stato, no mezze misure. Sei ingenua Florizel, e non poco, dovresti prendere queste "mie" perle di saggezza. Tu non hai neanche idea di quale lavoro sotterraneo le forze dell'ordine attuano in difesa tua e mia, ma purtroppo, per quanto efficienti, non rientrano nelle mosse degli eventi di spicco. Quelli che determinano la sopravvivenza dello status-quo invece, sono quelli che fanno la parte del leone: la parte. Fare il Poliziotto o il Carabiniere in Italia, non è come fare Stasky e Hutch.

Lo Stato a te non deve proprio nulla sulla individuazione dei suoi servitori. Infatti la figura del pubblico Ufficiale è intesa in questi termini, appunto perché NON deve e NON può essere identificativa di colui che la esercita. Carabinieri e Poliziotti non sono dei Detective con una Licenza per poter esercitare una determinata mansione. Non sono professionisti. Sono servitori. La loro uniforme è il loro nome è cognome.

Nella figura di Agente di P.g, di Ufficiale di P.G., di agente di P.S. e Ufficiale di P.S., questi servitori sono costituzionalmente resi edotti che rappresentano lo STATO attraverso l'uniforme. E firmano per questa consapevolezza. Si vendono l'anima. E sempre da ingenua non comprendi due cose

1) anche se ci fosse un codice a Barre sulla divisa... già soltanto in una realtà problematica (e basta una Padova: non serve essere nel quartiere ZEN di Palermo), attraverso ritorsioni, tradimenti o collaborazioni tra la delinquenza e qualche venduto (e ce ne sono), si metterebbe a rischio l'incolumità privata

2) in Italia (ho servito la Patria per 11 anni) un Sistema del genere porgerebbe il fianco a mistificazioni e a incaprettare per bene/benino qualche capro espiatorio di turno. Probabilmente l'ausiliario di passaggio o lo scomodo di turno. Ma meglio ancora a "perdere" o per privacy di alta segretezza o per "errore" i dati nel data/base.

I Comandi Generali delle Forze dell'ordine hanno l'obbligo matematico di punire severamente ( e lo fanno) i comportamenti in cui un servitore abusi della sua autorità. Se non lo fanno c'è una macchinazione a cui devono rendere conto, quindi si parla di sintomi e non di cause. E tu sai che bisogna risalire alle cause se vogliamo essere costruttivi per soluzioni degne di questo nome.

Il problema è a monte. Ad esempio, pochi sanno che, al di là di persone come si deve, è la stessa politica e sistema di far carriera che impone - politicamente - tra gli ufficiali e i militari di truppa, una squallida ed elitaria prevaricazione, a scapito di chi ovviamente si fa il culo sulla strada. Ovviamente tu che non ti sei mai trovata un coltello vicino alla pancia - per servizio - non puoi comprendere quali situazioni entrano in gioco e a quali pressioni questa Pentola di nome ITALIA è sottoposta..

Citazione:

Ripeto, se l’obiettivo è l’ordine pubblico, la tutela degli spazi “democratici” e la libertà dei cittadini.


Problema politico. E andrà peggiorando. E l'identificazione degli agenti in servizio non c'entra una fava.

Citazione:

Se poi consideri la campagna fatta intorno ai popoli afgani ed irakeni, pre e post guerra stabilita in base ai fatti del 11/9 (ma non solo), anche il divieto al burqa è un problema politico.


assolutamente sì

Citazione:

Come era un problema politico il fatto che israele spacciasse le terre palestinesi come disabitate ed i palestinesi come un popolo senza cultura e senza senso della propria terra.


verissimo

Citazione:

Ho detto che dovrebbe poter essere identificato, anche tramite un numero di codice, ed anche solo dagli stessi organi giuridici o amministrativi.


Permettimi, sanno tutto quel che vogliono... in mezzo a 500 carabinieri potrebbero riconoscere chiunque dei loro, il problema è che se "non" lo hanno riconosciuto è perché così doveva essere.

Citazione:

ed è la tua percezione (infondata) per il fatto che io possa provare odio (considerazione arbitraria, perché i miei sentimenti sono di altro tipo) ti fa partire dal presupposto che i miei siano paragoni estremi.


.. qui ho sbagliato. Chiedo scusa.

Citazione:

Ma, ripeto, la faccenda da affrontare non è questa qui, è semmai prendere in considerazione quanto sia effimero parlare di coercizione circa le usanze che impongono il burqa, e parlare di libertà o “democrazia” in altre occasioni.


.. ma questo, Florizel, è il problema del mondo. Di Governi in balia di Elite finanziarie dove, a catena, si innescano tutte le inevitabili conseguenze tragiche, patetiche, e paradossali.

Citazione:

Su questo convergo. E mi consola che almeno tu abbia colto la differenza che c’è tra “parità” e diritto alla diversità.


non si poteva dirlo meglio

Citazione:

E GUAI a chi si permette di affermare che è appianando la diversità tra i sessi che si può giungere ad un determinato grado di libertà per le donne, musulmane o altro. Come per gli uomini, tra l'altro.


of course
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  •  Calvero
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Re: Diritto al burka
#128
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Lo Stato non ha senso in nessun posto, se soltanto si vuole sentire l'odore di libertà
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  •  florizel
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Re: Diritto al burka
#129
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Calvero
Citazione:
questa cosa non ha senso nella realtà delle forze dell'ordine. Lì non ci sono malefatte, intesi come errori di percorso, negligenze, dispotismi, prevaricazione, abusi eccetera eccetera ... STRONZATE!!!: è successo quello che doveva succedere.


Come scrivevo prima, non sono le forze dell’ordine il fulcro del topic, e mi dispiacerebbe se ci allontanassimo da esso. Ma, e questo bisogna precisarlo, se “non ci sono malefatte, intesi come errori di percorso, negligenze, dispotismi, prevaricazione, abusi eccetera eccetera ...”, vorrei capire come mai qualche decina di agenti sono coinvolti in processi per abuso di potere.
O quanto meno attirare l’attenzione sul fatto che se c’è un potere che è a monte, cosa stabilisce che esso agisca per la “sicurezza” dei cittadini.

Facevo il paragone col burqa riferendomi unicamente alla questione “sicurezza”, un modo per dimostrare quanto possa essere usata effimeramente e strumentalmente questo termine.

Stop.

Citazione:
O tu accetti che uno Stato abbia il Potere o non puoi accettare lo Stato, no mezze misure. Sei ingenua Florizel, e non poco, dovresti prendere queste "mie" perle di saggezza.


Ti risulta che io accetti le mezze misure, circa lo stato? Non è chiaro, forse. Lo ripeto ancora: riportavo l’esempio dell’identificabilità degli agenti IN MERITO a come viene percepito il loro “lavoro”, e lo paragonavo alla postulata esigenza di “sicurezza” dei cittadini.

Più che perle di saggezza, questi commenti rischiano di diventare perle di prolissità.
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Inviato il: 27/9/2010 20:47
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Re: Diritto al burka
#130
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Makk

Citazione:
La questione non era relativizzata al "intendiamoci su che vuol dire parità". Se non si è d'accordo sul significato di parità e lo si sposta troppo in là (a una vera parità in senso libertario, per esempio), si corre il rischio di piano inclinato che mi imputava pispax.


Ma non è certo perchè pispax ha l’abitudine ad imputare agli altri di inclinare i piani quando le obiezioni non gli piacciono, che io posso esimermi dall’affermare ciò che penso.

Almeno, finchè non si chiarisce quale modello sociale femminile viene contrapposto a quello segregato sotto un burqa.

Citazione:
La mia era invece una questione social-giuridica: per sostenere una necessità legislativa basata sulla parità dei diritti c'è da dimostrare che ci sia un "torto da riparare".
Si parla quindi di relativizzare ma rispetto al significato di parità occidentale (quello legislabile).


Esatto, io mi riferivo a questo “rispetto al significato di parità occidentale”.

Ma com’è che oggi ci capiamo meno del solito?
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Inviato il: 27/9/2010 20:49
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Re: Diritto al burka
#131
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Più che perle di saggezza, questi commenti rischiano di diventare perle di prolissità.


..intanto e meno male non sono mie, tempo al tempo.
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Inviato il: 27/9/2010 20:55
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Re: Diritto al burka
#132
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Citazione:

vorrei capire come mai qualche decina di agenti sono coinvolti in processi per abuso di potere.


Ce ne sono a centinaia. Quelli sono gli abusi di potere. Io credevo ti riferissi a situazioni di rilievo nell'ordine pubblico in ordine politico. Dove gli abusi sono macchinazioni gestiti a monte. Con precisi ordini perfettamente mistificabili in seguito.

Citazione:

O quanto meno attirare l’attenzione sul fatto che se c’è un potere che è a monte, cosa stabilisce che esso agisca per la “sicurezza” dei cittadini.


intanto stai dando a intendere e per scontato che le forze dell'ordine facciano solo quello che non dovrebbero fare, ma per qualche motivo non rientra nell'equazione di trattare onestamente e a 360 gradi la complessità della tematica.

Citazione:

Facevo il paragone col burqa riferendomi unicamente alla questione “sicurezza”, un modo per dimostrare quanto possa essere usata effimeramente e strumentalmente questo termine.


Non è effimero Florizel. Mi pare non ci sono ragioni sufficienti qui a dimostrare che la questione sicurezza e Burqa, sia cosa fantomatica. Anzi. Il fatto invece che sia paradossale che nel nostro amato mondo spesso accada che le forze dell'ordine si comportino illegalmente, nulla toglie a un principio costituzionale che ha la sua oggettività nel principio più che plausibile che qui è in discussione. Il Burqa è anche una questione di sicurezza. E' un fatto logico, sensato, e debitamente sancito.

Citazione:

Ti risulta che io accetti le mezze misure, circa lo stato? Non è chiaro, forse. Lo ripeto ancora: riportavo l’esempio dell’identificabilità degli agenti IN MERITO a come viene percepito il loro “lavoro”, e lo paragonavo alla postulata esigenza di “sicurezza” dei cittadini.


... conosci poco il lavoro delle forze dell'ordine, o vogliamo parlare anche dei cittadini che sono parte di associazioni a delinquere, di assassini, ladri eccetera eccetera ?... e cosa facciamo ? consideriamo il popolo sempre e comunque senza alcun tipo di precauzione? Le forze dell'ordine hanno un senso e una logica, gli abusi non intaccano il principio per cui sensatamente esistono. Il paragone lo ritengo azzardato e fuorviante.

Bisogna invece mettere a fuoco l'ipotetica soluzione. Onesta soluzione. Tu cosa proporresti? senza provocazione. Anzi sarebbe interessante buttarsi in ipotetiche decisioni, che continuare a riflettere sul come stanno le cose oltremodo
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Re: Diritto al burka
#133
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Calvero
Citazione:
Io credevo ti riferissi a situazioni di rilievo nell'ordine pubblico in ordine politico.


Anche, in certi casi. Prendi l’assalto della Diaz a Genova ed i relativi pestaggi.
O prendi il caso di Aldrovandi.
Non mi riferivo certo alle operazioni ordinarie o quelle in cui non ci sia rischio di venire massacrati a colpi di manganello, o compressi al torace fino alla morte per asfissia.


Citazione:
Mi pare non ci sono ragioni sufficienti qui a dimostrare che la questione sicurezza e Burqa, sia cosa fantomatica.


Dal punto di vista costituzionale ed istituzionale, in ambito statuale, è coerente.
Questa coerenza, però, cioè la necessità di “sicurezza”, coincide perfettamente con una propaganda che fa degli “arabi”, o degli islamici, o del “diverso da noi” il nemico di turno.

O anche l’amico, se questo viene utile ad introdurre anche culturalmente (non solo legislativamente) misure omologanti o, al contrario, discriminanti.

Citazione:
Bisogna invece mettere a fuoco l'ipotetica soluzione. Onesta soluzione. Tu cosa proporresti?


Se ti riferisci all’uso del burqa dal punto di vista del disagio umano che causerebbe a chi lo indossa, una possibile soluzione prevede innanzitutto la volontà di capire SE il burqa è davvero sentito dalle dirette interessate come un’oppressione (dal MIO punto di vista lo è), e la tutela anche materiale a qualunque donna voglia liberarsene. Ma questo è riduttivo. Personalmente ritengo che una donna in condizione di oppressione possa cercare sostegno presso altre donne, o individui che ne condividono le motivazioni: e quindi credo che non si possa agevolare un’eventuale riscatto da questa prigione di silenzio e buio senza agevolare anche una maggiore socialità tra individui.

Una donna decisa a contravvenire alle regole della sua cultura, qualora le ritenesse intolleranti, dovrebbe poter sentire che dall’altra parte non c’è un altro padrone a cui obbedire, ma un tessuto sociale solidale ed aperto.

Finchè ci sarà chi si sostituisce a questa facoltà umana e sociale, vedo difficile intervenire sulla questione senza conflittualità.

Il ricorso ad una legge diventa l’unica soluzione quando sono le relazioni umane ad essere state sgretolate.


Se ti riferisci invece alla questione “sicurezza”, dico solo una cosa: MAI, ed ancor prima che scoppiasse tutta la propaganda contro il nemico islamico in casa “nostra”, quindi ancor prima che il burqa fosse tra le possibili “armi nemiche”, NESSUNO MAI si è fatto saltare in aria o ha attentato alla vita altrui ricoperto da uno scafandro.

Chiunque sia intenzionato e disposto a MORIRE nell’atto di ipotetici attentati, non credo abbia bisogno di coprirsi il volto.
_________________
"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 27/9/2010 21:55
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Re: Diritto al burka
#134
Sono certo di non sapere
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Makk


Citazione:
A lui un grazie per questo, un grazie che è sempre sottinteso agli eventuali vaffa che ci dovessimo scambiare


E' possibile che inizino presto.





Citazione:
Citazione:
Pispax ha scritto:
Il problema è proprio questo: non si può pensare realmente che [le motivazioni date x la guerra] siano tutte stronzate e CONTEMPORANEAMENTE lamentarsi perché le stronzate non vengono realizzate.


Irrilevante.
il tuo punto era "non mi risulta che siamo andati in Afghanistan per il burqa"
La risposta mia è stata:
"sì, ci hanno spacciato il burqa, fra le tante cazzate"
Secondo te il motivo ufficiale (che invece ti risulta) era AlQaeda, secondo me c'era anche tutta la corona di minchiate che rendevano "meno sgradita" la guerra, come ad esempio la minchiata che il grande bisogno dei poveri afghani era una democrazia e quella che noi difendiamo le religioni e "quelli lì" buttano giù i Buddha (monumenti millenari e patrimonio blabla).



Ripeto, per chiarezza:
TU argomenti che noi siamo andati in Afghanistan solo per il 911 E NON PER LA LIBERAZIONE delle donne dal burqa.
IO ribatto che il burqa e la donna afghana c'era eccome fra le motivazioni.


Non so.
E' pure possibile che mi spieghi male io, ci mancherebbe.
Oppure è possibile che tu sia incredibilmente ingenuo nel profondo.

La cosa che ritengo più probabile è che le prime due considerazioni siano false, e che tu abbia deciso di essere deliberatamente insultante.



Fondamentalmente tutti noi che siamo qui su LC da tempo, ci restiamo anche perché siamo convinti che il 9/11 è stato un autoattentato e questo è uno dei pochi siti che ne parla in modo corretto.
Almeno per me questa affermazione è valida.

Il motivo di questo autoattentato, valutato ex-post, è stato quello di avere un pretesto valido - e orribile - per scatenare alcune guerre.
Afghanistan, poi Iraq, e sull'Iran ci siamo fermati solo qualche attimo prima di schiacciare il bottone rosso.

Credo che di questa cosa più o meno siamo tutti convinti.
Siamo d'accordo fin qui?




I motivi di queste guerre, sempre valutati ex-post, fondamentalmente sono due:

1) assicurarsi la stabilità dei rifornimenti petroliferi
2) assicurarsi una forte presenza militare in uno scacchiere molto delicato e estremamente strategico, dove l'unica presenza americana di rilievo era l'abbastanza inaffidabile Turchia (no, Israele non conta un tubo a questo proposito).

Alcuni maliziosi sostengono anche un terzo motivo, parallelo ai primi due, che parla della necessità dell'industria militare americana di avere commesse più sostanziose.

Fin qui continuamo a essere d'accordo?



Bene.
Se partiamo da queste convinzioni comuni, tutto il resto è irrilevante.
Qualunque argomento sia stato presentato come pretesto ufficiale per quelle guerre, tutti noi sappiamo benissimo in partenza che quella è solo retorica di guerra.

Basiamo i nostri ragionamenti proprio su questo.
O almeno - come nel tuo caso - dovremmo.

Visto che partiamo dalla consapevolezza che quella retorica è solo una montagna di stronzate, l'unica cosa che resta da fare è comportarsi coerentemente con questa consapevolezza.




Al popolo di "sinistra" questa guerra è stata spacciata come "umanitaria", con molte sfaccettature diverse. Aumento delle condizioni di vita, miglioramento delle condizioni sociali, sconfitta di un regime autoritario, liberazione della donna, fine del feudalesimo tribale ecc.

Al popolo di "destra" sono state rivolte retoriche diverse: esportazione dei valori occidentali, schiacciamo questi scarafaggi musulmani, facciamogliela vedere noi.


Chiaro però che tutto questo è retorica.
Ovviamente niente di quello che è stato "promesso" è stato mantenuto, né sul versante di "sinistra" né su quello di "destra". Non c'è neppure la minima possibilità che questo venga mantenuto in futuro, a meno che qualche amministrazione non lo ritenga utile ai propri fini elettorali.

Ancora di più: non c'è MAI stata la minima possibilità che qualcuna di quelle cose venisse presa seriamente in considerazione.
Se tu scateni una guerra per assicurarti un bosco di castagni, tutto quello che ti interessa è la produzione delle castagne. Il resto è fumo negli occhi.


Il tuo ragionamento avrebbe avuto senso se l'argomento di discussione fosse stato il cercare di dimostrare che i "motivi ufficiali" che hanno portato a queste guerre fossero solo motivi retorici, semplici panzane per confondere gli sciocchi.

Questo però implica che il tuo interlocutore, cioè io, stia affermando che i motivi "ufficiali" che hanno giustificato queste guerre fossero motivi realistici e plausibili.



Ma che sono motivi retorici io lo so benissimo.
Tutte le mie affermazioni si basano proprio su questa considerazione.


Perché ora ti metti a insinuare che io stia ciurlando nel manico?







Citazione:
Ma non era quello il punto. Il punto erano le tre distanze fra la motivazione ufficiale, quella reale e il risultato ottenuto.
Il tuo negare che fra le motivazioni ufficiali fornite ci fosse la liberazione della donna afgana era del tutto incongruo, visto che c'era eccome.


Credo di essermi già spiegato.
Nel caso lo sottolineo:

* Le motivazioni ufficiali che hanno portato a quella guerra sono delle stronzate, dalla prima all'ultima.
* Chiunque perda tempo a prenderle in considerazione in qualsiasi modo, per esempio con frasi come "ma come mai le donne afghane hanno sempre il burqa", è uno sciocco.
* Chiunque perda tempo a prenderle ANCORA in considerazione dopo del tempo che frequenta siti come LC è doppiamente sciocco. Si supponeva che almeno un minimo di considerazioni logiche si fosse imparato a farle.
* Chiunque perda tempo a prenderle ANCORA in considerazione dopo del tempo che frequenta siti come LC, e nel contempo si è appuntata sul petto la medaglia al valore di "bravo scopritore di complotti" è triplamente sciocco.


Io non attribuisco patenti di scioccheria. Stabilite da soli a che punto della scala dovete fermarvi.

Per favore non sentitevi in dovere di venirmelo a dire, dopo.







Citazione:
non c'è niente di sbagliato nel sottolineare le differenze fra il predicare e il razzolare dei bastardi.
Ci si DEVE lamentare che dicano stronzate e che PER GIUNTA non le mettono neanche in pratica
(es.: hai spianato l'Iraq e coi morti siamo sopra il milione, hai promesso la ricostruzione delle infrastrutture e la sconfitta del terrorismo, sappiamo bene che il terrorismo l'hai creato deve non c'era per niente, ma almeno sulle infrastrutture come siamo messi?).
Ed è una necessità proprio perché qualcuno emula la modalità "basta enunciare il principio e poi non si valuta la sua realizzazione concreta" anche fuori dalle emergenze internazionali e nella vita di tutti i giorni.
Non bisogna smettere di indignarsi - ops! Sorry: tu lo chiami "lamentarsi"]


"Ci si DEVE lamentare che dicano stronzate e che PER GIUNTA non le mettono neanche in pratica" ????

"PER GIUNTA"????

Scusa, non ho capito. Se davvero pensi che siano stronzate (io lo penso), come puoi realisticamente aspettarti che vengano messe in pratica?
Come puoi basare le tue riflessioni o le tue analisi sulle stronzate?
Se sono STRONZATE, come fai a prenderle sul serio?

Tanto per restare nei luoghi comuni, come puoi pensare che la badante ukraina 19enne si innamori REALMENTE di quel vecchio paralitico che sta badando, e che "casualmente" è proprietario di un discreto patrimonio immobiliare?



Una chiave di lettura abbastanza equivoca lo dà quel "per giunta", che esprime un certo grado di delusione.
Persone più maliziose di me insinuerebbero che in fondo tu a queste stronzate volevi disperatamente crederci, fosse anche solo come parziale risarcimento per le popolazioni invase, e che quando poi non sono successe ci sei rimasto male.


Non so che dire.
Io faccio solo una considerazione più semplice. Qui ci sono persone che vogliono l'abbattimento dello Stato, e altre che lo difendono.
Io sono fra quelli che lo difendono: però tutte le volte mi meraviglio di come i cd. libertari tutto sommato manifestino una fiducia nello Stato molto, ma molto più grande della mia.







P.S.
A proposito, la parola "lamentarsi" non mi sembra di averla mai usata in questo contesto. O in altri simili.

Al contrario, l'hai appena usata tu.
Ora ho dei post impegnativi ai quali rispondere e quindi non posso andare a controllare.

Facciamo così: se tu mi dici dove, come e quando IO avrei usato il termine "lamentarsi" riferito a queste robe ti devo una pizza e una birra.
Altrimenti sei tu che mi devi delle scuse.
Inviato il: 28/9/2010 4:10
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Re: Diritto al burka
#135
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Non è il punto.
Non volevo forzarti su una china per cui o dimostri la totale liberabilità della donna o non se ne fa niente.


Che tu lo volessi o meno, è quello che è successo.
Rileggere per credere.





Citazione:
E' il contrario:
1] TU affermi che la dottrina Sarko è incontestabilmente una liberazione della donna islamica [<-- troppo facile]
...
Siccome ho già scritto, ripropongo:
Siamo alla solita petitio principii: non è che siccome c'è parità fra uomo e donna allora il burqa deve sparire.
Prima bisogna dimostrare che il burqa leda la parità


Curioso. Non ho mai letto che il burqa agevolasse la parità.

In TUTTI gli articoli che ho letto, da qualunque parte venissero, il burqa viene condannato come oppressivo.
TUTTE le persone con cui ho parlato mi dicono che il burqa è oppressivo. Le più accanite contro questa roba sono proprio le ragazze delle comunità islamiche, con cui occasionalmente ho dei contatti.

Persino chi condanna la legge "anti burqa" si guarda bene da sostenere questa tesi: al massimo dice che la liberazione dall'inferno del burqa porta nel purgatorio della visione di donna che c'è nel mondo occidentale. Non ho ancora mai trovato qualcuno che dicesse esplicitamente che le due cose sono simili.
(nel caso qualcuno del genere si faccia avanti, ho giusto un paio di amiche pakistane più che disposte a mandarlo/a a calci nel culo a fare una passeggiata nel Kashmir, tanto perché si schiarisca le idee).


Non so se è "troppo facile" o no.
Spiegamelo tu.







Citazione:
2] COLLEGHI a questo il fatto che la libertà delle donne è esigenza superiore all'etnicità culturale [<-- non è sbagliato, ma non si deve essere manichei nell'applicazione]


Bene, non è sbagliato.
Grazie per l'imprimatur.

Un'applicazione molto manichea invece è quella di imporre alla polizia di identificare ogni donna che trovano che ha il burqa.
Nessuna legge nuova, nessun avvertimento preventivo. Anche audisio sarebbe soddisfatto, e potrebbe andare a festeggiare con Pepe Qualcosa.

Ora però pensiamo alle conseguenze, da bravi.






Citazione:
3] Ne CONCLUDI che non ci sono motivazioni razionali per opporsi alla dottrina Sarko (o equipollenti) [<-- se si delimita accuratamente il campo si può dimostrare anche che la luna è di emmenthal]


Giuro che non ho capto quella storia della luna e dell'emmethal.

Però contesto la tua affermazione. Io non dico che "non ci sono motivazioni razionali per opporsi alla dottrina Sarko".
Non utilizzo certo termini così morbidi e gentili.
Non ci penso nemmeno.


Io dico esplicitamente che la "dottrina Sarko" va nella direzione GIUSTA.
E ne ho spiegato i motivi, dando anche la definizione di "giusto".

Sono assolutamente consapevole che in questo quadro politico questa legge venga proposta soprattutto per riconquistare i voti della destra xenofoba.
Me ne sbatto la fava: va nella direzione giusta lo stesso.


C'è una profonda differenza fra la legge cd. "anti burqa" e cose tipo le deportazioni dei Rom.
La prima è assolutamente coerente con la tradizionale cultura politica laico-razionalista francese (cultura politica che mi piacerebbe veder applicata anche in Italia), le seconde non lo sono per niente..
Anzi, sono proprio in contraddizione con questa cultura legislativa.
Punto.







Citazione:
La 1] è un anello debole [uno degli] della tua dimostrazione e indebolisce il 2]. Il 3] è conclusione apparente, in realtà è già implicata in 1] e aggira la necessità di dimostrare.
In questo senso è una petitio principii: la premessa contiene la dimostrazione (che invece dovrebbe essere il risultato dell'argomentazione e venire porta nella conclusione). Invece di argomentare è data per autoevidente.


Spiegamelo tu il perché.
Petitio principii??

Usando termini blandamente cortesi mi viene da dire che nel discorso che ho fatto non ci hai capito una beata minchia.


La premessa era che il burqa lede particolarmente a dignità della donna. Non la lede in quanto capo di abbigliamento, ma perché simboleggia il fatto che la donna è di assoluta proprietà dell'uomo.
(La letteratura su questa roba è infinita. Viene da ogni parte politica, da destra come da sinistra. Le esperienze personali che vengono riportate anche. Le (poche) esperienze personali che ho avuto modo di sentire direttamente vanno comunque in questa direzione.
Sentiti pure libero di portare letteratura e opinioni contrarie. Bastano un tre o quattro articoli per rimettermi un po' di buonumore.)


La tesi da "dimostrare" invece è che sostenere che le donne occidentali godano comunque di scarsa libertà non implica affatto che non si possa agire per aiutare chi di libertà ne ha persino meno.


(Se non ci credi rileggiti la catena di post che ha portato a questa affermazione.
Parte tutto da qui: Mi trovo costretto (oh, quanto mi dispiace ) a sottoscrivere Flo quando dice della doppia fottitura in danno alle donne: hanno l'invidiabile privilegio di scegliere fra il paternalismo dei mariti islamici e quello dei maschietti occidentali.
Anche questa tua frase comunque si basa su uno scambio precedente.)


Difficile poter invocare la petitio principii: tesi e premesse mi sembrano MOLTO ben distinte.







Citazione:
...
Citazione:
perché contesti le cose che dico io dicendo esattamente le cose che dico io?
Certo che si tratta semplicemente di ordini di priorità.



Non c'è niente di "semplice".
Stiamo parlando di giurisprudenza, diritti, leggi, norme, usi. Non di decidere chi mette la macchina per andare in gita al lago.

La scala di priorità è utilissima per decidere dinamicamente quando un diritto arretra di fronte a un altro (salvo restaurarsi quanto l'esigenza superiore cessa di essere toccata).
Ma qui si parla di eliminazione di un uso. Di compressione definitiva e irrimediabile.
Mi aspetto proposizioni più meditabonde e solenni di "è tutto chiaro e semplice".

Non dico affatto le stesse cose che dici tu.
Io vedo la gravità di incidere sulle culture, tu no: per te è tutto risolto dal principio superiore della libertà della donna.


Vedo le stesse cose che vedi tu.
Ne vedo anche altre.

Se ho capito bene tu dici in qualche modo che il Diritto deve soffermarsi di fronte alla compressione definitiva e irrimediabile di un uso.

Perdio, sono assolutamente d'accordo.
Ci mancherebbe.

A mio avviso in questo caso si è soffermato anche troppo, ma lasciamo perdere. In ogni caso dopo che si è "soffermato" tocca fare qualcosa: o continuare o tornare indietro.


Un uso, se è sbagliato, non ha alcun diritto di essere portato avanti.
Non esistono manleve etniche. E' vero che il rischio di colonizzazione culturale è sempre presente, ma è anche vero che questo "rischio" non deve paralizzare nessuno.


La stessa concezione culturale che impone il burqa alle donne è quella che pretende l'infibulazione delle bambine.
E' proprio la solita.
In quel caso il Diritto non aveva precedenti: questa pratica era sconosciuta in Europa. Dopo averci pensato un po' (secondo me un tempo insopportabilmente lungo) il Diritto ha deciso che l'uso dovesse essere irrimediabilmente soppresso.


La stessa concezione culturale che impone il burqa alle donne è anche quella che permette ben volentieri la poligamia.
Ci sono molte basi culturali per cui la poligamia nasce, oppure è concessa, oppure è tollerata, oppure è incentivata.
In questo caso la poligamia nasce dall'idea che la donna è un semioggetto, e in quanto tale può essere quasi letteralmente "posseduto".
Questa concezione culturale ha impattato con una concezione preesistente in Europa, che era il divieto generico della poligamia.
In questo caso il Diritto non ha dovuto pensarci neppure un po': anche la poligamia islamica ha dovuto essere abbandonata al confine, esattamente come tutte le altre forme di poligamia.
Il Diritto ha deciso che l'uso dovesse essere irrimediabilmente soppresso.


In entrambi i casi non riesco a percepire forme di colonizzazione culturale. Soprattutto nel primo.
In entrambi i casi c'è stato uno scontro fra valori "etnici" e i valori del paese di adozione.
Cioè quelli europei.
In entrambi i casi i valori "etnici" sono stati segati alla radice, e sulla terra è stato sparso del sale perché non ricrescessero.
In entrambi i casi è stato tutto risolto altrettanto semplicemente "dal principio superiore della libertà della donna".

Come vedi nella cultura occidentale questo è un principio abbastanza potente.









Citazione:

Chiarisco: non contesto la superiorità (giuridica e non mai culturale) del principio ma l'opportunità dell'applicarlo gordianamente.
Di solito quando i diritti confliggono c'è un complicato balletto di pesi e misure per far trionfare uno (quello a maggior priorità) senza ledere troppo l'altro, e talvolta si sceglie un "trionfo parziale" e talvolta si sbaglia completamente "la pesata", ma è sempre un affaire complicato.


Di nuovo, che è un affaire complicato lo sto sostenendo da tempo.
Niente di nuovo sotto al sole: continui a contestare le mie parole.. utilizzando le mie parole.


Personalmente ho l'impressione che in questo caso la parte "complicata" nasca dal fatto che in molti considerano il burqa solo un semplice capo di vestiario.




Iniziamo da qui: non è vero proprio per niente che "(Di solito) quando i diritti confliggono c'è un complicato balletto di pesi e misure per far trionfare uno (quello a maggior priorità) senza ledere troppo l'altro".

Persino se lo dicessi io, fanatico "statalista" e gran cultore della teoria dei contrappesi, sarebbe una teoria estremamente stupida. A voler essere buoni.
Detta da te invece, e in questo contesto, questa è proprio una concezione IDIOTA.
Perdona la franchezza.


Gli esempi sarebbero tanti. Continuiamo per semplicità a parlare dello stesso filone.

Lo stesso Islam super-radicale che impone il burqa, e esattamente sulla base della stessa radice culturale, per esempio dà piena legittimazione al delitto d'onore.

Questo ci mette di fronte a un problema: in nessun modo si può scendere a patti con un "diritto" come quello del delitto d'onore.

Allo stesso modo non si può scendere a patti con il "diritto" di infibulare le proprie figlie o le proprie spose.

Ci sono "diritti" con i quali, semplicemente, non si può mediare.



Il "Di solito" riguarda conflitti di portata minore.
Per esempio io ho diritto alla privacy, ma lo Stato ha il diritto di sapere quello che faccio, se ritiene che ci siano motivazioni di ordine pubblico.
Questi due diritti confliggono per forza di cose.
Il secondo diritto (almeno secondo lo Stato, che poi è quello che stabilisce le gerarchie dei diritti) è superiore al primo.
La soluzione trovata per applicare il diritto "maggiore" senza ledere troppo il diritto "minore" è che le intercettazioni telefoniche e ambientali devono essere autorizzate da un giudice e ci devono essere dei limiti alla loro divulgazione.
In questi casi la mediazione è possibile.


Quando invece si scontrano diritti più fondanti, uno prevale e l'altro muore.
Punto.
Non esistono soluzioni intermedie.



Il burqa, in quanto simbolo di una sfumatura culturale estremamente sessista che prevede che la donna sia da considerarsi inferiore solo in quanto femmina, e quindi riconosce all'uomo il diritto assoluto al predominio, è da considerarsi in contrasto con dei diritti fondanti?


Secondo me si.
Quindi per quanto mi riguarda il burqa muore. E mettiamo dei sassi pesanti sulla sua tomba.


Secondo te, non so.
Inviato il: 28/9/2010 4:19
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Re: Diritto al burka
#136
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Citazione:

[1]Però stiamo parlando appunto di "colonialismo". Cioè andare in casa d'altri e pretendere che che gli altri popoli assumano acriticamente [cut]
[2] decidere di andare a ubriacarsi proprio dentro a una moschea araba è una forma di colonizzazione culturale [cut]


[1] No: il colonialismo è (prima di trasformarsi in azione) un atteggiamento mentale che giustifica l'inculare il prossimo. Inoltre tu sottindendi (ma và esplicitata ed evidenziata, invece) una caratteristica fondamentale del colonialismo: la pretesa che il modo di pensare e i valori del colonialista vengano assunti dagli altri popoli blabla in quanto superiori.
Non è così semplice come "so' più grosso e fai come dico io". Il colonialismo è più raffinato di come lo dipingi tu.
Talmente raffinato che anche le sinistre colonializzano, spacciando il proprio complesso di superiorità da buana biango per sensibilità ai diritti e alla libertà.
La maschera cade quando il buana biango tira dritto proprio sui valori: i suoi sono "ovviamente" e "indiscutibilmente" migliori e più avanzati.
E "tanto gli basta".

[2] No. Non lo è. E' un'aggressione. Ripeto che il colonialista non è quella roba rozza e distante da noi che ti piacerebbe fosse.
Il colonialista scrive "la capanna dello zio Tom" ed è paternalisticamente affezionato ai boveri negri (o islamici o indu).
Quando fa le sue merdate lo fa "per il loro bene".
Dobbiamo sorvegliarci e interrogarci, perché siamo SEMPRE a rischio di colonialismo. E quello culturale è il più insidioso.


Gran bello sfoggio di erudizione. L'ho apprezzato, sul serio.
A parte alcune eccezioni marginali lo condivido fino in fondo.

Non mi sembra però che questo modifichi l'impianto del mio discorso. Si limita a raffinarlo, ma le argomentazioni che portavo anche applicandoci questa definizione, più dettagliata e più completa della mia, funzionano esattamente come prima.

Non a caso ho SEMPRE evitato di dire che i nostri costumi fossero "migliori" (anche se di questa roba per esempio florizel, che continua a rinfacciarmi la "democrazia", non se ne è neppure accorta)

Se invece non è così e ritieni che il complesso di superiorità modifichi la questione, spiega.







Citazione:
Citazione:
[ 3] Tutto sommato c'è una regoletta abbastanza semplice: a casa sua ognuno fa come vuole.


[3] Che minchiata semplificatrice e volgare. Ognuno ha il suo sistema di valori. Questo non esclude l'auspicio a rispettare i sistemi di valori altrui. Rispetto che (se ci si riesce) sarebbe un vanto di una persona/popolazione colta e civile. Rispetto che è uno scudo contro il colonialismo. Rispetto che frasi come "a casa mia fo il cazzo che mi pare" non suggeriscono. Ed ecco il colonialismo che ratto s'insinua in chi abbassa la guardia e lo tratta come una cosa remota e facile da individuare.


Quella che tu definisci "minchiata semplificatrice e volgare", guarda un po', fra le altre cose è il principio basilare che regola la convivenza pacifica fra Stati.
E ha la sua ragion d'essere proprio nel rispetto.

E non è per niente il "a casa mia fo il cazzo che mi pare" che sostengono i leghisti.
Curiosamente non è neppure un focolaio d'intolleranza.

(Anche se volendo potrebbe diventare entrambe le cose: come tutti i principi, basta smettere d'applicarlo con intelligenza e portarlo verso i suoi limiti).

E' semplicemente una cosa che dice che se i valori del paese che ti ospita entrano pesantemente in contrasto con i tuoi (la tolleranza di una nazione si misura sull'estensione di quel "pesantemente") allora tocca a te fare un passo indietro.
Niente di più.


Una cosa importante: se ci fai caso è SOLO la regoletta "a casa sua ognuno fa come vuole" a impedire proprio il colonialismo culturale.


Quindi deciditi.
Inviato il: 28/9/2010 4:30
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Re: Diritto al burka
#137
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Calvero

Citazione:
MAKK, con Pispax non ne vieni fuori.


Buffo il fatto che tu lo dica quando stai dicendo cose non così dissimili dalle mie.



Comunque, anche solo per non perdere l'abitudine, ti contraddico anche stavolta: con me tutto sommato "venirne fuori" è abbastanza facile.
Non sono così innamorato delle mie idee. Se c'è un buon motivo per rimetterle in discussione lo faccio volentieri.

Però non sono neppure una troia intellettuale: prima di metterle in discussione pretendo che venga fatto un discorso sensato, motivato e basato su presupposti oggettivi che le contraddicano sostanzialmente.

Rimettere in discussione le proprie idee è un processo faticoso. Se ci fai caso spendo un monte di tempo a portare paragoni sulle cose che dico e a motivarle. Quando mi è possibile (e quando ne sono capace) cerco di portare anche i precedenti storici.
Personalmente troverei stupido, supponente e irrispettoso pretendere che qualcuno rimetta in discussione le proprie idee sulla base di meno di questo.
Rispetto la fatica che questo processo comporta.

Allo stesso modo, se qualcuno pretende che io metta in discussione le mie idee solo ed esclusivamente sulla base della forza delle sue convinzioni, per quanto mi riguarda può consumarsi le dita fino all'osso sulla tastiera.






Punto A:
Citazione:
Se però si vuole mettere a fuoco il problema pragmaticamente si deve capire REALMENTE se è un problema effettivo di sicurezza oppure NO. Dopodiché se non sussiste, allora Burqa per tutti! ....


Punto B
Citazione:
....e, sempre ovviamente, neanche crocefissi in classe così come nessuna imposizione - anche indiretta - di forme religiose nella collettività.


Non so se ci hai fatto caso, ma il punto A e il punto B sono in clamorosa contraddizione fra di loro.






Citazione:
...a questo punto istituirei una medaglia al valore per chi con costanza, attraverso il peggio, tira fuori il meglio dagli altri ...


Grazie.

Quando pensi di conferirmela?

Inviato il: 28/9/2010 4:33
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Re: Diritto al burka
#138
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florizel

Citazione:
Makk, qui la vedo lunga da chiarire: ti conviene fare direttamente il disegnino per spiegare che la questione burqa fa parte della propaganda per affermare una presunta superiorità dell’occidente che esporta la sua democrazia in Medioriente, a sostegno di una guerra che SI DOVEVA fare, e NON che sul mancato risultato della “liberazione” delle donne islamiche ci stiamo strappando i capelli per le aspettative tradite.

Altrimenti pispax non capisce.


Detta da te questa frase è di una comicità assurda.
Ancora non ti rendi conto che se anche solo tu sapessi la metà delle cose che so io, io ne saprei comunque il doppio di te.

Rilassati, dammi retta.





Citazione:
Inoltre, se battersi implica agire entro gli spazi inerenti alla condizione di non.libertà, cioè dettati dagli stessi oppressori, non vedo risultati qualitativamente soddisfacenti ad eliminare la schiavitù.


Questo non devi spiegarlo a me. Vai a spiegarlo allo schiavo.








Citazione:
Simile, ma non è lo stesso: coesiste l’azione punitiva sulla donna che NON vuole togliere il burqa.
Mi spieghi l’utilità di multare la donna?

Parlando per assurdo: SE una donna islamica VUOLE rinunciare al burqa, ben sapendo che chi glielo impone viene multato e rischia pure la galera, immagino che non veda l’ora che tale provveddimento venga messo in essere. Quindi, perché quella forma coercitiva consistente nella multa?
Seguendo un ragionamento, è unicamente nel caso che quella donna NON VOGLIA rinunciare al burqa. Questa è la coercizione.
Non solo: è un tipo di criterio che sottende ad un “concorso di colpa” da parte della donna.
Ed io questa la chiamo imposizione con estorsione.


Bene, come dicevo anch'io sono contrario alla multa alla donna.
E a quanto leggo L'UNICA COSA per cui tu sei contraria alla legge cd. "anti-burqa" è proprio la multa alla donna. Tutto il resto ti va bene.


Quindi continuo a non capire le tue prese di posizione. Non è che il problema è che finalmente hai letto l'argomento di cui stavamo parlando?


Comunque non ha importanza: siamo d'accordo in tutto e per tutto sulla legge anti burqa, emendamenti compresi.
Perché non scendiamo in piazza insieme per difenderla?
Inviato il: 28/9/2010 4:37
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Re: Diritto al burka
#139
Mi sento vacillare
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Pispax
Citazione:
Le più accanite contro questa roba sono proprio le ragazze delle comunità islamiche, con cui occasionalmente ho dei contatti.

Allora anche sotto quei burka batte un cu...lo, c'è da supporre.
Inviato il: 28/9/2010 7:40
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  •  Freeanimal
      Freeanimal
Re: Diritto al burka
#140
Mi sento vacillare
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Da Codroipo (UD)
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Audisio (citazione - # 69):
“i pedofili sono migliaia e sono a contatto dei bambini tutti i giorni”



Negli anni Ottanta, negli Stati Uniti, si era diffusa la fobia delle messe nere e la gente era convinta che ci fossero migliaia di satanisti in circolazione. Fobia che poi, piano piano, si è sgonfiata.
La tua affermazione che in Italia ci siano migliaia di pedofili è frutto di fobia o hai dati certi?


Sul burka.
Nel paese di Sonnino (Latina), pochi giorni fa, i genitori dei bambini di una scuola hanno chiesto che si prendessero provvedimenti verso una mamma musulmana che portava il proprio figlio a scuola indossando il burqa, dicendo che i loro figli si spaventavano. Io mi sono chiesto: “E le maestre cosa ci stanno a fare? Non spetta a loro far capire ai bambini che sulla Terra ci sono tante culture diverse e che non c’è ragione di aver paura di chi si veste in maniera insolita?”.
Porto un esempio analogo e pertinente: da 50 anni, quasi ogni giorno, le Frecce Tricolori, conosciute anche come Pattuglia Acrobatica Nazionale, volano sulle teste degli abitanti della mia zona. Con il loro assordante rombo dei motori, volando a bassa quota, spaventano i bambini piccoli. I genitori, ovviamente, li tranquillizzano, ma il punto è: a una singola persona (la donna con il burqa) si chiede di rinunciare a spaventare i bambini, mentre a un’istituzione militare dello Stato, di rinunciare a spaventare i bambini, non lo si chiede affatto.
Due pesi e due misure, come sempre.

Tiziano Terzani, grande conoscitore dell’Asia, scrisse che in Afghanistan il burqa è visto dalle donne come una protezione e, senza di esso, si sentirebbero nude. Noi potremmo dire che il condizionamento è stato, nei secoli, ben interiorizzato, ma se le donne afgane, nel loro paese, non lo vivono come un’imposizione, sarebbe assurdo che noi occidentali facessimo valere i nostri principi in nome di una globalizzazione omologante. Se non lo vivono come una violenza sessista, il problema non sussiste.

Il problema evidenziato da Audisio sorge nel momento in cui due culture vengono in contatto, come nel caso di donne afgane che vivono in Europa. Benché io mi senta affine politicamente ad Audisio, devo accettare che l’emigrante si adegui alle leggi del paese che lo ospita. Se c’è incompatibilità, vorrà dire che l’emigrante dovrà tornarsene a casa, non perché viene messo su un pullman, come fa Sarkozy, ma perché semplicemente non è un posto adatto per lui. In questo caso per lei. “Non è un paese per vecchi” è un bel film dal titolo evocativo.
E dunque, l’Europa, analogamente e inconciliabilmente, non è un paese per donne con il burqa. Chiuso il discorso. Il resto sono solo scrupoli, nobili quanto si vuole, che noi occidentali ci facciamo in nome della libertà dell’individuo a tutti i costi. Cosa che, purtroppo, in questo mondo settario, è ben lungi dal potersi realizzare.
Giacché, se dovessimo accettare che le donne afgane vadano in giro per l’Europa come sono abituate a fare nel loro paese, dovremmo anche accettare che ebrei e musulmani macellino gli animali come sono abituati a fare nel loro paese. E invece, noi che siamo un tantino più evoluti, abbiamo delle leggi che obbligano a stordire l’animale prima di macellarlo. Ed ebrei e musulmani devono accettare le nostre leggi, dato che sono ospiti.


P.S.
So che lo possono fare. Non è stata una mia svista. Ma questo significa che con la macellazione, noi italiani ci siamo, italianamente, calati le braghe, perché tanto gli animali sono animali, mentre l’identificazione del volto delle persone, quello no, eh! Ci mancherebbe! Chissà chi o cosa si nasconde sotto il burqa?! Forse un montone, con un mitra, che vuole fare una strage (di cristiani, ebrei e musulmani) in un ufficio postale!
Inviato il: 28/9/2010 16:27
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  •  florizel
      florizel
Re: Diritto al burka
#141
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Il motivo di questo autoattentato, valutato ex-post, è stato quello di avere un pretesto valido - e orribile - per scatenare alcune guerre.


Consentimi, non è così riduttivo.
L’11 settembre è stato solo la punta d’iceberg di una strategia di dominio che COMPRENDE gli interessi petroliferi, e più in generale quelli economici.
Benché la parte più terribile, e più VISIBILMENTE terribile.
Quello che c’è stato prima, e che c’è tuttora, è una più complessa strategia di dominio globale, di cui lo svilimento delle altre culture (in particolare quella islamica, in quanto in medioriente si concentra la maggior parte di risorse sfruttabili) è uno dei mezzi propagandistici atti a giustificare e far accettare l’enorme impiego di capitali investiti nella guerra permanente.

E’ stato così per lo sterminio degli indiani d’America, è stato ed è così per il popolo palestinese: la propaganda va in direzione di esaltare la “cultura” ed i “valori” dello stato che aggredisce, e di demonizzare quelle dei popoli aggrediti.

Citazione:
Le motivazioni ufficiali che hanno portato a quella guerra sono delle stronzate, dalla prima all'ultima.


Stai quindi dicendo che del burqa, agli stati che ne vietano l’uso, non gliene frega una cippa, e che tutte le storie sull’oppressione delle donne afgane è un’enorme stronzata?

Non mi pare che tu stia sostenendo questa tesi. Ho l’impressione che le tue motivazioni a sostegno del divieto al burqa riguardino anche l’aspetto “emancipatorio”.

Quindi, delle due l’una, per favore: o gli stati mettono in discussione l’uso del burqa PER PRESUNTI MOTIVI FILANTROPICI, o lo fanno perché questo rientra nelle strategie propagandistiche volte a demolire un’intera cultura.

In entrambi i casi, l’elemento “liberatorio” va di pari passo con la necessità della “sicurezza” ed , urgerebbe fare una netta distinzione tra i due intenti.

Cosa che non viene fatta: per la politica occidentale i confini tra ciò che viene propagandato come “incivile” e ciò che è “pericoloso” sono molto labili. Chissà perché?

Citazione:
Non a caso ho SEMPRE evitato di dire che i nostri costumi fossero "migliori" (anche se di questa roba per esempio florizel, che continua a rinfacciarmi la "democrazia", non se ne è neppure accorta)


florizel continua a contestarti la “democrazia” (e soprattutto QUESTA democrazia) perché è nel suo nome che i “nostri” costumi sono migliori e quelli altrui “incivili”.
Tu potrai anche evitare di dirlo, ma dai discorsi che porti avanti è palese che quei principi vengono esaltati a parametro di “civiltà” in relazione alla cultura islamica.
Che il burqa faccia parte o meno della cultura RELIGIOSA islamica oppure no, è argomento del tutto ignorato.

Come ignorato è stato il riferimento alle “nostre” democrazia” che consentono (quando non promuovono direttamente) vaccinazioni di massa sulle donne, dai dubbi effetti.

Citazione:
è SOLO la regoletta "a casa sua ognuno fa come vuole" a impedire proprio il colonialismo culturale.


Quanta verità dentro questa affermazione. Se si va a casa altrui promettendo, tra le altre cose, di estirpare un male assoluto come il burqa, figuriamoci se a casa propria , “accogliendo” la povera vittima del patriarcato islamico, le si permette di mantenere le sue tradizioni.

Ma anche quanta falsità, dentro questa affermazione. Come se non fosse colonialismo culturale quello su cui si impernia ogni aggressione bellica, e come se A CASA LORO ci si andasse con l’intenzione di salvaguardare” la cultura del popolo militarmente oppresso.

Citazione:
se anche solo tu sapessi la metà delle cose che so io, io ne saprei comunque il doppio di te.


In genere non è la quantità di cose da sapere che fa di una persona una “buona” persona.
Spesso è anche solo la QUALITA’.


Citazione:
L'UNICA COSA per cui tu sei contraria alla legge cd. "anti-burqa" è proprio la multa alla donna. Tutto il resto ti va bene.


Come fai ad arrivare a questa conclusione, scusa? E’ del tutto arbitrario.

Ed in merito alla mia risposta a Calvero, aggiungo che se l’intento fosse la necessità di identificazione, basterebbe procedere normalmente alla relativa prassi di riconoscimento, non vietare tout-court tramite legge.
_________________
"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 28/9/2010 19:47
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  •  Pispax
      Pispax
Re: Diritto al burka
#142
Sono certo di non sapere
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florizel ha scritto:
Citazione:
Citazione:
Il motivo di questo autoattentato, valutato ex-post, è stato quello di avere un pretesto valido - e orribile - per scatenare alcune guerre.


Consentimi, non è così riduttivo.
L’11 settembre è stato solo la punta d’iceberg di una strategia di dominio che COMPRENDE gli interessi petroliferi, e più in generale quelli economici.
Benché la parte più terribile, e più VISIBILMENTE terribile.
Quello che c’è stato prima, e che c’è tuttora, è una più complessa strategia di dominio globale, di cui lo svilimento delle altre culture (in particolare quella islamica, in quanto in medioriente si concentra la maggior parte di risorse sfruttabili) è uno dei mezzi propagandistici atti a giustificare e far accettare l’enorme impiego di capitali investiti nella guerra permanente.


Questa è un'opinione,
Personalmente penso che ci sianto troppe poche guerre in giro (per fortuna) per ritenerla plausibile a livello complessivo.

Anzi, da un punto di vista storico la cosa strana è che ce ne siano così poche.






Citazione:
E’ stato così per lo sterminio degli indiani d’America, è stato ed è così per il popolo palestinese: la propaganda va in direzione di esaltare la “cultura” ed i “valori” dello stato che aggredisce, e di demonizzare quelle dei popoli aggrediti.


Ovvio.
E' sempre stato così.






Citazione:
Citazione:
Le motivazioni ufficiali che hanno portato a quella guerra sono delle stronzate, dalla prima all'ultima.


Stai quindi dicendo che del burqa, agli stati che ne vietano l’uso, non gliene frega una cippa, e che tutte le storie sull’oppressione delle donne afgane è un’enorme stronzata?

Non mi pare che tu stia sostenendo questa tesi. Ho l’impressione che le tue motivazioni a sostegno del divieto al burqa riguardino anche l’aspetto “emancipatorio”.

Quindi, delle due l’una, per favore: o gli stati mettono in discussione l’uso del burqa PER PRESUNTI MOTIVI FILANTROPICI, o lo fanno perché questo rientra nelle strategie propagandistiche volte a demolire un’intera cultura.

In entrambi i casi, l’elemento “liberatorio” va di pari passo con la necessità della “sicurezza” ed , urgerebbe fare una netta distinzione tra i due intenti.

Cosa che non viene fatta: per la politica occidentale i confini tra ciò che viene propagandato come “incivile” e ciò che è “pericoloso” sono molto labili. Chissà perché?


Guarda, eppure era scritto anche bello grande proprio nella frase che hai citato.

Ti rimetto la frase, sottolineando il pezzo interessato:

Le motivazioni ufficiali che hanno portato a quella guerra sono delle stronzate, dalla prima all'ultima.

E' del tutto inutile che tu sostenga che io stessi parlando della proibizione del burqa in Francia (o altrove) con quella frase.
Stavo parlando delle motivazioni ufficiali PER LA GUERRA IN AFGHANISTAN che molti paesi hanno portato come scusa.

Tutto il resto non c'entra niente.





Citazione:
Citazione:
Non a caso ho SEMPRE evitato di dire che i nostri costumi fossero "migliori" (anche se di questa roba per esempio florizel, che continua a rinfacciarmi la "democrazia", non se ne è neppure accorta)


florizel continua a contestarti la “democrazia” (e soprattutto QUESTA democrazia) perché è nel suo nome che i “nostri” costumi sono migliori e quelli altrui “incivili”.
Tu potrai anche evitare di dirlo, ma dai discorsi che porti avanti è palese che quei principi vengono esaltati a parametro di “civiltà” in relazione alla cultura islamica.
Che il burqa faccia parte o meno della cultura RELIGIOSA islamica oppure no, è argomento del tutto ignorato.


Questo lo dici tu, nel film proiettato nel tuo cervello.
Io non dico - e neppure penso - che i nostri costumi siano oggettivamente e universalmente migliori.
Però sono completamente d'accordo con uan regola che dice che fino a quando restiamo in Europa i nostri costumi hanno sicuramente la precedenza.







Citazione:
Come ignorato è stato il riferimento alle “nostre” democrazia” che consentono (quando non promuovono direttamente) vaccinazioni di massa sulle donne, dai dubbi effetti.


Fra le altre efferatezze della democrazia, non bisogna dimenticare lo sterminio dei Puffi.







Citazione:
Citazione:
è SOLO la regoletta "a casa sua ognuno fa come vuole" a impedire proprio il colonialismo culturale.


Quanta verità dentro questa affermazione. Se si va a casa altrui promettendo, tra le altre cose, di estirpare un male assoluto come il burqa, figuriamoci se a casa propria , “accogliendo” la povera vittima del patriarcato islamico, le si permette di mantenere le sue tradizioni.

Ma anche quanta falsità, dentro questa affermazione. Come se non fosse colonialismo culturale quello su cui si impernia ogni aggressione bellica, e come se A CASA LORO ci si andasse con l’intenzione di salvaguardare” la cultura del popolo militarmente oppresso.


Prima avevo proposto un test di scioccheria.
Ti consiglio di farlo.

Ovviamente non devi divulgare i risultati







Citazione:
Citazione:
se anche solo tu sapessi la metà delle cose che so io, io ne saprei comunque il doppio di te.


In genere non è la quantità di cose da sapere che fa di una persona una “buona” persona.
Spesso è anche solo la QUALITA’.


Evidentemente non te ne sei accorta (appunto): quella era una battuta.








Citazione:
Citazione:
L'UNICA COSA per cui tu sei contraria alla legge cd. "anti-burqa" è proprio la multa alla donna. Tutto il resto ti va bene.


Come fai ad arrivare a questa conclusione, scusa? E’ del tutto arbitrario.


Ci arrivo perché lo hai detto esplicitamente tu.

Prima tracciando le linee guida dell'azione che secondo te potrebbe andare bene (quote in #111, con replica), e poi esprimendo i tuoi dubbi solo su un particolare di quella legge (#120).







Citazione:
Ed in merito alla mia risposta a Calvero, aggiungo che se l’intento fosse la necessità di identificazione, basterebbe procedere normalmente alla relativa prassi di riconoscimento, non vietare tout-court tramite legge.


Seee. Aspetta e spera.
Ecco che i più ferventi "integrazionisti" si mettono a studiare il modo per far scoppiare una guerra civile razziale in Francia.


Comunque il problema dell'identificazione è solo una foglia di fico.
A mio avviso anche clamorosamente sbagliata.
Inviato il: 28/9/2010 23:20
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  •  Chiu
      Chiu
Re: Diritto al burka
#143
Ho qualche dubbio
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Se dovessero vietare il burka, dovrebbero vietare anche alle suore
di andare in giro così vestite.

Considerando che le donne occidentali fanno grande sfoggio di gambe e
di culi, per stimolare gli ormoni maschili, senza la benché minima voglia
di appagare le voglie stimolate, e questo, tutti gli islamici con occhio
critico se ne sono accorti in Italia, giudico il comportamento di molte
donnacce italiane al limite della decenza, in quanto si tratta solo di un mezzo per controllare e sfruttare gli uomini, sia in senso ormonale che in senso economico.
Per fare le puttane, non vi é bisogno di andare sul marciapiede
a pagamento, visto che poi , tanto , puttana o non puttana, sono i soldi
quello che contano.....quindi direi che da un certo punto di vista, il comportamento delle islamiche tradizionali, é ben più corretto, che poi
l'uomo debba pagare per vedere il volto della donna desiderata fa parte
del famoso sfruttamento degli ormoni sessuali maschili a fini economici
e di tornaconto personale che viene messo in atto dalle femmine.
Sotto un certo punto di vista però la donna islamica non ha tutti i diritti di speculare sugli ormoni maschili, per i propri fini, come succede qui da noi.
Ogni cultura dovrebbe essere rispettata, agli occidentali da fastidio vedere una donna troppo coperta, a me da fastidio vedere una donna che va in giro mezza nuda e che può fare i sui porci comodi, con la stimolazione sessuale e la contemporanea minaccia della denuncia
per molestia sessuale (considerata ormai, dopo anni di propaganda alla peggio dell'omicidio) che esse godono mettere in atto e senza nessuna voglia di corrispondere le voglie stimolate, tutto ciò a scopo di controllo di un intero genere sessuale. E lo schifo é che moltissimi uomini le difendono anche.
Inviato il: 29/9/2010 0:06
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  •  Red_Knight
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Re: Diritto al burka
#144
Sono certo di non sapere
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Questo (se è autentico e non è uno scherzo come invece mi auguro) è il secondo intervento più fascista che abbia mai letto su LC. Cazzarola, due nello stesso thread...
Inviato il: 29/9/2010 0:13
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  •  Chiu
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Re: Diritto al burka
#145
Ho qualche dubbio
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Non é uno scherzo, é autentico.
Ho descritto la realtà, il fascismo sta dalla parte di chi mette in atto le strategie che ho descritto, con la compiacenza di tutti i mass media, politica, magistratura ecc.
E' la propaganda stessa di un sistema fascista, che fa pensare che ciò
che scrivo lo sia, ma ad un analisi accurata fascismo é il termine esatto per descrivere la situazione di cui vado delineando.
Inviato il: 29/9/2010 0:24
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  •  Red_Knight
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Re: Diritto al burka
#146
Sono certo di non sapere
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@Chiu

Mi dispiace (da leggersi con tono commiserevole e pieno di autentico cordoglio accompagnato da una blanda pacca sulla spalla ricca di patetismo).

Se hai partorito un commento così in pieno 2010 è impensabile che una qualsiasi osservazione intelligente possa essere in grado di scalfire tali granitiche minchiate, perché se ciò fosse possibile non avresti partorito affatto una tale sequela di mostruosità fin dall'inizio.
Inviato il: 29/9/2010 0:51
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  •  Chiu
      Chiu
Re: Diritto al burka
#147
Ho qualche dubbio
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Ma scusami tanto, é sotto gli occhi di tutti, il guaio é
che é difficile prenderne coscienza del fatto che viviamo
in un regime nazista-repressivo spacciato per libertà.
Da un lato si parla di libertà sessuale, che sembra la libertà
per le femmine di vestire nude e dall'altro lato si condanna
come se fosse un omicidio la molestia sessuale.
Io non sono favorevole alla molestia sessuale, ma é
chiaro che in un sistema realmente libero dove le
donne possono girare nude, la molestia avrebbe il valore
penale relativo, invece no , sembra peggio di un omidicio, e
vi é una grancassa di propaganda forcaiola su tutti i media su questo tema.
L'uomo é continuamente svalorizzato e si incoraggiano le relazioni superficiali, adesso pretendono di dire a una donna che non può
indossare gli abiti che gli pare, fondamentalmente a mio parere
perché diverso dalla nostra cultura??
Questo é fascismo!
E' una strategia di controllo demografico, per separare
le persone le une dalle altre, criminalizzare e reprimere l'uomo
e dare alla donna una finta libertà che sarebbe vestirsi
come gli pare tranne che coprirsi, per contemporaneamente programmarle a odiare gli uomini, tutto ciò si risolve in controllo e sfruttamento.
Sia da una parte o dall'altra.
Siamo nel 2010 ma sarebbe ora di aprire gli occhi.
Tutto questo viene dai mass media, se si deve creare
una società dove i valori commerciali sono al primo posto,
si dovrà tenere la gente nella dipendenza, e questo é possibile in una società di stampo femminista e matriarcale, perché così é maggiormente possibile infantilizzare le persone e renderle dipendenti,
dipendenti come dalla madre per il latte.
I valori maschili per ottenere ciò vengono continuamente distrutti.
Il patriarcato non esiste più nel 95% della popolazione, é una favola,
ci stanno ingannando, sveglia!, siamo nel 2010!!
Inviato il: 29/9/2010 1:50
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  •  Red_Knight
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Re: Diritto al burka
#148
Sono certo di non sapere
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La libertà è il principio secondo cui ognuno fa il cazzo che gli pare. L'unica limitazione, dettata dal buon senso, è che la propria libertà finisca laddove inizi quella altrui.

Chiunque limiti questo principio in base alle proprie convinzioni idiote (e.g.: "le donne non devono girare vestite in un certo modo perché a me dà fastidio") o da vaghi "valori", che poi altro non sono che idee altrui accettate acriticamente, è appunto un cretino e, molto spesso e forse di conseguenza, un fascista.

Spruzzare qua e là parole come "nazista-repressivo" o "controllo demografico", di cui non conosci nemmeno il significato, non renderà migliore il tuo osceno delirio medievale di stampo sangiorgista.

Se in pieno 2010 non ti è ancora entrato in testa, beh, è un problema tuo. Quello che non riesco a capire è, come sopra, cosa diavolo tu faccia in un sito come LC, dove nozioni basilari come questa sono date per scontate.

Tornatene su antifeminist, va', e se ci riesci vedi di farti una sana trombata...
Inviato il: 29/9/2010 2:34
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  •  Freeanimal
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Re: Diritto al burka
#149
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A Red_Knight e a Chiu:


Dalle notizie di cronaca in mio possesso, posso confermare che gli uomini che finiscono in tribunale trascinati dalla collega d’ufficio a cui hanno fatto delle “avances”, o dai genitori della ragazza minorenne (che ci stava), che non gradivano la corte del giovanotto, hanno avuto, dopo infamanti processi e detenzione con pestaggi da parte degli altri detenuti, la vita rovinata. Con marchio a fuoco.
D’altra parte, dopo secoli di sottomissione al limite dello schiavismo, la donna moderna si veste (o si sveste) come più le piace e lo fa – forse – per prendersi un’inconscia vendetta contro il genere maschile, che per secoli l’ha schiavizzata.
Si spera che quel sentimento innato chiamato pudore torni a più miti consigli, come auspica Chiu, e porti le donne occidentali, spontaneamente, a non dare scandalo, ovvero a vestirsi un po’ di più.
Va tenuto presente che non c’è solo il fatto della nudità sempre più palese, ma anche i tatuaggi e gli orecchini variamente distribuiti sul corpo, a dare fastidio, come qui è stato già fatto notare. Anche in questo caso, mi unisco a quanti auspicano un ripensamento generale dei giovani, ovvero la fine di una moda aliena, sciocca e fuori contesto sociale.
Inviato il: 29/9/2010 9:40
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  •  florizel
      florizel
Re: Diritto al burka
#150
Sono certo di non sapere
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Quello che c’è stato prima, e che c’è tuttora, è una più complessa strategia di dominio globale

Citazione:
Questa è un'opinione


Certo che lo è. Scaturita da un’indagine complessiva e comprovata dallo stato di cose.
La stessa che fa dire a te che

Citazione:
Le motivazioni ufficiali che hanno portato a quella guerra sono delle stronzate, dalla prima all'ultima.


Oppure stai affermando che bisogna limitarsi a ritenere vere le motivazioni ufficiali, acriticamente, e rinunciare ad indagare, fino a formulare un’opinione propria, indipendente dalle stronzate che vengono propinate?

Sono quelli, i quotidiani test di scioccheria a cui si viene sottoposti, e che tu proponi ai tuoi interlocutori. Dimostrando di caderci come un polletto.

Citazione:
Personalmente penso che ci sianto troppe poche guerre in giro (per fortuna) per ritenerla plausibile a livello complessivo.


Perché, la “guerra” è solo quella fatta con le armi?

Citazione:
E' del tutto inutile che tu sostenga che io stessi parlando della proibizione del burqa in Francia (o altrove) con quella frase.
Stavo parlando delle motivazioni ufficiali PER LA GUERRA IN AFGHANISTAN che molti paesi hanno portato come scusa.


Pispax, cerchiamo di essere lucidi e coerenti: in primo luogo, la Francia ha partecipato alle operazioni di “esportazione delle democrazia” in Afghanistan. Quindi non è peregrino ipotizzare che la logica di scontro di civiltà riguardi solo gli USA, e che se sono stronzate negli States non possano esserlo anche nei paesi che li hanno affiancati nelle operazioni belliche.

In secondo luogo, forse meriterebbe qualche indagine in più il fatto che nello stesso giorno in cui è stata approvata la legge anti-burqa ci siano stati ben due allarmi bomba a Parigi.

Possono le opinioni farsi strada, in seguito al farsi di tutta una serie di avvenimenti?
O l’asino vola e noi ci dobbiamo credere?

In secondo luogo, se il provvedimento fosse davvero urgente ed inevitabile, non avrebbe ricevuto il parere negativo del consiglio di Stato, né si sarebbe attesa la prossima primavera per far entrare in vigore la legge: da qui ad allora eventuali attentati alla “sicurezza pubblica” sono magicamente sospesi?

Citazione:
Fra le altre efferatezze della democrazia, non bisogna dimenticare lo sterminio dei Puffi.


Stai dicendo che persone come Kjeld Heising, e tutte quelle che danno credito ai suoi approfondimenti, sono degli impostori?


Citazione:
L'UNICA COSA per cui tu sei contraria alla legge cd. "anti-burqa" è proprio la multa alla donna. Tutto il resto ti va bene.


Come fai ad arrivare a questa conclusione, scusa? E’ del tutto arbitrario.

Citazione:
Ci arrivo perché lo hai detto esplicitamente tu.
Prima tracciando le linee guida dell'azione che secondo te potrebbe andare bene (quote in #111, con replica), e poi esprimendo i tuoi dubbi solo su un particolare di quella legge (#120).


Ahahahah…! Davvero comico il fatto che tu pervenga alla conclusione che una legge venga “accettata” perché se ne critica una parte in particolar modo…!

Citazione:
Comunque il problema dell'identificazione è solo una foglia di fico.
A mio avviso anche clamorosamente sbagliata.


Allora, aspettiamo impazienti che tu faccia la pace col tuo cervello, e poi che ti decida a spiegare quali siano, secondo la tua opinione, i veri motivi di quella legge.
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"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 29/9/2010 9:45
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