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  Razionalismo.

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  •  Red_Knight
      Red_Knight
Re: Razionalismo.
#72
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 31/10/2005
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@mc

Citazione:
Certo non vedere le insidie del razionalismo di questi tempi e' di certo un chiaro sintomo di inettitudine alla ragione.


Uh, questa proprio non sembra detta da te, mc
Potresti spiegarti meglio?

P.S.: sono così noioso nel parlare che ho fatto scappare il povero SecondLife?
Inviato il: 13/9/2010 3:57
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Re: Razionalismo.
#71
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 19/5/2004
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Citazione:
Un eccesso di razionalità non si attiene mai alle regole del buon senso

Ok, se detto cosi', hai ragione.
Intendevo la "tendenza all'eccesso" di un individuo... mi sono spiegato male.

Citazione:
spirito

Io vedo la razionalita' in antitesi con l'istinto, non con lo spirito.... qualsiasi cosa si intenda con esso.

Una analisi razionale comporta anche la valutazione del proprio istinto (almeno per quanto mi riguarda, ci provo).
Una valutazione solo istintiva, puo' anche essere precisa, ma esclude l'apporto razionale apparendomi a priori incompleta.

mc
Inviato il: 13/9/2010 1:44
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  •  Manfred
      Manfred
Re: Razionalismo.
#70
Dubito ormai di tutto
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Un eccesso di razionalità non si attiene mai alle regole del buon senso, travalica la funzione originaria della ragione che è quella di mettere ordine nelle conoscenze fatte e vieta all'individuo l'acquisizione di nozioni che sono in contrasto con essa, perciò automaticamente esclude lo spirito, non come fattore religioso ma pragmatico.
_________________
Manfred
Inviato il: 13/9/2010 1:05
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Re: Razionalismo.
#69
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Lo stato di quasi totale aberrazione in cui versa la società odierna è imputabile in ultima analisi al solo razionalismo, razionalismo imposto che come ognuno può constare sta privando l'umanità dell'unica dote acquisibile negli individui: il buon senso, per sostituirlo con una scientifica incapacità decisionale al di fuori degli schemi proposti.

Si impone il razionalismo come scelta obbligata propagandando la visione materialistica del mondo.


Scusa ma non ti seguo questa volta:
il problema non e' l'imposizione sul ragionare ma e' determinato dal riuscire ad offrire un sistema di riferimento immaginario e privo di umanita' su cui ragionare. Il ragionare non e' affatto di per se' un difetto. Nemmeno un eccesso di razionalita' se ci si attiene a minime regole di buon senso.

Certo non vedere le insidie del razionalismo di questi tempi e' di certo un chiaro sintomo di inettitudine alla ragione.

mc
Inviato il: 13/9/2010 0:55
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  •  Manfred
      Manfred
Re: Razionalismo.
#68
Dubito ormai di tutto
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Si impone il razionalismo come scelta obbligata propagandando la visione materialistica del mondo.
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Manfred
Inviato il: 12/9/2010 20:54
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  •  a_mensa
      a_mensa
Re: Razionalismo.
#67
Sono certo di non sapere
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@ manfred
Citazione:
Lo stato di quasi totale aberrazione in cui versa la società odierna è imputabile in ultima analisi al solo razionalismo, razionalismo imposto che come ognuno può constare sta privando l'umanità dell'unica dote acquisibile negli individui: il buon senso, per sostituirlo con una scientifica incapacità decisionale al di fuori degli schemi proposti.

il razionalismo non c'è nessuno in grado di imporlo, o ci si entra per afffinità, per predisposizione, o al massimo, per scelta.
offre un sicuro vantaggio mentale, quello di avere pochissimi dubbi, molte certezze, e quasi tutto collocato in un quadro dove tutto appare funzionare perfettamente.
sino a che qualcosa non dimostri il contrario.
allora occorre una rapida rielaborazione a volte molto sostanziosa, delle proprie convinzioni.
lo svantaggio è nel confronto con gli altri, in quanto si presuppone le proprie idee così logiche, banalmente evidenti, che rende difficile il capire come altri possano non condividerle.

@ red_knight


Citazione:
....Non ho avuto l'onore e la fortuna di conoscerti quando eri "giovane".....

credimi, non ti sei perso proprio nulla.... con la "saggezza" che solo gli anni e una visione retrospettiva d'insieme possono dare, ti posso garantire che è molto meglio così.... già è difficile sopportarmi oggi, figurati allora !

ps. è vero che c'era anche chi mi ammirava, ma dovevano avere uno stomaco capace di digerire anche i sassi !!!
_________________
non vorrei mai appartenere ad un club che avesse me come socio.
Inviato il: 12/9/2010 20:48
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  •  Red_Knight
      Red_Knight
Re: Razionalismo.
#66
Sono certo di non sapere
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@a_mensa

Scusa di che? Non ho avuto l'onore e la fortuna di conoscerti quando eri "giovane" e anche adesso ti "conosco" solo in senso lato, tramite una fredda interfaccia web (per altro giallognola, verdognola e grigiognola, che colori di merda! ), ma persone che corrispondono alla tua descrizione ne ho incontrate parecchie e, dovendo scegliere, le preferisco alle persone "calorose".

La virtù in realtà sta nel mezzo, ma non credo di conoscere nessuno veramente "nel mezzo" e, naturalmente, io stesso sono ben lontano dall'esserci. E poi da giovani si è sempre un po' estremi in un senso nell'altro, no?

Grazie per aver condiviso brevemente un po' di te stesso con me e con gli altri.
Inviato il: 12/9/2010 20:13
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  •  Manfred
      Manfred
Re: Razionalismo.
#65
Dubito ormai di tutto
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Lo stato di quasi totale aberrazione in cui versa la società odierna è imputabile in ultima analisi al solo razionalismo, razionalismo imposto che come ognuno può constare sta privando l'umanità dell'unica dote acquisibile negli individui: il buon senso, per sostituirlo con una scientifica incapacità decisionale al di fuori degli schemi proposti.
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Manfred
Inviato il: 12/9/2010 19:31
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  •  a_mensa
      a_mensa
Re: Razionalismo.
#64
Sono certo di non sapere
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@ red_knight

scusami se ti ho paragonato a me giovane, che ero un freddo, arrogante, presuntuoso di m....da.

@mc

io portai forse all'eccesso la razionalità, soffocando tutta quella parte emotiva, che per fortuna, ad un certo punto si è risvegliata (meglio tardi che mai).
soffocare le emozioni ha voluto dire non avere mai conosciuto l'amicizia, l'amore passionale, la paura.... la parte emotiva raggiungeva solo un livello minimo, poi spariva, e interveniva solo una freddezza che spaventava anche persone a me care.
mi hanno definito insensibile, glaciale, e in tanti modi, mai elogiativi.
utili in qualche occasione, quando bisognava assistere persone care nelle loro ultime ore, o intervenire in casi di incidenti o altro, ma comunque mai apprezzato.
acqua passata, comunque.
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Inviato il: 12/9/2010 19:10
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  •  Red_Knight
      Red_Knight
Re: Razionalismo.
#63
Sono certo di non sapere
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@a_mensa

Citazione:
red, quanto ti capisco !!!
per quanto tempo ha funzionato il BISOGNO di avere dei quadri netti, limpidi, completi su tutte le questioni che mi riguardavano.
si chiama anche BISOGNO di certezze, raggiunte con un processo difendibile, razionale, tale che chiunque possa capirlo e chi non lo capisce lo si possa qualificare idiota.


Comprendo quel bisogno, ma a dir la verità non mi appartiene. Non ho alcun bisogno di certezze, e a dir la verità ne possiedo ben poche. Nemmeno la "fiducia" nel razionalismo è dovuta a un qualche bisogno di punti fermi, ma solo a un certo fastidio che mi risulta ogni qual volta il mio piccolo cervello si trovi a processare delle contraddizioni. Non dico che mi viene mal di testa, ma quasi...
A parte questo, mi guardo bene dal considerare idiota chi non capisce le mie certezze. Inevitabilmente penso che abbia torto, certo, ma so benissimo che ci sono mille buone motivazioni per aver torto in un sacco di casi. È per questo che solitamente evito di parlare di razionalismo in maniera sistematica (come sto cercando di fare adesso) e, un po' paradossalmente, preferisco far ricorso ad argomentazioni più contestuali. In ogni caso rimango convinto che il razionalismo si debba far strada nella mente degli individui solo per via naturale. È totalmente inutile provare a insegnarlo, ci si deve arrivare da soli; più la società diventa razionale meglio è, ma questo processo riguarda l'abbandono per esaustione dei vecchi schemi mentali più che il convincimento della bontà dei nuovi (anche se la differenza tra le due cose è molto sottile).

@mc

Condivido tutto pienamente.

I Vulcaniani di Star Trek sono un'emerita minchiata.
Inviato il: 12/9/2010 18:22
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Re: Razionalismo.
#62
Sono certo di non sapere
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Ciao a tutti.

Forse sbaglio ma la tendenza dei "meno razionalita'" e' quella di chi tende a separare nella maniera piu' netta la razionalita' dall'istintivita', come se nulla avessero in comune. Mi sbaglio?

Non e' possibile parlare di razionalita' in maniera trasversale, cioe' supponendo che esista una razionalita' capace di compenetrare le proprie emozioni, gli impulsi e gli istinti e di usarli come informazioni aggiuntive per poter, infine, decifrarne pesi e significati ed implicarli nelle proprie scelte?
Dopotutto si possono considerare informazioni a tutti gli effetti, no?

Penso si possa rimanere razionalisti senza cadere nella trappola individualistica dei sentimenti.
Le emozioni mi sembrano un po' troppo personali per pretendere di prenderle come riferimento nelle scelte... soprattutto per quelle ad uso generale (infatti, e' il trucco dei politici di ogni mondo esistente, per usare l'istintivita' altrui ai propri fini. Scontato da dire in questi giorni di commemorazione).

Chi usa la ragione per spiegarsi alcuni fatti non perde di vista freddamente cio' che viene implicato dalle emozioni, forse, semplicemente le ritiene non opportune, o troppo personali (e lo sono di certo!), per avere un peso tale da influenzare la propria analisi su tutto cio' che accade.

Diverso nel momento in cui le cose accadono a se stessi. In quei casi le emozioni sono parte in causa.
Volendo esagerare, forse, negli avvenimenti personali le due cose coincidono: emotivita' e razionalita' hanno molto in comune da sviscerare e mettere a fuoco.

Di nuovo una compenetrazione, di nuovo nessuna divisione netta tra le due cose...

L'etichetta "razionalista" probabilmente incapsula il concetto senza nessuna possibile sfumatura e ne deforma i confini, semplicemente, determinandoli dove non esistono.

(ritorno dalle ferie ... non ho ancora letto tutto, me ne scuso. Anche per eventuali ridondanze o infondatezze nelle "accuse" ... ciao)

mc
Inviato il: 12/9/2010 17:49
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  •  a_mensa
      a_mensa
Re: Razionalismo.
#61
Sono certo di non sapere
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@ red_knight

Citazione:
....... ma sto solo difendendo la mia natura di razionalista (tale è, non è un mio capriccio) e cercando di farti capire (su questo dovremmo discutere) che funziona benissimo per un sacco di cose, che non cade in contraddizione, che al contrario di quanto sostieni è perfettamente congeniale all'essere umano e che "la consiglierei a tutti", per così dire. Mentre il modus cogitandi degli altri mi piace di meno

red, quanto ti capisco !!!
per quanto tempo ha funzionato il BISOGNO di avere dei quadri netti, limpidi, completi su tutte le questioni che mi riguardavano.
si chiama anche BISOGNO di certezze, raggiunte con un processo difendibile, razionale, tale che chiunque possa capirlo e chi non lo capisce lo si possa qualificare idiota.
quando ci si sente addosso tanta forza, tanta energia, la cosa più importante è avere le idee chiare, nette..... altro che dubbi, possibilità, forse, ma ...
il desiderio è procedere, correre, mangiarsi la vita, e quindi questo amore per tutto ciò che dà certezza è connaturato con questa sensazione meravigliosa. ..... il mondo è mio, basta che lo raccolga.... esagero ? no, non credo, penso che infine sia proprio questo che sotto sotto cova, nel bisogno di certezze.
poi il tempo passa, le forze calano, la voglia di correre si esaurisce e a malapena si cammina, e allora si cominciano a vedere tante cose che la corsa precedente non aveva permesso di notare, e nascono i dubbi.... o almeno tante certezze non appaiono più così importanti...
e poi non so, devo ancora vivere la prossima esperienza.
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Inviato il: 10/9/2010 17:28
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  •  Red_Knight
      Red_Knight
Re: Razionalismo.
#60
Sono certo di non sapere
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@SecondLife

Citazione:
Nelle mie risposte c'è un sacco di sostanza razionalissima. Se qua e là ti sembra che manchi, prova a riesaminare attentamente il testo: magari salta fuori.


Nulla da obiettare finora. Ma infatti se ci fai caso quasi non stiamo discutendo: è più un botta e risposta su delle inezie. E sulla maggior parte dei post concordo.

Citazione:
Il razionalismo si fonda sul sottoinsieme concettuale della parte conscia dell'individuo. La parte conscia è a sua volta un sottoinsieme, la parte affiorante, di un substrato molto più ampio e, prevalentemente se non totalmente, molto poco percepibile e ancora meno decodificabile. E questo è un fatto, a proposito di oggettività.


Mmm. Con qualche riserva, ma per farla breve diciamo che sono d'accordo.

Citazione:
Il suddetto sottoinsieme concettuale è frutto di processi di percezione selettiva nonché interpretativa, che avvengono a monte di qualsiasi razionalità e completamente al di fuori del suo influsso. Significa, in soldoni, che i concetti che utilizziamo nel processo analitico-razionale partono da un set di informazioni parziale e rimaneggiato alla fonte. E anche questo_è un fatto.


Sono d'accordo, mai negato ciò.

Citazione:
Chiarita la limitatezza estrema dell'ente "concetto" nel dare effettivamente conto della realtà e che il razionalismo sguazza solo e soltanto tra i concetti, proseguiamo.


Ma questo non lo fa solo il razionalismo. Lo fa anche tutto il resto!

Citazione:
Quello su cui mi piacerebbe tu riflettessi è su che cosa rende il dato A "non più vero" a partire da un certo momento.


Non lo so io come non lo sai tu e forse in fin dei conti è irrilevante; è sicuramente una cosa automatica, non necessariamente infallibile (anzi) e indipendente dalla nostra volontà, ma *non* dalle nostre attitutidini. Vedi, la razionalità come dici tu non ha basi solide che le garantiscono l'assoluta perfezione. Si poggia come tutte le altre nostre facoltà mentali sulla nostra natura che è piuttosto volubile. Ma che per fortuna è anche dinamica: l'intelligenza può crescere, gli automatismi si modificano e si perfezionano, e soprattutto si orientano, la razionalità stessa - che è qualcosa di automatico a sua volta - si perfeziona (può anche peggiorare purtroppo!). E questo dipende (oltre che dalle predisposizioni naturali e dal carattere, che a sua volta si modifica!) anche dal nostro stato d'animo, dalla constatazione che - per esempio - quelle nostre facoltà funzionano bene e sono in qualche modo affidabili (vale anche il contrario).
E questi lati della nostra mente non solo si modificano progressivamente, ma anche o forse soprattutto fra di loro. L'impostazione mentale che ne deriva quindi, per quanto totalmente imprevedibile, non è casuale ma è una buona "miscela" di impulsi fra i quali anche i risultati delle nostre riflessioni. Noi ci "autoinfluenziamo", se il termine può avere senso.

Detto questo, tu dici:
Citazione:
Non mi pare che la razionalità abbia un gran ruolo in ciò a parte la presa d'atto a livello conscio di un cambiamento già avvenuto ad un livello più profondo e non analitico.


Questo non è del tutto corretto: riflettici, la logica e la razionalità influiscono profondissimamente sugli stessi cambiamenti inconsci di cui poi prenderanno atto a livello conscio.
Un esempio dei soliti: se ti fai fregare da un mago e capisci perché i maghi in generale non possono essere che dei ciarlatani, tenderai con maggiore probabilità a non credere più ai maghi in toto (senza nemmeno dover stare a rifletterci, ovvero educando l'intuito); mentre se spieghi il fallimento delle previsioni del mago con qualcos'altro ("non ho sfregato abbastanza il cornetto sul medaglione magico"), potrai fidarti del prossimo ciarlatano (e porti sempre meno dubbi di tipo scettico, indebolendo "gli automatismi" di cui sopra ma rafforzandone altri).

Citazione:
È la percezione soggettiva sottostante alla formazione dei concetti che, non si sa bene come, cambia, mentre la razionalità ratifica (a posteriori, ma fieramente convinta del contrario ), nella forma che le è propria del "ragionamento", tale cambiamento.


Certo che ratifica a posteriori, mai negato ciò, ma vale quel che ho appena detto poco più sopra.
Vedi, quel che tu a volte sembri dimenticare, è che io non sto postulando caratteristiche meravigliose della razionalità che poi a conti fatti non esistono, ma sto solo difendendo la mia natura di razionalista (tale è, non è un mio capriccio) e cercando di farti capire (su questo dovremmo discutere) che funziona benissimo per un sacco di cose, che non cade in contraddizione, che al contrario di quanto sostieni è perfettamente congeniale all'essere umano e che "la consiglierei a tutti", per così dire. Mentre il modus cogitandi degli altri mi piace di meno
Tu invece hai aperto il thread per fare delle critiche, ovviamente legittime, che però si sono rivelate psicologiche e non filosofiche (e, ironicamente, tutte assolutamente razionali!)!
Inviato il: 10/9/2010 16:25
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  •  a_mensa
      a_mensa
Re: Razionalismo.
#59
Sono certo di non sapere
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vorrei descrivere un processo, che io ho sperimentato più volte nelle mie rielaborazioni della conoscenza.
partendo dal presupposto che TUTTO di un dato argomento , non è possibile conoscere, ma per poterlo accettare, DOBBIAMO ritenerlo completo accade quanto segue.
come in un puzzle, di cui possediamo molte tessere, cominciamo a disporle per dare un senso ad una probabile immagine, poi riempiamo con dei presupposti i vuoti, e voilà, il quadro appare completo.
poi ci capita una tessera che non assomiglia per nulla a nessuno di quei vuoti che abbiamo riempito "abusivamente".
"è di un altro puzzle" pensiamo subito, ma poi il dubbio resta, stessi colori, stesse forme, ecc... e poi ne troviamo un'altra, stesso ragionamento, e un'altra....
finchè ci decidiamo a riassemblare il puzzle usando tutte le tessere disponibili.
il quadro ora appare un pò diverso, meno spazi vuoti da riempire "presupponendo", e ci mettiamo a rimirare il quadro con la consapevolezza che sia più preciso, più corretto.
è un processo che, finchè lavora con le tessere è estremamente razionale, ma quando riempie i vuoti, PRESUPPONIAMO che sia razionale, ovviamente fino a prova contraria, ma pensando anche che una prova contraria non arriverà mai.
e poi risuccede, e ancora, e ancora, ed a un certo punto decidiamo di smettere di riempire i vuoti, decidiamo di accettare la realtà della nostra incompletezza nella conoscenza, e così troviamo anche una certa pace interiore, che non richiede più il quadro completo, ma si accontenta di ciò che ha, con tanta disponibilità a ricevere tessere nuove.
non so se accada a tutti o a molti o sia accaduto solo a me, ma che sia accaduto a me, ne ho una discreta certezza.
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Inviato il: 10/9/2010 12:15
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  •  SecondLife
      SecondLife
Re: Razionalismo.
#58
Ho qualche dubbio
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Red_Knight
Citazione:
Lo so che avevi capito benissimo. Appunto per quello non rispondermi come uno che non ci arriva.

Caro Red, sono sicuro della tua stima (peraltro ricambiata). Ma proprio per questo dammi credito se ti dico che non sto traccheggiando. Nelle mie risposte c'è un sacco di sostanza razionalissima. Se qua e là ti sembra che manchi, prova a riesaminare attentamente il testo: magari salta fuori.

Provo a riformulare qualche nozione.

Il razionalismo si fonda sul sottoinsieme concettuale della parte conscia dell'individuo. La parte conscia è a sua volta un sottoinsieme, la parte affiorante, di un substrato molto più ampio e, prevalentemente se non totalmente, molto poco percepibile e ancora meno decodificabile. E questo è un fatto, a proposito di oggettività.

Il suddetto sottoinsieme concettuale è frutto di processi di percezione selettiva nonché interpretativa, che avvengono a monte di qualsiasi razionalità e completamente al di fuori del suo influsso. Significa, in soldoni, che i concetti che utilizziamo nel processo analitico-razionale partono da un set di informazioni parziale e rimaneggiato alla fonte. E anche questo_è un fatto.

Chiarita la limitatezza estrema dell'ente "concetto" nel dare effettivamente conto della realtà e che il razionalismo sguazza solo e soltanto tra i concetti, proseguiamo.

Dici tu:
Citazione:
Non è che il fenomeno è governato dalla razionalità, il fenomeno È la manifestazione della razionalità! Ovvero quell'automatismo che ti sussurra una vocina nella tua testa e ti ricorda che il dato A non è più vero, e che forse il dato B che dipendeva da A ha smesso a sua volta di essere vero.
Come ho detto, questo succede in tutti, anche nelle persone più apertamente irrazionali.

Il razionalista non è quello che si sforza di fare sempre questo giochino: è automatico e succede a tutti (certo, una persona "sveglia" fa ragionamenti che filano più liscio e nota più sottigliezze, ma il principio è il medesimo). Il razionalista è quello che *non* sopprime quella vocina quando dice qualcosa di scomodo con un'altra vocina che al contrario dice "invece è così lo stesso, pensa ad altro, 2+2=5".
Che è un po' la stessa cosa dello "svuotamento del guardaroba" che dicevo prima.
Il razionalista insomma non tollera contraddizioni (quando ne trova una, naturalmente. Può non farci caso), a differenza degli altri.

Quello su cui mi piacerebbe tu riflettessi è su che cosa rende il dato A "non più vero" a partire da un certo momento. Non mi pare che la razionalità abbia un gran ruolo in ciò a parte la presa d'atto a livello conscio di un cambiamento già avvenuto ad un livello più profondo e non analitico. Ciò che ti voglio dire, caro Red, è che i processi razionali si limitano, sempre o quasi, a rispecchiare in forma intellettuale delle configurazioni interiori che si realizzano in conseguenza di processi che con l'analisi razionale nulla hanno a che vedere. È la percezione soggettiva sottostante alla formazione dei concetti che, non si sa bene come, cambia, mentre la razionalità ratifica (a posteriori, ma fieramente convinta del contrario ), nella forma che le è propria del "ragionamento", tale cambiamento.
Inviato il: 10/9/2010 11:46
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  •  Red_Knight
      Red_Knight
Re: Razionalismo.
#57
Sono certo di non sapere
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@SecondLife

Citazione:
ma in un razionalista gli automatismi sono razionali e seguono la normale logica oggettiva (salvo errori) per cui da una premessa deriva una conseguenza univoca.

Te l’ho già detto, Red: non pretendo dimostrazioni, ma, per favore, perlomeno argomentale queste affermazioni perentorie.


Era una vaccata effettivamente: in tutti i normodotati quegli automatismi sono razionali, anzi costituiscono ciò che viene normalmente chiamato razionalità (nient'altro che la vocina interiore che ti fa notare le contraddizioni). Quando un ragionamento valido è sostituito da una stronzata invece è un errore di funzionamento, ma anche quello è comune a razionalisti e non-razionalisti.

Citazione:
Red, non ho molti dubbi che gli esseri umani cambino idea su certi argomenti. È solo che non è un fenomeno strettamente legato ai razionalisti, e nel caso riguardi costoro è il rigoroso governo del fenomeno da parte della sola razionalità che è in discussione


Non è che il fenomeno è governato dalla razionalità, il fenomeno È la manifestazione della razionalità! Ovvero quell'automatismo che ti sussurra una vocina nella tua testa e ti ricorda che il dato A non è più vero, e che forse il dato B che dipendeva da A ha smesso a sua volta di essere vero.
Come ho detto, questo succede in tutti, anche nelle persone più apertamente irrazionali.

Il razionalista non è quello che si sforza di fare sempre questo giochino: è automatico e succede a tutti (certo, una persona "sveglia" fa ragionamenti che filano più liscio e nota più sottigliezze, ma il principio è il medesimo). Il razionalista è quello che *non* sopprime quella vocina quando dice qualcosa di scomodo con un'altra vocina che al contrario dice "invece è così lo stesso, pensa ad altro, 2+2=5".
Che è un po' la stessa cosa dello "svuotamento del guardaroba" che dicevo prima.
Il razionalista insomma non tollera contraddizioni (quando ne trova una, naturalmente. Può non farci caso), a differenza degli altri.

Citazione:
No!

Io invece avevo capito che parlassi alla lettera...


Lo so che avevi capito benissimo. Appunto per quello non rispondermi come uno che non ci arriva.
Inviato il: 9/9/2010 23:29
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  •  SecondLife
      SecondLife
Re: Razionalismo.
#56
Ho qualche dubbio
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Red_Knight
Citazione:
La fai tanto complicata! Non c'è nulla di difficile.

Perdiana, lo sospettavo! Se Tizio pensa che Caio la faccia semplice, Caio penserà che è Tizio a farla complicata. È logico (e razionale)!

Citazione:
Esempio: sono maschilista. Dopo tante riflessioni e discussioni con gli amici cambio idea, e divento un convinto sostenitore della parità fra i sessi (diamo per un attimo per scontato che questo sia perfettamente razionale, ok?). A quel punto avrò bisogno di tempo per interiorizzare, ma dopo un po' comincerò a notare la contraddizione tra il mio nuovo egualitarismo (recente conquista) e il mio pregiudizio verso le minigonne. Se sono un minimo razionale, smetterò di pensare alle donne succinte come se fossero strumenti del demonio*. Sic et simpliciter.

Mi stai dicendo che anche i razionalisti cambiano opinione come i non-razionalisti? Ne sono consolato. Allora forse una possibilità di recupero c’è.

Citazione:
Questo genere di correzioni, anche in senso opposto volendo (partoriamo una boiata sovrascrivendo informazioni corrette e ragionamenti validi), capita in continuazione nel corso di una giornata qualsiasi. Non è sicuramente una mia invenzione e, tra l'altro, è esattamente il modo in cui funziono io, puoi fidarti . È arbitrario? Sì, essendo un processo automatico; ma in un razionalista gli automatismi sono razionali e seguono la normale logica oggettiva (salvo errori) per cui da una premessa deriva una conseguenza univoca.

Te l’ho già detto, Red: non pretendo dimostrazioni, ma, per favore, perlomeno argomentale queste affermazioni perentorie.

Citazione:
Inoltre, si ha tutto il tempo di fare questi pensieri: non stiamo parlando di computer e operazioni istantanee, ma di persone cogitabonde e di periodi di riflessione variamente lunghi.

Red, non ho molti dubbi che gli esseri umani cambino idea su certi argomenti. È solo che non è un fenomeno strettamente legato ai razionalisti, e nel caso riguardi costoro è il rigoroso governo del fenomeno da parte della sola razionalità che è in discussione (soprattutto in quanto possibilità ontologica non ancora dimostrata, per la verità... ).

Citazione:
P.S. (cioè EDIT): ovviamente la storia del guardaroba era solo una metafora semplificatrice. Non si guarda a se stessi distaccati, ma si colgono frammenti di se medesimi passibili di autocritica. E richiede del tempo ovviamente.

No!

Io invece avevo capito che parlassi alla lettera...
Inviato il: 9/9/2010 22:15
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  •  a_mensa
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Re: Razionalismo.
#55
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@ red_knight

Citazione:
Caspita, non avrei mai detto che fossi un confratello. Non sei per nulla presuntuoso, non sembri affatto uno che si occupa di Informatica! Hai davvero tutta la mia ammirazione per la tua carriera lavorativa. Doveva essere un sogno lavorare su quei gioielli in quell'epoca.


he.. he... perchè mi conosci adesso !
io ero quello che sosteneva che la modestia era caratteristica di chi aveva ragione di averla !! ero un pirla di una arroganza e presunzione mostruose. e quei periodi mi sembrano preistoria.
si, confermo , lottare con quei mostri di computers, che oggi farebbero ridere, era però bellissimo ed esaltante.
un 2065 conteneva circa 7000 schede, aveva memorie ad anellini magnetici, e la massima configurazione aveva 1 megabyte di memoria. si, hai capito bene 1 mega. e per circa 7 anni è stata la macchina più potente sul mercato.
ma per darti un'idea dell'importanza e dei costi dei tempi di fermo, pensa che a metà anni '80 il centro di calcolo dalla cariplo, che era forse il più grande e potente della lombardia, costava tra macchine, personale, locali e tutto circa 200.000 lire al minuto.
avevo fatto questo conto quando avevo chiesto un aumento al mio capo, dopo aver risolto in meno di 1 ora, chiamato alle 3 di notte, un problema sul quale erano fermi dalla mattina precedente un tecnico e due specialisti.
questo ti da anche un parametro per valutare il perchè della mia presunzione.
poi la miniaturizzazione ha distrutto questo tipo di attività riducendola a uno stupido scambio di poche parti.
però sono contento di aver vissuto un'esperienza unica nel suo genere ed estremamente esaltante.

ps. a proposito dell'anatroccolo nella bottiglia..... se me ne dai uno ti faccio vedere come si fà.


pps. il buffo, per me , di assistere al tuo scambio con SecondLife, è come vedermi nei due stadi della mia vita, un prima iperrazionale, ed un dopo molto meno sicuro ma più aperto , possibilista, sensoriale intuitivo. mi ci riconosco in entrambi, solo in due stadi diversi, ed è per questo, forse che capisco benissimo l'uno e l'altro e mi pare impossibile dar ragione a uno dei due.
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Inviato il: 9/9/2010 16:46
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Re: Razionalismo.
#54
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@SecondLife

Citazione:
Com'è naturale, il processo razionalistico, non essendo in grado di gestire una complessità superiore ad un certo livello, deve essere preceduto da una fase di iper-semplificazione dei problemi del tutto arbitraria e falsante.


La fai tanto complicata! Non c'è nulla di difficile.
Esempio: sono maschilista. Dopo tante riflessioni e discussioni con gli amici cambio idea, e divento un convinto sostenitore della parità fra i sessi (diamo per un attimo per scontato che questo sia perfettamente razionale, ok?). A quel punto avrò bisogno di tempo per interiorizzare, ma dopo un po' comincerò a notare la contraddizione tra il mio nuovo egualitarismo (recente conquista) e il mio pregiudizio verso le minigonne. Se sono un minimo razionale, smetterò di pensare alle donne succinte come se fossero strumenti del demonio*. Sic et simpliciter.

Questo genere di correzioni, anche in senso opposto volendo (partoriamo una boiata sovrascrivendo informazioni corrette e ragionamenti validi), capita in continuazione nel corso di una giornata qualsiasi. Non è sicuramente una mia invenzione e, tra l'altro, è esattamente il modo in cui funziono io, puoi fidarti . È arbitrario? Sì, essendo un processo automatico; ma in un razionalista gli automatismi sono razionali e seguono la normale logica oggettiva (salvo errori) per cui da una premessa deriva una conseguenza univoca.

Inoltre, si ha tutto il tempo di fare questi pensieri: non stiamo parlando di computer e operazioni istantanee, ma di persone cogitabonde e di periodi di riflessione variamente lunghi.

*Non si decide di smettere di pensarlo, succede.

P.S. (cioè EDIT): ovviamente la storia del guardaroba era solo una metafora semplificatrice. Non si guarda a se stessi distaccati, ma si colgono frammenti di se medesimi passibili di autocritica. E richiede del tempo ovviamente.
Inviato il: 9/9/2010 16:46
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Re: Razionalismo.
#53
Ho qualche dubbio
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Citazione:
Red_Knight ha scritto:

Condivido in toto. Io stesso dicevo:

...non è affatto semplice riconoscere l'influenza dei fattori non razionali quando siamo ancora "nella fase dei postulati", perché in realtà i postulati non sono purtroppo una "scelta libera", ma "capitano" casualmente alle persone dipendentemente dalle idee con cui vengono a contatto, principalmente ma non solo nell'infanzia e nell'adolescenza. Il Razionalismo stesso, naturalmente, non fa eccezione rispetto alle altre idee

In altre parole, non possiamo scegliere i nostri presupposti "filosofici" o le nostre motivazioni esistenziali. Non possiamo scegliere nemmeno la nostra lingua madre, né i nostri pregiudizi, le nostre paure, i nostri gusti, i nostri errori ricorrenti, le nostre manie o le nostre superstizioni, e così via. Il "substrato inconscio/emozionale/irrazionale" è imprevedibile e massimamente dipendente, specialmente nella parte "cristallizzata" nel nostro profondo, dall'ambiente e dall'influenza altrui. Si potrebbe dire che veniamo quasi riempiti di idee e pensieri vari ed eventuali. Anche il razionalismo, come dici tu, ha la stessa identica base.

È già qualcosa che ce ne siamo resi conto. A me però non sta bene; o meglio, ora che ci faccio caso, non posso fare a meno di pensare quante di queste cose irrazionali sono totalmente immotivate e superflue. È come se frugassi in un guardaroba e gettassi via tutto quello che non mi appartiene:
- il pregiudizio contro i negri? E come c'è finito qui? Perché dovrei nutrire avversione verso qualcuno perché ha la pelle scura? Fammi pensare... no, non c'è motivo, mi è solo stato inculcato dai miei genitori razzisti. Scartato. E qui che c'è? Uh, la mia soggezione verso i potenti! Nah, via anche questa...

Se trovo qualcosa di razionalmente valido o di innocuo lo lascio. Altrimenti no. E questo processo lo si effettua anche su cognizioni e ragionamenti nuovi.
Per questo definivo prima il razionalismo "un postulato autocosciente".

Alla fine di tutto questo si rimarrà nudi col proprio razionalismo e i propri istinti naturali, con tutti i vantaggi che ne derivano (e che saranno chiari più avanti). Ora abbiamo un punto di partenza e una meta; il tragitto andrà studiato accuratamente, ma il verso di percorrenza è perfettamente chiaro.

Calma, calma, Red.

Com'è naturale, il processo razionalistico, non essendo in grado di gestire una complessità superiore ad un certo livello, deve essere preceduto da una fase di iper-semplificazione dei problemi del tutto arbitraria e falsante.

Infatti pensare a sé stessi come ad un contenitore di elementi separati ed indipendenti di fronte al quale ci si può porre, distaccati, per scegliere con calma cosa tenere e cosa buttare è, perdonami, una pura e semplice fantasticheria intellettuale che non ha proprio nulla a che vedere con la realtà. Se riportiamo ad un piano reale l'esempio che hai fatto, non troviamo affatto Red_Knight, il suo guardaroba ed il suo contenuto di abiti graditi e sgraditi, ma solo... Red_Knight, Red_Knight e ancora Red_Knight. Dove inizia l'uno e finisce l'altro? Ah, saperlo!

Ma se anche esistesse, ebbene questo mitico guardaroba non conterrebbe vestiti, ma solo descrizioni di vestiti, le loro rappresentazioni concettuali. Ma la rappresentazione concettuale della realtà non è la realtà così come la mappa non è il territorio, non sono elementi intercambiabili; e nell'uno e nell'altro caso (ma nel primo immensamente di più) la distanza del modello rispetto alla cosa reale è praticamente infinita.

Benissimo. Oggetto esclusivo del razionalismo sono precisamente tali modelli. Se ne traggano pure le opportune conclusioni.




Per oggi basta così, ho un po' da fare.
Inviato il: 9/9/2010 16:09
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Re: Razionalismo.
#52
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@a_mensa

Caspita, non avrei mai detto che fossi un confratello. Non sei per nulla presuntuoso, non sembri affatto uno che si occupa di Informatica!
Hai davvero tutta la mia ammirazione per la tua carriera lavorativa. Doveva essere un sogno lavorare su quei gioielli in quell'epoca.

Citazione:
Solo che completata l’opera, l’armadio era vuoto. Era restato solo più uno scheletro.
Freddo, debole, inutile.


Questo è perché forse nella "ripulitura" hai inavvertitamente gettato via anche quello che non dovevi.
Poi hai detto:
Citazione:
avevo sempre disdegnato le passioni, le emozioni forti come qualcosa di irrazionale,

E questo è un brutto errore, effettivamente. Piuttosto irrazionale.

Ma come si estrae un anatroccolo da una bottiglia???

@SecondLife

Citazione:
non c'è praticamente nulla di ciò che costituisce la nostra essenza (qualunque cosa essa sia) che possa superare l'esame di un vaglio razionale.


Non è affatto vero. La mia "essenza" è costituita da tanti bei ricordi ed esperienze, dalle mie riflessioni, dai miei gusti, dal mio peculiare modo di interagire con le altre persone, dai miei sogni. E tanta altra roba (comprese soprattutto le "piccole cose") che non si capisce perché dovrebbe essere distrutta dalla mia "fame" di razionalità che, anzi, mi aiuta - e parecchio - a non lasciar passare nulla di distruttivo al mio interno.

Citazione:
Dal punto di vista razionale tutto ciò che per noi è importante, che compone il nostro fondamento e ci da senso, è ingiustificato, opinabile, in fondo superfluo.


No, anche qui è l'esatto contrario. Da un punto di vista razionale è sciocco dare importanza a ciò che non ci appartiene. Quello che compone il nostro fondamento (e in questo non rientra senz'altro il pregiudizio contro i negri, per riprendere l'esempio di prima, o la devozione a Sant'Eusebio) va preservato e non va mischiato con ciò che, anzi, lo minaccia.

Per te il razionalismo è distruttivo. Per me è, fra le altre cose, lo strumento che permette di trovare la felicità, pensa un po'!
Non so chi di noi due abbia ragione, ma tu sei sicuro di non avere semplicemente troppa paura (come tutti) di riordinare l'armadio?
Inviato il: 9/9/2010 15:49
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Re: Razionalismo.
#51
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@ seconLife
ti ringrazio , per il tuo commento e per aver avuto la pazienza di leggere questa mia "confessione"
se ci sono argomenti su cui non ho dubbi, come l'economia, questo sulla mente, le percezioni, emozioni ecc.. è una cosa che sto continuamente rielaborando ed il confronto con altri mi è estremamente utile, prima per dare chiarezza ai miei pensieri per poterli esprimere, poi approfittando delle conclusioni sensate e profonde che esprimete.
grazie ancora.
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Inviato il: 9/9/2010 11:53
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Re: Razionalismo.
#50
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Caro Andrea, ringrazio io te per questo intervento, che mi è piaciuto molto.

Ne estrapolo un pezzetto per sottolineare un aspetto secondo me primario del razionalismo (e assai nefando per chi vi si affida).
Citazione:
a_mensa ha scritto:

Andato in pensione, la mente si trovò disoccupata. Bello lavorare il legno, dedicarmi all’orto, ma gli ingranaggi mentali scalpitavano, per cui pian piano mi dedicai a quella “ripulitura dell’armadio” così mirabilmente descritta da Red.
Solo che completata l’opera, l’armadio era vuoto. Era restato solo più uno scheletro.
Freddo, debole, inutile.

È esattamente così. In realtà il razionalismo è un meccanismo principalmente distruttivo, perché, per tutto quello che è stato detto sulla inevitabile indefinibilità della percezione umana, non c'è praticamente nulla di ciò che costituisce la nostra essenza (qualunque cosa essa sia) che possa superare l'esame di un vaglio razionale. Dal punto di vista razionale tutto ciò che per noi è importante, che compone il nostro fondamento e ci da senso, è ingiustificato, opinabile, in fondo superfluo. Il razionalismo, in senso figurato, è un po' come la geometria euclidea: concepisce solo forme che non hanno corrispettivo nella realtà, e rigetta tutto ciò che non può ricondurre a quelle forme.

Un discreto flagello per l'uomo che, non essendo stato disegnato con riga e squadra , alla fin fine risulta storto da tutte le parti.

Grande! Ottimo risultato davvero!
Inviato il: 9/9/2010 9:52
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Re: Razionalismo.
#49
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Carissimi Red_knight e SecondLife
Non sapete quanto questo dibattito sul razionalismo mi sia utile nel mio percorso spirituale, e, dato che ne siete i principali attori, vi dedico questo mio, forse pensando che possa esservi utile in qualche modo.
Ho trovato stupenda la metafora di Red dell’armadio rivisitato, e mi ci sono riconosciuto, almeno in uno dei passi di questa mia evoluzione.
Quando entrai in IBM, a 22 anni, ero appassionato di meccanica, elettronica, ecc… un po’ tutte le materie tecniche. Mi ci trovavo bene perché intuivo quelle che diventeranno conoscenze, facendo paragoni da una materia all’altra. L’elettrotecnica sembra disegnata dall’idraulica, il magnetismo ha le stesse formule dell’elettricità statica, e via discorrendo …. Sovente avevo solo da verificare se quanto intuivo in una materia, sulle basi delle conoscenze di un’altra, erano corrette.
Iniziando a lavorare mi trovai a sbattere il naso con la matematica booleana, con la logica.
Partecipai al corso sul primo grosso computer del tempo, e li ebbi una infarinatura, sul come funzionasse una di quelle macchine costosissime.
Mi colse a quel punto la strana idea di poter prevedere le uscite del lotto, analizzando la storia delle estrazioni precedenti, potendo contare sulla potenza elaborativa del computer.
Pensare di apprendere prima un linguaggio, pur semplice come l’assembler, mi sembrò troppo dispendioso, e così cominciai a scrivere un programma in linguaggio macchina.
Mano mano che procedevo, approfondivo sempre più l’abitudine a leggere, ricercare in altre istruzioni quanto mi occorresse ed alla fine il “Principle of Operation” la bibbia del computer in cui è minuziosamente descritto tutto cosa deve fare, per me non aveva più alcun mistero.
Un anno a scrivere un programma che poi non ho avuto nemmeno modo di girare, ma avevo acquisito una padronanza nella conoscenza del linguaggio macchina che cambiò la mia vita lavorativa.
Ero infatti diventato uno dei pochi, se non l’unico con discrete conoscenze dell’hardware, che però si poteva leggere un dump di memoria come il giornale.
Questo mi aprì strade insperate, in quanto il mio metodo di lavoro nella ricerca dei guasti sui computers non era più limitata alla stringata conoscenza data dai corsi, ma io sapevo cosa DOVEVA fare il computer, e se doveva farlo doveva anche esserci dei circuiti che glielo facessero fare.
Era quindi una ricerca attiva, non passiva. Un errore poteva esser causato da uno delle migliaia di circuiti, ma solo un circuito in errore, poteva dare SOLO quell’errore. Praticamente inventavo ogni volta un computer in grado di sbagliare in quello specifico modo, invece di seguire la strada a ritroso.
Solo che in quel modo io ci arrivavo in un’ora mentre i colleghi ci arrivavano forse, se non sbagliavano strada, in un giorno.
E questo fatto mi diede una certa fama, molte soddisfazioni, e anche risultati economici non indifferenti.
Divenni specialista dopo 7 anni di lavoro (credo uno dei più giovani) e venni proiettato dall’ASG (area support group) a livello prima europeo , poi mondiale. Sovente ero chiamato a risolvere problemi sulle macchine nuove, di cui non avevo mai bisogno di seguire corsi, proprio perché il mio riferimento era sempre “cosa deve fare la macchina” che per grande , nuova e veloce fosse, doveva comunque essere in grado di farlo.
E questo mi portò anche così a combattere anche contro errori di design della macchina stessa, a discutere con i progettisti delle macchine stesse, ed indicare loro il come evidenziare, e in quali condizioni, la macchina sbagliava, e non perché guasta, ma per errore di progettazione.
Tutto questo per far capire quanto l’attitudine ad una analisi logica, dettagliata e minuziosa, fosse pane giornaliero per i miei denti. Pensare a quale “logica” dovesse rispondere un computer per sbagliare in un certo modo e solo quella particolare operazione, era uno sforzo di fantasia non indifferente, ma soprattutto, solo chi avesse maturato una esperienza come quella che involontariamente mi ero dedicato a maturare, potesse fare.
Quindi una razionalità ai limite della paranoia, oltretutto premiata, esaltata dal mondo esterno che ne approfittava alla grande (ero il pirla che a volte gioiva più per un riconoscimento pubblico che per un aumento di stipendio).
Poi lo stress dovuto ai frequenti viaggi (ho rifatto un passaporto per aver esaurito le pagine per i visti), proiblemi di famiglia e altro, mi portarono a uscire dall’IBM per l’Amdahl, prima , la Memorex poi, dove potevo svolgere attività simile ma meno da piccione viaggiatore.
Andato in pensione, la mente si trovò disoccupata. Bello lavorare il legno, dedicarmi all’orto, ma gli ingranaggi mentali scalpitavano, per cui pian piano mi dedicai a quella “ripulitura dell’armadio” così mirabilmente descritta da Red.
Solo che completata l’opera, l’armadio era vuoto. Era restato solo più uno scheletro.
Freddo, debole, inutile. Avevo bisogno di rimetterci qualcosa dentro, di utilizzarlo, di sentirmi vivo come persona, avevo sempre disdegnato le passioni, le emozioni forti come qualcosa di irrazionale, ma ora ne sentivo il bisogno.
Volevo sentirmi vivo, e per quanti tentativi facessi, continuavo alla fine a scartare ogni pensiero che non rispondesse alle caratteristiche di logicità e razionalità, che erano diventate più un limite che un aiuto.
Un grosso aiuto lo ebbi quando mi presentarono il loan (credo si chiamino così quegli indovinelli al limite del non senso delle filosofie yoga o giù di li) dell’anatroccolo.
“c’è un anatroccolo in una bottiglia. Come puoi fare per estrarlo, senza ucciderlo e senza rompere la bottiglia ?”. buffo no ? già …. Ma chi ce l’ha messo dentro ?
Ecco, lo scoprire che occorresse fare anche dei passi indietro, quando la strada appariva senza vie d’uscita, fu una piccola illuminazione, per me.
E fu allora che cominciai a rivalutare intuito, emozioni, ecc… tutto ciò che avevo scartato come illogico e irrazionale, ma che potevano riempire la vita.
E qui sono all’oggi, al domandarmi se la logica sia poi oggettiva o soggettiva, quale sia l’equilibrio tra l’accettare o no stimoli che non siano perfettamente filtrati dalla razionalità, ecc…
Avevo aperto un 3d , “logica questa sconosciuta” dietro una speranza non formulata di ricevere un aiuto in questo mio travaglio, e forse non mi ero reso conto nemmeno io che era una richiesta di aiuto.
Solo mi irritava l’arroganza e la supponenza di pispax, che forse anche a ragione, demoliva via via le mie riflessioni, forse per sua caratteristica, ma sicuramente non capendo che quanto esprimevo erano più dubbi che affermazioni. Tranciarle con “ cazzate” “stupidaggini” e termini simili non mi ha aiutato.
Sicuramente le vostre pacate discussioni mi stanno aiutando molto di più
E per questo vi ringrazio.
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Inviato il: 9/9/2010 8:33
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Re: Razionalismo.
#48
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@SecondLife

Citazione:
E proprio qui si evidenzia il "peccato originale" del razionalismo, conseguente ad un presupposto ontologicamente immaginario: la "mente fredda". La mente umana non è mai "fredda". Mai. Al di sotto dei processi mentali consci sussistono sempre dinamiche irrazionali ed ineludibili che li condizionano. È questo che sto cercando di fare capire. Anche laddove il processo analitico che si mette in campo sia razionalmente impeccabile, perfetto, esso si svolgerà ovviamente a partire da una precedente selezione di dati ritenuti significativi e sufficienti a rappresentare un problema. E alla base della selezione ci sarà, altrettanto ovviamente, la percezione umana, cioè un processo intrinsecamente soggettivo, parziale ed arbitrario, nel quale il substrato inconscio/emozionale/irrazionale la fa da padrone: la psicologia cognitiva a proposito di questo qualcosa ce lo ha insegnato. Perciò la tanto acclamata razionalità è sempre e comunque, come vedi, solo il secondo step di un processo inevitabilmente irrazionale.


Condivido in toto. Io stesso dicevo:

...non è affatto semplice riconoscere l'influenza dei fattori non razionali quando siamo ancora "nella fase dei postulati", perché in realtà i postulati non sono purtroppo una "scelta libera", ma "capitano" casualmente alle persone dipendentemente dalle idee con cui vengono a contatto, principalmente ma non solo nell'infanzia e nell'adolescenza. Il Razionalismo stesso, naturalmente, non fa eccezione rispetto alle altre idee

In altre parole, non possiamo scegliere i nostri presupposti "filosofici" o le nostre motivazioni esistenziali. Non possiamo scegliere nemmeno la nostra lingua madre, né i nostri pregiudizi, le nostre paure, i nostri gusti, i nostri errori ricorrenti, le nostre manie o le nostre superstizioni, e così via. Il "substrato inconscio/emozionale/irrazionale" è imprevedibile e massimamente dipendente, specialmente nella parte "cristallizzata" nel nostro profondo, dall'ambiente e dall'influenza altrui. Si potrebbe dire che veniamo quasi riempiti di idee e pensieri vari ed eventuali. Anche il razionalismo, come dici tu, ha la stessa identica base.

È già qualcosa che ce ne siamo resi conto. A me però non sta bene; o meglio, ora che ci faccio caso, non posso fare a meno di pensare quante di queste cose irrazionali sono totalmente immotivate e superflue. È come se frugassi in un guardaroba e gettassi via tutto quello che non mi appartiene:
- il pregiudizio contro i negri? E come c'è finito qui? Perché dovrei nutrire avversione verso qualcuno perché ha la pelle scura? Fammi pensare... no, non c'è motivo, mi è solo stato inculcato dai miei genitori razzisti. Scartato. E qui che c'è? Uh, la mia soggezione verso i potenti! Nah, via anche questa...

Se trovo qualcosa di razionalmente valido o di innocuo lo lascio. Altrimenti no. E questo processo lo si effettua anche su cognizioni e ragionamenti nuovi.
Per questo definivo prima il razionalismo "un postulato autocosciente".

Alla fine di tutto questo si rimarrà nudi col proprio razionalismo e i propri istinti naturali, con tutti i vantaggi che ne derivano (e che saranno chiari più avanti). Ora abbiamo un punto di partenza e una meta; il tragitto andrà studiato accuratamente, ma il verso di percorrenza è perfettamente chiaro.

Citazione:
Il senso organico (pre-spezzettamento) di quello che ho scritto è questo:


Innanzitutto, complimenti per essere riuscito a riassumere in pochissime righe i tuoi interventi precedenti. Vorrei riuscire a fare altrettanto, ma dubito ci riuscirò.

1) il razionalista concepisce come "problemi" - e quindi affronta - solo quelli che ritiene di potere risolvere razionalmente (cioè "oggettivamente", come dicevo)

Non esattamente. I non-problemi possono essere un utilissimo esercizio di umanità, l'importante è non attribuire all'eventuale (pseudo)soluzione un valore oggettivo ma solo soggettivo. Altrimenti ci si scanna, spesso letteralmente.
Fondamentalmente il razionalismo potrebbe ridursi a questa consapevolezza.

2) i problemi a "soluzione ovvia ed univoca" nell'ambito umano sono davvero ben pochi (per l'elevatissimo numero di punti di vista soggettivi possibili attorno a pressoché qualunque questione)

Ti sfugge un dettaglio essenziale: l'elevatissimo numero di punti di vista soggettivi possibili deriva dall'irrazionalità di ciascuno. Il razionalista ha già eliminato tutte le premesse non necessarie, ricordi?
Come dire che se fra gli invitati non ci sono integralisti musulmani, allora sarà facile scegliere gli alcoolici per la cena di stasera. Non trovi?
Vale anche per "le grandi questioni", anche metafisiche. È vero che certi problemi è razionale non porseli nemmeno (tu guardi questa cosa con orrore, ma è solo perché sei irrazionale e se ti autoesaminassi troveresti qual è il dogma che ti impedisce di accettare questa visione), ma in realtà molti verranno addirittura semplicemente liquidati con estrema facilità, al contrario di quanto paventavi!

3) il razionalista dunque non considererà "problemi" - e quindi non affronterà - un'infinità di questioni che - prima fra tutte la metafisica - invece correntemente l'uomo (fottendosene allegramente che le soluzioni che trova non siano "ovvie ed univoche" ) considera tali

4) di tali questioni, da un punto di vista razionalista, se ne può (o forse se ne deve) fare a meno; a parte il piccolo dettaglio che, giudicando da quanto l'uomo se n'è occupato e se ne occupa, parrebbe proprio che si tratti di cose per lui piuttosto importanti e sostanziali, e che non occuparsene gli risulterebbe probabilmente piuttosto castrante[color]

Vedi la risposta di sopra; detto ciò, ti sei mai fermato a pensare al perché l'uomo si pone certe domande? Sei sicuro che siano importanti per tutti? E sei sicuro che siano domande ben poste? E dove contrastano col razionalismo, secondo te?

[color=009900]E in relazione al punto 1, io vedo nella modalità razionalista una reductio ad minimum del campo di analisi e di ricerca di conoscenza che mi fa semplicemente rabbrividire per la sua povertà.


Perché non vedi i nuovi orizzonti che si spalancano.

L'esempio pratico comunque non mi serve più, credo di aver capito bene la tua preoccupazione ora.

Citazione:
Come, a mio parere, il considerarsi "persona estremamente razionale" da parte di qualcuno () dimostra, l'essere umano prima ancora di non avere precisa cognizione della realtà che lo circonda, non ha innanzitutto nemmeno esatta cognizione di sé stesso. Come accidenti, in queste condizioni, possa avere la pretesa di sapere razionalmente che cosa davvero costituisca una scelta per lui utile e vantaggiosa, al momento rappresenta per me un discreto enigma.


Una tua opinione. Comunque vuoi dirmi tu cosa è utile e vantaggioso per me?

Citazione:
Concettualmente, per fare un esempio, rispetto a tutta la sfera metafisico-religiosa.


Dio ce ne scampi!
Scherzi a parte, questo è il punto dolente, credo. Sicuro di volerlo affrontare?

Citazione:
Per quello che riguarda la mia esperienza sono invece praticamente infinite le occasioni in cui - pur in un contesto di applicazione di cognizioni tecniche - ad un certo momento altre facoltà (l'intuito, per dirne una) che nulla hanno a che vedere con la razionalità concorrono all'esito di una determinata attività. Le situazioni che si possono affrontare adeguatamente in maniera puramente razionale, algoritmica, sono, nella realtà, piuttosto poche ed in genere si tratta di contesti altamente artificiali (tipo, per fare un esempio, una catena di montaggio), depurati alla fonte dalla variabilità tipica di situazioni invece spontanee e non filtrate.


Non capisco proprio. Ho mai detto che la razionalità deve occuparsi di mansioni non sue?
Ben venga l'intuito: la razionalità si limita a redarguirti se e quando intuisci una stronzata, e se ne sta sopita tutto il resto del tempo. Ben venga la fantasia: la razionalità ti avverte quando la confondi con la realtà, e per il resto del tempo ti lascia fantasticare in pace. Et cetera.
Io non uso la razionalità "più spesso" di te, tanto meno "meglio" o "in più occasioni". Mi limito a non ignorarne mai il responso, che è cosa ben diversa da ciò che tu e a_mensa criticate.

E ora una domanda:
da quale punto di vista critichi il razionalismo?
Per esempio se io volessi difendere il razionalismo semplicemente come mio capriccio personale, in cosa si differenzierebbe da una qualsiasi altra irrazionalità? E in base a che cosa sarebbe migliore o peggiore di altri approcci? Irrazionalità per irrazionalità, o questo, o l'Islam o qualsiasi altra cosa va bene. Ognuno ha i suoi gusti, no?

Citazione:
Per il momento certe assenze le attribuisco principalmente alla benevolenza degli dei.


Conoscendoti potrei interpretare questa battuta in due modi...
Inviato il: 9/9/2010 3:42
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  •  SecondLife
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Re: Razionalismo.
#47
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 20/3/2010
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a_mensa
Citazione:
ti andrebbe bene dire che il razionalismo è la razionalità applicata a oltranza ?


ps. e (volendo aggiungere una piccola cattiveria), anche quando non sarebbe il caso ?

Come succede con altre costruzioni teoriche frutto di intellettualismo spinto, anche il razionalismo tende ad essere totalizzante, creando una prevalenza disfunzionale di una parte su tutto il resto. È uno di quei casi in cui anziché essere il cane a muovere la coda, avviene invece il contrario.
Inviato il: 8/9/2010 23:12
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  •  Red_Knight
      Red_Knight
Re: Razionalismo.
#46
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 31/10/2005
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Citazione:
ps. e (volendo aggiungere una piccola cattiveria), anche quando non sarebbe il caso ?


Risponderò dopo a SecondLife: mi sai fare un solo esempio - anche il più cretino - di situazione in cui "non sarebbe il caso"?
Inviato il: 8/9/2010 22:07
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  •  a_mensa
      a_mensa
Re: Razionalismo.
#45
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 12/6/2009
Da roncello (mi)
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@ SecondLife
Citazione:
Ma un conto è la razionalità e un altro conto è il razionalismo, naturalmente.

ti andrebbe bene dire che il razionalismo è la razionalità applicata a oltranza ?


ps. e (volendo aggiungere una piccola cattiveria), anche quando non sarebbe il caso ?
_________________
non vorrei mai appartenere ad un club che avesse me come socio.
Inviato il: 8/9/2010 21:31
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  •  SecondLife
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Re: Razionalismo.
#44
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 20/3/2010
Da
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a_mensa
Citazione:
spero che non mi consideri tra coloro che sarebbe meglio stessero alla larga, ma comunque , anche se così me ne faccio una ragione.

No, per me sei il benvenuto.

Citazione:
sono molto più vicino a quanto scrivi tu, che a red_kight, con qualche distinguo.
uno è la considerazione che madre natura ci ha dotati di reazioni "istintive" o "automatiche".
esse sono uno strumento di sopravvivenza, e come tali, nel processo evolutivo le abbiamo conservate , e anzi, aumentate.
essendo istintive è ovvio che non siano razionali, nel senso che non rispondono ne a una logica ne tantomeno ad un'analisi.
il fatto che madre natura ce le abbia date, conservate e sviluppate, dovrebbe dirla lunga sulla "bontà" della razionalità (parlo sempre ai fini del vantaggio per l'individuo).
e questo non nega che una analisi delle proprie reazioni istintive, che tenda a verificarne l'utilità, e nel caso si dimostrino dannose, il cercare di modificarle, sia non solo utile ma auspicabile.
la variabilità del peso che ogni individuo assegna alle due spinte comportamentali (ragione e istinto) determina poi l'assegnazione dell'etichetta che sarebbe corretto definire come "prevalentemente razionale" o prevalentemente istintivo" evitando di estremizzare in "assolutamente" o "totalmente" l'una o l'altra.
sei d'accordo ?

Io contro la razionalità non ho nulla: è uno dei pratici arnesi che abbiamo a disposizione nella nostra valigetta degli attrezzi. In determinate situazioni è utile ed opportuno, e io ne faccio anche ampio uso. Ma un conto è la razionalità e un altro conto è il razionalismo, naturalmente.

Un piccolo aforisma: "Il razionalismo è la burocrazia dell’intelligenza."
Inviato il: 8/9/2010 21:18
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  •  Manfred
      Manfred
Re: Razionalismo.
#43
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 3/11/2009
Da Osnabrück
Messaggi: 2094
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La razionalità o ragione serve solo a mettere ordine in quello che intuiamo usando la logica, se le si attribuiscono altre funzioni, ne abbiamo le testimonianze ai più alti vertici, si rimane ottenebrati dalla ragione stessa.
_________________
Manfred
Inviato il: 8/9/2010 18:55
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