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Indice del forum Luogocomune
   Scienze Economiche
  cosa c'è che non và nelle teorie economiche

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  •  a_mensa
      a_mensa
Re: cosa c'è che non và nelle teorie economiche
#31
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 12/6/2009
Da roncello (mi)
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@ temponauta

Citazione:
In questo contesto le teorie monetarie e economiche sono drogate come la moneta e quindi lasciano il tempo che trovano. La moneta del futuro dovrà necessariamente tornare a costituire un credito, con una disponibilità (sinonimo di emissione) controllata dal governo centrale.


credo che tu abbia già una visione più allargata del problema monetario, ma non condivido la conclusione.

invito anche te a seguire la traccia di ragionamento che sto tentando con altri, ed ogni obiezione sarà graditissima.

tale traccia di ragionamento ha un obiettivo, ma sono dispostissimo ad ammettere ogni mio errore, se si dimostrerà che il ragionamento porta razionalmente da un'altra parte.

non credo, ma non lo escludo. d'alktronde la scienza hasempre proceduto per prova/errore, no?

rfiguardo alle :

Citazione:
teorie monetarie e economiche sono drogate come la moneta e quindi lasciano il tempo che trovano


io credo chesiano tutte un po errate , per aver voluto imbrigliare in leggi matematiche fenomeni, che per loro natura, non lo sono.

e questa è la ragione per cui ho preso come perno di tutti i miei ragionamenti una grandezza, il valore, che per sua definizione è personale e variabile in funzione dell'ambiente (luogo e tempo).
_________________
non vorrei mai appartenere ad un club che avesse me come socio.
Inviato il: 8/5/2010 10:04
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  •  TzuLao
      TzuLao
Re: cosa c'è che non và nelle teorie economiche
#32
So tutto
Iscritto il: 20/3/2010
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Citazione:


la premessa è corretta
:Citazione:
io do un qualcosa a te e tu lo dai a me



ma dal momento in cui non si riesce più a scambiare una mucca con un cane, o 100 uova, allora è inevitabile frapporre tra i due termini di questo scambio qualcosa che permetta sia una postposizione nel tempo, sia una frammentazione del valore.


Infatti il qualcosa è termine assolutamente generico che non rappresenta mucche, ani o vagine più di quanto non rappresenti unità di conto, il punto è che quando si fanno le catene di S. Antonio con sofisticatissimi altisonati termini ci si ritrova a comprare petrolio, banane, rame, piombo, unuptanium ... stampando carta straccia ... e quando il Satrapo megalomane di turno, si oppone, lo si accusa di aver armi di sterminio di massa e di appoggiare il terrorismo internazionale.

Citazione:

come vedi, il problema non è solo fregare te o qualcun altro, ma risolvere un problema reale, concreto.

ti nvito pertanto a riflettere un attimo, e a partecipare a quanto sto tentando con floh e melisva1 ovvero a farli giungere a delle conclusioni autonomamente e con il ragionamento.


Si invece il problema è sempre come fregare gli altri .... l'occidente si fotte il terzo mondo oramai esclusivamente con giochi delle tre carte. Se non si ammette questo ... si frigge una miscela di Azoto Ossigeno Argon e altri elementi in quantità inferiori
Inviato il: 8/5/2010 11:39
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  •  TzuLao
      TzuLao
Re: cosa c'è che non và nelle teorie economiche
#33
So tutto
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Si finge di non vedere quanto poco "produttive" siano tante attività occidentali, intere città, intere aree non producono uno spillo scambiabile e la gente vive alla grande con lussuose abitazioni, suv, elettronica a gogo, abbondanza alimentare, vestiario, giochi divertimenti cazzeggi ...
Inviato il: 8/5/2010 11:51
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  •  a_mensa
      a_mensa
Re: cosa c'è che non và nelle teorie economiche
#34
Sono certo di non sapere
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@ TzuLao

Citazione:
Si invece il problema è sempre come fregare gli altri .... l'occidente si fotte il terzo mondo oramai esclusivamente con giochi delle tre carte. Se non si ammette questo ... si frigge una miscela di Azoto Ossigeno Argon e altri elementi in quantità inferiori


io ti invito ad un ragionamento e tu esplodi con i luoghi comuni senza uno straccio di prova ne fisica ne logica.

perchè non provi a far funzionare un po di neuroni, e al limite dimostrare le incongruenze o le incompatibilità di quanto dico ?

fai delle affermazioni, che forse potrebbero anche esser corrette, ma con cosa le supporti ?
con l'ha detto pincopallino ?
fammi un ragionamento e, se non posso contraddirlo, lo approverò, ma come faccio a dimostrare o negare affermazioni come :
" il problema è sempre come fregare gli altri ".
può darsi anche che sia vero, ma con cosa supporti questa affermazione ?
e chi è che frega ?
e chi sono gli altri ?
perchè ?
qual è il fine ultimo ?

se vuoi discutere , scendi dal pero, a me va benissimo ma portami qualche riscontro, o fammi un ragionamento che possa seguire.
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non vorrei mai appartenere ad un club che avesse me come socio.
Inviato il: 8/5/2010 11:51
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  •  a_mensa
      a_mensa
Re: cosa c'è che non và nelle teorie economiche
#35
Sono certo di non sapere
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@ TzuLao

Citazione:
Si finge di non vedere quanto poco "produttive" siano tante attività occidentali, intere città, intere aree non producono uno spillo scambiabile e la gente vive alla grande con lussuose abitazioni, suv, elettronica a gogo, abbondanza alimentare, vestiario, giochi divertimenti cazzeggi ...


anche questa affermazione potrebbe avere qualche fondamento di verità, ma sei sicuro che esistano solo "spilli" ovvero beni materiali ?
un programma per il tuo computer , cos'è ? vale qualcosa o no ?
una lezione di matematica o d'inglese, quanto la pesi ? e anche lei vale qualcosa o no ?
e il lavoro di ricerca e conoscenza , e infine l'arringa di un avvocato, si mangia ? o nemmeno quella ha un valore ?

non fare affermazioni a vanvera, se non sei sicuro , poni la domanda, e in base alla risposta saprai se il tuo pensiero sta in piedi o è una bufala.
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Inviato il: 8/5/2010 11:56
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  •  TzuLao
      TzuLao
Re: cosa c'è che non và nelle teorie economiche
#36
So tutto
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Citazione:

a_mensa ha scritto:
@ TzuLao

Citazione:
Si finge di non vedere quanto poco "produttive" siano tante attività occidentali, intere città, intere aree non producono uno spillo scambiabile e la gente vive alla grande con lussuose abitazioni, suv, elettronica a gogo, abbondanza alimentare, vestiario, giochi divertimenti cazzeggi ...


anche questa affermazione potrebbe avere qualche fondamento di verità, ma sei sicuro che esistano solo "spilli" ovvero beni materiali ?
un programma per il tuo computer , cos'è ? vale qualcosa o no ?
una lezione di matematica o d'inglese, quanto la pesi ? e anche lei vale qualcosa o no ?
e il lavoro di ricerca e conoscenza , e infine l'arringa di un avvocato, si mangia ? o nemmeno quella ha un valore ?

non fare affermazioni a vanvera, se non sei sicuro , poni la domanda, e in base alla risposta saprai se il tuo pensiero sta in piedi o è una bufala.


Se c'è uno che deve scendere dal pero ....
Lo spillo è un'altra allegoria, hai qualche problema semiotico !?
E non servono dissertazioni chilometriche per dimostrare epifaniche verità di evidenza lapalissiana.
L'arringa dell'avvocato no, non si mangia e non alcun valore se non inserita in un castello multipiano di carta, perchè non provi ad andare nella giungla a scambiare un pò di cibo con una bella e forbita arringa !? E smettila di offendere è un fraterno consiglio che ti do, non stimolare il mio sarcasmo, anche se so già che non arriveresti ad afferrarlo.
Si fanno guerre per il petrolio, per le banane, per il caffè, per la droga ... ma mai per le arringhe .... per le aringhe affumicate ..si in passato è accaduto ... più e più volte
Inviato il: 8/5/2010 12:12
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  •  a_mensa
      a_mensa
Re: cosa c'è che non và nelle teorie economiche
#37
Sono certo di non sapere
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@ TzuLao

ti riconosco una abilità, sei riuscito a FARMI APPARIRE UN GRAN CRETINO.

si stava trattando un argomento serio, sul quale, penso, avrei potuto portare ad alcuni un contributo costruttivo.

sei entrato a gamba tesa con frasi fatte e comunque argomenti che non c'entravano un tubo, ed io sono cascato nella tua trappola rispondendoti, e rispondendoti ancora, e invitandoti a seguire il filo logico del discorso.

ma a te quelllo non interessava. a te non interessa che qualcuno cominci a ragionare e vedere le cose nella corretta prospettiva.

a te interessava dimostrare che sei più bravo, con tutti i tuoi preconcetti del cazzo, e riesci a riempire di fuffa un 3d che poteva anche essere leggibile, dal quale sarebbe anche stato possibile trarre degli spunti di riflessione.

ovviamente, a te, che si ragioni e si deduca, piace poco.

lascio a te immaginare cosa penso di coloro che invece di cercare di costruire qualcosa di positivo, si divertono a sviare, interrompere, guastare e rendere impraticabile, il tentativo altrui.

ti auguro solo di trovarti in un tribunale, con qualche accusa e costretto a difenderti con delle aringhe affumicate.

se vuoi seguire, se ancora possibile, la traccia proposta, ti risponderò volentieri, alle stupidaggini ,no!
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Inviato il: 8/5/2010 14:02
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  •  TzuLao
      TzuLao
Re: cosa c'è che non và nelle teorie economiche
#38
So tutto
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Ecco bravo ! Hai finalmente preso coscienza, non sei senza speranza.
Inviato il: 8/5/2010 14:24
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  •  cct
      cct
Re: cosa c'è che non và nelle teorie economiche
#39
Mi sento vacillare
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Approfitto di a_mensa che ha aperto questo 3d per le prime lezioni di economia.

preso da questa pagina:
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Editrice/IlSole24Ore/2010/05/08/Economia%20e%20Lavoro/2_E.shtml?uuid=002d69d0-5a67-11df-b686-3d0b738a0b0a&DocRulesView=Libero

poco più di cinque minuti che valgono un'eternità in millesimi, avrebbero soffiato sul fuoco delle vendite, bruciando quasi mille miliardi di capitalizzazione di mercato


...............................................

Una delle cose che proprio non ho mai capito e' come e perche' in borsa possano sparire(bruciare i capitali) o magicamente comparire nuovi capitali.
_________________
"chentu concasa, dughentos corros"
Inviato il: 8/5/2010 16:58
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  •  a_mensa
      a_mensa
Re: cosa c'è che non và nelle teorie economiche
#40
Sono certo di non sapere
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@ cct

Citazione:
Una delle cose che proprio non ho mai capito e' come e perche' in borsa possano sparire(bruciare i capitali) o magicamente comparire nuovi capitali.


la risposta alla tua domanda, sta solo nella differenza di valore tra quello stimato e quello di vendita.

se tu hai una casa, e te la valutano 200.000€, tu pensi di avere 200.000€, ma non è vero.... tu avrai 200.000€ solo e se riuscirai a vendere quella casa a quel prezzo. allora si che potrai dire di avere 200.000€

una azione rappresenta un pezzetto di azienda. supponiamo che la azienda pincopallo si sia quotata in borsa ed abbia suddiviso la sua proprietà in 1000 azioni.

bene ogni azione della pincopallo rappresenterà 1/1000 dell'azienda.

ora,il "trucco" della valutazione sta nel fatto che lo scambio (compra-vendita) di 10 azioni della pincopallo propaghi il prezzo pagato a tutte le 1000 azioni.

per cui se sono state vendute a 200€ l'una, il valore della pincopallo viene ad essere 200.000€.

capisci che è una valutazione, perchè in effetti non sono state vendute/comprate TUTTE le 1000 azioni, ma solo 10.

ecco allora che il valore di una azienda viene fatto moltiplicando il valore di una azione per il numero totale delle azioni che rappresentano l'azienda stessa.

ma metti per ipotesi che io voglia proprio 10 azioni della pincopallo, e nessuno degli attuali proprietari vuole vendere la propria quota.

io alzerò l'offerta fino a che qualcuno dei proprietari riterrà conveniente vendere la sua quota nonostante il desiderio iniziale di tenerle per se.

metti che per ottenere ciò io abbia alzato l'offerta fino a 300€ per azione.
otterrò le mie 10 azioni pagandole 3000€.

in questo caso la capitalizzazione dell'azienda è salita a 300.000€.

se poi succede che si sparge la voce che la pincopallo ha problemi finanziari, e quindi tutti o quasi i possessori di azioni pincopallo cercano di vendere le loro quote, e ci riescano solo riducendo la pretesa a 100€ ad azione, ecco "bruciati" 200.000€ in quanto il valore complessivo della pincopallo sarà di 100.000€.

e nota che in tutto ciò la pincopallo non ha cambiato nulla di se stessa. produce e vende le stesse cose, sia quando il valore è salito sia quando è disceso.

in tempi calmi il valore corretto di una azienda viene calcolato sul price/earning, ovvero il parametro che stabilisce un rapporto tra valore dell'azienda e quanto ricava dalla sua attività tale rapporto è ottimo se sotto a 20, ma pessimo se sopra i 40, ma bisogna tener anche conto delle aspettative future.

se sono appena stati fatti investimenti per cui si presume che, a breve , gli affari miglioreranno, ecco uno stimolo a comprare tali azioni per cui far salire il loro valore, e al contrario se si intravedono problemi all'orizzonte.

ecco, normalmente, in tempi "piatti" il price/earning è una buona base di partenza per valutare se una azione ha un prezzo corretto, ma in tempi "agitati" tale parametro salta e intervengono una infinità di altre valutazioni che possono spingere a comprare o a vendere azioni di una certa azienda, o gruppo di aziende, o aziende di un certo paese.

il valore di una azienda quotata, comunque viene fatto tramite il prezzo pagato nello scambio di una piccola percentuale del totale, e tale prezzo è stabilito secondo la legge della domanda /offerta.

dimmi se hai capito .
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non vorrei mai appartenere ad un club che avesse me come socio.
Inviato il: 8/5/2010 18:44
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  •  cct
      cct
Re: cosa c'è che non và nelle teorie economiche
#41
Mi sento vacillare
Iscritto il: 1/2/2006
Da Lago Maggiore near Swiss
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Grazie, questo l'ho capito.

Continuiamo l'approfondimento.

Ammettendo che io sia la Pincopallo e vengo quotato in borsa per un valore di 1000 che suddivido in mille azioni al valore di 1.

1: La quotazione chi la fa' e a cosa corrisponde?
2: Ammettendo che io mantenga 501 azioni per rimanere proprietario maggioritario della mia azienda, devo pagare le azioni? E se si, a chi?
3: Se le azioni si prezzano o deprezzano, cambia il valore delle azioni o anche il valore reale dell'azienda?
4: Esistono aziende che nascono solo con capitale azionario(cioe' senza fondi iniziali)?

Ringrazio per la tua passione all'argomento e cortesia.
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"chentu concasa, dughentos corros"
Inviato il: 8/5/2010 20:50
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  •  Floh
      Floh
Re: cosa c'è che non và nelle teorie economiche
#42
Dubito ormai di tutto
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Da Milano
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@ A_mensa

"se il denaro lo considero la migliore e più valida espressione della riserva di valore, riserva che può durare pochi minuti o anni, la caratteristica che ambisco maggiormente nel denaro è il fatto che venga accettato in pagamento, e che conservi più a lungo possibile il suo valore".

A proposito della conservazione del valore se si applica ciò che ho spiegato nel post n' 18, il denaro manterrebbe sempre lo stesso valore a prescindere che sia un peiodo di altà produtività o bassa produttività, cambierà solo la quantità di denaro circolante.


ecco allora che emergono importanti le sue due caratterisctiche:
1) conservazione del valore riconosciuto
2) maggiore pubblico possibile che ne riconosca e accetti il valore d iscambio
alle quali aggiungere
3) non deperibilità
4) possibilità di frazionamento


Ovviamente condivisibili ma, a mio vedere, non sono dei punti poi così difficili da applicare.

si comincia ora a intravvedere dove voglio arrivare, e che attinenza ha con quanto stavate discutendo ?"

Ni, perdonami ma ti prego di avere pazienza, come ti ho già detto più volte sono troppo ignorante in materia.

"con gli interessi, la banca, paga le proprie spese!!"

Ma il problema che evidenzia il film, a quanto ho capito, è che la quantità di denaro circolante è minore di quella che dovrebbe essere resa alle banche, non si parla della legittimità di guadagno da parte delle banche per i lavoro svolto...

"e il lavoro di ricerca e conoscenza , e infine l'arringa di un avvocato, si mangia ? o nemmeno quella ha un valore ?"

Già, la retribuzione della forza lavoro per come avevo impstato le cose nel famoso post n'18 non è conteplata, nel senso che avevo ipotizzato di far circolare una quantità di denaro pari ai beni materiali ma non alle prestazioni delle persone (dal muratore all'insegnante) che pure devono ricevere una retribuzione in quanto anche il loro lavoro è merce di scambio.
Te come ovvieresti al problema?
_________________
Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia (William Shakespeare, da Amleto)
Inviato il: 8/5/2010 21:22
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  •  a_mensa
      a_mensa
Re: cosa c'è che non và nelle teorie economiche
#43
Sono certo di non sapere
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@ cct
sulle cose che so, rispondere alle domande intelligenti, e non solo provocatorie, è per me un vero piacere.

è un po' come distribuire un grosso capitale agli eredi....

1) per quotarsi in borsa esistono dei requisiti non sempre omogenei da borsa a borsa, ma essenzialmente funziona così:
a) l'azienbda deve avere dei bilanci in attivo, certificati, da almeno un certo numero di anni (3 mi pare in Italia)
b) incarica una società certificata di fare una valutazione complessiva dell'azienda.
c) viene fatta una proposta ad una banca o a un pool di banche, di una forbice di valori ( metti da 1000 a 1200€) sulla quale aprire le sottoscrizioni.
d) sulla base della richiesta, viene deciso, in accordo con la consob, quante azioni e a quale prezzo effettuare la sottoscrizione. se la richiesta è molto alta si tenderà al massimo della "forbice", inoltre dipende da quante azioni il proprietario vuole trattenere per se.
e) il giorno stabilito entra in borsa con il titolo ch evale il valore di sottoscrizione, e di li inizia la sua vita in borsa.

grosso modo queste sopno le tappe verso l'entrata in borsa.

2 ) la "forbice" del numero di azioni che il vecchio proprietario ( l'azienda deve essere di qualcuno o comunque di un soggetto giuridico prima di andare in borsa), viene già decisa prima di aprire le sottoscrizioni. capirai che l'eventuale fatto che il vecchioproprietario voglia mantenere un "pacchetto di controllo" rende la sottoscrizione un investimento più sicuro ma meno remunerativo, in quanto difficilmente potrà subire riorganizzazioni importanti senza il beneplacito di chi detiene il pacchetto di controllo. viceversa, una disponibilità sul mercato del 100% ha valenza molto più speculativa.

3) una volta che entri in borsa, il valore è stabilito dal mercato. se sono state emesse 10.000 azioni sarà il valore della singola azione x 10.000.
a volte è accaduto che, nel giorno di entrata in borsa, sia avvenuta una grossa variazione ( ai tempi delle dot.com poteva anche raddoppiare) soprattutto se, il vecchio proprietario non ha mantenuto un pacchetto di controllo, che garantisce una certa continuità aziendale, e sono intervenuti dei sottoscrittori con forte intenzione di agire pesantemente sul futuro aziendale.

4) non so se con "fondi aziendali" alludi alla liquidità dell'azienda.
il valore dell'azienda , quando è stata valutata (punto 1), è stata valutata su tutto: liquidità, debiti, avviamento, pacchetto ordini, edifici, macchinari, dipendenti e loro tfr maturato, ecc... per cui dipende se i fondi propri erano necessari prima, probabilmente ne avrà, altrimenti no.
una volta quotata, una azienda può decidere un "aumento di capitale" nel caso abbia bisogno di liquidità. in tal caso , tramite la stessa procedura ( dal punto 2 in poi) proporrà una certa emissione azionaria. se accolta e come accolta, il capitale raccolto si aggiungerà alla liquidità dell'azienda.
come avrai capito, per chiedere di entrare in borsa, un'azienda DEVE avere un valore, che sia in investimenti, liquidità o cosa vuoi tu, ma deve avere un valore valutabile.

se ti risulta chiaro e logico fammelo sapere.
buona serata
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Inviato il: 8/5/2010 21:41
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  •  temponauta
      temponauta
Re: cosa c'è che non và nelle teorie economiche
#44
Dubito ormai di tutto
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Citazione:

a_mensa ha scritto:
@ temponauta

Citazione:
In questo contesto le teorie monetarie e economiche sono drogate come la moneta e quindi lasciano il tempo che trovano. La moneta del futuro dovrà necessariamente tornare a costituire un credito, con una disponibilità (sinonimo di emissione) controllata dal governo centrale.


credo che tu abbia già una visione più allargata del problema monetario, ma non condivido la conclusione.

invito anche te a seguire la traccia di ragionamento che sto tentando con altri, ed ogni obiezione sarà graditissima.


Prima di addentrarci nelle teorie economiche e nei giochi della finanza dico senza dubbio alcuno che esiste la MADRE di tutti gli inganni e alberga nel sistema monetario.
La moneta è un valore numerico che misura un valore reale e che viene usata come mezzo per agevolare gli scambi di beni e servizi nella società organizzata.
Data questa equazione è ovvio che tutta la moneta messa in circolazione deve corrispondere (più o meno) al valore di tutto il sistema (società organizzata) che l'ha creata.
Quindi, senza indagare sul signoraggio intascato dai soliti noti ai danni del popolo titolare della sovranità monetaria nazionale, l'intera massa monetaria (es.italiana) dovrebbe fotografare il valore dell'Italia e supportare gli scambi di ricchezza che si verificano all'interno e all'esterno.
Ma le banche private, con il sistema truffaldino del frazionamento del credito (fattore tempo), creano anch'esse moneta, addirittura creando nuove varianti di moneta (moneta di conto, addegni, ecc.).
Questa massa di moneta che creano al di fuori della sovranità nazionale è pari ad oltre 10 volte quella creata istituzionalmente (se non molto di più) ma non fotografa nessun valore reale (i beni di tutte le banche sono un milionesimo almeno del valore Paese).
Tanto è vero che avendo fissato la riserva obbligatoria di denaro contante (quello vero dello Stato) nel solo 2% (Maastricht), se tutta la gente volesse ritirare i suoi risparmi contemporaneamente, le banche dovrebbero richiedere allo Stato-banca centrale il 98% mancante (semplicemente perchè inesistente essendo stato prodotto dal nulla).
Quindi il primo unico sacrosanto provvedimento è impedire alle banche di creare moneta propria con la quale arricchirsi a piacimento.
Se poi si considera l'ulteriore inganno della finanza non di servizio (finanziamenti), si comprende che il "sistema" è falso e tutte le teorie che con la matematica cercano di spiegare i meccanismi del sistema sono asservite ad esso e quindi complici del grande inganno.
Inviato il: 8/5/2010 22:14
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  •  a_mensa
      a_mensa
Re: cosa c'è che non và nelle teorie economiche
#45
Sono certo di non sapere
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Da roncello (mi)
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caro Floh
scusa se ho usato le sole virgolette e non le citazioni perchè ho preparato sul writer la risposta, ma questo è riferito al tuo sopra.

Non ho commentato il post 18, perché dalle prime righe ho capito che mancano troppi elementi per paragonarlo ad una esperienza reale.

“Abbiamo 10 penne in vendita.”
Queste 10 penne sono già state pagate o no a chi le produce ?
Se si occorrevano altre 20 monete, se no esiste un debito del negoziante per 20 monete.

“Abbiamo perciò circolanti 40 monete totali, ossia pari al valore di mercato dei beni circolanti.”
Devo dedurre che chi le produce non le compera, quindi c’è il debito.

“Finché non ne saranno vendute almeno 5 sarà inutile produrne altre perché non vi è ancora la è richiesta.”
Questa è solo una ipotesi perché dipende sia dai tempi che occorrono per produrle che quelli per venderle. Ovvero le scorte sono una variabile del mercato (se siamo all’inizio dell’anno scolastico possono esser poche, se siamo alla fine, più che sufficienti.

Ecc.. ecc…

Se fai un esempio devi definire meglio, almeno i particolari che influiscono su quanto vuoi dimostrare.
Dato che in tale esempio, avevo colto una (scusami) gran confusione, allora ho cercato di partire dall’inizio.
Se vuoi capire, pertanto, credo sia meglio che segui il ragionamento dall’inizio, poi sarai tu a decidere se tale esempio era o no “gestibile”.

“Ovviamente condivisibili ma, a mio vedere, non sono dei punti poi così difficili da applicare.”

Purtroppo sul punto 1 si scornano tutte le teorie economiche nel momento di applicarle.

“Ni, perdonami ma ti prego di avere pazienza, come ti ho già detto più volte sono troppo ignorante in materia.”

Non è un problema per me, ma ti prego di non fare salti logici, su quasi tutta la materia.

“Ma il problema che evidenzia il film, a quanto ho capito, è che la quantità di denaro circolante è minore di quella che dovrebbe essere resa alle banche, non si parla della legittimità di guadagno da parte delle banche per i lavoro svolto...”

Non se ne parla perché altrimenti tutto il castello costruito sul falso problema non avrebbe senso.
Ora ti faccio un esempio.
Io chiedo alla banca 1000. Io + la società che mi circonda possediamo complessivamente TOT.
La banca crea i 1000 e me li da al 10% annuo di interesse. Ora io + la società possediamo 1000+ TOT.
con i 1000 faccio ciò che devo fare, prima li spendo poi creo qualcosa che vendo e raggiungo la cifra che devo alla banca ovvero 1100. Io + la società possediamo ancora 1100 + (TOT-100).
(io 1100 e la società TOT-100).
Vado in banca e chiudo il mio prestito pagando i 1100. Se fermi il ragionamento qui, è ovvio che la società ha 100 in meno, ma dov’è il pagamento delle spese della banca ? ecco cosa manca e cosa rende falso tutta la dimostrazione.
Se continui invece il ragionamento dovrai dire:
la banca incassa 1100 con i quali 1000 annulla il prestito “creato” e con i 100 paga i suoi dipendenti, che fanno parte della società, e con quei soldi andranno a fare la spesa, e quindi quei 100 andranno a sommarsi al (TOT-100) esistente e quindi tornerà TOT.
Tifaccio notare che, se anche non spendesse 100 subito, alla fine dell’anno presenterà un bilancio in cui la sommatoria di tutti i “100” rappresentano le entrate.
La banca dopo aver con esse pagato i dipendenti, i locali, ecc… e tutte le spese vive, pagato le tasse, distribuirà il restante ai proprietari come utili, e i proprietari FANNO PARTE della società.
Nel caso li trattenesse sarebbe per accumularne a sufficienza , ad esempio per acquistare un immobile, ma anche in quel caso, pagando l’immobile, tornerebbero nella società.

Chi ha creato il filmato, come la storiella di Bankestein, ha VOLUTAMENTE omesso la conclusione per creare un falso problema attorno a cui, tutti i distratti stanno discutendo, senza rendersi conto della bufala.

“Te come ovvieresti al problema?”

Non ti do la “mia” soluzione. Vorrei che ci arrivassimo insieme, col ragionamento e con quanto osservabile nella società che ci circonda.
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Inviato il: 8/5/2010 22:22
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Re: cosa c'è che non và nelle teorie economiche
#46
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@ temponauta


Citazione:
Quindi il primo unico sacrosanto provvedimento è impedire alle banche di creare moneta propria con la quale arricchirsi a piacimento.


parto di qui perchè è un sunto di una serie di errori logici.

se le banche non "creassero" moneta, non esisterebbe denaro in circolazione.
tolto il denaro risolto il problema ? direi di no. direi che avremmo creato un problema più grosso.

tutto il denaro in circolazione (M1), quindi tutte le banconote circolanti più tutto quello depositato sui conti, è stato generato a debito.
restituisci tutti i debiti ( compresi quelli dello stato) e non ci sarà più denaro.
attenzione alle parole. quando dico che TUTTO il denaro è NATO a debito, non dico che tutto il denaro E' un debito.
e ti faccio un esempio tanto per capirci.
se io chiedo un mutuo per costruirmi una casa e la banca mi da 100.000€ io ho un debito con la banca.
con quei soldi io pago l'architetto, il muratore, ecc... ora quei soldi sono di proprietà dell'architetto, del muratore, ecc... sono di loro proprietà. io ho il debito e la casa, loro hanno i soldi.
dopo cosa dovrà avvenire ? io dovrò lavorare, creare valore, vendere il frutto del mio lavoro a chi POSSIEDE il denaro, ed a quel punto potrò rendere il mutuo.
chiaro ?
ma tutto, TUTTO il denaro è frutto di un debito. togli i debiti e sparisce il denaro.



Citazione:
se tutta la gente volesse ritirare i suoi risparmi contemporaneamente, le banche dovrebbero richiedere allo Stato-banca centrale il 98% mancante (semplicemente perchè inesistente essendo stato prodotto dal nulla).


questa è l'unica cosa corretta che scrivi, solo che, non chiederebbero proprio nulla, fallirebbero e basta. e non sto qui a spiegarti il perchè (troppo lungo).



Citazione:
La moneta è un valore numerico che misura un valore reale e che viene usata come mezzo per agevolare gli scambi di beni e servizi nella società organizzata.


il valore della moneta, è il parametro più difficile da stabilire a tavolino che io (e non solo io) conosca.

se definisco il "valore" come quell'attributo personale in una certa situazione ambientale (luogo e tempo) che esprime la desiderabilità di un bene, il denaro che è definito come "unità di misura del valore", diventa unità di misura di un qualcosa che varia da persona a persona e da situazione a situazione.

attenzione che in onore degli "austriaci" ho scritto "esprime" e non "misura".

volendo definire il valore del denaro, ho usato la seguente:
il rapporto dialettico tra la disponibilità della maggior parte delle persone e il prezzo dei beni di più largo e comune consumo.
presupponendo che la maggior parte delle persone , non siano ne i più ricchi ne i più poveri.
infatti, se ci pensi, se aumenta del 10% il prezzo delle barche da diporto, ben difficilmente si avrà lapercezione di una diminuzione del valore della moneta, ma se aumenta del 2% il pane o la benzina, si avrà immediatamente la percezione di una sua svalutazione.
e mentre io avrò una chiarissima idea di quanto vale 1 o 10 €, probabilmente per Del Vecchio quelli saranno comunque solo spiccioli, così come per me hanno poco valore quindio poca differenza le monete da 1 o 2 o 5 centesimi.

non voglio ora addentrarmi nel discorso della formazione dei prezzi, e del valore del denaro, perchè è prematuro, rispetto al discorso che ho iniziato, ma se seguirai, senza voler correre troppo, capirai quante assurdità hai scritto (in buona compagnia perchè sono cose sostenute dalla maggioranza, cosa che non vuol dire siano vere).

se sto tentando un "percorso logico", è proprio perchè la materia è troppo bistrattata, non solo da persone competenti, ma da coloro che vogliono solo confondere le idee.

inoltre, seavrai la pazienza di seguire, evitando le "fughe in avanti" mi eviterai , per risponderti, di interrompere il filo logico del discorso.

la tracia del discorso, sse vuoi seguirla, la trovi nei post # 5,20,26.
il resto è tutta fuffa frutto di provocazioni.
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Inviato il: 8/5/2010 22:52
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Re: cosa c'è che non và nelle teorie economiche
#47
Mi sento vacillare
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@amensa

Ti ringrazio per la risposta.
Ho visto su CDC un tuo commento all'articolo di Uriel.
Mi sembra che l'Islanda(con voto democratico del popolo) abbia fatto cio' che predica Uriel.
E' successo un cippo come dice Uriel o l'Islanda ha avuto gravi ripercussioni?
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Inviato il: 9/5/2010 0:12
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Re: cosa c'è che non và nelle teorie economiche
#48
Sono certo di non sapere
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@ cct

Citazione:
Mi sembra che l'Islanda(con voto democratico del popolo) abbia fatto cio' che predica Uriel. E' successo un cippo come dice Uriel o l'Islanda ha avuto gravi ripercussioni?


a parte che quella islandese è una storia un po' diversa (trattasi infatti del default di due banche islandesi, che hanno così "bruciato" degli investimenti anglo/olandesi. la garanzia del governo islandese era sui depositi e non sugli investimenti. ma i governi inglese e olandese hanno rimborsato tali investitori, reclamando il rimborso da parte del governo islandese per quanto sborsato. trattasi quindi di un discorso un po' diverso e un po' più controverso dal mancato rimborso di titoli del tesoro), dal default del debito sovrano.
ma soprattutto "non è successo un cippo" io aggiungerei "per ora".
la dimostrazione sta ad esempio nel default argentino, che a anni di distanza, periodicamente, il governo argentino lancia dei "penultimatum" agli investitori ch enon hanno finora accettato i concambi a valori inferiori, chiudendo così il contenzioso.
è come in tutti i fallimenti.... fino a che tutti i creditori non si dichiareranno soddisfatti dei "pochi, maledetti e subito", e quindi, anche uno solo lascerà aperto il contenzioso, nessuno si sognerà di far credito al debitore fallito.

ps. ho già avuto uno scazzo con URIEL, che appare un critico sagace dei misfatti delle nostre società.
peccato che
1) non si tratti di una sola persona( identificato chiaramente dallo "stile" dei suoi scritti
2) gestisca il sito wolfstep dalle isole cocos.
3) pratichi la censura su ogni intervento a lui non favorevole

deduco quindi che , pur essendo gradevole e provocatorio da leggere, sia finanziato da qualche entità (posso solo sospettare da chi) perchè impossibile che si tratti di UNA persona sola che scrive a tempo perso.
e allora, dato che sospetto sempre di chi non vuole mostrarsi per quello che è, lo combatto apertamente ovunque mi capiti sulla strada.
se mi dici che nei suoi confronti ho un pregiudizio, ti rispondo che, si è vero.
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Inviato il: 9/5/2010 5:35
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Re: cosa c'è che non và nelle teorie economiche
#49
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a_mensa ha scritto:
@ temponauta


Citazione:
Quindi il primo unico sacrosanto provvedimento è impedire alle banche di creare moneta propria con la quale arricchirsi a piacimento.


parto di qui perchè è un sunto di una serie di errori logici.

se le banche non "creassero" moneta, non esisterebbe denaro in circolazione.
tolto il denaro risolto il problema ? direi di no. direi che avremmo creato un problema più grosso.



Questo è il paradigma sbagliato su cui si costruisce il grande inganno della moneta.
La moneta esprime il valore dello Stato nel suo intero e quindi solo lo stato può gestire la moneta (diciamo che è una risorsa strategica).
In una società tecnocratica potremmo benissimo fare a meno della banche private, ma avere un unico circuito bancario nazionale che provvede a tutto (mezzi sostitutivi della moneta, ecc.).
Quello che resta della funzione banche private è "comprare" il denaro dallo stato (non fabbricarselo in casa) e rivenderlo (finanziamenti) ottenendo il suo lucro (dedotte le spese). Niente altro.
Spariti i soldi insesistenti creati dal nulla e i loro mida untori, sparisce anche la finanza speculativa e tutto il mondo dei parassiti.
Non ci vogliono sofisticate teorie economiche per fare questa opera di pulizia "cosmica".
Inviato il: 9/5/2010 10:18
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Re: cosa c'è che non và nelle teorie economiche
#50
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sei molto convinto di quanto dici, pertanto permettimi di capire bene quanto affermi.

Citazione:
In una società tecnocratica potremmo benissimo fare a meno della banche private, ma avere un unico circuito bancario nazionale che provvede a tutto (mezzi sostitutivi della moneta, ecc.).


dire "provvede a tutto" può voler dire molto o niente.
allora la domanda è :
"quello che userò come denaro, sia pure cosa vuoi, mi viene dato come compenso di una prestazione verso lo stato (per cui divento io il proprietario di tale denaro) oppure mi viene dato in prestito (per cui prima o poi lo devo rendere) ?
oppure hai in mente qualcosa d'altro ? è importante sapere a quale titolo io potrò avere tale denaro.

Citazione:
Spariti i soldi insesistenti creati dal nulla

per far sparire i soldi creati dal nulla, significa che pensi a denaro con valore intrinseco (oro, argento, o altro ?), ma allora pensi a qualcosa di "creato artificialmente" o a qualcosa esistente in natura ?
perchè nel primo caso non vi sarebbe differenza tra questo "metallo" creato e la carta, nel secondo caso chi avesse le miniere, sostituirebbe pari pari le banche centrali attuali (creando dal nulla, ovvero estraendo , il metallo per coniare le monete). hai pensato, inoltre, a tutte quelle industrie che CONSUMANO metalli rari e preziosi ? quelli si, farebbero sparire le monete dalla circolazione.
in merito ti ricordo le vecchie monete da 1, 2 poi quelle da 5 e 10 lire in alluminio usate come anime per i bottoni, costavano infatti meno del metallo.
attendo risposta, grazie
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Inviato il: 9/5/2010 11:48
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Re: cosa c'è che non và nelle teorie economiche
#51
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perchè nel primo caso non vi sarebbe differenza tra questo "metallo" creato e la carta, nel secondo caso chi avesse le miniere, sostituirebbe pari pari le banche centrali attuali (creando dal nulla, ovvero estraendo , il metallo per coniare le monete).

Perché è ovvio che estrarre una materia prima dalla terra equivale a crearla dal nulla...

hai pensato, inoltre, a tutte quelle industrie che CONSUMANO metalli rari e preziosi ? quelli si, farebbero sparire le monete dalla circolazione.

Su questo punto sei già stato abbondantemente smentito, ma vedo che continui imperterrito per la tua strada. Giusto: mai farsi distrarre dalla realtà quando ci si inoltra nel mondo delle fate.
Inviato il: 9/5/2010 12:01
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Re: cosa c'è che non và nelle teorie economiche
#52
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Citazione:

a_mensa ha scritto:
@ temponauta
sei molto convinto di quanto dici, pertanto permettimi di capire bene quanto affermi.

Citazione:
In una società tecnocratica potremmo benissimo fare a meno della banche private, ma avere un unico circuito bancario nazionale che provvede a tutto (mezzi sostitutivi della moneta, ecc.).


dire "provvede a tutto" può voler dire molto o niente.
allora la domanda è :
"quello che userò come denaro, sia pure cosa vuoi, mi viene dato come compenso di una prestazione verso lo stato (per cui divento io il proprietario di tale denaro) oppure mi viene dato in prestito (per cui prima o poi lo devo rendere) ?
oppure hai in mente qualcosa d'altro ? è importante sapere a quale titolo io potrò avere tale denaro.

Citazione:
Spariti i soldi insesistenti creati dal nulla

per far sparire i soldi creati dal nulla, significa che pensi a denaro con valore intrinseco (oro, argento, o altro ?), ma allora pensi a qualcosa di "creato artificialmente" o a qualcosa esistente in natura ?
perchè nel primo caso non vi sarebbe differenza tra questo "metallo" creato e la carta, nel secondo caso chi avesse le miniere, sostituirebbe pari pari le banche centrali attuali (creando dal nulla, ovvero estraendo , il metallo per coniare le monete). hai pensato, inoltre, a tutte quelle industrie che CONSUMANO metalli rari e preziosi ? quelli si, farebbero sparire le monete dalla circolazione.
in merito ti ricordo le vecchie monete da 1, 2 poi quelle da 5 e 10 lire in alluminio usate come anime per i bottoni, costavano infatti meno del metallo.
attendo risposta, grazie


Perchè pensare in modo complicato quando è tutto molto semplice.
Innanzitutto premettiamo che stiamo parlando di una società a base tecnocratica, nella quale tutte le funzioni "pubbliche" sono gestite da tecnici, lasciando la funzione politica ad una ristretta cerchia di soggetti di alto valore, eletti e continuamente "monitorati" dalla "democrazia diretta", ovvero dalla possibilità per tutti i cittadini "pieni" di indicare la propria preferenza sulle decisioni più importanti per il Paese (voto elettronico permanente).
Detto questo, tanto per chiarire l'enviroment, il passaggio è molto semplice: moneta, istituto di emissione e banche private vengono tutte nazionalizzate e sottoposte a riconversione nazionalista.
Chi ha un bene espresso in (usur)euro se lo trova tradotto sul conto corrente dell'unica banca nazionale in una valuta diversa.
Tutto viene convertito e misurato nella nuova valuta e la valuta è ora custodita nel tuo bel conto corrente "nazionale".
Il moltiplicatore del credito non esiste più: la riserva obbligatoria è pari al 100%.
Qualunque cittadino "pieno" ha bisogno di denaro in prestito si rivolge alla banca nazionale che, per determinate destinazioni utili alla causa nazionale (es. acquisti di prima casa), rinuncia all'interesse.
Le banche private possono ancora esercitare il credito, ma devono "acquistare" il denaro dalla banca nazionale (es. contraendo un debito, non fabbricandosi la moneta dal nulla) e poi "rivenderlo" lucrando un profitto.
Per quanto concerne la valuta, il concetto di materia prima nobile è antiquato.
La moneta si basa solamente sulla fiducia nel Paese di emissione e, poichè rappresenta un credito/debito, è completamente sganciata dal valore della materia prima che la compone (oro, argento, ecc,).
Anzi, per dirla tutta, la moneta futura ("crediti") dovrebbe essere tutta elettronica per non ingenerare ragionamenti fasulli sul valore metallico della moneta (più i corollari della moneta buona che scaccia la moneta cattiva).
Sono sicuro di quello che dico perchè questa è la soluzione per buttare a mare l'orda dei parassiti e degli economisti predicatori della messa del tempio del dio denaro.
Inviato il: 9/5/2010 13:59
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Re: cosa c'è che non và nelle teorie economiche
#53
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@ paxtibi

Citazione:
Perché è ovvio che estrarre una materia prima dalla terra equivale a crearla dal nulla...


certo, e, visto che la tua frase ha un sapore ironico, ti spiego anche perchè.
come dicevo sopra, ogni metallo, anzi ogni minerale , oggi ha ANCHE un uso commerciale.
dato che già allo stato attuale, i preziosi (oro, argento, diamanti, ecc) non coprono che una frazione del denaro in circolazione, ildare copertura al denaro vorrebbe dire elevare il valore dei preziosi.
dato che i preziosi vengono anche CONSUMATI chi avesse le miniere si troverebbe ad avere la disponibilità di un bene, valutato molte volte rispetto all'attuale, e con la possibilità di controllarne il valore ulteriormente, solo cedendo o trattenendo il minerale estratto.
questo porterebbe il valore di tale minerale ben al di sopra del prezzo di estrazione, validando, se non al 100% almeno ad un valore molto vicino la mia affermazione.

Citazione:
Su questo punto sei già stato abbondantemente smentito, ma vedo che continui imperterrito per la tua strada. Giusto: mai farsi distrarre dalla realtà quando ci si inoltra nel mondo delle fate.


sono stato smentito, ed ho riconosciuto il mio errore, sulla QUANTITA', non sul fenomeno. il fatto che tale carenza si possa manifestare in 10 anni anzicchè in uno, non cambia un c...zo sulla bontà o meno del principio. Quando si è parlato inoltre di quantità non erano ancora arrivate le notizie che le miniere sudafricane sia di quarzo aurifero, sia di diamanti, stanno esaurendo.

allora, secondo te, chi è che sta nel mondo delle fate ?? e chi è che continua a stare nella realtà ?
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Inviato il: 9/5/2010 14:11
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Re: cosa c'è che non và nelle teorie economiche
#54
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mi sto domandando che gusto ci sia,ad impedire di portare avanti una dimostrazione.
paura di dover riconoscere di avere creduto acriticamente alle favole?
paura di non riuscire a evidenziare dei miei eventuali errori ?
se siete convinti che sbaglio o sbaglierò, non c'è più soddisfazione a lascarmi prima sbagliare e DOPO, evidenzire l'errore ?
non capisco perchè, nel momento in cui rispondendo ad un'esigenza di alcune persone, mi sono accollato l'onere di spiegare una materia sulla quale c'è anche chi si diverte a confondere le idee con bufale mostruose, debba venire interrotto in continuazione, non su quanto sto evidenziando, ma su temi o laterali, o precorrendo i tempi, o comunque usando tutti i mezzi possibili per rendere illeggibile la traccia del 3d.
ho posto due domande/problemi, ma non ho avuto il piacere di ricevere ne un "ok" ne una contraddizione.
come faccio a tenere un discorso serio, razionale, organico, se mi costringete a saltare di palo in frasca in continuazione ?
vi dà così fastidio la razionalità ?
se è così pregherò chi vuole iniziare a capirci qualcosa di contattarmi via e-mail e così libererò il campo permettendovi di crogiolarvi nelle fesserie più assurde senza alcun contradditorio.
basta dirlo, pensavo di poter avere un minimo di spazio utilizzabile da chiunque avesse voluto seguire ( e mi va bene anche contraddire, ma su quanto si stà parlando, non di altro), ma sembra che ciò dia un fastidio immenso ai cultori della verità infusa per via divina.
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Inviato il: 9/5/2010 14:28
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Re: cosa c'è che non và nelle teorie economiche
#55
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@ temponauta.

Citazione:
lasciando la funzione politica ad una ristretta cerchia di soggetti di alto valore


se capisco bene, per funzione politica intendi le linee guida, gli obiettivi, lasciando ai tecnici i dettagli attuativi.
sarebbe bene definire prima quali sarebbero gli "alti valorii" e chi li decide, tanto per non correre il rischio che siano quelli "ariani....." film già visto. scusa se già su questo punto aprirei una discussione.

Citazione:
Chi ha un bene espresso in (usur)euro se lotrova tradotto sul conto corrente dell'unica banca nazionale in una valuta diversa. Tutto viene convertito e misurato nella nuova valuta e la valuta è ora custodita nel tuo bel conto corrente "nazionale".


benissimo per il denaro posseduto, ma i crediti ? e i debiti ? cancellati ? convertiti ? e verso chi ? con che tempi ?

Citazione:
Il moltiplicatore del credito non esiste più: la riserva obbligatoria è pari al 100%


riserva obbligatoria di cosa ? della nuova moneta ? stai dicendo che la nuova banca commerciale impresta solo il denaro che ha ricevuto in deposito ? e se concede un prestito, poi io vado a fare un prelievo e non ha più soldi perchè li ha imprestati, che fà ? o sono io che resto senza ?

Citazione:
Qualunque cittadino "pieno" ha bisogno di denaro in prestito si rivolge alla banca nazionale che, per determinate destinazioni utili alla causa nazionale (es. acquisti di prima casa), rinuncia all'interesse.


va benissimo ma se prima hai affermato che deve avere lariserva obbligatoria al 100%, se non hanno depositato abbastanza denaro , che fa gli dice di tornare quandogli altri avranno risparmiato e depositato di più ?

Citazione:
Le banche private possono ancora esercitare il credito, ma devono "acquistare il denaro dalla banca nazionale


ok ma la banca nazionale che fà, lo crea o no questo denaro ? e a lei chi lo dà ? quanto ? come ? come nel senso di "a che titolo"?



Citazione:
La moneta si basa solamente sulla fiducia nel Paese di emissione e, poichè rappresenta un credito/debito, è completamente sganciata dal valore della materia prima che la compone (oro, argento, ecc,). Anzi, per dirla tutta, la moneta futura ("crediti") dovrebbe essere tutta elettronica per non ingenerare ragionamenti fasulli sul valore metallico della moneta


benissimo, ma allora torna la domanda quanta ne crea ? a chi la distribuisce e a che titolo ?

come vedi,sono tutte domande precise, che vorrebbero una risposta precisa e coerente, poi analizzando la situazione che si verrebbe a creare, dedurremo i vantaggi e gli svantaggi.
come vedi non ti blocco l'idea, ma permettimi di cercare di chiarire come dovrebbe funzionare questo eden monetario.
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Inviato il: 9/5/2010 14:56
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Re: cosa c'è che non và nelle teorie economiche
#56
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a_mensa, la risposta è che le teorie economiche non vanno bene perchè ritengono di poter spiegare un fenomeno in cui sia le unità di misura (moneta, valore), sia le regole (emissione, controllo, ecc.) non sono definite volutamente per consentire il massimo arricchimento personale da parte di una casta di parassiti, che si è presa in appalto motu proprio l'industria della moneta e della finanza.
In questo contesto, del caso scolastico e del relativo modello matematico funzionante, nessuno può avere interesse al di fuori delle aule universitarie.
Invece è al popolo e alla nazione che bisogna rapportare la "soluzione", ed è molto diversa dai divertissments intellettuali degli economisti.
Inviato il: 9/5/2010 15:01
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Re: cosa c'è che non và nelle teorie economiche
#57
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mi spiace dirtelo, ma questo è solo il modo di rispondere di chi NON SA RISPONDERE.

Citazione:
le teorie economiche non vanno bene perchè ritengono di poter spiegare un fenomeno in cui sia le unità di misura (moneta, valore), sia le regole (emissione, controllo, ecc.) non sono definite volutamente per consentire il massimo arricchimento personale da parte di una casta di parassiti


non confondere il fatto che tu non conosca le regole di tali fenomeni, col fatto che non esistano.

quando a me vengono poste domande precise, o rispondo o riconosco di non avere una risposta, oppure, se sto seguendo un ragionamento, che la risposta arriverà a suo tempo, seguendo tale ragionamento.

mi spiace che tu non capisca che tutte le belle cose che hai scritto, sarebbero una bellissima cosa se concretamente fossero realizzabili, almeno senza la bacchetta magica, e, pertanto sarebbe meglio scendere con i piedi per terra prima di impedire a chi cerca di esser razionale, di portare avanti quanto sostiene.
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Inviato il: 9/5/2010 16:03
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Re: cosa c'è che non và nelle teorie economiche
#58
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a_mensa, le regole economiche non significano nulla, e infatti non funzionano, se il sistema è sballato alla sua radice.
Ti faccio un esempio.
La pubblica amministrazione paga i suoi dipendenti al lordo, cioè calcolando le imposte, in quella che è una uscita (costi) della contabilità.
Il dipendente, con la sua dichiarazione dei redditi, restituisce allo Stato le imposte che diventano entrate.
Una partita di giro perfettamente inutile: lo stato paga al lordo il dipendente e poi si riprende le imposte.
Perchè lo fa (ed è un'attività che costa pure)?
Semplice: per non far uscire subito in bella evidenza che le entrate tributarie private non sono sufficienti a pagare la macchina dello Stato, comprensiva dei costi della pubblica amministrazione e, più in generale, dei costi della politica.
Il risultato è che per andare avanti il bilancio di questo Stato / repubblica delle banane trova la sua equazione di funzionamento economico in: spesa pubblica = entrate tributarie private (incapienti) + indebitamento pubblico.
La perfetta fotografia di uno Stato nelle mani di creditori interni (usurai) e esterni (colonizzatori).
Prima ancora delle tue leggine economiche bisogna perciò intervenire su questo squilibrio radicale, fonte di interminabili debiti passivi: si decurta il costo pubblico (in particolare con la tecnocrazia si distrugge il parassitismo della politica) e si aumentano le entrate private (dichiarazioni risibili).
Un altro esempio che ti posso fare è propriamente insito nell'inganno del denaro bancario, ed è quello che vede ogni operazione economica "finanziata" dalle banche, nel senso che l'autofinanziamento delle imprese private non esiste più (cioè investire con i propri redditi capitalizzati).
In concreto: se la Fiat vuole costruire un nuovo modello di macchina chiede i soldi in prestito alla banca e poi incarica i fornitori di creare e fornirgli tutti i pezzi necessari, i quali a loro volta, per attrezzarsi all'appalto, chiedono un finanziamento alla banca.
La morale è che il prezzo finale di una nuova macchina Fiat (in Italia si intende) da mettere in vendita, incorpora almeno il 30% di interessi passivi da finanziamento da restituire alle banche, ma, se è troppo caro e non vende bene, la colpa è del costo degli operai italiani che sono più cari di quelli cinesi.
Ma, se e quando le aziende vanno bene, perchè non si autofinanziano gli investimenti invece di ricorrere al prestito bancario?
Semplice, perchè fanno sparire gli utili all'estero in conti segreti: l'azienda in Italia è solo una macchina di arricchimento personale alla faccia dello Stato e della società organizzata.
Ma ci sono tanti altri esempi di stravolgimento economico dei mercati: potremmo parlare di filiere della distribuzione con tre / quattro livelli parassiti imposti dalla criminalità organizzata, di frodi ciclopiche sul petrolio e sull'energia, di lavoro nero che crea concorrenza sleale pagata dai lavoratori, di finanza "creativa" che muove solo da logiche speculative, e di molto altro ancora.
Di fronte a tutto questo, dove ogni settore economico e finanziario è malato terminale di malanni incurabili, le leggine degli economisti sono solo polvere sugli occhi di chi li dovrebbe aprirli per prendere il fucile.
Agli inizi del 1900 Henry Ford, il grande (e antisemita, guarda caso) costruttore americano di automobili, diceva che se il popolo avesse saputo come funziona il sistema bancario avrebbe fatto la rivoluzione prima del giorno seguente.
Da quel tempo tutto è peggiorato all'ennesima potenza e tu vieni a parlare del graal delle leggi dell'economia?
Inviato il: 9/5/2010 18:15
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  •  a_mensa
      a_mensa
Re: cosa c'è che non và nelle teorie economiche
#59
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 12/6/2009
Da roncello (mi)
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@ temponauta

Citazione:
Il dipendente, con la sua dichiarazione dei redditi, restituisce allo Stato le imposte che diventano entrate. Una partita di giro perfettamente inutile:


ma non ti passa nemmeno per l'anticamera del cervello che quel dipendente potrebbe avere altre entrate (redditi) ?
oppure che abbia delle detrazioni da fare ? ma l'hai mai fatta tu una dichiarazione delle imposte ? la sensazione che dai è di non sapere di cosa parli per trarre le conclusioni che vuoi tu, e poi masturbarti mentalmente con delle deduzioni che non stanno ne in cielo ne in terra.

Citazione:
spesa pubblica = entrate tributarie private (incapienti) + indebitamento pubblico.


un bilancio è tale se si pareggiano entrate e uscite. bilancio da bilanciare, egualiare.
nelle entrate metti tasse, accise, rendite, nelle uscite metti stipendi , ecc... se non si bilanciano per trovare i soldi per dare le tredicesime, devi cercarli sui mercati , stampando bot, cct, bpt, ecc e sperando di trovare qualcuno che ti dia dei soldi in cambio di quella roba. ma sono i rudimenti della contabilità

dai, basta mi pare che tu sia talmente indottrinato di panzane che non vale la pena di stare a discutere.
quando vorrai imparare come si fa un ragionamento serio , fai un fischio, ma poi , prima di scrivere rifletti bene.
_________________
non vorrei mai appartenere ad un club che avesse me come socio.
Inviato il: 9/5/2010 18:56
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  •  temponauta
      temponauta
Re: cosa c'è che non và nelle teorie economiche
#60
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 1/4/2010
Da
Messaggi: 2040
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a-mensa, sinceramente è più interessante parlare con la vernice fresca e chiedergli che cosa prova mentre si asciuga.
Se ti spiego perchè le leggi dell'economia non possono funzionare se il macrosistema che dovrebbero spiegare/regolare è corrotto, non puoi obiettare che devono funzionare per forza perchè la matematica è una scienza esatta.
Per me il signoraggio monetario e la moneta bancaria così come sono da sempre non saranno mai accettabili e costituiscono un crimine verso la società libera.
Gli economisti sono i complici dal colletto bianco.
Inviato il: 9/5/2010 19:31
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