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   Guerre e Terrorismo
  Io mi rendo conto...

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  •  sitchinite
      sitchinite
Re: Io mi rendo conto...
#61
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 3/6/2007
Da Roma - Pomezia
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Citazione:

Skabrego ha scritto:
Ciao Sitchinite, sapevo saresti arrivato sull'argomento.
ti chiedo un attimo di pietà, nel giro di qualche giorno dovrei riuscire a portarti un pò di materiale su cui discutere.

Però stai attento a dire che non c'è nulla oltre alle testimonianze dei sopravvissuti, vuol dire che hai affrontato l'argomento con mooolta pigrizia. Non che non esistano.

Ma di questo si parlerà nei giorni seguenti.


No nessuna pigrizia, mi son scartabellato tanti 'documenti', viste tante foto.... beh molte foto avevano didascalie fasulle, molti documenti in cui si diceva per esempio: 'il rapporto leuchter é stato smentito' non citano una opera in cui si possa verificare una analisi chimica che lo smentisca...
non son mai stati pubblicati documenti in cui viene dato mandato di gassare le persone.
Se hai documenti simili, MA CHE NON SIANO RIFERIMENTI NON VERIFICABILI, ben vengano.
Inviato il: 30/1/2009 14:28
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  •  redna
      redna
Re: Io mi rendo conto...
#62
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 4/4/2007
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Citazione:
Quante persone vennero uccise nell'Olocausto?
Chi fu coinvolto direttamente nelle uccisioni?
Chi autorizzò le uccisioni?
Chi sapeva delle uccisioni?
Perché la gente partecipò direttamente, autorizzò o accettò tacitamente le uccisioni?


queste sono le domande Skabrego a cui NESSUNO risponde.
Nel contempo si da dell'ignorante a chi dice che le camere a gas potrebbero non essere esistite.

...più che l'attimo di pietà occorre misurare le parole e poi parlare.


Citazione:
non son mai stati pubblicati documenti in cui viene dato mandato di gassare le persone. Se hai documenti simili, MA CHE NON SIANO RIFERIMENTI NON VERIFICABILI, ben vengano.

sitchinite ti stai dimenticando tutti gli anni passati e quanto si è insabbiato.
I documenti, a meno che non siano stati ri-secretati e non distrutti non ne trovi. E non certo skabrego li ha.

Non si sa il numero delle persone uccise e dai dati risulta che molti siano statii i non ebrei, più che gli ebrei stessi.
Chi fu coinvolto, chi autorizzò e chi sapeva e anche chi tenne tutto nascosto non lo si sa ancora.
Ma si attacca il revisionismo. Come se si avesse in mano la verità.
_________________
C’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di se (Oscar Wilde)
Inviato il: 30/1/2009 15:51
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  •  Skabrego
      Skabrego
Re: Io mi rendo conto...
#63
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 4/12/2006
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Ciao Redna, ti chiedo subito se mi puoi insegnare a inserire fotografie nei post, di modo che possa rispondere meglio a Sitchinite.

Quante persone vennero uccise nell'Olocausto, come hai illustrato tu è praticamente impossibile da sapere, se si considerano imprecise le statistiche rimaste (come io le considero) e soprattutto se si considera, a ragione, parte dell'Olocausto i rastrellamenti e fucilazioni delle einsaztgruppen.
Ci sono centinaia di persone che affermano di essere state coinvolte nelle uccisioni: dai membri del Sonderkommando (che però pare siano tutti dei bugiardi pagati, un pò come i pazienti si Simoncini) alle SS (non solo nei processi Sit! Guardati Shoah) ai semplici riservisti di polizia spediti in Polonia a commettere rastrellamenti (Browning - Uomini comuni, da leggere assolutamente).
Si può considerare "autorizzazione alla soluzione finale" il documento ritrovato sulla Conferenza di Wannsee.
Chi sapeva delle uccisioni? Tutti, compresi gli ebrei delle campagne polacche, che avevano perfino composto canzoni prima di essere deportati.
All'ultima domanda Redna credo che nessuno abbia risposta.

Ti ho risposto molto brevemente, perchè in poche parole mi chiedi di dirti TUTTO dell'Olocausto e ti assicuro che mi sembra una missione impossibile a meno che non venga pagato per questo per qualche anno!
Puoi trovare risposte a valanga, devi solo avere la pazienza di recuperare e visionare, leggere e magari viaggiare.
Inviato il: 30/1/2009 16:35
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  •  redna
      redna
Re: Io mi rendo conto...
#64
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 4/4/2007
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Skabrego
per quanto riguarda postare foto :
dopo aver copiato l'immagine (copia-immagine o URL immagine) premi il terzo quadratino da sinistra (prima di manager) appare: inserisci immagine web, incolli li e premi ancora invia....Non ti appare l'immagine ma solo una scritta, per verificare fai anteprima e allora vedi anche la dimensione dell'immagine.

----


Citazione:
Ti ho risposto molto brevemente, perchè in poche parole mi chiedi di dirti TUTTO dell'Olocausto e ti assicuro che mi sembra una missione impossibile a meno che non venga pagato per questo per qualche anno!


guarda che non è tanto difficile.Ai giorni nostri potrebbero essere domande così:

- quanti palestinesi sono stati uccisi finora?
- chi fu coinvolto direttamente nelle uccisioni?
- chi autorizzò le uccisioni
- chi saperva che qualcuno doveva uccidere
- perchè gli israeliani che sapevano delle uccisioni hanno sempre taciuto
e forse anche partecipato attivamente a queste uccisioni?

come vedi l'errore iniziale che non si vuole ammettere(non lo ammette israele e nemmeno la comunità inernazionale) ha fatto in modo che si perpetui un massacro a cui nessuno riesce a metter freno.

Sarebbe stato utile per tutti capire i motivi veri dell'olocausto ed essere attenti altresì a non fare altri sbagli e a non commetterne di peggio.
Il revisionismo non dovrebbe nemmeno esserci se dall'inizio ci fosse stata raccontata la vera storia dell'olocausto (non solo ebraico).

Detto questo è facile capire che i musei dell'olocausto hanno il solo scopo di continuare al raccontare la storiella che si racconta da 60anni e chi dice che è diversa da come si racconta è tacciato proprio da chi conosce la costituzione e la libertà di espressione sancita in diversi articoli.

°°°°°
Siamo disposti ad accettare la negazione di eventi importantissimi per la storia umana, ma non è possibile mettere in dubbio le modalità e i risultati dei campi di concentramento tedeschi della II guerra.
Il negazionismo è un altra cosa, ma il revisionismo, specialmente di un periodo così recente, dato che studi più che seri sono stati fatti con testimoni, raffronti tecnici, fotografie, filmati, etc. secondo la mia opinione val la pena di ascoltarli.
Impedire questo tipo di confronto rappresenta un'estrema debolezza di chi vuol sostenere la versione così pubblicizzata ai giorni nostri.
Versione che di persè è già una forzatura in quanto dimentica sovente di citare le numerose categorie di persone che passarono per i campi di lavoro tedeschi.
Interessante, in ogni modo, l'estremo tentativo di fornire un paravento agli eventi odierni, perchè alla fine della fiera non è possibile sostenere che (a prescindere da quanti) i morti di 60 fa siano più importanti di chi muore oggi, in quantità assai maggiore a tutte le latitudini del mondo.
Infine, per uno stato civile, proibire per statuto il dibattito rappresenta una regressione mai vista della democrazia.
Democrazie che tollerano tranquillamente il fatto che ci siano pubblicità che ci assicurano che Dio non esiste.
Il che è legittimo dire, ma allora si dovrebbe ammettere che attribuiamo all'Holocausto un diritto metafisico, storico e antropologico superiore all'esistenza stessa.
tratto da qui
_________________
C’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di se (Oscar Wilde)
Inviato il: 30/1/2009 17:03
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  •  Skabrego
      Skabrego
Re: Io mi rendo conto...
#65
Ho qualche dubbio
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Alla fine parliamo di Auschwitz

Tutto inizia quando Kurt Prufer chiede un consulto alla Topf & Sohne, nei giorni 21 e 22 ottobre 1941 per la costruzione di un nuovo crematorio da affiancare al Krematorium I, presente nello Stammlager di Auschwitz, per intenderci quello con il cancello Arbeit Macht Frei.
I prigionieri, soprattutto sovietici, qui alloggiati, provvedono alla costruzione del campo stesso e ai vari sottocampi d'espansione, tra cui l'inizio di Birkenau. Per il trattamento ricevuto, le impossibili condizioni igieniche e il super lavoro i morti sono centinaia, tanto che il primo crematorio non basta più.
La richiesta è quella di un sistema che abbia la capacità di cremare 1440 corpi in ventiquattro ore.
Il progetto prevede due piani, uno in superficie, uno interrato. Il secondo aveva funzione di obitorio e montacarichi.
Nei giorni 20 e 25 gennaio 1942 si svolge la famosa Conferenza di Wannsee in cui si passa dall'idea di emigrazione forzata degli ebrei (ricordiamo anche il progetto Madagascar9 a quella di una soluzione finale.
Da qui il prototipo di Krematorium viene modificato.
Da qui i grandi equivoci, l'utilizzo di un prototipo EFFETTIVAMENTE progettato per la sola cremazione, per inventarne uno nuovo dedicato allo sterminio e all'eliminazione dei cadaveri.

Da marzo a giugno, incominciano, nel territorio che sarà poi Birkenau, i primi eccidi col gas all'interno del Bunker 1 (Casa Rossa) e Buker 2 (casa bianca), viene utilizzato prevalentemente gas di scarico secondo l'esempio dei Gaswagon.
Himmler ordina, nel viaggio d'ispezione del 17-18 luglio 1942, l'espansione del progetto iniziale di Birkenau portando la capacita a 200.000 prigionieri.
La costruzione del Kreamtorium II viene fissata all'interno di quest'ultimo campo.
Viene progettato un nuovo Krematorium (il III) speculare al due, come dimostra la planimetria di Birkenau di Walter Dejaco (uno dei tanti assolti in Austria negli anni '70, nell'indifferenza di tutti, alla faccia del complottone) del 15 agosto '42.
Il 19 e 20 agosto Himmler torna al campo e ordina la costruzione dei Krematorium IV e V, da il via ai lavori di costruzione delle condutture e dei camini, a carico della ditta Kohler.
Nel rapporto di questo incontro, Fritz Ertz cita gli "impianti da bagno per azioni speciali" dei Bunker 1 e 2, come esempi di ciò che si vuole ottenere.
Vengono installati i forni nel Krematorium II, e ordinati alla Topf & Sohne gli equivalenti per gli altri tre Krematorium.
Il 29/01/43 Prufer ispeziona il Krematorium insieme a Bischoff, quest'ultimo fa rapporto a Kammler indicando il 15 febbraio come data in cui il sistema sarebbe stato "pienamente operativo", in questo rapporto definisce la LeichenKeller 1 come "sotterraneo a Gas".

Caro Sitchinite,
Scendendo nello specifico, per quanto riguarda la critica basilare, cioè l'assenza delle bocchette per l'inserimento dello Zyklon nel LeichenKeller 1 faccio affidamento a quanto riportato su aaargh. (non so bene quante "a", tra l'altro mi fa molto sorridere lo scandalo per la piscina misteriosa dello Stammlager! Giusto quest'estate ho fumato un'intera sigaretta mentre la osservavamo. Se può interessare è quasi certa la presenza di un piccolo campo da calcio all'interno di Birkenau, soppresso con la costruzione, mai ultimata, del Mexico, si chiamava "Sportzplatz")

L'unico documento in mio possesso è il PMO 20995/494




Da quanto ho visto, l'unica critica mossa finora è che "potrebbero essere materiali di lavoro".

Per quanto riguarda le condutture (pmo neg.n.894, mi dispiace ma non trovo in rete nessuna immagine, vedo di riuscire a trasferirla dai cd al mac) furono trasferite a Gross-Rosen, mentre il motore per la disaerazione finì a Mauthausen.

Il problema principale resta la scarsezza dei reperti, dopo la demolizione dei Krematorium e la liberazione dei russi, ci sono mesi in cui l'area è sotto il controllo della Polonia, in attesa di una commissione. Nel frattempo però, complice la caccia al fantomatico "oro degli ebrei" ci sono mesi di sciacallaggio nei campi.

Basta confrontare i ruderi del tempo con quelli di oggi per rendersi conto della differenza:



Non riporto nessuna testimonianza, nessuna confessione o ammissione rubata, visto che sono considerate tutte inattendibili.
Restano però un paio di domande da porre:
-Nel caso i Krematorium non fossero altro che crematori, a cosa sarebbero serviti 4 impianti, per una capacità complessiva di circa seimila corpi al giorno?
-Possibile che tutti i tentativi, documentati, di sperimentazione di omicidio di massa con camere a gas in strutture "mediche" per l'eutanasia di handicappati, i Gaswagon e i Bunker 1 e 2 non abbiano avuto seguito?

Ben venga il revisionismo se aiuta a scoprire di più sulla verità, anche perchè di revisionismo se ne è fatto parecchio: è un pò scocciante pensare che la "favoletta" fosse già pronta e impacchettata il giorno dopo la fine della guerra. Questo non è affatto vero, anzi, si può dire che il vero sforzo, individuare le responsabilità del "mondo libero", non è ancora stato compiuto del tutto.
A proposito
http://www.kelebekler.com/occ/auschwitz.htm

Grazie Redna per avermi insegnato questo simpatico trucchetto delle foto, le domande che riproponi sono quesiti veramente grandi, su cui credo sia meglio che contribuiscano anche gli altri utenti.
Per esempio l'affermazione più importante è proprio questa:

"Sarebbe stato utile per tutti capire i motivi veri dell'olocausto ed essere attenti altresì a non fare altri sbagli e a non commetterne di peggio."

Io non so i motivi dell'Olocausto, nessuno credo li sappia.
Per quale motivo organizzare un eccidio così vasto e soprattutto generalizzato?
Sitchinite sbaglia a dire "ci sono solo ricordi di ebrei", questa è la visione di una pochezza infinita.
Gli oppositori politici? I partigiani polacchi? Gli zingari? Gli handicappati? I prigionieri di guerra? Gli omosessuali? i testimoni di geova?
Questi non contano a quanto pare, perchè non fruttano ne alla propaganda sionista ne a quella negazionista.
Perchè è impossibile trovare un senso dietro a tutto questo, è difficile capire l'impiego spaventoso di uomini, energie e mezzi impiegati per lo sterminio. Treni, personale per i rastrellamenti, migliaia di soldati utilizzati per le fucilazioni e cremazioni piuttosto che essere mandati al fronte.
Si volevano derubare persone? C'era bisogno di Bergen-Belsen?
Si volevano schiavi per la produzione? questo era il ragionamento degli ebrei dei ghetti: "non ci uccideranno, hanno bisogno di noi, perchè lavoriamo per loro"

Non c'è nessun progetto razionale dietro a questo, se non la volontà di uccidere.
Se si pensa che lo sterminio sia stato inventato e costruito a tavolino per legittimare gli ebrei, vent'anni dopo ad ottenere Israele, siamo fuori strada e parecchio.
Innanzitutto perchè farlo davvero? Non si poteva simulare (ah! questa è l'idea brillante dei negazionisti!).
Perchè trascinare milioni di persone che non avevano e non avrebbero avuto mai nulla a che fare con Sion in questa storia?
Perchè in situazione di ritirata, portare con sè tutti i prigionieri che potevano ancora "essere uccisi"?
Sicuramente non per evitare che raccontassero tutto ai russi, contando il numero degli infermi e malati terminali abbandonati a Birkenau.
Perchè non usare la micidiale arma della propaganda per denunciare questo crimine fin da subito?
Le domande sono tante, mettiamoci al lavoro.
Inviato il: 30/1/2009 19:14
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  •  kataclisma
      kataclisma
Re: Io mi rendo conto...
#66
Mi sento vacillare
Iscritto il: 8/12/2008
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Citazione:
Versione che di persè è già una forzatura in quanto dimentica sovente di citare le numerose categorie di persone che passarono per i campi di lavoro tedeschi.

Interessante esempio di revisionismo, i campi prima detti di concentramento diventano di lavoro...mi domando a questo punto come fosse la mensa e specialmente lo stipendio...
In quest'ottica assume una certa plausibilità anche questo altro aspetto del revisionismo:
Citazione:
Lo Zyklon B (acido cianidrico) veniva usato sia nelle camere di disinfestazione (per uccidere i pidocchi), sia nelle camere a gas omicide (per sterminare esseri umani). La constatazione che nelle prime si trovino ancora alte concentrazioni di cianuri mentre nelle seconde solo tracce, dimostrerebbe, per i negazionisti, che le camere a gas non sono mai esistite e che lo Zyklon B serviva solo per prevenire le epidemie di tifo petecchiale.

Effettivamente chiunque si preoccuperebbe della salute della sua forza lavoro.
Citazione:
Kataclisma:
Tragedia è stata la shoah come tragedia è la situazione palestinese attuale, non c'è bisogno di dimostrare che la prima non sia mai avvenuta per poter affermare quanto sia tremenda la seconda.
Qualcun altro:
No, anzi. C’è assolutamente bisogno di enfatizzare la prima affinché venga tenuta in secondo piano la seconda

Molto simpatica come analisi di quello che ho detto, peccato che significhi esattamente il contrario...
Quello che dici tu accade proprio perchè c'è qulacuno che continua a confrontare le due tragedie, dando la possibilità di pensare che la prima sia peggiore della seconda, mettendola così in secondo piano.
Se si iniziase a ragionare distinguendo le due cose, come sto suggerendo da un mese, si capirebbe facilmente che sono entrambe pagine pessime della storia dell' umanità.

Ahmbar:
Citazione:
Come prima cosa intendevo dire che hai fatto una domanda enorme, come seconda ti ringrazio dei complimenti

Mi scuso se ho interpretato male la tua frase e per i "complimenti" conseguenti...
Citazione:
come terza ti invito a fare una piccola autocritica: se hai bisogno di riscrivere 3/4 volte le stesse cose non solo a me, che sono dotato di intelligenza evidentemente deficiente, ma anche agli altri tuoi interlocutori, non e' che forse sei tu che esprimi i tuoi concetti in maniera poco chiara?

Effettivamente hai ragione ti ringrazio per il consiglio, anche se comunque avevo già iniziato a farla, l'autocritica.

Citazione:
Non è questione che vada bene o meno. Se tu dici che "gli ebrei" hanno diritto ad uno stato, allora hanno ragione quelli di Forza Nuova a voler mandare via gli stranieri dall'Italia (gli italiani hanno diritto al loro stato), i white supremacist dell'Alabama hanno il diritto di cacciare i negri dalle loro terre (i bianchi hanno il diritto al loro stato) e via discorrendo.

Non posso sopportare che, anche se dovesse discendere unicamente dalla mia incapacità espressiva, mi vengano attribuite idee lontane da me anni luce e assolutamente infamanti, di questo tipo.
Quindi, senza alcun vittimismo, lascio spazio alla vostra superiore competenza e proprietà di linguaggio, poichè sono certo di non essere capace di esprimermi meglio di come ho fatto finora.
Tutto sommato, inoltre, credo che il mio punto di vista, oltre che incomprensibile, esclusivamente per mia incapacità, sia anche superfluo in questo contesto.
_________________
E' preferibile essere ottimisti e avere torto, piuttosto che pessimisti e aver ragione.
Einstein
Inviato il: 30/1/2009 19:16
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  •  redna
      redna
Re: Io mi rendo conto...
#67
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 4/4/2007
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Le controversie sull'Olocausto

è ora di un dibattito serio

Bradley Smith

Il problema Attuale

Nessun altro argomento allerta i benpensanti come il revisionismo sull'Olocausto. Naturalmente si può dibattere ogni importante evento storico, ma alcuni gruppi di pressione hanno reso l'Olocausto un'eccezione, corrompendo con i dogmi lo spirito critico, anche all'interno di scuole e Università. Gli studenti dovrebbero essere invitati ad approfondire le ricerche sulla storia dell'Olocausto così come avviene per ogni altro fatto storico. Questo non è un punto di vista estremo o radicale: le sue basi risalgono a qualche secolo fa, ad un periodo chiamato Illuminismo.

Il problema storico

I revisionisti concordano con gli storici "ortodossi" sul fatto che il regime nazionalsocialista tedesco scelse di riservare, agli Ebrei, un trattamento particolarmente brutale. A ciò si aggiunga che i nazisti, oltre ad inquadrare gli Ebrei nell'ottica dell'antisemitismo tradizionale, li ritenevano una forza al servizio del comunismo mondiale. Durante la II guerra mondiale, gli Ebrei tedeschi erano considerati un pericolo per l'attività bellica, oltre che nemici della patria, situazione affine a quella vissuta dai giapponesi in America. Di conseguenza vennero spogliati dei loro diritti, ghettizzati, reclutati per i lavori di fatica, privati dei loro beni, deportati dalle terre d'origine e variamente maltrattati. Molti di loro perirono tragicamente in questo inferno.

Gli storici revisionisti si differenziano da quelli ortodossi in quanto negano che lo stato tedesco abbia mai perseguito una politica di sterminio, nei confronti degli ebrei o di chiunque altro, attuata mediante l'utilizzo di camere a gas o di altre forme di abuso e di negligenza. I revisionisti sostengono, inoltre, che la cifra di sei milioni di Ebrei volutamente sterminati sia una menzogna e che nei campi europei controllati dai Tedeschi non vi fu mai nessuna camera adibita alla gassazione dei prigionieri. Esistevano, al contrario, numerosi apparati per la pulizia e la disinfestazione dei vestiti, progettati per prevenire il diffondersi di malattie tra i prigionieri. Verosimilmente è proprio da questa procedura, volta a salvare vite umane, che è emerso il mito delle camere a gas.

I revisionisti ritengono che i governi alleati abbiano deciso di perpetuare la loro oscura propaganda sulle pretese atrocità tedesche, ben oltre la fine della guerra, essenzialmente per tre ragioni. In primo luogo era necessario continuare a giustificare i sacrifici sopportati per aver combattuto due guerre mondiali. Secondariamente, gli Alleati intendevano sviare l'attenzione dai brutali crimini contro l'umanità da loro stessi commessi, tra i quali rientrano, a parte le indicibili atrocità di cui si macchiarono i Sovietici, i bombardamenti incendiari delle popolazioni civili nelle città tedesche e giapponesi. Infine, per terzo e più importante motivo, era necessario dare una giustificazione agli accordi postbellici che, tra l'altro, comportarono l'annessione alla Polonia di vasti territori tedeschi, territori che non erano, peraltro, aree di confine contese, ma che appartenevano indiscutibilmente alla Germania. I milioni di Tedeschi residenti in queste regioni furono spogliati di tutto e brutalmente cacciati dalle proprie case. Diverse centinaia di migliaia di loro morirono.

Durante la guerra e nel periodo postbellico le organizzazioni sioniste si accordarono con i governi alleati per formulare e diffondere una vera e propria propaganda di odio verso la Germania e i Tedeschi. Rimane ancora il dubbio che il loro scopo fosse quello di catalizzare la compassione del mondo assieme al sostegno finanziario e politico per le proprie cause, soprattutto in vista della formazione dello stato di Israele. Oggi, mentre i benefici politici dell'Olocausto sono andati scemando, la storia gioca ancora un ruolo importante nelle ambizioni dei sionisti e di altre organizzazioni radicate nella comunità ebraica. Sono i leader di queste organizzazioni politiche e propagandistiche che continuano a darsi da fare per sostenere la leggenda dell'Olocausto e il mito delle atrocità tedesche della II guerra mondiale.

Coloro che ritengono che queste interpretazioni siano antisemite, pretendono di aver letto qualcosa che semplicemente noi non abbiamo scritto. I revisionisti non accusano gli esponenti di punta degli Ebrei di aver fatto, durante e dopo la guerra, nulla che anche gli stessi alleati non abbiano fatto.

Per coloro che ritengono che il processo di Norimberga abbia fatto piena luce sui crimini di guerra tedeschi, sarà un grosso colpo sapere che l'allora presidente della Suprema Corte di Giustizia Americana, Harlan Fiske Stone, descrisse il collegio giudicante come "un gruppo di linciatori".

Le fotografie Tutti noi abbiamo visto "le fotografie". I documentari registrati dai fotografi inglesi e americani durante la liberazione dei campi tedeschi e in particolare le strazianti immagini di Dachau, Buchenwald, Bergen-Belsen. Questi film e queste foto sono tipicamente presentati, palesemente o implicitamente, in modo tale che la scena risulti essere la terribile conseguenza della deliberata politica di sterminio messa in atto dai Tedeschi.

Le fotografie sono autentiche. L'uso che se n'è fatto o distorto.

Da parte tedesca, non fu mai attuata, in nessuno dei campi, una politica volta intenzionalmente a procurare la morte degli internati. Negli ultimi mesi di guerra, mentre i Russi avanzavano da est sul suolo tedesco, le truppe inglesi e americane distruggevano sistematicamente, con bombardamenti a tappeto, tutte le maggiori città tedesche. I trasporti, la distribuzione e il sistema medico-sanitario giunsero al collasso. Tale era lo scopo dei bombardamenti alleati che sono, infatti, stati descritti come la più tremenda barbarie vissuta in Europa, dall'invasione dei Mongoli.

Milioni di rifugiati, fuggendo dai Sovietici, si riversarono in Germania. I campi, ancora sotto controllo tedesco, furono sommersi dagli internati che arrivavano da est. Agli inizi del '45 gli ospiti dei campi furono colpiti dalla malnutrizione e da varie epidemie di tifo, febbre tifoide, dissenteria e diarrea cronica. Perfino il sistema mortuario raggiunse il collasso. Quando la stampa, assieme ai soldati inglesi e americani entrò nei campi, si trovò semplicemente di fronte a questa situazione. E' questo che ritraggono "le fotografie".

In campi come Buchenwald, Dachau e Bergen-Belsen furono liberate decine di migliaia di internati che apparivano ancora relativamente in buona salute. C'erano anche loro quando "le fotografie" vennero scattate. Esistono documenti filmati che mostrano queste persone camminare, parlare e scherzare tra loro. Altre foto ritraggono i prigionieri che lanciano in aria i cappelli per salutare i loro liberatori.

E' quindi del tutto naturale chiedersi perché nessuno ha mai visto queste foto e questi filmati, mentre gli altri "documenti" ci vengono propinati anche centinaia di volte.

Documenti Ai portavoce delle associazioni che sostengono la veridicità dell'Olocausto preme assicurare al mondo che esistono e sono state recuperate "tonnellate" di documenti comprovanti il genocidio degli Ebrei, ma qualora vengano sollecitati in proposito, non si riceve altro che una manciata di carte di dubbia autenticità e discutibile interpretazione. Messi di fronte all'evidenza, i leader delle già citate associazioni, sono costretti ad ammettere che non esista una tale mole di prove e a giustificarsi sostenendo che i Tedeschi distrussero ogni cosa avesse potuto dimostrare le loro malefatte, che usassero codificare i propri documenti o ancora, che gli ordini per gli assassinii di massa venissero impartiti a voce.

Riguardo al preteso genocidio degli Ebrei europei, tutte le testimonianze scritte indicano che non ci furono mai né ordini, né piani in proposito, né la destinazione di parte dei bilanci, né armi (cioè nessuna cosiddetta camera a gas), e neppure vittime (non esiste in alcuno dei campi nessuna autopsia che testimoni una sola morte per gassazione).

Testimonianze Oculari

Per "provare" il genocidio degli Ebrei europei, gli storici dell'Olocausto dipendono ormai quasi esclusivamente dalle "testimonianze oculari", molte delle quali sono ridicole e del tutto inaffidabili. La storia è piena di gente che pretende di essere testimone oculare di ogni cosa, dalle streghe ai dischi volanti.

Durante e dopo la guerra, furono molte le "testimonianze oculari" delle camere a gas di Buchenwald, Bergen-Belsen, Dachau e di altri campi situati in suolo tedesco. Oggi, quasi tutti gli storici illustri riconoscono che queste testimonianze sono assolutamente false e che nessuna camera a gas è mai esistita all'interno dei campi tedeschi.

Gli storici ortodossi continuano a ritenere, comunque, che tali strumenti di morte si trovassero invece ad Auschwitz e in altri campi polacchi. In realtà, le prove e le testimonianze oculari che suffragherebbero tale ipotesi non sono qualitativamente diverse da quelle che volevano la presenza di camere a gas in Germania.

Durante i processi per crimini di guerra, molti testimoni oculari giurarono che i Tedeschi producevano sapone e paralumi rispettivamente con grasso e pelle umana. Gli alleati riuscirono perfino a produrre le prove di tali accuse. Per decenni, nelle più prestigiose Università dell'Occidente, professori e studiosi confermarono queste menzogne, inducendoci a credere che fossero "incontestabilmente autentiche". Tuttavia, con il passare del tempo, molti di questi racconti sono divenuti insostenibili, tanto che, nel 1990, Yehuda Bauer, responsabile degli studi sull'Olocausto presso l'Università di Hebrew a Tel Aviv, dovette ammettere: "I Tedeschi non hanno mai trasformato i corpi degli Ebrei in sapone..." (The Jerusalem Post" Edizione Internazionale, 5 maggio 1990, p.6). Questo è solo un recente esempio di come un'"incontestabile verità" sull'Olocausto si trasformi in una grossolana menzogna.

Riguardo alle confessioni dei Tedeschi processati per crimini di guerra, è ora emerso che moltissime furono estorte mediante minacce, intimidazioni, e perfino torture fisiche.

Auschwitz

Lo storico britannico David Irving, forse lo storiografo di lingua inglese più letto al mondo, ha definito la storia del campo di sterminio di Auschwitz "una nave che affonda", aggiungendo che "ad Auschwitz non è mai esistita alcuna camera a gas".

Il museo statale si Auschwitz ha recentemente rivisto le asserzioni secondo cui quattro milioni di esseri umani persero la vita nel campo. Si dice oggi che probabilmente furono un milione. Ma che prove fornisce il museo dell'attendibilità di quest'altra cifra? Nessuna! I propagandisti comunisti che gestiscono il museo hanno sistemato nelle bacheche pile di capelli, stivali, occhiali, ecc. Queste vetrine sono sicuramente efficaci strumenti di propaganda, ma non valgono niente come documentazione storica delle "gassazioni" o dello "sterminio".

I revisionisti vogliono ora sapere dove sono stati, per quarantacinque anni, quei tre milioni di anime. Anche loro fanno parte dei favolosi sei milioni?

Coloro che portano avanti la storia dell'Olocausto, spesso si lamentano che "il mondo intero" rimase indifferente al genocidio che, a quanto pare, si stava consumando nell'Europa occupata. Quando si chiedono loro i motivi di questo comportamento, viene risposto che ciò è probabilmente dovuto alla natura stessa delle popolazioni europee. Altre volte si dice, invece, che la gente non ha compreso l'enormità di quanto stava avvenendo. Rimane il fatto che il mondo ha risposto con l'indifferenza. E come altrimenti avrebbe potuto rispondere ad un qualcosa che non stava avvenendo?

Certo è che, se davvero fossero esistite queste "fabbriche di morte" in Polonia, sicuramente la Croce Rossa, il Papa, le associazioni umanitarie, i governi alleati, i governi neutrali e figure di spicco quali Roosevelt, Truman, Churchill, Eisenhower e molti altri se ne sarebbero accorti e non avrebbero tardato a porre ferma la loro condanna. Non lo fecero! I sostenitori della teoria dell'Olocausto ammettono che solo una ristretta cerchia di individui, molti dei quali legati alla propaganda giudaica, credeva che ciò fosse vero. La rinascita della storia dell'Olocausto fa pensare ad una campagna pubblicitaria ben orchestrata, piuttosto che a qualcos'altro.

Winston Churchill scrisse sei volumi della sua opera monumentale "La II guerra mondiale" senza mai accennare ad alcun progetto di genocidio o di sterminio di massa. Probabilmente la cosa gli è sfuggita. Dwight D. Eisenhower, nelle sue memorie, intitolate "Crociata in Europa" non fa alcun riferimento alle camere a gas. Il tremendo arnese di morte non era forse degno di qualche riga? O forse il presidente Eisenhower fu poco sensibile ai problemi degli Ebrei?

Il "politicamente corretto" e il revisionismo

Molta gente, quando per la prima volta viene in contatto con il revisionismo, rimane sconcertata. Le spiegazioni sembrano avere una certa logica... ma, "come è possibile?". Tutto il mondo crede all'Olocausto. Non è possibile che una cospirazione abbia potuto seppellire la verità per mezzo secolo.

Per comprendere come tutto ciò sia potuto accadere, è sufficiente riflettere sull'ortodossia politica e intellettuale dell'Europa medievale, della Germania nazista, o dei paesi del blocco comunista. In ognuna di queste società la grande maggioranza degli intellettuali si sottomette al pensiero comune. Asserviti all'ideologia prevalente e al suo modo di vedere e interpretare la realtà, questi studiosi sentono che è loro diritto, e perfino loro dovere, proteggerne e tutelarne ogni minimo aspetto. E' indirizzata a questo scopo l'oppressione cui sono sottoposti tutti coloro che a questa ideologia non sono e non vogliono allinearsi e che tentano di veicolare pensieri "offensivi" o "pericolosi". In ognuna di queste società sono gli intellettuali a svolgere la funzione di controllo delle idee.

Nella nostra società, all'interno del dibattito sul "politicamente corretto", c'è qualcuno che volutamente tenta di banalizzare la questione, sostenendo che, in realtà, non ci siano problemi di libertà di pensiero e che il "politicamente corretto" si riduca a poche regole finalizzate alla tutela delle minoranze. In realtà esiste anche un aspetto più serio e più profondo: all'interno di una qualsiasi Università esiste un ampio nucleo di idee e di punti di vista che è proibito discutere in pubblico. Perfino di fronte a fatti o realtà palesi, però politicamente sconvenienti, si sceglie di sopprimere e censurare. Per avere un'idea di come pensino e agiscano gli intellettuali organici all'ideologia dominante, basti osservare la loro reazione quando un tabù viene rotto e, ad esempio, è concesso ai revisionisti uno spazio pubblico.

Per prima cosa si dicono tremendamente offesi dal fatto che idee tanto oltraggiose e pericolose possano essere pubblicamente espresse. Rifiutano comunque di rispondere e di prendere parte alla discussione, perché ciò significherebbe dare una legittimazione ai revisionisti. Attaccano gli avversari attribuendo loro epiteti come "antisemita", "razzista", "neonazista" e additandoli come potenziali stragisti. Accusano i revisionisti di mentire, ma non specificano su cosa, né concedono loro repliche o faccia a faccia.

I sostenitori della veridicità dell'Olocausto accusano i revisionisti di essere gente piena di rancore e di diffondere una dottrina dell'odio. I revisionisti, però, non sono seguaci di una dottrina o di un'ideologia, ma semplicemente degli studiosi. Se gli storici e gli altri intellettuali ortodossi cercano chi diffonde l'odio, diano prima un'occhiata a se stessi e alle proprie dottrine.

Chiunque voglia invitare uno storico revisionista all'interno di un Ateneo è duramente attaccato e anche quando l'ospite riesce a prendere la parola, accade spesso che sia subito zittito e minacciato. Le biblioteche e le librerie subiscono intimidazioni di ogni tipo quando prendono in considerazione il materiale revisionista. Tutto questo continua sotto gli occhi della maggior parte dei Rettori e dei presidi di facoltà, che se ne stanno in silenzio lasciando che siano gli attivisti politici a decidere ciò che è bene leggere e ciò che non lo è.

In secondo luogo, gli intellettuali ortodossi cercano di distruggere il revisionista eretico sia nella sua credibilità professionale, sia finanziariamente, avviando e coordinando varie azioni legali contro la sua persona. I tribunali sono talora usati per attaccare il revisionismo: si cerca di sostenere che la scuola revisionista sia stata dichiarata falsa durante un qualche dibattimento. In realtà le tesi revisioniste non sono mai state giudicate o valutate nel corso di un processo.

Infine si cercherà in tutti i modi di "raddrizzare" quella fetta di media o di docenti che ha concesso spazi ai revisionisti.

Può perfino essere un istruttivo esercizio intellettuale quello di riconoscere e di individuare gli argomenti, oltre al revisionismo storico, che potrebbero infastidire, generando le medesime reazioni.

Di recente alcuni presidi e Rettori hanno stabilito che le amministrazioni degli Atenei dovrebbero porre in essere azioni concrete per sbarazzarsi di tutte quelle idee pericolose per lo stesso sistema universitario. Sicuramente con ciò si è scelto di assumere una posizione liberticida e di offrire un invito esplicito alla tirannide. Qualunque gruppo, munito di una robusta base militante, potrebbe, infatti, sgomberare il campo dalle idee scomode e imporre la propria ortodossia. E' certamente molto più semplice, per presidi e Rettori, eliminare le voci scomode che tenere a bada gruppi di scalpitanti e di ringhiosi, ma è indiscutibilmente il loro dovere quello di far si che le Università rimangano luoghi di libero scambio e di libera manifestazione del pensiero. Quando attraverso le idee si provocano dei danni è giusto colpire il responsabile del danno, non l'idea in se stessa.

Conclusioni

L'influsso del revisionismo, che vede le sue origini risalire al 1977, con la pubblicazione del libro La menzogna del XX secolo di Arthur R. Butz, sta crescendo a vista d'occhio sia negli Stati Uniti, sia in Europa. Oggi il prof. Butz è ordinario di ingegneria elettrica e informatica alla Northwestern University di Evanston, nell'Illinois.

Coloro che si avvicinano alla causa revisionista, compongono un ampio ventaglio di posizioni politiche e filosofiche. Di certo non sono né criminali, né bugiardi, né demoni come la lobby dell'Olocausto cerca di far credere.

Non esistono demoni nel mondo reale. Anzi, le persone raggiungono i livelli più bassi proprio quando iniziano a vedere e demonizzare l'avversario come l'incarnazione del diavolo.

La loro logica è destinata ad una triste fine.

l'articolo è qui


Citazione:
Durante la guerra e nel periodo postbellico le organizzazioni sioniste si accordarono con i governi alleati per formulare e diffondere una vera e propria propaganda di odio verso la Germania e i Tedeschi. Rimane ancora il dubbio che il loro scopo fosse quello di catalizzare la compassione del mondo assieme al sostegno finanziario e politico per le proprie cause, soprattutto in vista della formazione dello stato di Israele.


°°°°°°
Citazione:
Se si pensa che lo sterminio sia stato inventato e costruito a tavolino per legittimare gli ebrei, vent'anni dopo ad ottenere Israele, siamo fuori strada e parecchio.

Ma qualcosa andò nel verso giusto, fino alla costituzione di uno stato.
Malgrado il mondo versasse in condizioni pessime dopo la fine della guerra, ci fu chi diede sostegno finanziario e politico PROPRIO per la costituzione di uno stato ebraico.
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C’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di se (Oscar Wilde)
Inviato il: 31/1/2009 0:36
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  •  edo
      edo
Re: Io mi rendo conto...
#68
Sono certo di non sapere
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questo:
citaz.: Perchè non usare la micidiale arma della propaganda per denunciare questo crimine fin da subito?

si contrappone a questo:
citaz:: Se si pensa che lo sterminio sia stato inventato e costruito a tavolino per legittimare gli ebrei, vent'anni dopo ad ottenere Israele, siamo fuori strada e parecchio.
Ma qualcosa andò nel verso giusto, fino alla costituzione di uno stato.
Malgrado il mondo versasse in condizioni pessime dopo la fine della guerra, ci fu chi diede sostegno finanziario e politico PROPRIO per la costituzione di uno stato ebraico.

che si collega a un discorso di Benjamin Freedman, ritrovato sul libro di Maurizio Blondet "israele, usa, il terrorismo islamico" pag. 161-171

Ma credo:

citaz.: ...continua a confrontare le due tragedie, dando la possibilità di pensare che la prima sia peggiore della seconda, mettendola così in secondo piano.
Se si iniziase a ragionare distinguendo le due cose, come sto suggerendo da un mese, si capirebbe facilmente che sono entrambe pagine pessime della storia dell' umanità.

che sia necessario ripartire da qui.
(sono curioso di vedere se riceverò l'obiezione che immagino )
Inviato il: 31/1/2009 10:44
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  •  redna
      redna
Re: Io mi rendo conto...
#69
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Se si iniziase a ragionare distinguendo le due cose, come sto suggerendo da un mese, si capirebbe facilmente che sono entrambe pagine pessime della storia dell' umanità.


distinguere le due cose significa forse dire un conto è l'olocausto ebraico e un conto è la mattanza degli israeliani sui palestinesi'
Teniamo presente che la terra fu data agli ebrei ma furono i sionisti a gestirla fin dall'inizio con i Rotshild che aprirono il loro portafoglio e così cominciarono gli interessi sulla palestina da parte di molti.
Cosa significa distinguere?
Cosa significa dire hanno ragione gli ebrei o hanno ragione i palestinesi?
A chi interessa dire è più olocausto quello degli ebrei (con tanto di musei e leggi contro l'antsemitismo...) rispetto a quello che stanno patendo i palestinesi per chi gli ha rubato la terra?

Posso dire comunque dire che se esiste l'antsemitismo per legge ci dovrebbe essere l'antiarabismo per legge, visto che gli israeliani lo applicano sul loro 'presunto' territorio.

Le pessime pagine di storia dell'umanità l'umanità stessa se l'è voluta voltandosi dall'altra parte quando fu istituito lo stato di israele in terra di palestina dove NESSUNO voleva che si insediassero gli ebrei.
Le pessime pagine di storia l'umanità se le vuole ancora ora quando non fa nulla allo scopo di NON far uccidere i palestinesi nella loro terra.
Le pessime pagine di storia sono pessime pagine di storia per noi.
Per chi ha sulla pelle morti ogni giorno non sono pessima pagine di storia sono la ferocia di uomini contro degli altri uomini.
La cosa è ben diversa.

ripropongo:


Citazione:
Coloro che si avvicinano alla causa revisionista, compongono un ampio ventaglio di posizioni politiche e filosofiche.

Di certo non sono né criminali, né bugiardi, né demoni come la lobby dell'Olocausto cerca di far credere.

Non esistono demoni nel mondo reale

. Anzi, le persone raggiungono i livelli più bassi proprio quando iniziano a vedere e demonizzare l'avversario come l'incarnazione del diavolo.


e l'ultimo paragrafo è quantomai attuale!
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Inviato il: 31/1/2009 13:04
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  •  edo
      edo
Re: Io mi rendo conto...
#70
Sono certo di non sapere
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Dividere le due cose significa dare a ognuna la sua dignità e individualità, che rischia altrimenti di confondersi a seconda dei punti di vista, con i quali si crea, mentalmente, la simmetria "maggiore - minore", che per sua natura non può stare sullo stesso piano ma fatalmente pone una più in alto e l'altra più in basso.
Chi ritiene la tragedia palestinese "più tragedia" proprio perchè dovrebbe essere ben presente l'insegnamento della tragedia precedente; si contrappone a chi ritiene che la tragedia palestinese non abbia ancora raggiunto il livello della tragedia dei lager.
Chi dice di vederle benissimo entrambe sullo stesso piano, potrebbe trovarsi a descrivere una nebulosa, dove i punti di contatto diventano soggettivi.
Anche a me, viene spontaneo creare parallelismi tra l'una e l'altra, ma soprtautto perchè vorrei che questa di cui siamo diretti testimoni finisse. Mi rendo conto che agendo in questo modo, si crea un cortocircuito mentale da cui diventa sempre più intricato uscire.

Sarebbe interessante assistere a un confronto tra studiosi che analizzino gli argomenti "revisionisti" (al "cattivo" si danno sempre nomi brutti!), sulla base dei documenti storici punto e basta, eliminando qualunque implicazione e ricatto affettivo, come fa' l'anatomo-patologo sul tavolo del suo lavoro.
Haimè, chi ci comanda, pardon: governa, non vuole che questo avvenga.
Ma pare che lo faccia... per il nostro bene. Come non ringraziarlo?
Inviato il: 31/1/2009 13:52
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  •  kataclisma
      kataclisma
Re: Io mi rendo conto...
#71
Mi sento vacillare
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Citazione:
Dividere le due cose significa dare a ognuna la sua dignità e individualità, che rischia altrimenti di confondersi a seconda dei punti di vista, con i quali si crea, mentalmente, la simmetria "maggiore - minore", che per sua natura non può stare sullo stesso piano ma fatalmente pone una più in alto e l'altra più in basso.
Chi ritiene la tragedia palestinese "più tragedia" proprio perchè dovrebbe essere ben presente l'insegnamento della tragedia precedente; si contrappone a chi ritiene che la tragedia palestinese non abbia ancora raggiunto il livello della tragedia dei lager.
Chi dice di vederle benissimo entrambe sullo stesso piano, potrebbe trovarsi a descrivere una nebulosa, dove i punti di contatto diventano soggettivi.
Anche a me, viene spontaneo creare parallelismi tra l'una e l'altra, ma soprtautto perchè vorrei che questa di cui siamo diretti testimoni finisse. Mi rendo conto che agendo in questo modo, si crea un cortocircuito mentale da cui diventa sempre più intricato uscire.

CENTRO!!!!
Grazie edo mi hai fatto risparmiare i soldi che stavo per spendere per iscrivermi ad una scuola di scrittura...
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E' preferibile essere ottimisti e avere torto, piuttosto che pessimisti e aver ragione.
Einstein
Inviato il: 31/1/2009 14:17
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  •  Skabrego
      Skabrego
Re: Io mi rendo conto...
#72
Ho qualche dubbio
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Bonjour Redna, cominciamo:

1) "Nessun altro argomento allerta i benpensanti come il revisionismo sull'Olocausto."

I benpensanti! E i Matusa dove li abbiamo lasciati?

2) "I revisionisti concordano con gli storici "ortodossi" sul fatto che il regime nazionalsocialista tedesco scelse di riservare, agli Ebrei, un trattamento particolarmente brutale. A ciò si aggiunga che i nazisti, oltre ad inquadrare gli Ebrei nell'ottica dell'antisemitismo tradizionale, li ritenevano una forza al servizio del comunismo mondiale. Durante la II guerra mondiale, gli Ebrei tedeschi erano considerati un pericolo per l'attività bellica, oltre che nemici della patria, situazione affine a quella vissuta dai giapponesi in America. Di conseguenza vennero spogliati dei loro diritti, ghettizzati, reclutati per i lavori di fatica, privati dei loro beni, deportati dalle terre d'origine e variamente maltrattati. Molti di loro perirono tragicamente in questo inferno."

Qua si torna al discorso che abbiamo fatto tempo fa sul complottone giudaico massonico.
Allora, 'sti ebrei erano per il comunismo? Per il NWO ante litteram o per il Sionismo?
Nel caso siano tutti e tre insieme mettiamoci una pietra sopra oppure cerchiamo di sterminarli!
Resta che trovo una capriola mentale non da poco pensare che questi giudei abbiano pianificato la più grande ecatombe della storia, da ambo le parti, e non si siano ancora sbarazzati dei palestinesi.

3) " revisionisti sostengono, inoltre, che la cifra di sei milioni di Ebrei volutamente sterminati sia una menzogna e che nei campi europei controllati dai Tedeschi non vi fu mai nessuna camera adibita alla gassazione dei prigionieri. Esistevano, al contrario, numerosi apparati per la pulizia e la disinfestazione dei vestiti, progettati per prevenire il diffondersi di malattie tra i prigionieri. Verosimilmente è proprio da questa procedura, volta a salvare vite umane, che è emerso il mito delle camere a gas."

Mmm...è allora la Zentralsauna cos'è?







Questo edificio è posto proprio davanti alla zona che ospitava i Kanada, cioè le baracche di stoccaggio dei vestiti sequestrati.
Consideriamo l'ipotesi che i Krematorium servissero agli stessi scopi...è curioso che al pian terreno si disinfestassero gli abiti di fianco a quello, che per buona parte del revisionismo, sarebbero stati gli obitori.
Ancora più strano che un campo come Birkenau avesse a disposizione 5 impianti per la sterilizzazione dei vestiti...le cinque costruzioni più grandi del campo!

4) Da parte tedesca, non fu mai attuata, in nessuno dei campi, una politica volta intenzionalmente a procurare la morte degli internati.

Franz Suchomel
Nasce nel 1907 a Krumar. Nel 1940 lavorò nel progetto eutanasia nato per eliminare i tedeschi disabili psichici e fisici e i malati incurabili.
Fu nelle "cliniche" di eliminazione di Hadamar e Harteim dove era all'ufficio fotografico che si occupava di fotografare i "pazienti" prima di ucciderli.
Da agosto 1942 a settembre 1943 a Treblinka si occupava della selezione degli oggetti preziosi confiscati ai prigionieri.
Quando il campo venne smantellato per un brevissimo periodo fu a Sobibor e poi venne inviato a Trieste insieme al gruppo che aveva operato nei campi di sterminio di Belzec, Sobibor e Treblinka.
In Italia era nel gruppo interessato alla gestione del campo di concentramento e sterminio di San Sabba vicino Trieste.
Nel 1965 venne condannato a 6 anni ma fu rilasciato nel 1969.

Dopo la guerra rilasciò numerose interviste e, in particolare nel 1978 a Claude Lanzmann autore del film "Shoah". In questo senso ha rappresentato la testimonianza vivente - da parte delle SS - dell'attività del lager di Treblinka.

Dopo la guerra, l’Unterscharfuehrer delle SS Franz Suchomel, in servizio a Treblinka, rilasciò numerose deposizioni. L’intervista seguente venne concessa al regista francese Claude Lanzmann, che la inserì nel suo documentario Shoah (del 1985). Al momento dell’uscita del film, tutti riconobbero che si trattava di un vero capolavoro. Alcune procedure seguite dal regista, però, furono aspramente criticate da T. Todorov e da altri intellettuali; nel caso specifico, venne considerato molto discutibile l’inganno che Lanzmann di fatto tese a Suchomel, che fu filmato senza sapere di esserlo, mentre descriveva il campo di Treblinka. Il risultato, comunque, fu un minore autocontrollo di Suchomel, che dimostrò di non avere particolari rimorsi nei confronti del proprio passato nazista.


5) "Riguardo al preteso genocidio degli Ebrei europei, tutte le testimonianze scritte indicano che non ci furono mai né ordini, né piani in proposito, né la destinazione di parte dei bilanci, né armi (cioè nessuna cosiddetta camera a gas), e neppure vittime (non esiste in alcuno dei campi nessuna autopsia che testimoni una sola morte per gassazione)."

Scusami Redna, ma come si può pensare che i nazisti facessero le autopsie di chi uccidevano e cremavano subito dopo? Perchè mai avrebbero dovuto farne anche solo una?
Per gli ordini e i piani, credo che oltre a quello che ho riportato nel post precedente Suchomel faccia sempre fede.

6) "Per "provare" il genocidio degli Ebrei europei, gli storici dell'Olocausto dipendono ormai quasi esclusivamente dalle "testimonianze oculari", molte delle quali sono ridicole e del tutto inaffidabili. La storia è piena di gente che pretende di essere testimone oculare di ogni cosa, dalle streghe ai dischi volanti."

Ci sono anche dei pazzi che credono agli Annunaki, figuriamoci cosa ne penserebbe un revisionista!

7) "Durante e dopo la guerra, furono molte le "testimonianze oculari" delle camere a gas di Buchenwald, Bergen-Belsen, Dachau e di altri campi situati in suolo tedesco. Oggi, quasi tutti gli storici illustri riconoscono che queste testimonianze sono assolutamente false e che nessuna camera a gas è mai esistita all'interno dei campi tedeschi."

BUM! BUM! BUM!
"quasi tutti gli storici ILLUSTRI"...caspita poteva mettere una parentesi con due nomi di esempio. Ma tanto, sono quasi tutti, è inutile chiedere. L'autorità fa fiducia a quanto pare...è un giochino che si è visto spesso o sbaglio?

8) Ti giuro che la storia del sapone è la prima volta che la sento!

9) "Lo storico britannico David Irving, forse lo storiografo di lingua inglese più letto al mondo"

Dici che a Geoffrey Barraclough glielo hanno detto?

10) Il museo statale si Auschwitz ha recentemente rivisto le asserzioni secondo cui quattro milioni di esseri umani persero la vita nel campo. Si dice oggi che probabilmente furono un milione. Ma che prove fornisce il museo dell'attendibilità di quest'altra cifra? Nessuna! I propagandisti comunisti che gestiscono il museo hanno sistemato nelle bacheche pile di capelli, stivali, occhiali, ecc. Queste vetrine sono sicuramente efficaci strumenti di propaganda, ma non valgono niente come documentazione storica delle "gassazioni" o dello "sterminio".

Ah! i PROPAGANDISTI COMUNISTI, si suppone ebrei. Quello che mi piace di questa divulgazione scientifica è il tono pacato, il distacco oggettivo, l'assoluta mancanza di rancore...

11) "Certo è che, se davvero fossero esistite queste "fabbriche di morte" in Polonia, sicuramente la Croce Rossa, il Papa, le associazioni umanitarie, i governi alleati, i governi neutrali e figure di spicco quali Roosevelt, Truman, Churchill, Eisenhower e molti altri se ne sarebbero accorti e non avrebbero tardato a porre ferma la loro condanna. Non lo fecero! I sostenitori della teoria dell'Olocausto ammettono che solo una ristretta cerchia di individui, molti dei quali legati alla propaganda giudaica, credeva che ciò fosse vero. La rinascita della storia dell'Olocausto fa pensare ad una campagna pubblicitaria ben orchestrata, piuttosto che a qualcos'altro."

Questo è troppo! Ho già scritto su questo sito delle visite della croce rossa nei campi e la sfacciata copertura. Le polemiche contro un papa un filo orbo, nonché alquanto "pietoso" nel distribuire passaporti per il sudamerica ai nazisti non mi sembrano nuove.

12) "Winston Churchill scrisse sei volumi della sua opera monumentale "La II guerra mondiale" senza mai accennare ad alcun progetto di genocidio o di sterminio di massa. Probabilmente la cosa gli è sfuggita. Dwight D. Eisenhower, nelle sue memorie, intitolate "Crociata in Europa" non fa alcun riferimento alle camere a gas. Il tremendo arnese di morte non era forse degno di qualche riga? O forse il presidente Eisenhower fu poco sensibile ai problemi degli Ebrei?"

Aldilà del fatto che io ho già sostenuto la complicità del mondo occidentale nell'Olocausto, queste frasi contraddicono pesantemente la teoria di una mascherata di propaganda al fine di instaurare Israele sull'onda dell'indignazione. Questo progetto che dovrebbe essere tipicamente Us/Uk.
Se la denuncia non partì da chi voleva ottenere la denuncia...mah!

13) "Per comprendere come tutto ciò sia potuto accadere, è sufficiente riflettere sull'ortodossia politica e intellettuale dell'Europa medievale, della Germania nazista, o dei paesi del blocco comunista. In ognuna di queste società la grande maggioranza degli intellettuali si sottomette al pensiero comune. Asserviti all'ideologia prevalente e al suo modo di vedere e interpretare la realtà, questi studiosi sentono che è loro diritto, e perfino loro dovere, proteggerne e tutelarne ogni minimo aspetto. E' indirizzata a questo scopo l'oppressione cui sono sottoposti tutti coloro che a questa ideologia non sono e non vogliono allinearsi e che tentano di veicolare pensieri "offensivi" o "pericolosi". In ognuna di queste società sono gli intellettuali a svolgere la funzione di controllo delle idee."

Grazie, grazie e grazie ancora per averci spiegato come funziona il mondo in cinque righe scarse, si suppone poi che tutti gli "intellettuali" siano asserviti tranne i valorosi cavalieri del revisionismo.
Come sono indipendenti, intraprendenti, valorosi e soprattutto disinteressati.
Ma per chi è stata scritta 'sta roba?


Bene Redna, io ho risposto, ora vuoi rispondere anche tu alle domandine che avevo posto precedentemente?
Le riporto così non devi nemmeno andarlo a rileggere:

-Nel caso i Krematorium non fossero altro che crematori, a cosa sarebbero serviti 4 impianti, per una capacità complessiva di circa seimila corpi al giorno?
-Possibile che tutti i tentativi, documentati, di sperimentazione di omicidio di massa con camere a gas in strutture "mediche" per l'eutanasia di handicappati, i Gaswagon e i Bunker 1 e 2 non abbiano avuto seguito?

P.S.: che mi dici di quel buontempone di Suchomel? Che sia un giudeo cammuffato?
Inviato il: 31/1/2009 15:22
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  •  florizel
      florizel
Re: Io mi rendo conto...
#73
Sono certo di non sapere
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Da dove potrei stare meglio.
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redna
Citazione:
queste sono le domande Skabrego a cui NESSUNO risponde….Ma si attacca il revisionismo. Come se si avesse in mano la verità.

redna, però cerchiamo di essere pragmatici: proprio perché non è facile reperire documentazioni e dati certi, nulla va escluso a priori.
Né le tesi dei revisionisti, né quelle contrarie ad esse.
Credo che su due interrogativi che stanno emergendo vada fatta la dovuta attenzione, perché forse sono solo apparentemente due discorsi separati, o due aspetti che potrebbero portare a qualche risposta: 1 – l’Olocausto è realmente esistito o no; 2 – se è esisitito, quante vittime ha realmente fatto.

Skagrego
Citazione:
Per quanto riguarda le condutture (pmo neg.n.894, mi dispiace ma non trovo in rete nessuna immagine, vedo di riuscire a trasferirla dai cd al mac) furono trasferite a Gross-Rosen, mentre il motore per la disaerazione finì a Mauthausen…. -Nel caso i Krematorium non fossero altro che crematori, a cosa sarebbero serviti 4 impianti, per una capacità complessiva di circa seimila corpi al giorno?
-Possibile che tutti i tentativi, documentati, di sperimentazione di omicidio di massa con camere a gas in strutture "mediche" per l'eutanasia di handicappati, i Gaswagon e i Bunker 1 e 2 non abbiano avuto seguito?
…Sitchinite sbaglia a dire "ci sono solo ricordi di ebrei", questa è la visione di una pochezza infinita.
Gli oppositori politici? I partigiani polacchi? Gli zingari? Gli handicappati? I prigionieri di guerra? Gli omosessuali? i testimoni di geova?
Questi non contano a quanto pare, perchè non fruttano ne alla propaganda sionista ne a quella negazionista.

Domande che non si possono sottovalutare. Però io non tralascerei di approfondire l’ipotesi di una “utilità” dell’Olocausto nella fondazione di Israele.

Citazione:
Se si pensa che lo sterminio sia stato inventato e costruito a tavolino per legittimare gli ebrei, vent'anni dopo ad ottenere Israele, siamo fuori strada e parecchio.

Vent’anni non sono un periodo troppo lungo, se consideriamo l’enorme massa di persone da far giungere nell’attuale territorio israeliano, debitamente “ripulito” da chi lo abitava (autorità inglesi escluse, naturalmente...).

Citazione:
Perchè trascinare milioni di persone che non avevano e non avrebbero avuto mai nulla a che fare con Sion in questa storia?

Perché più di 3000 vittime nell’attacco dell’11 settembre?

PS: grazie per l'enorme lavoro che ti sei accollato.

Kataclisma
Citazione:
Kataclisma:
Tragedia è stata la shoah come tragedia è la situazione palestinese attuale, non c'è bisogno di dimostrare che la prima non sia mai avvenuta per poter affermare quanto sia tremenda la seconda.
Qualcun altro:
No, anzi. C’è assolutamente bisogno di enfatizzare la prima affinché venga tenuta in secondo piano la seconda


Citazione:
Quello che dici tu accade proprio perchè c'è qulacuno che continua a confrontare le due tragedie, dando la possibilità di pensare che la prima sia peggiore della seconda, mettendola così in secondo piano.
Se si iniziase a ragionare distinguendo le due cose, come sto suggerendo da un mese, si capirebbe facilmente che sono entrambe pagine pessime della storia dell' umanità.

(A parte che “qualcun altro" ha un nick…), ma se è vero che si “continua a confrontare le due tragedie”, non è altrettanto vero che le si colleghi tra loro. Son due cose differenti.
_________________
"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 31/1/2009 16:05
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  •  florizel
      florizel
Re: Io mi rendo conto...
#74
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 7/7/2005
Da dove potrei stare meglio.
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redna
Citazione:
se esiste l'antsemitismo per legge ci dovrebbe essere l'antiarabismo per legge, visto che gli israeliani lo applicano sul loro 'presunto' territorio.

Se poi consideriamo che Israele ritiene REATO la negazione di QUALSIASI genocidio (non solo quello ebraico), possiamo renderci pienamente conto di cosa sia la “democrazia”…

edo
Citazione:
Dividere le due cose significa dare a ognuna la sua dignità e individualità, che rischia altrimenti di confondersi a seconda dei punti di vista, con i quali si crea, mentalmente, la simmetria "maggiore - minore", che per sua natura non può stare sullo stesso piano ma fatalmente pone una più in alto e l'altra più in basso.

Concordo con la riflessione, edo. Ma “dividere” le due cose scollegandole pare un esercizio che viene comodo a molti.

Skabrego
Citazione:
A ciò si aggiunga che i nazisti, oltre ad inquadrare gli Ebrei nell'ottica dell'antisemitismo tradizionale, li ritenevano una forza al servizio del comunismo mondiale. .. Allora, 'sti ebrei erano per il comunismo? Per il NWO ante litteram o per il Sionismo?

Anche i famosi “kibbutz” avevano un’impronta “socialista”, se è per questo. Il che non ha impedito lo sterminio del popolo palestinese.
Però credo che, come al solito, qui si tratti di aprire un capitolo a parte sulla strumentalizzazione delle idealità di un popolo da parte di un sistema di potere politico che fa capo a determinate elites, che si servono, appunto, di quelle idealità per attecchire. Che molti ebrei si contrapponessero al nazismo e ad ogni forma dittatoriale attraverso l’adesione alle idee “socialiste”, è facile intuirlo (tralasciando la retorica del "socialismo" sovietico, per ora....).
Meno facile è capire come tale adesione sia stata utilizzata dai poteri a capo degli stati che rappresentavano entrambe le ideologie.

EDITO con due link:

Olocausto e sionismo.

"Sul Jerusalem Post è comparso alcuni giorni fa un articolo del giornalista Etgar Lefkovits dal titolo: 'Un dirigente sionista fu il primo a essere informato della soluzione finale'."

"...Un dirigente sionista che operava in Svizzera durante la Seconda Guerra Mondiale fu probabilmente la prima persona a ricevere informazioni da fonte tedesca circa il piano per lo sterminio sistematico degli ebrei d’Europa, secondo un recente libro pubblicato dallo Yad Vashem.”

"Lo Yad Vashem, come tutti sanno, è l’istituzione israeliana che cura la memoria degli ebrei morti durante la guerra 1939-45 e gestisce il museo dell’olocausto costruito in Israele a pochi passi da dove era il villaggio palestinese di Deir Yassin, i cui abitanti furono sterminati dall’esercito sionista durante la pulizia etnica dei palestinesi nel 1948.
Il villaggio palestinese fu poi raso al suolo con la dinamite come altri 400 o 500 villaggi palestinesi fatti sgomberare con la forza e il terrorismo."
...

"Jonathan Beck Chaim Pazner, capo dell’ufficio dell’Agenzia Ebraica di Ginevra, passò immediatamente l’informazione ai dirigenti britannici e ebraici della Palestina allora governata dall’Inghilterra, così il rapporto giunse ai livelli più alti del governo britannico, secondo il libro Chaim Panzer, l’uomo che sapeva.” Chaim Pazner è il padre di Avi “Panzer” che forse qualche lettore ricorda. Avi è stato il portavoce del governo di Ariel Sharon per vari anni..."

"La gente che cade vittima della religione dell’olocausto ignora che i sionisti collaborarono a lungo e intensivamente con tutti gli antisemiti, dai ministri della Russia zarista, agli antisemiti ucraini di Petliura, ai membri della X Mas di Junio Valerio Borghese, ai nazisti, le SS e la Gestapo, ecc. La logica era quella che gli antisemiti, cacciando e perseguitando gli ebrei assimilati o in via di assimilazione d’Europa, li avrebbero spinti nella braccia dei sionisti (ferocemente contrari al miscuglio della ‘razza’ ebraica con i goyim e favorevoli, come Hitler, alla separazione degli ebrei dagli ariani o comunque da popolazioni non ebraiche germanizzabili). I sionisti avrebbero provveduto ad avviarli in Palestina, a togliere le terre ai palestinesi."


L'antisionismo non è antisemitismo.

"Per quanto ciò possa apparire incredibile, la collaborazione dei sionisti con i fascisti, i nazisti e gli antisemiti, storicamente documentata, si fondava su una logica di scambio criminale a danno degli ebrei. I sionisti hanno appoggiato i regimi fascisti e antisemiti prima e durante la seconda guerra mondiale, chiedendo in cambio di permettere loro di portare gli ebrei in Palestina per realizzare il loro progetto coloniale.

Gli ebrei che non accettavano di emigrare in Palestina sono stati abbandonati al loro destino. Gli antisemiti erano ben contenti di liberarsi degli ebrei in questo modo. Non è vero che gli antisemiti sono antisionisti come lei sostiene ma è vero proprio il contrario. Non metterà in dubbio, spero, le parole dello scrittore israeliano Yehoshua che qualche anno fa ha dichiarato: “I gentili hanno sempre incoraggiato il sionismo, sperando che li avrebbe aiutati a liberarsi degli ebrei che vivevano tra di loro. Anche oggi, in una maniera perversa, un vero antisemita deve essere un sionista”. [1]
_________________
"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 31/1/2009 16:31
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  •  Skabrego
      Skabrego
Re: Io mi rendo conto...
#75
Ho qualche dubbio
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Ciao Florizel, credo che noi tutti siamo un pò vittime del nostro tempo.
Considero l'errore principale quello di considerare gli ebrei come nazione, in senso moderno, o Israeliano.
Il fatto che ci fossero ebrei fascisti in Italia, comunisti in Russia, socialisti in Germania e sionisti negli USA e UK non dovrebbe stupirci.
Mi stupisco il considerarli alla stregua di formiche, cervello unico e movimenti coordinati.
Perchè se una qualsiasi cosa nella storia è stata fatta da un giudeo rientra nei progetti degli "ebrei tutti"?
Qual'è il ruolo di Spinoza in tutto questo?

Israele è un'idea molto precedente al fascismo e al suo figlioletto nazismo, Redna potrà sicuramente aiutarci a riassumere la storia del sionismo.

Citazione da Florizel
Perchè trascinare milioni di persone che non avevano e non avrebbero avuto mai nulla a che fare con Sion in questa storia?

Perché più di 3000 vittime nell’attacco dell’11 settembre?


Hai ragione.
Resta che per l'11 settembre, tempo due minuti ed eravamo tutti pronti alla guerra globale.
Per l'Olocausto non è stato così, anzi.
I nostri amici revisionisti mi hanno dato una grande lezione, cioè che Churchill e Eisenhower se strafregano della Shoah. Questa è una contraddizione logica allarmante.
Ripeto: a che pro, se l'obiettivo di un'operazione gigantesca, dal costo umano esorbitante, è creare artificialmente il più grande crimine di sempre, per poi ricattare il mondo ed instaurare Israele sfruttando l'onda, restare zitti e aspettare anni prima di parlare?
Quando Israele è già realtà?

Lo so che adesso tutti lo odiano, ma in "Vedi alla voce: amore" Grossman dimostra chiaramente come anche per gli ebrei, all'inizio della storia di Israele, fosse quasi tabù parlare della Shoah.
Il libro parla del percorso di questo ragazzo per riuscire a scoprire la verità sui campi, che nessuno gli vuole rivelare.

In più, ribadisco, se ci si è potuti permettere una così colossale macchinazione, uno sprezzo totale dei diritti, ecc..com'è possibile che la Palestina sia stata un problema?
Come sia possibile che gente che dispone di mezzi esagerati, che corrompe interi stati, anzi, inventa tutto il teatrino politico-bellico, con eroi e antagonisti, si ritrovi a dover massacrare a singhiozzo per decenni, con mezzi imbarazzanti, i palestinesi?
Inviato il: 31/1/2009 17:00
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  •  redna
      redna
Re: Io mi rendo conto...
#76
Sono certo di non sapere
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Skabrego
mi leggerò quanto hai scritto con calma.Sono argomenti talmente tristi...
Intanto vorrei porre l'attenzione sul PERCHE' i tedeschi emanarono le leggi contro gli ebrei.

Ho trovato su wikipedia:
La politica razziale nella Germania nazista si sostanzia nelle specifiche scelte e leggi adottate dalla Germania nazista in materia razziale: esse postulavano la superiorità della razza "ariana" e comportarono una serie di misure discriminatorie, soprattutto nei confronti della popolazione ebraica.
Queste politiche affondano le proprie radici nell’epilogo della prima guerra mondiale, quando le fazioni nazionaliste tedesche, irritate e deluse dalla sconfitta subita, inventarono la leggenda della "pugnalata alle spalle" (in tedesco Dolchstoßlegende) della Germania da parte di forze esterne (principalmente ebrei, massoni e comunisti). Il nascente partito nazista fece leva su questo sentimento per la propria propaganda politica e successivamente, assunto il potere, lo istituzionalizzò attraverso la pubblicazione delle leggi di Norimberga.


In pratica, all'inizio i tedeschi inventarono una leggenda .I nemici erano gli ebrei i massoni e i comunisti. Il nazismo al potere istituzionalizzò il tutto.Ma perchè gli ebrei principalmente ne fecero le spese?

°°°°
Leggi di Norimberga [modifica]

Le leggi di Norimberga, promulgate nel 1935 impiegavano una base pseudo-scientifica per la discriminazione razziale nei confronti della comunità ebraica tedesca. Le persone con quattro nonni tedeschi vennero considerate di "sangue tedesco", mentre era considerato ebreo chi aveva tre o quattro nonni ebrei. Le persone con uno o due nonni ebrei erano considerate di "sangue misto". In mancanza di differenze esteriori percepibili, i nazisti stabilirono che, per determinare la razza originaria degli slavi, la fede religiosa praticata dagli stessi era sufficiente a qualificarli come ebrei, e quindi sub-umani.


Questo perchè i tedeschi dicevano che erano ariani e quindi superiori alle altre razze.

°°°°
Ad una conferenza di ministri tenuta il 20 agosto 1935 vennero discussi gli effetti economici sulla nazione causati delle violente azioni delle squadre d'azione naziste nei confronti delle attività ebraiche. Adolf Wagner, rappresentante del partito alla conferenza, sostenne che tali eccessi sarebbero terminati una volta che il governo avesse varato una chiara politica nei confronti degli ebrei.
Nel corso della conferenza, Hjalmar Schacht, Ministro dell'Economia, obiettò che arbitrari comportamenti del partito avrebbero impedito il suo lavoro di ricostruzione economica della Germania. Gli ebrei possedevano attitudini imprenditoriali che potevano essere utilmente sfruttate per migliorare la condizione economica della Germania. Schacht non prese posizioni di condanna morale e, semplicemente, propose di lasciar trascorrere la legislatura perché si chiarisse la situazione.


In quel periodo si stava ancora discutendno sulle....attitudini imprenditoriali degli ebrei, che potevano migliorare economicamente la germania.

°°°
Il 15 settembre 1935, durante l'annuale congresso del partito a Norimberga, vennero annunciate due nuove leggi che per questo presero il nome di leggi di Norimberga. Entrambe le leggi appaiono, sul piano della tecnica legislativa, piuttosto improvvisate: gli esperti di "questioni ebraiche" del Ministero dell'Interno vennero frettolosamente rispediti a Norimberga in aereo.
La prima legge, la legge sulla cittadinanza del Reich, negava agli ebrei la cittadinanza germanica. Gli ebrei non furono più considerati cittadini tedeschi (Reichsbürger), divenendo Staatsangehöriger (letteralmente «appartenenti allo Stato»). Questo comportò la perdita di tutti i diritti garantiti ai cittadini come, ad esempio, il diritto di voto.
La seconda legge, la legge per la protezione del sangue e dell'onore tedesco, proibiva i matrimoni e le convivenze tra "ebrei" (per la prima volta venne utilizzato esplicitamente il termine invece che il precedente "non-ariani") e "tedeschi" . La legge proibiva inoltre il lavoro di ragazze "tedesche" al disotto dei quarantacinque anni di età in famiglie "ebree".


Non vorrei, ma mi pare che il tutto sia la condizione attuale di una popolazione mediorientale.

°°°°°
Eugenetica in Germania [modifica]

All'inizio del XX secolo in molte nazioni - tra le quali spiccavano Stati Uniti, Germania e Regno Unito - si discuteva di eugenetica, una disciplina strettamente correlata al darwinismo sociale, volta a migliorare la specie umana attraverso la selezione dei caratteri genetici ritenuti positivi (eugenetica positiva) e l'eliminazione di quelli negativi (eugenetica negativa). In Germania la discussione si appoggiava su concetti di «razzismo scientifico» ed «igiene razziale» secondo i quali il Volk (traducibile in «comunità popolare» ed inteso come insieme degli individui legati da caratteristiche razziali e culturali) avrebbe dovuto sopravvivere e migliorarsi come collettività anche a discapito, se il caso, dei diritti dell'individuo.[5]
tratto da
http://it.wikipedia.org/wiki/Aktion_T4#Origini_della_politica_di_.22igiene_razziale.22

se riuscite a leggere tutto l'articolo capirete che a farne le spese in quel periodo sono stati in molti. Bambini, adulti handicappati vennero uccisi ...per migliorare le specie umana. Di questo non ne discutevano solo i tedeschi ma anche gli statiuniti e la granbretagna.

Queste persone hanno mai avuto un ricordo da qualcuno, o qualcuno se ne è guardato bene dal rendere noto che NON solo la germania faceva questo ma altri, anche dopo, mettevano in pratica la stessa cosa.

°°°°
florizel

Citazione:
redna, però cerchiamo di essere pragmatici: proprio perché non è facile reperire documentazioni e dati certi, nulla va escluso a priori. Né le tesi dei revisionisti, né quelle contrarie ad esse


E'questo che sto dicendo anche riguardo i musei dell'olocausto.
I 'revisionisti' vengono chiamati così perchè si distinguono da quelli che asseriscono che l'olocausto è quello che ci viene raccontato e basta.
Revisionismo significa che qualcuno dice che qualcosa ci dovrebbe essere di scritto, che qualcosa oltre una testimonianza di qualche sopravvissuto Perchè si reperiscono documenti di tutte le altre operazioni tedesche e non del cosidetto olocausto ebraico?
Questo non significa che non siano morti ebrei e che i nazisti siano stati delle dame di carità nei loro confornti ma, razionalmente, ci dovrebbe essere qualcosa di più di qualche testimonianza per giustificare quello che ora succede in palestina e anche i danni che la germania sta ANCORA pagando per gli ebrei (cioè per israele, anche se prima non c'era come stato e gli ebrei morti erano solo ebrei ma non israeliani).


Citazione:
Se poi consideriamo che Israele ritiene REATO la negazione di QUALSIASI genocidio (non solo quello ebraico), possiamo renderci pienamente conto di cosa sia la “democrazia”…


Ma è più preoccupante da noi che le alte istituzioni parlino in una certa maniera.Non mi pare che negli altri stati si arrivi a tanto sul tema.
D'altra parte è anche facile.Finchè non esiste lo stato di palestina si può dire di tutto dei palestinesi.Tanto non si incorre in nulla con loro.Non hanno nemmeno il Mossad...per dire.


Citazione:
Vent’anni non sono un periodo troppo lungo, se consideriamo l’enorme massa di persone da far giungere nell’attuale territorio israeliano, debitamente “ripulito” da chi lo abitava (autorità inglesi escluse, naturalmente...).


Infatti non occorsero vent'anni...
Nel primo congresso sionista a Basilea nel 1897, Edmond Rothshild si prese a cuore la causa sionista (vale a dire che aprì i portafogli, cioè le banche...) investendo sulla palestina e sui coloni ebrei che stavano arrivando in quelle zone. E quando si incominciano ad avere interessi per una certa causa e per un territorio, chi ci abita da sempre, improvvisamente, diventa superfluo. Teniamo presente che Israele ha sempre voluto SEMPRE e SOLO Gerusalemme.
Infatti i britannici proposero altri territori che rifiutarono categoricamente.
Ma Gerusalemme è sempre stata degli arabi.

°°°

Skabrego


http://it.wikipedia.org/wiki/Conferenza_di_Wannsee

Decisioni [modifica]

Verificata l'impossibilità pratica di trasportare gli ebrei nel Madagascar a causa dell'andamento negativo della guerra, si cercò una soluzione alternativa.
All'inizio del dibattito, Heydrich espose il problema del trasporto degli ebrei di tutta Europa nell'area di influenza tedesca. Dopo varie discussioni venne presa la decisione di compiere una vera e propria pulizia etnica, uno sterminio totale della razza ebraica dall'Europa.
Nei piani di Heydrich e degli altri gerarchi nazisti, la "Soluzione finale" avrebbe coinvolto ben 11 milioni di ebrei.
A questo punto restava da decidere il modo con cui questo sterminio andava effettuato: le fucilazioni di massa, infatti, eseguite fino ad allora da gruppi speciali delle SS (Einsatzgruppen), creavano tuttavia molti problemi ai soldati, per cui venne scartata.
Negli atti della Conferenza non si fa assolutmente menzione all'uso di gas come metodo per l'eliminazione degli ebrei. Al contrario al termine della pagina 7 del protocollo si legge
(DE)
« Unter entsprechender Leitung sollen nun im Zuge der Endlösung die Juden in geeigneter Weise im Osten zum Arbeitseinsatz kommen. In großen Arbeitskolonnen, unter Trennung der Geschlechter, werden die arbeitsfähigen Juden straßenbauend in diese Gebiete geführt, wobei zweifellos ein Großteil durch natürliche Verminderung ausfallen wird.[1] »
(IT)
« Adesso, nell’ambito della soluzione finale, gli ebrei dovrebbero essere utilizzati in impieghi lavorativi a est, nei modi più opportuni e con una direzione adeguata. In grandi squadre di lavoro, con separazione dei sessi, gli ebrei in grado di lavorare verranno portati in questi territori per la costruzione di strade, e non vi è dubbio che una gran parte verrà a mancare per decremento naturale.[2] »
Questa affermazione potrebbe far pensare che il duro lavoro in condizioni estremamente disagiate sia stata l'arma privilegiata usata dai nazisti nel genocidio, in contrapposizione alla comune teoria della gassazione. D'altra parte Adolf Eichmann, nel corso del processo a suo carico tenuto a Gerusalemme nel 1961, smentì - pur sminuendo il suo ruolo - questa interpretazione. Le minute relative alla Conferenza vennero redatte da Eichmann stesso utilizzando un adeguato linguaggio «ufficiale» e furono più volte inoltrate ad Heydrich che provvide ad emendarle ulteriormente. Eichmann, nel corso del suo processo, alla domanda postagli dal presidente della corte Moshe Landau, riguardo a cosa si fosse realmente parlato nel corso della Conferenza, rispose: «Si parlò di uccisioni, di eliminazione e di sterminio. [...][3]». Certamente alla data della Conferenza le procedure di sterminio attraverso la gassazione non erano ancora state completamente affinate, ma i primi esperimenti effettuati in Unione Sovietica mediante l'utilizzo di Gaswagen[4] e le precedenti esperienze di camere a gas fisse utilizzate nel corso dell'Aktion T4 meglio si accordavano con la visione di Himmler che voleva evitare l'«imbarbarimento» (e lo «stress» causato dalle fucilazioni) degli uomini delle SS impiegati nelle operazioni di sterminio.
Fra i partecipanti alla conferenza, l'unico probabilmente a pronunciarsi contro lo sterminio totale della razza ebraica fu Wilhelm Kritzinger, che però non riuscì a far valere il suo punto di vista.
Durante la conferenza fu redatto il cosiddetto Protocollo di Wannsee, di cui ci è pervenuta una sola minuta, che è la copia della trascrizione appartenuta a Martin Luther, sottosegratario del Ministero degli Esteri.
Nel protocollo viene ribadita la "selezione naturale" degli ebrei, quindi l'inferiorità della loro razza e la necessità di procedere ad una soluzione finale.
Sulla conferenza di Wannsee, nel 2001, è stato girato un film dal titolo "Conspiracy - Soluzione finale", per la regia di Frank Pierson e la sceneggiatura di di Loring Mandel, con attori del calibro di Kenneth Branagh (Reinhard Heydrich), Stanley Tucci (Adolf Eichmann) e Colin Firth (Wilhelm Stuckart). Nonostante l'accuratezza dei dialoghi della conferenza stessa dovuta al ritrovamento di un verbale originale, ogni dialogo personale tra i delegati è completamente inventato e quindi privo di certezza storica.


Citazione:
Durante la conferenza fu redatto il cosiddetto Protocollo di Wannsee, di cui ci è pervenuta una sola minuta, che è la copia della trascrizione appartenuta a Martin Luther, sottosegratario del Ministero degli Esteri. Nel protocollo viene ribadita la "selezione naturale" degli ebrei, quindi l'inferiorità della loro razza e la necessità di procedere ad una soluzione finale


di questa conferenza esistono scritti, anche se una sola minuta di copia nel quale viene ribadita la 'selezione naturale'...


Citazione:
Questa affermazione potrebbe far pensare che il duro lavoro in condizioni estremamente disagiate sia stata l'arma privilegiata usata dai nazisti nel genocidio, in contrapposizione alla comune teoria della gassazione. D'altra parte Adolf Eichmann, nel corso del processo a suo carico tenuto a Gerusalemme nel 1961, smentì - pur sminuendo il suo ruolo - questa interpretazione. Le minute relative alla Conferenza vennero redatte da Eichmann stesso utilizzando un adeguato linguaggio «ufficiale» e furono più volte inoltrate ad Heydrich che provvide ad emendarle ulteriorment


no comment!
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Inviato il: 31/1/2009 17:57
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      edo
Re: Io mi rendo conto...
#77
Sono certo di non sapere
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Da casa
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Questo thread diventa sempre più interessante!

citaz.: Concordo con la riflessione, edo. Ma “dividere” le due cose scollegandole pare un esercizio che viene comodo a molti.

sicuramente, ed è per questo che funziona benissimo, biunivocamente, come alibi.
T'invito a fare questo esperimento: prova a mettere a confronto il massacro dei Tutsi con quello dei nativi americani. Che immagine hai? A me viene un casino indistinguibile. Prova con altri esempi: Armeni, Ebrei, Aborigeni... ci ho provato e l'idea della melassa non riesco proprio a levarla.

Nel confronto con Ebrei-Palestinesi è uguale. Abbiamo l'illusione che non sia così perchè riteniamo ci sia un collegamento ideologico tra i due regimi criminali, ma alla fine l'inganno può essere chiarito.

Postmetto che questo è un approccio che riprometto a me stesso e per il quale ci vorrà il tempo necessario... anche a capire se ho preso un'altra delle mie cantonate...

Il modo di lavorare più adatto sraebbe quello di raccogliere un un thread apposito tutte le informazioni certe che si hanno sulle leggi dello stato israeliano e che possano servire a definire il livello di democrazia in funzione sopratutto di un elenco di fattori di cui ora mi viene questo:
gli arabi israeliani sono cittadini uguali agli ebrei israeliani?
Inviato il: 31/1/2009 19:54
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  •  redna
      redna
Re: Io mi rendo conto...
#78
Sono certo di non sapere
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La tesi dell'impossibilità tecnica delle camere a gas naziste [modifica]

Secondo Faurisson, non esisterebbero né documenti né testimonianze attendibili in grado di dimostrare l'esistenza di camere a gas omicide nei campi nazisti durante la seconda guerra mondiale; i resti delle camere a gas e le descrizioni pervenuteci del loro funzionamento non reggerebbero ad un'analisi critica, e sarebbe stato tecnicamente impossibile utilizzarle a scopi omicidi, soprattutto secondo le modalità documentate dalle testimonianze. Faurisson si occupò delle strutture che utilizzarono lo Zyklon B (nei campi di Auschwitz e di Majdanek), mentre altrove (Belzec, Sobibór, Treblinka e Chełmno) venne utilizzato monossido di carbonio prodotto dai fumi di scarico di grossi motori.
Il punto più critico, secondo il francese, sarebbe rappresentato dalla ventilazione delle camere a gas, procedimento che egli descrive come molto lungo e complesso (in particolare nel caso si sia utilizzato lo Zyklon B, universalmente indicato come strumento per lo sterminio degli Ebrei), e che quindi secondo le sue valutazioni risulterebbe incompatibile con i racconti dei testimoni e con le specifiche tecniche delle camere a gas. Ulteriore elemento ritenuto poco attendibile sarebbe quello relativo alla prossimità dei crematori ai locali indicati quali camere a gas, giacché l'acido cianidrico (di cui è principalmente composto lo Zyklon B) sarebbe un acido altamente infiammabile. Inoltre tali locali risulterebbero strutturalmente inadatti a gasazioni omicide in quanto manchevoli delle usuali misure di sicurezza (ad es. porte e vetri a tenuta stagna). Da ciò nacquero una congerie di studi riguardanti aspetti storiograficamente marginali ma considerati assolutamente essenziali dai negazionisti, quali la forma e le misure dei pertugi attraverso i quali lo Zyklon B veniva introdotto nelle camere a gas; la forma e la struttura delle loro porte; l'esatta misurazione dell'area di tutti gli ambienti dedicati allo sterminio eccetera eccetera.
Essendosi Faurisson convinto che non esistessero studi approfonditi riguardo al funzionamento delle camere a gas naziste, egli quindi sostenne di aver ottenuto informazioni riguardo alla struttura e al funzionamento di quelle moderne da sei penitenziari statunitensi (San Quintino in California, Jefferson City in Missouri, Santa Fe nel Nuovo Messico, Raleigh nella Carolina del Nord, Baltimora nel Maryland e Florence in Arizona), che utilizzavano un metodo di gasazione basato sull'immissione di acido cianidrico, ipoteticamente simile a quello che si sarebbe utilizzato in alcuni campi di concentramento[24]. Sulla base di queste ritenne necessario[25] rivolgersi ad un presunto esperto della tecnologia delle camere a gas americane, che secondo lui avrebbe potuto determinare se quelle tedesche per esecuzioni fossero utilizzabili come tali.
Durante il processo contro Ernst Zündel del 1988, al quale partecipò Faurisson stesso quale consulente e testimone della difesa[26], depose anche Fred Leuchter, raccomandato a Barbara Kulaszka, membro del collegio difensivo di Zündel, da Bill M. Armontrout, direttore del penitenziario di Jefferson City (Missouri) come esperto statunitense in progettazione, funzionamento e istallazione di camere a gas. A Leuchter venne commissionata una perizia forense che prevedeva un sopralluogo negli ex campi di Auschwitz, Birkenau e Majdanek. Leuchter si recò quindi in Polonia per condurre la sua indagine, al termine della quale redasse un rapporto, stilato in due settimane e comprendente 192 pagine: The [ Report Leuchter Report: An Engineering Report on the Alleged Execution Chambers at Auschwitz, Birkenau, and Majdanek Poland, la cui introduzione venne curata da Faurisson stesso, allorché l'opera fu pubblicata l'anno successivo e che divenne la base per le sue ipotesi successive.
Il Rapporto-Leuchter[27] sostiene che le camere a gas naziste di Auschwitz non sarebbero state strutturalmente adatte ad uccidere degli esseri umani, e che l'analisi chimica di campioni delle pareti non avrebbe rivelato oggi tracce significative di cianuri, laddove ne rivelerebbe negli altri locali adibiti alla normale disinfestazione, parimenti effettuata tramite acido cianidrico (Zyklon B). Le tesi di Faurisson e le conclusioni di Leucther furono criticate dal farmacista francese Jean-Claude Pressac, che in particolare contestò il fatto che non si fosse tenuto conto, nè delle diverse condizioni d'uso del gas, se utilizzato per la disinfestazione o per l'uccisione di esseri umani, né delle diverse condizioni delle camere di sterminio, dove i residui erano rimasti esposti a lungo agli agenti atmosferici, in seguito al fatto che le strutture erano state distrutte[28].
L'attendibilità di Leucther quale esperto venne messa pesantemente in dubbio all'interno dello stesso processo Zündel, tanto che la sua expertise non venne accettata dalla corte canadese: egli subì inoltre un processo negli Stati Uniti per essersi firmato ingegnere senza aver conseguito la laurea in ingegneria e venne condannato[29]. Le Corti Federali della Florida e della Virginia rigettarono altre testimonianze di Leuchter in quanto inaffidabili, accusando Leuchter di inaccuratezza e di aver deliberatamente modificato le dichiarazioni contenute in un affidavit[30]. Leucther sostenne in seguito che tali accuse fossero delle mere calunnie e ritenne di aver subito persecuzioni, in seguito alla sua testimonianza nel processo contro Zündel, ad opera di alcune associazioni ebraiche, le quali avrebbero secondo lui esercitato pressioni per non fargli ottenere ulteriori incarichi professionali dalle strutture pubbliche statunitensi[31].
Sottoposto a dure critiche, l'attendibilità del rapporto Leuchter venne pesantemente messa in dubbio anche da altri negazionisti, quali per esempio Carlo Mattogno, che lo definì tecnicamente infondato[32]: a questo punto, nel 1992 Faurisson addusse, come ulteriore sostegno alla sua tesi sulle camere a gas, altri due rapporti, che avrebbero confermato le conclusioni di fondo del rapporto Leucther:
Il rapporto di Germar Rudolf, chimico tedesco membro della Max Planck Gesellschaft (in seguito espulso dall'Istituto)[33].
Il rapporto di Walter Lüftl, ingegnere austriaco e presidente dell'Ordine degli ingegneri austriaci (costretto a dimettersi immediatamente dopo la sua presa di posizione pubblica a favore del negazionismo)[34].
Ma anche questi rapporti furono criticati e ritenuti privi di valore scientifico[35]
A questi due, Faurisson aggiunse anche la prima redazione del rapporto di Jan Markiewicz, membro dell'Istituto di ricerca forense di Cracovia, commissionato dal Museo Statale di Auschwitz: Faurisson infatti riteneva che portasse acqua al suo mulino[36]. In questo primo rapporto interno, del 1990, nel quale i ricercatori polacchi non erano ancora al corrente del rapporto Leuchter, le analisi dell'istituto in realtà trovarono tracce di acido cianidrico anche nelle camere indicate come camere di sterminio, concludendo come Pressac che il motivo della scarsa quantità rinvenuta - rispetto agli ambienti utilizzate per l'eliminazione dei pidocchi - fosse la lunga esposizione agli agenti atmosferici. Nell'edizione definitiva del Rapporto-Markiewicz, vennero inoltre criticate le conclusioni di Leuchter e il metodo da lui utilizzato[37]. In seguito, la differente concentrazione delle tracce di acido cianidrico fra le camere di sterminio e quelle utilizzate per l'eliminazione dei pidocchi venne ancora una volta spiegata per il fatto che l'esposizione al gas nelle seconde ebbe luogo per periodi molto più lunghi e per tempi enormemente maggiori rispetto alle prime, in coerenza con i documenti e le testimonianze conosciute, nonché con le analisi effettuate e gli studi chimico-ingegneristici già apparsi.
Le tesi di Faurisson furono avversate da numerosi studiosi di diverse specializzazioni, tra cui Pierre Vidal-Naquet, Georges Wellers, Jean-Claude Pressac e Robert Jan Van Pelt. Le principali critiche sulla problematica tecnica inerente alle camere a gas giunsero dagli ultimi due.
Il Rapporto Rudolf, che viene attualmente sostituito al Rapporto Leuchter come base chimico/scientifica delle tesi negazioniste, è stato sottoposto a critica, oltre che dalle risultanze delle analisi dell' "Istituto di ricerca forense" di Cracovia, dal farmacologo americano Richard J. Green[38], secondo il quale le tracce rinvenute sono del tutto compatibili scientificamente con l'esistenza di camere di sterminio nelle strutture come tali indicate. Rudolf e altri negazionisti replicarono a Green[39]. Le numerose argomentazioni degli oppositori del negazionismo sono state raccolte nel volume del cardiologo italiano Francesco Rotondi[40].
Il professore di architettura Robert J. Van Pelt, che aveva partecipato come consulente della difesa nel 1999/2000 ad un processo intentato da David Irving contro Deborah Lipstadt nel corso del quale Irving aveva presentato il rapporto Rudolf come proprio affidavit, nella sua successiva opera basata sul suo rapporto processuale[41] pubblicata nel 2002[42] criticò approfonditamente il rapporto Rudolf analizzando la questione delle camere a gas di Auschwitz dal punto di vista storico e ingegneristico, col sostegno di documenti del Museo Statale di Auschwitz-Birkenau, di una serie di testimonianze dell'epoca e l'apporto di altri ingegneri e chimici. Fra le testimonianze, vi fu quella di Michal Kula, che fu il costruttore delle colonne metalliche per l'immissione dei gas nelle camere di sterminio[43]. I negazionisti gli risposero sulla base di una presunta inattendibilità delle testimonianze - è da notare che per i negazionisti non esiste nessuna testimonianza attendibile per il processo dello sterminio, nemmeno quelle dei tedeschi rei confessi - e della mancanza di resti visibili di fori per gli apparati descritti (o per altri mezzi di immissione) tra i resti del tetto crollato (secondo lo slogan di Faurisson: no holes, no holocaust)[44]. Sulla presenza di questi fori si è sviluppata una diatriba, visto che tali aperture effettivamente esistono tuttora[45], ma i negazionisti ritengono che siano stati fatti ad arte o che in realtà non siano quel tipo di fori di cui si parla. In conclusione, il giudice della causa fra Irving e Deborah Lipstadt dette completamente ragione alla seconda, confermando giudiziariamente le conclusioni di Van Pelt e rigettando il rapporto Rudolf.


Citazione:
In occasione di una sua recente visita in Italia, Faurisson ha rilasciato un'intervista nella quale ha ribadito le sue personali convinzioni relativamente all'Olocausto, aggiungendo che "Hitler non aveva mai autorizzato l'uccisione di nessun ebreo, perché egli stesso era un ebreo" (Et Hitler n’autorisait pas même que l’on exécute un Juif parce qu’il était Juif)[52].

fonte:
http://it.wikipedia.org/wiki/Robert_Faurisson

edit
Il protocollo di Wannsee (20 gennaio 1942)

"Nel corso della soluzione finale gli ebrei saranno instradati, sotto appropriata sorveglianza, verso l'Est, al fine di utilizzare il loro lavoro. Saranno separati in base al sesso. Quelli in grado di lavorare saranno condotti in grosse colonne nelle regioni di grandi lavori per costruire strade, e senza dubbio un grande numero morirà per selezione naturale. Coloro che resteranno, che certo saranno gli elementi più forti, dovranno essere trattati di conseguenza, perchè rappresentano una selezione naturale, la cui liberazione dovrà essere considerata come la cellula germinale di un nuovo sviluppo ebraico (come mostra l'esperienza della storia)" .
fonte:
http://www.romacivica.net/ANPIROMA/nazismo/nazismodocu5.htm
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C’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di se (Oscar Wilde)
Inviato il: 31/1/2009 21:45
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  •  florizel
      florizel
Re: Io mi rendo conto...
#79
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 7/7/2005
Da dove potrei stare meglio.
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Skabrego
Citazione:
Considero l'errore principale quello di considerare gli ebrei come nazione, in senso moderno, o Israeliano. ..
…Mi stupisco il considerarli alla stregua di formiche, cervello unico e movimenti coordinati.
Perchè se una qualsiasi cosa nella storia è stata fatta da un giudeo rientra nei progetti degli "ebrei tutti"?

Capisco cosa intendi; hai ragione, e a mio avviso qui sta la chiave per cominciare a capire COME ha funzionato la propaganda sionista, e a cosa sia “servito”, o come abbiano strumentalizzato, l’Olocausto.
Non è forse vero che oggi dire o sentire il termine “popolo ebraico” implica il rischio di associarlo, anche non volendo, allo stato israeliano?

Citazione:
Qual'è il ruolo di Spinoza in tutto questo?

Spero di aver capito cosa vuoi esattamente dire, altrimenti correggimi: "La natura non crea nazioni ma individui"
Benché ebreo, fu estraneo al riconoscere alle sue tradizioni religiose una qualunque forma di “autorità”; ritenne pericolosa la deriva teocratica dell’ebraismo (ed in questo senso anticipò i tempi di una critica attualissima verso ogni fondamentalismo, reale o fittizio…).
Oggi non avrebbe vita più facile di allora, immagino.

Citazione:
Resta che per l'11 settembre, tempo due minuti ed eravamo tutti pronti alla guerra globale.
Per l'Olocausto non è stato così, anzi.

Skabrego, non riesco a cogliere il succo del tuo discorso (aiutami…!), ma qui il discorso si fa lungo; se l’11 settembre si colloca in un epoca storica di “guerra permanente” come strategia di controllo, l’Olocausto va a collocarsi in un tempo postbellico che si potrebbe ipotizzare di “preparazione” di un progetto che va avanti da allora, se non da molto prima, come tu stesso affermi: ”Israele è un'idea molto precedente al fascismo e al suo figlioletto nazismo”. Sono d’accordo.

Citazione:
se ci si è potuti permettere una così colossale macchinazione, uno sprezzo totale dei diritti, ecc..com'è possibile che la Palestina sia stata un problema?
Come sia possibile che gente che dispone di mezzi esagerati, che corrompe interi stati, anzi, inventa tutto il teatrino politico-bellico, con eroi e antagonisti, si ritrovi a dover massacrare a singhiozzo per decenni, con mezzi imbarazzanti, i palestinesi?

La Palestina ancora non ha chinato la testa, ricordiamolo. E ricordiamo anche che se dopo l’Olocausto la costituzione dello stato ebraico è stato un (falso) approdo, teso a “rappresentare” la risalita ed il “riscatto” da quell’orrore, per la Palestina evidentemente non è così. Nessuno vuole una “giornata della memoria” per il popolo palestinese, perché questo lo celebrerebbe come “vittima”, continuamente.

Edo
Citazione:
prova a mettere a confronto il massacro dei Tutsi con quello dei nativi americani. Che immagine hai? A me viene un casino indistinguibile.


Sarò un caso patologico, ma almeno nel massacro dei nativi americani leggo molte similitudini con il genocidio dei palestinesi.
Il tuo commento è infinitamente prezioso e stimolante per poter dare una risposta senza pensarci e ripensarci, più volte.

Ps: ragzzi, per caricare il forum ci vuole una vita, la pagina comincia a “pesare”, in tutti i sensi.
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"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 31/1/2009 23:22
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Re: Io mi rendo conto...
#80
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 23/2/2006
Da
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Stanno uscendo spunti interessanti.
Volevo solo lasciare qualche link in più:

1) ArchivioStorico, testi revisionisti on-line (in italiano). Già segnalato da Lone in altro thread.

2) CODOH revisionist library, articoli e materiale di vario genere (in inglese, qualcosa anche in italiano e altre lingue).

"You don't have to burn books to destroy a culture. Just get people to stop reading them." Ray Bradbury

3) "Mia nonna non è morta per fornire la copertura ai soldati israeliani che ammazzano le nonne palestinesi a Gaza". Gerald Kaufman, ebreo.

Giusto per ampliare un poco il materiale disponibile.
Inviato il: 1/2/2009 9:17
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  •  edo
      edo
Re: Io mi rendo conto...
#81
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 9/2/2006
Da casa
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Ho trovato questo scambio che trovo utile proporre:

Provo disgusto nel notare come le vittime dell'antisemitismo siano da sempre dipinte come vittime del nazionalsocialismo, dimenticando completamente quello che fece Stalin, antisemita da sempre. A partire dalla fine della guerra fino al 1953 vi fu nell'Unione Sovietica il completamento di quel disegno che Hitler aveva lasciato incompleto. L'antisemitismo di Stalin iniziò già negli anni Venti quando scalò il potere eliminando la cosiddetta "opposizione di sinistra", composta effettivamente da membri ebrei del Partito, basti pensare a Zinovev e Kamenev.
Rolando Spinelli
rol.spinelli@libero.it

Cari lettori, Quando il Parlamento discusse la proposta di legge per l'istituzione di un giorno della memoria dedicato al genocidio ebraico, sostenni che l'iniziativa avrebbe avuto l'effetto di suscitare la gelosia di altre vittime e di risvegliare antichi rancori. Temevo che vi sarebbe stata una corsa alla memoria durante la quale molti gruppi nazionali e religiosi avrebbero preteso di ricevere lo stesso riconoscimento. Alcuni di essi sono riusciti ad avere il loro "giorno". Ma a giudicare dalle vostre lettere i miei timori si sono realizzati. Quella che doveva essere una doverosa manifestazione di umana pietà ha finito per risvegliare il ricordo di altre sofferenze e di creare fra di esse una sorta di indecorosa competizione. Non è questo, ne sono certo, l'obiettivo che gli autori della iniziativa si erano proposti. Ma questo è stato il risultato. Ve n'è stato un altro, ancora più grave. Il giorno della Shoah, celebrato nella data della liberazione di Auschwitz, ha sostituito il giorno dei morti ed è diventato l'unica data comune al calendario ufficiale della maggior parte dei Paesi dell'Unione Europea. Non abbiamo una festa europea con cui celebrare le nostre glorie e la nostra unità. Abbiamo invece una comune giornata del dolore. Non avrei nulla da obiettare se questa giornata del dolore, per il modo in cui è intesa da alcuni ambienti ebraici, non fosse contemporaneamente una giornata del pentimento. Non viene chiesto agli europei di ricordare, ma di confessare le proprie responsabilità, di ammettere le proprie colpe, di ripetere ogni anno il loro "confiteor", di promettere che "non lo faranno più". Tralascio il problema della responsabilità collettiva (una tesi che sa terribilmente di razzismo) e mi chiedo quale potrà essere la coscienza civile delle generazioni a cui sarà stato insegnato, negli anni della scuola, che i loro nonni e i loro padri sono stati aguzzini, "volonterosi collaboratori di Hitler" o, nella migliore delle ipotesi, testimoni e complici di un dramma di fronte al quale hanno dato prova di insensibilità e cinismo. Le grandi ricorrenze servono a cementare sentimenti di appartenenza, di solidarietà e di orgoglio. Questa rischia invece di iniettare nelle vene dei giovani europei un sentimento di disprezzo per il Paese a cui appartengono e per le generazioni che li hanno preceduti. Non ne propongo l'abolizione. Ma vorrei che l'anno prossimo venisse celebrata con maggiore discrezione, senza il conformismo di tutti coloro che fanno a gara per essere in prima linea a battersi il petto.

Segio Romano
Inviato il: 1/2/2009 10:56
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  •  redna
      redna
Re: Io mi rendo conto...
#82
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Non abbiamo una festa europea con cui celebrare le nostre glorie e la nostra unità. Abbiamo invece una comune giornata del dolore


e finchè l'europa si batte il petto quel giorno non guarda più nemmeno a quello che è successo nello staterello mediorientale e di tutto quello che sta facendo sui palestinesi e del fatto che dopo 60anni non ha nemmeno una costituzione (come dovrebbe essere per ogni paese democratico).
Non guarda nemmeno più al perchè si è arrivati a costituire lo stato di israele e chi lo ha costituito.
Ma le cose restano scritte:


2008-10-17 19:15

ISRAELE: BEN GURION SOTTO ACCUSA IN 'PIECE' SU EICHMANN
di Aldo Baquis

TEL AVIV - Il significato del processo al gerarca nazista Adolf Eichmann, uno dei momenti-chiave nella memoria storica di ogni israeliano, viene ora ridiscusso da una piece teatrale, 'Anda', che mette sotto accusa il fondatore di Israele e leader storico dei laburisti, David Ben Gurion.

Secondo l'autore e regista Hillel Mittelpunkt il premier avrebbe cinicamente utilizzato quel processo per rafforzare l'establishment laburista ed isolare il rivale nazionalista Menachem Begin. In particolare, avrebbe ordinato di escludere fra i testi dell'accusa quanti simpatizzavano per la destra nazionalista ebraica. Da sinistra si grida all'eresia. L'autore, viene affermato, "ha stravolto la realtà, ha dato libero sfogo alla sua strana fantasia".

A destra invece si esulta: "Erano decenni che aspettavamo che la verità venisse a galla" esclamano increduli e commossi i suoi dirigenti. Mittelpunkt, che all'epoca del processo aveva 12 anni, replica di aver dato voce anche a sua madre: sopravvissuta alla Shoah, proprio in Israele si sarebbe poi sentita incompresa ed estranea: "come un'ombra". In Israele non c'é chi non provi orgoglio nel tornare col pensiero alla drammatica cattura di Eichmann in Argentina da parte del Mossad (1960) e allo sconvolgente processo di Gerusalemme in cui 110 sopravvissuti alla Shoah incrociarono il loro sguardo col suo per raccontare al mondo le nefandezze patite. Molti ricordano la requisitoria dell'accusatore Gideon Hausner e l'impiccagione dell'imputato: nella percezione locale, il trionfo della Giustizia sul Male.

Possibile che dietro ad uno scenario così solenne, quasi religioso, si fossero sviluppate trame politiche disdicevoli? E che in realtà a Gerusalemme, accanto al processo storico al nazismo, si sia celebrata anche una sceneggiatura dettata a tavolino da Ben Gurion per neutralizzare Begin? In 'Anda' Ben Gurion (che viene solo evocato) è un 'Grande Fratello', meschino e dispotico ai limiti della paranoia, che vieta le deposizioni al processo di Eichmann di ebrei di destra: in particolare quelli ungheresi. Perché - spiega Mittelpunkt - Ben Gurion voleva assolutamente evitare che tornasse a galla un accordo segreto fra un dirigente laburista e gerarchi nazisti per l'espatrio in extremis da Budapest di 1.700 ebrei ("un patto col Diavolo"), che aveva già traumatizzato Israele negli anni Cinquanta. Quando alla ribalta compare la teste Anda Freind, una ebrea ungherese che ricorda nei dettagli le sevizie patite ad Auschwitz "ma è iscritta al partito di Begin", i servizi segreti di Ben Gurion la obbligano con minacce a tacere. C'era ieri elettricità nella sala teatrale di Tel Aviv, dove è stato rappresentato 'Anda'. Due guardie del corpo molto solerti hanno vegliato sul viceministro della difesa Matan Vilnay, laburista. Ma non ci sono state proteste: solo applausi scroscianti per un cast di attori di primo piano. Sulla stampa proseguono le polemiche. Il ministro Rafi Eitan, che orchestrò la cattura di Eichmann, sostiene che Mittelpunkt "ha trasformato aspetti marginali in centrali, e viceversa".

Su Haaretz il giudice a riposo Gabriel Strassman accusa Mittelpunkt di aver travisato la verità storica. Eppure adesso un centro di studi storici pubblica per la prima volta una denuncia scritta nel 1961 dall'ideologo nazionalista Abba Achimeir, in cui lamenta la assenza di testimoni di destra nel processo Eichmann. Per Mittelpunkt il centro del dramma è comunque rappresentato nella tensione fra l'elite politica israeliana da un lato e gli 'outsider', ossia i superstiti dell'Olocausto, dall'altro, e dalla loro sconfitta che avrebbe significato altri anni di emarginazione.


qui la notizia.

Eichman fu l'unico nazista processato proprio a Gerusalemme.
E'stato ritrovato dal Mossad in sudamerica.In italia gli fu dato il permesso di espatriare da un prelato cattolico.

Finchè si guardava a Eichmann come l'aguzzino dietro le quinte c'era chi tramava per il potere. Storie di tutti i comuni mortali e non di un popolo eletto dal dio degli eserciti.



DICHIARAZIONE DI INDIPENDENZA DELLO STATO D'ISRAELE

In ERETZ ISRAEL è nato il popolo ebraico, qui si è formata la sua identità spirituale, religiosa e politica, qui ha vissuto una vita indipendente, qui ha creato valori culturali con portata nazionale e universale e ha dato al mondo l'eterno Libro dei Libri. Dopo essere stato forzatamente esiliato dalla sua terra, il popolo le rimase fedele attraverso tutte le dispersioni e non cessò mai di pregare e di sperare nel ritorno alla sua terra e nel ripristino in essa della libertà politica. Spinti da questo attaccamento storico e tradizionale, gli ebrei aspirarono in ogni successiva generazione a tornare e stabilirsi nella loro antica patria; e nelle ultime generazioni ritornarono in massa. Pionieri, ma'apilim e difensori fecero fiorire i deserti, rivivere la loro lingua ebraica, costruirono villaggi e città e crearono una comunità in crescita, che controllava la propria economia e la propria cultura, amante della pace e in grado di difendersi, portando i vantaggi del progresso a tutti gli abitanti del paese e aspirando all'indipendenza nazionale. Nell'anno 5657 (1897), alla chiamata del precursore della concezione d'uno Stato ebraico Theodor Herzl, fu indetto il primo congresso sionista che proclamò il diritto del popolo ebraico alla rinascita nazionale del suo paese. Questo diritto fu riconosciuto nella dichiarazione Balfour del 2 novembre 1917 e riaffermato col Mandato della Società delle Nazioni che, in particolare, dava sanzione internazionale al legame storico tra il popolo ebraico ed Eretz Israel [Terra d'Israele] e al diritto del popolo ebraico di ricostruire il suo focolare nazionale. La Shoà [catastrofe] che si è abbattuta recentemente sul popolo ebraico, in cui milioni di ebrei in Europa sono stati massacrati, ha dimostrato concretamente la necessità di risolvere il problema del popolo ebraico privo di patria e di indipendenza, con la rinascita dello Stato ebraico in Eretz Israel che spalancherà le porte della patria a ogni ebreo e conferirà al popolo ebraico la posizione di membro a diritti uguali nella famiglia delle nazioni. I sopravvissuti all'Olocausto nazista in Europa, così come gli ebrei di altri paesi, non hanno cessato di emigrare in Eretz Israel, nonostante le difficoltà, gli impedimenti e i pericoli e non hanno smesso di rivendicare il loro diritto a una vita di dignità, libertà e onesto lavoro nella patria del loro popolo. Durante la seconda guerra mondiale, la comunità ebraica di questo paese diede il suo pieno contributo alla lotta dei popoli amanti della libertà e della pace contro le forze della malvagità nazista e, col sangue dei suoi soldati e il suo sforzo bellico, si guadagnò il diritto di essere annoverata fra i popoli che fondarono le Nazioni Unite. Il 29 novembre 1947, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottò una risoluzione che esigeva la fondazione di uno Stato ebraico in Eretz Israel. L'Assemblea Generale chiedeva che gli abitanti di Eretz Israel compissero loro stessi i passi necessari da parte loro alla messa in atto della risoluzione. Questo riconoscimento delle Nazioni Unite del diritto del popolo ebraico a fondare il proprio Stato è irrevocabile. Questo diritto è il diritto naturale del popolo ebraico a essere, come tutti gli altri popoli, indipendente nel proprio Stato sovrano. Quindi noi, membri del Consiglio del Popolo, rappresentanti della Comunità Ebraica in Eretz Israele e del Movimento Sionista, siamo qui riuniti nel giorno della fine del Mandato Britannico su Eretz Israel e, in virtù del nostro diritto naturale e storico e della risoluzione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, dichiariamo la fondazione di uno Stato ebraico in Eretz Israel, che avrà il nome di Stato d'Israele. Decidiamo che, con effetto dal momento della fine del Mandato, stanotte, giorno di sabato 6 di Iyar 5708, 15 maggio 1948, fino a quando saranno regolarmente stabilite le autorità dello Stato elette secondo la Costituzione che sarà adottata dall'Assemblea costituente eletta non più tardi del 1 ottobre 1948, il Consiglio del Popolo opererà come provvisorio Consiglio di Stato, e il suo organo esecutivo, l'Amministrazione del Popolo, sarà il Governo provvisorio dello Stato ebraico che sarà chiamato Israele. Lo Stato d'Israele sarà aperto per l'immigrazione ebraica e per la riunione degli esuli, incrementerà lo sviluppo del paese per il bene di tutti i suoi abitanti, sarà fondato sulla libertà, sulla giustizia e sulla pace come predetto dai profeti d'Israele, assicurerà completa uguaglianza di diritti sociali e politici a tutti i suoi abitanti senza distinzione di religione, razza o sesso, garantirà libertà di religione, di coscienza, di lingua, di istruzione e di cultura, preserverà i luoghi santi di tutte le religioni e sarà fedele ai principi della Carta delle Nazioni Unite. Lo Stato d'Israele sarà pronto a collaborare con le agenzie e le rappresentanze delle Nazioni Unite per l'applicazione della risoluzione dell'Assemblea Generale del 29 novembre 1947 e compirà passi per realizzare l'unità economica di tutte le parti di Eretz Israel. Facciamo appello alle Nazioni Unite affinché assistano il popolo ebraico nella costruzione del suo Stato e accolgano lo Stato ebraico nella famiglia delle nazioni. Facciamo appello - nel mezzo dell'attacco che ci viene sferrato contro da mesi - ai cittadini arabi dello Stato di Israele affinché mantengano la pace e partecipino alla costruzione dello Stato sulla base della piena e uguale cittadinanza e della rappresentanza appropriata in tutte le sue istituzioni provvisorie e permanenti. Tendiamo una mano di pace e di buon vicinato a tutti gli Stati vicini e ai loro popoli, e facciamo loro appello affinché stabiliscano legami di collaborazione e di aiuto reciproco col sovrano popolo ebraico stabilito nella sua terra. Lo Stato d'Israele è pronto a compiere la sua parte in uno sforzo comune per il progresso del Medio Oriente intero. Facciamo appello al popolo ebraico dovunque nella Diaspora affinché si raccolga intorno alla comunità ebraica di Eretz Israel e la sostenga nello sforzo dell'immigrazione e della costruzione e la assista nella grande impresa per la realizzazione dell'antica aspirazione: la redenzione di Israele. Confidando nell'Onnipotente, noi firmiamo questa Dichiarazione in questa sessione del Consiglio di Stato provvisorio, sul suolo della
patria, nella città di Tel Aviv, oggi, vigilia di sabato 5 Iyar 5708, 14 maggio 1948.

Citazione:
Lo Stato d'Israele è pronto a compiere la sua parte in uno sforzo comune per il progresso del Medio Oriente intero.


Peccato che dopo 60anni le cose siano andate proprio nel modo completamente opposto.
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C’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di se (Oscar Wilde)
Inviato il: 1/2/2009 14:52
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Re: Io mi rendo conto...
#83
Mi sento vacillare
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Skabrego dice:
“Tutto inizia quando Kurt Prufer chiede un consulto alla Topf & Sohne, nei giorni 21 e 22 ottobre 1941 per la costruzione di un nuovo crematorio da affiancare al Krematorium I, presente nello Stammlager di Auschwitz, per intenderci quello con il cancello Arbeit Macht Frei.
I prigionieri, soprattutto sovietici, qui alloggiati, provvedono alla costruzione del campo stesso e ai vari sottocampi d'espansione, tra cui l'inizio di Birkenau. Per il trattamento ricevuto, le impossibili condizioni igieniche e il super lavoro i morti sono centinaia, tanto che il primo crematorio non basta più.
La richiesta è quella di un sistema che abbia la capacità di cremare 1440 corpi in ventiquattro ore.
Il progetto prevede due piani, uno in superficie, uno interrato. Il secondo aveva funzione di obitorio e montacarichi.
Nei giorni 20 e 25 gennaio 1942 si svolge la famosa Conferenza di Wannsee in cui si passa dall'idea di emigrazione forzata degli ebrei (ricordiamo anche il progetto Madagascar9 a quella di una soluzione finale.
Da qui il prototipo di Krematorium viene modificato.
Da qui i grandi equivoci, l'utilizzo di un prototipo EFFETTIVAMENTE progettato per la sola cremazione, per inventarne uno nuovo dedicato allo sterminio e all'eliminazione dei cadaveri.

Da marzo a giugno, incominciano, nel territorio che sarà poi Birkenau, i primi eccidi col gas all'interno del Bunker 1 (Casa Rossa) e Buker 2 (casa bianca), viene utilizzato prevalentemente gas di scarico secondo l'esempio dei Gaswagon.
Himmler ordina, nel viaggio d'ispezione del 17-18 luglio 1942, l'espansione del progetto iniziale di Birkenau portando la capacita a 200.000 prigionieri.
La costruzione del Kreamtorium II viene fissata all'interno di quest'ultimo campo.
Viene progettato un nuovo Krematorium (il III) speculare al due, come dimostra la planimetria di Birkenau di Walter Dejaco (uno dei tanti assolti in Austria negli anni '70, nell'indifferenza di tutti, alla faccia del complottone) del 15 agosto '42.
Il 19 e 20 agosto Himmler torna al campo e ordina la costruzione dei Krematorium IV e V, da il via ai lavori di costruzione delle condutture e dei camini, a carico della ditta Kohler.
Nel rapporto di questo incontro, Fritz Ertz cita gli "impianti da bagno per azioni speciali" dei Bunker 1 e 2, come esempi di ciò che si vuole ottenere.
Vengono installati i forni nel Krematorium II, e ordinati alla Topf & Sohne gli equivalenti per gli altri tre Krematorium.
Il 29/01/43 Prufer ispeziona il Krematorium insieme a Bischoff, quest'ultimo fa rapporto a Kammler indicando il 15 febbraio come data in cui il sistema sarebbe stato "pienamente operativo", in questo rapporto definisce la LeichenKeller 1 come "sotterraneo a Gas"é.[…]” -Nel caso i Krematorium non fossero altro che crematori, a cosa sarebbero serviti 4 impianti, per una capacità complessiva di circa seimila corpi al giorno?
-Possibile che tutti i tentativi, documentati, di sperimentazione di omicidio di massa con camere a gas in strutture "mediche" per l'eutanasia di handicappati, i Gaswagon e i Bunker 1 e 2 non abbiano avuto seguito?”.

Il lavoro di ricerca che stai facendo è davvero impegnativo. Ti ringrazio per l’impegno con cui affronti il problema olocausto con importanti citazioni sulla fattibilità tecnica che avrebbe reso possibile la colossale macchina di sterminio. Do il mio piccolo contributo a questo interessante trhead. Se non vado errato i dati che hai postato vengono da uno studioso tra i più quotati in campo della storiografia ufficiale: Jean.Claude Pressac “ Le crematoires d’ Auschwitz-La machinerie du meurtre de masse. Paris 1993. Comunque sia, questa fondamentale opera di Pressac, che riporta dati e cifre come da te riferiti, è stata presa in esame e CONFUTATA da uno specialista dei forni crematori di Auschwitz: Carlo Mattogno, il quale scrive nella premessa allla sua opera_Auschwitz: Fine di una leggenda-AR Edizioni- in risposta a detto studio di Pressac :

“L’ultima fatica diJ.C.Pressac, Le crematoires d’ Auschwitz-La machinerie du meurtre de masse dovrebbe costituire il completamento dell’opera precedente in virtù della ricchissima documentazione che C.Pressac ha studiato a Mosca, in particolare gli archivi della Bauleitung ( la direzione delle costruzioni di Auschwitz ), che furono lasciati “ intactes”nelle mani dei sovietici. In realtà in questo libro si avverte una inversione di tendenza sconfortante [ -qui si fa riferimento alla sua prima opera dal titolo Auschwitz: Tecnique and operation of the gas chambre, pubblicata nel 1989- ] C. pressac vi ritorna ai peggiori cliches della peggiore storiografia conformistica. Ciò era inevitabile: negli 80.000 ( ottantamila ) documenti di Mosca, negli archivi integrali della Bauleitung, C.pressac non ha trovato NESSUNA PROVA dell’esistenza di una sola camera a gas OMICIDA ad Auschwitz-Birkenau, nessun “indizio criminale”ha una data posteriore al 31 marzo 1943, la data della consegna ufficiale del crematorio all’amministrazione del campo, il che è a dir poco strano per un impianto di sterminio che avrebbe funzionato “ as a homicidial gas chambre and incineratio installation from 15th March 1943 , before its officially coming into service on 31 st March, to 27 th November 1944, annihhilating a total of approximately 400.000 people, most of them Jewish women, kildren and old men”.
Dunque per oltre 20 mesi di attività sterminatrice di questo crematorio, per uno sterminio di 400.000 persone, gli archivi di Mosca non contengono neppure un misero” indizio criminale” La stessa cosa vale per gli alri crematori di Auschwitz. Birkenau”.
Inviato il: 1/2/2009 15:22
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  •  Skabrego
      Skabrego
Re: Io mi rendo conto...
#84
Ho qualche dubbio
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Ciao Baciccio
In realtà le mie conoscenze sono molto più terra terra: più su trovi un post in cui parlo dell'enciclopedia o ipertesto, non so bene neanch'io come chiamarla, da cui traggo quasi tutto quello che riporto qui.

Non capisco cosa intendi per "indizio criminale", se intendi un "registro dello sterminio", in cui i nazi registrassero ad esempio "oggi ne abbiamo gasati 2000" non avrebbe senso.
Mi spiego: persone che avevano perfettamente coscienza del loro progetto criminale, tanto da far saltare con la dinamite gli impianti, non avrebbero mai avuto motivo di registrare e documentare la loro attività.
Contando che il 70%, ma spesso il 100%, delle persone dei convogli veniva direttamente mandato al gas, senza neppure una registrazione, non capisco cosa si dovrebbe cercare.
Ai nazisti non interessava nemmeno sapere i nomi di chi gasavano.

Questo lo capiscono anche i negazionisti e revisionisti, tanto da incentrare le loro critiche sulle questioni tecniche, più precisamente su un punto non chiaro come le bocchette d'immissione dello Zyklon, sulle dimensioni delle camere, gli impianti di aerazione, ecc...cioè su questioni tecniche.

Non ho nessuna conoscenza tecnica per contribuire al dibattito specifico, mi limito a riportare il poco che si sa o è rimasto.
Ho cercato, nei post precedenti, di esaudire la richiesta di Sitchinite, cioè di non utilizzare testimonianze di nessun tipo.
Resta che, pur capendo i motivi di questa richiesta, la considero la principale causa della scarsa diffusione di queste tesi: quando selezioni il materiale su cui condurre la tua ricerca, in base al risultato che vuoi ottenere, difficilmente posso prenderti sul serio.
Capisco che per un negazionista sia scontato che tutti i testimoni mentano, ma essendo il dimostrare questo l'obiettivo, non si può condurre la ricerca dandolo come già assodato.
Vedo solo io questa contraddizione?

Puoi provare anche tu a dare risposta a questi quesiti?
-Nel caso i Krematorium non fossero altro che crematori, a cosa sarebbero serviti 4 impianti, per una capacità complessiva di circa seimila corpi al giorno?
-Possibile che tutti i tentativi, documentati, di sperimentazione di omicidio di massa con camere a gas in strutture "mediche" per l'eutanasia di handicappati, i Gaswagon e i Bunker 1 e 2 non abbiano avuto seguito?


Ciao Flò!

Hai colto nel segno:

"Non è forse vero che oggi dire o sentire il termine “popolo ebraico” implica il rischio di associarlo, anche non volendo, allo stato israeliano? "

Questa è una delle cose che più mi fanno, perdonate il termine, incazzare: la pretesa dello stato d'Israele di rappresentare gli ebrei.
Dovrebbe far riflettere il fatto che la stragrande maggioranza della storia, della cultura, degli edifici ebraici si trovino in Europa...
So che molti drizzeranno le penne, ma non considero lo stato d'Israele legale, o meglio, indiscutibile.
Solo per il fatto che bisognerebbe commettere la stessa ingiustizia commessa nei confronti dei palestinesi, non chiedo l'eliminazione dello stato e lo sgombero di tutti i suoi abitanti (che sono non un blocco unico di "ebrei" perdio!).
Anche le persone più cieche devono ammettere che siamo davanti ad una conquista impunita e ingiustificata.
Scannatemi pure se vi va...

"Qual'è il ruolo di Spinoza in tutto questo?

Spero di aver capito cosa vuoi esattamente dire, altrimenti correggimi: "La natura non crea nazioni ma individui"
Benché ebreo, fu estraneo al riconoscere alle sue tradizioni religiose una qualunque forma di “autorità”; ritenne pericolosa la deriva teocratica dell’ebraismo (ed in questo senso anticipò i tempi di una critica attualissima verso ogni fondamentalismo, reale o fittizio…).
Oggi non avrebbe vita più facile di allora, immagino."


Io avevo scritto semplicemente il nome del primo ebreo "controcorrente" che mi è passato per la mente, era poco più di una provocazione...e tu ci hai trovato un senso perfettamente calzante!
Decisamente complimenti e tanto di cappello per avermi ricordato quella splendida frase.

"Skabrego, non riesco a cogliere il succo del tuo discorso (aiutami…!), ma qui il discorso si fa lungo; se l’11 settembre si colloca in un epoca storica di “guerra permanente” come strategia di controllo, l’Olocausto va a collocarsi in un tempo postbellico che si potrebbe ipotizzare di “preparazione” di un progetto che va avanti da allora, se non da molto prima, come tu stesso affermi: ”Israele è un'idea molto precedente al fascismo e al suo figlioletto nazismo”. Sono d’accordo."

Fondamentalmente credo che l'uomo abbia un disperato bisogno di ordinare gli eventi e dargli un senso.
Credo che Israele sia stato il classico "prendere la palla al balzo" per il sionismo.
Il progetto era in piedi da decenni, poteva benissimo essere attuato con la sgretolamento dell'impero ottomano dopo la prima guerra mondiale, ma evidentemente il "movimento" non aveva ancora abbastanza peso nelle decisioni internazionali.
Alla fine della seconda guerra, cogliendo un momento di debolezza incredibile della Gran Bretagna, il sionismo, grazie all'appoggio degli USA, è riuscito ad ottenere quello che voleva.
Ma siamo sicuri che sia stato il sionismo ad usare gli USA?

Contando poi che il mondo arabo, in quel tempo, era considerato solo un mucchio di selvaggi pieni di petrolio (non raccontiamocela, la considerazione è questa anche oggi per la stragrande maggioranza del mondo occidentale), avranno anche pensato che non gliene sarebbe fregato a nessuno dei palestinesi. Peccato che l'Urss non era così stupida da non cogliere il ruolo di "burattino" svolto da Israele, il petrolio fa gola a tutti e vedere uno stato che è fondamentalmente una colonia americana tutt'oggi, ha portato al sostegno economico e bellico di Palestina.

Possiamo sintetizzare che Israele e Palestina sono stati i burattini delle due grandi potenze del tempo, ognuno con un'ideologia falsa a nascondere i veri motivi.
Se Sion (più che Israele...) non voleva mollare l'osso appena conquistato e sbandierava il ricatto morale, la Palestina (o meglio la sua classe dirigente mantenuta da Mosca) creava il pretesto morale, basato sulla giusta denuncia dell'espropriazione dei propri diritti, per aggregare il mondo arabo, avvicinarlo alla sfera sovietica (ricordiamo che nell'Urss c'erano tanti stati mussulmani, il grosso dell'ex CSI, ricordiamo anche il duello afgano Urss/USA) e metterlo in posizione anti-USA tramite l'antisionismo.
La facile equazione Usa : Israele = Palestina : Urss ha creato lo stallo.

Io sono SICURO che senza l'Urss, la questione palestinese non sarebbe mai esistita, per il semplice fatto che oggi i palestinesi sarebbero una minoranza etnica, tipo i kurdi, sparsi tra Siria, Giordania e Iraq.
Inviato il: 2/2/2009 1:55
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  •  florizel
      florizel
Re: Io mi rendo conto...
#85
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Skabrego
Citazione:
Capisco che per un negazionista sia scontato che tutti i testimoni mentano, ma essendo il dimostrare questo l'obiettivo, non si può condurre la ricerca dandolo come già assodato.
Vedo solo io questa contraddizione?

Forse ci si deve interrogare circa il motivo per cui le documentazioni sono di difficile reperibilità.
Ritengo questo punto una forte lacuna del negazionismo. In qualche modo, negare l’Olocausto conduce a non tener conto di un “percorso” graduale di “accettazione indotta” della guerra permanente e del massacro di civili come strumento di imposizione della politica di dominio.

Sempre in ambito ipotetico, ribadisco il parallelo con l’11 settembre (che costituisce, a mio avviso, la chiave di interpretazione per capire quale sia stata e sia tutt’oggi la strategia del “male e la cura”): qual è la motivazione per cui abbiamo sufficienti documentazioni atte a farci ritenere l’11/9 un “lavoro pianificato”, quanto non ne abbiamo per poter dire lo stesso dell’Olocausto?
In un tempo in cui si usciva da una guerra mondiale e si celebrava la “pace” attraverso la costituzione di uno stato “simbolo” delle vittime dell’orrore, era comprensibile lasciare delle documentazioni che ne attestassero i reali progetti futuri?
Questa domanda continua a martellarmi.

Citazione:
So che molti drizzeranno le penne, ma non considero lo stato d'Israele legale, o meglio, indiscutibile.

So che molti drizzeranno le penne, ma concordo fortemente con te. Anche su questo:
Citazione:
Ma siamo sicuri che sia stato il sionismo ad usare gli USA?

Spesso si sente dire che israele è il “gendarme” degli USA in medioriente, ma tutto non sta certo a dimostrare che siano gli USA ad essere soggetti alla sua politica, a cominciare dalla massiccia presenza di sonisti all’interno di ogni amministrazione USA?

E torno all’11 settembre:

“La lobby sionista ha condotto gli USA in guerra contro l'Iraq?”

Durante un forum contro la guerra tenutosi a Reston, in Virginia, il 3 Marzo 2003, il deputato repubblicano James Moran aveva detto a una folla di circa 120 persone: “Se non fosse per il forte sostegno della comunità ebraica a questa guerra contro l’Iraq, noi [gli Stati Uniti] non la staremmo facendo.”

Un deputato degli Stati Uniti ha dichiarato che gli Ebrei hanno portato alla guerra con l'Iraq.

”Una parte principale del programma sionista è che Israele prenda il controllo di tutto il Medio Oriente e l'Iraq è il primo obiettivo. La guerra all'Iraq eliminerà il principale ostacolo e fornirà inoltre ad Ariel Sharon l'opportunità di decimare l'intera popolazione Palestinese. Non è più un segreto che il Partito Khazar Likud stia pianificando di approfittare della confusione creata dalla guerra degli Stati Uniti contro l'Iraq al fine d'attuare un "programma di pulizia etnica" in Palestina. “
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Inviato il: 2/2/2009 10:59
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  •  redna
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Re: Io mi rendo conto...
#86
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Citazione:
Possiamo sintetizzare che Israele e Palestina sono stati i burattini delle due grandi potenze del tempo, ognuno con un'ideologia falsa a nascondere i veri motivi.


Possiamo dire che NON è per nulla vero.
Posso anche dire che questa è una grande caz....a !!!
L'ideologia cosa c'entra con i palestinesi che vogliono SOLO la loro terra?

Si comincia a perdere il senso tanto per mettere israeliani e palestinesi sullo stesso piano. E questo NON si deve fare.
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Inviato il: 2/2/2009 12:31
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  •  Skabrego
      Skabrego
Re: Io mi rendo conto...
#87
Ho qualche dubbio
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Cara Redna, puoi dirmi perchè non è assolutamente vero?

Nel frattempo in Venezuela....

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/giornalisti/hrubrica.asp?ID_blog=43
Inviato il: 2/2/2009 12:54
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Re: Io mi rendo conto...
#88
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Citazione:
Possiamo sintetizzare che Israele e Palestina sono stati i burattini delle due grandi potenze del tempo, ognuno con un'ideologia falsa a nascondere i veri motivi.


redna:
"Si comincia a perdere il senso tanto per mettere israeliani e palestinesi sullo stesso piano. E questo NON si deve fare."

Skabrego, c'è del vero in quello che afferma redna. In primo luogo, perchè (come anche te osservi) non è ancora stato dimostrato che NON sia israele (e quindi il sionismo) ad "usare" gli USA; è molto più ragionevole ipotizzare il contrario.

In secondo luogo, perchè se burattini ci sono stati, questi sono i popoli, in questo caso palestinese ed ebraico (e di questo dovremmmo esser certi, tutta la storia degli stati si fonda sull'utilizzo delle "ragioni" dei popoli).

Solo che anche te fai lo stesso errore che denunci: se da una parte imputi ad israele la pretesa di voler rappresentare il popolo ebraico, cadi nell'errore di ritenere che sia stata un burattino dell'allora due potenze mondiali, USA e URSS, senza fare distinzione tra popolo ebraico e stato di israele.

Sappiamo invece che il ruolo di israele (in quanto stato, e non in quanto popolo ebraico) è stato determinante anche nella creazione delle contrapposizioni tra le due potenze.
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Inviato il: 2/2/2009 13:14
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  •  redna
      redna
Re: Io mi rendo conto...
#89
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Citazione:
Cara Redna, puoi dirmi perchè non è assolutamente vero?


Skabrego
non ho messo la dichirazione della costituione dello stato israele per nulla.
L'ho messa solo per evidenziare quanto 'unilaterale' sia stata quella dichiarazione. In quella dichiarazione si dichiara che quella terra era SEMPRE stata degli ebrei quando non solo non è vero ma, proprio in quel periodo era degli arabi e ormai da secoli.
Il fatto che i (presunti) ebrei avessero avuto la schiavitù d'egitto e la cattività babilonese voleva per forza di cose dire che gi arabi palestinesi gli dovessero le loro terre?
Se hanno dato al mondo (sempre secondo 'loro' quindi 'unilateralmente ') la bibbia (ma sappiamo che genesi era già stata scritta da 'altri' non ebrei...) che cosa gli deve il mondo ?
In questa costituzione, per finire, di dichiara che il nascente stato di israele avrebbe contibuito a 'migliorare' il medioriente.
Dopo sessant'anni la regione è disastrata e i territori che l'ONU aveva dato ad altri israele (sempre 'unilateralmente') dice che sono i suoi.
Gaza, la cisgiordania e le alture del golan non sono di Israele.Diciamo che le ha arraffate (sempre 'unilaterlamente') e anche Gerusalemme, se non fosse per le continue mattanze (a scapito della popolazione araba) sarebbe SOLO in loro mano; non contanto che li ci sono cristiani, cattolici e altre confessione religiose che, anche per loro, li dicharano luoghi santi.

In pratica 'unilaterlmente' dichara di essere ma, anche, unillaterlmente potrebbe dichiarare anche il contrario (non essendoci nulla di scritto potrebbe andar bene anche quello).
Questo a dimostrazione che l'ONU è soggetta a israele e agli USA, costruita su terreno ebraico.
L'ONU dovrebbe risolvere le contese fra i popoli, invece le sta facendo diventare per tutti guerre infinite.

°°°
riprendo un post precedente:


Citazione:
Se Sion (più che Israele...) non voleva mollare l'osso appena conquistato e sbandierava il ricatto morale, la Palestina (o meglio la sua classe dirigente mantenuta da Mosca) creava il pretesto morale, basato sulla giusta denuncia dell'espropriazione dei propri diritti, per aggregare il mondo arabo, avvicinarlo alla sfera sovietica (ricordiamo che nell'Urss c'erano tanti stati mussulmani, il grosso dell'ex CSI, ricordiamo anche il duello afgano Urss/USA) e metterlo in posizione anti-USA tramite l'antisionismo. La facile equazione Usa : Israele = Palestina : Urss ha creato lo stallo.


Qui mi pare di capire che la confusione regna sovrana.
Potrei chiarire nel dire che i primi coloni ebrei (nella metà del 1800) comprarono dagli arabi delle terre con l'intenzione di stabilirsi in quel territorio. Probabilmente erano 'veri' ebrei....
Più tardi qualcuno ha visto l'affare in palestina... è più chiaro così?
L'affare implica allora che si fanno guerre e si muovono soldati....

Più chiaramente: il sionismo è una cosa, l'ebraismo un altra.
Il problema è ora che esiste uno stato (israele) nato per la shoah ebraica (di cui veramente molti ebrei hanno pagato con la proprio pelle) ma in effetti gestito da sionisti che di volta in volta muovono determinati fili.
Nella recente operazione 'piombo fuso' i rabbini hanno dato la 'dispensa' all'esercito per colpire gaza.
Questo significa che l'ebraismo non è più una religione innocqua ma va a bracettoi con il sionismo e NON si possono più separare.
E'preoccupante questo.
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Inviato il: 2/2/2009 14:08
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  •  Skabrego
      Skabrego
Re: Io mi rendo conto...
#90
Ho qualche dubbio
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Non vengono messi Israele e Palestina sullo stesso piano per un'ipotetica "pari e patta" che risolva capre e cavoli.
Voglio solo far notare che la Palestina non è rimasta in piedi finora da sola, non è una critica "morale", capisco che quando stai affogando ti appigli a tutto quello che puoi, ma nella storia, anche recente, ci sono decine di storie di ingiustizie, popoli scacciati, ecc...che non avendo appoggi sostanziosi sono stati spazzati via dal "più forte" e mai ricordati.

"Solo che anche te fai lo stesso errore che denunci: se da una parte imputi ad israele la pretesa di voler rappresentare il popolo ebraico, cadi nell'errore di ritenere che sia stata un burattino dell'allora due potenze mondiali, USA e URSS, senza fare distinzione tra popolo ebraico e stato di israele."

Chiedo scusa per il fraintendimento, io parlo solo di stati, o classi dirigenti...il popolo ebraico e palestinese non viene mai tenuto in conto da nessuno: sono sicuro che Israele sacrificherebbe migliaia dei suoi abitanti se questo la rafforzasse, penso la stessa cosa per la classe dirigente palestinese...e per quella di qualsiasi altro paese.

Ricordiamoci le storie di corruzione dell'OLP e il fatto che Arafat ci sia letteralmente "campato" sulla disgrazia palestinese, so che questa è ancora una controversia...discutiamone.

Inoltre mi sa che dobbiamo rivedere un pò tutti le nostre idee...



24 - 01 - 2009
E Stalin aiutò Israele. Un saggio su come nacque lo stato ebraico
(la Repubblica, sabato 24 gennaio 2009)
L´Urss sostenne l´istituzione Poi le cose cambiarono I perché li spiega lo storico Leonid Mlecin. Anticipiamo la prefazione di Luciano Canfora

LUCIANO CANFORA


Anticipiamo parte della prefazione di a Perché Stalin creò Israele di Leonid Mlecin (Sandro Teti editore, pagg. 352, euro 17)


Il Bund, movimento socialdemocratico ebraico, il Posdr, partito operaio socialdemocratico russo di Plechanov e Lenin, e il movimento sionista nacquero quasi contemporaneamente, nel biennio 1897-98. Le relazioni tra Bund e movimento sionista furono, dal principio, molto tese e non meno lo furono quelle tra Bund e socialdemocrazia russa e, più in generale tra Bund e l´Internazionale. Il movimento socialista, Lenin non meno degli altri leader, faceva propria la posizione "assimilazionista" che era stata già messa in atto dalla Rivoluzione francese e trovava contraddittoria, rispetto all´obiettivo del socialismo internazionalista, la scelta "nazionale" dei socialisti del Bund. Ad alcuni però, pur tra le asprezze polemiche, non sfuggiva la peculiarità della situazione degli ebrei e, in particolare, degli operai ebrei. (...)

Queste sono le premesse remote di una vicenda che non si è per nulla esaurita. (...) Essa però ha il suo momento culminante nella scelta sovietica, nel biennio 1944-46, di impegnarsi a fondo per la nascita dello Stato di Israele. (...) Nonostante sia usuale l´accusa di strumentalismo e di Realpolitik nei confronti della politica estera sovietica, sta di fatto che la scelta culminata nel voto sovietico a favore della Risoluzione 181 dell´Assemblea generale dell´Onu, il 26 novembre 1947, che stabiliva la divisione in due della Palestina e la creazione dello Stato di Israele, rappresenta un esito del tutto coerente con le premesse poste quasi tre anni prima alla conferenza sindacale mondiale di Londra, nel febbraio 1945. Qui la delegazione sovietica approvò una risoluzione molto impegnativa e dal contenuto inequivocabile che sollecitava in due direzioni: proteggere gli ebrei contro l´oppressione e la discriminazione in qualunque paese; dare al popolo ebraico la possibilità di costituire un "focolare nazionale" in Palestina (promessa di Balfour dopo il primo conflitto mondiale rimasta disattesa).

La doppiezza c´era in quel momento da parte sovietica. Essa penalizzava gli arabi e in particolare i partiti comunisti dell´area (quello palestinese in particolare) ai quali veniva fatto intendere – per esempio dal console sovietico a Beirut, Ruben Agronov – che il governo sovietico non intendeva, con ciò, esprimersi a favore della creazione di uno Stato ebraico in Palestina. I contraccolpi di tale doppiezza furono ben presto percepiti sul versante del prestigio sovietico nel mondo arabo. Non va dimenticato che nel 1954, quando salirono al potere in Egitto i colonnelli e si affermò il "nasserismo", comunque il partito comunista egiziano fu decimato e messo fuori legge.

Pur mentre la lotta tra potenze portava l´Egitto a un riavvicinamento con l´Urss, l´ostilità araba verso Mosca per la scelta del novembre ´47 perdurava immutata, poiché sarebbe stata decisiva per la nascita di Israele. Si ebbero, all´Assemblea generale dell´Onu, trentatré voti a favore, tredici contro e dieci astensioni. Con l´Urss votarono Ucraina, Bielorussia, Polonia e Cecoslovacchia. Se questi cinque voti fossero passati nel campo dei contrari o degli astenuti, ci sarebbe stato un risultato di parità: ventotto contro ventotto. E la risoluzione per la nascita di Israele sarebbe stata respinta. Si può aggiungere che la Jugoslavia già in rotta di collisione (non ancora palese) con Stalin, si collocò tra gli astenuti.

Appena tre giorni dopo il voto alle Nazioni Unite, esplosero gli scontri in Palestina miranti a impedire l´applicazione della risoluzione relativa alla spartizione della regione. Gli Stati arabi inoltre, sostenuti vigorosamente dall´Inghilterra, opposero un rifiuto netto all´attuazione della Risoluzione 181 e diedero di fatto inizio alle ostilità. Gli Usa furono per non breve tempo in una situazione di paralisi e di incertezza. È fuor di dubbio che proprio le reticenze e incertezze statunitensi di quei mesi diedero ai sovietici la possibilità di inserire un forte elemento di contraddizione tra il movimento sionista e l´alleato "naturale", gli Usa.

Esiste un allarmato rapporto del gennaio 1948 di George Kennan, il teorico della dottrina del "containment" nei confronti dell´Urss, rivolto a spiegare a Truman il rischio della situazione. «Se il piano di spartizione dovrà essere applicato con la forza – spiega Kennan al presidente – l´Urss avrà tutto da guadagnare perché troverà, in tale situazione il pretesto per poter partecipare al "mantenimento dell´ordine" in Palestina. E se le truppe sovietiche entreranno in Palestina per consentire l´attuazione della spartizione, gli agenti comunisti troveranno una base eccellente per estendere le loro attività sovversive, svolgere la loro propaganda, tentare di abbattere gli attuali governi arabi e di installare anche lì delle "democrazie popolari". Forze sovietiche in Palestina sarebbero una minaccia diretta per le nostre posizioni in Grecia, Turchia, Iran, una minaccia a lungo termine per tutto il Mediterraneo».

Kennan prosegue denunciando che l´Urss sta già fornendo armi agli ebrei ma anche ad alcuni tra gli arabi. Nei primi mesi del ´48 gli Usa fanno marcia indietro. Addirittura il 19 marzo Warren Austin, delegato all´Onu, propone di sospendere l´applicazione della Risoluzione 181. (...) Il 23 marzo Gromyko, al Consiglio di sicurezza, denuncia le manovre dilatorie degli Usa miranti a creare una "tutela Onu" sulla Palestina. Ed è la fermezza sovietica all´Onu che porta alla formazione dello Stato ebraico. Nella seduta del 14 maggio ´48 al Consiglio di sicurezza Gromyko respinge tutte le proposte alternative o dilatorie. Scriverà Abba Eban nella sua autobiografia: «L´Urss era la sola potenza mondiale che sostenesse la nostra causa».

La vicenda successiva, quella che Rucker definisce del "secondo stalinismo" vede raffreddarsi progressivamente il rapporto Urss-Israele, sebbene vada pure ricordato che solo l´invio massiccio di armi cecoslovacche, voluto da Stalin, consentì al neonato Stato di Israele di sconfiggere l´attacco concentrico di Egitto e Giordania (armati dagli inglesi) nella prima guerra arabo-israeliana, quella appunto del 1948.

Le cause del progressivo capovolgimento di posizione furono molteplici: la rottura con Tito e l´ossessione staliniana di vedersi affermare posizioni analoghe, di autonomia rispetto all´Urss, nei vertici delle altre democrazie popolari: vertici che, specie in Cecoslovacchia erano in larga parte rappresentati da comunisti di origine ebraica; il forte antisemitismo residuale tuttora allignante sia in Russia che in Ucraina e Polonia; la convinzione che a lungo andare la politica di emigrazione dall´Est Europa in Israele (inizialmente favorita molto intensamente da Stalin) portasse a un danno per gli Stati socialisti "europei". Le tappe della crescente ostilità antiebraica nell´ultimo periodo staliniano sono ben note: dalla vicenda dello "Stato ebraico in Crimea" al mostruoso processo ai medici accusati di aver assassinato Ždanov. (...) Al di là delle oscillazioni tattiche (...), una considerazione si può formulare di fronte al fenomeno più rilevante: quello dell´appoggio netto dell´Urss staliniana alla nascita di Israele-Paese "socialista" nel bel mezzo di monarchie feudali – e del successivo distacco. Anche con altri paesi socialisti affermatisi fuori della stretta azione politico-militare sovietica l´Urss entrò in collisione: Jugoslavia prima, Cina poi. È dunque, forse, l´incapacità della dirigenza staliniana (ma anche kruscioviana e poi brezneviana) ad ammettere la possibilità stessa di un policentrismo dell´area socialista la causa principale di questa vicenda e, alla fine, del crollo stesso dell´Urss.

http://www.micciacorta.it/articolo.php?id_news=1358

e anche...

Stalin, da «ostetrico» a nemico della nuova Israele
di Paolo Rastelli - 10/01/2009

Fonte: Corriere della Sera [scheda fonte]

Leonid Mlecin svela i meccanismi che portarono i sovietici a sponsorizzare il voto favorevole alla divisione della Palestina


«Durante l'ultima guerra il popolo ebraico ha patito tremende e indescrivibili sofferenze… Il fatto che nessuno Stato dell'Europa occidentale sia stato capace di garantire i diritti elementari del popolo ebraico e di proteggerlo dalla violenza fascista, spiega il desiderio degli ebrei di costituirsi uno Stato proprio. Sarebbe ingiusto non prendere in considerazione questa circostanza e negare al popolo ebraico il diritto a realizzare le proprie aspirazioni… ». A pronunciare questo discorso appassionato a favore del diritto degli ebrei di costituire un proprio Stato in Palestina fu Andrej Gromyko, rappresentante permanente alle Nazioni Unite e viceministro degli Esteri dell'Unione Sovietica. Era il 4 maggio 1947 e l'Urss, vittoriosa nella Seconda guerra mondiale e già impegnata nel confronto con l'Occidente, aveva identificato nel Medio Oriente, ancora nella sfera di influenza di una debolissima Gran Bretagna, uno dei settori in cui misurarsi con gli ex alleati. Sia Londra sia gli Stati Uniti, un po' per gli interessi petroliferi in comune con i governi arabi, un po' per i tradizionali (e romantici) legami che soprattutto gli inglesi, da Lawrence d'Arabia in poi, avevano con le monarchie della regione, un po' per la diffidenza che gli ebrei palestinesi imbevuti di socialismo ispiravano al dipartimento di Stato di Washington, non erano affatto favorevoli alle aspirazioni sioniste. E così Mosca fece la scelta opposta.
Per chi è nato nel dopoguerra ed è cresciuto leggendo sui giornali dei grandi scontri arabo- israeliani, soprattutto quelli del 1967 e del 1973, è difficile pensare che ci sia stato un momento storico in cui Usa e Urss avevano ruoli opposti rispetto a quelli tradizionali di sponsor, rispettivamente, di ebrei e arabi. Eppure la grande mole di documenti, alcuni dei quali inediti, raccolti dal giornalista e storico russo Leonid Mlecin nel libro Perché Stalin creò Israele (Sandro Teti Editore, pp. 207, e 17, a cura di Luciano Canfora, introduzione di Enrico Mentana, traduzione di Svetlana Solomonova) non lasciano ombra di dubbio. Il georgiano di Mosca, mentre in patria perseguitava gli ebrei (e le altre nazionalità) in nome della russificazione dell'Urss, sulla scena internazionale fu «l'ostetrico» che fece nascere Israele: furono Urss, Ucraina, Bielorussia, Polonia e Cecoslovacchia, nella votazione definitiva all'Onu, a far pendere la bilancia a favore della spartizione della Palestina in due Stati autonomi, uno ebreo e l'altro arabo. E fu Stalin a consentire a Praga, appena entrata nell'orbita sovietica, di vendere armi moderne all'Haganah, in netta inferiorità di fronte agli eserciti arabi nella guerra del 1948. «Oggi non ho più dubbi: lo scopo dei sovietici era estromettere l'Inghilterra dal Medio Oriente», scrisse Golda Meir, ambasciatore a Mosca, poi ministro degli Esteri e infine primo ministro di Israele.
La rottura tra Tel Aviv e Mosca arrivò poco dopo la vittoria degli eserciti ebraici e l'affermazione definitiva di Israele, e fu rapida, come racconta Mlecin: Stalin, sempre a caccia di nemici interni nell'orwelliana ossessione di tenere il suo popolo in perenne stato d'assedio per compattarne la volontà antioccidentale, lanciò la sua campagna contro «la cricca» dei medici ebrei e aumentò le restrizioni all'emigrazione degli ebrei sovietici. La stampa israeliana lo attaccò duramente, nonostante la prudenza del governo di Tel Aviv. Ma Stalin, semplicemente, non poteva concepire l'idea di una stampa libera e vide dietro gli attacchi la mano di Ben Gurion e dei suoi. Poi ci fu un attentato all'ambasciata sovietica di Tel Aviv, la rottura delle relazioni diplomatiche e lo scivolamento di Israele nell'orbita americana. I diplomatici israeliani lasciarono Mosca il 20 febbraio 1953. Pochi giorni dopo Stalin moriva. Ma la frattura tra Israele e l'Urss non venne più ricomposta.

http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=23498

Ma c'è anche chi la pensa mooolto diversamente:

Da http://www.azionetradizionale.com un interessantissima intervista a Stefano Fabei, uno degli storici maggiormente esperti sul rapporto tra il Fascismo e il mondo arabo - tema in gran parte trascurato dalla storiografia ufficiale e non, ma di notevole interesse storico e politico, soprattutto se si pensa alla tragica attualita’ dei difficili rapporti tra Occidente e Islam, che qualcuno vuol propinarci come scontro tra due diverse civilta’ - .
Come ha avuto inizio, e quali sono stati i caratteri salienti dei rapporti tra il Fascismo e l’Islam?
Già prima della marcia su Roma posizioni filoarabe e filoislamiche erano presenti all’interno dei fasci di combattimento: derivavano dalle molteplici esperienze politiche confluenti nel movimento fondato da Mussolini il 23 marzo 1919: da quella socialista a quella repubblicana, dall’anarchica alla sindacalista rivoluzionaria, dall’arditismo al futurismo avanguardista.
L’idea di un’Italia «nazione proletaria», nemica naturale di quelle plutocratiche e imperialiste era molto diffusa in questo primo fascismo «di sinistra», repubblicano e rivoluzionario, ed in quel periodo essa emerse con un certo vigore anche nel corso dell’esperienza fiumana. Tra la fine della Prima guerra mondiale e l’avvento al potere di Mussolini una serie di fatti e circostanze politiche, interne ed internazionali, permisero all’Italia d’essere, o almeno apparire, la nazione in grado di fare da tramite, da intermediaria tra l’Oriente e l’Occidente. Un mese prima della marcia su Roma Gabriele D’Annunzio, scoperte le grandi e molteplici affinità tra il Vangelo e il Corano, affermò che proprio dall’Oriente sarebbe venuta «la forza nuova per l’Italia nuova: di questa Italia che il destino ha voluto costituisse geograficamente e spiritualmente il ponte tra l’Occidente e l’Oriente.»

Poi, però, nei primi otto anni di potere Mussolini non portò avanti un’autonoma politica araba perché la politica estera italiana aveva come fondamentale punto di riferimento quella inglese, e dall’andamento dei rapporti con Londra dipendeva la politica di Roma nei confronti degli arabi. Essendo in corso la «riconquista» della Libia, era poi difficile per Mussolini avviare un vero e proprio dialogo con il mondo arabo. Inoltre gli impulsi ad una politica estera veramente rivoluzionaria, anche nei confronti dei Paesi arabi, sostenuta dai fascisti più dinamici, venivano soffocati dalla eccessiva influenza che avevano nel regime nazionalisti e cattolici conservatori. Solo all’inizio degli Anni Trenta la nostra politica araba cominciò a caratterizzarsi in maniera più autonoma e dinamica, presentando l’Italia come «ponte» tra l’Est e l’Ovest, un punto di riferimento, un «faro di luce» per le nazioni islamiche. Non a caso tra il 1930 e il 1936 Roma cercò di accentuare la sua azione culturale ed economica nel Medio Oriente e nell’area arabo-islamica in generale. Pensiamo all’inizio a Bari della Fiera del Levante nel 1930; ai convegni degli studenti asiatici organizzati a Roma sotto il patrocinio dei Gruppi Universitari Fascisti nel 1933 e nel 1934; a Radio Bari, che iniziava le sue trasmissioni in lingua araba nel maggio del 1934; all’attività di penetrazione nella stampa araba con sovvenzioni a giornali e giornalisti; all’Istituto per l’Oriente e l’Istituto Orientale di Napoli, centri di attività culturale che svolgevano una proficua azione politica. Secondo Said Sciartuni, un collaboratore arabo della «Vita italiana», la rivista di Giovanni Preziosi, a prescindere dai rapporti economici e commerciali esistenti, tra mondo arabo e l’Italia fascista esisteva un legame ideologico che avrebbe avuto il suo peso effettivo nei loro rapporti futuri. Il mondo arabo secondo lui era un fertile campo per l’espansione del fascismo, che esso considerava come un mezzo essenziale per la sua rinascita nazionale. L’Italia era quindi chiamata a svolgere una propaganda per lo sviluppo del fascismo in Oriente; così avrebbe potuto combattere il comunismo nel mondo arabo conquistandosi ampie simpatie. Ai valori dell’Islamismo (ma anche del Buddismo) si sarebbe poi rifatto, subito dopo l’inizio della campagna razziale, il presidente dei CAUR (i Comitati di Azione per l’Universalità di Roma, la cosiddetta «internazionale fascista»), Eugenio Coselschi, nel messaggio rivolto, nel settembre 1938, al Congresso antibolscevico ed antigiudaico di Erfurt, per contrapporre alle «nefaste dottrine che propongono l’assoggettamento di tutte le nazioni e di tutte le razze alla tirannia di un’unica razza sottomessa alle prescrizioni del Talmud la santità della croce cristiana, la saggezza del Corano e la chiaroveggenza di Budda» e per esaltare «l’idea universale di Roma» e la sua battaglia spiritualista in nome di tutti i «credenti, e i devoti, sia a Cristo, a Maometto o a Budda» contro il vile materialismo.

Mussolini e la spada dell’Islam. Quale la storia? Alla base del legame che si instaurò, vi era solo una visione di realpolitik del Duce?

È questa la terza fase della politica arabo-islamica del fascismo, quella relativa alla seconda metà degli Anni Trenta, gli anni dell’Asse, il giorno prima della cui nascita, il 24 ottobre 1936, Hitler aveva dichiarato a Galeazzo Ciano, ministro degli Esteri del Duce, che il Mediterraneo era un mare italiano e che qualsiasi modifica futura nell’equilibrio mediterraneo si sarebbe dovuta fare a favore dell’Italia, così come la Germania avrebbe dovuto avere libertà di azione verso l’Est e verso il Baltico. Orientando i dinamismi delle due potenze fasciste in queste direzioni esattamente opposte, non si sarebbe mai potuto avere un urto di interessi tra Germania e Italia. In altri termini, secondo Hitler, i Paesi arabi sotto controllo francese e inglese, quasi nella loro totalità, facevano parte della sfera d’influenza di Roma. L’anno dopo, il 18 marzo 1937, il Duce, durante il suo viaggio trionfale in Libia, assunse il titolo di «Spada dell’Islam». Mussolini era il protettore dei musulmani, in Libia, in Etiopia, dove li aveva sottratti alle vessazioni del Negus, in Palestina e un pò ovunque nel Mediterraneo. A prescindere dai rapporti economici e commerciali esistenti tra mondo arabo e Italia fascista, la politica mediorientale e la questione araba divennero argomento della stampa di regime.

Quale è stato il ruolo svolto dalla Gran Bretagna nelle relazioni tra Italia e mondo arabo?

Come ho già detto, la Gran Betagna è stata sempre la grande antagonista dell’Italia nel Mediterraneo, ma, come nella politica araba della Germania, così in quella dell’Italia si tese a non pregiudicare i rapporti con Londra, almeno fino al momento in cui, con lo scoppio della Seconda guerra mondiale, la rottura divenne irreversibile. Dall’andamento delle relazioni con gli inglesi dipese l’appoggio al nazionalismo arabo e ai movimenti di liberazione dell’area mediorientale, come quello palestinese.

L’ Italia fascista e la resistenza palestinese. Appartiene davvero all’internazionalismo di sinistra, come una certa interpretazione della storia sostiene, il primato storico nell’aver dato supporto alla causa palestinese?

Assolutamente no. Fu l’Italia il primo Stato europeo a sostenere in modo concreto la lotta di liberazione del popolo palestinese dal mandato britannico e dal progetto sionista in Terrasanta. Tra il 10 settembre 1936 e il 15 giugno 1938 l’Italia versò al Gran Mufti di Gerusalemme, che guidava la rivolta del popolo palestinese contro le forze militari della Gran Bretagna e contro l’immigrazione ebraica, circa 138.000 sterline, una somma di tutto riguardo per quei tempi (ai valori attuali circa 10 milioni di euro)… Questo contributo finanziario fu deciso dal Duce all’indomani della guerra d’Etiopia, non solo in ragione della posizione assunta dall’Italia nei confronti del nazionalismo arabo, e «per dar fastidio agli Inglesi», ma anche in omaggio alle posizioni anticolonialiste del Mussolini socialista rivoluzionario e del primo fascismo. Oltre al denaro, il ministero degli Esteri decise di inviare ai mujâhidîn palestinesi un consistente carico di armi e munizioni, in principio destinato al Negus ma acquistato in Belgio tramite il SIM. Questo materiale, depositato per quasi due anni a Taranto, sarebbe dovuto giungere, tramite intermediari sauditi, ai palestinesi impegnati nella prima grande intifâda per abbattere il regno hascemita di Transgiordania, porre fine al protettorato britannico, bloccare l’arrivo di altri ebrei e il progetto sionista in Terrasanta.

Qual è stato il contributo materiale – in uomini e mezzi – offerto dal mondo islamico alle forze dell’Asse durante la Seconda guerra mondiale?

Si tratta di un contributo molto significativo, difficile da quantificare numericamente. Volendo azzardare qualche cifra diremo prudentemente che oltre 300.000 furono i musulmani delle regioni islamiche dell’Unione Sovietica (caucasici, turchi di Crimea, tartari del Volga, turkestani, azeri, ecc.) che si arruolarono con i tedeschi per combattere contro l’Armata Rossa di Stalin; 117.000 i caduti. Per quanto riguarda gli arabi, tra il 1941 ed il 1945, si calcola che 500 siriani, 200 palestinesi, 450 iracheni, e 12.000 circa tra algerini, tunisini, marocchini ed egiziani si unirono attivamente all’Asse. 6.300 fecero parte d’unità militari del Reich, poche centinaia combatterono con le mostrine del Regio Esercito o della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, altri ancora militarono nelle unità della Francia di Vichy. Emanuel Celler, membro del Congresso degli Stati Uniti, il 10 aprile 1946 dichiarò che duemila soldati arabi dell’Asse prigionieri di guerra erano ospiti del campo di prigionia di Opelika, nell’Alabama. Nei Balcani poi, oltre 30.000 volontari della Bosnia, dell’Albania e di altre regioni musulmane entrarono nelle Waffen SS, cui bisogna aggiungere quelle migliaia di fedeli di Allah che combatterono in milizie e formazioni autonome.

Perché questa pagina di storia che riguarda il rapporto tra Fascismo e mondo arabo è rimasta, fino ai giorni nostri, così poco conosciuta?

In effetti si tratta di un capitolo molto trascurato dagli storici, non solo da quelli dei movimenti filofascisti, che allora nacquero e si svilupparono un pò in tutto il mondo, ma anche, lacuna ancor più grave, dagli storici del colonialismo e della decolonizzazione; infatti il fenomeno filofascista di certi Paesi e gruppi politici, nel mondo arabo-islamico in particolare, fu anzitutto un corollario della resistenza al colonialismo. E poi c’è stata la tendenza ad assimilare, senza i necessari distinguo, il fascismo al colonialismo, per non parlare dell’imbarazzo che la simpatia e il sostegno di molti musulmani del cosiddetto Terzo Mondo alla guerra dell’Asse suscitavano in certi ambienti politici e culturali.

Cosa direbbe ai giovani di destra che tendono a seguire le correnti di chi vuole a tutti i costi vedere uno scontro tra due diverse culture, quella «occidentale-crisitana» e quella araba-musulmana?

Io ritengo che il cosiddetto scontro di civiltà non esista e che questa tesi sia sostenuta da chi cerca di impedire la conoscenza e la collaborazione tra realtà umane, culturali e politiche certamente differenti ma non per questo necessariamente antagoniste. Le diversità sono a mio giudizio una ricchezza e una risorsa necessaria in un mondo in cui il processo di globalizzazione tende ad omogeneizzare tutti nell’american way of live. Chi basa la propria identità su solide radici non teme il diverso, ma cerca di conoscerlo e collaborarci, se possibile, in vista del raggiungimento di un comune obiettivo… ma il discorso è estremamente complesso…

Domanda di rito: i suoi progetti per il futuro, ha pubblicazioni in cantiere?

Al momento ho in cantiere la storia di un soldato del Novecento e delle sue guerre; si tratta della biografia del generale Niccolo Nicchiarelli, Capo di Stato Maggiore della Guardia Nazionale Repubblicana durante la RSI.

Bibliografia di riferimento

1. S. FABEI, Una vita per la Palestina (Storia del Gran Mufti di Gerusalemme), Mursia, 2003.

1. S. FABEI, Mussolini e la resistenza palestinese, Mursia, 2005.

1. S. FABEI, Il fascio, la svastica e la mezzaluna, Mursia, Milano, 2002.

Per concludere...

E ora gli arabi fanno il tifo per la nuova guerra fredda
Nel mondo arabo l’opinione pubblica tiene per Putin e non per la Georgia. La nuova grande tensione internazionale, l’atteggiamento aggressivo della Russia fa sognare che si ristabilisca un chiaro potere russo in Medio Oriente, che, come quello sovietico di un tempo, si contrapponga agli Usa e a Israele: il mondo arabo vibra a questo pensiero. È la corda della memoria della Guerra Fredda quella che suona, nota da Washington il Delphi Global Analysis Group: ricordare il tempo in cui il Grande fratello era là con le sue armi, i suoi uomini, il suo denaro, suscita risposte piuttosto positive alle mire egemoniche di Mosca, anche se parliamo dell’opinione pubblica e del mondo degli intellettuali e dei giornalisti. Le vicende cecene sembrano non avere turbato il mondo musulmano: la Russia, come l’Urss di un tempo, fa scattare un riflesso filiale e insieme di rivincita.
Intriga non poco quasi tutti i giornali arabi la speranza di un alleato forte che l’America non osi contrastare più di tanto. Lo sfondo di rapporti con l’Iran (dove l’Urss costruisce uno dei reattori nucleari), con la Siria (Assad è in arrivo a Mosca proprio in questi giorni) e il gran traffico d’armi russe che rende il Medio Oriente un puntaspilli di missili, fa da sfondo a una speranza di pieno impegno sul territorio della Umma musulmana. Più chiaro di tutti è l’editorialista Ahmad Umrabi, kuwaitiano, che il 13 agosto scrive su Al Bayan: avendo Putin sfidato l’ordine globale per stabilire il predominio russo dimostra di essere pronto a diventare una potenza mondiale. «Forse oggi si prepara a un’alleanza con noi arabi e con l’Iran. Riusciremo ad approfittare di questa opportunità?». Il giornale giordano Al Ghad spiega meglio con un editoriale dello stesso giorno: «Il mondo intero sentiva la mancanza della Guerra fredda perché essa forniva sicurezza ed equilibrio. Poi è venuto il tempo del caos, del dubbio... del monopolio americano del potere globale». Ma adesso, prosegue il giornale, «la Russia ha nuovi alleati nell’Iran, nella Cina, nell’America Latina e formerà con loro un potente fronte globale... esso sarà dotato di grande potere militare perché i guadagni petroliferi russi e iraniani vengono utilizzati per costruire forza militare». Insomma, conclude idealmente un editorialista del giornale giordano Al Quds al Arabi, il potere degli Usa si restringe mentre quello russo sembra ampliarsi, non sarà meglio che noi arabi smettiamo di mettere tutte le uova nel paniere americano?
Più cauto ma sempre sostanzialmente al fianco dell’antico alleato il giornale più importante e più legato al governo d’Egitto, Al Ahram, che di Ferragosto ha scritto che l’Occidente non ha mai cambiato, dai tempi della caduta dell’Urss, il suo atteggiamento aggressivo verso la Russia, e che ora «la circonda militarmente sia in Europa che cercando di isolarla dall’Asia e impedendole l’accesso alle regioni ricche di petrolio e al Medio Oriente». Di Saakashvili Al Ahram dice che è più o meno un burattino americano. E conclude che la Russia non permetterà che la Georgia si trasformi in un cavallo di Troia per distruggerla. Anche un settimanale vicino ai Fratelli Musulmani che si stampa in Giordania, Al Sabil, scrive che gli americani intervengono ovunque vi sia resistenza contro il loro potere, per quello aiutano minoranze come quella albanese in Kosovo o quella Uyghur in Cina e sostengono l’integrità della Georgia mentre hanno distrutto quella della Serbia, amica della Russia.
Insomma, la lettura è molto chiara anche se le leadership politiche sono molto più caute dei loro intellettuali. Esistono però invece sotterranee preoccupazioni per cui la situazione attuale è diversa da quella della Guerra Fredda, e il titolo di questo capitolo porta il titolo: «Iran». È evidente infatti che la Russia di Putin ha in mano una carta terribile contro gli Usa e contro l’equilibrio mondiale, e di fronte a una Polonia armata di missili Putin non esiterà a incrementare la sua amicizia balistica e atomica con Ahmadinejad e il suo Asse. Dunque i Paesi sunniti temono oltremodo questa alleanza, e di una crescita del potere iraniano legato alla nuova strategia. I sunniti temono l’Iran dei mullah e le loro evidentissime mire sul Medio Oriente. Un segno molto espressivo lo si ha ancora il 4 agosto, prima della vicenda georgiana, nell’editoriale del giornale saudita Arab e-journal Elaph, firmato dall’intellettuale moderato Saleh a Rashed: l’editorialista si dice preoccupatissimo della minaccia iraniana di bloccare Hormuz e di controllare così tutti i traffici e i movimenti del Golfo e aggiunge che sopportare passivamente l’atomica in mano all’Iran equivale ad affidarla a Bin Laden. Dunque, scrive, non dobbiamo entrare nella trappola antiamericana dell’eccitazione islamista, né dobbiamo fingere di non vedere una ferita che, se non cauterizzata, porterà alla morte. A Rashed propone di bombardare l’Iran in proprio, senza aspettare né gli Usa né Israele: che sia l’Arabia Saudita a farlo. Una posizione estrema e certamente non condivisa dai politici, ma che ha il coraggio di mostrarsi al pubblico. La paura dell’Iran è grande e può moderare l’adesione islamica al nuovo corso russo se esso intende servirsi di Ahmadinejad.
Inviato il: 2/2/2009 14:17
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