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Re: Civiltà Ebraica
#451
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Bambini palestinesi svegliati nella notte e fotografati dai soldati israeliani

Scritto il 2011-09-30 in News

Al-Quds (Gerusalemme) - Imemc. Il britannico "The Guardian" ha riportato ieri che, "nell'invasione del villaggio palestinese di Nabi Saleh - noto per essere un centro delle proteste della resistenza non violenta palestinese - i militari d'occupazione hanno setacciato tutte le abitazioni palestinesi costringendo i bambini, nel mezzo della notte, ad alzarsi dal letto e a farsi fotografare".

Dall'articolo pubblicato sul "The Guardian" emergono altre forme di abusi e maltrattamenti praticati dalle forze d'occupazione israeliane, e si cita un recente documento pubblicato da "Defence for Children International" nel quale venivano incluse otto raccomandazioni mai osservate dall'esercito, né dal governo di Israele.

Alcune di queste raccomandazioni prevedono la detenzione di minori palestinesi senza alcuna accusa, interrogatori condotti con l'uso della forza e senza la presenza di un avvocato o di un familiare del minore, il rifiuto a indagare sulla tortura praticata dalle forze d'occupazione israeliane sui bambini palestinesi, il rifiuto a informare i familiari dei bambini sulle loro detenzioni e l'uso israeliano di trattare presso tribunali militari i casi giudiziari.

Sull'invasione notturna nel villaggio di Nabi Saleh, mercoledì scorso, i residenti hanno raccontato che "i soldati israeliani stanno raccogliendo dei file completi su tutti i bambini del villaggio palestinese, da utilizzare nella loro identificazione nei casi di lancio di pietre contro i soldati d'occupazione israeliani".

Il villaggio palestinese, abitato da circa 500 persone, è una delle comunità palestinesi della Cisgiordania occupata dove, ogni settimana, si svolgono manifestazioni non-violente contro il Muro d'Annessione in costruzione sulla terra palestinese. Durante ogni protesta, l'esercito israeliano fa uso di armi letali per aggredire i manifestanti pacifisti.

Gli abitanti di Nabi Saleh hanno ammesso che al fine di proteggere i bambini da queste pratiche illegali israeliane, essi dipendono dal lavoro di documentazione di organizzazioni per i diritti umani palestinesi e internazionali.

Sempre su "The Guardian", viene menzionato un rapporto di quest'anno stilato dal gruppo israeliano per i diritti umani "B'Tselem" nel quale già si espone l'abitudine dei soldati israeliani di fotografare i bambini palestinesi durante le incursioni notturne nelle loro abitazioni.

"Le foto vengono scattate per dare la possibilità all'esercito israeliano di creare una 'mappa'. Tuttavia, l'esercito israeliano non alcuna base per sollevare questi sospetti nei confronti dei bambini che costringe a svegliarsi nella notte. Il fine è quello di usare tali foto per identificare i minori palestinesi quando saranno accusati di aver lanciato pietre contri i soldati d'occupazione o quando saranno coinvolti in altre attività violente. In risposta a un rapporto sullo argomento, l'esercito ha dichiarato al Canale 10 della Tv israeliana che "per mantenere ordine e sicurezza, siamo in grado di ricorrere a diversi metodi".

"The Guardian": Palestinian children woken in night to be photographed by soldiers





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Inviato il: 30/9/2011 20:16
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Re: Civiltà Ebraica
#452
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Ocha: 'Oltre 400 case palestinesi abbattute da Israele nel 2011. Più di 800 gli sfollati'

Scritto il 2011-10-04 in News

Al-Quds (Gerusalemme) - InfoPal. L'ufficio per il coordinamento degli affari umanitari Onu nei Territori palestinesi occupati (Ocha Opt) ha pubblicato un rapporto nel quale si dimostra che "dall'inizio del 2011, le abitazioni palestinesi abbattute dalle autorità d'occupazione israeliane sono state 400, con il conseguente sfollamento di 800 cittadini palestinesi".

Nello stesso periodo di riferimento del documento, è raddoppiato il numero di palestinesi feriti durante aggressioni di israeliani.

In dettaglio: sono 409 le abitazioni distrutte da Israele nel 2001, mentre nel 2010 ne erano state abbattute 290. Nel 2011, 804 palestinesi sono rimasti senza casa, un anno fa erano stati 374 gli sfollati.

Nel 2011, 139 palestinesi sono stati feriti da coloni israeliani; nel 2010, 74 palestinesi erano rimasti feriti in circostanze identiche.

Quest'anno, 326 sono stati gli attacchi a persone e proprietà palestinesi da parte di coloni israeliani, contro i 202 del 2010.

Sono 417 i palestinesi feriti dalle forze d'occupazione israeliane dall'inizio del 2011 ad oggi, contro i 194 del 2010.

I palestinesi deceduti per mano delle forze d'occupazione israelane sono stati 85 nei primi 10 mesi del 2011, contro i 53 del 2010.

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Inviato il: 4/10/2011 22:09
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Re: Civiltà Ebraica
#453
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522 checkpoint israeliani in Cisgiordania. Nessuna libertà di movimento per i palestinesi

Scritto il 2011-10-06 in News

Al-Quds (Gerusalemme) - InfoPal. Un rapporto Ocha dimostra l'aumento dei checkpoint militari israeliani in Cisgiordania e ad al-Quds (Gerusalemme), e il conseguente peggioramento nella libertà di movimento dei cittadini palestinesi.

Il rapporto è firmato dall'Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari Onu nei Territori palestinesi occupati.

In Cisgiordania sono presenti 522 posti di blocco per impedire gli spostamenti ai palestinesi.
A luglio 2010 ne erano stati rilevati 503. I dati vanno nella direzione opposta a quanto aveva dichiarato il premier di Israele, Benjamin Netanyahu, quando aveva promesso un "alleggerimento di questa situazione", lasciando quindi ad intendere che ci sarebbe stata la rimozione di tali restrizioni al movimento dei palestinesi.

I palestinesi non riescono a condurre una vita ordinaria e dignitosa, la loro economia ha subito delle gravi ripercussioni a causa dei checkpoint.

La presenza dei checkpoint tra i mesi di giugno e luglio dal 2007 ad oggi:
2007-2008: 351
2008-2009: 298
2009-2010: 325
2010-2011: 492

Oggi, 200mila palestinesi residenti in 70 villaggi sono costretti a percorrere distanze cinque volte più lunghe della norma. Ad essi sono precluse le autostrade, ad uso esclusivo di israeliani e coloni.

I palestinesi titolari di documento d'identità della Cisgiordania devono chiedere un permesso straordinario alle autorità d'occupazione israeliane per potersi recare a Gerusalemme.
Qualora dovessero ottenere questo permesso, i palestinesi dovranno comunque fermarsi presso quattro posti di blocco e 16 postazioni situati lungo il Muro d'Apartheid che separa la città Santa dal resto della Cisgiordania occupata.

Ad oggi, è stata completata la costruzione del 62% del Muro d'Apartheid, dividendo comunità e cittadine palestinesi l'una dall'altra. L'80% del percorso della barriera priva i palestinesi dell'accesso a proprietà e terreni agricoli propri che sono stati inclusi aldilà del Muro.

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Inviato il: 7/10/2011 21:29
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Re: Civiltà Ebraica
#454
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La giustizia secondo Israele: punizione per i palestinesi perseguitati dai coloni

Scritto il 2011-10-07 in News

Al-Khalil (Hebron) - InfoPal. La polizia israeliana ha arrestato due palestinesi di Halhoul (Al-Khalil/Hebron) ritenuti responsabili della morte di coloni israeliani, circa due settimane fa a Sa'ir (Hebron).

"Inizialmente si pensava che l'incidente automobilistico nel quale i coloni avevano perso la vita fosse stato causato dalla perdita del controllo alla guida, in seguito alle indagini è emerso invece che era stato il lancio di pietre contro la loro autovettura a provocarne lo sbandamento e quindi l'incidente mortale. Riteniamo responsabili del lancio di pietre i due palestinesi arrestati".
Così si è pronunciato un portavoce della polizia israeliana aggiungendo che "è possibile che dagli interrogatori in corso vengano fuori i nomi di altri palestinesi coinvolti nell'episodio".

Questi arresti sopraggiungono mentre restano totalmente impuniti e liberi di agire i coloni israeliani, supportati dall'esercito d'occupazione e autorizzati dal governo di Israele ad aprire il fuoco contro i palestinesi. Segue un elenco di alcuni degli episodi di violenza ad opera dei coloni israeliani contro cittadini e proprietà palestinesi nello stesso periodo di riferimento della presente notizia, quindi nelle due settimane scorse.

20 palestinesi arrestati per aver protestato contro il rogo alla moschea di Tuba
Un altro palestinese investito da un colono israeliano
Colono israeliano investe due studentesse palestinesi a Nablus. Altri atti di vandalismo a Ramallah
Istanza all'ONU, gruppo per i diritti umani avverte: possibile vendetta israeliana contro chi risiede a Gerusalemme
Coloni israeliani appiccano il fuoco in una moschea in Israele
Rapporto settimanale del Pchr sulle violazioni israeliane
Coloni mascherati minacciano il villaggio di At-Tuwani e attivisti per i diritti umani
'Licenza di uccidere'. Campagna dei coloni israeliani contro il lancio di pietre
La guerra dei coloni contro i bambini palestinesi: muore bimbo investito venerdì
Coloni israeliani sradicano 400 alberi d'ulivo di proprietà palestinese
Colono israeliano investe un palestinese a Gerusalemme. Altre aggressioni a Hebron
'Echidnas' israeliane tra i coloni si addestrano all'uso di armi contro i palestinesi
Colono israeliano investe un bambino palestinese
Palestinese freddato da coloni israeliani a Nablus. Altri cinque feriti
Report settimanale del Pchr sulle violazioni israeliane
Petizione dei coloni israeliani per mettere al bando gli altoparlanti delle moschee
Coloni israeliani aggrediscono una donna palestinese a Hebron
Coloni appiccano il fuoco ad alcune proprietà palestinesi
Cisgiordania, inarrestabili le violenze di gang di coloni e soldati contro i palestinesi

Inoltre: Report 16/08/2011 - 15/09/2011
Bilancio di un mese di colonizzazione e attacchi israeliani contro terra e cittadini palestinesi



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Inviato il: 7/10/2011 21:30
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Re: Civiltà Ebraica
#455
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CAMERA, ANTISEMITISMO DIFFUSO TRA GIOVANI

"Il 22% dei giovani italiani tra i 18 e i 34 anni è antisemita. Lo rivela un'indagine conoscitiva approvata dalle Commissioni Affari Costituzionali ed Esteri della Camera.

Poco più di un terzo nutre nei confronti degli ebrei "un'antipatia estrema", i due terzi hanno un atteggiamento più sfumato. Punto di forza dell'antisemitismo è il web: dai 5 siti censiti nel 1995 si è passati agli 8000 del 2008. L'indagine giudica "inadeguate" le leggi attuali e auspica l'approvazione di una norma di contrasto al fenomeno."



http://www.televideo.rai.it/televideo/pub/pagina.jsp?p=144&s=0&r=Nazionale&idmenumain=5&pagetocall=pagina.jsp
Inviato il: 8/10/2011 10:57
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Re: Civiltà Ebraica
#456
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La stampa israeliana è complice nella disumanizzazione delle vittime palestinesi

Scritto il 2011-10-13 in News

Uruknet.info. Di Sarit Topaz (*). Motasem e Ali sono stati feriti a morte dall’IDF all’inizio del Ramadan. La stampa israeliana ha sorvolato sulla vicenda. Scrivendo di loro, qui, l’autore cerca di ristabilire un po’ di umanità per tutti i palestinesi senza volto uccisi dall’esercito.

Questo post è stato scritto in seguito alla richiesta di un caro amico, che mi ha chiesto di rendere pubbliche le morti di Motasem Adwan e Ali Khalifa, uccisi durante un’incursione notturna dell’Idf nel campo profughi di Qalandia, il primo giorno del digiuno di Ramadan.

Tutti si sono occupati dell’ondata di proteste dilagate in Israele, mentre si discute sulla definizione di giustizia sociale; sulla questione se la lotta sia politica o meno; sulla delicatezza della scelta delle parole; sulle richieste e sulle soluzioni; se la nazione si sta veramente unendo o l’unità è solo un mosaico; cos’è la “nazione” e chi include. Nel frattempo, silenziosamente ed inesorabilmente, l’occupazione procede con la sua routine.

Coprifuoco non ufficiali ed incursioni notturne nei villaggi della Cisgiordania sono comuni. Le forze armate entrano senza informare gli abitanti con un altoparlante, così che le persone che sono fuori casa si trovano in pericolo di vita. Il danno precede l’avvertimento. Durante la prima settimana di Ramadan, le forze occupanti si sono comportate come di solito, facendo irruzione nei campi profughi e nei villaggi durante la notte, utilizzando fuochi d’artificio. Il fragore assordante delle bombe al suono, i razzi che illuminano il cielo notturno, l’odore del gas lacrimogeno che arriva ai nervi, brucia in bocca, acceca gli occhi e rende il respiro pesante. Sensazioni di vertigini e paura che segna l’entrata di coloro che non dovrebbero essere lì. Non è un caso che queste incursioni siano effettuate durante la notte, quando le persone dovrebbero essere nei loro letti, a dimenticare la realtà per qualche ora. È allora che il circo militare arriva, seminando la paura, per “trattenere le persone ricercate”.

Solo un esempio fra tanti – un’incursione notturna nel villaggio di Nabi Saleh, a metà della scorso luglio:

video: http://www.youtube.com/watch?v=i8NxTuaLnd8&feature=player_embedded

Il campo profughi di Qalandia ed i villaggi di Nil’in e Beit Ummar hanno ricevuto un augurio di buone feste particolarmente caloroso. Due persone sono state uccise nel primo giorno del mese sacro: Motasem Adwan e Ali Khalifa. I siti di notizie israeliani hanno dedicato meno di 400 parole ai resoconti riguardanti queste morti. L’accaduto è stato schedato come notizia “militare e di sicurezza”. Su entrambi i portali di notizie Ynet e Nrg, le vittime sono rimaste anonime: nessun nome, nessuna faccia, nessuna storia di vita. Il primo menzionava “giovani palestinesi”, il secondo solo “palestinesi”. I due sono quindi stati spogliati della propria soggettività, delle proprie storia di vita, delle loro famiglie straziate. Quando si spoglia qualcuno della sua soggettività, non si sente alcuna responsabilità morale per lui. È così che i confini della nostra apatia vengono innalzati: non c’è bisogno di piangerli, non sono “dei nostri”, sono “palestinesi”.

Nrg riporta: “Il portavoce dell’Idf ha affermato che gli scontri sono scoppiati durante ‘una missione di routine per trattenere le persone ricercate’. Diffuse violazioni degli ordini sono iniziate dopo gli arresti, e cinque soldati sono stati lievemente feriti da lanci di pietre”. La routine delle invasioni sotto il nome in codice di “trattenere le persone ricercate” dà enfasi alla successiva descrizione delle azioni dei palestinesi. La nostra azione era di “routine” – loro hanno risposto con “insurrezioni diffuse”. Un’invasione militare viene normalizzata come ”ordine” di routine, mentre la risposta delle persone occupate all’invasione notturna delle loro residenze è una violazione di tale ordine. Ciò crea una simmetria tra l’evento e la conseguenza sofferta da “loro” (i palestinesi impegnati in diffuse violazioni dell’ordine pubblico, e per questo due di loro sono stati uccisi) e tra l’ingiustizia delle conseguenze dell’evento per “la nostra parte”. (Stavamo agendo di routine, e cinque dei nostri sono stati feriti - è terribilmente ingiusto!)

Ynet ha riportato che in risposta all’“incidente”, l’esercito “indagherà sull’uso dei metodi per disperdere la folla. È stato poi affermato che le truppe avevano effettivamente aperto il fuoco. L’esercito sta indagando sull’incidente, che è accaduto nel primo giorno di Ramadan, considerato un periodo delicato”.

Fermiamoci per un momento, ed esaminiamo la semantica di questa risposta. Prima di tutto, è stato l’esercito che ha deciso quando effettuare una “missione di arresto” – ciò non è qualcosa che è deciso dalla sorte, quindi perché viene presentato come tale? Secondariamente, ho sempre trovato divertente quando un’organizzazione che commette un crimine indaga su se stessa. Terzo, dipingere il primo giorno di Ramadan come un periodo delicato dà ai lettori l’idea che siamo diventati i più grandi pluralisti. Improvvisamente, l’Idf rispetta i palestinesi musulmani nelle loro festività. Gli auguri di Netanyahu per il Ramadan sono stati sufficientemente esasperanti [ebraico]:

video: http://www.youtube.com/watch?v=5942IW_VBvo&feature=player_embedded

Il resoconto del portale di notizie Walla sembra inizialmente più bilanciato. Le vittime hanno nomi ed età, e sono forniti i nomi di un altro ferito e di due detenuti. Nel pezzo si legge: “Nel corso dell’operazione, durata varie ore, i soldati dell’Idf hanno colpito numerosi residenti e danneggiato le loro proprietà e case”. Ma attenzione ai numerosi dettagli aggiuntivi che appaiono qui, non presenti negli altri resoconti che ho letto. Qui si dice che i palestinesi avevano lanciato delle pietre ferendo cinque soldati, che è il motivo per cui sono iniziati gli spari. Inoltre, si afferma che “i livelli di allerta erano alti per la possibilità che elementi estremisti usassero l’incidente per commettere violenza durante il primo giorno di Ramadan”. Ancora una volta, l’operazione è descritta come moderata e le morti sono presentate come un incidente irrilevante, che verrà sicuramente usato dagli estremisti per infiammare l’area. L’invasione notturna del primo giorno di festività non è presentata come la fonte della tensione – ma piuttosto come normale e di routine.

Infine, la seguente immagine è dell’unico sito tra quelli da me passati in rassegna che include una foto nel suo resoconto. La fotografia non documenta un’invasione militare né tantomeno l’occupante. Mostra alcuni giovani palestinesi, mascherati, mentre lanciano pietre da dietro un’ambulanza palestinese. Questa foto parla alle paure collettive degli ebrei in Israele, preclude anche solo un briciolo di identificazione con i palestinesi. L’angolo del teleobiettivo impedisce che essi siano umanizzati. Invece, sono marchiati come Palestinesi dai loro abiti, dai loro visti nascosti, dalle scritte in arabo sull’ambulanza:

Torniamo a Qalandia. Pensate al tipo di empatia che sarebbe sorta se i resoconti avessero raccontato, come ha fatto l’amico di Motasem, che lui – morto a soli 22 anni – stava studiando giornalismo all’università, e si stava preparando per un esame proprio quella notte? Il frastuono intenzionale provocato dal circo militare israeliano ha spinto le persone fuori dalle loro case, perché avevano sentito degli spari. Urla sparse che aveva sentito dalla finestra l’avevano portato ad uscire. Ma non cadiamo in errore: la sua morte non è stata ordinata divinamente. La sua morte è stata causata da persone, persone che possedevano armi, e che hanno sparato. Sì, gli hanno sparato alla testa. Ali Khalifa, morto a 26 anni, aveva visto Motasem ferito ed era corso ad aiutarlo. È stato così che anche lui è stato colpito ed ammazzato. L’arbitrarietà dell’invasione militare non annunciata semina il panico, esponendo tutti gli abitanti al pericolo. Come scrive Ariel Handel, “è in questo modo che l’atto di un crimine, giudizio, decisione, avvertimento ed esecuzione vengono purificati in un unico momento. La multa arriva insieme al biglietto; gli spari arrivano insieme al verdetto … la presenza del potere non è solo la condizione necessaria (…) per il colpo, ma anche la sua causa. Le persone muoiono ‘perché si trovano lì’”.

Le discussioni sulla morte di questi due uomini, sempre che si terranno dalla nostra parte, si chiederanno se i soldati hanno obbedito alla procedura quando hanno aperto il fuoco, se hanno sbagliato non utilizzando metodi di controllo della folla piuttosto che fuoco vivo per disperdere i lanciatori di pietre. La discussione sarà tecnica, arida, ed infine rimossa. Nessuno chiederà cosa stava facendo l’esercito lì prima di tutto, come gli occupati dovrebbero comportarsi quando l’occupante invade, o in generale – quale valore ha la vita umana.

Questa è una fotografia di Motasem Adwan:

La sua immagine mi tocca il cuore. È più giovane del mio fratellino; non avrà l’opportunità di crescere, di finire i suoi studi e costruirsi un futuro. A cosa pensate, quando vedete questa foto? Ariela Azulai scrive che quando il pubblico israeliano guarda fotografie di palestinesi, generalmente si sottomette all’unica interpretazione accettabile, che li identifica con la rappresentazione del male. Spero che i lettori di questo post, vedendo la fotografia di Motasem, non soccombano alla rappresentazione unipolare che gli è stata insegnata. Spero che questa foto evochi la memoria di un passato che è scomparso e di gente amata che è morta. Spero che si evochi una risposta morale ed un senso di dolore. Questo è il suo funerale (il link porta a un video su Facebook).

La fotografia di Motasem, che ho postato sopra, documenta un momento della sua vita. Ma quando ho chiesto ad un amico di mandarmi una foto di Ali, ha scelto di inviarmene una che documenta la sua morte. La fotografia è stata scattata all’obitorio, con lui che giace su un tavolo, ad occhi chiusi, sangue raggrumato sul suo corpo e sulle lenzuola che lo avvolgono. Il suo torso è nudo. Questa è la documentazione della faccia della morte di un giovane uomo, il promemoria di un corpo che verrà seppellito e non tornerà. Non allegherò la fotografia, ma un link ad essa, così che i miei lettori possano scegliere di affrontare o momento questa difficile immagine.

Il mio amico, che mi ha chiesto di scrivere questo post, ed io speriamo entrambi che queste parole riusciranno a restituire alla vittime di Qalandia la loro umanità agli occhi israeliani – o almeno, di impedire che questo avvenimento scompaia nel ciclo delle notizie. Le storie laconiche della stampa che riassumono le vite di questi due uomini sembrano essere un’ingiustizia. Ma non dimentichiamo che queste storie non sono rare, e che non sono ordinate dal fato. Le loro morti sono causate da altri esseri umani, nella cornice di una politica particolare ed intenzionale che espone i palestinesi ad incidenti che non sono affatto accidentali.

Il mio amico di Qalandia mi ha chiesto di firmare questo post con alcune parole di addio per Motasem. Mi ha chiesto di scrivere che gli vuole molto bene, e che non verrà dimenticato. Lo stesso vale per Ali. Che il loro ricordo sia benedetto.

(*)Sarit Topaz è una studentessa di Gender Studies alla Tel Aviv University.

ùQuesto articolo è stato in origine pubblicato in ebraico su Haoketz.

(Traduzione per InfoPal a cura di Giulia Sola)









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Re: Civiltà Ebraica
#457
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'Uccidere i palestinesi liberati e costruire sulla loro terra'. Rabbini e coloni israeliani reagiscono allo scambio

Scritto il 2011-10-19 in News

An-Nasira (Nazareth) - InfoPal. Un influente rabbino della Cisgiordania occupata con un passato alla guida spirituale nell'esercito di Israele ha chiesto a ufficiali e soldati israeliani di "assassinare i palestinesi liberati ieri, detenuti in Israele con l'accusa di aver colpito obiettivi israeliani. Ucciderli, quindi, e sottrarli alla giustizia israeliana", ha chiesto il rabbino.

Rifiutandosi di archiviarne i casi e chiedendo di assassinare i palestinesi rilasciati, l'ex rabbino capo dell'esercito israeliano Avichai Rontski intende provocare una reazione generale all'accordo di scambio che ieri ha visto la prima fase di realizzazione.

Proviene dalla colonia illegale israeliana di Itamar (Cisgiordania occupata Nord) il rabbino, che si spinge fino a chiedere di "agire personalmente senza esitare ad uccidere e, anzi, preferendo la liquidazione alla cattura degli ex detenuti palestinesi".

"Farlo senza troppo rumore", ha suggerito Rontski la cui reazione rispecchia quella di tanti coloni israeliani che rifiutano l'accordo di scambio.

Il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth diffonde un'altra richiesta dei coloni che protestano contro l'accordo di scambio: "Ora spingiamo con la colonizzazione e costruiamo centinaia di unità abitative in Cisgiordania".

L'organizzazione dei rabbini di Zohar, località a nord-est della Striscia di Gaza, ha scritto al premier israeliano, Benjamin Netanyahu, con la richiesta di costruire ancora in terra palestinese per placare l'ira dei coloni conseguente al rilascio dei prigionieri.

"Una violazione alla legge ebraica, contraria ai precetti della Torah e un insulto per il popolo ebraico", si legge nella richiesta.

Ieri, intanto, mentre stava per essere operativa la prima fase dell'accordo di scambio per la liberazione di 477 palesitnesi contro Gilad Shalit, un gruppo di estremisti ebrei ha tentato di attaccare i convogli di prigionieri o di impedirne l'uscita dai penitenziari.

Intorno alle cinque del mattino, la polizia israeliana ha arrestato Ben Gofer, attivista israeliano di destra proveniente anch'egli da Itamar, insieme ad altri cinque.
Questi avevano raggiunto all'alba la prigione di Hasharon dalla quale 27 detenute palestinesi e altre decine di prigionieri palestinesi aspettavano di essere liberati.

L'intenzione e le prime mosse degli israeliani erano quelle di bloccare il trasferimento dei prigionieri palestinesi verso 'Ofer, a nord di Ramallah, da dove sono stati rilasciati.


Articoli correlati:

L'accordo di scambio non impedirà agli Usa di perseguire i palestinesi liberati

Capo Shin Bet: 'Sa'daat e Barghouthi non saranno liberati e Israele non si asterrà dagli assassnini mirati'

(Nella foto: coloni israeliani)

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Re: Civiltà Ebraica
#458
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Il capo della Comunità ebraica di Roma: 'Shalit merita il premio Nobel per la Pace'

QUI

Considerando che l'hanno dato anche al guerrafondaio Obama, non mi sorprenderebbe...

E se invece si avviasse un'azione per conferirlo ai pescatori palestinesi?

QUI
Inviato il: 27/10/2011 15:51
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Re: Civiltà Ebraica
#459
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Petizione di deputati britannici: 'Israele liberi tutti i bambini palestinesi'

Scritto il 2011-10-28 in News

Londra - Pal-Info. Alcuni deputati del parlamento britannico hanno lanciato una campagna di solidarietà con i detenuti palestinesi con l'obiettivo di esercitare pressioni su Israele, affinché liberi i minorenni palestinesi detenuti nelle sue prigioni: circa 164, tutti d'età inferiore ai 18 anni.

La campagna ideata dal parlamentare laburista Richard Burden si rivolge a tutti parlamentari invitandoli a firmare una petizione ufficiale nella quale si chiede la sottoscrizione delle richieste avanzate dall'Unicef, ovvero "il rilascio immediato di tutti i minorenni palestinesi detenuti in Israele".

La campagna considera "la continua detenzione dei minorenni palestinesi e le condizioni disumane di arresto alle quali sono sottoposti, una grave violazione di tutte le convenzioni internazionali soprattutto la IV Convenzione di Ginevra quella sui Diritti del Fanciullo del 1989".

Nello stesso contesto, la "Rete europea per la difesa dei diritti dei prigionieri palestinesi" ha lanciato un appello a tutti: attivisti nel campo dei diritti umani, giornalisti e cittadini comuni, per chiedere ai propri rappresentanti in parlamento di sostenere la campagna e di firmare la petizione per spingere la presidenza del parlamento e il governo britannico a prendere una posizione di rifiuto della politica di arresto arbitrari nei confronti dei minorenni palestinesi che Israele continua a praticare.

La Rete europea ha annunciato di aver preso contatti con i parlamentari britannici che sostengono la causa palestinese, di aver ricevuto risposte positive con la promessa di promuovere la campagna dentro e all'esterno del parlamento. Attualmente sono stati 34 i firmatari di diversa estrazione e affiliazione politica.

In un rapporto dell'organizzazione israeliana per i diritti umani "B'Tselem" si legge: "Israele ha arrestato 825 minorenni negli ultimi cinque anni in Cisgiordania e ad al-Quds (Gerusalemme). Essi stati sottoposti a processi militari che hanno decretato l'estensione della detenzione con un'unica eccezione. 43 di questi minori palesitnesi ha meno di 13 anni".

Articoli correlati:

Defence for Children - Palestina: 'Neanche un minore nelle liste dei rilasci'

Richard Falk: 'Grave la condizione dei bambini palestinesi. E' necessario proteggerli

A rischio demolizione il 32% delle case palestinesi a Gerusalemme. Infanzia minacciata



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Re: Civiltà Ebraica
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13 palestinesi uccisi, 250 arrestati da Israele a ottobre 2011

Scritto il 2011-11-03 in News

Nablus - InfoPal. Un rapporto statistico palestinese, redatto dall'organizzazione per i diritti umani "Tadamon", rivela: "A ottobre scorso, Israele ha ucciso 13 palestinesi, tutti residenti della Striscia di Gaza, e ha condotto arresti di massa nella Cisgiordania occupata, nonostante la conclusione della prima fase dei rilasci nel rispetto dell'accordo di scambio raggiunto con Hamas".

La politica degli assassini ha colpito la Striscia di Gaza, con 13 cittadini, in gran parte combattenti uccisi in raid dell'aviazione israeliana.

Oltre 250 palestinesi sono stati arrestati in Cisgiordania: 26 sono bambini, in gran parte di Silwan (al-Quds/Gerusalemme), decine i lavoratori palestinesi arrestati in località costiere in Israele (Territori palestinesi occupati nel '48, ndr), due donne e due ragazzi.

Dal 18 ottobre - giorno dell'implemetazone della prima fase dei rilasci dell'accordo di scambio - al 31 ottobre, Israele ha arrestato in Cisgiordania 120 cittadini palestinesi.

La cronaca degli arresti di InfoPal - ottobre 2011

Dal 31 al 18 ottobre, giorno della prima fase dei rilasci:
Arrestato a Jenin un ricercatore del centro sui prigionieri 'Ahrar'
Militari israeliani assaltano 16 comunità palestinesi: 9 cittadini arrestati
67 palestinesi arrestati da Israele sin dall'accordo di scambio
Jcser: 'E' manifesta l'escalation di ostilità di Israele contro i palestinesi a Gerusalemme'
Israele detiene per 13 ore ex prigioniero palestinese
Cisgiordania: campagna di arresti di massa di Israele
Israele assalta la casa del deputato 'Atoun. Arrestati sette familiari
Israele arresta 20 palestinesi in Cisgiordania
Almeno 10 palestinesi arrestati oggi da Israele
Manifestazione di sostegno ai prigionieri di Ha-Sharon repressa con violenza
Israele arresta membro di Fatah a Gerusalemme

Dal 18 al 1 ottobre:
Le forze d'occupazione arrestano 11 palestinesi in Cisgiordania
20 palestinesi arrestati per aver protestato contro il rogo alla moschea di Tuba
A un mese dall'avvio dell'anno scolastico: uno studente palestinese ucciso, 11 feriti, 12 arrestati da Israele
Israele arresta una palestinese con disturbi mentali a Gerusalemme
Oltre 500 operai palestinesi arrestati da Israele nel mese scorso

Altro:

Dal 1967, Israele ha arrestato 750mila palestinesi

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Re: Civiltà Ebraica
#461
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Tribunale Russell sulla Palestina: 'Israele è un regime d'Apartheid'

Scritto il 2011-11-08 in News

Cape Town - Press Tv. Il Tribunale Russell sulla Palestina (RToP) ha riconosciuto nelle pratiche israeliane contro il popolo palestinese quelle che, in base alla legge internazionale, sono proprie di un sistema di Apartheid.

Dopo due giorni di seduta, il Tribunale e il suo gruppo di giuristi hanno decretato che "in base alla legge internazionale, Israele è un regime d'Apartheid con un sistema istituzionalizzato per il dominio". Gli aggiornamenti dal tribunale provengono dal corrispondente di PressTv, Hassan Seria, presente a Cape Town, in Sudafrica.

Il tribunale ha stabilito che "nei Territori occupati, i palestinesi vivono 'sotto il controllo coloniale e militare e sono sottoposti a gravi forme di Apartheid.

"Il sistema di Apartheid è esteso pure ai cittadini palestinesi all'interno di Israele (Territori occupati da Israele nl '48, ndr). Tel Aviv governa sul popolo palestinese, ovunque esso risieda, dando vita a un sistema integrato di Apartheid".

Il Tribunale ha chiesto a Israele di abbattere questo sistema e, alla comunità internazionale, di fare pressioni sull'occupante per mezzo di sanzioni e rescindendo le relazioni con Tel Aviv. A tal proposito, è stato chiesto alle Nazioni Unite di fare una lista di banche, aziende, organizzazioni e chiunque altro continui a sostenere Israele.

Mentre l'udienza era in corso, il sito web del Tribunale subiva un attacco hacker, "condotto con precisione", secondo gli esperti". Contemporaneamente, la Knesset. il parlamento israeliano, avviava un'azione diretta a spogliare il deputato palestinese Hanin Zo'ebi della cittadinanza. Zo'ebi ha testimoniato a Cape Town.

Così ha riferito a Press Tv il deputato sotto attacco: "Ogni volta che Israele viene messo di fronte a qualunque spostamento verso la democrazia, lo percepisce come un attacco al proprio sistema razzista.

"Chiediamo a Israele di fermare questo sistema razzista e di riconoscere pari diritti ai palestinesi perché (la Palestina) è la nostra patria. Non siamo immigrati in Israele ma è Israele ad essere immigrato in casa nostra.

"Anche quando lottiamo per l'uguaglianza, paghiamo un prezzo perché siamo un popolo indigeno che chiede a degli immigrati di riconoscerci pari diritti!"

Tenendo in considerazione le minacce rivolte da Israele alla Zo'ebi, il Tribunale ha inviato una lettera al governo sudafricano chiedendo di assicurare che Israele non faccia alcuna ritorsione contro chi testimonierà in Sudafrica.

RtoP fu istituito a marzo del 2009 per promuore e sostenere iniziative per i diritti del popolo palestinese. Il Tribunale Russell è noto pure come Tribunale internazionale per i crimini di guerra o Tribunale Russel-Sartre, dai nomi del filosofo britanico Bertrand Russell e dal filosofo e drammaturgo francese Jean-Paul Sartre.

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Inviato il: 9/11/2011 9:30
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Re: Civiltà Ebraica
#462
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SUL PREMIER ISRAELIANO - Netanyahu «è un bugiardo, non lo posso più vedere», avrebbe detto anche Sarkozy. «Tu ti sei stufato di lui, pensa me che ci devo trattare tutti i giorni...», gli avrebbe risposto Obama. Sarkozy si sarebbe anche mostrato preoccupato dal presidente del consiglio italiano Silvio Berlusconi.
L'ERRORE - Al G20, la conversazione tra Obama e Sarkozy, lontana dai codici diplomatici, avrebbe dovuto rimanere privata, ma è stato un errore dei responsabili stampa a consentire ad alcuni cronisti di ascoltarla attraverso le apparecchiature distribuite per la traduzione simultanea. Per guadagnare tempo, in vista della conferenza stampa che i due leader avrebbero tenuto poco dopo, ai giornalisti sono state distribuite le apparecchiature, mentre Obama e Sarkozy erano ancora impegnati a parlare in una stanza vicina. (Fonte Ansa).

http://www.corriere.it/esteri/11_novembre_10/sarkozy-fuorionda-obama_3d7c4d84-0b63-11e1-ae33-489d3db24384.shtml

Inviato il: 10/11/2011 12:51
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Re: Civiltà Ebraica
#463
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La testimonianza di un ex capo del Mossad rivela un passato di sangue

Scritto il 2011-11-14 in News

Memo. Un tribunale israeliano ha dato il via libera alla pubblicazione della testimonianza dell'ex capo del Mossad Meir Dagan in un processo per omicidio. L'accusa ha affermato che lui ucciso a sangue freddo un turista britannico in parte a causa dell’effetto psicologico dovuto al suo servizio nell’elite delle forze speciali.

L’unità Sayeret Rimon operava nel fronte sud, inclusa Gaza, ed è ritenuta responsabile di aver ucciso 290 su 300 palestinesi appartenenti ad una lista di ricercati. Dagan ha detto al tribunale che non ha mai contato i palestinesi da lui uccisi ma che per ogni palestinese ucciso ne sono stati arrestati a centinaia.

Fonti israeliane affermano che l’Israeli Army Southern Command stia istituendo nuovamente l’unità Sayeret Rimon per lavorare sotto copertura nella Striscia di Gaza. Si dice che le reclute debbano essere soldati con esperienza e senza paura. In diverse dozzine sono state reclutati per l’unità, i cui obiettivi includono i leader della resistenza palestinese a Gaza.

Si presume che al generale Ariel Sharon piacesse vedere Dagan in persona decapitare i corpi dei combattenti palestinesi uccisi dal famigerato Sayeret Rimon. Il quotidiano Haaretz afferma che alcuni dei veterani dell’unità soffrivano di problemi psicologici causati dalla natura dei compiti che dovevano assolvere sotto il comandi di Dagan. Si dice che un certo numero di soldati imputati in processi per crimini violenti abbia sostenuto che questi ultimi siano stati una diretta conseguenza dei metodi utilizzati durante la loro permanenza nella Sayeret Rimon.

Il giornalista di Haaretz Gideon Levy - che rivelò in una campagna i dettagli delle atrocità compiute da Dagan negli anni Ottanta nel Libano meridionale - si chiede quali altri eclatanti eventi, tra cui la decapitazione di palestinesi, non sono mai stati di dominio pubblico, considerando che l’esercito israeliano ha permesso che venissero rivelati i dettagli dell’attività di Dagan.





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Inviato il: 14/11/2011 21:46
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Re: Civiltà Ebraica
#464
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Inviato il: 15/11/2011 10:23
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Re: Civiltà Ebraica
#465
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ECCO COME ISRAELE GESTISCE LA STAMPA BRITANNICA
Postato il Martedì, 15 novembre @ 02:56:42 CST di supervice

Informazione DI GILAD ATZMON
Information Clearing House
MegaChip

Quella che segue è una sbirciata all’operazione di Hasbara, ovvero Mossad, ovvero Sayanim nel Regno Unito. Spiega come Israele e i suoi agenti agiscano in modo da dominare la copertura informativa in Gran Bretagna e non solo. Risulterebbe, dalla seguente e-mail trapelata, quasi che il BICOM (British Israel Communication & Research Centre) gestisca le redazioni dei telegiornali della BBC, di Sky e del Financial Times. Scommetto che la settimana scorsa anche il Guardian si sia unito alla compagnia. Che adesso è di fatto una filiale della propaganda ufficiale israeliana.

In maniera alquanto scandalosa, non un solo giornale britannico ha avuto abbastanza coraggio da raccontare questa storia o pubblicare la e-mail trapelata. Di sicuro sono consapevoli di chi siano i loro veri padroni. Il messaggio è piuttosto chiaro. La stampa britannica non è attendibile. È tanto sionistizzata, quanto il nostro sistema politico.

Il BICOM ‘in imbarazzo’ a causa di una e-mail inviata per sbaglio

Fonte: http://www.totallyjewish.com/news/national/c-16955/bicom-embarrassed-by-misdirected-email/

di Joseph Mills – Martedì 22 settembre 2011.

Guance rosse per l’imbarazzo questa settimana al Bicom, quando una e-mail del suo direttore indirizzata ai finanziatori è stata invece inviata alla mailing list dei mezzi di informazione.

La e-mail, spedita da Lorna Fitzsimons, il direttore della organizzazione, “che si dedica alla creazione di un ambiente più solidale con Israele in Gran Bretagna”, ha affermato: “Durante tutto il week-end, lo staff del Bicom è rimasto in contatto con tutta una schiera di dirigenti e giornalisti della BBC e di Sky, assicurandosi che fosse mantenuta la linea editoriale quanto più oggettivamente favorevole, offrendo anche opinionisti, adatti a commentare le cronache degli sviluppi”.

La Fitzsimons ha aggiunto: “Il Bicom ha uno dei conduttori chiave del notiziario della BBC in una delegazione apposita. Organizzando il suo primissimo viaggio nella regione, Sophie Long è entrata in contatto con il Bicom per vedere se potevamo aiutarla ad avere delle interviste nella regione. Sophie sta ora passando tre giorni in viaggio con il Bicom in Israele, visitando la Città Vecchia e incontrando [il portavoce del Governo israeliano] Mark Regev… oltre a visitare Ramallah e Sderot”.

La cosa più imbarazzante, tuttavia, è stata la rivelazione che la Fitzsimons – già presidente dell’Unione Studentesca Nazionale (NUS) e parlamentare eletta nel collegio di Rochdale – avrebbe “dato direttive anche a Johnathan Ford, il caporedattore del Financial Times, per i suoi prossimi più importanti articoli” sul quotidiano.

Ha rimarcato come il Bicom avesse “contatti regolari con l’editor-at-large del Prospect Magazine, David Goodhart, contribuendo a informarlo circa il prossimo voto all’Onu sullo Stato palestinese”.

Un portavoce del Bicom ha detto al Jewish News che questo “errore amministrativo” è stato “un po’ imbarazzante”. Ha rimarcato il fatto che la Fitzsimons non avrebbe “ricevuto richieste di dimissioni o rassegnato le proprie dimissioni”.

---- Messaggio Originale ----

Da: Lorna Fitzsimons

[mailto: lornaf@bicom.org.uk]

Inviato: Lun 12/09/2011 16:44

Oggetto: La pronta risposta di BICOM ai fatti avvenuti nel fine settimana e il prosieguo del lavoro di Settembre e l’ONU

Caro *****

Trovi l’analisi corretta in allegato.

Ho pensato ti interessasse ascoltare la risposta del BICOM ai fatti avvenuti in Egitto nel fine settimana come anche le questioni in corso nella regione.

Avvenimenti compiutisi nel fine settimana

* Durante il fine settimana, la pronta risposta di BICOM agli eventi sviluppatisi in Egitto ha incluso la distribuzione della nostra analisi sulle relazioni israelo-egiziane ai principali contatti nei media del Regno Unito, ha generato risposte estremamente favorevoli. Allegato c’è il link all’analisi di oggi su questo tema.

Analisi BICOM: relazioni Israele-Turchia dopo il rapporto Palmer http://www.bicom.org.uk/context/research-and-analysis/latest-bicom-analysis/bicom-analysis–israel-turkey-relations-after-the-palmer-report, che mostra in dettaglio gli eventi che hanno avuto luogo, le loro conseguenze e implicazioni connesse. In particolare, l’informativa esamina le spiegazioni delle ostilità fra Israele e Egitto e la reazione agli eventi in Israele, Egitto e internazionalmente.

* Durante tutto il fine settimana, lo staff del BICOM è rimasto in contatto con un intera schiera di dirigenti e giornalisti dei notiziari BBC e SKY, assicurandosi che fosse mantenuta la linea editoriale quanto più oggettivamente favorevole, offrendo anche opinionisti, adatti a commentare le cronache degli sviluppi. Il principale analista del BICOM, il Dr. Noam Leshem, ha fornito ragguagli al consiglio di redazione della BBC World News, sabato pomeriggio, riguardo alle conseguenze negative derivanti dall’assedio dell’ambasciata israeliana in Egitto. Dopo aver preso contatto con il BICOM Media Team, SKY News ha cambiato la propria narrazione dei fatti per spiegare gli avvenimenti precedenti nella regione che hanno portato a questo fine settimana, finalmente ammettendo che sia Egiziani SIA Israeliani sono stati uccisi nel Sinai due settimane fa.

Questa settimana

* BICOM ha uno dei principali conduttrici della BBC News in una apposita delegazione. Mentre pianificava la sua primissima visita nella regione, Sophie Long è entrata in contatto con il BICOM per vedere se potevamo aiutarla per degli incontri nella regione. Sophie sta ora passando tre giorni in viaggio con il Bicom in Israele, visitando la Città Vecchia e incontrando Mark Regev e il Dr. Alex Yacobsen, oltre a visitare Ramallah e Sderot.

* Il mio secondo articolo per lo Huffington Post britannico intitolato ‘Come rendere il prossimo 11 settembre meno probabile: smontare il mito e raccontare la verità, sarà pubblicato oggi. È una tempestiva risposta che sintetizza i messaggi che si possono dedurre dall’11 settembre con gli snervanti avvenimenti in corso fra Egitto e Israele. La versione americana dello Huffington Post ha 1,2 milioni di lettori nel Regno Unito e 38 milioni negli USA.

Settembre e l’ONU

* Ho ragguagliato Johnathan Ford, il caporedattore del Financial Times, per il suo prossimo editoriale sul giornale di domani.

* BICOM ha contatti regolari con l’editor-at-large del Prospect Magazine, David Goodhart, contribuendo a informarlo circa il prossimo voto ONU sullo Stato palestinese. Lo Spotlight della BICOM esclusivamente fatto su misura – http://www.bicom.org.uk/context/research-and-analysis/spotlight/un-vote-on-palestinian-statehood – ha le notizie più aggiornate, come anche le analisi BICOM e i podcast sulla campagna palestinese all’ONU.

Spero che troverai questo interessante. Tua, Lorna

Il curriculum di Sophie Long: - http://knightayton.co.uk/Women-Presenters/Long-Sophie.html

Sophie Long è una delle principali presentatrici del canale BBC News.

Ha coperto molte grandi cronache e la si può trovare regolarmente a condurre le produzioni del canale sul posto.

Durante le ultime Elezioni Generali ha seguito Nick Clegg in quella straordinaria campagna elettorale. I suoi reportage sono stati molto apprezzati per arguzia e perspicacia.

Presenta regolarmente i notiziari della BBC1.

Dopo essersi laureata al King’s College di Londra con una laurea in Studi di Guerra, Sophie ha fatto lunghi viaggi, incluso un periodo di lavoro come osservatore alle elezioni in Cambogia. È stato là che lavorando come ricercatrice per la Reuters ha consolidato la propria aspirazione a proseguire la propria carriera nei media.

Alla BBC di certo sono imparziali. Sono loro stessi a dirlo.

Estratto: L’accordo che accompagna lo statuto della BBC ci chiede di fare tutto il possibile per garantire che argomenti controversi siano trattati con la dovuta imparzialità nei nostri notiziari e in ogni altra produzione che abbia a che fare con problemi di politiche pubbliche o di controversie politiche o industriali. Ma noi andiamo più in là di questo, assumendo la dovuta imparzialità in tutte le tematiche.

Articolo originale: http://www.informationclearinghouse.info/article29642.htm, 7 novembre 2011.

Traduzione di Lirio Bolaffio

**********************************************

Fonte: Ecco come Israele gestisce la stampa britannica

14.11.2011
Inviato il: 15/11/2011 11:02
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Re: Civiltà Ebraica
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Re: Civiltà Ebraica
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Per la Francia: 'Israele non deve chiedere scusa per il raid che ha colpito il proprio Console a Gaza'
Scritto il 2011-11-17 in News


PNN. Il portavoce del ministro degli Esteri francese, Bernard Valero, ha dichiarato: "La Francia condanna le conseguenze del raid. Siamo sempre dell'opinione che la sicurezza di Israele sia doverosa e, allo stesso tempo, la Francia chiede che non si colpiscano i civili".

Il ministro degli Esteri francese, Alain Juppe, ha inviato una comunicazione di rammarico per l'accaduto al Console francese Shakoura.

Regna la confusione sui commenti relativi alle conseguenze per l'episodio di lunedì scorso, quando il Console francese era stato ferito insieme ai due bambini nel raid aereo di Israele su Gaza. La moglie aveva subito l'aborto.

La Francia sembra adottare la massima cautela nel pronunciarsi sull'accaduto, pare non voglia peggiorare la situazione venutasi a creare dalla notizia secondo la quale, rivolgendosi al presidente Obama, Sarkozy aveva dato del bugiardo al premier israeliano Netanyahu.

Sebbene l'Intelligence israeliana parli di un errore che si sta cercando di valutare a posteriori, resta incerto se quell'attacco lanciato così in prossimità dell'abitazione di Gaza del Console (a soli 200 metri) non fosse pianficato, e l'atteggiamento francese non aiuta a fare chiarezza.




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Re: Civiltà Ebraica
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Giustizia by Israel: non sarà processato un ex comandante israeliano. Aveva assassinato 21 palestinesi a Gaza

Scritto il 2011-11-22 in News

Tell er-Rabi' (Tel Aviv) - Wafa'. L'ufficio della procura militare di Israele ha deciso ieri che l'ex comandante della Brigata Givati, Ilan Malka, responsabile dell'uccisione di 21 membri della famiglia palestinese as-Samouni, durante la guerra israeliana contro Gaza "Piombo Fuso" (2008-2009), non sarà processato. Lo ha riportato il quotidiano israeliano "Maariv".

Malka è considerato responsabile di aver bombardato un edificio nel quartiere di az-Zaytoun, a Gaza, assassinando 21 palestinesi e ferendone altri 19.

Le indagini militari lo avevano ascoltato e Malka aveva detto di "non essere all'epoca a conoscenza della presenza di civili nel palazzo".

Anziché processarlo, il pubblico ministero israeliano in carica si è limitato a richiamare Malka.

(Nella foto: alcuni membri della famiglia as-Samouni sopravvissuti al massacro, durante il funerale dei piccoli parenti).

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Re: Civiltà Ebraica
#469
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L'ISLANDA, IL PRIMO PAESE OCCIDENTALE A RICONOSCERE LO STATO PALESTINESE
Postato il Mercoledì, 30 novembre @ 21:45:00 CST di supervice

Informazione Haaretz.com

Il parlamento islandese approva misure in solidarietà con il popolo palestinese nella Giornata delle Nazioni Unite; i palestinesi ripropongono la richiesta di adesione.

da Reuters e Associated Press

Martedì scorso il parlamento islandese ha votato a favore del riconoscimento dei Territori Palestinesi come stato indipendente, il primo paese dell'Europa occidentale a farlo, secondo il Ministro degli Esteri islandese. Simbolicamente, la misura è passata nella giornata annuale dell'ONU della solidarietà con il popolo palestinese.

Il voto prepara la strada per il riconoscimento ufficiale da parte della piccola isola dell'Atlantico del nord, che aveva guidato il riconoscimento dell'indipendenza dei tre stati baltici dopo il collasso dell'ex Unione Sovietica nel 1991.

“L'Islanda è il primo paese europeo occidentale a fare questo passo”, ha affermato il ministro degli esteri islandese Ossur Skarphedinsson all'emittente nazionale RUV: “Ora ho l'autorità ufficiale per dichiarare il nostro riconoscimento della Palestina.”

L'osservatore palestinese all'ONU Riyad Mansour ha letto un messaggio del presidente dell'Autorità Palestinese Mahmoud Abbas al quartier generale delle Nazioni Unite in occasione della giornata per la solidarietà col popolo palestinese. Ha confermato la richiesta dei palestinesi di aderire all'ONU, dicendo che dovrebbe integrare le negoziazioni di pace, sempre a patto che Israele sia pronta a negoziare in base ai confini del 1967.

Abbas ha affermato che i palestinesi non stanno cercando “di delegittimare Israele” facendo richiesta di unirsi all'ONU, “ma di delegittimare le sue pratiche di insediamento e l'assedio dei nostri territori occupati”. Ha aggiunto che le sanzioni loro imposte da Israele per aver guadagnato l'associazione all'UNESCO sono “ingiuste” e che Israele non ha alcun diritto di bloccare le loro entrate fiscali e doganali.

La risoluzione del parlamento islandese, che permette il riconoscimento di uno stato palestinese all'interno dei confini antecedenti alla Guerra dei Sei Giorni del 1967, è stato approvato da 38 voti in un assemblea di 63 seggi.

“Allo stesso tempo, il parlamento invita gli israeliani ed i palestinesi a cercare un accordo di pace sulla base del diritto internazionale e delle risoluzioni dell'ONU, il che include il riconoscimento reciproco dello stato di Israele e dello stato di Palestina”, così riporta la risoluzione proposta dal Ministro degli Esteri islandese.

La risoluzione fa inoltre appello ad entrambe le parti al fine di porre fine a qualsiasi tipo di violenza e ha rivendicato il diritto dei rifugiati palestinesi di tornare alle loro case.

Ci si aspetta, tuttavia, che il riconoscimento dell'Islanda significhi qualcosa di più di un semplice passo simbolico, dal momento che l'Autorità Palestinese lotta per essere riconosciuta dall'ONU. Finora, la sua ricerca di un seggio nell'organismo internazionale è fallita.

**********************************************

Fonte: Iceland becomes first Western European country to recognize Palestinian state

29.11.2011

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ROBERTA PAPALEO
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Re: Civiltà Ebraica
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Israele e diritti umani: 40 palestinesi disabili imprigionati

Scritto il 2011-11-30 in News

Ramallah - InfoPal. Statistiche ufficiali elaborate dal Dipartimento del ministero per gli Affari dei Prigioieri di Ramallah svelano un grave dato: "Israele detiene attualmente 40 palestinesi con disabilità di vario grado".

Il documento è stato stilato in preparazione alla Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, celebrata il 3 dicembre di ogni anno.

In esso si legge: "Dal 1967 Israele non ha mai fatto eccezioni negli arresti arrestando malati e sofferenti, disabili o feriti".

Alcuni di questi palestinesi disabili e detenuti da Israele si trovano su una sedia a rotelle.

Israele si rifiuta di farli visitare da personale per i diritti umani o medico; si rifiuta di fornire loro la cura, e soprattutto si rifiuta di liberarli.
Lo stato di salute di centinaia di palestinesi malati è peggiorato a causa della limitata possibilità di movimento all'interno delle prigioni israeliane.

Tra le altre pratiche, le forze d'occupazione israeliane non esitano a fermare ambulanze del soccorso palestinese per arrestare i pazienti a bordo, e sono numerosi i casi di palestinesi sofferenti arrestati presso posti di blocco o valichi di frontiera, magari proprio mentre si recano in Israele o nei Paesi arabi per ricevere le cure richieste. In tal modo, Israele blocca ogni possibilità di trattamento, quindi nega loro il diritto alla salute, e continua a negarlo anche dopo l'arresto.

Si riportano numerosi casi di torture e abusi praticati dal personale israeliano allo scopo di estorcere confessioni e, nei confronti dei palestinesi con disabilità detenuti, si estendono sentenze emesse dai tribunali militari, anche fino all'ergastolo.

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Re: Civiltà Ebraica
#471
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Novembre 2011 di violazioni israeliane contro terra e cittadini palestinesi. I dati

Scritto il 2011-12-03 in News

Palestina occupata - InfoPal. Il Centro per l'informazione su Muro d'Apartheid e colonie israeliane dell'omonimo ministero palestinese ha pubblicato il resoconto mensile sugli attacchi delle forze d'occupazione e dei coloni israeliani.

Il periodo di riferimento è novembre 2011.

I contenuti:

47 aggressioni sono state condotte dai soldati israeliani, mentre è stata approvata la costruzione di 2mila unità abitative nei blocchi coloniali di Gush Etzion e Ma'ale Adumim. Altre 119 unità abitative sono state approvate nell'insediamento di Shilo per un suo ampliamento fino al 60%.

31 gli attacchi dei coloni israeliani, compreso l'ultimo ad opera dei coloni dell'insediamento di Itamar che hanno devastato alberi d'ulivo di proprietà palestinese a Nablus, nel nord della Cisgiordania occupata, e altre 13 aggressioni contro siti religiosi e altre proprietà palestinesi.

I militari israeliani hanno bloccato a Yatta (al-Khali/Hebron) un progetto per l'installazione di pannelli solari che i palestinesi stavano avviando per rifornire di energia elettrica circa 50 famiglie.

Gli alberi d'ulivo sradicati dagli israeliani a novembre sono stati 990: 500 ad 'Azzoun (Qalqiliya), 100 a Mashah (Salfit), 50 tra i due villaggi di Madama e Bourin, 50 ad Idhna (Hebron), 290 alberi sono stati danneggiati dallo scolo delle acque reflue dei coloni israeliani a Dar Estiya (Salfit).

Sulle demolizioni: 42 operazioni di demolizione sono state eseguite dalle autorità israeliane nel mese scorso, tra queste quella della moschea nel villaggio di Yatta, 14 abitazioni, sei case tra Beit Hanina e az-Za'im (al-Quds/Gerusalemme), 4 ad Ariha (Gerico) e 4 ad Hebron. Tre nel villaggio di Yatta e un'altra a Idhna.

Nove fonti idriche sono state abbatture dagli israeliani: cinque cisterne d'acqua ad 'Azzoun, tre pozzi a Sa'ir (Hebron) e uno a Kharbah Khatouf (Tubas).
Molte anche le piantagioni devastate in tutta la Cisgiordania.

Da un altro rapporto divulgato dal gruppo per i Diritti Umani Tadamon emerge la portata degli attacchi ai cittadini palestinesi.
Cinque palestinesi sono stati assassinati dalle forze d'occupazione israeliane a novembre 2011, e a decine sono stati arrestati.

Nell'introdurre il lavoro, i redattori scrivono: "Sono continuate a pieni ritmi le operazioni razziste degli israeliani contro i palestinesi".

Nel documento nessuno è escluso dall'aver preso parte a queste azioni: militari e coloni israeliani si sono scagliati contro abitazioni, terreni in ogni città e villaggio palestinese, mentre Israele continua a stringere un assedio disumano sulla Striscia di Gaza.

Gran parte delle vittime erano di Gaza, nell'ambito della politica mirata degli assassini che Israele conduce su base quotidiana contro il territorio palestinese assediato.
Il quinto palestinese che ha perso la vita nel mese scorso, era stato investito da un colono israeliano a Salfit.

Gli arresti di novembre: 270 palesitnesi sono stati sequestrati da Israele. Tra questi 30 sono minorenni, d'età inferiore ai 18 anni, e decine di lavoratori palestinesi, in Israele (Territori palestinesi occupati nel '48, ndr). Questi provenivano da varie zone della Cisgiordania. Tra essi ci sono sei donne.

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Inviato il: 3/12/2011 20:57
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Re: Civiltà Ebraica
#472
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Cittadini ordinari e malati, bambini e politici, docenti e giornalisti: Palestinesi, una società sequestrata

Scritto il 2011-12-05 in News

Ramallah - InfoPal. Statistiche settimanali rivelano che, la settimana scorsa, Israele ha arrestato in varie città e villaggi della Cisgiordania occupata, 75 cittadini palestinesi. Tra di essi anche alcuni giornalisti rilasciati da poco dagli apparati di sicurezza dell'Autorità palestinese (Anp).

Nel rapporto redatto dall'ufficio di Hamas si specifica quanto segue: "18 sono stati arrestati ad al-Khalil (Hebron), 12 ad al-Quds (Gerusalemme), 17 a Nablus, 11 a Jenin e 9 a Betlemme, 3 a Ramallah e Ariha (Gerico), 2 a Tubas.

Tra i giornalisti, anche Ola Hussain ar-Rajoub, 23enne di Hebron.

Dieci i minorenni palestinesi tra i 9 e i 17 anni arrestati da Israele la settimana scorsa, ma si vedrà che il dato sugli arresti ai danni dei minori va ben oltre.

Nella seconda metà di novembre, infatti, Israele ha arrestato 23 ragazzini palestinesi.
I bambini palestinesi costituiscono il 48.2% della società dei Territori occupati, e sono 2milioni coloro che hanno meno di 18 anni d'età.

Il Dipartimento per l'informazione sull'Infanzia del ministero dell'Informazione di Ramallah ha fornito i dati sugli arresti di minori nelle ultime due settimane di novembre.

"Continuano pratiche e arresti illegali da parte israeliana, nonostante i numerosi richiami a rispettare i diritti umani e dell'infanzia.

"I bambini palestinesi vengono sequestrati dai soldati israeliani nel corso di operazioni di assalti e raid contro le loro case, nel corso della notte sono costretti alla rigidità delle temperature esterne, vengono picchiati e poi allontanati dalle rispettive famiglie con l'arresto".

Decisioni giudiziare nel periodo di riferimento. Nel periodo di riferimento, la corte militare di Salem ha condannato a 5 ergastoli il 19enne palestinese Amjad Awad, accusato di aver preso parte all'assassinio della famiglia di coloni israeliani Fogel, nell'insediamento di Itamar.

Dieci i detenuti la cui detenzione amministrativa è stata estesa. Tra di essi, anche 3 deputati, un ex ministro e un docente palestinese.

In dettaglio: è stata prorogata di altri sei mesi, la detenzione amministrativa dei due deputati Na'if ar-Rujoub (Hebron) e 'Abdelrahman az-Zeidan (Jenin), dell'ex ministo per gli Affari dei Prigionieri, Wasfi al-Qibha, e dell'ex deputato di Fatah, Hussam Khader. E' stata estesa di altri 5 mesi, la detenzione del docente palestinese Ghassan Douqan (Nablus).

Anche la detenzione del deputato Ahmed 'Atoun (minacciato di espulsione da Gerusalemme) è stata estesa insieme a quella di Bushra at-Tawil, figlia di Jamal, leader di Hamas e sindaco di al-Birah.

Ieri sera sono stati arrestati a Nablus i tre 15enni Anas, Habib e Anas 'Oweis.

Nei dati, si include poi l'episodio ai danni di Ahmed Khamis 'Akila, 26enne del campo profughi di ash-Shati', nella Striscia di Gaza.

A metà settimana, Ahmed avrebbe dovuto recarsi in un ospedale a Gerusalemme per curarsi. I soldati israeliani lo hanno fermato presso il valico di Beit Hanoun e lo hanno arrestato conducendolo nella prigione di 'Ashqelon.

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Inviato il: 6/12/2011 21:04
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Re: Civiltà Ebraica
#473
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Gaza, missile israeliano contro un'auto: due palestinesi carbonizzati, altri feriti

Scritto il 2011-12-08 in News

Gaza - Speciale InfoPal. Un missile è stato sganciato poche ore fa da un aereo da guerra israeliano contro un'automobile nella Strscia di Gaza.
In via 'Omar al-Mukhtar, nel centro cittadino di Gaza City, un'auto palestinese è stata centrata dal missile.

Sono due le vittime palestinesi.

Adham Abu Salmiyah, portavoce dei servizi medici e del soccorso locale, ha informato dell'arrivo all'ospedale ash-Shifa' di due corpi carbonizzati.

Il nostro corrispondente da Gaza riporta che le vittime sono i due fratelli: Subhi 'Ala' e 'Essam al-Batash, residenti nel quartiere at-Tuffah, ad est di Gaza.

Un numero di cittadini ancora da precisare sono rimasti feriti.

L'automobile saltata in aria dal missile lanciato dell'Aviazione israeliana era un modello "Peugeot".

Resta alta l'allerta a Gaza, molti luoghi sono stati evacuati, e si temono altri attacchi aerei da parte israeliana.



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Inviato il: 8/12/2011 21:44
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Re: Civiltà Ebraica
#474
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Il 'volto di Israele': palestinese, in marcia non-violenta, ammazzato con lacrimogeno

Scritto il 2011-12-10 in News

Ramallah - Agenzie, InfoPal. Il bilancio delle manifestazioni non-violente di ieri, contro Muro d'Apartheid e colonie israeliane, è particolarmente grave.

Oltre dieci manifestanti sono rimasti feriti e intossicati dai gas lacrimogeni lanciati ad altezza uomo dalle forze d'occupazione israeliane.

Moustafa 'Abdelrazeq at-Tamimi, di 28 anni, è rimasto gravemente ferito in volto nella marcia di Nabi Saleh, ad ovest di Ramallah. Trasferito all'ospedale di Tel Aviv, è morto questa mattina.

Altri feriti e intossicati sono stati soccorsi all'ospedale pubblico di Ramallah; stessa situazione anche a Kafr Qaddoum, dove i palestinesi protestavano per chiedere la riapertura della strada principale del villaggio, chiusa da anni.

E pure a Qalqiliya e Bil'in, dove ieri i presenti celebravano il 24° anniversario della prima Intifada palestinese (1987-1992).

A Betlemme, la manifestazione è stata repressa sul nascere: mentre i manifestanti tentavano di raggiungere il Muro di Annessione sono stati bloccati con la forza da soldati israeliani.

Agenzie:

Imemc

Ma'an



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Re: Civiltà Ebraica
#475
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Secondo me, a confronto degli israeliani, i nazisti erano dilettanti.


Il cadavere di una vecchia donna palestinese 'pericoloso per la sicurezza'

Scritto il 2011-12-12 in News

Al-Khalil (Hebron) - Ma'an. Israele ha negato a un anziano palestinese malato di cancro di prendere in consegna a Gaza il corpo della moglie defunta attraverso il valico di Eretz.

Huda An-Nmoura, di al-Khalil (Hebron), è morta a Gaza mentre era in visita ai due figli: Anees e Akram An-Nmoura, deportati a Gaza dopo essere stati rilasciati da Israele nell'ambito dell'accordo di scambio dei prigionieri con Hamas.

Il marito di Huda, Mahmoud Taleb An-Nmoura, si era messo in viaggio per Gaza, dove prendere in consegna il corpo della moglie defunta, ma le autorità israeliane gli hanno impedito di passare attraverso l'unico terminal per passeggeri al confine israeliano.

L'ottantenne è stato creduto una minaccia alla sicurezza e gli è stato ordinato di tornare ad Hebron passando da Rafah e, una volta arrivato in Egitto, di prendere una nave o un aereo per arrivare in Giordania per poi entrare in Cisgiordania.

Secondo i familiari, non è chiaro se l'uomo ammalato di cancro potrà completare il viaggio in tre diversi paesi in tempo per essere presente al momento della sepoltura di Huda an-Nmoura, prevista oggi, nella città di Dura, a sud di Hebron.

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Re: Civiltà Ebraica
#476
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Dalla prima fase dei rilasci, Israele ha arrestato 470 palestinesi. 70 sono bambini

Scritto il 2011-12-15 in News

Cisgiordania - InfoPal. Sono eloquenti i dati emersi sugli arresti condotti da Israele nel periodo che segue la prima fase dei rilasci di palestinesi, avvenuta il 18 ottobre scorso, nell'ambito dell'accordo tra Israele e Hamas, mediato dall'Egitto.

Ad-Damir, gruppo per i Diritti Umani, specializzato negli affari dei prigionieri, ha così pubblicato, in concomitanza con la seconda fase dei rilasci, un documento che ricopre il periodo che va dal 18 ottobre al 12 dicembre.

"Israele ha arrestato circa 470 palestinesi. 70 sono bambini (di età inferiore ai 18 anni), 5 le donne catturate, tre delle quali sono state rilasciate poco dopo".

Al-Khalil (Hebron) e Jenin, sono le province palestinesi maggiormente colpite dagli arresti. Si tratta di cittadini, ma anche di attivisti per i diritti umani, politici e giornalisti. Nei confronti della maggioranza dei palestinesi arrestati vige la detenzione amministrativa.

Tra i fatti più gravi, nel periodo preso in considerazione, vi è l'arresto del deputato Hassan Yousef insieme al figlio, e quello di Ayman Daraghmah, arrestato ieri a Ramallah. Con l'arresto di Daragmah, sale a 24 il numero dei deputati palestinesi detenuti da Israele. Sono soprattutto esponenti di "Cambiamento e Riforma".

E l'estensione della detenzione (amministrativa) nei confronti di altri politici palestinesi tra i quali Ahmed Sa'daat, segretario generale del Fplp e la condanna a 30 anni per Jamal at-Tirawi.

Il dato più alto sugli arresti di bambini riguarda il campo profughi di Shu'faat (al-Quds/Gerusalemme), ma anche il campo di Deheisheh, dove sono stati sequestrati a decine.

Altri dati sugli arresti. Sono 22 i palestinesi arrestati da Israele a Nablus nelle due settimane passate.

Nelle operazioni a Nablus sono stati arrestati principalmente leader del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina (Fplp), ma anche altri attivisti di Hamas e Fatah, trasferiti in gran parte nella prigione di Megiddo, ma anche in altri centri di detenzione israeliani.

Al dato, Ra'ed 'Amer, direttore del Club dei prigionieri, ha aggiunto i sequestri condotti dai coloni israeliani, con la protezione dei militari, di bambini palestinesi, e cita i casi di al-Laban e Beit Fourik, due villaggi nella provincia di Nablus.

Otto casi sono stati convertiti da Israele in detenzioni amministrative dai 4 ai 6 mesi. Si tratta di provvedimenti adottati nei confronti di Mohammed Ghazal, leader di Hamas e docente universitario a Nablus, Zaher Labada, detenuto affetto da insufficienza renale; Sami 'Aloui e Mohammed 'Azizz, Mahmoud Tawfiq Qawareq, Hussam ar-Razzah, Baha Ya'iysh, Islam Naziyah Abu 'Oun, studente universitario.

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Inviato il: 16/12/2011 14:49
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Re: Civiltà Ebraica
#477
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[url=http://www.youtube.com/watch?v=fte1_N92wkU&feature=channel_video_title]VIDEO: che cosa hanno fatto questi ragazzi per meritare questo trattamento?[/url]

Occhio che, se questi ragazzi, col tempo s'incazzano... diventano terroristi! Già ma chi li porta al punto di reagire?
Inviato il: 17/12/2011 14:14
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Re: Civiltà Ebraica
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La migliore democrazia del medioriente? mah....

Mo: donna sfida zeloti in autobus Non volevano farla sedere tra gli uomini 18 dicembre, 19:03

(ANSA) - TEL AVIV, 18 DIC - La 28.enne Tanja Rosenblit ha sfidato gli zeloti e si e' seduta nella parte riservata agli uomini su un autobus di linea che collega la citta' costiera di Ashdod a Gerusalemme. Ha resistito a tutti i tentativi degli ultraortodossi di costringerla a passare nella parte posteriore, oppure di scendere a terra.




notizia

se siamo ancora a questo punto della democrazia non si scorge nemmeno l'ombra.
_________________
C’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di se (Oscar Wilde)
Inviato il: 18/12/2011 22:14
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Re: Civiltà Ebraica
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Unicef: 'Nel 2011 Israele ha assassinato 19 bambini palestinesi, e ne ha feriti 403'

Scritto il 2011-12-19 in News

Ramallah - InfoPal. Nel 2011 Israele ha assassinato 19 bambini palestinesi, e ne ha feriti 403.

Il documento è stato elaborato e firmato da Unicef, Agenzia Onu per i Diritti dell'Infanzia.
Nel rapporto si mette a confronto il dato del 2011 con quello del 2010, quando 9 bambini palestinesi erano stati uccisi da Israele e 308 feriti.

Israele detiene oggi 164 minori palestinesi, tra i 12 e i 17 anni. Sono 20 i casi nei quali sono stati provati metodi di tortura psico-fisica: i bambini palestinesi arrestati vengono ammanettati e bendati, fatti denudare e vengono picchiati.

Nei confronti dei più piccoli, Israele mette in pratica tecniche di reclutamento collaborazionisti. Spesso, i bambini vengono ricambiati con esigue somme di denaro.

Ventisette bambini malati della Striscia di Gaza non hanno mai ottenuto il permesso di curarsi all'esterno del territorio assediato.

Nei mesi di settembre e ottobre: le autorità israeliane hanno demolito 85 edifici di proprietà palestinese in Cisgiordania. 31 erano unità residenziali con 132 residenti, 78 dei quali bambini. Oggi sono tutti sfollati.

1.334 palestinesi, tra cui 630 bambini, sono stati costretti a riparare altrove in seguto alla demolizione della propria casa.

Sono oltre mille i palestinesi rimasti senza casa nel 2011.

Nel rapporto Unicef, si lancia l'allarme sul rischio espulsione dei beduini che vivono tutt'intorno ad al-Quds (Gerusalemme), nei pressi di Abu Dis.

Le denunciate intenzioni israeliane, dirette ad espandere l'insediamento di Ma'al Adumin entro il mese prossimo, gennaio 2012, vengono riconosciute anche da Unicef nel presente rapporto.

Altri dati: 34 incidenti sono stati registrati nel 2011. Si tratta di attacchi da parte delle forze d'occupazione e di coloni israeliani contro studenti palestinesi. 21 casi in Cisgiordania e 13 a Gaza. 68.587 studenti hanno una storia di questo tipo.

Le autorità israeliane hanno già consegnato ordini per la demolizone di scuole ed edifici dell'istruzione in Cisgiordania e a Gerusalemme Est: 220 studenti palestinesi sono direttamente minacciati.

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Inviato il: 20/12/2011 12:21
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Re: Civiltà Ebraica
#480
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Israele continua a detenere 106 bambini palestinesi

Scritto il 2011-12-21 in News

Ramallah - InfoPal. Defence for Children - Palestine ha rivelato: "Le autorità d'occupazione israeliane continuano a detenere 106 bambini palestinesi".

I bambini vengono sottoposti a dure condizioni, Israele viola le disposizioni internazionali per la tutela dell'Infanza, con particolare riguardo alla IV Convenzione di Ginevra.

'Eiyad Abu Qatish, responsabile del progetto di difesa ha osservato: "Sebbene 55 bambini palestinesi siano stati liberato nella seconda fase dell'accordo di scambio (su un totale di 550 detenuti), è bene chiarire che, con questo, Israele non ha risposto ad alcun dovere legale proprio. Ha liberato i bambini che avrebbero finito di scontare la pena entro una settimana dal rilascio, lasciando il resto dei minori nelle prigioni".

Le pratiche alle quali vengono sottoposti i bambini palestinesi vanno da processi illegali presso tribunali militari ad accuse e processi arbitrari, condanne e forme di coercizione in aperta violazione agli standard internazionali per la Difesa dei Diritti dell'Infanzia.

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