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  Articolo capolavoro di Miller

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Autore Discussione
  •  Gandhi
      Gandhi
Re: Articolo capolavoro di Miller
#121
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 29/11/2007
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Citazione:

Lestaat ha scritto:
Citazione:

Gandhi ha scritto:
Certo Lestaat io ti capisco ... ma ti domando ... ti fidi di ciò che scrive uno che si chiama Miller!?


Che c'entra la fiducia?
Mi è piaciuto quello che ha scritto, punto.
Non so manco chi è sto Miller, so solo che non è la prima volta che ne apprezzo gli articoli, tutto qua.



Il pulpito c'entra ... c'entra eccome, in questo mondo devi badare al pulpito, le "teste a scodella" sono maestre nel dire e scrivere cose belle, ricordo una cara e dolce ragazza della mia gioventù, che a proposito di politica disse candidamente:"Io non ne capisco niente, senti uno di destra che parla e tutto quello che dice sembra perfetto e giusto, poi parla uno di sinistra e sembra tutto giusto e perfetto".



@Pax

Il sistema Anarco-Liberista "più perfetto" che conosco è il mio condominio.
Inviato il: 6/12/2007 16:14
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  •  Lestaat
      Lestaat
Re: Articolo capolavoro di Miller
#122
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 27/7/2005
Da Perugia
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@Ghandi
Non mi trovi affatto d'accordo.
Se sono d'accordo con un concetto non vuol dire che andrei a letto con chi l'ha espresso eh.
Es: Adoro il lavoro di Mazzucco sull'undici settembre e la sua capacità critica sull'argomento ma ho una visione del mondo e delle cause che ne stanno dietro che è profondamente diversa dalla sua.
Mica davo un giudizio su Miller in quanto persona, ma su un concetto che potrebbe aver benissimo espresso anche la nonna novantenne di Fracazzo da Velletri, con la qale sarei perfettamente d'accordo cmq.

Che discorso strano che hai fatto
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In nomine libertatis vincula edificamus.
In nomine veritatis mendacia efferimus.
Inviato il: 6/12/2007 16:23
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  •  Gandhi
      Gandhi
Re: Articolo capolavoro di Miller
#123
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 29/11/2007
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Devi badare al pulpito perchè altrimenti ti devi lasciare incantare dal Silvio che accarezza gli operai e dice:"Io so cosa vuol dire vivere con 1.000 euro al mese" e a Bush che manda gli aiuti per i pover bambini Iraqueni o all'OMS che lancia le campagne di vaccinazione.

Si lo so è complicato, è difficile credere che Hitler e Stalin fossero due facce della stessa medaglia è difficile credere che chi sputa sul governo degli Stati Uniti possa essere una cattiva persona ...

avevo aggiunto un passo su informazione e disinformazione ma poi l'ho tolto
Inviato il: 6/12/2007 16:25
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  •  carloooooo
      carloooooo
Re: Articolo capolavoro di Miller
#124
Dubito ormai di tutto
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Da marca gioiosa et amorosa
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Se oltre a Weber anche Mises e Hayek sono socialisti (ma quindi pure Smith e Ricardo?), allora io non ho altro da aggiungere. Mi arrendo. Bandiera bianca.

(Come si chiama chi vede sempre la stessa cosa dappertutto, anche dove non c'è nessun motive di ritenere che ci sia? )

Solo una domanda: ma il socialismo di Mises e Hayek è di quelli che "ti stendono al primo bicchiere" o di quelli che "ti stonano lentamente, senza che te ne renda conto"?

Citazione:
C'è un mercato, ma non è libero, come dimostrano i chilometri di leggi e decreti che regolano tutto, dai prezzi, ai salari, al numero di dipendenti.
Una specie di capital-socio-corporativismo, una cosa così.


E questo "capital-socio-corporativismo" lo si può chiamare - tanto le parole sono a gratis - socialismo. Però non lo si può chiamare capitalismo, pena la l'usuale obiezione (ma il vero capitalismo è un altro!). Tutto ciò sempre per motivi che mi sfuggono e che di conseguenza mi fanno sospettare una diversità di trattamento dei due termini in questione non suffragata da valide motivazioni.

Carlo
_________________
Bicarlonato.
Inviato il: 6/12/2007 16:43
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  •  Lestaat
      Lestaat
Re: Articolo capolavoro di Miller
#125
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 27/7/2005
Da Perugia
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Si ma io mica devo votare Miller e non gli devo mica fiducia.
Se uno dice: "Uccidere è male"
Mi frega poco di chi sia, son d'accordo e basta.
Anche l'avesse detto Pinochet o Hitler non cambia il fatto che il concetto in se è da me condiviso.
Che diamine di ragionamento stai facendo?

Nessuno qui vuole fidarsi o meno di tale Jason Miller per qualsivoglia cosa.
Sono d'accordo con l'intero articolo che ha scritto, punto.
Non so chi sia ne mi interessa saperlo.
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In nomine libertatis vincula edificamus.
In nomine veritatis mendacia efferimus.
Inviato il: 6/12/2007 16:45
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  •  Gandhi
      Gandhi
Re: Articolo capolavoro di Miller
#126
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 29/11/2007
Da
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Ok! Ok! Diciamo che ho solo colto la palla al balzo, giusto per dire due cattiverie ...

Ma tu stai con Gesu o con Satana!?
Inviato il: 6/12/2007 16:53
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  •  franco8
      franco8
Re: Articolo capolavoro di Miller
#127
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 6/12/2005
Da
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PaxtibiCitazione:

Se il modello descrive le interazioni degli uomini nella società, questo vuol dire che sono già presenti...

Il punto è quello:
Se sei convinto che il modello descriva tutte le reali e possibili interazioni... c'è poco da dire...
Ma modello e sistema reale son sempre cose diverse.
La mia frase nel post precedente è volutamente oscura
( dato... che alla fine fai finta sempre finta di non capire.. almeno ti do un motivo valido ):
Ma
se il modello
omette di descrivere
cose reali che,
nella realtà,
influenzano il sistema reale e le altre cose descritte
ma non le influenzano nel modello teorico ...
Allora...
il modello è da gettare alle ortiche...

PaxtibiCitazione:

Il che non costituisce certo una prova della sua validità.

Ma manco il contrario.
Ovvero, è un altro modo di dire, come s'era detto sin da subito:
non c'entra una mazza.

PaxtibiCitazione:

Come fai a creare una categoria da un insieme di elementi variabili?

Ma... Sarebbe questa la risposta alla mia domanda?!
visto che nella REALTA' tutto è variabile, e come tu stesso dici "Nessuno [e niente] è perfetto"....
Secondo questo principo NESSUNA categoria potrebbe essere creata MAI.
Domande di riserva, allora:
- in che mi sura sono varibili , nella realtà, questi elementi specifici?
domanda extra
- quanta variabilità possiamo ammettere per poter definire una categoria?

------------
carlooooooCitazione:

...
E questo "capital-socio-corporativismo" lo si può chiamare - tanto le parole sono a gratis - socialismo. Però non lo si può chiamare capitalismo, pena la l'usuale obiezione (ma il vero capitalismo è un altro!). Tutto ciò sempre per motivi che mi sfuggono e che di conseguenza mi fanno sospettare una diversità di trattamento dei due termini in questione non suffragata da valide motivazioni.


Ottimo carloooooo
non lo si può chiamare capitalismo, pena la l'usuale obiezione (ecc ecc)...
Questo è il puntoda cui siamo partiti quiche ricorre e si ripete. E da cui ricominciamo ogni volta come le parole già spese siano volate al vento ... Centinai di post (solo qui, per non contare quelli delle discussioni passate) per tornare sempre a quel punto lì....
Ma è una partita persa. viviamo bene lo stesso... Pazienza.
Passo e chiudo. Stavolta sul serio.
_________________
.... ....io non mi definisco affatto volentieri ateo, non più di quanto io sia a-MickeyMouse.
..
(detto, fatto)
Inviato il: 6/12/2007 17:00
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  •  Gandhi
      Gandhi
Re: Articolo capolavoro di Miller
#128
Ho qualche dubbio
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Ma sto modello contempla anche l'esistenza dei grembiulini con ciondoli da sommelier che ostinatamente si occupano di fumose messeinscena dal vago sapore tardo imperiale della II dinastia!?
Inviato il: 6/12/2007 17:09
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Re: Articolo capolavoro di Miller
#129
Sono certo di non sapere
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Però non lo si può chiamare capitalismo, pena la l'usuale obiezione (ma il vero capitalismo è un altro!).

Se proprio lo vuoi chiamare così, chiamalo capitalismo. E definiamo quindi capitalismo il sistema in cui un organismo centrale, dotato di autorità e di monopolio della giustizia, della sicurezza e della moneta legifera e controlla ogni aspetto dell'economia.

Benissimo, sono d'accordo anch'io, abbattiamo il capitalismo!

se il modello
omette di descrivere
cose reali che,
nella realtà,
influenzano il sistema reale e le altre cose descritte
ma non le influenzano nel modello teorico ...
Allora...
il modello è da gettare alle ortiche...


E quali sarebbero queste omissioni?

- in che mi sura sono varibili , nella realtà, questi elementi specifici?

Quando possono passare indifferentemente da un insieme all'altro, anche più volte nella stessa vita, sono sufficientemente variabili, secondo te?
Inviato il: 6/12/2007 17:22
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  •  carloooooo
      carloooooo
Re: Articolo capolavoro di Miller
#130
Dubito ormai di tutto
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Citazione:
viviamo bene lo stesso... Pazienza.


Franco, non usare la prima persona plurale: qui non ci sono le barricate. La contrapposizione tra noi e loro deve aver ben altro significato, a meno di non voler incominciare una ridicola guerra tra poveri. Non è una questione di vivere bene o male. Non ne faccio un fatto personale. Si discute serenamente, senza minimamente giudicare la persona che sta dall'altra parte, persona per cui - fatti salvi certi modi talvolta insopportabilmente irritanti - nutro anche stima.

Carlo
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Bicarlonato.
Inviato il: 6/12/2007 17:26
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Re: Articolo capolavoro di Miller
#131
Sono certo di non sapere
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Anch'io trovo insopportabile il tono di certi interventi (per non parlare dei contenuti!), ma non faccio mica tutte queste storie.
Inviato il: 6/12/2007 17:32
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  •  franco8
      franco8
Re: Articolo capolavoro di Miller
#132
Dubito ormai di tutto
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Citazione:

Quando possono passare indifferentemente da un insieme all'altro, anche più volte nella stessa vita, sono sufficientemente variabili, secondo te?

"Possono passare"
o
"passano"?

---------------------

Citazione:

Franco, non usare la prima persona plurale: qui non ci sono le barricate.


No Carlo. forse la mia frase si prestava a fraintendimenti.
C'era un "noi" ma non c'era nessun "loro".
Nel "noi" di "viviamo benissimo lo stesso" erano compresi anche "loro"...

(Più chiaro adesso? Forse...)

--------------------
P.S.
E chi fa storie!? Provavo solo ad esprimere quel che penso...
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.... ....io non mi definisco affatto volentieri ateo, non più di quanto io sia a-MickeyMouse.
..
(detto, fatto)
Inviato il: 6/12/2007 17:33
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Re: Articolo capolavoro di Miller
#133
Sono certo di non sapere
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"passano"?

Passano.
Inviato il: 6/12/2007 17:35
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  •  carloooooo
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Re: Articolo capolavoro di Miller
#134
Dubito ormai di tutto
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Citazione:
Se proprio lo vuoi chiamare così, chiamalo capitalismo. E definiamo quindi capitalismo il sistema in cui un organismo centrale, dotato di autorità e di monopolio della giustizia, della sicurezza e della moneta legifera e controlla ogni aspetto dell'economia.


Non è questa la mia intenzione. Ma mi piacerebbe anche che che non si chiamasse socialista una realtà in cui, pur esistendo "organismo centrale, dotato di autorità e di monopolio della giustizia, della sicurezza e della moneta legifera e controlla ogni aspetto dell'economia", la proprietà privata dei mezzi di produzione, pur con tutte le limitazioni, è (fino a prova contraria) presente.

E soprattutto mi piacerebbe - per tornare al punto centrale - che non si definiscano socialisti tutti coloro che non si rifanno alla corrente anarchica della scuola austriaca. Altrimenti uno veramente usa le parole come cazzo gli pare, e poi è ovvio che non ci si capisce.

Carlo

PS: Citazione:
Anch'io trovo insopportabile il tono di certi interventi (per non parlare dei contenuti!), ma non faccio mica tutte queste storie.


Quali storie?
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Bicarlonato.
Inviato il: 6/12/2007 17:35
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  •  Lestaat
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Re: Articolo capolavoro di Miller
#135
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Per cambio di pagina mi ero perso il post di pax.

Citazione:

Paxtibi ha scritto:
Se il modello descrive le interazioni degli uomini nella società, questo vuol dire che sono già presenti, di conseguenza non c'è motivo di imporre niente.

Altro gioco retorico banale e scontato.
Se si lascia che il sistema economico reale agisca senza costrizioni lo si IMPNE di fatto alla società.
Ripeto falli con qualche altro i giochi di parole.
Citazione:

Più che altro dovresti supportare le tue affermazioni con qualcosa di concreto.

Questa poi.
Io non argomento?
Beh, con 7 pagine di post buona parte dei quali miei sto più che supportando. Non essere ridicolo.
Citazione:

Il che non costituisce certo una prova della sua validità.

No, ma sono 200 anni che tentano di smontarne la validità invano.
Se ci sei riuscito te sarei ben lieto di poterlo leggere.
E comunque, come dicevo anche prima, stai cercando di riportare il discorso su un terreno a te congeniale evitando di argomentare la tua presa di posizione, che, senza argomenti, resta una posizione di puro principio.
In quanto a quello che ho scritto io invece, ti invito a rileggerlo e a trovare DOVE uso la critica Marxista per argomentare le mie idee. Non credo troveresti altro che quella citazione, tra l'altro usata solo per RI-confermare con parole altrui il concetto espresso in precedenza, dato che, come già detto più e più volte, non mi frega un bel niente di mostrare se Marx dica il giusto o meno, ma mi interessa dimostrare (o cercare di farlo) che il capitalismo è un modello economico che applicato nella società è ingiusto, barbaro e criminale.
Citazione:
Come fai a creare una categoria da un insieme di elementi variabili?


Questo il classico giochetto "a la Pax".
Che però regge quanto il cratere al pentagono.

VEICOLI A MOTORE

Ohibo!
Che magia.
Ho fatto una categoria con un insieme di elementi variabili.
E poi sarei io il dadaista.
Ma per piacere!
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Inviato il: 6/12/2007 17:47
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Re: Articolo capolavoro di Miller
#136
Sono certo di non sapere
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Altro gioco retorico banale e scontato.

Considerato l'uso generoso che fai delle maiuscole, sarebbe meglio evitassi di dare del retore agli altri per non confrontarti sui contenuti, sui quali mi sembri piuttosto confuso.

Se si lascia che il sistema economico reale agisca senza costrizioni lo si IMPNE di fatto alla società.

Cioè l'assenza di costrizioni equivale ad un'imposizione? Interessante.

Beh, con 7 pagine di post buona parte dei quali miei sto più che supportando. Non essere ridicolo.

Qui di ridicolo c'è solo il tentativo di far passare convinzioni personali per dati di fatto, senza alcun riguardo per la realtà.

Che però regge quanto il cratere al pentagono.

Secondo me regge più dei tuoi nervi.


VEICOLI A MOTORE
...
Ho fatto una categoria con un insieme di elementi variabili.


Quindi i veicoli a motore possono diventare, che so, dei tiri a quattro, e viceversa?

E poi sarei io il dadaista.

No, tu sei sulla buona strada per fondare una nuova scuola.
Inviato il: 6/12/2007 18:24
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  •  Lestaat
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Re: Articolo capolavoro di Miller
#137
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Citazione:

Paxtibi ha scritto:
Considerato l'uso generoso che fai delle maiuscole, sarebbe meglio evitassi di dare del retore agli altri per non confrontarti sui contenuti, sui quali mi sembri piuttosto confuso.

Qui se c'è quacuno che fa battutine e non argomenta sei tu eh, mica io.
E ti assicuro che sono tutt'altro che confuso, e se mai lo sono, non sono certo gli atteggiamenti da essere superiore che mi illuminano la via.
Citazione:

Cioè l'assenza di costrizioni equivale ad un'imposizione? Interessante.

Qui di ridicolo c'è solo il tentativo di far passare convinzioni personali per dati di fatto, senza alcun riguardo per la realtà.

Ah, adesso sono io che non ho riguardo per la realtà.
Caspita.
Peccato che ho riempito pagine di post con esempi volti a dimostrare quanto dico che nessuno, ancor meno tu con le battutine retoriche, ha nemmeno cercato di dimostrare false o inconsistenti se non aggrappandosi a banali tentativi di inquadrare me e i miei argomenti in ideologie preconcette che non mi appartengono affatto.
Citazione:

Secondo me regge più dei tuoi nervi.

Non sono affatto innervosito.
Citazione:

Quindi i veicoli a motore possono diventare, che so, dei tiri a quattro, e viceversa?

No ma una locomotiva a vapore può benissimo diventare elettrica rimanendo un veicolo a motore.
Se smette invece di essere a motore perchè glielo levano per farla diventare un ristorante smette di essere un veicolo a motore.
Resta però tale finche non cambia.
Un operaio resta tale finche è un operaio, se poi diventa proprietario di una azienda diventa imprenditore.
Ma una classe sociale è un insieme di individui appartenenti alla società che ha determinate caratteristiche e se tali caratteristiche cambiano cambia anche la classe sociale. E con questo?
E' un concetto astratto, un insieme astratto (per usare il termine corretto)
Sei contento ora?
Citazione:

No, tu sei sulla buona strada per fondare una nuova scuola.


Continua pure a giocare con le parole tanto il 3d è qui per intero. Ognuno giudichera da se chi è che argomenta e chi è che gioca a rimpiattino pur di non argomentare.
Buona vita Pax
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Inviato il: 6/12/2007 18:49
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Re: Articolo capolavoro di Miller
#138
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Peccato che ho riempito pagine di post con esempi volti a dimostrare quanto dico che nessuno, ancor meno tu con le battutine retoriche, ha nemmeno cercato di dimostrare false o inconsistenti se non aggrappandosi a banali tentativi di inquadrare me e i miei argomenti in ideologie preconcette che non mi appartengono affatto.

Veramente le tue “argomentazioni” sono state confutate da Ashoka, senza inquadrarti da nessuna parte.

Un operaio resta tale finche è un operaio, se poi diventa proprietario di una azienda diventa imprenditore.
Ma una classe sociale è un insieme di individui appartenenti alla società che ha determinate caratteristiche e se tali caratteristiche cambiano cambia anche la classe sociale. E con questo?


Come e con questo? Hai debunkato la lotta di classe!
Inviato il: 6/12/2007 19:04
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  •  Lestaat
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Re: Articolo capolavoro di Miller
#139
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Confutate da Ashoka?
Mah....ognuno giudicherà da se.

Citazione:
Come e con questo? Hai debunkato la lotta di classe!


Ecchissenefrega?
A te e basta, perchè con la discussione in corso non ha niente a che vedere.
Ma appunto, si vuole portare il discorso su un argomento in cui ci si destreggia meglio invece di discuterne gli argomenti.
Fa come ti pare, tanto per te, ha confutato tutto Ashoka...
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Inviato il: 6/12/2007 19:22
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  •  franco8
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Re: Articolo capolavoro di Miller
#140
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PaxtibiCitazione:

Come e con questo? Hai debunkato la lotta di classe!


E poi non dovrei dire che quelle spese sono parole al vento !?

Prima di tutto, non ho capito chi starebbe proponendo la dottrina marxista o chi starebbe fondando i supoi argomenti su tale dottrinai... (E la paginetta di Mises (*) potrebbe ipoteticamente essere anche accettata in toto senza per questo abbia a che fare con gli altri argomenti espressi da Lestaat e anche da me).
( Senza dire il fatto elementare che se, in genere, se Tizio o Caio hanno detto detto una stronzata, ciò vorrebbe dire che tutte le cose dette da Tizio o Caio siano stronzate).
Ma... contento tu!

Ripeto quello che dicevo prima:
non parlavo di lotta di classe o simili, ma delle differenti condizioni tra proprietari e no...

L'argomento di Ashoka e tuo (degli elementi variabili, l'uno che si trasforma nell'altro ecc)... non dimostra certo che le classi sociali non esistono nella realtà.
(A parte il fatto che bisogna andare a vedere se davvero queste trasformazioni siano all'ordine delgiorno.. ma questo è un'altro discorso..)

Riguardo all'esistenza reale delle classi sociali Ashoka (o chicchesia) non ha confutato una sega, perchè (l'argomento suddetto) è come dire che:
siccome l'acqua si trasforma in ghiaccio e viceversa, e ciò avviene di continuo, allora sono la stessa cosa.
Sono la stessa cosa sì.. Ma prova un po' a pattinare sull'acqua oppure (dico per dire) a farti buttare un secchio di ghiacchio sulla testa... E poi vedi se non sono distinguibili.


(*) al limite.. come dicevo anche nella mia risposta ad ashoka.. spiega come potrebbero, nel suo capitalismo ideale, non esistere le classi intese da Marx... Non spiega di certo che le classi sociali e le differenze tra proprietari e lavoratori non esistono nella realtà dei fatti...

Citazione:

Qui di ridicolo c'è solo il tentativo di far passare convinzioni personali per dati di fatto, senza alcun riguardo per la realtà.

Proprio così...
------------------------
PaxtibiCitazione:
E definiamo quindi capitalismo il sistema in cui un organismo centrale, dotato di autorità e di monopolio della giustizia, della sicurezza e della moneta legifera e controlla ogni aspetto dell'economia.

Peccato che se prendessi 100 dizionari diversi, non ci sarebbe scritto niente nulla di simile.
E meno male! Anche perchè se questo accadesse, tra le altre cose avrei buttato
15 euri per comprare un dizionario... Avessi almeno il caminetto!

carlooooooCitazione:

E soprattutto mi piacerebbe - per tornare al punto centrale - che non si definiscano socialisti tutti coloro che non si rifanno alla corrente anarchica della scuola austriaca. Altrimenti uno veramente usa le parole come cazzo gli pare, e poi è ovvio che non ci si capisce.

Se è per quello non si dovrebbero chiamare nemmeno anarchici...
Anche se, dopo tutto, però, oltre all'anarco-capitalismo esistono:
la 'bicicletta a motore'
lo 'sviluppo sostenibile'
le "vergini madri"
la "realtà virtuale" ecc ecc.
_________________
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..
(detto, fatto)
Inviato il: 7/12/2007 8:30
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Re: Articolo capolavoro di Miller
#141
Sono certo di non sapere
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Prima di tutto, non ho capito chi starebbe proponendo la dottrina marxista o chi starebbe fondando i supoi argomenti su tale dottrinai

Non certo io.

E la paginetta di Mises (*) potrebbe ipoteticamente essere anche accettata in toto senza per questo abbia a che fare con gli altri argomenti espressi da Lestaat e anche da me

Chi ha detto che la critica marxista al capitalismo è valida? Una critica basata su assunti sbagliati?

L'argomento di Ashoka e tuo (degli elementi variabili, l'uno che si trasforma nell'altro ecc)... non dimostra certo che le classi sociali non esistono nella realtà.

Dimostra che non esistono così come le considera Marx.

A parte il fatto che bisogna andare a vedere se davvero queste trasformazioni siano all'ordine delgiorno.. ma questo è un'altro discorso..

Da qui:

Secondo i dati della CNA il numero complessivo dei titolari di impresa con cittadinanza estera al 30.06.2004 risulta pari a 71.843. Tale dato evidenzia un aumento di circa il 27% del numero dei titolari rispetto all’anno precedente, quando questi ammontavano a 56.421. La sensibile crescita del numero di imprese costituite da immigrati nel corso dell’ultimo anno rappresenta sicuramente uno degli aspetti più interessanti e maggiormente caratterizzanti della dinamica imprenditoriale dell’intero Paese.

Gli sfruttati diventano sfruttatori? Cosa sarà mai successo?

Peccato che se prendessi 100 dizionari diversi, non ci sarebbe scritto niente nulla di simile.

Allora siamo d'accordo, il sistema attuale non è capitalismo.

Se è per quello non si dovrebbero chiamare nemmeno anarchici...

Infatti mi chiamo Flavio.

Comunque, ecco un'altra lettura interessante. È un po' lungo, ma almeno l'ultimo capitolo non è mancante:

Così vicini, così lontani
Inviato il: 7/12/2007 14:12
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  •  franco8
      franco8
Re: Articolo capolavoro di Miller
#142
Dubito ormai di tutto
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ti ringrazio molto per l'articolo veramamente interessante (anche se non mi sposta molto i termini della questione, pure ammesso per assurdo che lo condividessi in toto (*))
Ma... davvero stento a seguirti... (cioè mi pare che seguiamo dei "fili" assolutamente diversi..)
Provo a dirti il mio (anzi mi fermo ad un certo punto per amore di sintesi... e lascio perdere le cose paradossali che hai detto su riguardo al socialismo onnipresente...)
dunque .... eravamo partiti:
1) da un giudizio di condanna del capitalismo .... da parte di Lestaat.
(che ovviamente nessuno è obbligato a condividere in toto)

2) ... quindi s'era detto, in base alle "rimostranze" di bandit (secondo copioni già visti... senza offesa) :
"che cosa si intende per capitalismo?"

3) quindi io chiedevo "ma non basta aprire un dizionario?"
la definizione di capitalismo nel senso "comune" riporta le caratteristiche del "sistema":
- larga formazione e mobilità dei capitali,
- proprietà privata dei mezzi di produzione,
- ricerca del profitto individuale
- separazione dei produttori in classi detentrici dei capitali e classi lavoratrici

/ ci sta forse scritto "classi sfruttatrici e classi sfruttate"!?
/ ci sta forse scritto "classi la cui lotta si identifica con la storia dell'umanità ecc ecc "!?
No... per cui... la disquisizione sulle classi secondo Marx, sarà pure interessante, ma cosa dovrebbe logicamente dimostrare, secondo te?!
(e ciò per quanto riguarda le "classi sociali"... in teoria dovrebbe bastare.
... Se poi sei convinto che le classi sociali in realtà non esistono e che le statistiche sulle nuove imprese vogliano dire questo non saprei..
... ma non credo che tu la pensa esattamente in questi termini...)

/ se poi, secondo te, la tua accezione di "capitalismo" non comprende l'ultima della caratteristiche su riportata.
Va benissimo. Forse allora tu e Ashoka non avete alcun motivo di "lamentarvi"... se la "condanna" è riferita invece al capitalismo nel "senso comune" avente tutte la quattro caratteristiche. In altri termini la condanna non si applica allla "sottospecie di capitalismo" che avete in mente (perdonami il termine).

4) Ora ...
Ad un certo punto pare sia stato chiaro a tutti (visti i fraintendimenti) che bisogna distinguere tra un modello "ideale" (quello che difendete voi) e un sistema "reale".
Il modello ideale è quello che difendete, lo stesso vale per gli scritti di Mises e Hoppe che hai linkato, che si riferiscono alla fin fine in pratica a questo "capitalismo ideale", o a "come potrebbe e dovrebbero funzionare secondo loro" (Spero di esprimere chiaramente il concettto)
(ottimi scritti, ovviamente, di livello superiore non paragonabile a quel che scriviamo qui. Ottimi nella forma, sicuramente criticabili nella sostanza...)
Provo a fare un esempio fra quelli possibili, per chiarire. Dove Hoppe scrive:
Citazione:

Che il lavoratore non riceva il "valore totale" del suo lavoro non ha niente a che vedere con lo sfruttamento, ma riflette solo il fatto che è impossibile per un uomo scambiare beni futuri con beni presenti senza pagare un interesse.

Non significa, ovviamente, (nè credo che Hoppe volesse intendere) che lo sfruttamento sul lavoratore non esista o non possa esistere (e che lo sfruttamento nella realtà non si sia realizzato e si realizzi in quelle modalità e certamente e realmente sia sfruttamente del daore di lavor sul latore e non certo viceversa!) .
... Ma che il "non ricevere il valore totale del lavoro" non implica logicamente sempre lo sfruttamento.
(e che, nel suo capitalismo ideale, lo sfruttamento non ci sarebbe... e non certo in quel passo spiega come...)
Quindi la chiudo qua, anche finir di parlar sempre di anarco-capitalismo... non ha stancato solo Ashoka, ma ha stufato anche me, come avrà stufato anche te, immagino. Saluti e figli maschi.

(*) Ti riporto a tal proposito
135
LestaatCitazione:
In quanto a quello che ho scritto io invece, ti invito a rileggerlo e a trovare DOVE uso la critica Marxista per argomentare le mie idee. Non credo troveresti altro che quella citazione, tra l'altro usata solo per RI-confermare con parole altrui il concetto espresso in precedenza, dato che, come già detto più e più volte, non mi frega un bel niente di mostrare se Marx dica il giusto o meno, ma mi interessa dimostrare (o cercare di farlo) che il capitalismo è un modello economico che applicato nella società è ingiusto, barbaro e criminale.


PS
Citazione:

Allora siamo d'accordo, il sistema attuale non è capitalismo.

Ah Ah.. Ah ! Molto spiritoso!
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.... ....io non mi definisco affatto volentieri ateo, non più di quanto io sia a-MickeyMouse.
..
(detto, fatto)
Inviato il: 7/12/2007 16:13
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Re: Articolo capolavoro di Miller
#143
Sono certo di non sapere
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/ ci sta forse scritto "classi sfruttatrici e classi sfruttate"!?
/ ci sta forse scritto "classi la cui lotta si identifica con la storia dell'umanità ecc ecc "!?


Ascolta: che senso ha la separazione in classi, quando si può far parte contemporaneamente dell'una e dell'altra, o passare dall'una all'altra?

No... per cui... la disquisizione sulle classi secondo Marx, sarà pure interessante, ma cosa dovrebbe logicamente dimostrare, secondo te?!

Semplicemente che le classi secondo il modello marxista, e secondo il De Mauro – "separazione dei produttori in classi detentrici dei capitali e classi lavoratrici" – non ha senso.

Il modello ideale è quello che difendete, lo stesso vale per gli scritti di Mises e Hoppe che hai linkato, che si riferiscono alla fin fine in pratica a questo "capitalismo ideale", o a "come potrebbe e dovrebbero funzionare secondo loro"

Come funzionerebbe senza interferenza statale, non "secondo loro." È diverso.

(e che, nel suo capitalismo ideale, lo sfruttamento non ci sarebbe... e non certo in quel passo spiega come...)

Nessuno dice questo. Infatti non è un modello "ideale", ma solo la descrizione di come funzionano i rapporti economici tra gli uomini. Non inventa assolutamente niente, semplicemente dimostra come le occasioni di sfruttamento aumentino esponenzialmente con l'intervento di un'autorità superiore nel mercato.

Saluti e figli maschi.

Ehhh, poterseli permettere!...
Inviato il: 7/12/2007 16:58
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  •  franco8
      franco8
Re: Articolo capolavoro di Miller
#144
Dubito ormai di tutto
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Citazione:
Ascolta: che senso ha la separazione in classi, quando si può far parte contemporaneamente dell'una e dell'altra, o passare dall'una all'altra?

- "contemporaneamente"?!
- a proposito del passare dall'una all'altra, t'ho risposto: ha più o meno lo stesso senso della distinzione tra ghiaccio e'acqua.
Citazione:

Semplicemente che le classi secondo il modello marxista, e secondo il De Mauro – "separazione dei produttori in classi detentrici dei capitali e classi lavoratrici" – non ha senso.

In che senso "non ha senso"?!
La definizione di "classe sociale" non l'ha inventata Marx.... nè esiste unicamente nella concezione marxista...
Nè il rifiutare la concezione marxista implica automaticamente che il concetto di classe non ha senso.
Vedi ad es:
http://it.wikipedia.org/wiki/Max_Weber

Ma se sostieni che Weber fosse marxista... non saprei proprio che dire...
Come dicevo su... non volevo citare le tue paradossali conclusioni.
A me personalmente (a prescindere da Max, Weber o chicchessia) l'esistenza delle classi e delle differenze di ceto mi sembra poco più che la constatazione di un dato di fatto. ( Nè credo che Hoppe col suo scritto voleva negare tale dato di fatto).

Citazione:

...ma solo la descrizione di come funzionano i rapporti economici tra gli uomini.

Sembri convinto di ciò... ma permetti gli altri di non essere affatto d'accordo.

Pare che per te la "descrizione dei rapporti economici" equivalga a leggi naturali immutabili...
C'è il libero arbitrio.
I rapporti fra gli uomini (tutti in generale e quelli economici in particolare) non sottostanno
a legge fisiche immutabili.. per cui l'economia non è e non può essere una scienza esatta.
E gli uomini sono sempre liberi di comportansi diversamente da qualsiasi "descrizione" ....


Citazione:

Come funzionerebbe senza interferenza statale, non "secondo loro." È diverso.

Bah... Scusa ma è comunque, in ogni caso, "secondo loro"....
l'uso del modo condizionale ("funzionerebbe") significa qualcosa o no?
Citazione:

Non inventa assolutamente niente,

"inventa" nel senso che "simula" o immagina una condizione( come tu stesso dici "senza l'interferenza statale") che non esiste.
E' una condizione che è immaginata nel modello,
non realizzata e sperimentata nel sistema reale.

Credo che continuamo a non capirci sul termine "modello".

il modello è una schematizzazione ideale non nel senso di "progetto che deve essere attuato"
ma anche nel senso di "rappresentazione semplificata della realtà"
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..
(detto, fatto)
Inviato il: 7/12/2007 17:55
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Re: Articolo capolavoro di Miller
#145
Sono certo di non sapere
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- "contemporaneamente"?!

Non si può forse detenere un capitale e lavorare da dipendente allo stesso tempo?

- a proposito del passare dall'una all'altra, t'ho risposto: ha più o meno lo stesso senso della distinzione tra ghiaccio e'acqua.

Quindi sono la stessa cosa, in due stati o fasi differenti. Questa sarebbe la "separazione in classi"?

In che senso "non ha senso"?!

Nel senso appunto che questa che per te è la differenza tra acqua e ghiaccio è per Marx una frattura insanabile, che vede scontrarsi gli interessi contrapposti ed inconciliabili di due schieramenti omogenei e solidali al loro interno: una visione della realtà piuttosto distorta, per non parlare della sua stereotipata banalità.

Ma se sostieni che Weber fosse marxista... non saprei proprio che dire...

Io dicevo che per me era un po' socialista. Un liberale democratico un po' socialista lo è.
È un criptosocialista.



Pare che per te la "descrizione dei rapporti economici" equivalga a leggi naturali immutabili...

Il libero scambio si usa da parecchio, direi!

I rapporti fra gli uomini (tutti in generale e quelli economici in particolare) non sottostanno a legge fisiche immutabili..

Si direbbe il contrario.

Scusa ma è comunque, in ogni caso, "secondo loro"....
l'uso del modo condizionale ("funzionerebbe") significa qualcosa o no?


Guarda, Mises non si spinge neanche a teorizzare una società senza stato, semplicemente analizza il mercato e ne spiega i meccanismi, illustrando gli effetti dell'intervento dello stato come di tutti gli altri attori in gioco. Non è questione di credere ad una versione oppure no, si tratta semplicemente di studiare, se si vuole comprendere come funziona l'economia.

Da quel punto in avanti, si può anche sostenere che l'intervento dello stato è cosa buona e giusta, ma bisognerebbe giustificare questa affermazione chiarendo anche in che modo evitare i ben noti problemi.

ma anche nel senso di "rappresentazione semplificata della realtà"

Qualsiasi cosa scritta è una "rappresentazione semplificata della realtà." Cosa vogliamo fare, allora?
Inviato il: 7/12/2007 19:50
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  •  Lestaat
      Lestaat
Re: Articolo capolavoro di Miller
#146
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Citazione:

Paxtibi ha scritto:
Non si può forse detenere un capitale e lavorare da dipendente allo stesso tempo?
Quindi sono la stessa cosa, in due stati o fasi differenti. Questa sarebbe la "separazione in classi"?

Qui si sfiora il ridicolo ormai.
Ma per te una classe sociale è un CLUB a cui ci si iscrive?
O fai finta di non capirlo o davvero hai dei concetti in testa che non stanno ne in cielo ne in terra.
Una classe sociale è una definizione astratta che definisce, non un gruppo ben preciso di persone (Paolo, Filippo, Antonio....) ma un insieme di caratteristiche che identificano uno status sociale.
(giusto per fare un parallelo: i fumatori, i non fumatori. Possiamo mettere su una discussione su quali sono i diritti delle due "classi sociali", su come interagiscono tra di loro, su come regolamentare la loro interazione? Non che mi interessi farlo eh, ma si potrebbe giusto? Bene. Non sono anche queste INTERCAMBIABILI?)
Che un individuo sia contemporaneamente o meno imprenditore, operaio, artigiano o battona non c'entra una mazza su cosa sia una classe sociale.
E' un gioco di semantica il tuo che, forse per la troppa stima che ho nei tuoi confronti, temo sia fatto di proposito.
La sociologia non è come l'aritmetica eh!
E non si parla dei singoli individui ma si astraggono concetti per analizzarne le caratteristiche e le interazioni.
Oltretutto, come ho detto diverse volte, è evidente come la luce del sole che vuoi OBBLIGATORIAMENTE parlare del Marxismo quando qui nessuno ne ha mai parlato se non in quell'unica citazione.
La lotta di classe a te tanto cara è appunto l'astrazione della inevitabile lotta di interessi che avviene tra l'unità produttiva e il capitale, che come ovvio sono due ASTRAZIONI di un concetto. Chi interpreti un ruolo piuttosto che l'altro o se i ruoli sono intercambiabili non c'entra una mazza pechè lo scopo dell'astrazione (eh si, le astrazioni si fanno per un "ipotesi di analisi", per uno scopo preciso insomma) è solo evidenziare come lo scontro tra i due "ruoli" sia implicito nel sistema stesso.
Marx poi, giustamente o meno poco mi importa, cerca di applicare l'astrazione (non nella critica al capitalismo, ma nella sua dottrina poltica) alla società e prende come presupposto che le astrazioni analizzate in economia sia classi sociali chiuse. Il, giusto per essere chiari, non mi trova affatto d'accordo ma bisognerebbe anche ricordarsi del periodo storico di cui parla e di come era strutturata al tempo la società. Restano due cose completamente separate però, la sua analisi economica e il suo pensiero politico, nonostante le ovvie trasposizioni dalla prima al secondo dato che parliamo della stessa persona.
Tutto questo è Marx, l'economista che dimostri di non conoscere affatto pur volendolo criticare per forza solo perchè, forse, qualche altro autore a te caro lo fa.
Tra l'altro, conoscendo molti degli economisti che hai citato, posso anche dirti che nessuno critica l'analisi economica di Marx ma semmai le sue "soluzioni" ai problemi, la sua politica insomma.
Tu che con tanta facilità inquadri opinioni e persone con la scusa che sono sempre vittima di ideologie vecchie e preconcette dovresti rileggere un pochino i tuoi post invece, noteresti una presa di posizione che tanto somiglia nei metodi e persino nei toni, a quella dei Marxisti-Leninisti pseudo sessantottini che tanto critichi.
Se la vuoi smettere di tirar fuori Marxismo, lotta di classe o quel diamine che ti pare solo per poter partire alla carica con i concetti che ti sei letto da qualche parte, si potrebbe discutere sul fatto che sia o meno realizzabile un capitalismo ideale e, se anche sia possibile, se comunque non vi siano caratteristiche implicite al sistema economico capitalista che lo rendano causa di ingiustizia e danni alla società, soprattutto visto che sono sicuro che ne sei perfettamente in grado.
Citazione:

Da quel punto in avanti, si può anche sostenere che l'intervento dello stato è cosa buona e giusta, ma bisognerebbe giustificare questa affermazione chiarendo anche in che modo evitare i ben noti problemi.

La giustificazione sta scritta in tutti i miei post fino ad ora, senza interventi il capitalismo genera ingiustizia.
Se non sei d'accordo e pensi che sia possibile lasciare che l'economia sia libera di agire secondo le proprie regole senza generare ingiustizia lo devi dimostrare tu invece, o almeno spiegare il perchè le "realtà" da me descritte non siano tali.
Come evitare i noti problemi non sarebbe l'argomento trattato fino ad ora, dato che si discuteva sulla giustezza o meno di un capitalismo libero da influenze, ma se vuoi se ne parla.

PS
Me l'ero persa sta frase.
Citazione:

Non è questione di credere ad una versione oppure no, si tratta semplicemente di studiare, se si vuole comprendere come funziona l'economia.

Un momento, guarda che qui non stiamo mica discutendo se L'ECONOMIA CAPITALISTA FUNZIONA!
Su quello non ci sono dubbi che funzioni.
Anche e nonostante i vizi attuali funziona anche così se è per quello. Noi si parla della società, non dell'economia.
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Inviato il: 8/12/2007 0:06
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  •  franco8
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Re: Articolo capolavoro di Miller
#147
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Citazione:

È un criptosocialista.


Maddai!
Ma allora 'qualsiasicosa' può essere vista come un 'cripto-qualcosaltro'.!!


Citazione:

Non è questione di credere ad una versione oppure no, si tratta semplicemente di studiare, se si vuole comprendere come funziona l'economia.

Maddai ! Mi sembra un impostazione fondamentalmente dogmatica...
Io invece applicherei lo stesso occhio critico a tutte le teorie, non solo a quelle che non piacciono...
Chissà perché lo studio è da applicarsi solo a Mises e compagnia?!...
(Andiamo!! poi dici che sfotto qundo parlo di "libri sacri"! Ma che coerenza è ? ! )

Citazione:

Qualsiasi cosa scritta è una "rappresentazione semplificata della realtà." Cosa vogliamo fare, allora?

... tenerne conto sempre e comunque, non solo quando fa comodo. E non confondere il modello con la realtà,
(come quando dici "non è 'secondo loro', ma è quello che succederebbe se..."... quando nessuno l'ha mai visto succedere e il tutto è frutto da ragionamenti che partono da premesse .. discutibili come tutte le ipotesi)

e' questo il succo.

Citazione:

I rapporti fra gli uomini (tutti in generale e quelli economici in particolare) non sottostanno a leggi fisiche immutabili..

Si direbbe il contrario.

volevo dire "non sono detrminate" invece di "non sottostanno", mi sono espresso un po' male ma il concetto può anche essere chiaro per chi vuol capire...
Volevo dire che le descrizioni dei rapporti economici non possono essere considerate alla stregua di leggi fisiche deterministiche e immutabili come invece tu, dalle tue ultime uscite, sembri fare...
Quindi non solo non esistono le classi sociali. non esiste neanche il libero arbitrio.
Bene... come fa allora il comportamento umano ad essere libero?
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(detto, fatto)
Inviato il: 8/12/2007 0:36
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  •  carloooooo
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Re: Articolo capolavoro di Miller
#148
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(Critichiamo giustamente Marx perché invita a priori a non prendere in considerazione alcuni autori solo perché sono borghesi, poi però a priori non prendiamo in considerazione Weber solo perché è "socialista".)
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Bicarlonato.
Inviato il: 8/12/2007 2:52
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Re: Articolo capolavoro di Miller
#149
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O fai finta di non capirlo o davvero hai dei concetti in testa che non stanno ne in cielo ne in terra.

Cerca di discutere tranquillamente senza insultare i tuoi interlocutori, grazie.

Una classe sociale è una definizione astratta che definisce, non un gruppo ben preciso di persone (Paolo, Filippo, Antonio....) ma un insieme di caratteristiche che identificano uno status sociale.

Separazione della società in due classi significa che alcune persone ben precise stanno in una, e le altre in quell'altra, e che alcune hanno diritti che le altre non hanno. Altrimenti sarebbe più corretto parlare di divisione del lavoro.

La lotta di classe a te tanto cara è appunto l'astrazione della inevitabile lotta di interessi che avviene tra l'unità produttiva e il capitale

Come spiegano Mises e Hoppe negli articoli che ho linkato, non c'è una lotta di interessi tra “il capitale” e i lavoratori, semmai c'è tra la classe dirigente e tutti gli altri, visto che in quel caso sì che c'è differenza di fronte alla legge.

Restano due cose completamente separate però, la sua analisi economica e il suo pensiero politico

Ovviamente no, visto che sbaglia ad identificare il responsabile dello sfruttamento.

Tutto questo è Marx, l'economista che dimostri di non conoscere affatto pur volendolo criticare per forza solo perchè, forse, qualche altro autore a te caro lo fa.

Veramente ha dimostrato di non conoscerlo chi non sapeva neanche che il Capitale è incompiuto.

Tra l'altro, conoscendo molti degli economisti che hai citato, posso anche dirti che nessuno critica l'analisi economica di Marx ma semmai le sue "soluzioni" ai problemi, la sua politica insomma.

Se lo dici tu...

Se la vuoi smettere di tirar fuori Marxismo, lotta di classe o quel diamine che ti pare solo per poter partire alla carica con i concetti che ti sei letto da qualche parte

I tuoi concetti, ivece, ti sono stati infusi dallo spirito santo?

La giustificazione sta scritta in tutti i miei post fino ad ora, senza interventi il capitalismo genera ingiustizia.

Sinceramente, a parte alcune tue convinzioni, non ho letto nulla di concreto che supporti questa affermazione. Oppure il capitalista cattivo che compra tutti i concorrenti lo dobbiamo prendere come, ehm, “prova”?

Noi si parla della società, non dell'economia.

E cosa vorresti fare, alla società?
__________________________


Ma allora 'qualsiasicosa' può essere vista come un 'cripto-qualcosaltro'.!!

Ma quando il buon Dio distribuiva l'ironia eri al gabinetto?

Io invece applicherei lo stesso occhio critico a tutte le teorie, non solo a quelle che non piacciono...

A me non “piacciono” le teorie: mi interessa che siano giuste. Se sono giuste, mi piacciono.
Non capisco questa insinuazione secondo la quale io sceglierei una teoria piuttosto che un'altra perché “mi piace”. Io non penso che sia così per te.

Chissà perché lo studio è da applicarsi solo a Mises e compagnia?!...

E chi l'ha detto? Io il Capitale l'ho letto molto prima di Mises. Leggi uno e l'altro e poi ci ragioni su.

quando nessuno l'ha mai visto succedere e il tutto è frutto da ragionamenti che partono da premesse .. discutibili come tutte le ipotesi

In realtà le premesse sono osservazioni della realtà, non ipotesi. Mises descrive il funzionamento delle attività delle imprese e dei lavoratori nel mercato, la produzione ed il consumo, e come tutti questi rapporti cambiano con l'intervento dello stato. Da queste osservazioni ha dedotto la teoria del ciclo economico denominato boom & bust, ovvero la formazione ciclica di bolle e il loro scoppio, teoria poi confermata nella realtà dai fatti. La capacità di prevedere eventi futuri non è forse una prova della validità di una teoria?

Volevo dire che le descrizioni dei rapporti economici non possono essere considerate alla stregua di leggi fisiche deterministiche e immutabili come invece tu, dalle tue ultime uscite, sembri fare...
Quindi non solo non esistono le classi sociali. non esiste neanche il libero arbitrio.


Che c'entra? Al di là del libero arbitrio, tutti dobbiamo mangiare ogni giorno, per mangiare dobbiamo lavorare, per lavorare cooperiamo con gli altri. Se ci serve qualcosa possiamo ottenerla dando qualcos'altro in cambio. Poi ognuno sceglie come fare tutte queste cose, ma che sia necessario farle è fuor di dubbio.

come fa allora il comportamento umano ad essere libero?

Lavoro e libertà sono forse incompatibili?
__________________________

Critichiamo giustamente Marx perché invita a priori a non prendere in considerazione alcuni autori solo perché sono borghesi, poi però a priori non prendiamo in considerazione Weber solo perché è "socialista".

E chi ha detto di non prenderlo in considerazione? Ho solo detto che gli autori scelti da wiki non erano i più adatti a descrivere il capitalismo, anzi, tutto sommato tra gli altri Weber era pure il pezzo meglio...
Ma che ti ha preso con questo Weber?
Inviato il: 8/12/2007 3:43
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Re: Articolo capolavoro di Miller
#150
Dubito ormai di tutto
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Citazione:

Paxtibi ha scritto:
O fai finta di non capirlo o davvero hai dei concetti in testa che non stanno ne in cielo ne in terra.

Cerca di discutere tranquillamente senza insultare i tuoi interlocutori, grazie.

Se per te questo è un insulto...
Scusami tanto sai.
Da del dadaista e poi fa il permaloso.
Ma pensa te!
Citazione:

Separazione della società in due classi significa che alcune persone ben precise stanno in una, e le altre in quell'altra, e che alcune hanno diritti che le altre non hanno. Altrimenti sarebbe più corretto parlare di divisione del lavoro.

Intanto prendo atto del fatto che vuoi per forza parlare del Marxismo.
Poi questa tua affermazione dimostra quanto tu non c'hai capito niente di cosa sia una analisi delle interazioni e cosa sia un modello.
Separazione della società in classi sociali NON vuol dire affatto mettere caio in una classe e sempronio in un altra ma astrarre due gruppi sociali in due categoria astratte con caratteristiche note per poterne analizzare i comportamenti.
Se poi vuoi anche decidere te quale sia il metodo usato dai sociologi per metetre il discorso sul piano che ti pare a te fa pure.
Poi non prendertela se ti si "insulta".
Citazione:

Come spiegano Mises e Hoppe negli articoli che ho linkato, non c'è una lotta di interessi tra “il capitale” e i lavoratori, semmai c'è tra la classe dirigente e tutti gli altri, visto che in quel caso sì che c'è differenza di fronte alla legge.

Restano due cose completamente separate però, la sua analisi economica e il suo pensiero politico

Ovviamente no, visto che sbaglia ad identificare il responsabile dello sfruttamento.

Tutto questo è Marx, l'economista che dimostri di non conoscere affatto pur volendolo criticare per forza solo perchè, forse, qualche altro autore a te caro lo fa.

Veramente ha dimostrato di non conoscerlo chi non sapeva neanche che il Capitale è incompiuto.

Ancora Marxismo.
E vabbe.
Se è per questo non soltanto Mises e Hoppe spiegano che la lotta tra capitale e lavoratori non c'è, ma anche Habermas e la scuola di Francoforte tutta. Nella loro critica al Marxismo infatti ne sottolineano il limite dell'applicazione nel capitalismo "empirico" non solo perchè tale lo sfruttamento viene meno ma anche e soprattutto perchè nella società occidentale non vi è nessuna assegnazione forzata alla scelta del lavoro in via di principio.
Non sono mica scemo eh!
L'analisi di Marx delle interazioni tra le classi però resta pur sempre valida negli aspetti che in 7 pagine di post ho ampiamente presentato e che tu ti ostini ad ignorare solo perchè sei convinto che io voglia difendere Marx e il Marxismo quando invece tutto ciò non ha nulla che vedere con il discorso che stiamo facendo.
Citazione:

Se lo dici tu...

E lo confermo
Citazione:

I tuoi concetti, ivece, ti sono stati infusi dallo spirito santo?

No, ho una testa e cerco di usarla SENZA pregiudizi e basandomi non su scritti di qualcuno ma sul mio personale buon senso.
Infatti IO non mi metto al riparo dietro a quello che viene detto da qualche economista ma porto esempi miei per supportare MIE idee.
Citazione:

Sinceramente, a parte alcune tue convinzioni, non ho letto nulla di concreto che supporti questa affermazione. Oppure il capitalista cattivo che compra tutti i concorrenti lo dobbiamo prendere come, ehm, “prova”?

Nulla di concreto?
Ah no?
Complimenti per l'onesta intellettuale.
E non ho parlato di nessun capitalista cattivo, sciocchino!
Nessuno, negli esempi che ho portato, è buono o cattivo, al contrario, tuti cercano soltanto di far funzionare le cose e di migliorare la propria vita.
Come ridimostra questa frase sei straconvinto che io sia un marxista convinto e in quanto tale ho torto a priori.
Peccato.
Citazione:

Noi si parla della società, non dell'economia.
E cosa vorresti fare, alla società?

E questo è tuo modo di argomentare e di discutere.
__________________________
Citazione:

A me non “piacciono” le teorie: mi interessa che siano giuste. Se sono giuste, mi piacciono.
Non capisco questa insinuazione secondo la quale io sceglierei una teoria piuttosto che un'altra perché “mi piace”. Io non penso che sia così per te.

Ecco il punto.
Sei afflitto proprio dal difetto che avevano i Leninisti degli anni settanta: sei convinto che ci sia la teoria giusta che risolve i problemi del mondo.
Un po' naive.
Citazione:

In realtà le premesse sono osservazioni della realtà, non ipotesi. Mises descrive il funzionamento delle attività delle imprese e dei lavoratori nel mercato, la produzione ed il consumo, e come tutti questi rapporti cambiano con l'intervento dello stato. Da queste osservazioni ha dedotto la teoria del ciclo economico denominato boom & bust, ovvero la formazione ciclica di bolle e il loro scoppio, teoria poi confermata nella realtà dai fatti. La capacità di prevedere eventi futuri non è forse una prova della validità di una teoria?

No.
E a dimostrarlo è proprio Marx che con Il Capitale anticipa tutti i problemi sociali che si sono poi presentati nell'industrializzazione post-bellica.
Eppure il Marxismo è una teoria NON valida anche secondo te.
O come la teoria atomica di Bohr che anticipa problematiche in ambito chimico e prevede applicazioni in fisica e chimica che non erano nemmeno immaginabili all'epoca, eppure la teoria di Bohr NON è valida.
Ripeto, non esiste la pillola rossa.
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