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   Crollo Torri WTC
  Una 'tesi alternativa'...

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  •  sigmatau
      sigmatau
Re: Una
#112
Mi sento vacillare
Iscritto il: 18/9/2007
Da Provincia di Piacenza
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Ragazzi
oggi è venerdì e per distrarmi un poco ho deciso di… tornare studente… Il nostro amico iscrittosi di recente pare avere la convinzione che gli ‘oggetti caldi’ racchiusi nella polvere di cemento conservino inalterata per anni la loro temperatura senza bisogno di alcuna ‘sorgente di calore’ che la ravvivi. Per puro sfizio mi sono andato a riguardare l’equazione del calore [risolta per la prima volta in maniera geniale dal matematico Fourier all’inizio dell’800…] per cercare di capire se la cosa era plausibile. Nel caso generale l’equazione in questione [come ben sanno gli ‘esperti’ …] è di approccio un poco ‘spinoso’ ma se interessa un risultato un poco ‘a spanne’ possiamo lavorare sul modello di hot spot unidimensionale che vedete nella figura seguente…



Very good boys!… supponiamo di avere un hot spot costituito da una ‘carota’ di materiale ‘surriscaldato’ avente raggio pari a 100 metri. Il profilo di temperatura ad un certo istante sia quello che vedete in nero, con la temperatura al centro pari a 850 °C e la temperatura del terreno circostante pari a 50 °C. Come costante di propagazione del calore k [k minuscola!…] scegliamo quella del cemento polverizzato, che effettivamente risulta essere un ottimo isolante termico. La formula che da in funzione del tempo la temperatura al centro dello spot è mostrata nella figura: si tratta di un ‘decadimento’ di tipo esponenziale, in pratica nel nostro caso la sovratemperatura dimezza ogni 4 ore circa. Dopo 12 ore, in assenza di qualunque sorgente di calore, la temperatura al centro dello hot spot si è ridotta a soli 90 °C e il profilo di temperatura è quello mostrato in rosso nella figura. Mi pare decisamente che parlare di temperatura che si mantiene ‘anche per anni’ sia… un tantino esagerato

saluti!…

--------------

... chè perder tempo a chi più sa più spiace... Dante Alighieri, Divina Commedia, Purgatorio, III, 78
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Inviato il: 7/3/2008 17:10
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  •  alef
      alef
Re: Una
#111
So tutto
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sigmatau.....

Il Portland Cement è cemento.
Il Mortar Cement è lo stucco.

Più una miscela è ricca di seconde fasi poco conduttive (come gli inerti che si aggiungono per produrre il calcestruzzo) e meno conduce il calore. Un aggregato disomogeneo e disordinato di aria, cemento, inerti e detriti avrà un valore di conducibilità termica anche inferiore a quello del "Mortar Cement" proprio perchè contiene anche aria. Tanto per fare altri esempi: uno degli isolanti termici migliori è il polistirolo (polistirene espanso) proprio perchè combina la bassa conducibilità del polistirene con tante piccole bolle d'aria.

Ci spieghi come i dati che hai apportato dimostrerebbero che al di sotto dei detriti ci sarebbero state delle reazioni nucleari (fortemente esotermiche) in corso? Stiamo pur sempre parlando di una zona interamente circondata da ottimi isolanti termici.

Parliamo semmai di come si è generato tutto quel calore là sotto. Mi sembra più interessante e costruttivo di sventolare ipotesi poco verificabili e campate in aria (nucleare e/o onde elettromagnetiche? ho capito bene?).

Ciao,
A.

PS - L'unità di misura della conducibilità termica è W/(m*K) dove K sta per Kelvin, l'unità di misura della temperatura assoluta, i k non sono niente.
PPS - Non ho capito come i dati che hai citato smentiscano le affermazioni che ho fatto precedentemente sul potere isolante del cemento, se non nei toni ironici che mi sembra di intravedere.
Inviato il: 6/3/2008 10:58
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  •  sigmatau
      sigmatau
Re: Una
#110
Mi sento vacillare
Iscritto il: 18/9/2007
Da Provincia di Piacenza
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Ottima risposta caro Edo!… vedo che hai assimilato alla perfezione il detto del Divino Poeta: ‘… chè perder tempo a chi più sa più spiace…’. Quasi quasi proporrei di scriverlo sulla home page del sito!

Comunque per aiutarti a rispondere in modo più appropriato alle questioni poste dal nostro amico di recente iscrizione ti fornisco la seguente tabella di conducibilità termica di alcuni materiali…

http://www.engineeringtoolbox.com/thermal-conductivity-d_429.html

Dunque, dunque… alla voce ‘cemento’ si leggono due valori di conducibilità termica [espressa in W/m k…], precisamente…

Cement Portland: .29

Cement mortar: 1.73

La scelta del cemento [non importa se 'distribuito in modo casuale' o meno…] come isolante termico idoneo a conservare per anni il calore di una qualsiasi cosa non pare dunque essere la scelta più felice. Molto meglio si comporterebbe la semplice aria, quotata di una conducibilità termica decisamente più bassa [.024 W/m k]…

saluti!…

--------------

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Inviato il: 6/3/2008 10:26
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  •  alef
      alef
Re: Una
#109
So tutto
Iscritto il: 5/3/2008
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?


scusami edo ma non ho capito, era per il gusto di replicare o volevi effettivamente affermare qualcosa che mi sfugge? sei mai entrato in una fonderia?

ti inviterei a prendere in mano un qualsiasi manuale di fisica tecnica e leggere (senza neanche fare i conti, solo leggere quello che c'è già scritto)

Ciao,
A.
Inviato il: 6/3/2008 9:07
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  •  edo
      edo
Re: Una
#108
Sono certo di non sapere
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Da casa
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citaz: il cemento si fosse accumulato in maniera disordinata sulle fondamenta del palazzo questo isolerebbe termicamente eventuali zone calde, estendendo così la durata nel tempo degli "hot spots" anche di anni se la quantità di calore immagazzinato è sufficientemente elevata o l'isolamento termico è ottimale

Bisogna comunicare questa preziosa informazione alle fonderie; per l'isolamento dell'altoforno usino "cemento accumulato in maniera disordinata!"
Inviato il: 5/3/2008 21:52
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  •  alef
      alef
Re: Una
#107
So tutto
Iscritto il: 5/3/2008
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Caro sigmatau,

Non conosco il tuo background culturale e che cosa mai ti faccia avanzare queste ipotesi ma ti inviterei caldamente (...) a prendere in considerazione le modalità di propagazione del calore.
Giusto per rispolverare quale nozione: la stragrande maggioranza dei materiali per l'edilizia (cementi, malte, mattoni, etc) sono termicamente isolanti. L'aria è termicamente isolante se non ha modo di muoversi e portare calore con moti convettivi. Una combinazione di strati disordinati di calcinacci, aria e acciaio (lui conduce) non è di certo il massimo della conduttività...in altre parole tende ad essere una miscela piuttosto isolante. Se fosse valida l'ipotesi del cedimento strutturale (il metodo scientifico deve prendere in considerazione sempre tutte le ipotesi mostrando semplicemente i fatti, i dati) o anche della demolizione controllata a partire dalle famose reazioni termitiche e tutti il cemento si fosse accumulato in maniera disordinata sulle fondamenta del palazzo questo isolerebbe termicamente eventuali zone calde, estendendo così la durata nel tempo degli "hot spots" anche di anni se la quantità di calore immagazzinato è sufficientemente elevata o l'isolamento termico è ottimale. Un ottimo riferimento lo puoi avere dalla Terra. Il nostro pianeta è caldo al suo interno, talmente caldo da contenere ferro e nickel allo stato liquido (sì ok, ci sono anche le pressoni generate dal campo gravitazionale di mezzo ma le alte temperature all'interno sono un'evidenza sperimentale) eppure in superficie le temperature sono comprese tra i -60 ed i +30°C, come mai?
Per quanto riguarda l'elettromagnetismo mi sembra anche qui un'esasperazione delle evidenze sperimentali. L'ipotesi dei calcinacci e dell'ondata di polvere calda è compatibile con tutte le foto che hai mostrato. Le onde elettromagnetiche vengono riflesse dai metalli, (gli specchi si fanno con strati sottili di alluminio e devono riflettere proprio onde elettromagnetiche) non per niente in ogni manuale di istruzioni di forni a microonde c'è scritto a lettere cubitali di non inserire oggetti metallici.

Un saluto,
A.
Inviato il: 5/3/2008 18:18
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  •  sigmatau
      sigmatau
Re: Una tesi alternativa...
#106
Mi sento vacillare
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Ragazzi
riprendiamo un poco questa discussione partendo da alcune considerazioni da me fatte [andando forse un poco OT…] sul topic…

http://www.luogocomune.net/site/modules/newbb/viewtopic.php?topic_id=4155&forum=4

In quella discussione ho ritenuto di inserire le seguenti immagini riprese dalle parti del World Trade Center, immagini che commentiamo in breve…



Questa immagine è stata ripresa in un luogo distante meno di duecento metri dalle ‘Torri’ e mostra alcuni veicoli che paiono essere stati ‘arrostiti’ in un forno. In particolare l’autobus sembra essere più o meno nelle condizioni di un altro mezzo urbano fotografato ad Hiroshima nell’agosto del 1945. In contrasto con lo stato degli automezzi gli edifici che si vedono nell’immagine non sembrano aver sofferto di gravi danni e un albero pure visibile nella foto sembra non aver ‘patito’ in modo eccessivo…



Questa immagine è stata scattata pochi minuti dopo il crollo della ‘Torre nord’ e non ha grande distanza dal World Trade Center. In primo piano si vede un’auto che sta bruciando e tutta l’area è stata invasa dalle polveri prodotte dai crolli. Particolare curioso però è il seguente: né la carta nè i sacchetti di plastica, a differenza della vettura, stanno bruciando… very strange



In questa si vede quello che rimane di due biciclette [niente carburante o altri materiali particolarmente imfiammabili dunque…]. Anche il palo metallico cui erano state ancorate sembra essersi piegato per il calore prodotto da un sorgente ‘misteriosa’…



Qui si vedono i resti di alcune auto che erano parcheggiate nei pressi del Brooklin Bridge, a circa ottocento metri dal World Trade Center, come si può vedere dalla foto seguente…



E’ da escludere che quelle vetture siano state trasportate lì dopo che erano ‘bruciate altrove’. E’ da notare poi che gli autoveicoli parcheggiati sotto la sopraelevata appaiono invece intatti, quasi che siano stati da qualcosa e in qualche modo ‘riparati’ dalla ‘sorgente di calore’ che ha ‘abbrustolito’ gli altri veicoli…

Se si deve trarre delle conclusioni dal materiale ora riportato [in realtà solo una piccola parte di quello che è disponibile al riguardo…], bisognerebbe azzardarsi ipotizzare che i danni arrecati ai veicoli parcheggiati a Manhattan quel giorno non siano stati causati da polveri o detriti roventi provenienti dagli edifici crollati, bensì ad una sorta di radiazione in grado di surriscaldare in modo selettivo alcuni materiali metallici. A prima vista la cosa sembrerebbe assurda dal momento che nessuna sorgente elettromagnetica conosciuta sembra possedere caratteristiche del genere. In realtà un oggetto capace di ‘riscaldare’ alcuni materiali lasciando altri assolutamente ‘freddi’ fa parte da tempo della realtà quotidiana di tutti noi: il forno a microonde…

Il primo a scoprire, in maniera del tutto casuale, la possibilità di cucinare i cibi usando le microonde, fu Percy Spencer nei lontani anni ‘50. Costui lavorava presso la Raytheon, nota industria che tra le altre cose produceva apparati radar basati sul magnetron, un tubo a vuoto sviluppato poco prima dell’inizio della seconda guerra mondiale. Un giorno, mentre lavorava in prossimità di un radar in funzione, Percy si accorse che la tavoletta di cioccolato che aveva in tasca si era sciolta senza che lui avvertisse alcuna particolare sensazione di calore. A tutt’oggi l’esatto ‘meccanismo di funzionamento’ del forno a microonde non è stato ancora del tutto ‘messo a fuoco’. Di fatto la radiazione emessa dal magnetron, di frequenza esattamente pari a 2.45 GHz, è in grado di far ‘entrare in risonanza’ le molecole di acqua e di poche altre sostanze [in particolare lipidi e zuccheri…] senza avere alcun effetto apprezzabile su tutti gli altri materiali. Chiunque abbia in casa un forno a microonde può rendersi conto di ciò con un semplicissimo ‘esperimento’. Provate a ‘riscaldare’ nel forno a microonde un qualunque ‘alimento’ senza toglierlo dalla confezione nella quale lo ha acquistato al supermercato. Ci si accorgerà alla fine che l’alimento all’interno della confezione sarò perfettamente cotto, mentre la plastica e la carta della confezione saranno soltanto un poco tiepidi. Se poi si prova ad inserire nel forno la sola confezione dopo aver portato via tutta l’acqua in essa contenuta ci si accorgerà che alla fine plastica e carta saranno assolutamente fredde. Il magnetron costituisce dunque un familiare esempio di sorgente di radiazione in grado di ‘surriscaldare’ solamente alcuni materiali, senza interagire in modo apprezzabile con tutti gli altri. Esiste una ‘sorgente di radiazioni’ in grado di fare qualcosa del genere per i metalli e che è ‘reponsabile’ degli ‘stani fenomeni’ rilevati l’11 settembre?… A questo non facile interrogativo si cercherà di dare risposta più avanti… chissà…

saluti!…

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Inviato il: 5/3/2008 15:02
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  •  blackbart
      blackbart
Re: Una tesi alternativa...
#105
Dubito ormai di tutto
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sigmatau:

Assodato dunque che a ground zero esistevano hot spot con temperatura superiore ai 700 gradi centigradi ancora cinque giorni dopo che tutto quello che poteva bruciare era bruciato

Evidentemente non tutto quello che poteva bruciare non era bruciato: oltretutto cinque giorni non mi sembra nemmeno così tanto..
Inviato il: 19/1/2008 23:18
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  •  sigmatau
      sigmatau
Re: Una tesi alternativa...
#104
Mi sento vacillare
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Ragazzi
sarebbe agevole da parte mia rispondere a certe 'osservazioni' cavandomela con lo replica standard ‘Perder tempo a chi più sa più spiace’. Dal momento però che la presenza a ground zero di hot spot [punti caldi…] con temperatura di oltre 700 gradi centigradi ben cinque giorni dopo gli eventi costituisce uno dei reperti che inchiodano senza appello la versione ufficiale dell’11 settembre, penso che valga la pena chiarire un poco di più le cose…

E’ del tutto evidente che il termine hot spot designa un punto avente temperatura maggiore rispetto ai punti che gli stanno intorno… tutto qui, niente di trascendentale… Il già ricordato Secondo Principio della Termodinamica afferma al riguardo che perché un ‘punto caldo’ possa conservarsi come tale è necessario vi sia produzione locale di calore. L’esempio più comune è costituito dai termosifoni di casa nostra in questo periodo. Essi a tutti gli effetti sono ‘punti caldi’ e chiunque se ne accorge semplicemente toccandoli. Provate però ad interrompere il flusso di acqua calda e vedrete che cosa succede ai termosifoni. Nell’arco di poco tempo [al massimo una o due ore…] la loro temperatura sarà uguale al resto dell’ambiente e cesseranno di essere ‘punti caldi’. E’ chiaro che non serve la laurea in fisica per arrivare a comprendere questa semplice verità… essa è del tutto ovvia a qualunque studente delle elementari…

Assodato dunque che a ground zero esistevano hot spot con temperatura superiore ai 700 gradi centigradi ancora cinque giorni dopo che tutto quello che poteva bruciare era bruciato, occorre rispondere alla seguente domanda del tutto ‘scontata’: da dove proveniva il calore che produceva gli stessi hot spot?… Una possibile risposta è la seguente: si trattava del calore generato dai radionuclei prodotti dalle esplosioni nucleari che hanno distrutto le Twin Towers e l’Edificio 7. Per avere idea della consistenza di questa ipotesi proviamo ad osservare i seguenti due diagrammi, ricavati dal documento segnalato nel mio ultimo postato…






Il primo diagramma illustra [in funzione del tempo espresso in anni…] la radioattività prodotta dalle vari componenti del ‘combustibile nucleare spento’, vale a dire quello che resta dopo che tutto l’Uranio 235 è stato fissionato. Il secondo diagramma illustra [sempre sulla stessa base dei tempi…] il calore prodotto dallo stesso. E’ essenziale notare che i dati sono validi sia nel caso di residui prodotti da un reattore [ossia da fissione nucleare ‘controllata’…] , sia nel caso di residui di una esplosione nucleare [ossia da fissione nucleare ‘incontrollata’…]. Osservando il diagramma ‘termico’ si può ben comprendere il perché sia stato ritrovato metallo fuso a ground zero anche parecchie settimane dopo l’11 settembre e soprattutto il perché un simile fenomeno non possa essere associato ad alcuna reazione di tipo chimico ma solo ad una reazione di tipo nucleare

E’ ovvio che se qualcuno ha una tesi più ‘credibile’ da proporre è invitato a farsi avanti… temo però che gli sarà difficile essere anche ‘convincente’

saluti!...

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Inviato il: 19/1/2008 21:46
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  •  blackbart
      blackbart
Re: Una tesi alternativa...
#103
Dubito ormai di tutto
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Ciaolo:

Citazione:
Scusa blackbart, ma sigmatau sta formulando ipotesi precise su cosa può aver causato quello strano fenomeno.


Non ho ben chiaro quale sia l'ipotesi visto che fin'ora è stato ricordato l' "incidente" - tragico esperimento! - di Chernobyl.

Citazione:
Se c'era un'incendio sotto le macerie, esso non poteva durare 5 giorni perché avrebbe avuto bisogno di ossigeno e combustibile a volontà.


Oppure la combustione ha avuto combustibile e comburente: del resto alla fine del crollo rimaneva comunque una pila di decine di metri di pilastri di acciaio contorti (passaggio d'aria), infarciti di materie plastiche (combustibile).. per non parlare delle centinaia di autovetture rimaste nei parcheggi sotterranei!
Inoltre le temperature rilevate erano superficiali dunque relative a materiale a diretto contatto con l'aria: se invece ci fossero state "barre di uranio" queste avrebbero sciolto l'acciaio circostante sprofondando a decine di metri di profondità!
Inviato il: 19/1/2008 10:43
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Re: Una tesi alternativa...
#102
Mi sento vacillare
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Scusa blackbart, ma sigmatau sta formulando ipotesi precise su cosa può aver causato quello strano fenomeno.

Se c'era un'incendio sotto le macerie, esso non poteva durare 5 giorni perché avrebbe avuto bisogno di ossigeno e combustibile a volontà.

Se non c'era, la temperatura doveva essere minore a quella di un incendio perchè la fisica dice che due sistemi a contatto si scambiano energia termica fino ad averne la stessa quantità (il principio citato da sigmatau).

Quelle temperature indicano che c'era un'incendio costante (con tutti gli elementi che lo alimentano) oppure che c'era quel combustibile spento (di cui io nn so granchè) che, evidentemente ha questa proprietà di produrre energia termica.

Io non dico che credo a quello che sigmatau sta spiegando, cerco solo di capire a mente aperta ciò che sta ipotizzando, poi quando arriva alle conclusioni, vediamo se si possono accettare o se non considerano tutti gli elementi.

Daltronde è lo stesso pensiero che bisogna usare per il pentagono: se uno è convinto che sia stato un missile, non ragionerebbe bene se si trovassero indizi che puntano verso un sistema piccolo aereo-esplosivi.
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Ogni affermazione oggettiva deve avere un riscontro non obiettabile, altrimenti è una menzogna.
Un'affermazione soggettiva non ha alcun valore se argomenta menzogne.
A. R.
Inviato il: 18/1/2008 17:36
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  •  blackbart
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Re: Una tesi alternativa...
#101
Dubito ormai di tutto
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Sigmatau:

Citazione:
e pertanto è impossibile che tale temperatura si sia mantenuta cinque giorni dopo che l’incendio del kerosene [e dell’altro materiale che si trovava all’interno degli edifici…] si era estinto.


La prova "termica" si riduce solo a questa perentoria ipotesi?
E perchè non può essere la prova che non tutto il materiale in combustione è stato estinto?

Citazione:
indica senza ombra di dubbio che in questi edifici hanno avuto luogo reazioni provocate caratterizzate da elevata e duratura produzione di calore, caratteristica peculiare e unica delle reazioni nucleari.


Ma se prima hai tu stesso scritto che persino il cherosene può produrre tali temperature!
Viceversa non è chiaro perchè una reazione nucleare, per'altro appena conclusasi, dovrebbe limitarsi ad appena 500-700°C..

Citazione:
Diciamo che tali asserti sono così evidenti che ogni discussione al riguardo si concreterebbe nella solita e inconcludente perdita di tempo…


Naturalmente..
Inviato il: 18/1/2008 16:32
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Re: Una tesi alternativa...
#100
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Quanto tempo è rimasta calda la zona del wtc?
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A. R.
Inviato il: 18/1/2008 16:16
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  •  sigmatau
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Re: Una tesi alternativa...
#99
Mi sento vacillare
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dopo aver esaminato il ‘quadro complessivo’ di Chernobyl sarà interessante eseguire un raffronto con l’argomento che ci interessa più da vicino, vale a dire il ‘mistero’ crollo delle Twin Towers e del Building seven. Uno degli aspetti di Chenobyl che ho voluto mettere i risalto è il seguente: a distanza di parecchi anni dagli eventi nel terreno sottostante il reattore nr. 4 si registra in certi punti una temperatura dell’ordine dei 1000 gradi centigradi. Questo fatto è in un certo senso ‘sorprendente’ per il ‘modo comune di pensare’. La maggior parte di noi è abituata a pensare ad un un reattore nucleare come a un ‘forno’ che il luogo di carbone, metano oppure gasolio ‘brucia’ uranio. Tutti quanti sanno che negli usuali forni, una volta che la ‘combustione’ è cessata non importa per quale motivo, in un lasso di tempo relativamente esiguo [al più qualche ora…] la temperatura si porta allo stesso livello dell’ambiente. La legge fisica che determina questo è nota come ‘Secondo principio della Termodinamica’ e non si è a conoscenza di un solo caso in cui essa è stata ‘violata’. Nel caso di Chernobyl tuttavia il ‘raffreddamento’ previsto da questa legge fisica non si è verificato e ciò ovviante esige una spiegazione. Questa e altre ‘spiegazioni’ si possono trovare in questo documento, abbastanza agevole da consultare e sufficientemente esaustivo dell’argomento…

http://web.na.infn.it/fileadmin/dsf/dottorato/Agora/MNapolitano.pdf

A pag. 11 sono illustrate le caratteristiche fisiche delle ‘scorie nucleari’, vale a dire ciò che resta in un reattore nucleare che ha esaurito tutto il suo ‘combustibile’. Tra le altre ‘proprietà’ delle scorie nucleari si nota la seguente: altamente radioattive e calde. Un ‘non competente’ si chiederà a questo punto da dove provenga tutto questo ‘calore’, dal momento che il combustibile nucleare si è interante ‘esaurito’. La risposta si trova nelle pagine seguenti. A pag. 13 sono elencati i ‘prodotti residui’ della combustione di 20 tonnellate di uranio arricchito allo 0.9 %. Tra le voci si notano 750 kg di ‘prodotti di fissione’, elementi che già in parte conosciamo quali Cesio, Stronzio, e altri elencati a pag. 14. Questi elementi si è già detto essere instabili perché soggetti a decadimento beta, la quale consta di una reazione nucleare fortemente esotermica e ciò spiega la persistenza di alte temperature per lunghi periodi di tempo. Per avere una pur vaga idea del tempo richiesto per il ‘raffeddamento’ delle scorie nucleari di veda il grafico estremamente interessante riportato a pag. 17… parecchie migliaia di anni!

Stabilito questo proviamo a dare un’occhiata ai rilievi termici eseguiti a ground zero nei giorni successivi all’11 settembre 2001, più precisamente il giorno 16 settembre 2001, vale a dire cinque giorni dopo il disastro. L’esame è fatto sull’ottimo materiale presente in...

http://pubs.usgs.gov/of/2001/ofr-01-0429/thermal.r09.html

… vale a dire proprio il sito di ‘Grande Fratello’. Da lì ho ricavato la ‘doppia mappa’ [all’infrarosso a sinistra, in luce visibile a destra per gli opportuni raffronti…] che vedete sotto, corredata di una tabella degli ‘hot spot’ rilevati…



A [WTC-7] 1000° Kelvin
B [WTC-7] 830° Kelvin
C [WTC-1] 900° Kelvin
D [WTC-1] 790° Kelvin
E [WTC-1] 710° Kelvin
F [WTC-2] 700° Kelvin
G [WTC-2] 1020° Kelvin
H [WTC-2] 820° Kelvin

Come si può vedere dopo cinque giorni dal crollo c'erano ancora zone a temperatura di oltre 1000° Kelvin [727° centigradi…]. Ora il la temperatura di combustione del kerosene in condizioni ‘normali’ [pressione e concentrazione di ossigeno ‘atmosferici’…] è anch’essa dell’ordine dei 1000° Kelvin e pertanto è impossibile che tale temperatura si sia mantenuta cinque giorni dopo che l’incendio del kerosene [e dell’altro materiale che si trovava all’interno degli edifici…] si era estinto. Il fatto poi che tutti gli hot spot rilevati si trovano in corrispondenza delle Twin Towers e del Building seven [ossia gli edifici crollati in modo ‘anomalo’…] indica senza ombra di dubbio che in questi edifici hanno avuto luogo reazioni provocate caratterizzate da elevata e duratura produzione di calore, caratteristica peculiare e unica delle reazioni nucleari. Diciamo che tali asserti sono così evidenti che ogni discussione al riguardo si concreterebbe nella solita e inconcludente perdita di tempo

saluti!...

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  •  sigmatau
      sigmatau
Re: Una tesi alternativa...
#98
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A chi è interessato ad approfondire l’argomento ‘Radiazione di Cherenkov’ consiglio la seguente lettura, sintetica e allo stesso tempo sufficientemente accurata…

http://nemo11.roma1.infn.it/AstroNeut/www/FNS/Effetto_Cherenkov.pdf

Tra le altre cose vi è una formula che dà il numero di fotoni per unità di lunghezza generato per effetto Cherenkov in funzione della lunghezza d’onda…



Si vede subito che l’energia luminosa emessa va con l’inverso del quadrato della lunghezza d’onda, vale a dire che nel blu [400 nm] è oltre tre volte più intensa che nel rosso [700 nm]. Vi è poi da rilevare che la sensibilità cromatica dell'occhio umano [assai più pronunciata nel blù…] gioca pure la sua parte. Altro particolare interessante è la differenza tra la soglia di Cherenkov per l’acqua [indice di rifrazione= 1.335] e l’aria [indice di rifrazione= 1.00029] pari ripsettivamante a .768 Mev e 21 Mev…

saluti!…

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Inviato il: 10/1/2008 11:43
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  •  Tuttle
      Tuttle
Re: Una tesi alternativa...
#97
Sono certo di non sapere
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Fra l'altro sarebbe interessante sapere quale fascia dello spettro occupi la radiazione di Čerenkov...che da quello che so è una radiazione ultravioletta. Quindi sotto la soglia dei 400nm.

Se i valori di nm dominanti sono inferiori a questi valori è assai improbo che un sistema dicroico di quel tipo (coating) potesse riuscire a riflettere una percentuale così alta di ultravioletto.

Esistono difatto speciali camcorder denominati UVcorder capaci di restituire fino al 99% della gamma ultravioetta escudendo tutto lo spettro della radiazione visibile fino all'infrarosso.


Ciao.
Inviato il: 10/1/2008 0:08
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  •  Tuttle
      Tuttle
Re: Una tesi alternativa...
#96
Sono certo di non sapere
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Citazione:
ciò che si riferisce al colore blu è inequivocabilmente riconducibile alla presenza di radiattività?


No! Nel modo più assoluto.

Le immagini proposte sono fotogrammi di una sequenza video (o comunque un pessimo telecine)...e il video non rappresenta in nessun modo il reale spettro della luce.

Una videocamera è "cieca"...nel senso che non ha alcuna "percezione" dello spettro di luce nella quale è immersa. Gli si deve dire, sempre, a quale temperatura colore di riferimento si sta lavorando.

Se per esempio in un esterno giorno limpido (all'incirca 5500°K) si imposta (per errore o per limite del sistema dicroico) un valore più basso della temperatura reale, si ottiene una forte dominante azzurra che fra l'altro è tipica dei vecchi sistemi di ripresa che non avevano in dotazione i prismi dicroici su triplo sensore di cui disponiamo oggi.

Se viceversa riprendiamo in interni al tungsteno (2600/2800°) con settaggi di temperatura superiori - avremmo immagini completamente gialle.

Esiste poi una componente distruttiva anche nei vecchi sistemi di copia dei nastri video che a loro volta potevano introdurre forti dominanti di segnale e rotazioni della HUE (Tinta).

Con questo non voglio di certo dire che non ci fosse radioattività a Chernobyl... ...ma semplicemente che usare delle immagini CCD/CMOS Based (si parla di sensori d'immagine per camcorders) per speculare analisi di spettro della luce è totalmente sbagliato e inutile.

Se poi si va a cercare negli archivi storici si trovano anche immagini dello stesso sito correttamente bilanciate al bianco e con l'assenza di dominante azzurra.

Ciao.
Inviato il: 9/1/2008 23:21
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  •  edo
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Re: Una tesi alternativa...
#95
Sono certo di non sapere
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ciò che si riferisce al colore blu è inequivocabilmente riconducibile alla presenza di radiattività?
Inviato il: 9/1/2008 22:42
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  •  sigmatau
      sigmatau
Re: Una tesi alternativa...
#94
Mi sento vacillare
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Buondì ragazzi…
… se siete d’accordo direi di lasciar perdere inutili diatribe circa i segnali sismici [sui quali ritorneremo certamente più avanti…] e passare ad esaminare un drammatico episodio accaduto oltre vent’anni fa che ha diverse analogie con la nostra ‘tesi alternativa’…

Il 26 aprile 1986, verso l’una del mattino, il reattore n°4 della centrale ucraina di Chernobyl, nel corso di un test a bassa potenza richiesto dall’autorità centrale di Mosca, fu soggetto ad una improvvisa e incontrollata escursione di potenza, la quale nell’arco di pochi secondi raggiunse valori centinaia di volte maggiori di quella ‘nominale’. Non essendo il liquido refrigerante [acqua leggera a pressione atmosferica…] in grado di convogliare l’enorme quantità di calore prodotta, questo vaporizzò completamente in una frazione di secondo. L’aumento incontrollato di temperatura innescò sucessivamente una serie di reazioni fisico-chimiche che culminarono in una serie di esplosioni che squarciarono la lastra di acciaio da 2000 tonnellate che ‘sigillava’ il reattore e proiettarono nell’artmosfera centinaia di tonnellate di grafite infuocata proveniente dal nocciolo e una notevolissima quantità di materiale altamente radioattivo. L’incendio e la diffusione di nubi radioattive continuarono ininterrottamente nei dieci giorni successivi. A differenza dei reattori occidentali adibiti alla produzione di energia, l’impianto di Chernobyl era del tipo dual purpose, vale a dire oltre che produrre elettricità produceva anche plutonio per impiego militare. La necessità di poter sostituire agevolmente la barre di uranio senza interrompere il funzionamento dell’impianto [peculiare caratteristica dei reattori dual purpose…] aveva portato alla scelta della grafite in luogo dell’acqua pressurizzata come ‘moderatore’ [si chiama in questo modo il materiale usato per ‘rallentare’ i neutroni in modo da permettere la ‘reazione a catena’…]. A differenza dei reattori ad acqua, nei quali tale elemento ha la duplice funzione di ‘refrigerante’ e ‘moderatore’, i reattori a grafite sono intrinsecamente meno ‘sicuri’. Mentre nei primi infatti un aumento improvviso di temperatura tale da provocare la completa vaporizzazione dell’acqua del reattore interrompe la reazione a catena per mancanza del ‘moderatore’ , questo non è vero per i reattori a grafite. A parte questo inconveniente che possiamo definire ‘intrinseco’, il reattore di Cernobyl soffriva di una serie di ‘anomalie’ che possiamo definire ‘patologiche’ che gli ingegneri russi, così come gli ‘esperti’ americani, francesi e britannici, conoscevano bene ma che ‘uffcialmente’ non si erano mai ammesse per non inficiare il mito della ‘superiorità tecnologica’ sovietica. In breve tali ‘anomalie’ possono essere riassunte in questo modo…

a) a bassi livelli di potenza [meno del 20 per cento della ‘potenza nominale’…] il reattore era instabile, vale a dire un aumento di temperatura ‘accelerava’ la reazione nucleare. Questo aspetto specifico, estremamente pericoloso, è assente in tutti i reattori di concezione non sovietica e nei reattori sovietici ad acqua pressurizzata. In particolare l’esplosione di Chernobyl è avvenuta nel corso di un ‘esperimento’ condotto a bassa potenza, ossia in una situazione di instabilità di quel reattore…
b) l’inserimento completo delle barre di controllo, costituite da carburo di boro, il quale è un forte assorbitore di neutroni, era assai lento: una ventina di secondi contro meno di due secondi in tutti gli altri reattori del mondo. Troppo lento per arrestare l’incremento di potenza prodotto dal funzionamento in regime di instabilità. Le barre di arresto di emergenza ad inserimento rapido, esistenti in tutti gli altri reattori al mondo, non esistevano nei reattore di Chernobyl…
c) le barre di controllo avevano all’estremità una punta in carbonio che, nella fase iniziale di inserzione delle barre, accelerava la reazione a catena invece di diminuirla… quasi come un freno che nei primi istanti di attivazione funge da ‘acceleratore’…
d) l’impianto non possedeva né dispositivi di purificazione delle emissioni gassose né edificio di contenimento, il quale avrebbe almeno, nel peggiore dei casi, diminuito notevolmente e rallentato la fuoriuscita di radioattività nell’ambiente…

In questa sede non interessa più di tanto esaminare le cause dell’incidente di Chernobyl, quanto i particolari che possono esserci di aiuto per valutare l’attendibilità della nostra ‘tesi alternativa’ riguardo al crollo delle Twin Towers e dell’Edificio 7. Cominciamo ad osservare le caratteristiche strutturali del reattore rifacendoci alla figura seguente…



Il fantomatico ‘esperimento’ che diede origine al disastro ebbe inizio alle ore 1:23:04 del 26 aprile 1986, allorché furono spente le pompe dell'acqua e scollegata la turbina. L’immediato surriscaldamento dell’acqua provocò, a causa della ‘instabilità intrinseca’ del reattore, la reazione di ‘fuga termica’ che non si sarebbe più arrestata. Alle 01:23:40, ossia trentasei secondi dopo l’inizio dell’esperimento, gli operatori azionarono il tasto AZ-5 [Rapid Emergency Defense 5…] che esegue il cosiddetto ‘SCRAM’, cioè l'inserzione di tutte le barre di controllo del reattore. Una manovra del genere è tassativamente prevista nel caso di un rapido e inatteso aumento di potenza. La lenta velocità del meccanismo di inserimento delle barre di controllo e l'estremità in grafite delle barre fece sì però che lo SCRAM causasse un rapido aumento della reazione. Il conseguente aumento di temperatura deformò i canali delle barre di controllo, al punto che le barre si bloccarono a circa un terzo del loro cammino, e quindi non furono più in grado di arrestare la reazione nucleare. Alle 01:23:47 la potenza del reattore raggiunse i 30 GW termici, dieci volte la potenza ‘normale’. A questo punto le barre di combustibile iniziarono a fondere e l'acqua a reagire con lo zirconio delle tubazioni producendo idrogeno. L’aumento della pressione finì col causare la rottura delle tubazioni con la conseguente esplosione del vapore. Il contatto fra vapore, grafite incandescente, idrogeno e ossigeno dell’aria produsse poi una seconda e più violenta esplosione che divelse la copertura del reattore, distrusse gli impianti di raffreddamento e face crollare l’intera struttura. Il tetto superiore di circa 2.000 tonnellate che costituiva la struttura di protezione, si afflosciò su se stesso e rimase in posizione quasi verticale. Tutto il resto, compreso il ‘nocciolo’ del reattore, è sprofondato nel sottosuolo trasformandosi in magma incandescente. Un dettaglio che ci permette di fare un utile confronto con i fatti dell’11 settembre è il seguente: alle ore 1:23:39 [alcuni secondi prima della ‘esplosione’ quindi…] fu registrato nell’area di Chernobyl un evento sismico di magnitudo 2.5. L’entità del disastro accorso al reattore è ben schematizzata nella immagine seguente…



Il reattore continuò a bruciare per giorni e venne spento con l'ausilio di elicotteri che sganciarono tonnellate di boro, silicati, sabbia e dolomia, unici materiali in grado di estinguere un incendio di tale natura. La successiva operazione fu la rimozione dei detriti operata nell’arco di un intero anno da oltre 600.000 persone, designate con il termine di ‘liquidatori’. I primi vennero incaricati di prelevare i blocchi di grafite radioattiva sparsi ovunque nella zona dell’incidente, portarli sul tetto e gettarli a braccia nel ‘vulcano’. Le condizioni nelle quali dovettero lavorare sono ben documentate dalle seguenti immagini, che da sole dicono tutto…





L’intensa radiazione di colore blù diffusa ovunque chiaramente visibile in entrambe le immagini già la conosciamo. Si tratta della radiazione di Cherenkov, chiaro e inequivocabile indizio di essere in presenza di intenso decadimento beta. I primi ‘liquidatori’ furono sottosti a turni di 40 secondi l’uno. Dovevano recarsi sul tetto, caricare a braccia un blocco di grafite del peso di 50 kilogrammi e gettarlo il più rapidamente possibile nella voragine incandescente. Altri furono invece incaricati di spalare, con il solo ausilio del badile, i detriti all’interno del reattore. La successiva operazione fù la costruzione di un ‘sarcofago’ che racchiudesse quello che restava del reattore e i detriti scaricati nella voragine. Si impiegò moltissimo per conoscere che cosa si trovava realmente al suo interno. I tecnici impiegati nel periodo più critico hanno riferito delle condizioni in cui hanno dovuto lavorare. Sempre con un contatore Geiger a portata di mano spesso constatavano che bastavano pochi passi per passare da una esposizione di 1 R/h ad una esposizione di 500 R/h. Dopo la costruzione del ‘sarcofago’ sono state scavate in esso delle finestre per ispezionare l’interno della struttura. All’inizio si credeva di trovare il reattore sepolto sotto i detriti. Invece ci si è resi conto che il reattore e il nocciolo sono completamente fusi trasformandosi in una massa semiliquida e caldissima che ha assunto la strana forma di un ‘piede di elefante’, quella che potete vedere nella immagine seguente…



… che qui è riprodotta insieme con la ‘impronta termica’…



Essa è formata da uranio, cesio, plutonio, grafite e altri ‘prodotti di fissione’, è altamente radioattiva e [cosa che interessa la nostra indagine…] ancora oggi la sua temperatura è dell’ordine dei mille gradi centigradi.

La ‘descrizione’ dell’incidente di Chernobyl, sul quale è disponibile sul web un ‘mare d’informazione’, può terminare a questo punto. Quello che più interessa ai nostri fini è porre l’accento sui tre elementi che accomunano Chernobyl al crollo delle Twin Towers che sono i seguenti…

a) in entrambi i casi si sono avute scosse sismiche di entità pressoché uguale [magnitudo 2.5…]
b) in entrambi i casi si è stati in presenza della ‘radiazione di Cherenkov’
c) in entrambi i casi si è trovato ‘metallo fuso’ nel sottosuolo anche molto tempo dopo gli eventi, fenomeno che solo una reazione di tipo nucleare è in grado di spiegare

saluti!…

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Inviato il: 9/1/2008 17:47
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Re: Una tesi alternativa...
#93
Mi sento vacillare
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Buona festa di capodanno a tutti, e che l'anno nuovo porti un po' di pace a questo disatrato mondo, magari con una DEMOCRATICA elezione in USA...
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Inviato il: 31/12/2007 17:16
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Re: Una tesi alternativa...
#92
Mi sento vacillare
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Stavo pensando ieri che se è vero ciò che dici, perchè si registra l'impatto aereo? Esso provoca un'esplosione di più di una tonnellata di TNT con il suo kerosene? Se non fosse così, ciò che è accaduto durante l'impatto ha generato danni ben maggiori di quella bomba che tu citi, distruggendo più di 7 piani sotterranei. Qualcuno ha i dati di ciò che è stato danneggiato nei sotterranei del WTC? Potremmo almeno analizzarli, prima di scartare queste ipotesi a priori.

Che ne pensi blackbart, verosimile (anche se non successo) o fantascienza? (o, magari è qualcosa a cui non avevi pensato?)

[questa non è una domanda derisoria]
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Inviato il: 31/12/2007 11:18
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  •  blackbart
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Re: Una tesi alternativa...
#91
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Ciaolo:

Citazione:
Volevo chiedere a blackbart qual è il limite di potenza delle esplosioni per poter essere misurate dal sismografo in questione.


Nell'attentato del 1993 fu fatto esplodere, nei garage sotterranei della Torre Nord, un camioncino contenente circa 700Kg di nitro-urea.
L'esplosione causò un buco di 60 per 30 metri, praticamente la pianta stessa del WTC, e profondo sette piani.
Solo per miracolo ci furono appena 6 vittime.. ma alla fine si contarono un migliaio di intossicati, 6000 tonnellate di macerie e mezzo miliardo di dollari di danni!
Però pare che fu danneggiata una sola colonna portante.

La nitro-urea esplode creando un'onda d'urto di velocità comparabile con quella del TNT (4-5 Km/s contro 7 Km/s ) dunque l'esplosione del 1993 poteva essere equivalente a circa mezza tonnellata di TNT, volendo avere un metro di paragone.

Nonostante la botta non furono però rilevate tracce sismiche, neppure a Palisades distante appena 16Km.

A truck bomb at the WTC in 1993, in which approximately 0.5 tons of explosive were detonated, was not detected seismically, even at a station only 16 km away.

Quindi 500 Kg di esplosivo ad alto potenziale, fatto esplodere nelle fondamenta e in grado di distruggere sette piani rinforzati (come sono i parcheggi sotterranei), non avrebbe lasciato tracce sismiche neppure l'11 di Settembre.

Dire invece quanto sia la minima quantità di esplosivo rilevabile dai sismografi è impossibile ma certamente siamo sull'ordine della tonnellata.


Link:

- The 1993 Bombing
- World Trade Center 1993 bombings
- February 1993 Bombing of the World Trade Center in New York City
- COMMENTS ON THE OIG'S ANALYSIS OF PARTICULAR MATTERS
- Trinitrotoluene - TNT
Inviato il: 29/12/2007 23:27
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Re: Una tesi alternativa...
#90
Mi sento vacillare
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Nel filmato del primo impatto si vedono degli sbuffi all'ultimo piano che, secondo me sono esplosioni. Ora, escludendo l'esplosione nei sotterranei, dobbiamo tener conto almeno di una presuna esplosione all'ultimo piano. Inoltre, durante l'impatto del secondo aereo ci sono piccole esplosioni nella torre nord. Volevo chiedere a blackbart qual è il limite di potenza delle esplosioni per poter essere misurate dal sismografo in questione.
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Inviato il: 29/12/2007 12:14
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Re: Una tesi alternativa...
#89
Dubito ormai di tutto
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Sigmatau:
Citazione:
Ammetterete che quando uno sostiene che, se due quantità che stanno fra loro come 174 e 53.8, la prima è due volte [anzichè oltre tre volte…] la seconda, seguitare la discussione con lui è unicamente perdita di tempo…


Guarda che non intendo discutere di aritmetica:
so benissimo che 174 è più di tre volte 53 come pure che 7 diviso 3 fa 2 con il resto di 1..

In primo luogo - e in virtù dello studio spettrale da me effettuato (POST#79) - trovo poco convincente il metodo che hai usato per valutare l'energia del segnale.
Ora è vero che l'energia di un segnale è valutabile effettuando la "somma dei moduli quadri delle varie sinusoidi" ma sarebbe bene che illustrassi per bene non solo su quale intervallo hai calcolato l'integrale ma anche perchè ritieni valido tale procedimento.

Anche se so benissimo cosa hai fatto e come l'hai fatto (e anche dove vuoi andare a parare) ritengo che sia più corretto (ed esilerante!) se fossi tu a spiegarlo.
Naturalmente puoi continuare con la solita tiritera:

Citazione:
... eviterò a rispondere alle ‘argomentazioni’ dell’amico Black.


ma a quel punto tanto varrebbe aprirti un blog personale proseguendo lì i tuoi monologhi anzichè ammorbare i forum pubblici con pornografia (fanta)scientifica che non ammette repliche.

Tornando al discorso:

Effettuando i calcoli sul dominio in cui il segnale è definito (POST#79) ho ottenuto un rapporto di 2:1.
(Coincidenza? )

Premetto che questo procedimento può essere sì utile per confrontare l'energia di due tracce sismiche ma non lo è affatto per calcolare l'energia fisica misurata ovvero radiata (energia che oltretutto non va neppure confusa con l'energia fisica effettiva che ha dato luogo alla scossa!)
Sigmatau: ma lo sai almeno come si calcola realmente la magnitudine di un terremoto?


Se Sigmatau non ha nulla in contrario - e sono certo non abbia nulla in contrario! - prendo per buone le stime relative alla magnitudo delle scosse simische degli impatti aerei forniteci dall'osservatorio di Palisades:

M1 = 0.9 (AA11, primo impatto)
M2 = 0.7 (UA175, secondo impatto)
(entrambe sono magnitudo in scala Richter)

Per passare dalla magnitudine Richter all'energia possiamo usare questa formula:

Log(Es) = 11.8 + 1.5M [erg]

In particolare ci viene ricordato che:
Note that ES is not the total "intrinsic'' energy of the earthquake, transferred from sources such as gravitational energy or to sinks such as heat energy. It is only the amount radiated from the earthquake as seismic waves, which ought to be a small fraction of the total energy transfered during the earthquake process.
Ma eventualmente torneremo in seguito su questo "dettaglio".

Essendo 1 erg = 10-7 joule possiamo esprimere per comodità la formula anche in joule

Log(Es) = 4.8 + 1.5M [joule]

Magari ci tornerà utile ma per ora ci basta calcolare il rapporto fra le due energie misurate (ovvero "radiate").

Visto che ci interessa solo il rapporto (Rs) possiamo semplificare l'espressione:

Log(Rs) = 1.5 * ( M1 - M2 ) = 1.5 * ( 0.9 - 0.7 ) = 1.5 * 0.2 = 0.3

da cui

Rs = 10^0.3 = 1.99

cioè

Rs ~ 2

Ritrovando ancora una volta il mio risultato:

L'energia radiata dal primo impatto è doppia rispetto a quella del secondo impatto.
(Coincidenza? )

Se Sigmatau la pensa diversamente ci mostri allora come pensa di ricavare la magnitudine di tali scosse sismiche (possibilmente senza far rivoltare nella tomba il povero Richter!).

Se invece anche Sigmatau è convinto del risultato abiuri le sue stolte teorie!!!
E provi a rispondere alla domanda che avevo posto:
Per quale motivo i tracciati sismici relativi ai due impatti aerei avrebbero dovuto essere identici se diversi sono stati gli impatti?
Inviato il: 28/12/2007 19:37
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Re: Una tesi alternativa...
#88
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Ragazzi
non me ne vorrete spero se, fedele al motto qui riportato…



... eviterò a rispondere alle ‘argomentazioni’ dell’amico Black. Ammetterete che quando uno sostiene che, se due quantità che stanno fra loro come 174 e 53.8, la prima è due volte [anzichè oltre tre volte…] la seconda, seguitare la discussione con lui è unicamente perdita di tempo

Quello che vorrei fare invece, dal momento che non sono sicuro che ci risentiamo prima del nuovo anno, è augurare a tutti…



saluti!…

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  •  blackbart
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Re: Una tesi alternativa...
#87
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Sigmatau:
Citazione:
l’analisi spettrale del segnale sismico prodotto dall’impatto contro la ‘Torre nord’ conuce a risultati di chiara e univoca interpretazione


Io ho appena cercato di dimostrare che lo spettro utile del segnale va da 1.3 a 1.6 Hz.. la qual cosa non mi pare fosse esattamente la stessa che sostenevi tu.
Lungi dall'essere irrilevante, è dettaglio che metterebbe in crisi tutto ciò che segue (il che è un bene.. metti caso che mi cada l'occhio su ciò che hai scritto su matematicamente..)

Citazione:
non ci vuole grande conoscenza di signal processing per fare un ‘lavoro’ migliore di quello di ‘Kim e soci’, l’analisi dei quali possiamo ora definire in tutta tranquillità come autentica schifezza


Magari hai dimostrato che non c'è limite al peggio..

Citazione:
Le Twin Towers erano, come dal loro nome, ‘gemelle’. Anche gli aerei che sono impattati contro di esse, entrambi Boeing 767, erano ‘gemelli’. Le Towers erano assai vicine tra loro, per cui i segnali sismici hanno percorso lo stesso cammino per arrivare a Palisades. In base al semplice buon è lecito supporre da queste premesse che anche i segnali sismici prodotti dai due eventi debbano essere in un certo senso ‘gemelli’ poiché l’unica differenza tra i due eventi è l’altezza alla quale i due aerei sopno impattati.


Forse dimentichi la traiettoria di impatto: il secondo aereo ha quasi mancato il bersaglio!
E' quindi logico che l'energia trasmessa sia stata inferiore.
Il primo aereo, impattando invece centralmente, ha trasmesso molta più energia al core; tale energia dal core è passata poi al basamento in cui i grattacieli di Manhattan sono "immersi". Viceversa è possibile che il secondo aereo non abbia neppure danneggiato le colonne centrali e altamente probabile che il danno sia stato minore!
Dunque girando la domanda:
per quale motivo i tracciati sismici avrebbero dovuto essere identici?

Citazione:
Dunque, dunque… se si integrano i due spettrogrammi nell’intevallo tra .5Hz e 4Hz si trovano valori di energia pari rispttivamente a 174 e 53.8, vale a dire il primo impatto ha energia pari a oltre tre volte il secondo.


Stai confondendo l'energia effettiva dell'impatto con quella misurata dal sismografo; inoltre l'energia misurata per il primo impatto è appena doppia, non tripla, rispetto a quella del secondo impatto.
Infine entrambe le energie misurate sono di gran lunga inferiori a quelle effettive.

Citazione:
Nel caso dei segnali sismici ciò è spiegabile con la presenza di ‘discontinuità’ nella crosta terrestre le quali danno luogo a ‘riflessioni’.


Già ma le riflessioni si studiano non certo contando quanto sono "fitti i picchi" (quali picchi poi?) ma studiando la polarizzazione delle onde sismiche.
Questo studio può essere fatto solo prendendo in esame i tracciati anisotropici, cosa che al pari della stima della quantità di rumore non hai fatto.
E' assai probabile che tu ignori che andrebbe fatto..
O peggio ancora: pensi che noi ignoriamo che tu avresti dovuto farlo!
Inviato il: 28/12/2007 0:22
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  •  sigmatau
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Re: Una tesi alternativa...
#86
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A quanto pare l’amico Black ha trovato [all’incirca…] i miei stessi risultati e questo è un chiaro indice di due cose…

a) l’analisi spettrale del segnale sismico prodotto dall’impatto contro la ‘Torre nord’ conuce a risultati di chiara e univoca interpretazione
b) non ci vuole grande conoscenza di signal processing per fare un ‘lavoro’ migliore di quello di ‘Kim e soci’, l’analisi dei quali possiamo ora definire in tutta tranquillità come autentica schifezza

Volendo andare avanti è possibile fare altre interessanti considerazioni sui segnali sismici degli impatti contro le Twin Towers. Partiamo intanto da una considerazione assai ‘terra-terra’. Le Twin Towers erano, come dal loro nome, ‘gemelle’. Anche gli aerei che sono impattati contro di esse, entrambi Boeing 767, erano ‘gemelli’. Le Towers erano assai vicine tra loro, per cui i segnali sismici hanno percorso lo stesso cammino per arrivare a Palisades. In base al semplice buon senso è lecito supporre da queste premesse che anche i segnali sismici prodotti dai due eventi debbano essere in un certo senso ‘gemelli’ poiché l’unica differenza tra i due eventi è l’altezza alla quale i due aerei sono impattati. Osserviamo quindi i due segnali sismici registrati a Palisades…





Anche ad un esame superficiale si nota subito che il primo segnale [‘Torre nord’…] possiede ‘energia’ più elevata rispetto al secondo [‘Torre sud’…]. Osserviamo ora gli spettri dei due segnali…





Dunque, dunque… se si integrano i due spettrogrammi nell’intevallo tra .5Hz e 4Hz si trovano valori di energia pari rispttivamente a 174 e 53.8, vale a dire il primo impatto ha energia pari a oltre tre volte il secondo. Questo semplice fatto, unito alla sostanziale diversità dei due spettrogrammi, indica con asoluta certezza che i meccanismi dei due ‘eventi’ sono nettamente diversi tra loro e in particolare nel primo spettrogramma è presente un significativo contributo che non è presente nel secondo. Altra differenza evidente è il fatto che il picco di energia concentrato intorno alla frequenza 1.34 Hz, assai evidente nel primo diagramma, sembra ‘scomparire’ nel secondo diagramma. Per cercare di capirci qualche cosa di più concentriamo la nostra attenzione sul secondo diagramma e facciamo l’ipotesi [tutto sommato ‘ragionevole’…] che al segnale sismico abbia contribuito il solo impatto del Flight 175, avvenuto alle ore 9.03 a.m. Anche ad una osservazione ‘superficiale’ si nota che il diagramma spettrale presenta un andamento con ‘picchi e valli’ e questo è spiegabile nel modo seguente. Al pari dei segnali radio, anche i segnali sismici non si propagano da un luogo ad un altro in maniera ‘uniforme’. Mentre il segnale in partenza è ‘unico’, al ricevitore in genere arrivano diversi segnali ritardati tra loro in quanto hanno percorso cammini differenti. Nel caso dei segnali sismici ciò è spiegabile con la presenza di ‘discontinuità’ nella crosta terrestre le quali danno luogo a ‘riflessioni’. Questo fenomeno è sfruttato nella ricerca di giacimenti petroliferi rilevando proprio i ‘cammini multipli’ seguiti da un segnale sismico prodotto da una carica esplosiva fatta deflagrare in una località nota per giungere ad un ricevitore. Per capire l’effetto dei cammini multipli sullo spettro di un segnale supponiamo di avere due soli cammini e che il secondo sia ritardato di un secondo rispetto al primo e l’ampiezza del segnale ritardato sia pari alla metà del segnale ‘principale’. L’effetto di questo fenomeno sullo spettro sarà del tipo illustrato nel diagramma seguente…



E’ evidente che a certe frequenze il cammino diretto e quello ritardato si sommano ‘in fase’, a certe altre frequenze ‘in controfase’. Nel caso in cui l’ampiezza del segnale ritardato è prossima a quella del segnale ‘principale’ è intuitivo concludere che la ‘ondulazione’ dello spettro sarà assai ‘marcata’, al punto che anche un ‘picco’ di potenza considerevole può risultare ‘appiattito’ se a quella frequenza i due cammini si sommano ‘in controfase’. Ecco quindi spiegata la presenza di ondulazioni in entrambi gli spettri e il perché il picco a 1.34 Hz sembra ‘scomparire’ nel secondo diagramma. A questo punto però bisogna spiegare il perché invece il picco è presente e ben visibile nel primo diagramma. Se osserviamo con attenzione il diagramma di impatto della ‘Torre nord’ noteremo un’altra evidente differenza rispetto all’altro: i picchi sono più fitti. Dal momento che i cammini sono gli stessi nei due casi, si deve concludere che nel caso della ‘Torre nord’ oltre all’impatto dell’aereo è presente un altro ‘contributo’ spostato nel tempo rispetto ad esso. Nel già citato sito…

http://www.matematicamente.it/forum/8-vt16835.html?&postdays=0&postorder=asc&start=140

… che scrive ha trovato che questo secondo contributo ha energia pari a circa sei volte il primo e risulta anticipato rispetto ad esso di poco più di due secondi. Per la caratterizzazione di questo ‘contributo’ è essenziale la testimonianza di William Rodriguez che ancora una volta riportiamo…

… alle ore 8:46 abbiamo sentito un ‘bang’, un'esplosione che proveniva dai piani al di sotto di quello in cui mi trovavo, tra il B2 e il B3. E’ stata così violenta e l'edificio ha tremato così forte che le pareti si sono crepate e il controsoffitto è crollato. Ho detto subito che poteva essere un generatore elettrico che praticamente era esploso lì nei sotterranei. Alcuni secondi dopo abbiamo sentito un impatto enorme nella parte alta dell'edificio che ha iniziato subito a tremare così forte che tutte le 40 persone che si trovavano con me in quell'ufficio hanno iniziato a gridare tutte assieme, c'era una confusione e un caos totale. Tutti gridavano: ‘… è un'esplosione!…’

Beh!… diciamo che l’analisi spettrale a qualcosa in questo caso è servita… non trovate ragazzi?…

saluti!...

---------------

... chè perder tempo a chi più sa più spiace... Dante Alighieri, Divina Commedia, Purgatorio, III, 78
_________________
… men of few words are the best men… William Shakespeare King Henry V
Inviato il: 27/12/2007 18:07
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  •  blackbart
      blackbart
Re: Una tesi alternativa...
#85
Dubito ormai di tutto
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Ciaolo:

Dunque il grafico riporta il picco della fase (vero?) nell'intervallo delle frequenze da te evidenziato. Questo per spiegare che c'è solo un picco.

Precisamente il grafico è un diagramma di modulo quindi in ascissa abbiamo come al solito le frequenze e in verticale l'ampiezza delle sinusoidi.
Il picco indica che le componenti principali (cioè del segnale) sono "sinusoidi" comprese tra 1.3 e 1.6 Hz.

Per il secondo hai detto che può essere il risultato di errori di elaborazione dati,

In un certo senso..

ma anche nell'andamento della scossa sembra che il "terremoto" diminuisce e poi aumenta.

?

Stando alla testimonianza che sigmatau ha scritto nel primo post con il suo grafico, c'è stata un'esplosione qualche secondo prima dell'impatto.

Ah già.. William Rodriguez..

Nel grafico che tu hai costruito ci sono due picchi a frequenze diverse.

Sì ma il secondo è una frequenza multipla e come se non bastasse è sotto di 15 db!

Nel grafico del sismografo ci sono due massimi (si può approssimare così?) distanti circa una 15na di secondi.

Dal segnale nel tempo mi pare arduo affermare questo: più utile sarebbe semmai effettuare una "time-fft" in modo da vedere la distribuzione delle frequenze nel tempo.. la cosa è stata fatta ma non ho visto nulla di simile.



Il grafico colorato rappresenta appunto la distribuzione delle frequenze nel tempo.

In verticale abbiamo il modulo mentre sugli assi del piano orizzontale abbiamo le frequenze da una parte e i secondi dall'altra.
Si tratta di un grafico difficile da osservare e infatti va ruotato "un po' di qui e un po' di là" per apprezzarlo..
Ad ogni modo vediamo come le frequenze del secondo picco (a 2.66Hz) cadano contemporaneamente con quelle a 1.33 Hz.. attorno ai 15 secondi.
Dunque si tratta dello stesso evento.

EDIT:

Pier:
Citazione:
Comunque volevo fare i miei complimenti a BlackBart.


Lusingato.. ma anche te non scherzi affatto!
Inviato il: 27/12/2007 17:58
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  •  Tuttle
      Tuttle
Re: Una tesi alternativa...
#84
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 1/9/2006
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Dai Ciaolo... Questa affermazione ultima del Contatore è un po ridicola. Esistono in commercio apparecchiature che stanno in un palmo di mano. Simili addirittura a cellulari. Mi pare un po eccessivo no?

Non immaginerai mica che a Manhattan ci siano i carri armati e i metal detector all'entrata di ogni via?

Comunque volevo fare i miei complimenti a BlackBart. Adoro il suo approccio alle questioni e la sua analisi non fa una piega dal punto di vista tecnico.

Complimenti.

Ciao.
Inviato il: 27/12/2007 17:32
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Re: Una tesi alternativa...
#83
Mi sento vacillare
Iscritto il: 6/10/2007
Da
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Volevo esortare sigmatau o chiunque a continuare con quanto può portare alle evidenze di una esplosione atomica. Questo perché a Manhattan è vietato portare un contatore Geiger e, se vuoi dimostrare a tutti che c'è un altissima radiattività nell'area, non devi far altro che vietare severamente di misurarla!

edit: questa è una battuta
_________________
Ogni affermazione oggettiva deve avere un riscontro non obiettabile, altrimenti è una menzogna.
Un'affermazione soggettiva non ha alcun valore se argomenta menzogne.
A. R.
Inviato il: 27/12/2007 17:24
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