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   Religioni & Spiritualità
  Uno, Coscienza e Singolarità

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Autore Discussione
Re: Uno, Coscienza e Singolarità
#61
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 19/5/2004
Da
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E' la 1)!

(senza l'ovvia conclusione che quello ti induca a reinterpretare l'esperienza diretta...).

Ma siccome il creatore delle tue realta' interiori sei tu stesso, o meglio, la tua coscienza, ovvero la summa di tutta la tua conoscenza:
potrebbe essere che ... la tua esperienza in qualche modo sia stata pilotata verso quell'interpretazione... (proprio cio' di cui mi "accusi" quando mi parli di coercizione del sistema sul proprio modo di percepire la realta' ) .


Mi piacerebbe, allo scuro di tutto cio' che e' stato individuato come lettura dei segni, provare e trarre le mie conclusioni... questo mi sembra meglio come approccio.
Interpretare secondo una logica soggettiva (quella di colui che per primo ha cercato di riconoscere miti, simboli, segni e gli ha scritti per i posteri) e' la generalizzazione di un qualcosa che e' altamente relativo all'individualita'.
Ecco il mio scetticismo sui possibili (o meno) paralleli storici e i riferimenti mitologici di una interpretazione individualistica soltanto, a mio avviso (e sia chiaro che mi esprimo a priori...), molto verosimile e illusoriamente "circolare"... cosa che ritrovo "storicamente" in moltissime (per non dire tutte) teorie sulle Origini della vita.



mc
Inviato il: 20/8/2007 14:50
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Re: Uno, Coscienza e Singolarità
#62
Mi sento vacillare
Iscritto il: 14/11/2005
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Ineccepibile come sempre

Citazione:
il creatore delle tue realta' interiori sei tu stesso


E quella esteriore chi la crea?

Citazione:
la tua esperienza in qualche modo sia stata pilotata verso quell'interpretazione


Tutte le esperienze vengono interpretate alla luce di un sistema di credenze in espansione. Ma è la credenza che modella l'esperienza o l'esperienza a modificare le credenze? E' nato prima l'uovo o gallina?

In più continui ancora a credere alla storia dei tuoi presunti predecessori. Sono solo racconti del Tuo mondo con cui ti definisci e ti limiti

Cos'è la logica soggettiva?

Ma se è tutto relativo e circolare, come hai già detto, perchè ti opponi alla relatività e circolarità del tuo universo?

Raccontami di un'interpretazione non soggettiva dell'universo: paradosso o un altro koan

Non conoscerai mai gli altri se non conoscendo te stesso, fino ad allora gli altri saranno solo spettri.
_________________
"Il vero Big Bang è la nascita di una coscienza"

"Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem"
Inviato il: 20/8/2007 15:35
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Re: Uno, Coscienza e Singolarità
#63
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 19/5/2004
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Messaggi: 7222
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Citazione:
Raccontami di un'interpretazione non soggettiva dell'universo: paradosso o un altro koan

... ma io credevo che fosse il tuo intento !!
Cioe', che stessi cercando di fornirmi una interpretazione oggettiva dei segni:
a me non convince questa lettura oggettiva che si cerca di dare.

In quanto alla ricerca interiore, non posso che essere d'accordo con te che e' utile a capire meglio il resto (spero di non aver frainteso anche questo concetto... altrimenti mi scuso).

Citazione:
Cos'è la logica soggettiva?

E' l'interpretazione della coscienza che si e' prodigata nel tramandare i propri segni come Oggettivamente reali.

Citazione:
Ma se è tutto relativo e circolare, come hai già detto, perchè ti opponi alla relatività e circolarità del tuo universo?

Io volevo asserire che la circolarita' e' cio' su cui si basano i consensi a questa o quella interpretazione, che fino a prova contraria (impossibile da trovare, data la natura estremamente soggettiva di cio' che si sperimenta individualmente che non consente di poter confutare, ma nemmeno di imporre la propria esperienza, nulla al riguardo) non e' dimostrabile.
Non e' possibile oggettivizzare delle sensazioni soggettive se si parte da una descrizione, un riconoscimento precedente, dei possibili (ma a questo punto gli unici che riconosceremmo come tali) segni, o simboli, o logiche, o sensazioni, proprio perche' influenzati dagli avvenuti in precedenza inputs al riguardo.

Non avendo mai visto il mare ognuno di noi potrebbe considerare a prima vista tale elemento con un nome (concetto) soggettivo, tratto da esperienze personali. Il bisogno di razionalizzare e comunicare ci forzerebbe a convergere su espedienti comuni e convenzioni (chiamarlo, appunto, Mare) per poter condividere qualcosa anche se percepito diversamente, perche' individualmente interpretato.

(questo e' un ragionamento adattabile ad ogni interpretazione condivisa... comunque)

mc
Inviato il: 20/8/2007 16:12
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Re: Uno, Coscienza e Singolarità
#64
Mi sento vacillare
Iscritto il: 14/11/2005
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Ora che siamo giunti alla conclusione che siamo Universi insondabili reciprocamente che fingono di comunicare dati oggettivi inesistenti,
ti domando se sei felice con l'Universo che hai creato?

E se anche razionalmente sai che è priva di senso qualsiasi possibile spiegazione al perchè delle tue preferenze soggettive in quanto il desiderio è prelogico, torno a chiederti ti fermi o vai avanti?
_________________
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"Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem"
Inviato il: 20/8/2007 19:47
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Re: Uno, Coscienza e Singolarità
#65
Mi sento vacillare
Iscritto il: 14/11/2005
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Andando avanti nello sviluppo di un diverso Immaginario Collettivo che possa offrire un'alternativa mitologica per le coscienze, vi segnalo questo video appena reperito: L'onda dell'Amore

Per approfondimenti riguardo le figure geometrice presenti nel video: Flower of life.

Il fiore della vita rappresenta uno dei codici della la cosiddetta Geometria Sacra, che si potrebbero definire come archetipi della forma.

Simili disegni si ritrovano spesso all'interno dei Crop Circles.
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"Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem"
Inviato il: 29/8/2007 15:08
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Re: Uno, Coscienza e Singolarità
#66
Mi sento vacillare
Iscritto il: 14/11/2005
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Articolo in inglese sugli Stadi della Coscienza molto interessante
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"Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem"
Inviato il: 31/8/2007 20:14
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Re: Uno, Coscienza e Singolarità
#67
Mi sento vacillare
Iscritto il: 14/11/2005
Da
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Mi spiace tornare tornare a proporre, in questo poco frequentato thread, l'ennesimo articolo in inglese. Ma vale veramente la pena.
McKenna suggerisce le vie del Logos, non disserta, lasciando che bolle di rivelazioni possano esplodere maieuticamente nelle nostre menti.
Incidentalmente scopre la via del Sè, della Luce che non conosce dualità perchè è particella senza un contrario che vive nell'eternità.
Intuisce che stiamo convergendo verso la Singolarità, la fine del tempo e della storia per come la conosciamo.
Ed il centro di questa storia è ciascuno di noi, percettori identici nelle nostre essenze.


http://deoxy.org/t_newmap.htm
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"Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem"
Inviato il: 23/10/2007 19:05
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Re: Uno, Coscienza e Singolarità
#68
Mi sento vacillare
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Un bel filmato che mi ha emozionato. Spero piaccia.

It is the Time

Sono graditi commenti
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"Il vero Big Bang è la nascita di una coscienza"

"Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem"
Inviato il: 29/10/2007 23:03
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Re: Uno, Coscienza e Singolarità
#69
Dubito ormai di tutto
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Da u-oy-topos middle Oceania
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Citazione:
Sono sempre convinto che discussioni simili bisognerebbe farle in un'ora di "potere", verso sera, davanti ad un bicchiere di vino, in buona compagnia per scaldare il cuore e stimolare la mente. Internet sarà anche la rivoluzione e ne sono convinto... Ma non può darti questi momenti che per certe discussioni, non possono essere sostituiti dai freddi battiti di una tastiera a decine o centinaia di chilometri di distanza.


Grazie per questo pensiero.
_________________
1 - Non fanno caso, costoro, che quando in Internet compare qualcosa di veramente scottante, scompare nell’arco di pochi minuti? Se invece qualcosa ci rimane per sempre – e pure in bella vista - vuole dire che lì da nascondere c’è ben poco.
Inviato il: 29/10/2007 23:20
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  •  ludfrescj
      ludfrescj
Re: Uno, Coscienza e Singolarità
#70
So tutto
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Non vorrei ricominciare come al solito!...

‘Uno, Coscienza e Singolarità’ sono tre parole pilastri… Cappelle! Battisteri!! Non ho difficoltà a dire che mi piacciono e ne sono attratto. E che sia un ternario è sicuro come il cielo ch’è fatto d’aria, ma… Io l’avrei impostato diversamente.

Teorizzo un ‘logos’ come verticalità, un ‘ethos’ come orizzontalità e un ‘pathos’ come profondità, e dico: LOGOS|ETHOS|PATHOS. Questo ternario – che è la mia prima formulazione teoretica – è il criterio di base con cui tendo a vedere le cose. (Poi passo all’esagono e all’ottaedro – seconda e terza formulazione del mio modo di filosofeggiare; ma questo è altro discorso).

Dunque ternario significa questo per me: tendo/parto ogni volta da una elaborazione del pensiero il più possibile intelligente; la quale tende/mi proietta con fatica in un comportamento (serie di atti/azioni) il più possibile coerente; per tendere/giungere augurabilmente un’emozione (serie sensi o stati d’animo) il più possibile piacevole.

Ora, delle tre affascinanti parole in questione l’ordine che mi è più congeniale è: UNO|SINGOLARITÀ|COSCIENZA. Che voglio dire?… Principiando – come ho detto – ogni cosa dal pensiero, tendo a concepire questo semplice, chiaro, efficace il più possibile (a guardar bene ‘uno/unitario’). Il quale mi spingerà/mi spinge ad agire in modo preciso, lineare, determinato (a guardar bene ‘singolare’). Da cui mi attendo/mi attenderei (e che altro sennò?) una qualche consapevolezza di piacere e/o di benessere (a guardar bene ‘coscienza’).

ludfrescj

P.S. Questa la prima innocente elucubrazione che stilo – col mio ritardo e a modo mio – sul topic vecchio di mesi di Timor. La quale discussione che propone mi sembra nutrita, variegata, esistenziale. E provocatoria nella misura che chiede (anche). Perfino un po’ predicatoria e vagamente ‘proselitistica’.
Inviato il: 19/12/2007 12:22
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  •  jataka
      jataka
Re: Uno, Coscienza e Singolarità
#71
Ho qualche dubbio
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Citazione:

ludfrescj ha scritto:
Non vorrei ricominciare come al solito!...

‘Uno, Coscienza e Singolarità’ sono tre parole pilastri… Cappelle! Battisteri!! Non ho difficoltà a dire che mi piacciono e ne sono attratto. E che sia un ternario è sicuro come il cielo ch’è fatto d’aria, ma… Io l’avrei impostato diversamente.

Teorizzo un ‘logos’ come verticalità, un ‘ethos’ come orizzontalità e un ‘pathos’ come profondità, e dico: LOGOS|ETHOS|PATHOS. Questo ternario – che è la mia prima formulazione teoretica – è il criterio di base con cui tendo a vedere le cose. (Poi passo all’esagono e all’ottaedro – seconda e terza formulazione del mio modo di filosofeggiare; ma questo è altro discorso).

Dunque ternario significa questo per me: tendo/parto ogni volta da una elaborazione del pensiero il più possibile intelligente; la quale tende/mi proietta con fatica in un comportamento (serie di atti/azioni) il più possibile coerente; per tendere/giungere augurabilmente un’emozione (serie sensi o stati d’animo) il più possibile piacevole.

Ora, delle tre affascinanti parole in questione l’ordine che mi è più congeniale è: UNO|SINGOLARITÀ|COSCIENZA. Che voglio dire?… Principiando – come ho detto – ogni cosa dal pensiero, tendo a concepire questo semplice, chiaro, efficace il più possibile (a guardar bene ‘uno/unitario’). Il quale mi spingerà/mi spinge ad agire in modo preciso, lineare, determinato (a guardar bene ‘singolare’). Da cui mi attendo/mi attenderei (e che altro sennò?) una qualche consapevolezza di piacere e/o di benessere (a guardar bene ‘coscienza’).

ludfrescj

P.S. Questa la prima innocente elucubrazione che stilo – col mio ritardo e a modo mio – sul topic vecchio di mesi di Timor. La quale discussione che propone mi sembra nutrita, variegata, esistenziale. E provocatoria nella misura che chiede (anche). Perfino un po’ predicatoria e vagamente ‘proselitistica’.


non si tratta di ricominciare, semplicemente, dove sta la differenza, in questo caso, tra il mettere prima un a parola e poi l'altra?
_________________
Ho accarezzato il cielo con la mano. Era terso, un azzurro fantastico che diceva: senti come sono morbido. Lo era davvero e ho deciso di sdraiarmici sopra. E mi sono ritrovato in volo, trasportato dal respiro del cielo stesso verso l’ultimo orizzonte, ...
Inviato il: 19/12/2007 21:43
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  •  ludfrescj
      ludfrescj
Re: Uno, Coscienza e Singolarità
#72
So tutto
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Prima risposta (forse...)

Ti ringrazio della domanda perché mi stimola a spiegarmi… Spero soltanto che non sia ironica, tanto meno sarcastica perché ho deciso – in questo nuovo topic in cui m’imbarco – di troncare, dal primo sentore, ogni tipo di competizione, polemica, diatriba: non mi interessano/mi fanno perdere tempo, ho altro da pensare e scrivere (non solo). Ciò detto, un’altra cosa ti pregherei di tenere presente e bene a mente se mi indirizzi altri post: tutto quello che io affermo|dubito|nego, da prima|ora|in seguito (come vedi è un modo – o criterio – ternario che ho di ragionare e procedere) vale per me e non vale per altri. Mi confronto con altre idee (se simili o abbordabili) che rispetto senza condividerle: cioè sostengo una mia filosofia delle cose e della loro importanza consapevole che qualsiasi altra persona – o gruppi di persone – abbia pure una sua filosofia delle cose e della loro importanza.

Torno alla domanda che mi fai… Permettimi una metafora: se io sto per salire una scala, posso per giuoco/in un attimo, mentalmente, numerare i primi tre gradini che ho davanti. Penso che il primo è il primo, il secondo il secondo e il terzo il terzo – mi sembra logico e salutare. Tu, al mio posto, puoi anche pensare che il primo è sì il primo, ma il secondo è il terzo e il terzo il secondo: bene!.. – tieniti pure la tua mentale numerazione (suppongo che sia anch’essa logica e salutare per te). In fin dei conti ci incontriamo sul fatto pratico/concreto, utile/percettivo, materiale/esperienziale (o quello che vuoi) di salire entrambi – volere|dovere|poter salire – la scala.

I tre elementi che teorizzo di ogni mio ternario (nel nostro caso ‘uno|singolarità|coscienza’) sono sempre compresenti, interagenti e simultanei: che ternario sarebbe se non fosse così? E però gli attribuisco le valenze che ordino di ‘logos|ethos|pathos’ (da cui derivo una virtuale/fruttuosa organizzazione della mia vita interiore/esteriore): cioè stabilisco – in via di principio o di legge – prima di ‘pensare’, poi di ‘agire’ e infine di ‘sentire’. Mentre tu, se volessi usare il mio stesso criterio analogico, stabiliresti altro ordine: no/no! – affermi – io prima penso sì, ma poi sento e infine agisco. Va bene, d’accordo: non diciamo la stessa cosa, ma ti capisco!

E permettimi altra metafora ancora: un falegname ha davanti a se un tavolo a cui sta lavorando… Il tavolo – come sai – ha tre misure di massima: altezza, lunghezza e larghezza. Le quali gli sono immanenti e hanno tutte tre lo stesso valore sostanziale. Ora, il falegname non è un mago né un mostro d’uomo: non ha sei braccia e sei occhi (e non gli basterebbero comunque) da poter lavorare contemporaneamente il suo tavolo da ogni lato. È presumibile che prima lavori il tavolo per la sua altezza, poi passi alla lunghezza e infine alla larghezza o che so. Tu – ecco! – gli arrivi vicino e gli consigli altro ordine di sequenza operativa: va bene l’altezza (come difatti fa), ma poi sia la larghezza e solo per ultima la lunghezza. Beh, che cambia? – ti chiedo: quel falegname ha comunque da lavorare il suo tavolo tutto quanto, no!

Infine… Presumo, jataka, che concludi definitiva: io ritengo prima di pensare, poi di sentire, infine di agire – questo è il mio criterio di pensare, di organizzarmi giornalmente, di esistere. (E io ti dico: fai quello che vuoi – mi va bene.)

ludfrescj
Inviato il: 20/12/2007 11:25
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  •  jataka
      jataka
Re: Uno, Coscienza e Singolarità
#73
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 30/5/2006
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Citazione:

ludfrescj ha scritto:
Prima risposta (forse...)

Ti ringrazio della domanda perché mi stimola a spiegarmi… Spero soltanto che non sia ironica, tanto meno sarcastica perché ho deciso – in questo nuovo topic in cui m’imbarco – di troncare, dal primo sentore, ogni tipo di competizione, polemica, diatriba: non mi interessano/mi fanno perdere tempo, ho altro da pensare e scrivere (non solo). Ciò detto, un’altra cosa ti pregherei di tenere presente e bene a mente se mi indirizzi altri post: tutto quello che io affermo|dubito|nego, da prima|ora|in seguito (come vedi è un modo – o criterio – ternario che ho di ragionare e procedere) vale per me e non vale per altri. Mi confronto con altre idee (se simili o abbordabili) che rispetto senza condividerle: cioè sostengo una mia filosofia delle cose e della loro importanza consapevole che qualsiasi altra persona – o gruppi di persone – abbia pure una sua filosofia delle cose e della loro importanza.

Torno alla domanda che mi fai… Permettimi una metafora: se io sto per salire una scala, posso per giuoco/in un attimo, mentalmente, numerare i primi tre gradini che ho davanti. Penso che il primo è il primo, il secondo il secondo e il terzo il terzo – mi sembra logico e salutare. Tu, al mio posto, puoi anche pensare che il primo è sì il primo, ma il secondo è il terzo e il terzo il secondo: bene!.. – tieniti pure la tua mentale numerazione (suppongo che sia anch’essa logica e salutare per te). In fin dei conti ci incontriamo sul fatto pratico/concreto, utile/percettivo, materiale/esperienziale (o quello che vuoi) di salire entrambi – volere|dovere|poter salire – la scala.

I tre elementi che teorizzo di ogni mio ternario (nel nostro caso ‘uno|singolarità|coscienza’) sono sempre compresenti, interagenti e simultanei: che ternario sarebbe se non fosse così? E però gli attribuisco le valenze che ordino di ‘logos|ethos|pathos’ (da cui derivo una virtuale/fruttuosa organizzazione della mia vita interiore/esteriore): cioè stabilisco – in via di principio o di legge – prima di ‘pensare’, poi di ‘agire’ e infine di ‘sentire’. Mentre tu, se volessi usare il mio stesso criterio analogico, stabiliresti altro ordine: no/no! – affermi – io prima penso sì, ma poi sento e infine agisco. Va bene, d’accordo: non diciamo la stessa cosa, ma ti capisco!

E permettimi altra metafora ancora: un falegname ha davanti a se un tavolo a cui sta lavorando… Il tavolo – come sai – ha tre misure di massima: altezza, lunghezza e larghezza. Le quali gli sono immanenti e hanno tutte tre lo stesso valore sostanziale. Ora, il falegname non è un mago né un mostro d’uomo: non ha sei braccia e sei occhi (e non gli basterebbero comunque) da poter lavorare contemporaneamente il suo tavolo da ogni lato. È presumibile che prima lavori il tavolo per la sua altezza, poi passi alla lunghezza e infine alla larghezza o che so. Tu – ecco! – gli arrivi vicino e gli consigli altro ordine di sequenza operativa: va bene l’altezza (come difatti fa), ma poi sia la larghezza e solo per ultima la lunghezza. Beh, che cambia? – ti chiedo: quel falegname ha comunque da lavorare il suo tavolo tutto quanto, no!

Infine… Presumo, jataka, che concludi definitiva: io ritengo prima di pensare, poi di sentire, infine di agire – questo è il mio criterio di pensare, di organizzarmi giornalmente, di esistere. (E io ti dico: fai quello che vuoi – mi va bene.)

ludfrescj

partendo dalla fine, mi va benissimo che tu dica: fai quello che vuoi
è una bella cosa
poi, sai, se sali una scala, il primo gradino è il primo, il secondo, anche se lo vuoi chiamare quarto, rimane il secondo, e così via con gli altri, non mi pare che c'entri molto
per il falegname hai ragione, appunto. non cambia nulla se parte da un lato o dall'altro del suo lavoro
per il resto io ho invece imparato che il più delle volte prima di pensare è meglio agire, seguire l'istinto
ti può far cadere, certo, ma è la cosa più sana e naturale
un abbraccio
_________________
Ho accarezzato il cielo con la mano. Era terso, un azzurro fantastico che diceva: senti come sono morbido. Lo era davvero e ho deciso di sdraiarmici sopra. E mi sono ritrovato in volo, trasportato dal respiro del cielo stesso verso l’ultimo orizzonte, ...
Inviato il: 21/12/2007 21:59
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  •  mangog
      mangog
Re: Uno, Coscienza e Singolarità
#74
Dubito ormai di tutto
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Ogni tanto mi ricordo di un famoso sensitivo, veramente straordinario, che ha creato sconcerto in molti, a partire da Piero Angela fino a Tulio Regge.

Amico e conoscente di molte persone importanti: Einstein, Fermi, Fellini, De Gaulle, D'Annunzio, Mussolini, Reagan, Pio XII, Cocteau, Dalì, Hitler, Agnelli, Einaudi, Kennedy, Padre Pio, Papa Giovanni XXIII, Vittorio Messori, la Regina Elisabetta, Bevilaqua, Valentina Cortese, Walt Disney e tanti tanti altri..


GUSTAVO ADOLFO ROL
Inviato il: 23/1/2008 15:37
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  •  mangog
      mangog
Re: Uno, Coscienza e Singolarità
#75
Dubito ormai di tutto
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http://www.cesnur.org/testi/Rol.htm


Gustavo Adolfo Rol (1903-1994) — considerato da molti parapsicologi il più grande sensitivo del Novecento [1] - continua a far discutere da morto come avveniva quando era vivo. Sul Corriere della Sera del 12 marzo 2000 lo scrittore Alberto Bevilacqua ha tratto spunto dall’uscita di un volume di scritti di Rol curato da Caterina Ferrari [2] per prendersela con le "squallide denigrazioni" di certi "signori" - tra cui un "noto divulgatore" (con ogni evidenza Piero Angela, che lo scrittore però non nomina) [3] - i quali, chiusi in uno scetticismo miope, avrebbero attaccato e umiliato Rol.

L'argomento non è semplice come può sembrare. I fenomeni paranormali di Rol hanno affascinato intere generazioni, hanno commosso e stupito molti grandi del mondo, ed è difficile credere che si sia trattato sempre e soltanto di mistificazioni. I molti che lo hanno conosciuto bene portano con sé il ricordo di un uomo onesto, disinteressato, che non ha mai chiesto denaro, anzi ha contribuito generosamente del suo alle cause benefiche che gli stavano a cuore. Gran signore, Rol si è mantenuto ai margini della ricerca parapsicologica accademica, così che oggi non abbiamo studi scientifici su Rol sul tipo di quelli condotti all'Università della California e altrove su altri sensitivi del ventesimo secolo. Leggendo l'introduzione di Giuditta Dembech agli Scritti per Alda [4] - una raccolta di testi di Rol indirizzati a una misteriosa donna amata - si ha l'impressione che il mancato incontro tra Rol e la parapsicologia universitaria non sia dipeso soltanto dal sensitivo torinese. Secondo la Dembech, quando Rol chiese al fisico Tullio Regge che gli venisse affiancato un ricercatore, ne ebbe in cambio l'invito a sottomettersi ai controlli di un illusionista [5]. Più tardi, un "giovane ricercatore dell'Università di Torino", che aveva cominciato a interessarsi a Rol, avrebbe ricevuto dai suoi superiori universitari il consiglio di non continuare la ricerca [6]. Certo, però, Rol preferiva vivere nella discrezione, e per altri sensitivi la strada della collaborazione con la ricerca scientifica è stata pubblica, faticosa e spesso anche umiliante. Così, la possibilità di "risolvere" il mistero di Rol è morta con lui. Né coloro che credono dogmaticamente a tutto quanto riferiscono i suoi sostenitori, né gli scettici di professione - che, non meno dogmaticamente, considerano a priori qualunque fenomeno paranormale come illusorio o fasullo - possono oggi veramente pensare di "provare" all'altra parte di avere ragione.

Rol era infastidito da coloro che si interessavano esclusivamente ai suoi "fenomeni". Nel 1975 scriveva: "Dopo tanto tempo non ho costruito nulla in voi; ho soltanto colmato molte ore della vostra noia, vi ho dato spettacolo (...) Almeno un piccolo tentativo avreste pur potuto farlo, quello di muovervi verso di me o almeno verso le cose altissime che mostro a voi ciechi, egoisti, indifferenti a quel che succede" [7]. Ma quali erano le "cose altissime" che Rol "mostrava"? Spesso amava dire che il suo insegnamento sarebbe stato reso noto soltanto dopo la morte, ed è in effetti in questi anni che documenti inediti cominciano ad affiorare, anche se molto resta ancora da pubblicare. Rol si diceva credente e praticante, e certamente tra i suoi ammiratori si annoverano molti cattolici (alcuni dei quali noti e illustri). Quello che si sa delle sue idee lascia però molte perplessità. Trascuriamo pure il suo atteggiamento nei confronti dell'amore e del matrimonio - che prevedeva "matrimoni celesti", ma non puramente platonici, in presenza di legami matrimoniali preesistenti e del tutto validi [8] - che potrebbe attenere al semplice privato di Rol. Si potrebbe anche considerare non decisivo l'atteggiamento sulla reincarnazione, perché - scrive Giuditta Dembech - "a volte l'accettava completamente, lanciandosi a raccontare episodi che ci stupivano sull'uno o sull'altro personaggio storico, o addirittura sui presenti... A volte invece accampava forti riserve, modificando o contraddicendo quanto aveva affermato in precedenza. Altre ancora pareva respingerla apertamente" [9]. Sembrerebbe dunque che non si possa ascrivere con certezza Rol al campo oggi vasto dei reincarnazionisti, anche se molti ammiratori lo considerano la reincarnazione di Carlo Magno e di Napoleone [10], e se la Dembech ritiene che "(…) Rol credesse fermamente nella reincarnazione" [11] e si smentisse occasionalmente sul punto soprattutto "(…) per non urtare la suscettibilità della Chiesa" [12]. Ma è il messaggio centrale che sembra emergere da quanto si va pubblicando di Rol a essere estraneo alla visione del mondo cattolica. L'insegnamento di Rol è incentrato sulla nozione di "spirito intelligente" come realtà che è nel senso più vero "quello che siamo", e che rimane sulla terra anche dopo la morte. Il sensitivo torinese disprezzava certamente le sedute spiritiche comuni e "volgari", e tanto più i medium che operano per denaro. Tuttavia, non escludeva che gli "spiriti intelligenti" potessero manifestarsi dai "regni invisibili" [13], e partecipava a "sedute" [14] se riteneva che fossero immuni dai pericoli dello spiritismo volgare. Talora ne distruggeva la documentazione, proprio per non favorire la diffusione di quello spiritismo che riteneva pericoloso. Ma qualche cosa rimane. Giuditta Dembech riproduce per esempio a proposito di una poesia del sensitivo, La ruelle des chats, una annotazione manoscritta di Rol che la definisce "poesia scritta dallo spirito intelligente di uno studente afgano, vivente a Parigi. Seduta in casa Visca, 11-12 gennaio 1975" [15]. E a proposito di questa "seduta", Rol annota che "contemporaneamente, come nella precedente seduta (pochi giorni innanzi), si ottenne dallo spirito intelligente di Francisco Goya il disegno di una donna sdraiata (nella seduta di prima Goya disegnò il ritratto della duchessa d'Alba)" [16].

Sarebbe sbagliato definire Rol semplicemente uno spiritista; e non solo per la sua reiterata presa di distanze dallo spiritismo (in cui, affermava, "vi è del vero (…) ma ancora troppo poco per farne una ‘dottrina’" [17]). La sua nozione di "spirito intelligente" si ritrova, al di fuori della tradizione propriamente spiritista, nell'ambiente teosofico e in vari filoni del New Thought anglo-americano. Lo "spirito intelligente" per Rol continua a esistere in una sorta di eterno presente: "La mela che Sempronio mangiava il 16 luglio 1329, esiste tuttora, non meno di quando era attaccata ai rami dell’albero e prima ancora che l’albero esistesse né col 16 luglio 1329 la sua funzione venne a cessare, poiché nel tutto che si accumula, ogni cosa rimane operante, Dio e i suoi pensieri essendo la medesima cosa e non potendo un aspetto separato di questa cosa modificare la natura della cosa stessa. Dio è eterno e inconsumabile, onnipotente e multiforme e noi, parte di Dio, siamo la stessa cosa che Dio" [18]. L’affinità con il mondo "akashico" di Rudolf Steiner (1861-1925) — più ancora che con la Teosofia, le cui affinità con il pensiero di Rol erano state notate già dal fratello Carlo (1897-1978), frequentatore a Buenos Aires della Società Teosofica Argentina [19] - sembra particolarmente evidente. Rol, del resto, definisce Steiner "forse il primo uomo che sia riuscito a farsi libero" [20] e l’antroposofia "scienza pura dello spirito nella stessa guisa che la scienza naturale è scienza della natura" [21]. E questo anche se Steiner, "l’inventore della scienza antroposofica", secondo Rol aprì "(…) solamente uno spiraglio (…) della massiccia porta di granito che separa l’uomo che vive dal mondo delle rivelazioni alle quali è destinato" [22].

Questi riferimenti culturali di Rol sono a filoni certamente importanti nella storia culturale dell’Occidente, ma dove la visione del destino dell'anima (e non solo) è diversa e inconciliabile rispetto alla dottrina cattolica [23]. Quest'ultima - nelle sue espressioni magisteriali, che non vanno confuse con le affermazioni di singoli sacerdoti talora entusiasti di presunti fenomeni di contatto con i defunti - ripudia qualunque tipo di "seduta" e di medianità [24]. I cattolici hanno imparato fin dall'Ottocento a diffidare di chi propone scorciatoie per "provare" l'immortalità dell'anima - o dello "spirito intelligente" - e, con tutto il rispetto per l'onestà di Rol, le manifestazioni dello spirito di Goya, che disegna la duchessa d'Alba oltre cento anni dopo essere morto, o la "scienza pura dello spirito" di Steiner veramente non c'entrano con la fede cristiana. Tutto questo non è, né vuole essere, una presa di posizione nella polemica sul carattere reale o simulato dei "fenomeni" di Rol. Una soluzione soddisfacente per tutti ai quesiti sollevati da questa polemica, per i motivi accennati, è allo stato impossibile. E’ tuttavia importante distinguere fra i "fenomeni" e la dottrina di chi dei "fenomeni" è protagonista. La Chiesa cattolica insegna che la dottrina è ben più importante dei fenomeni apparentemente miracolosi nel giudicare della santità di un candidato alla beatificazione, o dell’attendibilità di una apparizione mariana. Certamente per un cattolico è sulla base della dottrina che si deve giudicare il significato di "fenomeni" apparentemente straordinari, e non viceversa.

Gustavo Adolfo Rol è ora affidato alla misericordia infinita di Dio, e ci piace credere che questa saprà apprezzare le sue intenzioni, presumibilmente buone. Le dottrine cui fatalmente si accosta chi approfondisce la sua figura appartengono invece - al di là dei suoi personali desideri - a una tradizione metaphysical (nel senso anglosassone del termine) ed esoterica certo meritevole di essere studiata come componente importante della cultura occidentale moderna, ma altrettanto certamente alternativa rispetto alla fede della Chiesa
Inviato il: 23/1/2008 16:36
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Re: Uno, Coscienza e Singolarità
#76
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http://www.enigma.rai.it/R2_paginaSpalla/0,11017,1067002-1071423,00.html

Citazione:

“Un enigma fascinoso e indecifrabile”. Così è stato definito Adolfo Gustavo Rol, il sensitivo torinese che ha attraversato il secolo scorso diventando il confidente di uomini di Stato e di personalità importanti della classe dirigente italiana e alle cui facoltà pare si siano affidati anche personaggi come John Fitzgerald Kennedy, Ronald Reagan, Albert Einstein, Benito Mussolini.
Ma Rol possedeva poteri reali, o era solamente un abilissimo prestigiatore? E’ la domanda alla quale cerca di rispondere Enigma, il programma condotto da Corrado Augias, attraverso il racconto di chi ha conosciuto Rol e lo ha visto all’opera e attraverso l’analisi del fenomeno all’interno della città di Torino, da sempre considerata città della magia e del mistero.
In studio Mariano Tomatis, informatico del Cicap, che ha scritto un libro scettico nei confronti di Rol, e lo scrittore Alberto Bevilacqua, amico intimo del sensitivo e fedele sostenitore delle sue capacità.


Vorrei sapere a questo punto se un' organismo come il cicap ha ancora senso di esistere o se sono loro i pagliacci per primi.
La testimonianza di Einstein, molto più autorevole di quella dei pagliacci del cicap, non lascia molti dubbi, senza contare tutti gli altri che sono stati testimoni.





Corriere della Sera, 12 marzo 2000 -

Nessuna meraviglia: semplicemente Rol

di Alberto Bevilacqua



Non passa giorno senza che io riceva lettere che mi chiedono di Gustavo Adolfo Rol, che protagonisti del secolo, fra i più prestigiosi in ogni campo, definirono «fenomeno vivente». E questo perché ne cito puntualmente i poteri nella rubrica che tengo in «Sette», il supplemento settimanale di questo quotidiano. Perché di Rol sono stato uno degli amici privilegiati nei suoi «rapporti a distanza». Perché ho raccontato questi rapporti, prodigiosi, in uno dei miei libri, quando lui era ancora in vita. Perché, dietro il mio tavolo di lavoro, tengo un dipinto di Madonna con bambino, che nessuna mano terrena ha tracciato; l'ultimo dono di Gustavo, che sapeva far apparire, concretamente, dipinti anche celebri. Solo ieri, due lettere. In una, una signora torinese scrive, come tanti: «Sono rimasta affascinata da quest'uomo che non è stato compreso dai media». Nell'altra, un lettore milanese si scaglia, giustamente, contro «quegli esponenti o presunti tali - del mondo scientifico che non perdono occasione per accanirsi contro tutto quanto non è riconducibile alle loro scienze esatte». Si citano, in particolare, i nomi - che non farò - di un noto divulgatore e di una scienziata, che avrebbero potuto evitare di procurare a Rol, poco prima della morte, l'ultima, inaccettabile umiliazione. Ma sono, con tutto me stesso, d'accordo: il sapere tutto su come s'accoppiano le foche monache, non autorizza a dileggiare, senza conoscere. Che proveranno ora questi signori leggendo (ma non lo leggeranno) questo prezioso libro di Catterina Ferrari che, dopo aver vissuto accanto a Gustavo negli ultimi dieci anni, ha raccolto, senza intervenire in prima persona, eccezionali documenti diretti: dalle «Agende» alle «Lettere», ai «Pensieri», alle «Poesie»? A parte le facoltà di Rol (le riassume Federico Fellini: «L'uomo più sconcertante che io abbia conosciuto. Sono talmente enormi le sue possibilità, da superare anche l'altrui facoltà di stupirsene»), ci si trova di fronte a uno scrittore di rara intensità, a un pensatore, e a un filosofo del credo religioso, di enorme portata. Si tratta, e non ci sono squallide denigrazioni che tengano, di una personalità fra le più sorprendenti del secolo. La verità sta venendo a galla. Le manifestazioni del suo talento superiore richiederebbero uno spazio illimitato, ma si riassumono nel principio: «Lo spirito intelligente», posseduto da ciascuno di noi, è quel «quid» che compendia tutto quello che noi siamo e sa tutto del presente, passato e futuro, e rimane sulla terra anche dopo la morte. Molte volte ho parlato, con Rol, dei suoi rapporti con Einstein, che ebbe modo di assistere, affascinato e scosso, ai suoi esperimenti che ci convincono di una cosa: c'è tanta verità ancora da scoprire.
Inviato il: 25/1/2008 17:25
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Re: Uno, Coscienza e Singolarità
#77
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Anche Massimo Inardi, quello di Rischiattutto, conferma le cose incredibili di cui era capace Rol.


Riporto l'incontro di Rol con Tulio Regge.



Sta parlando Rol: «È venuto da me Tullio Regge, era accompagnato dalla moglie, da un professore di medicina, molto famoso e da un'altra persona. Hanno portato loro delle carte, non si è mai utilizzato nulla di mio. Durante lo svolgersi dell'esperimento mi hanno fatto stare con le mani dietro allo schienale della mia sedia. Non ho mai toccato nulla. Regge mescolava le carte tenendole nascoste sotto al tavolo. Io gli ho detto: "Pensi ad una carta. La pensi soltanto, non la cerchi".
"L'ho pensata"
"Allora metta il suo mazzo sul tavolo"
"Posso cambiare la carta che ho già pensato? sceglierne un'altra?"
"Certamente, la cambi pure..."
"Allora va bene, ne ho scelta un'altra"
"Mescoli ancora le sue carte". Io avevo sempre le mani dietro allo schienale della sedia.
"Ora posi le carte sul tavolo e tagli pure nel punto che preferisce..." Salta fuori l'asso di fiori."È quella che ho pensato in un secondo momento... Lo rifaccia!"
"Non posso rifarlo, io non sono Dio che può ripetere all'infinito. L'esperimento è venuto ma io non posso rifarlo..."
"Ma io non posso ammetterlo. Bisognerebbe che si facesse esaminare da un prestigiatore, essere certi che noi non siamo tutti stati suggestionati, o che lei abbia fatto qualcosa di cui non ci siamo accorti... Scientificamente io non posso ammettere una cosa simile...».

http://www.gustavorol.org/scetticismo.htm


Una breve constatazione sullo scetticismo nei confronti di Gustavo Rol

- 22 maggio 2003 -

Da qualche tempo a questa parte, osserviamo un curioso fenomeno di clonazione: gli scettici, compresi quelli che hanno s-parlato di Rol senza averlo conosciuto, generalmente gli amici di Piero Angela, sono sempre più numerosi sullo schermo tv e sui giornali, per confutare ogni volta che se ne presenti l'occasione qualche pseudo-fenomeno paranormale. Abbiamo già detto che in certi casi siamo d'accordo su questo profilo, ma il recente ampliarsi di tale strategia ricorda un po' troppo la diffusione di un morbo virale. Ci sembra quindi giusto dare un quadro sintetico su cosa pensiamo delle loro posizioni nei confronti di Rol. La cosa più importante da rilevare, è che lo scetticismo nei confronti di Rol è, in media, inversamente proporzionale alle volte che gli scettici lo hanno incontrato: con l'aumento degli incontri infatti, lo scetticismo tende a diminuire, tanto che, da 3/4 incontri in poi, anche per i più coriacei positivisti scompare del tutto. Lo scetticismo, quindi, decresce con l'aumento degli incontri. È pertanto inversamente proporzionale a tale aumento. Se si è incontrato Rol 0 volte, lo scetticismo è scontato. E la maggior parte degli scettici che hanno scritto di Rol fanno parte di questa categoria, tanto che le loro speculazioni si moltiplicano indefinitamente senza appoggiarsi sulla conoscenza reale del personaggio (o su di un approfondimento esente da pregiudizi).

Essi tendono ad appoggiarsi, oltre che al loro pregiudizio, alle opinioni di 3 scettici doc, gli unici che hanno brevemente conosciuto Rol, ovvero Piero Angela (2 volte), Piero Cassoli (1 volta) e Tullio Regge (2 volte). Di Angela abbiamo già parlato. Piero Cassoli, uno dei maggiori rappresentanti italiani della ricerca parapsicologica, ha incontrato Rol solo una volta, nel 1967, insieme a Massimo Inardi, anche lui importante studioso in questo settore. La relazione che i due fecero all'epoca (CSP, Quaderni di Parapsicologia, 1/1970) fu entusiastica, però sospesero il giudizio in attesa di controlli "scientifici". Inardi reincontrò Rol altre tre volte, nel 1975, e si arrese all'evidenza di fenomeni assolutamente incredibili, tanto da rinunciare ad insistere sulla questione scientifica, per lo meno con i parametri attuali (Dimensioni Sconosciute, 1978). Cassoli invece non è stato più ricevuto da Rol, per svariate ragioni, la prima delle quali è riconducibile ad una questione di incompatibilità caratteriale. Fino a prova contraria ognuno a casa sua invita chi gli pare. E se qualcuno non gli va a genio di certo non è tenuto ad invitarlo di nuovo. Vedendosi rifiutato, il buon Pierino II, frustrato per vedere allontanarsi sempre più il premio Nobel tanto agognato nel suo campo di ricerca, premio che uno come Rol gli avrebbe certamente consentito di ottenere..., ha scritto una relazione nel 1987 (20 anni dopo: Quaderni di Parapsicologia - Atti - 1987, vol.19, 1988) in cui rimane dubbioso, se non scettico, sulle reali possibilità di Rol, perché in tutti questi anni, il "vecchietto" Rol (nel 1987 ha 84 anni) non si è mai sottoposto ai soliti controlli scientifici, o meglio, ai controlli scientifici di Cassoli. I signori del Cicap sbandierano questa relazione di Cassoli come dimostrativa della liceità delle loro insinuazioni, in realtà, anche qui, come in tutto il resto d'altronde, un'analisi un po' più approfondita dimostra che l'opinione di Pierino II è solo il risultato della sua frustrazione, oltre che del suo agnosticismo (è lui che ci ha detto di essere "agnostico", un'altra buona ragione per Rol di non invitarlo più.). Comunque, ricordiamo che praticamente tutti i parapsicologi che hanno avuto occasione di incontrare Rol ne sono stati entusiasti, e si tratta di studiosi dello stesso calibro del Cassoli. Ad esempio, potremmo citare il dott. Gastone De Boni: «Ho incontrato le personalità più straordinarie della parapsicologia...ma Rol è la più straordinaria di tutte», oppure il prof. Hans Bender, cattedratico di Friburgo: «...mi fece assistere a cose talmente straordinarie che avevano del miracoloso. Dedicherei un anno della mia vita a studiare il dott. Rol».

Quindi, per concludere, il Cicap costruisce i suoi castelli sulla base di soli 3 incontri avvenuti tra Rol e i due Pierini (2 Angela e 1 Cassoli), i quali, se forse si fossero comportati diversamente, lo avrebbero potuto reincontrare e magari ricredersi, cosa che è successa a molte persone, come al dott. Massimo Inardi. Quanto alla opinione di Regge, anche lui del Cicap e terzo pilastro degli scettici, essa se non altro è la più neutra tra quelle dubbiose, e si basa solo sull'impossibilità di avallare gli esperimenti di Rol senza una adeguata sperimentazione "scientifica". Lo stesso Regge, sul quotidiano La Stampa dell' 11/07/1986 così scriveva: «Non possiedo d'altra parte elementi di giudizio tali da poter criticare o avallare gli esperimenti del dottor Rol». L'opinione di Regge è l'unica che ci sentiamo di rispettare, sia perché, dei tre, è l'unico vero scienziato, sia perché, ce ne rendiamo conto, la Scienza di Rol è quella del futuro mentre quella di Regge è quella del presente, e non possiamo pretendere salti quantici a chi oramai è ben sistemato su di una determinata orbita...Tutto ciò che ci auguriamo è che egli abbia da vivere abbastanza per proporgli quanto prima la spiegazione, oltreché la replica, delle possibilità insite in ogni essere umano.
Inviato il: 25/1/2008 18:34
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  •  jataka
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Re: Uno, Coscienza e Singolarità
#78
Ho qualche dubbio
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ciao mangog
concordo su tutto tranne una frase: <la Scienza di Rol è quella del futuro mentre quella di Regge è quella del presente,>
quella di rol non era la scienza del futuro, erano le sue capacità nel presente, il suo presente
caapacità che, dice lo stesso rol, tutti potremmo avere, anzi, tutti le abbiamo ma non le riconosciamo
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Ho accarezzato il cielo con la mano. Era terso, un azzurro fantastico che diceva: senti come sono morbido. Lo era davvero e ho deciso di sdraiarmici sopra. E mi sono ritrovato in volo, trasportato dal respiro del cielo stesso verso l’ultimo orizzonte, ...
Inviato il: 25/1/2008 22:03
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Re: Uno, Coscienza e Singolarità
#79
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A proposito del rapporto tra G. Rol e la cosiddetta scienza con i piedi di piombo mi auto cito inserendo quanto segue tratto da un topic che ho aperto un po’ di tempo fa

<< Metto in evidenza un articolo, che mi ha toccato in modo particolare che riguardano il triste incontro che il grande veggente Gustavo Adolfo Rol ha avuto con Piero Angela e che pone in evidenza i limiti della cosiddetta scienza ufficiale. (oltre alla chiusura mentale ed altre non piacevoli caratteristiche)

(con la speranza di fare cosa gradita all’autore, ed a Rol)

http://www.webalice.it/cipidoc/studio9.htm#ROL


Negare l’esistenza di un fenomeno perché non riesci a comprenderlo, perché esce dai cannoni prestabiliti, non può annullare l’esistenza dello stesso, perché, se cosi fosse, l’umanità sarebbe ancora nelle grotte senza il fuoco.

I fenomeni, cosi detti, paranormali esistono indipendentemente dal giudizio superficiale, non privo di interessi personali e di scarsa obbiettività, che li classifica come trucchi capaci di ingannare solo gli ingenui !!!
Caro Angela oltre alla “ciccia” c’è anche lo spirito, anche se tu non lo vedi.>>

Questo è il topic su LC
Qui

Un saluto a tutti.
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Inviato il: 26/1/2008 0:40
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  •  mangog
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Re: Uno, Coscienza e Singolarità
#80
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Citazione:

Negare l’esistenza di un fenomeno perché non riesci a comprenderlo, perché esce dai cannoni prestabiliti, non può annullare l’esistenza dello stesso, perché, se cosi fosse, l’umanità sarebbe ancora nelle grotte senza il fuoco.

I fenomeni, cosi detti, paranormali esistono indipendentemente dal giudizio superficiale, non privo di interessi personali e di scarsa obbiettività, che li classifica come trucchi capaci di ingannare solo gli ingenui !!!
Caro Angela oltre alla “ciccia” c’è anche lo spirito, anche se tu non lo vedi.>>


Più o meno possiamo concordare che quelli del cicap vanno solo bene per smascherare le truffe degli imbroglioni palesemente interessati a richiedere pagamento di fatture in nero, per il resto sono dei meri pagliacci.
Come possiamo a questo punto credere a Piero Angela e pagliacci, quando nemmeno loro credono ad Einstein, Marconi, Fermi, Duce, Hitler, Regina Elisabetta, Vari Papi, Dali', John Kennedy, Disney, Reagan, Fellini, Einaudi e molti altri, anche ancora vivi come Bevilaqua, Valentina Cortese, Massimo Inardi, Vittorio Messori, i rimasugli della famiglia Agnelli ( risulta evidente che riportare il nome del rossi mario presente a quei fatti è di poco conto, dunque vengono riportati i nomi eccellenti ) ecc ecc..
Supponiamo che nel caso in cui, Angela, diventi testimone di un fenomeno non spiegabile ( come ha detto giustamente Tulio Regge senza starnazzare in idiozie successive che sono care a quelli del cicap, di cui non so se fa ne ancora parte ), pretenderebbe lui di essere creduto? in virtu' di cosa? di essere un Piero Angela qualsiasi e di aver vinto non si sa come un concorso pubblico anni addietro per bazzicare nel mondo RAI ?Tutta qua la sua autorevolezza?

Insomma, la testimonianza di personaggi cosi' estremamente importanti in tutti i campi, dalla scienza ufficiale, alla politica, alla religione, al mondo dello spettacolo, al mondo dell'arte, sono da subordinare alle sciocchezze di organismi come quelli del cicap ? Perchè loro non erano presenti? Ma chi si credono di essere a questo punto?
Probabilmente, visto che molti testimoni diretti sono morti, si aspetterà ancora qualche anno, quando saranno morti anche gli altri, per ribadire che i testimoni non ci sono più ecc ecc.
Tipico dei pagliacci e quando va bene cialtroni.
Inviato il: 26/1/2008 8:22
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  •  Al2012
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Re: Uno, Coscienza e Singolarità
#81
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@Mangog.

Ti voglio segnalare questo documentario su Gustavo Rol …..

ILLUMINANTE !!!! BUONA VISIONE

Gustavo Rol - 1a parte
QUI

Gustavo Rol - 2a parte
QUI

Gustavo Rol - 3a parte
QUI

Gustavo Rol - 4a parte
QUI

Gustavo Rol - 5a parte
QUI

Gustavo Rol - 6a parte
QUI

Gustavo Rol - 7a e ultima parte
QUI
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Inviato il: 28/1/2008 16:21
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