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  Il rifiuto dell’autorità

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  •  prealbe
      prealbe
Re: Il rifiuto dell’autorità
#91
Mi sento vacillare
Iscritto il: 10/1/2007
Da
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x Nichilista

Va bene, tanto non so bene neanch’io quello che ho scritto!

Comunque si può senz’altro approfondire e precisare il come e perché (se riuscissi a sintetizzare esaustivamente in dieci righe fenomeni del genere starei a scrivere best seller milionari, altro che postare su LC! ); l’importante per me è poter concordare a grandi linee sul fatto che oggi il concetto di autorità gode di un momento di impopolarità (il ‘rifiuto’ del titolo) sostanzialmente irrazionale e preconcetto piuttosto che analitico e ragionato, e trarne qualche deduzione sensata.

Come vedi, mi accontento di poco, in fondo. Sono un tipo accomodante, io.


Prealbe
Inviato il: 31/3/2007 17:26
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#92
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 3/4/2005
Da Atene
Messaggi: 8134
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non hai capito nulla di ciò che ho scritto

Vediamo ancora una volta:

attualmente le regole a cui sottostiamo sono quelle di una democrazia pluralista che è per il momento ( e sottolineo per il momento) l'autorità esterna unanimamente condivisa e sulla quale regoliamo i nostri rapporti.

Quindi: la democrazia pluralista è un'autorità unanimamente condivisa, in altre parole accettata e riconosciuta da tutti.

Io ti faccio notare che tale autorità, da me – e non solo – non è affatto riconosciuta né tantomeno accettata.

Di conseguenza, l'unanimità se ne va a farsi benedire, a meno, appunto, di voler escludere tutti i dissidenti come me dal consesso umano, che in tal caso sarebbe sì, unanime.

Altrimenti unanime non lo è, e tanti saluti a te e all'autorità condivisa.

PS: se c'è qualcuno di violento quello sei tu, che trovi naturale imporre a tutti gli altri ciò che a te pare giusto. Io non mi sogno neanche di fare lo stesso con te, o con chiunque altro, puoi pure continuare la tua vita da ovino contento per quanto mi riguarda, contento te contenti tutti.
Inviato il: 31/3/2007 17:52
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  •  fiammifero
      fiammifero
Re: Il rifiuto dell’autorità
#93
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 28/2/2005
Da ROMA
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Citazione:
Da qui nasce la sua saggezza pratica ("di questo mi posso fidare").

su alcune cose,non su tutto,proprio perchè nessuno è perfetto e detentore della verità.
Citazione:
Per far nascere uomini liberi ed autonomi è necessario un contesto comunitario,

manco per niente,la comunità imbriglia il tuo pensiero,magari te lo indora con le tradizioni (che odio perchè perdono il loro significato originario nel tempo)che diventano abitudini, (è sempre stato così,perchè dovremmo cambiare,come minimo è questa la risposta) e con i valori che devono essere per forza di cose uguali per tutti altrimenti sei fuori .
Citazione:
Prova ne è che ognuno di noi ha imparato ad essere autonomo e libero subendo il controllo paterno e materno , senza l’autorita’ genitoriale non avremmo mai appreso l’autonomia.

Cavolo tutti replicanti dei genitori ecco perchè ci troviamo in questa situazione!
L'autonomia l'acquisti se sai separare l'amore filiale dal loro insegnamento che è fatto di una catena di precedenti insegnamenti,che posso essere giusti e validi per altri tempi ma non per gli attuali o per il tuo modo di sentire.
Rispettare i genitori per amore,educazione,è tutt'altro che subire il controllo,almeno per me.
Citazione:
Nessun uomo libero nasce per autogenerazione.

la libertà assoluta non esiste,uno cerca di liberarsi da,o essere libero di ma il semplice fatto che la mia libertà finisce dove inizia quella dell'altro,mi rende schiava
_________________
Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Inviato il: 31/3/2007 18:00
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  •  NERONE
      NERONE
Re: Il rifiuto dell’autorità
#94
Mi sento vacillare
Iscritto il: 13/9/2004
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Rispettare i genitori per amore,educazione,è tutt'altro che subire il controllo,almeno per me.


Perche' acquisisci il concetto -autorita' genitoriale- come autoritarismo genitoriale ?

Non intendevo la facolta' del genitore verso il figlio di impedire e di vietare (non fare questo, non fare quello, sta seduto composto, saluta il vicino di casa anche se ti sta sulle palle ecc ecc)

Nessuno di noi "nasce inventato". Siamo tutti il combinato disposto di piu' fattori.

Quello principale è l'origine. L'autorita' (intesa come punto di riferimento non in senso di rispetto o di amore filiale) del padre e della madre è il nostro primissimo momento di appartenenza all'altro. Da questo altro saremo poi condizionati per il resto della nostra vita, anche se in maturita' riesci a rinnegare il loro ruolo, resta il fatto che essi sono la prima autorita' di riferimento.

dici : nessuno è detentore della verita'.
giusto ma di qualcuno ti devi fidare, altrimenti l'alternativa e' la grotta e una vita da eremita.

manco per niente,la comunità imbriglia il tuo pensiero,magari te lo indora con le tradizioni (che odio perchè perdono il loro significato originario nel tempo)che diventano abitudini, (è sempre stato così,perchè dovremmo cambiare,come minimo è questa la risposta) e con i valori che devono essere per forza di cose uguali per tutti altrimenti sei fuori .


anche qui.......
confondi la comunita' con l'assoggettarsi al volere della comunita'. Ne fai parte, non ne sei schiavo.
Almeno, non ne sei schiavo fino a quando non la rifiuti perche' ti senti schiavo.
Il tuo rifiuto suona come una sconfitta. " Mi ritiro dal mondo perche' è inquinato"......"vado a vivere in un eremo fatto di ---esisto solo io--- almeno la' sono al sicuro e nessuno mi frega"

Fare parte di una comunita' puo' significare solamente fare parte di una famiglia che si rapporta all'interno di altre famiglie, fare parte di una cerchia di amici, fare parte di Luogocomune....non vuole dire per forza, come sembra tu abbia inteso...fare parte del popolo che vota un governo che non fa poi le leggi giuste, non garantisce equita' e solidarieta'.

Fare parte di una comunita' è quello che fai ogni giorno. Ma forse non te ne accorgi, rivolta verso l'immensita' della parola e tralasciando la semplicita' della parola.
Rifiuti le tradizioni a priori ritenendo la parola "tradizione" qualcosa di invischiato con il tradizionalismo del perbenismo, dell'apparire cio' che non si è perche' fa tanto bene a tutti essere tradizionalmente incanalati.

Invece la tradizione di cui io parlo (prealpe parla, Nichilista parla) è la cultura dei secoli, la storia stessa dell'umanita'. Non è il racconto della tua o della mia vita, che sono equivalenti a delle virgole in un romanzo di milioni di pagine.

Perche' tanta ostilita' , priva di vere motivazioni?
Inviato il: 31/3/2007 23:17
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  •  Dorian
      Dorian
Re: Il rifiuto dell’autorità
#95
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 23/1/2007
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Citazione:
Fare parte di una comunita' è quello che fai ogni giorno. Ma forse non te ne accorgi, rivolta verso l'immensita' della parola e tralasciando la semplicita' della parola.
Rifiuti le tradizioni a priori ritenendo la parola "tradizione" qualcosa di invischiato con il tradizionalismo del perbenismo, dell'apparire cio' che non si è perche' fa tanto bene a tutti essere tradizionalmente incanalati.

Invece la tradizione di cui io parlo (prealpe parla, Nichilista parla) è la cultura dei secoli, la storia stessa dell'umanita'. Non è il racconto della tua o della mia vita, che sono equivalenti a delle virgole in un romanzo di milioni di pagine.


Autorità e rifiuto dell'autorità sono entrambi necessari l'uno all'altro. L'autorità preserva la società, il rifiuto la fa evolvere.
I giovani tendono sempre a rifiutare l'autorità - è intrinseco alla loro "natura"!: ciò permette alla società di evolvere. Senza rifiuto della autorità vivremmo ancora come nel medioevo. A pensarci bene la storia dell'uomo è stata scritta da persone che hanno rifiutato l'autorità e proposto nuovi modelli (chessò... un Galileo, un Einstein, un Beethoven).
L'autorità crea la pressione con cui il rifiuto può dar vita a qualcosa di diverso. E il ciclo ricomincia.

Però basta con sta storia delle tradizioni: di quali tradizioni parlate? Fino a pochi decenni fa erano usanza i matrimoni combinati dai genitori, il divieto di poter divorziare e la possibilità di poter randellare la moglie.
Qualcuno ha rifiutato l'autorità della tradizione. E ha fatto bene.
Inviato il: 31/3/2007 23:54
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  •  prealbe
      prealbe
Re: Il rifiuto dell’autorità
#96
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Dorian
Citazione:
Autorità e rifiuto dell'autorità sono entrambi necessari l'uno all'altro. L'autorità preserva la società, il rifiuto la fa evolvere.

Perché ‘evolvere’? Argomenta.

Citazione:
Senza rifiuto della autorità vivremmo ancora come nel medioevo.

Perché? Argomenta.

Citazione:
A pensarci bene la storia dell'uomo è stata scritta da persone che hanno rifiutato l'autorità e proposto nuovi modelli (chessò... un Galileo, un Einstein, un Beethoven).

Neanche per sogno. Non puoi cavartela con tre nomi in croce. Ci sono tonnellate di personaggi che hanno contribuito alla crescita culturale senza rifiutare affatto l’autorità

Citazione:
L'autorità crea la pressione con cui il rifiuto può dar vita a qualcosa di diverso.

Migliore?

Citazione:
Però basta con sta storia delle tradizioni: di quali tradizioni parlate? Fino a pochi decenni fa erano usanza i matrimoni combinati dai genitori, il divieto di poter divorziare e la possibilità di poter randellare la moglie.

Critica assai sommaria e all’ingrosso. Le tradizioni hanno funzioni assai meno superficiali e sono espressione di identità collettiva. Il confronto con l’attuale, che agli ‘attuali’ (cioè noi) calza meglio per definizione visto che ci stiamo immersi e ne siamo anche il risultato, non è un buon criterio per una valutazione obbiettiva.

Citazione:
Qualcuno ha rifiutato l'autorità della tradizione. E ha fatto bene.

Tutto da dimostrare.


Prealbe
Inviato il: 1/4/2007 1:09
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#97
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  •  nichilista
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#98
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"Questa istanza può tuttavia dar luogo ad un’altra
convinzione ERRONEA, la seconda e più rilevante
opinione di cui occorre sbarazzarsi. Essa può
denominarsi TEORIA SOCIALE DELLA COSPIRAZIONE." K.POPPER
Inviato il: 1/4/2007 4:06
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#99
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Citazione:
basta che te ne stai sulla tua montagna senza poi venire a bere dalla nostra stessa fonte ,

Invece in montagna ci mandiamo quelli della tua cosca mafiosa autodefinitasi societa' che vogliono arrogarsi il diritto di decidere come, quando, perche' e soprattutto chi debba abbeverarsi alla fonte, che e' di tutti.

Visto che siete in montagna salutatemi anche la Marmotta che Incarta la Cioccolata.

PS
Non sei tu il troll, tanto per evitare inutili discussioni su quel punto.
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Inviato il: 1/4/2007 5:11
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  •  franco8
      franco8
Re: Il rifiuto dell’autorità
#100
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prealbeCitazione:

Franco8, sulla questione ti rispondo per l’ultima volta perché il girotondo ha smesso di affascinarmi da parecchi anni come passatempo.

Peccato !... Perché pare, invece, tu ti si dato ai ragionamenti con salti mortali tripli e doppi avvitamenti.
Un po' di esercizio fisico magari ti farebbe bene per la circolazione sanguigna e per ossigenar bene i neuroni, visto che non distingui concetti (vedi sopra: potere, autorità, competenza, conoscenza, ecc..) che forse sono solo lontanissimi parenti... sempre a voler forzare le cose..
prealbeCitazione:

dire "è capace"/ "non è capace" NON E’ diverso concettualmente da dire “è più bravo A di B”

...Sempre facendo il salto triplo...
prealbeCitazione:

(salvo al limite risultare eventualmente meno graduale, cioè più rozzo )

...sempre per i dogmi di cui sopra...

prealbeCitazione:

3) chi ha mai sostenuto che il mondo debba cascare per questo?

il "mondo debba casare" è da intendersi : che la società non possa funzionare, che ciascuno non possa avere quel che gli serve... ecc
Il succo del tuo discorso è che, per ottenere una qualsiasi cosa (o più precisamente una qualsiasi cosa che deve essere prodotta insieme, in collaborazione con altri) ciascuno dove NECESSARIAMENTE demandare a qualcuno un qualche potere che decida per lui...

Citazione:

Ma, come ho detto, con te sull’argomento basta così.

Sei in gara per i 400 ostacoli e hai sentito lo starter?

nichilistaCitazione:

mi pare forzato perchè ritengo che l'espressione sia totalmente priva di qualsiasi connessione con la realtà empirica e non filosofica.
se hai degli esempi significativi di strutture umane complesse ,finalizzate alla realizzazione di un obbiettivo, in cui non sono presenti le dinamiche del potere dovresti farmelo presente.
con immanente intendo connaturato alla relatà sociale umana ; non artificiale , ma sempre presente nelle sue dinamiche ( si parla di potere).

Naturalmente sarebbe molto interessante un approccio storico sociologico ma ci porterebbe fuori strada, principalmente per una ragione, ovvero la seguente.
Il tuo argomento di "realismo" e "connessione alla realtà empirica" (che sia condiviso o meno, perché in buona parte te lo contesto) è pari pari quello che utilizzavo ai tempi antichi (ma poi mica tanto) per sostenere la "naturalezza" della schiavitù...(Spero basti questo)
Quindi, esistono ben poche cose di "immanente" e "connaturate" nella realtà sociale umana ma è quasi impossibile capire in pratica quali sono, così come è quasi impossibile stabilire cosa è innato o culturale nell'uomo (anzi forse non ha senso porsi la questione).
Le dinamiche del potere, come l'uomo stesso, sono in parte naturali e in parte culturali (non-artificiali)...

Comunque, se ricordo bene, vi sono parecchi esempi e discussioni passate su argomenti connessi, molto interessanti...

Citazione:
...
a prescindere dall'ultima frase, vorrei farti notare che chiunque può darsi delle regole ( e in sostanza nella propria vita personale lo fa) , ma quando si tratta di regolere il rapporto tra una moltitudine di individui che perseguono un qualsiasi fine ( dalla pacifica convivenza all'ottenimento di utili) non si può fare affidamento...


Già: il rapporto tra una moltitudine di individui.
Ti pare che "realisticamente" un piemontese in Piemonte e un siciliano in Sicilia convivano?
Hanno fini in comune?
Cosa li accomuna nella sostanza se non lo stato?
... cui pagare le tasse tanto care a Paxtibi..

Intendiamoci: probabilmente nel caso specifico hai ragione tu, nel senso che una "moltitudine" non si potrebbe coordinare senza una qualche "autorità" (tralasciamo qui il problema rognoso della "imposizione" e del "potere violento") ... ma il problema è: dalla "moltitudine" segue l' "autorità", o piuttosto, dall' "autorità" segue la "moltitudine"?!
(Ehmmm... Non so se è chiaro?... Storicamente non è forse il potere violento ed "espansionistico" a metteere insieme le "moltitudini"? )

Citazione:

pensa ad una società quotata in borsa solamente

Bell'esempio anche quello: degli amministratori che fanno il bello e cattivo tempo con i soldi degli altri...
Esattamente quello che fanno i politici...

prealbeCitazione:

l’importante per me è poter concordare a grandi linee sul fatto che oggi il concetto di autorità gode di un momento di impopolarità (il ‘rifiuto’ del titolo) sostanzialmente irrazionale e preconcetto piuttosto che analitico e ragionato, e trarne qualche deduzione sensata

.... deduzioni sarebbero sensate se almeno fossero sensate e acclarate le premesse...
Ma visto che un sacco di gente ti ha chiesto chiarimenti in merito a tali premesse e le tue risposte mi pare che fossero tutt'altro che analitiche e ragionate.. le deduzioni sensate che si possono fare , quali sono?

PaxtibiCitazione:

Io ti faccio notare che tale autorità, da me – e non solo – non è affatto riconosciuta né tantomeno accettata.

Non solo, Paxtibi e nichilista, c'è anche un'altro ordine di considerazioni:
Può darsi anche il caso che uno riconosca una qualche autorità, ma che questa travalichi i limiti che necessariamente deve avere o che "tradisca" i fini a cui era teoricamente "destinata"...
Insomma ... si può anche accettare che ci sia un'amministratore del condomino... ma se questo si presenta solo farti pagare forzosamente e non ti da nessuna giustificazione delle spese... hai voglia a dire che l'amministratore è incaricato dalla maggioranza!

DorianCitazione:

Autorità e rifiuto dell'autorità sono entrambi necessari l'uno all'altro. L'autorità preserva la società, il rifiuto la fa evolvere.

Sono più o meno d'accordo... (anzi, direi che hai evidenziato un punto importante) indicherei, più in generale, "tradizione" invece di "autorità"...
(riguardo alla risposta di prealbe a te... vale quanto detto prima: i salti mortali solo quando fa comodo! )
_________________
.... ....io non mi definisco affatto volentieri ateo, non più di quanto io sia a-MickeyMouse.
..
(detto, fatto)
Inviato il: 1/4/2007 12:02
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  •  Dorian
      Dorian
Re: Il rifiuto dell’autorità
#101
Dubito ormai di tutto
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Prealbe:

ho scritto:
Autorità e rifiuto dell'autorità sono entrambi necessari l'uno all'altro. L'autorità preserva la società, il rifiuto la fa evolvere.

tu chiedi:
Citazione:
Perché ‘evolvere’? Argomenta.


Temevo che mi chiedessi perchè l'autorità preserverebbe la società: in tal caso avrei dovuto ammettere che non è necessario.

Senza rifiuto della autorità vivremmo ancora come nel medioevo.

Citazione:
Perché? Argomenta.


Mi sembra ovvio: rifiuto della autorità significa rifiutare un modello sociale dunque implica necessariamente una volontà al cambiamento.
Il cambiamento, ovvero l'evoluzione, è a sua volta inevitabile qualora il rifiuto venga effettivamente attuato.

Citazione:
Neanche per sogno. Non puoi cavartela con tre nomi in croce.


Aggiungiamo pure Gesù Cristo?

Citazione:
Ci sono tonnellate di personaggi che hanno contribuito alla crescita culturale senza rifiutare affatto l’autorità.


Portami qualche nome allora..

L'autorità crea la pressione con cui il rifiuto può dar vita a qualcosa di diverso.

Citazione:
Migliore?


TU l'hai detto.

Citazione:
Critica assai sommaria e all’ingrosso. Le tradizioni hanno funzioni assai meno superficiali e sono espressione di identità collettiva.


Meglio ancora: le tradizioni sono identità soprattutto per chi le vuole imporre sulla collettività.

Citazione:
Il confronto con l’attuale, che agli ‘attuali’ (cioè noi) calza meglio per definizione visto che ci stiamo immersi e ne siamo anche il risultato, non è un buon criterio per una valutazione obbiettiva.


Ma che una valutazione obiettiva sia possibile è..

..Citazione:
Tutto da dimostrare


Dunque ogni critica che tu muovessi contro gli attuali modelli sociali sarebbe, ironicamente, un tuo (lecito) rifiuto dell'autorità.

Qualcuno ha rifiutato l'autorità della tradizione. E ha fatto bene.

Citazione:
Tutto da dimostrare.


Come il viceversa.
Ma chi giudica quale modello socio-culturale sia migliore?
Gli "anziani", ancorati alla tradizione, o i giovani, spinti al rifiuto? O ancora: è possibile giudicare obiettivamente?
Inviato il: 1/4/2007 12:03
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#102
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l'unanimità di scelte operate all'interno di una socetà per azioni è solo tra i suoi membri e soci , non di quelli che passono sotto la sede per caso.

Peccato che la "socetà per azioni" sia lievemente differente dall'altra società.

basta che te ne stai sulla tua montagna senza poi venire a bere dalla nostra stessa fonte , e mandare a fanculo chiunque tu non ritenga nelle tue corde.

Seguendo il tuo stesso ragionamento, se Paxtibi fosse proprietario della fonte vi toccherebbe pagarlo per poter bere, e il diritto all'acqua non esisterebbe. Hai da proporre altre innovative modalità per spararti sul piede, oppure questa è sufficiente? Oppure il ragionamento fila solo perché la società è proprietaria di tutto, e bisogna pagare i soldatini in mezzo alla sabbia per poter ottenere l'acqua?
Inviato il: 1/4/2007 12:56
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  •  NERONE
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#103
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Do not feed the TROLL


Spero che questa frase in cubitale di Pikebishop non sia indirizzata a Prealbe.

Non solo non credo sia un troll, ma dal mio modestissimo punto di vista posso solo dire che nelle mie frequentazioni di LC raramente mi è capitato di leggere commenti intelligenti e non solo , anche costruttivi nel ragionamento, coinvolgenti nell'analisi , interessantissimi ed attuali nei contenuti come quelli di Prealbe.

Se qualcuno lo definisce troll, mi auspico una invasione di troll di quella portata culturale.

Se invece l'epiteto "troll" si tira fuori dal cilindro ogni qualvolta l'argomentare altrui non è alla nostra portata.....embe'!


PS: Nichilista siamo in settimana santa, quindi mi auguro che tutto cio' non duri piu' di 3 giorni
Inviato il: 1/4/2007 13:44
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  •  fiammifero
      fiammifero
Re: Il rifiuto dell’autorità
#104
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Citazione:
se tu partecipi attivamente allo sviluppo ed al funzionamento di una QUALSIASI società devi sottostare alle sue regole, altrimenti non ti ci riconosci e non hai voce in capitolo.

fammi capire bene: non decido io quando e dove nascere,mi trovo tutto già fatto,regole comprese, senza il mio permesso ed io devo partecipare attivamente altrimenti sono fuori?
A parte il fatto che chi è dentro è il solito opportunista e lecchino che calpesta le libertà altrui e quindi è autorità e comanda,vuoi dire che miliardi di persone sono fuori anche se producono ed ingrassano chi è dentro?
A me sembrerebbe più complessa la questione.
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Inviato il: 1/4/2007 14:07
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  •  NERONE
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#105
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Perche' ho la sensazione che si stia parlando in due lingue diverse e durante la traduzione c'e' stato un inghippo ?

Fiammifero ti faccio una domanda . Accetti le regole di Luogocomune ?
Luogocomune è un Gruppo Sociale,
Quando ti sei iscritta le regole gia' c'erano, poi col tempo gli utenti sono aumentati e le regole sono aumentate.
Ma sei qui a postare, quindi ne sei consapevole e le accetti.

Credo che il tuo errore sia leggere nelle parole di Nichilista , prealbe e le mie il riferimento a "appartenenza alla societa'" come quella di appartenere a un insieme di Gruppi sociali che insieme formano la societa' globale.

Il discorso era piu' semplice, riconoscersi in una autorita' o rifiutarla non implica riconoscersi nell'autorita' nazionale o mondiale, ma -sic et simpliciter- in una autorita'.
Inviato il: 1/4/2007 14:14
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#106
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Citazione:
Spero che questa frase in cubitale di Pikebishop non sia indirizzata a Prealbe.


Citazione:
nelle mie frequentazioni di LC raramente mi è capitato di leggere commenti intelligenti e non solo , anche costruttivi nel ragionamento, coinvolgenti nell'analisi , interessantissimi ed attuali nei contenuti come quelli di Prealbe.

Meno male per voi che adesso ci saranno i DICO, cosi' potrai avere la sua pensione di reversibilita'.
Citazione:
invece l'epiteto "troll" si tira fuori dal cilindro ogni qualvolta l'argomentare altrui non è alla nostra portata.

No, si tira fuori solo in casi come questo, ad esempio quando un forum viene aperto con la cosciente volonta' di provocare reazioni, dette anche FLAMES, esprimendo pareri non supportati da premesse di alcun tipo allo scopo di contrastare immotivatamente la tesi prevalente del sito (che, NON DIMENTICHIAMOLO, E' CHE LE FIGURE CHE HANNO AUTORITA' CI STIANO USANDO COME BESTIE AL MACELLO, SACRIFICANDO 3000 PERSONE IN UN FALSO ATTENTATO TERRORISTICO E PARECCHIE CENTINAIA DI MIGLIAIA IN UNA OCCUPAZIONE MILITARE GIUSTIFICATA DA MENZOGNE) o di una parte considerevole degli utenti, chiedendo sempre spiegazioni piu' particolareggiate agli altri senza fornirne alcuna in modo da non fare piu' capacitare gli sfortunati lettori di quali siano le posizioni originarie.
Cio' era evidente fin dal primo post e questo era il motivo delle risposte che non lasciavano adito a repliche, da parte mia.

In questo senso, decisamente, Prealbe E' UN TROLL, o se piu' ti piace si sta comportando da tale come minimo dall'apertura di questo forum.

Prima di decidere cosa e' alla portata di chi, cerca di capire cosa succede, sempre che tu non faccia parte della stessa operazione, cosa che francamente ne mi stupirebbe ne mi interesserebbe: i seguaci non contano niente.
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E' dall'uso (mancato) del Congiuntivo, che li riconoscerete.
Inviato il: 1/4/2007 14:29
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#107
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esprimendo pareri non supportati da premesse di alcun tipo allo scopo di contrastare immotivatamente la tesi prevalente del sito (


Non mi pare che il Sito si occupi solo di 11 settembre, a volte si occupa anche del 31 marzo , del 15 gennaio, del 10 agosto....

nel senso che sono aperti in questo sito moltissimi forum di opinione e non solo, in home page si postano articoli di varia natura , dalla politica, al sociale, di natura spiritualistica e medica.

In questa variegata gamma di argomenti trattati da Luogocomune non ero a conoscenza del fatto che esistesse una tesi prevalente

Hai fatto bene a precisarlo.
Quindi le tesi contrastanti la prevalente non sono ben gradite in questo Luogo.

Che dire se non che la tua affermazione mi pare in nettissimo contrasto con "la presentazione del sito?"

Prima di concludere mi piacerebbe molto che tu facessi una deroga alla "tesi del sito" e levassi quella brutta ed inutile frase indirizzata a Prealbe, non per fare un favore a Prealbe , ben inteso, ma per fare un favore a te stesso : la tesi prevalente del sito non credo comprenda scrivere frasi sciocche e provocatorie (non almeno da parte di chi ha sposato la tesi prevalente del sito) ...lascia che a scrivere le stupidita' rimanga chi non ha sposato "la tesi prevalente del sito"... giusto no ?
Inviato il: 1/4/2007 14:43
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#108
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Non mi pare che il Sito si occupi solo di 11 settembre, a volte si occupa anche del 31 marzo , del 15 gennaio, del 10 agosto....

Ho mai nominato una data?
Citazione:
Quindi le tesi contrastanti alla prevalente non sono ben gradite in questo Luogo.

No.
Quelli che sostengono che le autorita' sono benefiche, necessarie e che esista una graduatoria di valore che esula da specifiche cognizioni negli uomini, anche se a me personalmente fanno venire l'orticaria, sono benvenuti, ma a patto che giustifichino la loro posizione e ci chiariscano, tra l'altro, perche' sono venuti a spiegarcelo.
Soddisfacendo questi minimi requisiti, non sono piu' provocatori, bensi' persone che vogliono condividere la propria opinione, per i quali questo sito e' stato creato, indipendentemente dalla tesi che portano
.

Questo NON E' IL CASO IN QUESTIONE ORA.
Citazione:
ma per fare un favore a te stesso

A fare un favore a me stesso ci penso io, o a farmi favori ci pensano i miei amici e tu, chiaramente non sei ne' l'uno ne' l'altro, quindi evita di fare l'astuto, bisogna esserci tagliati.
Se sono intervenuto e' perche' forse non era chiaro a molti con chi si ha a che fare in questa sede, quindi l'ho fatto per spirito di servizio.
Tu i servizi invece li fai solo all'amico del cuore: andate e moltiplicatevi altrove.
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E' dall'uso (mancato) del Congiuntivo, che li riconoscerete.
Inviato il: 1/4/2007 15:03
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  •  Pausania
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#109
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Citazione:
non ero a conoscenza del fatto che esistesse una tesi prevalente

Ecco perché di solito si invita ad informarsi prima di sparare giudizi.
Inviato il: 1/4/2007 15:06
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  •  NERONE
      NERONE
Re: Il rifiuto dell’autorità
#110
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ma a patto che giustifichino la loro posizione e ci chiariscano, tra l'altro, perche' sono venuti a spiegarcelo.


mi stai dicendo che per partecipare ad un forum si richiede una schedatura dell'utente ?


Bene, mettiti bene in mente questo : sono iscritto da moltissimo tempo a questo sito, praticamente l'ho visto nascere.
Al momento dell'iscrizione nessuno mi ha chiesto (oltre alla mail) la mia appartenenza sociale e/o politica.
Nessuno mi ha messo al corrente di "una tesi prevalente del sito".

Non mi e' stato chiesto di "soddisfare minimi requisiti" per esprimere il mio pensiero.

Inoltre nessuno mi ha "mandato" qui e tanto meno faccio da "seguito" a qualcuno, in quanto personalmente non ho nessunissima "tesi prevalente".
Anzi, non ho nessuna tesi.
Ho idee, ho opinioni e le esplicito.

E' vero,non hai nominato una data, era implicita in questa frase :


, SACRIFICANDO 3000 PERSONE IN UN FALSO ATTENTATO TERRORISTICO E PARECCHIE CENTINAIA DI MIGLIAIA IN UNA OCCUPAZIONE MILITARE GIUSTIFICATA DA MENZOGNE


o forse no?


Infine , questo forum sull'autorita' mi interessava moltissimo, c'erano spunti di riflessione e di crescita intellettuale di tutto rispetto. Ci sono entrato con le mie opinioni e leggendo con interesse quelle degli altri, comprese quelle discordanti dalle mie, tutte ,
ma non quelle immotivate.
Ce ne sono state discordanti dalle mie che mi hanno fatto riflettere, la tua no, mi dispiace, ma solo perche' non hai espresso nessuna opinione , hai solo fatto notare che le opinioni contrastanti le tue infrangono le "tesi prevalenti condivise del sito" dando poi una specie di "direttiva d'ufficio" : se vuoi dire qualcosa che si allontana dalla "tesi prevalente del sito" devi farti schedare :
chi sei
che vuoi
chi ti ha mandato
perche' ci sei venuto
ecc ecc

grande delusione !
ok prendo atto
Inviato il: 1/4/2007 15:23
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#111
Sono certo di non sapere
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Citazione:
mi stai dicendo che per partecipare ad un forum si richiede una schedatura dell'utente ?

Classicamente si chiede: "ci fai o ci sei?", ma in questo caso e' chiaro che esserci fino a questo punto e' impossibile, quindi e' chiaro che ci fai. Evita. Come ho detto prima per fare l'astuto bisogna esserci portato. Inoltre schedatura e' una parola che piace a quelli come te.
Citazione:
Ce ne sono state discordanti dalle mie che mi hanno fatto riflettere, la tua no, mi dispiace, ma solo perche' non hai espresso nessuna opinione

E' vero: evito di dare da mangiare ai Trolls quindi, fin dall'inizio ho evitato di partecipare alla farsa.
Citazione:
grande delusione

Oh, seeeeeeeee. Prestami un cleenex
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Inviato il: 1/4/2007 15:33
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  •  nichilista
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#112
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non capisco . mi sorgono dei dubbi.


1) autorità = governo americano o italiano?

prego?! che capacità critica ed analitica!

2) siccome esiste una sfiducia nell'autorità( che ogniuno pare identificare in quello che gli pare) data dagli avvenimenti di quel giorno e dall'implicita "tesi sotenuta", diviene un divieto categorico affrontare l'argomento che sottende il tutto : l'autorità in quanto tale , a meno di non dare le proprie generalità?


3) ma sopratutto : ESISTE UNA "TESI COMUNE"?
no perchè non capisco. ogni tanto mi si dice che non c'è un pensiero comune nel sito e che è solo una piattaforma di confronto di idee eterogenne. poi dopo invece si afferma che "esiste una tesi prevalente" e che bisogna muoversi cautamente per non incorrere nell'ira dei fautori di tale ipotesi.
che poi chi sarebbero ?
e il pensiero comune unito dalla condivisione di quest'unica tesi si risolve solo nella visione degli eventi del 11 9 o si estende, come pare si affermi qui, anche su altri campi del reale ,come quello della politica?
e quali sono le norme cautelative e preventive che dovremmo adottare noi dissidenti?
non capisco (son socialista e ambientalista,mi perdonerete )




vorrei poi solo farti notare ,amico pike che il discorso è andato avanti egregiamente per ben 5 pagine dopo u piccolo stallo iniziale, senza incorre nei flames da te prospettati , tra detentori di diverse opinioni come me, franco8, prealbe, fiammifero, dorian, nerone...
poi guardacaso, puntuali come la morte siete arrivati tu e pax che rispettivamente vi siete espressi con un proclama perentorio "don't feed the troll" (chi?) e con l'annuccio che ogni pensiero , anche ben argomentato, divergente da quelli che sono orami i "valori condivisi del sito" sarà passibile di fanculizzazione.
al che si è aggiunto una specie di lamento greco su costrizioni ed imposizioni non ben specificate con le quali vi affliggeremmo ( ma che cazzo me ne frega a me, non si sa)nelle vostre vite libere da raminghi della rete
infine si è categoricamente decretato che ogni replica a tale comportamento sarà considerrata un normale sfoggio di vittimismo e un classico esempio di deficit argomentativo ( eloquente il tuo ultimo post dove ti limiti a scimmiottare comportamenti che solo tu ravvisi in altri utenti). argomenti che però sono affluiti senza sosta stranamente fino al tuo (chiaramente sempre in compagnia del fidato) provvidenzialeintervento.chissà come mai?

comincia a questo punto anche a me a sorgere la volonta di esprimere un mio
don't feed the troll


ma il mio innato sentimento pluralista e democratico( blea!che schifo, LINUCS facci un megapost su questa mia parola per favore)me lo impedisce.

ora possiamo continuare a parlare di internet, bertinotti , autorità, israele , 11 settembre, politica americana , o dobbiamo passare il vaglio preventivo della "visione luogocomuncentrica" e magari il solito valzer di insulti non tanto velati?


mmmm mi ricorda qualcosa
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"Questa istanza può tuttavia dar luogo ad un’altra
convinzione ERRONEA, la seconda e più rilevante
opinione di cui occorre sbarazzarsi. Essa può
denominarsi TEORIA SOCIALE DELLA COSPIRAZIONE." K.POPPER
Inviato il: 1/4/2007 16:04
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  •  prealbe
      prealbe
Re: Il rifiuto dell’autorità
#113
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Che palle!!! (Oops! Si potrà dire “Che palle!!!” nel rispetto della “tesi prevalente”?)

Bene.

Ringrazio del gentile interesse per la mia personcina. Sono quasi commosso. E anche indifferente, per la verità.

Però questo 3D possiede un titolo. Chi va volontariamente OT, forse lui sta facendo un po’ il troll?

Comunque, mi cito:
Citazione:
Non ho intenzione di dibattere altro che non riguardi il titolo della discussione.


E cito anche il buon vecchio Pike:
Citazione:
Do not feed the TROLL


Basta poco, che ce vò?


Prealbe
Inviato il: 1/4/2007 16:12
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  •  NERONE
      NERONE
Re: Il rifiuto dell’autorità
#114
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Prealbe :

Non ho intenzione di dibattere altro che non riguardi il titolo della discussione.



Presente !
Inviato il: 1/4/2007 16:18
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  •  nichilista
      nichilista
Re: Il rifiuto dell’autorità
#115
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AUTORIMOSSO IN QUANTO "CAZZATA"
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"Questa istanza può tuttavia dar luogo ad un’altra
convinzione ERRONEA, la seconda e più rilevante
opinione di cui occorre sbarazzarsi. Essa può
denominarsi TEORIA SOCIALE DELLA COSPIRAZIONE." K.POPPER
Inviato il: 1/4/2007 16:21
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#116
Sono certo di non sapere
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Da Sud Europa
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Direi che chiariti alcuni disguidi si può proseguire ora nella discussione, per coloro ovviamente che abbiano interesse nel farlo.

Chi trova degno di approfondimento l'argomento non deve fare altro che continuare a discutere del tema proposto.

Rinnovo l'invito ad evitare ogni forma di giudizio personale, chi non condivide le modalità della discussione può astenersi, senza problemi.
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-o- Ama e fa' ciò che vuoi -o-
Inviato il: 1/4/2007 16:55
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  •  NERONE
      NERONE
Re: Il rifiuto dell’autorità
#117
Mi sento vacillare
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Proseguendo la discussione laddove era stata interrotta , mi piacerebbe sottoporre questa analisi (di non ricordo chi) sulla rivendicazione dell’autonomia razionale dell’individuo mediante la critica di qualunque forma di autorita’ interna alla societa’ civile. Una teoria di natura liberale e libertaria che nell’insieme rivendica una societa’ “senza padre” , sottoponendo all’intervento amministrativo il compito di risolvere i problemi della societa’ civile .
Puo’ lo Stato , senza incorrere nel permissivismo , sostituire l’autorevolezza e la responsabilita’ genitoriale ?
Inviato il: 1/4/2007 21:52
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  •  fiammifero
      fiammifero
Re: Il rifiuto dell’autorità
#118
Sono certo di non sapere
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Citazione:

NERONE ha scritto:

Fiammifero ti faccio una domanda . Accetti le regole di Luogocomune ?
Luogocomune è un Gruppo Sociale,

-virtuale aggiungerei
Quando ti sei iscritta le regole gia' c'erano, poi col tempo gli utenti sono aumentati e le regole sono aumentate.

-L'ho scelto io,non mi sono state imposte dalla nascita,leggerissima differenza

Ma sei qui a postare, quindi ne sei consapevole e le accetti.
-ma sò anche che me ne posso anche andare e non mi cambia la vita .
Non è calzante come esempio,converrai!

Credo che il tuo errore sia leggere nelle parole di Nichilista , prealbe e le mie il riferimento a "appartenenza alla societa'" come quella di appartenere a un insieme di Gruppi sociali che insieme formano la societa' globale.
-Affatto,la società in cui sono costretta a vivere ha regole da me non condivise e se me ne voglio andare le trovo da altri parti a meno che non vada a vivere su un'isola.

Il discorso era piu' semplice, riconoscersi in una autorita' o rifiutarla non implica riconoscersi nell'autorita' nazionale o mondiale, ma -sic et simpliciter- in una autorita'.


A che titolo la devo riconoscere? esiste ma non l'accetto,sono costretta a subirla nelle sue varie sfaccettature ma non mi omologo e soprattutto cerco di sbattermene il più possibile rimanendone incolume prendendo quello che più mi conviene.
Anche l'opinione della maggioranza è un'autorevole autorità con cui non mi riconosco,anche le tradizioni ma le sfrutto per un giorno di "festa" non lavorativo,il luminare medico lo prendo in considerazione solo se ho trovato conferme in più di quattro specialisti,non mi ci affido a corpo morto,così come prima di formarmi un giudizio ingago,studio,leggo,sviscero l'argomento e poi traggo delle conclusioni,sia sulle persone che sui fatti,chi riconosce l'autorità non lo fà,a quel che mi risulta,chiamala superbia,scetticismo,cinismo ma non ho mai dato niente per scontato e quelle poche volte che l'ho fatto ci sono rimasta fregata.
meglio sbagliare da soli assumendosene la responsabilità,che sbagliare per l'autorità di altri.
_________________
Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Inviato il: 1/4/2007 23:47
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  •  prealbe
      prealbe
Re: Il rifiuto dell’autorità
#119
Mi sento vacillare
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Scusate, ho avuto un week end un po’ pieno.

Dove eravamo rimasti? Ah, si. Dorian (post #101)

Citazione:
Mi sembra ovvio: rifiuto della autorità significa rifiutare un modello sociale dunque implica necessariamente una volontà al cambiamento.

No, proprio no. “Rifiuto della autorità” significa “rifiuto della autorità” e, soprattutto se si tratta di un rigetto a priori di tipo prevalentemente emotivo (come oggi è), non implica affatto automaticamente alcuna volontà al cambiamento intesa come movimento affermativo e propositivo ma si limita nella maggior parte dei casi a manifestarsi come pura e semplice opposizione di principio, priva di fini diversi dall’esprimere sé stessa ad ogni occasione. E ciò non sorprende (almeno il sottoscritto ), perché mancando al ‘rifiuto’ la parte analitica e ‘ragionata’ mancano anche la consapevolezza e la lucidità che sono necessarie per formulare un’alternativa concreta. E infatti la confusione di idee regna sovrana, insieme ad una enfasi emotiva spesso assolutamente sproporzionata al contesto (su questo non voglio fare riferimenti precisi ma credo che tutti i lettori assidui del 3D possano capire cosa intendo).

Citazione:
Il cambiamento, ovvero l'evoluzione, è a sua volta inevitabile qualora il rifiuto venga effettivamente attuato.

Il cambiamento NON E’ ASSOLUTAMENTE sinonimo di evoluzione, se a quest’ultima (e per questo avevo chiesto un approfondimento sul senso del termine, purtroppo non ottenendolo) si intenda attribuire il senso ‘migliorativo’ che normalmente veicola; un cambiamento può naturalmente anche essere neutro o addirittura peggiorativo (‘involutivo’).

E siccome le due frasi riportate volevano argomentare l’affermazione:
Citazione:
Senza rifiuto della autorità vivremmo ancora come nel medioevo.

ponendo quindi che il “rifiuto dell’autorità” in sé stesso sia stato il “motore” del superamento “evolutivo” del Medioevo, mi pare che il bersaglio non sia stato centrato.

E tra l’altro mi sfugge profondamente perché un sistema sociale stabile (non ‘statico’) e rispettoso dell’autorità non potrebbe comunque evolvere; perché mai esso dovrebbe essere refrattario al cambiamento inteso come crescita e sviluppo di sé. Mah. Boh. Chissà.

Citazione:
Aggiungiamo pure Gesù Cristo?

Gesù Cristo quello che *rifiutava l’autorità* dicendo “Date a Cesare quel che è di Cesare.”? Quello lì?

Citazione:
Portami qualche nome allora..

Non ritengo seria la proposta, Dorian.

Citazione:
TU l'hai detto.

Qui non ritengo seria la risposta.

Citazione:
Meglio ancora: le tradizioni sono identità soprattutto per chi le vuole imporre sulla collettività.

Quando dici “chi le vuole imporre sulla collettività” mi piacerebbe proprio che esplicitassi più precisamente quali sono queste “entità” che hai in mente, altrimenti risponderti adeguatamente è impossibile.

Citazione:
Ma che una valutazione obiettiva sia possibile è... -citazione- Tutto da dimostrare

Questo mi pare un gioco (giochetto) dialettico e nient’altro.
Citazione:
Dunque ogni critica che tu muovessi contro gli attuali modelli sociali sarebbe, ironicamente, un tuo (lecito) rifiuto dell'autorità.

Non si sta parlando di UN’autorità (questa, quella o quell’altra) ma DELL’autorità come concetto.

Citazione:
Come il viceversa.

Che però io NON sostengo indiscriminatamente. Qualcuno avrà fatto bene e qualcuno avrà fatto male: dipende dalla specifica situazione e dalle specifiche motivazioni.

Citazione:
Ma chi giudica quale modello socio-culturale sia migliore?

Questa domanda non mi giunge nuova.

Citazione:
Gli "anziani", ancorati alla tradizione, o i giovani, spinti al rifiuto? O ancora: è possibile giudicare obiettivamente?

A parte che dai per scontata la contrapposizione tra le due categorie e che le due categorie sono definite all’”ingrosso”, si, è possibilissimo; non è facile (anzi è certamente complesso), non è raggiungibile l’oggettività ma è possibile: perché no?


Prealbe
Inviato il: 1/4/2007 23:51
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  •  Dorian
      Dorian
Re: Il rifiuto dell’autorità
#120
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 23/1/2007
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Prealbe:

Citazione:
No, proprio no. “Rifiuto della autorità” significa “rifiuto della autorità” e, soprattutto se si tratta di un rigetto a priori di tipo prevalentemente emotivo (come oggi è), non implica affatto automaticamente alcuna volontà al cambiamento intesa come movimento affermativo e propositivo ma si limita nella maggior parte dei casi a manifestarsi come pura e semplice opposizione di principio, priva di fini diversi dall’esprimere sé stessa ad ogni occasione.


1. Il rifiuto della autorità, anche se emotivo, rappresenta una volontà di comportarsi o agire diversamente da come l'autorità vuole. Altrimenti, se manca anche la volontà, non esiste rifiuto.

2. Se alla volontà segue una azione pratica è inevitabile che vi sia un cambiamento: magari non di tutta la società ma di una parte di essa (ovvero quella che ha operato la scelta).

Citazione:
E ciò non sorprende (almeno il sottoscritto ), perché mancando al ‘rifiuto’ la parte analitica e ‘ragionata’ mancano anche la consapevolezza e la lucidità che sono necessarie per formulare un’alternativa concreta.


Cosa vuol dire che al rifiuto della autorità manca la parte analitica e ragionata?
Forse che una donna che si prende(va) randellate sulla schiena da un marito ubriaco, e vorrebbe opporre un rifiuto alla convivenza con un tale animale, mancherebbe un pensiero analitico e razionale?
Ma per l'autorità, fino a poco tempo fa, il divorzio era vietato. Per legge.
Galileo non ha opposto un rifiuto razionale alla autorità papale?

Citazione:
Il cambiamento NON E’ ASSOLUTAMENTE sinonimo di evoluzione, se a quest’ultima (e per questo avevo chiesto un approfondimento sul senso del termine, purtroppo non ottenendolo) si intenda attribuire il senso ‘migliorativo’ che normalmente veicola; un cambiamento può naturalmente anche essere neutro o addirittura peggiorativo (‘involutivo’).


Evoluzione è sinonimo di cambiamento. Punto.
Miglioramento o peggioramento è, come abbiamo già avuto modo di osservare, un giudizio soggettivo

Citazione:
ponendo quindi che il “rifiuto dell’autorità” in sé stesso sia stato il “motore” del superamento “evolutivo” del Medioevo, mi pare che il bersaglio non sia stato centrato.


E invece segue necessariamente perchè i cambiamenti (almeno a livello sociale, scientifico e culturale... meno per quello politico) sono continui rifiuti dell'autorità precedente. Se così non fosse lo stato precedente verrebbe conservato e quindi non vi sarebbe cambiamento. Lo dice il termine stesso: "stato".

Citazione:
E tra l’altro mi sfugge profondamente perché un sistema sociale stabile (non ‘statico’) e rispettoso dell’autorità non potrebbe comunque evolvere; perché mai esso dovrebbe essere refrattario al cambiamento inteso come crescita e sviluppo di sé. Mah. Boh. Chissà.


Te lo spiego in due parole: perchè nel cambiamento, l'autorità precedente se la prende sempre in culo.
Pensi che la Chiesa non sapesse, forse anche meglio di Galileo, che la terra era tonda e girava attorno al sole?

Uno stato sociale si basa su un insieme di regole scritte e non scritte: cambiamento significa cambiare queste regole. Ovvio.
Ma queste regole, poichè servono a determinare la stabilità anche dell'autorità, non possono essere cambiate da questa (a meno che non voglia suicidarsi).
Ne consegue che l'unico modo per cambiare le regole è dal basso ovvero il rifiuto dell'autorità (dunque delle regole che questa impone) è reso, di fatto, necessario.

Citazione:
Gesù Cristo quello che *rifiutava l’autorità* dicendo “Date a Cesare quel che è di Cesare.”? Quello lì?


Proprio quello lì! Conosci altri Gesù Cristi?

Secondo te Gesù Cristo, che predicava l'uguaglianza (e la superiorità morale dei deboli) in un mondo basato sulla schiavitù, non era rivoluzionario?

E questa te la sei andata a cercare tu

Dio o Cesare? Il dovere della disobbedienza civile

Vuol dire anche: rispedire al mittente la moneta imposta dal governo pagano. La moneta appartiene a Cesare che esercita il signoraggio? Ridategliela! Più chiaro di così..

Citazione:
Quando dici “chi le vuole imporre sulla collettività” mi piacerebbe proprio che esplicitassi più precisamente quali sono queste “entità” che hai in mente, altrimenti risponderti adeguatamente è impossibile.


Eh no! Prima tu devi esplicitare chi sia l'autorità. E solo allora ti dirò chi sono queste "entità".

Citazione:
Questo mi pare un gioco (giochetto) dialettico e nient’altro.


E' quello che hai detto tu. Una valutazione obiettiva della bontà di uno stato sociale rispetto a uno preesistente è impossibile perchè i giudici, cioè noi, ci siamo immersi .

Citazione:
Non si sta parlando di UN’autorità (questa, quella o quell’altra) ma DELL’autorità come concetto.


E cosa vuol dire: autorità come concetto?
Se l'autorità non impone le regole ma queste vengono rispettate senza alcuna imposizione allora l'autorità non è tale. Autorità e regole sono due cose diverse.
Ci possono essere regole rispettate senza bisogno di autorità.

Citazione:
A parte che dai per scontata la contrapposizione tra le due categorie e che le due categorie sono definite all’”ingrosso”


Se non ti piace il termine "anziani" chiamiamoli "conservatori" e i giovani "progressisti" (per carità.. privando tali termini di connotazioni politiche o anagrafiche).

Citazione:
si, è possibilissimo; non è facile (anzi è certamente complesso), non è raggiungibile l’oggettività ma è possibile: perché no?


E come fai a dire se cent'anni fa la gente fosse più o meno felice di adesso? Già ci vuole tutta a dirlo di noi stessi... figuriamoci di "altri" vissuti in altre epoche.
Inviato il: 2/4/2007 0:43
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