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Indice del forum Luogocomune
   Sardegna
  Difendiamo il Piano Paesaggistico Regionale !!!

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  •  yuza
      yuza
Difendiamo il Piano Paesaggistico Regionale !!!
#1
So tutto
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Gentilissimo Sig. Luogocomune.net

Le scrivo la presente per domandare aiuto per la mia terra, la Sardegna.
C'è bisogno di un sito web come lei visto che giornalisti, intellettuali e uomini di cultura e di buon senso si sono estinti e noi giovani siamo ormai diventati adolescenti cronici e senza potere sul nostro futuro.
Sono rimasti solo i politici sopravalutati (Cossiga su tutti) e gli squali. Un tempo forse siamo stati una popolazione fiera e dignitosa, un tempo forse.
Oggi siamo schiavi dell’incompetenza e dell’affarismo.
Le chiedo in un modo molto semplice una sola cosa: parli del PPR (Piano Paesaggistico Regionale), di quel miracolo legislativo che impedirà da oggi in poi ad ogni “homo sapiens” di mettere un solo mattone entro due chilometri nella fascia costiera della Sardegna.
“Lesa maestà”. Questo è il delitto che ha compiuto la giunta regionale sarda ed il suo presidente Renato Soru emanando il provvedimento.
Il testo dice sostanzialmente una cosa fondamentale e sacrosanta: fatto salvo ciò che è già stato costruito (che, mi creda, è tantissimo), non si potrà più inquinare il paesaggio delle coste sarde con opere umane, perché il territorio appartiene ai sardi di oggi come a quelli di domani, senza eccezioni. Ma stabilisce anche un’altra cosa altrettanto importante: vista la ricattabilità dei sindaci delle piccole realtà costiere sarde di fronte a certi interessi e vista la loro poca lungimiranza, avoca alla Regione molte competenze sul paesaggio, prima fra tutte la possibilità (esclusa o quasi, se non in particolarissime circostanze) di costruire nella fascia costiera. Laddove la natura è integra non si può far nulla, dove è stato fatto qualcosa (si legga abusivismo edilizio) è possibile completare con un piano che preveda servizi, visto che l’abusivismo edilizio è quasi totalmente residenziale.
Questa legge inoltre sancisce un principio fondamentale: le generazioni presenti non possono utilizzare un bene che non gli appartiene, l'ambiente ed il paesaggio sono parte inalienabile dell’essere sardi.
Eppure c'era e c'è ancora chi sogna un futuro ed un presente prossimo molto diversi per le coste (e per la società) sarde. Vorrebbero far passare l'idea che è incivile non mettere mattoni, che mio nonno con il suo non costruire sulle spiagge e sulle coste e sulle bellezze naturali in genere era solo un rozzo ed un incolto troglodita che non si rendeva conto di che razza di bene si trovasse per le mani: lui era civile, perché ha permesso a suo nipote di poter godere delle stesse sue gioie.
Nel mentre i sindaci di Olbia, Arzachena, Alghero, Castelsardo e di tantissimi altri comuni costieri strepitano perché è stata loro sottratta la gallina dalle uova d’oro. Ci terrei a farle presente che alcuni di questi signori sono intimi amici di uomini eminenti della società civile italiana del calibro di Briatore, Lele Mora e del Sig. Berlusconi.
Il mondo è capovolto Sig. Luogocomune.net, mi sembra tutto un enorme e grottesca pantomima.
Ma bando alle ciance. Parliamo di fatti.
Il Sig.Berlusconi (e basta con questo bavoso appellativo di Presidente!) e tanti suoi epigoni continentali si preparavano a fare delle coste sarde la nuova frontiera del mattone italico.
Il Progetto del Master Plan di Costa Turchese (un esempio tra i tanti) prevedeva 525.000 metri cubi di cemento su 450 ettari, 385 ville, due alberghi da 400 posti letto, 995 appartamenti in residence, 120 in multiproprietà, 30 negozi, 1 centro commerciale, 1 campo da golf e 400 posti barca in un porticciolo ricavato da una zona costiera umida “bonificata” apposta per l’occasione (perché l’uomo “bonifica” la natura, mica la violenta).

Questi sono i numeri di un vero e proprio scempio ambientale che si sarebbe dovuto realizzare nel prossimo futuro lungo uno dei tratti più belli della costa orientale della Sardegna, il tratto meridionale del Golfo di Olbia.
Il progetto "Costa Turchese" fu presentato dalla Finedim appartenente al gruppo Fininvest e gestita da Marina Berlusconi.
Ma questo è solo un esempio dei tanti interessi che si è andati a colpire. Immagini le coste della Sardegna (centinaia e centinaia di Km vergini pronti alla speculazione) e si renderà conto di cosa si stava preparando.
La posta in gioco è immensa, mi creda.
Qui siamo al livello di TAV e di Fiera di Milano!! Sono in ballo beni ed investimenti per miliardi di euro: prima hanno fatto incetta di terreni liberi sulla costa per quattro soldi e adesso sono pronti a costruire milioni di metri cubi di cemento per regalare il sogno ad ogni uomo moderno e civile che si rispetti: la multiproprietà in Sardegna con in omaggio un biglietto per il Billionare!
Le citerò solo altri tre casi emblematici.
La mancata speculazione di Is Arenas sulla quale può consultare tutti i dettagli sul sito www.verdinrete.it/oristano/dossier.htm
Un progetto recentissimo di Giorgio Mazzella (presidente del CIS –Credito Industriale Sardo, uomo vicino alla sinistra) per un immensa colata di cemento in Ogliastra. Di fronte alle numerose proteste si accampa solamente la solita scusa dei posti di lavoro; 200 posti di lavoro per qualche anno (il solito piatto di lenticchie) e tutti i sardi si giocano ettari di paradiso per sempre, in secula seculorum, amen.
Naturalmente i sindaci della zona sono dalla parte di Mazzella e per loro il progetto è fattibile anzi, auspicabile.
Questa di Mazzella è una notizia fresca, su cui può trovare maggiori particolari nella cronaca locale dell’ultimo mese: la Regione è riuscita a bloccarlo temporaneamente, malgrado l’incessante attacco mediatico da parte, soprattutto, dell’Unione Sarda il più importante quotidiano dell’isola (una delle più radicate abitudini di ogni sardo è aprire l’Unione Sarda la mattina e vedere cosa è successo nella propria terra).
Gradirei ricordarle che il quotidiano è di proprietà dell’immobiliarista Sergio Zuncheddu, socio de “Il Foglio” (il giornale di Giuliano Ferrara) e a quanto pare (vox populi), ma di questo non si può essere sicuri, prestanome di Berlusconi in importanti operazioni immobiliari.
Il Sig. Zuncheddu, inoltre, è protagonista della speculazione mancata di Porto Giunco a Villasimius, una vicenda emblematica della concezione liberale e progressista del territorio e del paesaggio tipica di una certa borghesia produttiva italiana.
Le sta tentando tutte attraverso il suo giornale per mettere i bastoni fra le ruote a questa giunta e per farsi dare il via libera alla costruzione di ciò che gli è già stato approvato (abusivismo a norma legge delle passate amministrazioni) ma che l’istituzione del Parco geo-marino di Villasimius prima ed il Piano Paesaggistico Regionale poi hanno cassato inesorabilmente. Dalle pagine del suo giornale si accampano pretestuosi principi (lavoro, sviluppo, modernità: lenticchie, lenticchie ed ancora lenticchie!) per portare avanti una campagna stampa piena di livore e grettezza con il solo obiettivo di modificare il PPR. Quello di cui le parlo è storia, cronaca, realtà dei fatti e non fantascienza televisiva in diretta dall’Honduras.
Per la farla breve Sig. Luogocomune.net, milioni di metri cubi di cemento si sarebbero dovuti abbattere (e si potrebbero ancora abbattere, se certe cose non vengono gridate ai quattro venti) sulle nostre coste per costruire seconde case per gli affezionati di Milano 2, terze case per gli imprenditori del Triveneto con la licenza media e tanti piccoli Billionare per lo stuolo degli ectoplasmi televisivi che affollano le telecamere di Cologno Monzese, e casomai tanti porticcioli per le imbarcazioni dei nuovi ricchi del miracolo italiano per cui è d’obbligo, appena fatti quattro soldi, farsi la barca e venire in Sardegna, con il risultato che le spiagge sarde anno dopo anno sono sempre più assediate da migliaia di imbarcazioni; più se ne vendono al salone nautico di Genova, più vengono d’estate a rompere i maroni in Sardegna.
Che dobbiamo fare noi Sardi? Ci dobbiamo comprare tutti un camion con il rimorchio e andare a farci quattro vasche in centro a Milano?
Le cito un ultimo esempio del grottesco a cui siamo arrivati. Nel 2005 destò enorme scalpore la morte in mare di una donna americana nelle coste nordorientali dell’isola, travolta da un motoscafo.
Un giorno questa poveretta, attraccata col proprio Yacht in rada, vede la barca di altri suoi amici, pensa di raggiungerli a nuoto e si tuffa. Nel tratto di mare sottocosta affollato da tantissime altre imbarcazioni viene travolta dal motoscafo di servizio di un altro yacht che, come il suo, ormeggiava in rada: a quanto pare quella che sembrava un’anonima cittadina americana era figlia di e moglie di, insomma apriti cielo! un casino che non finisce più, polemiche a non finire.
Intervistato sull’accaduto l’americano Tom Barrack (il nuovo patron della Costa Smeralda) dichiara che fatti del genere non si sarebbero più dovuti ripetere e che per risolvere definitivamente il problema si sarebbe dovuta impedire la balneazione in quel tratto di mare per impedire altri incidenti.
Impedire la balneazione!?!?!?! Non sono le barche che devono andare fuori dai maroni, ma i bagnanti. Il mondo alla rovescia.
Sig. Luogocomune.net le chiedo solo di dare risalto all’argomento coste in Sardegna: i ricchi (e gli aspiranti tali) che hanno il potere ed i media non vogliono rassegnarsi, faranno di tutto per modificare il PPR. Pensi che nessuno ha detto che questa estate, l’agenzia Onu per le coste del Mediterraneo ha invitato ufficialmente tutti gli stati rivieraschi a seguire l’esempio della nostra piccola isola: secondo studi di settore citati dalla stessa agenzia se così non si facesse entro 40 anni il mare di Ulisse sparirà.
E che gli insegneremo ai nostri ragazzi?
Economia aziendale e tecniche di comunicazione al posto di Omero?
Un caro saluto, Yuza delle nuvole.
Inviato il: 26/11/2006 11:15
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  •  nettunio
      nettunio
Re: Difendiamo il Piano Paesaggistico Regionale !!!
#2
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 25/5/2006
Da dall'Isola nell'Isola
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Ciao yuza ben venuto su LC, condivido tutto quello che hai scritto e ti sono vicino!!



(il segmento rappresenta una distanza di 600 metri)



Questa foto è un esempio di quello che tu dici: l’abusivismo nella località Lido di Orrì nel comune di Tortolì. Questo testimonia l’incapacità di tutte le amministrazioni Tortoliesi, che nel tempo si sono succedute, nel controllo del territorio!!, ma più di tutto testimonia l’ignoranza e il menefreghismo di quelle persone, con la complicità di imprenditori senza scrupolo, che pur di aver la loro seconda casa al mare violentano e distruggono la natura infischiandosene di tutto e di tutti.
Inviato il: 26/11/2006 14:41
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  •  yuza
      yuza
Berlusconi ricorre al TAR contro il Piano Paesaggisto Regionale della Sardegna
#3
So tutto
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BERLUSCONI RICORRE AL TAR PER COSTA TURCHESE

Dall'Unione Sarda del 28/11/2006

Adesso i dettagli sono noti. E' una querelle in tre punti, quella aperta dall'Edilizia Alta Italia contro il PPR. Una battaglia giudiziaria tra la famiglia Berlusconi e la giunta Soru per i volumi di Costa Turchese progetto da 278 mila metri cubi a sud di olbia, ex-zona F (turistica).
Il PPR li ha bloccati e la società del gruppo Fininvest ha presentato ricorso, uno dei 400 arrivati all'ufficio notifiche dalla Corte d'Appello di Cagliari. Passaggio formale prima di atterrare al tribunale amministrativo che dovrà decidere sulla legittimità o meno del Piano.
Da via Paleocapa - Milano, civico 3, sede legale di Fininvest - al TAR. Perchè Costa Turchese, fermata dal Piano Paesaggistico attende il via libera dal 1981, quando i 4 ettari e mezzo a sud di Olbia erano ancora in mano alla Edilnord Progetti (diventata nel 1991 Finanziaria Alta Italia, poi Edilizia Alta Italia quattro anni dopo.). La società presieduta dalla figlia dell'ex-premier, Marina Berlusconi, contesta intanto l'iter di approvazione seguito dall'esucutivo regionale. "La Giunta ha varato il PPR senza averne le competenze per farlo" si legge nel ricorso. Ovvero i poteri pianificatori "di cui è titolare il Consiglio regionale, ma l'esecutivo Soru ha avocato a se con l'approvazione del decreto salvacoste (il 10 agosto 2004 nella fascia dei 2 kilometri dal mare scattò lo stop alle cubature").
Nel mirino dei legali milanesi (forse la solita coppia Ghedini-Pecorella?ndYuza) c'è anche il mancato rispetto delle modifiche al Titolo V della Costituzione. Una riforma che riconosce l'autonomia degli enti locali. E' scritto nel ricorso " di fatto, il PPR ha sancito l'esclusione dei comuni dalla pianificazione".
Resta da capire se l'Edilizia alta Italia chiederà pure il risarcimento dei danni. Il riferimento alla "totale paralisidell'attività edilizia" ricorre più di una volta nelle ottanta pagine spedite al TAR dagli avvocato Fininvest Di certo c'è che Costa Turchese valeva 2 miliono di metri cubi 25 anni fa. L'ultimo taglio ai volumi è del dicembre 2003.


Vi ricordo innanzi tutto che il Piano Paesaggistico Regionale (e prima di lui il decreto salvacoste del 2004) bloccava le costruzioni entro la fascia dei 2 kilometri dal mare laddove i comuni non avessero ancora approvato il PUC (piano urbanistico comunale).
La mia città, Quartu S.E. ha il Puc dalla fine degli anni '60. Il PUC, per fare esempio, è quello strumento urbanistico che permette di far sapere a colui il quale compra un terreno che tipo di terreno và a comperare: se in zona turistica, agricola, residenziale, servizi et cetera e da questa, ovviamente, valutarne il valore. Ad Olbia (cito Olbia per non dire Alghero o Castelsardo o san Teodoro e tanti altri comuni costieri) accadeva che chi comperava un terreno non sapeva cosa andava a comperare. Solo terreno. Sucessivamente andava in comune e se si chiamava Berlusconi o Briatore gli davano la possibilità di costruire, se invece si chiamava Porcu o Pibiri (cosa molto diffusa in Sardegna) gli dicevano che quel terreno era agricolo e non poteva metterci neppure un mattone. Quindi poteva capitare che il signor Pibiri o il signor Porcu capito di avere compraco un "pacco" cercassero di rifilarlo a qualcun altro, anche a prezzo inferiore. Capitava anche che il signor Berlusconi (o Briatore) acquistasse dal signor Porcu un terreno (agricolo, così almeno dicevano in comune a Olbia) e che quel terreno qualche mese dopo divenisse per chissà quali motivazioni urbanistiche un terreno edificabile.
QUANTI SARDI HANNO FREGATO IN QUESTO MODO

DIFENDIAMO IL NOSTRO FUTURO DAL MATTONE E DAL BILLIONARE
Inviato il: 28/11/2006 21:44
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  •  yuza
      yuza
Re: Berlusconi ricorre al TAR contro il Piano Paesaggisto Regionale della Sardegna
#4
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ENNESIMO ATTACCO DELL'UNIONE SARDA ALLA GIUNTA SORU

Dal'Unione sarda del 30/11/2006 pagina 5

Un calo del 16 per cento degli attracchi dalla scorsa estate
Un indagine di Confindustria conferma il flop delle tasse sugli yatch

Cambiando il numero dei porti il risultato non cambia. In questo caso il prodotto è dato dal numero degli attracchi nei porti sardi: non solo quelli che fanno capo alla "Rete dei porti", ma quarantadue strutture che lungo tutte le coste dell'isola ospitano imbarcazioni da diporto. E il numero delle barche che la scorsa estate ha scelto i porti sardi per le vacanze è calato drasticamente ripsetto al 2005.
Un calo del 16,3% se si considerano soltanto le imbarcazioni con una lunghezza tra i 14 e 20 metri. Segno che l'imposta regionale sugli yatch voluta dal governatore Renato Soru, ha provocato un calo del turismo nautico in Sardegna. E non solo dei maxiyatch, la cui flessione è contenuta.
I NUMERI. L'indagine è stata realizzata dall'Osservatorio dell'Associazione industriali delle provincie della Sardegna meridionale. I ricercatori di Confindustria, infatti, hanno raccolto i dati in maniera capillare, delineando anche una fotografia dei flussi turistici durante l'estate. Hanno risposto alle domande ricvolte loro dai funzionari di Confindustria i responsabili di 42 porti sardi, che rappresentano 11.100 posti barca. Complessivamente, nel periodo compreso tra giugno e sttembre del 2006, nei porti sardi si è registrato un calo, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, del 16,3% dei transiti di imbarcazioni tra i 14 e i 19,99 metri, e del 2,8% delle imbarcazioni più grandi. La flessione generale è stata invece del 5,4%. Un calo più sensibile si registra, rileva Confindustria, nel Sud Srdegna. Sempre nello stesso periodo, nei porti meridionale dell'isola, il numero di imbarcazioni di lunghezza compresa tra i 14 e i 19,99 metri è calato del 17,2, quello delle barche di lunghezza superiore del 35,3% e il numero totale è calato del 10,3%.
Il calo inoltre del periodo giugno settembre 2006, ha interessato anche le imbarcazioni di lunghezza inferiore ai 14 metri: il calo è del 2,3% nell'intera regione e del 13,4% nel solo sud Sardegna. Segno che l'effetto psicologico e le proteste anche alle riviste specializzate nella nautica hanno avuto un riflesso negativo anche per le piccole barche.
L'ANALISI. I dati sono basati su un campione significativo e tra questi ci sono i più importanti porti della sardegna, rileva Alberto Scanu, vicepresidente della Confindustria cagliaritana, gli effetti di questa imposta potrebbero vedersi sul lungo periodo, anche se per ora si conferma quanto abbiamo sostenuto nel momento incui si chiedeva di non approvare la normativa: da qui la richiesta di modificare la legge. Sul piano paesaggistico la Confindustria ha ricorso al TAR, " ma preferiamo arrivare ad una modifica piuttosto che seguira la starda dei ricorsi".
COME AL SOLITO L'UNIONE SARDA FALSA LA REALTA'
Intanto i numeri non ci sono: si parla di percentuali a caso senza citare nessun numero effettivo (ci si aggrappa ai numeri come un ubriaco farebbe coi lampioni come disse sonnolenza-Prodi a Berlusconi). NIENTE DI NIENTE, nemmeno l'ombra di un numero, si dice solo il 2% del 25% sul 45% ... bla-bla-bla-bla ... questo articolo di scientifico non ha nulla riguardo numeri e statistiche.
Inoltre è tendenzioso, spudoratamente tendenzioso, rileggiamo insieme la frase ,Il calo inoltre del periodo giugno settembre 2006, ha interessato anche le imbarcazioni di lunghezza inferiore ai 14 metri: il calo è del 2,3% nell'intera regione e del 13,4% nel solo sud Sardegna la mia domanda è: se il calo dell'intera regione è3,2% e se il sud sardegna è calato del 13,4% quanto è il risultato del porti del resto della Sardegna? Se il 3,2% è il dato TOTALE (la media) e il 13,4% è uno dei dati che ha concorso a definirlo significa che la possibilità è una sola : i porti del Nord Sardegna hanno segnato un trend positivo tale da portare la media regionale al 3,2%

I numeri di quest'articolo sono fasulli. Forse perchè coloro i quali lo hanno scritto facevano parte della claque che fece la ola a Berlusconi al convegno famoso di Confindustria a Vicenza (quello dello scontro Berlusconi-Della Valle) chissà se qualcuno di loro era in prima fila a spellarsi le mani ed a osannare il Buon Silvio ...

Non stiamo parlando quindi di un ente terzo, che gode di stima bipartisan, stiamo parlando del partito di Confindustria, quello che ha tributato applausi e osanna ad una parte politica: vi fidereste di uno studio presentato, che ne so, dall'UDC? e solo dall'UDC?Di uno studio confezionato e presentato da Giovanardi e Baccini? Io no.

quindi numeri fasulli presentati da funzionari di partito (quello dell'evasione, per intenderci).
Per finire un altro appunto: il misterioso autore dell'articolo (mica qualcuno ha messo la firma sotto questa schifezza) finisce col dire "Sul piano paesaggistico la Confindustria ha ricorso al TAR, " ma preferiamo arrivare ad una modifica piuttosto che seguire la strada dei ricorsi".

CHE C'AZZECCA LA TASSA SUGLI YATCH DI OLTRE 14 METRI CON IL PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE?????
Sono due provvedimenti diversi!!!!!!!
MA L'AUTORE CI TIENE A DIRE CHE ANCHE CONFINDUSTRIA HA RICORSO AL TAR CONTRO IL PPR.

APPLAUSI, APPLAUSI, APPLAUSI

menin aide thea ...
Inviato il: 30/11/2006 18:23
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  •  yuza
      yuza
Re: Berlusconi ricorre al TAR contro il Piano Paesaggisto Regionale della Sardegna
#5
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L'EGITTO VUOLE IMITARE SORU


IL TROPPO STORPIA

INVITO TUTTI AD UNA RIFLESSIONE SUL TURISMO DI MASSA.
Meglio pochi che pagano bene oppure tanti che pagano meno?
Il turismo di massa è un danno, una catastrofe ambientale da evitare a tutti i costi.
Vi piacerebbe avere le coste della Sardegna invase dalle barche?? Che bello sarebbe vedere la baia di Tuerredda o di Punta Molentis con centinaia di barche in rada ... come vedere le macchine parcheggiate a Piazza San Pietro o a Piazza San Marco ...che spettacolo magnifico di modernità e civiltà ... così tra qualche anno tutte le spiagge sarde saranno come la spiaggia rosa di Budelli (interdetta alle persone)...

Più turisti + più soldi + più barche + più business = RICCIONE
La Sardegna non è Rimini o Cattolica,
Chi ha provato sulla sua pelle il turismo di massa e ne paga seriamente le conseguenze lancia un grido di allarme.
Svegliamoci popolo sardo, difendiamo il nostro territorio perchè è parte integrante del nostro essere.



PER TUTTI COLORO CHE AMANO IL TURISMO INVADENTE E INVASIVO: LEGGETEVI QUELLO CHE SUCCEDE IN EGITTO

Egitto, allarme degli archeologi "Troppi turisti, chiudiamo Luxor"

*************
CORRETTO LINK.
yuza, per correggere il contenuto dei tuoi post puoi utilizzare il tasto "edit".
A presto

la redazione
Inviato il: 30/11/2006 20:45
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