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  Film “eversivi”

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Re: Film “eversivi”
#103
Sono certo di non sapere
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Finalmente ho visto "Borat"............

SOLO per chi si gode south park come me, il film ha un senso.
E' sicuramente piu' eversivo di quanto pensassi.

A parte la critica al "Giudeo" sin dall'inizio, a meta' tra il ridicolizzare il razzismo di quel genere sottolineandone il nonsense (e non solo lui, l'80% del cast, e' di origini ebraiche) e la denuncia del fatto che il politically correct sta diventando un ossessione, pressoche' ovunque, il film e' una continua ricerca del Tabu' da infrangere.
L'idea e' semplice spiazzare il pubblico in sala, traumatizzando quelli che hanno partecipato alla pellicola:
incesto, menomazione, violenza, razzismo, maschilismo, il tutto contornato dalla ricerca attenta nello stanare l'IDEOLOGIA in ogni sua manifestazione umana.
Attivamente, quando e' lui che snocciola becere teorie a coloro gli capitino a tiro per testarne le varie reazioni. Passivamente, quando si ritrova vittima egli stesso dello stesso qualinquismo impersonato dal "patriota" o dal "benpensante" di turno... (a mio avviso ha rischiato ben piu' di una volta la vita nel suo tuor in "U,S and A"...).

Una PALATA DI MERDA addosso ogni tanto ci vuole...
... tanto per ridestare l'attenzione... (chissa' come verra' interpretato dai piu'...)... Una cura contro l'ipocrisia di molti, a questo mondo... in mancanza di qualcosa di migliore qualitativamente o di qualcosa di piu' intelligente, puo' andare bene...

Vincera' il Corretto Politicamente Offeso o il Libertario con le Orecchie Foderate... ?
(...a tratti difficile da seguire... ahahhahhahhha... a volte fa proprio godere... La scena del rodeo, per esempio...)

mc
Inviato il: 12/3/2007 17:16
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Re: Film “eversivi”
#102
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Purtroppo qui da noi arrivano solo i divertenti ma inoffensivi

Gia', chissa' perche' la TV italiana e' un covo di censori: la comicita' stupida di Little Britain va bene, ma se la fanno sotto a pensare di trasmettere roba come B,B&F.

A proposito di qualcosa che in Italia si vedra' forse con vent'anni di ritardo (come Brian di Nazareth), forse mai, consiglio vivamente una serie che ha come protagonisti tre preti: e' divertentissima, una vera bomba di comicita' surreale ruspante, ma anche qui la Chiesa Cattolica ha fatto un po' il broncio. In Italia di sicuro brucerebbero i manifesti in piazza. Eppure non e' per niente blasfemo, anzi provoca in fondo simpatia per tutti i preti che non hanno vocazione, anche se molto critico:

Father Ted

Dopo aver visto questo non potrete piu' essere seri al cospetto di un Parroco.
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Inviato il: 2/3/2007 19:15
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  •  UncasO
      UncasO
Re: Film “eversivi”
#101
Ho qualche dubbio
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Da ss11 "Rivoltana"
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Ottimi consigli Pikebishop!
Purtroppo qui da noi arrivano solo i divertenti ma inoffensivi show come Little Britain o The league of Gentlemen.
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Non vorrei mai morire per le mie idee, perchè potrebbero essere sbagliate.
Bertrand Russell
Inviato il: 2/3/2007 17:32
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Re: Film “eversivi”
#100
Sono certo di non sapere
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Se volete qualche "comico" inglese veramente eversivo e come film si intendono anche i telefilm ho una lista di GRANDI per voi:

Yes Minister & Yes Prime Minister con Paul Eddington, Nigel Hawthorne (quello del La Pazzia di Re Giorgio)e Derek Fowlds. Serie degli anni '80, ma e' tutto incredibilmente attuale e GRAFFIA!!! Premiate la vostra intelligenza.

The New Statesman con Rick Mayall (The Young Ones, quello che interpretava Hitler al balcone nella propaganda anti Europeista). E' la descrizione fedele del nuovo politico "di sinistra" - orrendo (io politico) e bellissimo il telefilm (commedia con toni surreali e fisicamente esagerata, chi conosce Mayall sa di cosa parlo).

Ed infine, ma forse il migliore:
Bremner, Bird & Fortune: Between Iraq and a Hard Place
Se considerate che e' stato trasmesso per Natale 2002, vi renderete conto di quanto sono eversivi. Esiste una trascrizione on-line. Da vedere TUTTO e SUBITO (4 parti) su google video come da link.

Preparatevi ad una sorpresa, roba cosi' in Italia non si e' mai vista.

PS
Baron Cohen e' un bastardone.
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Inviato il: 2/3/2007 16:27
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Re: Film “eversivi”
#99
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 19/5/2004
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Qualche assaggio di cio' che intendevo prima....

Assaggi (eng)

mc
Inviato il: 2/3/2007 15:57
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Re: Film “eversivi”
#98
Sono certo di non sapere
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Per rispondere alla tua domanda, conoscendo il personaggio (borat), non direi.
E' solo oltre il limiti, probabilmente mai superati per un comico dei nostri giorni (in Inghilterra)... nulla di sovversivo, eversivo, ma solo "volgare", a volte al di la' dei limiti, a volte al di qua'... per chi non si offende facilmente, addirittura, divertente, a volte.

Non voglio offendere nessuno, dicendo che mi piace... naturalmente... (tutti i puristi, per esempio).

mc
Inviato il: 2/3/2007 14:51
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  •  abbidubbi
      abbidubbi
Re: Film “eversivi”
#97
Mi sento vacillare
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Ehm... il film è nella mia stalla da un paio di settimane...

Ripongo la domanda: Borat è un film eversivo? A mio avviso lo è meno del mulo anarco-insurrezionalista che "me lo ha portato".
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Inviato il: 2/3/2007 12:41
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Re: Film “eversivi”
#96
Sono certo di non sapere
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Il prezzo del BIGLIETTO???



Ma da dove digiti : dal Kazhakistan?

...e anche in quel paese, ormai, per i film cosi', non troppo degni per valere i propri soldi, usano il mulo....

( )

(ps: molto meglio Ali-G Show, nel quale compariva anche il personaggio di Borat, ma a piccoli assaggi. Non ho ancora visto il film, ma presumo che sia pesante, dopo un po' ...lo era gia' negli episodi dello show... Molto piu' efficacie, secondo me, l'intera gamma dei personaggi alternati... Borat, il rapper Ali-G ignorante come pochi, chiappe in faccia e sostenitore delle droghe leggere, l'inviato Bruno del canale tv tedesco per Gay che comunica il dettaglio ai "maschioni" che intervista solo alla fine del servizio ehehhehhe... il tipo e' veramente in gamba... nel suo genere demenziale... o meglio, a me piace...).

mc
Inviato il: 2/3/2007 11:41
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  •  abbidubbi
      abbidubbi
Re: Film “eversivi”
#95
Mi sento vacillare
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Citazione:

UncasO ha scritto:
Evitate "Borat", non è assolutamente un film decente, trattasi di una pagliacciata interamente basata sul tormentone del kazhako arretrato che sguazza di proposito e molto banalmente oltre i limiti dell'americanissimo politically correct.


E' la stessa impressione che ha dato a me, ecco perché mi e vi chiedevo quanto questo film possa essere eversivo. Però devo confessare che la scena dell'inno è gustosa (ma da sola non vale il prezzo del biglietto).
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Inviato il: 1/3/2007 13:47
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  •  UncasO
      UncasO
Re: Film “eversivi”
#94
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Evitate "Borat", non è assolutamente un film decente, trattasi di una pagliacciata interamente basata sul tormentone del kazhako arretrato che sguazza di proposito e molto banalmente oltre i limiti dell'americanissimo politically correct.
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Bertrand Russell
Inviato il: 1/3/2007 12:58
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Re: Film “eversivi”
#93
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Il film piu' eversivo che abbia mai visto e' sicuramente Alexis Zorbas , seguito da vicino da Life of Brian e dal solito The Wild Bunch .
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Inviato il: 1/3/2007 12:39
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  •  marlboro
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Re: Film “eversivi”
#92
So tutto
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BRASA QUOTATO AL 1000%

South Park dovrebbe essere inserito nel programma scolastico di educazione civica...

Ogni episodio è un pugno in un occhio e una fucina di grandi verita.

Grande, grande e solo grande


Quanto a film direi BRAZIL di Terry Gilliam ( 1985 ),

( ovviamente anche Paura e Delirio a Las Vegas anche se di eversivo non ha molto )

Anche Fight Club ha un finale che non dispiace.

Aggiungerei alla lista:
Natural Born Killer
Quarto potere
Paz !!! ( gran film )
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just victims of the in-house drive-by
they say jump you say how high...
Inviato il: 1/3/2007 8:59
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  •  abbidubbi
      abbidubbi
Re: Film “eversivi”
#91
Mi sento vacillare
Iscritto il: 31/8/2005
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E lui? E' eversivo?

EDIT: avevo messo una foto di Borat ma forse era troppo grande
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Io sto mentendo. (Eubulide, V secolo a.C.)
Inviato il: 1/3/2007 3:01
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Re: Film “eversivi”
#90
Mi sento vacillare
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Da MMMMMMonza
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La scena delle rane è una chiara citazione fortiana
Se vuoi sapere chi è Charles Fort

Saludos
Kolza
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http://kolza.blogspot.com
Inviato il: 10/2/2007 19:27
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  •  orkid
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Re: Film “eversivi”
#89
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Da La Beverly Hills italiana
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In Magnolia stupenda la scena delle rane... spiazzante!!!
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Autodidatta Bonsai


"Quando l'uomo comune capisce diventa saggio, quando il saggio capisce diventa un uomo comune."
Inviato il: 10/2/2007 9:37
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  •  florizel
      florizel
Re: Film “eversivi”
#88
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Da dove potrei stare meglio.
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E come lasciare fuori "CRASH", di Paul Haggis...

"É il senso di toccarsi... ci manca a tal punto da scontrarci, incorrere in un incidente solo per poter finalmente sentire qualcosa"

E "Magnolia", uno straordinario puzzle dove le vite dei personaggi si incrociano, e il cerchio si stringe rendendo palpabile un destino in cui l'uno, senza l'altro, non sarebbe potuto esistere...

STRAORDINARIO
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"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 10/2/2007 2:26
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  •  florizel
      florizel
Re: Film “eversivi”
#87
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Da dove potrei stare meglio.
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"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 10/2/2007 2:14
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  •  rascalcitizen
      rascalcitizen
Re: Film “eversivi”
#86
Ho qualche dubbio
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Citazione:
Fabrizio70 ha scritto:
Citazione:
Mi stò godendo "1997 fuga da new york" , un mito


Io consiglierei caldamente, dello stesso regista, il grande John Carpenter:

"Essi Vivono", da cui proviene il mio avatar, e il più orrorifico "Il seme della Follia", che è stato definito il miglior horror politico degli anni '90.
Inviato il: 17/1/2007 20:43
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  •  EdGreen
      EdGreen
Re: Film “eversivi”
#85
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Citazione:

Fabrizio70 ha scritto:
Mi stò godendo "1997 fuga da new york" , un mito

Ci sono pure le TT


Bè guardati anche il seguito "Fuga da Los Angeles", non figo come il primo ma divertente.Ha pure inserito la deriva neo-fondamentalista cristiana che c'è in america.
_________________
Citazione:
Ciò che non ti uccide, ti rende più forte ( Nietzsche )
Inviato il: 17/1/2007 20:00
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  •  Fabrizio70
      Fabrizio70
Re: Film “eversivi”
#84
Sono certo di non sapere
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Mi stò godendo "1997 fuga da new york" , un mito

Ci sono pure le TT
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Il lusso non può mai essere soddisfatto perché, essendo qualcosa di falso, non esiste per esso un contrario vero e reale in grado di soddisfarlo e assorbirlo.
Wilhelm Richard Wagner-1849
Inviato il: 16/1/2007 23:38
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  •  UncasO
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Re: Film “eversivi”
#83
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Consiglio due film di un regista semisconosciuto, tale Todd Solondz.

"Happiness" e "Fuga dalla scuola media", due ritratti molto crudi della società americana.

Un applauso al già citato R.Linklater che ha saputo ridare un pò di giustizia ai lavori di PK Dick dopo lo stupro subito ad opera delle major con Blade Runner, Paycheck e Minority Report.

Mi raccomando non buttate i soldi nella prossima stagione cinematografica, aspettate che esca in sala "Tideland", Terry Gilliam è tornato ad essere se stesso.
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Bertrand Russell
Inviato il: 8/1/2007 1:56
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Re: Film “eversivi”
#82
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requiem for a dream
pi greco th del delirio
esercito 12 scimmie
natural born killers
avalon
gummo
ken park
kids

(mi riservo il potere di aggiungere titoli perchè sono i primi che mi vengono in mente..)
anche se alcuni non sono eversivi, qualcosa li accomuna .. (?! )

e poi, posto d'onore...
migliore in assoluto per eversione..

S O U T H___P A R K

meriterebbe un thread a parte.
tanto sottile e acuto quanto disegnato 'a muzzo! (uè, è tutto collage, opera d'arte eh..)

davvero, ogni puntata è uno spunto di riflessione..
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ispirazione e visione sono in se stesse il fine ed il risultato
Inviato il: 27/12/2006 14:44
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  •  abbidubbi
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Re: Film “eversivi”
#81
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Citazione:

mc ha scritto:
Spielberg (mi) fa cagare.

mc


92 minuti di applausi
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Inviato il: 27/12/2006 13:17
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Re: Film “eversivi”
#80
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Piu' films guardo, piu' realizzo concretamente e confermo questa Verita':
Spielberg (mi) fa cagare.



Ultimo bel film visto:
"A Scanner Darkly" di R.Linklater.


mc
Inviato il: 27/12/2006 13:02
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  •  abbidubbi
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Re: Film “eversivi”
#79
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"Una giornata particolare" di Ettore Scola

"Die Zweite Heimat" di Edgar Reitz

"Salò o le 120 giornate di Sodoma" di Pier Paolo Pasolini

"La sottile linea rossa" di Terrence Malick
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Inviato il: 27/12/2006 11:24
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Re: Film “eversivi”
#78
Mi sento vacillare
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Appena finito di vedere un vero capolavoro, un film psichedelico e mortale sul sogno della vita.

Waking Life di Richard Linklater del 2001
http://en.wikipedia.org/wiki/Waking_Life

Solo per chi percepisce i nostri sogni di stelle e le nostre lacrime di vuoto.

Cosa c'è di più eversivo del nostro esistere?

Un abbraccio a tutti
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"Il vero Big Bang è la nascita di una coscienza"

"Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem"
Inviato il: 26/12/2006 0:21
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  •  hi-speed
      hi-speed
Re: Film “eversivi”
#77
Sono certo di non sapere
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Da preda lunga
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Dimenticavo questi

L'Ombra abitata (1995) di Massimo Mazzucco

Aaron Gillespie Will Make You a Star (1995) di Massimo Mazzucco

Obiettivo indiscreto (1992) di Massimo Mazzucco

Romanzo (1986) di Massimo Mazzucco

Summertime (1982) di Massimo Mazzucco


Hi-speed
qui

A quando i DVD??!
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Cosa Sta Succedendo? Madre, madre Ci sono troppi di voi che piangono Fratello, fratello, fratello Ci sono troppi di voi che stanno morendo Sai che dobbiamo trovare una maniera Per portare un pò di amore qui oggi
Inviato il: 17/11/2006 12:59
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  •  music-band
      music-band
Re: Film “eversivi”
#76
Dubito ormai di tutto
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Da Shangri-la
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Ho riflettuto molto sul modo di porre fine alla polemica tra me è pikebishop, che nelle mie intenzioni non è mai cominciata. Eviterò a questo punto di scrivere una mia recensione sul film in questione perchè potrebbe essere interpretata come un gesto ulteriormente provocatorio da "saccente".
Se qualcuno è interessato a sapere ciò che intendo, quando parlo di argomentare le motivazioni che ci spingono a giudicare un film, esiste su questo sito, da molto tempo, la prima parte di una mia recensione al film "2001 Odissea nello spazio". Dico questo soltanto al fine di sottolineare che non si tratta di un mio accanimento nei confronti di questa discussione, ma semplicemente di ciò che, a mio avviso, debba essere l'approccio alla settima arte.

Per quanto riguarda invece il film in questione, riporto una recensione scritta da altra persona; non voglio dire se sono daccordo oppure no con questa recensione, sempre per lo stesso motivo di non voler apparire di parte o dare l'impressione di voler sbeffeggiare le opinioni di pikebishop. La riporto con l'unico scopo di fornire un esempio concreto a ciò che ho sostenuto rispondendo a pikebishop, e cioè che nel giudicare un film, è necessario analizzarlo nelle sue molteplici componenti.

Spero che quanto detto finora, chiarisca definitivamente la questione e plachi l'animo di pikebishop

una recensione del film "Munich":

Tratto dal romanzo di Gorge Jonas Vengeance: The True Story of an Israeli Counter-Terrorist Team, rimandato e riscritto più volte fino a cadere nelle mani del geniale Tony Kushner, premio Pulitzer per Angels in America, l’ultimo lavoro di Spielberg è un pugno allo stomaco assestato con geometrica precisione, un apologo morale che parte dalla Storia particolare, specifica per innalzarsi fin da subito a riflessione universale sul rapporto tra soggettività e Stato, tra responsabilità individuale (l’uomo) e collettiva (il popolo). Il regista e lo sceneggiatore mantengono un equilibrio prodigioso dando voce alle opposte parti di un dialogo impossibile, cogliendo i personaggi in conflitto non già come figure di cartapesta incarnanti visioni “di stato” antitetiche, bensì uomini fragili, prima marionette mosse dalla madrepatria, poi esseri umani fagocitati dal dubbio. Il racconto, retto da una tensione quasi insostenibile, si dipana in mezza Europa, ma nonostante la dispersione non diviene mai dispersivo. Il regista riesce mirabilmente, grazie alle scelte cromatiche adottate dal grande direttore della fotografia Janusz Kaminski, a suggerire la localizzazione dell’azione senza ricorrere alla didascalia spaziale o temporale (cosa rarissima nel cinema di spionaggio). Avner (Eric Bana), il protagonista, è anima smarrita e schiacciata da un potere sempre più invisibile, sempre più sfuggente, fantasma senza patria, patria che da madre benevola – “E’ Israele tua madre” gli dice la moglie – si tramuta in matrigna da cui fuggire, proprio perché non più “casa”. Per questo, abbandona l’arida “terra promessa”, alla ricerca di un nuovo nidus da ricostruire in un altrove nel quale sperare (vanamente) di potersi riparare da una violenza tentacolare, ramificata (come ricorda il “papà” Michael Lonsdale, il primo personaggio pienamente “opaco” del cinema di Spielberg, figura tra le più ambigue e sconvolgenti del cinema americano recente). E’ la fine dei sogni, è la maturazione graduale di un bambinone ingenuo e senza memoria (un “sabraA”, ovvero un ebreo d’Israele, figlio dello stato e non nella/della diaspora), alla ricerca inconscia di ricostituire una comunità su una terra non macchiata dal sangue. Cresciuto in un Kibbutz, dunque in una comune, ha appreso l’arte culinaria, nonostante le mani “da macellaio”. Il pasto è sempre abbondante perché collettivo. La tavola è sempre imbandita e ricca di pietanze cucinate istericamente da chi cerca di annullarsi nell’unico gesto che gli resta da compiere “per l’altro”, “per gli altri”. Lo splendido incipit, che non chiude la rappresentazione del massacro di Monaco ma che anzi la coglie “dialogando” con le immagini di repertorio, fermandosi e soffermandosi sul “visibile”, ovvero su ciò che la massa ha visto, ricostruendo storicamente la percezione dello spettatore palestinese o israeliano del tempo dell’evento, per la prima volta diffuso dai media su scala planetaria, è un’acuta analisi dello iato che separa visibile e non visibile, fissazione analogica e diffusione su vasta scala di un evento da un lato e “arte”, ri-costruzione, ipotesi poetica, ri-figurazione e trasfigurazione simbolica dall’altro, sul vuoto che Spielberg si azzarda di colmare segnando il confine che separa, eticamente ed esteticamente, la manipolazione dei mezzi di comunicazione di massa (dei media televisivi o radiofonici) e quella cinematografica (nei casi migliori, finalizzata alla stimolazione del dubbio, più che alla delucidazione tramite il commento dello pseudo-evidente). Un’immagine, di potenza e forza uniche, forse il take più sconvolgente del cinema degli ultimi anni, sintetizza questa dialettica intermediale: interno di un appartamento, un televisore trasmette dall’“esterno” l’ingresso del terrorista fedayn incappucciato dalla terrazza, ma è la macchina da presa a coglierlo dall’“interno”. Come a dire: il medium cinematografico può superare la superficie, penetrare la storia. Per il completamento dell’evento, Spielberg si affida all’intermediazione del suo protagonista, che “riattraversa” idealmente la tragedia, la ripAercorre e la rielabora partendo dai pochi frammenti visivi percepiti in diretta, dagli schermi televisivi. Non a caso, il primo flash di Monaco Avner lo “vede” e lo “vive” dal finestrino dell’aereo (doppio simbolico del monitor televisivo), sopra le nuvole (ovvero, al di là del visibile). Il rituale della rappresaglia, iterata fino a divenire meccanica disumana del gesto violento e potenzialmente infinito, è colto secondo stilemi che appartengono al cinema di spionaggio anni ’70: zoom, fotografia sgranata, proliferazione dei punti di vista. Più scelta “morale” che di maniera, più sperimentazione sfacciata che omaggio pedissequo ai grandi vecchi, la messa in atto/in scena degli assassini mirati è un saggio di multivisione, di “polipercezione” e “policognizione”, nonché abile gestione del flusso delle informazioni diegetiche. Spielberg rende conto dello spazio dell’azione seguendo la staffetta di sguardi dei cinque componenti del gruppo (spesso in elaboratissimi long take), ora avvicinandosi al giocattolaio belga Robert (Mathieu Kassovitz) o al freddo contabile Hans (Hanns Zischler), ora sposando lo sguardo gelido della macchina di morte a cui “interessa solo il sangue ebreo” Steve (Daniel Craig) o dell’“uomo delle pulizie” che “si preoccupa” (Ciarán Hinds), fino a giungere al perno centrale del racconto e della visione, che completa il quadro dirigendo quasi sempre, e sempre “automaticamente”, la sinfonia di morte. La violenza è il contrario del dialogo: significativamente, sono gli strumenti di comunicazione di massa o interpersonale ad essere rifunzionalizzati, a divenire strumenti di morte (telefoni, televisori). Morte, sangue, “nessuna pace alla fine di tutto questo”: una femme fatale prezzolata olandese, che muore dopo aver riservato un’ultima carezza al gatto, nuda come colui della cui morte si è resa responsabile; un giovane palestinese che assiste inerte al massacro della propria famiglia, poi ucciso dagli agenti una volta divenuto guardiano della villa dell’architetto di Monaco, “intoccabile” (forse) peArché spalleggiato dalla CIA; un intellettuale che, presentando la sua traduzione in italiano delle Mille e una notte in un improbabile bar romano, sostiene che “la narrazione ci salverà dalla morte” (come Sheherazade), prima di essere fatto fuori dagli agenti; una bimba che si diletta al pianoforte salvata in extremis. C’è sempre uno scambio di sguardi tra vittime e carnefici, tra agenti portatori di morte e obiettivi da eliminare, quasi a connettere le esistenze. La scoperta dell’altro passa attraverso la visione del volto. Chi non riconosce e si riconosce nel volto dell’altro “non esiste”… Spielberg non parla (solo) di agenti o rappresentanti di poteri in lotta, ma di uomini, di volti. Lo sbeffeggiato montaggio alternato che connette sesso e morte, che tanto ha fatto ridere i critici cultori dell’ovvio, che guardano pregiudizialmente con sospetto ogni azzardo politicamente ambiguo, è sintesi evidente di una catarsi impossibile: la responsabilità e le conseguenze di un gesto, dei gesti contro l’altro, che tanto i responsabili della strage di Monaco che gli agenti del Mossad sembrano ignorare, indifferenti ed ostili a ciò che sfugge all’immediata (e falsa) “comprensione”, ricade su chi l’ha compiuto nel momento in cui ridiventa Soggetto. Il gesto si tramuta in fardello, non c’è “amore” che possa liberare o purificare, non c’è carezza che possa rassicurare o consolare. Munich è il tragico “rovescio” degli altri film “storici” di Spielberg: Salvate il soldato Ryan e Schindler’s List. Dalla massima altruistica che segnava in maniera esplicita (il film del 1993) o implicita (il war movie del 1998) le due opere (“chi salva una vita salva il mondo intero”), al suo opposto: chi uccide un uomo uccide il mondo e, per citare una battuta pronunciata dal (dis)innescatore di bombe Mathieu Kassovitz, “perde la sua anima”. Un film dall’impossibile finale: oggi viviamo nella “sospensione” di cui Spielberg ricostruisce mirabilmente la genesi. Non a caso, nell’ultima inquadratura dello skyline newyorkese, le twin towers “incombono”… E non c’è pace alla fine di tutto questo.

Manuel Billi
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Inviato il: 17/11/2006 9:20
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Re: Film “eversivi”
#75
Sono certo di non sapere
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nike13 ha scritto:
Munich non volevo vederlo. Pregiudizio nei confronti di Spielberg.

Io invece sono andato a vederlo subito, perche' volevo proprio vedere se Spielberg ce la faceva di nuovo a giocare con immenso mestiere con i sentimenti piu' melensi per falsificare la storia, visto che l'attentato di Monaco poco si prestava ad una operazione simile. In questa occasione, infatti, l'approccio e' stato completamente diverso: la squadra di Spielberg si e' prodigata in uno sforzo eccezionale per fare un film che sembrasse a tratti un documentario ed a tratti un vero film d'azione come Spielberg non ha mai fatto prima, nella tradizione di certo cinema degli anni 70' (basti pensare, per fare un nome, a "The Jackal").
Citazione:
Da un punto di vista cinematografico è un bel film, non vuole essere un film politico, è piuttosto un film morale.Un opera artistica.

E' un film politico, perche' si sofferma a descrivere la dimensione morale individuale che, a parer suo (e conta delle palle, era piu' realistico con gli alieni) si nasconde dietro agli avvenimenti storici: anche i killers hanno famiglia e ideali - per avere un approccio piu' sincero con "la realta' delle cose vedere "the Sopranos".

La propaganda non e' mai artistica. Se poi di "arte" si possa parlare del tutto nel caso del cinema (un prodotto industriale) ne parleremo poi in altra sede.
Citazione:
Schematico, serrato, a volte disarmante e politically correct, Spielberg vuole essere fino in fondo super partes.
E qui ci siamo e' il cuore di tutto il discorso:
Spielberg, tramite la sua fottuta political correctness vuol farci sembrare di essere super partes, col cavolo che lo e': e' super partes tanto quanto Berlusconi e' a favore del libero mercato. L'uno usa i potenti mezzi di Hollywood, l'altro quelli del (P)iscione. Entrambi stanno disinformando.
E' esattamente l'opposto.
Qui si applica il consiglio alla disintossicazione che ha fatto tanto incazzare music-band: se ti fregano cosi' facilmente (facilmente per modo di dire, uno e' giustificato in parte dal fatto che per fregarlo hanno usato la "ditta" migliore di Hollywood e svariate milionate, visto che la "ditta" gode di credito illimitato e - notare bene - non fa mai "flop", neanche quando non va in pari al botteghino - che e' successo ripetutamente ma mai stato riportato sulla stampa, un mistero...) e' meglio respirare lungo e andarsi a vedere un film che tenta di essere super-partes, il che implica che gli autori non si nascondano dietro a un dito, ma che sia chiaro da subito da che parte stanno. Vedere subito come si e' detto in precedenza "Zeta", cosi' vedendo la differenza si capisce subito chi e' un propagandista e chi e' una persona onesta.
Citazione:
Munich è un film su la vendetta, una preghiera di pace, un film antibellico.

Non lo e', perche' assolve alcuni brutali omicidi facendoci entrare in empatia con gli assassini. Difatti ci si affeziona immediatamente ai protagonisti grazie anche agli attori tutti veramente ottimi, specialmente un incredibile Hinds ; le parti non erano facili, specie per Bana che non poteva mai permettersi di essere troppo simpatico. Ma Bana lo si conosce bene dai tempi di "Chopper" ed e' stata una scelta ideale per il tipo di film che Spielberg aveva in mente.
Citazione:
Un po’ lungo forse (132' ), ma mai noioso.

Se ne sono visti di piu' noiosi, ma il film ha delle punte di noia orrenda che sono gia' state ben colte in un precedente intervento: bisogna fare un po' di riprese al rallentatore con sottofondo di lagna etica, se no che film "artistico" sara' mai
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Inviato il: 17/11/2006 7:56
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Re: Film “eversivi”
#74
Sono certo di non sapere
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Citazione:
non è certo con l'arroganza che la dimostri.

Vedo che andiamo avanti sullo stesso registro.

In quanto il disintossicarsi, mi sembra chiaro che chi crede che la propaganda sionista sia "arte" e che Spielberg sia un "artista" (qualsiasi cosa voglia dire), e' abbastanza intossicato dalla propaganda del regime virtuale di Hollywood.

Disintossicarsi e' buono e giusto.
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