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Autore Discussione
Re: Dove inizia la democrazia?
#151
Sono certo di non sapere
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Da Sud Europa
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Mi inserisco un attimino per dire che a me continua a sembrare sempre più assurdo, dal momento che sappiamo chi è Berlusconi, chi è Prodi, chi è Soros, chi è il gruppo Bilderbrg, cosa è l’Onu ecc. ecc., discutere ancora se sia opportuno o meno votare…

Il sistema democratico è una loro invenzione, creata ad arte per darci un contentino ed evitare “rivoluzioni” popolari, facendoci credere che nel votare contiamo qualcosa.

Non è pessimismo, è semplicemente superare il blocco mentale che ci frena, quel blocco che continua a ripeterci che
“Non può essere, sarebbe troppo brutto!Almeno una possibilità di cambiare le cose devo averla!
Non toglietemi anche la fiducia nel sistema democratico!”

E’ lo stesso blocco mentale che ferma chi non vuole prendere in considerazione le tesi alternative alla versione ufficiale sull’11 settembre.

Solo ad un livello ancora superiore.

Noi vogliamo credere alla democrazia, cercando di convincerci che “con uomini più adatti andrà meglio”.
Ma è la democrazia moderna che non funziona, non le marionette che coloro che muovono le fila si divertono a scambiare.

Bisogna ammettere l’inganno tutto, dalla A alla Z, e tirarsi fuori.

Blessed be
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-o- Ama e fa' ciò che vuoi -o-
Inviato il: 9/1/2006 1:50
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  •  Redazione
      Redazione
Re: Dove inizia la democrazia?
#152
Webmaster
Iscritto il: 8/3/2004
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Va bene Pax, ora che hai spiegato cosa intendevi per l'autobotte, resta soltanto il problema principale: definire quale sia la "comunità ridotta" all'interno della quale, secondo te, il sistema democratico funzionerebbe, e dove invece questa diventi troppo grande da essere ingestibile.

Forse lo avrai anche detto, ma io sinceramente non l'ho ancora capito. E' il semplice "numero" (la quantità oggettiva) che fa scattare il semaforo rosso, è il passaggio da scelta diretta a scelta delegata, è la "dimensione" dell'oggetto da acquistare (singola caldaia contro milioni di kilowattore)?

Sia chiaro, io non l'ho capito, ma tu rispondimi solo, a questo punto, se hai ancora voglia di andare avanti. Non ce lo ordina certo il dottore, di trovare per forza un punto di accordo.

PS: Ciao SANTA: ti ho letto solo dopo aver già postato, ma a me sembra che qui non stiamo discutendo se votare o meno, stiamo proprio cercando di capire se il sistema democratico POSSA funzionare o meno, al di là dei Prodi e dei Soros di turno. Almeno, io volevo riuscire a capire quello, nel "perseguitare" Pax in questo modo..
Inviato il: 9/1/2006 1:58
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Re: Dove inizia la democrazia?
#153
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 13/10/2004
Da Sud Europa
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Ok… ero sovra pensiero… stavo riflettendo ad alta voce… pardon…

Comunque, a parere mio il sistema democratico non funziona oltre una determinata scala, e il punto di rottura avviene quando si chiede ai “cittadini” di esprimere un parere su argomenti che esulano dalle loro conoscenze.

-es°: ci riuniamo tutti e 50 i contadini del paese per decidere come organizzare il flusso dell’acqua per irrigare al meglio tutti i campi -> funziona

-2° esempio: andiamo a votare in 40 milioni per decidere se appoggiare quello che dice che serve una maggiore flessibilità per migliorare l’economia o l’altro che dice che bisogna aumentare le tasse per potenziare il servizio sociale -> non funziona

(non conosciamo i dettagli del problema, a meno di essere laureati in economia, inoltre le decisioni che i “delegati” prenderanno saranno sempre e comunque, indubbiamente, a nostre spese. I delegati inoltre sono scelti da personaggi che non conosciamo, e a noi tocca solamente dare la nostra preferenza all’uno o all’altro).

Blessed be
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-o- Ama e fa' ciò che vuoi -o-
Inviato il: 9/1/2006 2:25
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Re: Dove inizia la democrazia?
#154
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 9/6/2004
Da u-oy-topos middle Oceania
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AT gobbo,

siamo tornati al punto di partenza!

AT Santaruina

Citazione:
ci riuniamo tutti e 50 i contadini del paese per decidere come organizzare il flusso dell’acqua per irrigare al meglio tutti i campi -> funziona


Non credo sia così certo.
_________________
1 - Non fanno caso, costoro, che quando in Internet compare qualcosa di veramente scottante, scompare nell’arco di pochi minuti? Se invece qualcosa ci rimane per sempre – e pure in bella vista - vuole dire che lì da nascondere c’è ben poco.
Inviato il: 9/1/2006 2:35
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Re: Dove inizia la democrazia?
#155
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 13/10/2004
Da Sud Europa
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Non credo sia così certo.

A Vincè, non togliermi anche questa illusione...

Blessed be
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-o- Ama e fa' ciò che vuoi -o-
Inviato il: 9/1/2006 2:57
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Re: Dove inizia la democrazia?
#156
Sono certo di non sapere
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E' il semplice "numero" (la quantità oggettiva) che fa scattare il semaforo rosso, è il passaggio da scelta diretta a scelta delegata, è la "dimensione" dell'oggetto da acquistare (singola caldaia contro milioni di kilowattore)?

La risposta di Santa è già abbastanza precisa. Dipende non solo dal numero, ma anche dal luogo e dalle esigenze. Non serve una struttura stabile, basta riunirsi quando un'esigenza comune si presenta. In un simile sistema, i milioni di kw/h non si vendono tutti insieme, chiaro: è il ritorno al locale, l'opposto della tendenza al globale dello stato.
Può non piacere, ma a me sembra una prospettiva preferibile a quella che abbiamo di fronte adesso.

"perseguitare" Pax in questo modo..

Di questi tempi, o sei una vittima dell'olocausto, o la persecuzione non esiste, quindi non ti preoccupare...
Inviato il: 9/1/2006 3:00
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Re: Dove inizia la democrazia?
#157
Sono certo di non sapere
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Da Atene
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Gobbo, scusa, ma come fai a pensare che con il 20% dei votanti, in Italia, non succederebbe niente?
Il "vincitore" delle elezioni sarebbe sostenuto da un dieci per cento di tutti gli aventi diritto, tutti i non votanti - la schiacciante maggioranza, ricordo - che farebbero, direbbero, vabbè, pazienza, fate pure? Non so, tutto può darsi, ma se così fosse allora non me la voglio perdere, una trentina di italiani adulti che accettano supinamente un governo sostenuto da quattro- cinque milioni di votanti!

Semmai ti posso dire che non so esattamente cosa può succedere, questo sì, ma se condividi la mia analisi dell'esistente e degli ulteriori pericoli che ci aspettano, dovresti condividere anche la necessità di dare uno scossone forte, di imporre un cambiamento radicale.

se poi si deve decidere qualcosa di più complicato come per esempio: chi è che fa il poliziotto,il giudice il professore,il medico che si fa?Per non parlare se ce da decidere se si deve fare un Sistema Sanitario oppure un Sistema Scolastico.

Cosa? Chi è che deve decidere chi fa il medico o il professore???
E poi la scuola, l'abbiamo detto tante volte, in mano allo stato è uno strumento di dominio, ti prendono i figli quasi in fasce e gli fanno l'imprinting di stato, poi ci sorprendiamo se la gente crede alla versione ufficiale sull'11/9! Ma se dalla culla gli dicono che lo stato è buono, che fa tutto per il suo bene!
Inviato il: 9/1/2006 3:14
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      Redazione
Re: Dove inizia la democrazia?
#158
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PAX: Ora comincio a capirti. Mi ha illuminato.... scusa, mi ha aperto la mente la tua frase "ritorno al locale".

Ne vogliamo parlare?
Inviato il: 9/1/2006 10:24
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Re: Dove inizia la democrazia?
#159
Sono certo di non sapere
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Con multinazionali enormi e ricche quanto i grossi paesi industrializzati, spezzettare l'utenza, la clientela, i lavoratori in piccole collettivita' economiche, con un peso relativo al numero di individui, quindi, ancora piu' esiguo, e' una controtendenza che si puo' non condividere, senza troppi rimorsi

"Dividi et impera" o "ordine mondiale"?
Non so quale e' peggio.

Piu' piccole sono le comunita' meno paura fanno ai potenti.
Fin'ora e' stato cosi', adesso c'e' una inversione di tendenza.

Inoltre, l'idea di passare a privati per tutto, con questa premessa mi sembra, al quanto, poco furbo.

(un vaffanculo in anticipo, per colui il quale avra' il coraggio di ritenere che questa mia posizionepossa significare "uh quant'e' bello prodi, uh quant'e' bello lo stato"... e non se ne puo' piu'...!!!)

mc
Inviato il: 9/1/2006 10:52
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Re: Dove inizia la democrazia?
#160
Mi sento vacillare
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*****

(Premessa per VINCENZO : mi sto adeguando. In futuro cercherò di migliorare )

La questione degli “acquisti delegati” e di “quelli diretti” (fatti cioè contrattando il prezzo tra le due parti produttore / consumatore senza “ interposta persona” ) mi affascina

Proporrei però di cambiare esempio.
Che so… dai kilowatt ai polli.
Qui si passerebbe dal monopolio in senso puro all’oligopolio delle multinazionali le quali in modo + o - diretto controllano pur sempre il mercato delle “carni” destinando alla sana libera concorrenza spazi pressocchè inesistenti. In pratica la annullano

Infatti se vado a comprarmi un pollo dal macellaio sotto casa lo pagherò un tot sicuramente inferiore a quello che mi verrebbe chiesto se mi rivolgessi direttamente “alla fonte” ossia al privato.

Lo quale, nel caso di un allevatore all’ ingrosso, me lo farebbe pagare forse + o – quanto il macellaio o il supermercato ma a quella cifra ci dovrei poi aggiungere i costi di tempo e di danaro spesi per andarmelo a prendere ( il pollo , intendo ! mi raccomando capitemi bene perché con certi chiari di luna che girano nel forum in questo periodo…non si sa mai ! )

In alternativa me lo potrei “produrre “ da sola installando un allevamento ad uso familiare sul terrazzo di casa.

Però, anche qui , quanto mi verrebbe a costare il pollo, tenendo presente che oltre alle spese “vive” ed altre incombenze quali mangimi, controlli sanitari, pulizie giornaliere ecc..ecc.. dovrei mettere in conto anche l’operazione di “spennatura” prima di procedere alla cottura del gallinaceo ?

Tuttavia questo aspetto potrebbe rivelarsi un beneficio in quanto potrei impiegare il piumaggio ottenuto per la confezione di “piumini” artigianali dando così un forte scossone anche ai grossi interessi mercantili che opero a livello globale in questo settore

A questo punto però si creerebbero figli e figliastri.

La popolazione “ urbanizzata” avrebbe costi superiori nell’autoproduzione del pollo nei confronti di quella “rurale” la cui naturale condizione agricola offrirebbe un enorme insperato vantaggio nel settore.

Ne conseguirebbe che :

1 – o si verificherebbe una riconversione in larga scala verso un tipo di vita contadino con esodo massiccio dalle città, conseguente ripopolazione delle campagne, rinascita di una economia semplificata, riscoperta del baratto e crollo del WTO & Soci -> rinascita di piccole comunità -> democrazia diretta

2 – o al contrario si verificherebbe una evoluzione delle comunità “rurali” che - resesi conto di avere fra le mani quel che si dice “una gallina dalle uova d’oro” - si consorzierebbero fra di loro fino a raggiungere le dimensioni di vere e proprie lobbies con tanto di partecipazione nel WTO & Soci… -> si cambiano “i giocatori” -> si ritorna al punto di partenza

Sono graditi e anzi sollecitati ulteriori e più approfonditi scenari

Grazie per l’attenzione e buona giornata a tutti,

emanuela
Inviato il: 9/1/2006 11:41
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Re: Dove inizia la democrazia?
#161
Sono certo di non sapere
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Da Atene
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Con multinazionali enormi e ricche quanto i grossi paesi industrializzati,

Si può dire che le multinazionali enormi sono tali grazie alla connivenza dei grossi paesi industrializzati, o scatta il vaffanculo?
Quante volte dovrò linkare la storia della Parmalat prima che se ne traggano le dovute considerazioni?

Una trentina di nomi. Una lista di politici di destra e di sinistra, della prima e della seconda Repubblica che hanno ricevuto finanziamenti più o meno leciti negli ultimi venti anni. ... Il fondatore della Parmalat ha rivelato che quei personaggi, insieme con molti banchieri di altissimo livello, hanno rappresentato la sua personale «fascia di protezione» che, tessuta con cura negli anni e costata miliardi, ha garantito al gruppo Parmalat fondi pubblici e un trattamento di riguardo da parte delle banche. ... Anche nel caso dei banchieri, Tanzi si serviva dei politici per ottenere favori e un occhio di indulgente riguardo quando i conti della società andavano male.

È così che un semplice truffatore di provincia finisce per creare l'enorme multinazionale: sfruttando il sistema statale. Se c'è qualcosa che le Halliburton o le grandi farmaceutiche temono è proprio l'eliminazione della struttura statale e la conseguente perdita dei privilegi che essa gli assicura.

spezzettare l'utenza, la clientela, i lavoratori in piccole collettivita' economiche, con un peso relativo al numero di individui, quindi, ancora piu' esiguo, e' una controtendenza che si puo' non condividere, senza troppi rimorsi

Certo, ma è una tua opinione. Supportata da quali fatti?
Non mi pare che i lavoratori riuniti in sindacati, ad esempio, godano di vantaggi proporzionali al loro peso.

"Dividi et impera" o "ordine mondiale"?

La divisione funzionale all'imperatore è quella provocata dal contrasto di aspirazioni ed interessi tra gli individui e le comunità. E si ottiene proprio quando si forzano comunità ed individui con aspirazioni, esigenze e tradizioni diverse all'interno di una struttura comune per tutti.
L'individuo libero di esprimersi e di scegliere la propria strada liberamente non è affatto "diviso" dagli altri, la cooperazione e l'interazione tra gli esseri umani sono comportamenti naturali e spontanei. Inoltre, per "imperare sui divisi" è sottinteso che ci sia un'autorità: in sua assenza non vedo chi dovrebbe farlo.

Piu' piccole sono le comunita' meno paura fanno ai potenti.

E allora perché Rockefeller è un sostenitore del governo mondiale?
Se fosse vero quello che dici dovrebbe piuttosto augurarsi un mondo diviso in tante città stato...

Inoltre, l'idea di passare a privati per tutto, con questa premessa mi sembra, al quanto, poco furbo.

Nessuno impedisce a chi lo desidera di organizzarsi in comunità fondate sulla mutua assistenza. Basta che non vogliano includere al loro interno anche chi non vuole.
Nessuno ha il diritto di imporre le sue idee agli altri, non sei d'accordo?

(un vaffanculo in anticipo, per colui il quale avra' il coraggio di ritenere che questa mia posizionepossa significare "uh quant'e' bello prodi, uh quant'e' bello lo stato"... e non se ne puo' piu'...!!!)

Quindi anche secondo te di Prodi e dello stato possiamo liberarcene, me ne compiaccio.
Inviato il: 9/1/2006 12:00
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  •  hi-speed
      hi-speed
Re: Dove inizia la democrazia?
#162
Sono certo di non sapere
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Da preda lunga
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Dovremmo capire innanzitutto il senso del male.
La politica è un male, ma il male si può dividere in relativo ed assoluto.
Semplificando:
il mio principale guadagna circa 12mila euro al mese ma è una brava persona. Però è un male che guadagni tanti soldi (il 70% dallo stato e quindi soldi nostri) ma essendo un buon uomo non sconvolge più di tanto la mia vita. E questo è il male relativo.
Un'altra persona guadagna gli stessi soldi (dallo stato) ma in più pratica l’usura e quindi non è una brava persona. Il disonesto potrei incontralo e la mia vita da quel momento diverrebbe un inferno. Questo è il male assoluto.
A mio parere, nella politica e nella democrazia, esistono solamente questi due tipi di sistemi.
Uno camuffato che si spaccia per democratico ma che alla fine con una “metafora francese” si potrebbe paragonare ad una banana infilata nel c..o.
L’altro per nulla camuffato ed alla luce del sole che se ne strafrega degli individui, e si potrebbe paragonare ad un fico d’india infilato sempre nel nostro bel sedere
La banana però è più facile da sfilare.
Quindi non riuscendo a convincere 40milioni di italiani ad astenersi, penso che una democrazia esercitata da personaggi relativamente malvagi, possa essere il meno peggio (per adesso poi si vedrà).
Resto sempre in attesa delle forze del bene.
Hi-speed
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Cosa Sta Succedendo? Madre, madre Ci sono troppi di voi che piangono Fratello, fratello, fratello Ci sono troppi di voi che stanno morendo Sai che dobbiamo trovare una maniera Per portare un pò di amore qui oggi
Inviato il: 9/1/2006 12:06
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Re: Dove inizia la democrazia?
#163
Sono certo di non sapere
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Da Atene
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Emanuela, come ho scritto in risposta a mc, il problema dell'oligopolio delle multinazionali che sta alla base del tuo ragionamento è creato dallo stato. Diventa quindi superfluo ribattere punto su punto la tua analisi, se non per una doverosa precisazione:

se vado a comprarmi un pollo dal macellaio sotto casa lo pagherò un tot sicuramente inferiore a quello che mi verrebbe chiesto se mi rivolgessi direttamente “alla fonte” ossia al privato.

Forse anche perché il piccolo produttore è oberato dalle tasse e dalle rate del mutuo, mentre la grande multinazionale, grazie sempre alla complicità di politici e banchieri i capitali li fa sparire nei conti offshore e le tasse non le paga.
Anche questo è un problema che scompare eliminando lo stato.
Inviato il: 9/1/2006 12:09
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  •  Nero
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Re: Dove inizia la democrazia?
#164
Ho qualche dubbio
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Considerazioni sul voto e sulla democrazia.

Il nostro sistema, ordinamento giuridico, non è assolutamente una democrazia!
Inizio con questa affermazione (perentoria) per tentare di sgombrare il campo da pericolosi equivoci concettuali, prima che politici.

La democrazia, nata in Grecia, è la partecipazione DIRETTA del popolo alla gestione del potere.
Ciò avveniva permettendo al popolo di votare, in assemblea, sulle varie decisioni dello Stato.
Come ha ricordato qualcuno, è simile a ciò che avviene in una assemblea condominiale, senza però delle maggioranze qualificate prestabilite, che sono a volte richieste per determinate scelte condominiali.

La nostra democrazia è definita INDIRETTA perché il popolo non partecipa alle decisioni dello Stato in maniera diretta, ma solo indirettamente, per delega a persone deputate allo scopo. Questa è la teoria, la pratica, come è facile desumere, è tutta un'altra cosa.

I delegati che dovrebbero esercitare questa forma di democrazia sui generis, non sono espressione del popolo, neppure a livello teorico. Essi vengono indicati dai partiti politici senza neppure fingere d'interpellare l'elettorato di riferimento. Inoltre, sono inviati in collegi elettorali dove non hanno alcun rapporto con il territorio.
Non solo, ma con l'attuale sistema, l'elettore si trova spesso un solo nome da scegliere per lista .
Sfido chiunque a chiamare DEMOCRAZIA questo sistema!
Anche a livello comunale, la regola è la cooptazione dei delegati.

Chiarito il problema terminologico, penso non sia errato chiamare il nostro sistema non tanto democrazia, quanto partitocrazia. Una volta giunti a questa considerazione, se mi seguite, si pone un altro problema, forse più inquietante, che si è ben manifestato in questi ultimi anni.
Senza dubbio siamo di fronte ad una partitocrazia, ma stupisce la circostanza che i partiti, ormai onnipotenti, non perseguono direttamente le finalità che, più o meno confusamente, propongono nei loro statuti.
A qualunque osservatore non può sfuggire che i partiti, con alleanze trasversali, se non decisamente occulte, realizzano una politica che rimanda ad interessi di altri gruppi, molto più ristretti e meno visibili e che, soprattutto, di popolare non hanno nulla.

Questo è l'odierno sistema. Il termine "democrazia" è pura propaganda, come risalta, ad es., guardando all'uso internazionale di questo termine fatto dall'amministrazione statunitense.

Se partiamo da questa considerazione, possiamo più agevolmente discutere del sistema e della validità o meno della nostra "partecipazione".
Preferisco fermarmi qui, per ora, per non allungare ulteriormente l'intervento.
Vi tornerò con un prossimo post.

Valete


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Inviato il: 9/1/2006 12:25
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  •  Redazione
      Redazione
Re: Dove inizia la democrazia?
#165
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NERO: "Sfido chiunque a chiamare DEMOCRAZIA questo sistema!"

Lo hai fatto tu stesso, tre righe più sopra, dicendo che la nostra si definisce "democrazia indiretta".

La questione, come al solito, è cercare di distinguere la teoria dalla pratica (struttura e forma li userò casomai in un altra occasione).

Ma rimane identica la domanda che sto ponendo fin dall'inizio:

La nostra è una democrazia (indiretta ovviamente), che è poi applicata male, oppure non lo è già in partenza, prima di una qualunque sua applicazione pratica?

Fatico sinceramente a capire perchè sia così difficile ottenere una risposta precisa a questa domanda, senza sentirsi anche dire "si però…. bli, blo, bla."
Inviato il: 9/1/2006 12:55
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Re: Dove inizia la democrazia?
#166
Sono certo di non sapere
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Sì, la nostra è una democrazia indiretta. Se poi è applicata male o bene dipende dai punti di vista.

Va bene così?
Inviato il: 9/1/2006 13:02
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  •  SWE
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Re: Dove inizia la democrazia?
#167
Mi sento vacillare
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PAXTIBI

… e che, mi ci rispondi pure “sul serio” ?!

NERO

"penso non sia errato chiamare il nostro sistema non tanto democrazia, quanto partitocrazia "

Sono d'accordo.
Questo sì che mi sembra un vero punto “nodale” da discutere e una letale stortura da combattere !

Emanuela
Inviato il: 9/1/2006 13:04
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  •  fiammifero
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Re: Dove inizia la democrazia?
#168
Sono certo di non sapere
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Citazione:
La nostra è una democrazia (indiretta ovviamente), che è poi applicata male, oppure non lo è già in partenza, prima di una qualunque sua applicazione pratica?


La democrazia non esiste,esiste solo la legge del più forte,dai tempi della clava!

Uno è poco e due sono troppi ,ecco perchè esiste il compromesso.
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Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Inviato il: 9/1/2006 13:14
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  •  Nero
      Nero
Re: Dove inizia la democrazia?
#169
Ho qualche dubbio
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Non vorrei sembrare capzioso, ma distinguerei il concetto "democrazia" dalle definizioni che un sistema da di se stesso.

Per rispondere all'interrogativo, proposto da Massimo, io parto proprio dal ritenere fermamente che il nostro sistema non è una democrazia. La democrazia è solo diretta!

Per quanto riguarda la c.d. "democrazia indiretta", ribadisco che, oltre a non potersi considerare come una "democrazia", risulta anche fallace teoricamente, come sistema di rappresentazione indiretta attraverso delegati.

Richiamo quanto scritto nel precedente intervento, aggiungendo che la nostra società è talmente numerosa e complessa da svilire completamente il significato teorico di delega, soprattutto se questa delega viene trasmessa in collegi elettorali e circoscrizioni come le nostre.
L'errore non è solo nell'aberrante applicazione fatta dalla partitocrazia, ma risiede, per me, già nei gangli teorici di un tale sistema. Chi delega chi? Come e cosa si può sostanzialmente delegare? Il delegato che tradisce la delega? In che misura il delegato rappresenta sostanzialmente il suo elettorato? Si può parlare di delega per una persona che non è proposta dalla sua circoscrizione?
Questi pochi quesiti vorrebbero aprire uno spiraglio sulla difficoltà (già) teorica di riconoscersi nei delegati.
Aggiungiamo anche la quotidiana informazione, pubblica e privata, per rilevare completamente la sostanziale cesura tra rappresentanti e rappresentati.
In realtà, tali passaggi teorici, dal popolo ai delegati, non hanno nulla di popolare, a meno di voli pindarici di alcuni costituzionalisti a cui non crederebbe più neppure la c.d. sciura Maria (procace ed avvenente presenzialista nelle assemblee del suo condominio).
Inoltre, basti osservare come il sistema "democratico rappresentativo" italiano abbia regolato l'istituto del referendum popolare.

E' facile teorizzare un gruppo di persone che si uniscono nella vita politica per proporre una persona delegata a rappresentarli. Questo, in pratica, non avviene quasi più neppure in ambito comunale.
In realtà, queste persone si trovano a fare i conti con dei partiti istituzionalizzati che vantano poteri e ramificazioni tali da rendere vane, già in teoria, le speranze di questi uomini di buona volontà.
Se invece la strada fosse quella di entrare in uno di questi partiti, per promuovere cambiamenti dall'interno, ritengo che l'opzione, sempre valida a livello teorico (come anche quella di esser tutti più buoni), si scontri con una prosaica realtà, oggi ben nota. Trascurando che, così facendo, si riconoscerebbe, almeno indirettamente, il sistema partitocratico.

Questa "democrazia" di tipo occidentale, non fa acqua teoricamente solo in Italia, ma basta leggere di ciò che avviene in altri Stati che adottano questo sistema per governare.
Il sistema è adatto allo scopo (governare) ma totalmente inadeguato se riferito alla sua giustificazione, ossia la partecipazione popolare.

Tutto ciò, devo precisare, lo espongo senza esprimere direttamente dei giudizi di valore su questi sistemi di "democrazia indiretta". Ragionare su quest'altro aspetto è un ulteriore problema.

Ho tentato, piuttosto brevemente, di rispondere al quesito posto. Spero di aver soddisfatto la richiesta, anche se, lo riconosco per primo, l'argomento è stato solo sfiorato per spunti e in maniera men che sintetica.

Valete
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Re: Dove inizia la democrazia?
#170
Dubito ormai di tutto
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Citazione:
La nostra è una democrazia (indiretta ovviamente), che è poi applicata male, oppure non lo è già in partenza, prima di una qualunque sua applicazione pratica?


Mi preme rispondere a massimo, poi ritorno, sono in stato di shock per la scoperta di membri alla partecipazione di nuovi ordini momdiali, e non riesco più a capire a questo punto se sono vittime innocenti o collaborazionisti. Entro stanotte il post.

Il nostro è un comunismo (indiretto ovviamente), che è poi applicato male, oppure non lo è già in partenza, prima di una qualunque sua applicazione pratica?

Il nostro è un fascismo (indiretto ovviamente), che è poi applicato male, oppure non lo è già in partenza, prima di una qualunque sua applicazione pratica?

Solo per dire che l'idea iniziale può essere positiva, ma lo scontro avviene nel tramutarsi pratica, da questo credo derivino le mille sfaccettature. Sfaccettature che credo incontrerebbe ogni tipodi di organizzazione sociale nella pratica data l'enorme ricchezza caratteriale e i pregi di umana natura.
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1 - Non fanno caso, costoro, che quando in Internet compare qualcosa di veramente scottante, scompare nell’arco di pochi minuti? Se invece qualcosa ci rimane per sempre – e pure in bella vista - vuole dire che lì da nascondere c’è ben poco.
Inviato il: 9/1/2006 18:34
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  •  SWE
      SWE
Re: Dove inizia la democrazia?
#171
Mi sento vacillare
Iscritto il: 8/3/2004
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****
NERO

hai trattato il tema secondo uno schema interessante.

Tuttavia messo in questi termini purtroppo non può essere oggetto di un forum ma pittosto di un simposio se non addirittura di una serie di conferenze a partire da Platone e Aristotele passando per Hobbes ed Heghel fino ai pensatori dei giorni nostri .

Emanuela
Inviato il: 9/1/2006 19:11
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  •  Nero
      Nero
Re: Dove inizia la democrazia?
#172
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 10/12/2005
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Ave Emanuela,

è vero che un tema del genere può evolversi in molti modi, ma, volendo, si può approfondire anche "a pelle", senza entrare nei complicati discorsi (questi si da conferenza) dei costituzionalisti o dissertazioni puramente filosofiche.

Il post di Vincenzo, a proposito, è valido ed emblematico.

Personalmente, ho tentato di dare una risposta al reiterato interrogativo di Massimo, il ns. apprezzato redattore.

Lungi da me l'intenzione di stravolgere il forum, ritengo come te, e qui ribadisco, che la democrazia è proprio un'altra cosa.

Vale
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Tantum religio potuit suadere malorum
Inviato il: 9/1/2006 20:23
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  •  Ashoka
      Ashoka
Re: Dove inizia la democrazia?
#173
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 11/7/2005
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Chi ha studiato un po’ di termodinamica sa che il ciclo di Carnot è un ciclo ideale basato su trasformazioni infinitesimamente lente (reversibili). Senza entrare nei dettagli, il ciclo (ideale) ha la proprietà di realizzare il rendimento massimo, rispetto a tutti gli altri che operano a parità di condizioni. In realtà, poi, non si possono operare queste trasformazioni così lentamente da avvicinarsi al ciclo ideale e man mano che si aumenta la velocità del ciclo aumenta il “disordine” (entropia) del sistema e diminuisce il rendimento del ciclo.

Questa situazione si potrebbe paragonare al caso della democrazia diretta che diviene ideale e perfetta nel caso di un individuo che decide per sé ma aumenta di “disordine” , viene “corrotta” e perde il suo “rendimento” man mano che aumenta il numero di individui che compongono la società in esame.

Ma nei motori delle automobili non si utilizza il ciclo di carnot, ma altri cicli, simili nella concezione ma MOLTO diversi nella sostanza. Questi cicli, operando nelle stesse condizioni del ciclo di Carnot corrispondente, ottengono un risultato ancora meno efficiente, a volte si inceppano, si rompono, etc.

Allo stesso modo vedo la democrazia “rappresentativa”, che si ispira, copia, reinterpreta la “democrazia ideale” e che aggiunge, al già citato fattore “numero”, altre imperfezioni al sistema, alcune delle quali insite nella semplificazione stessa che si é voluta creare e che determinano un risultato ancora diverso.

Morale della favola: e se andassimo tutti a piedi ?
Inviato il: 9/1/2006 23:16
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Re: Dove inizia la democrazia?
#174
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 9/6/2004
Da u-oy-topos middle Oceania
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Citazione:
allo stesso modo vedo la democrazia “rappresentativa”, che si ispira, copia, reinterpreta la “democrazia ideale”


hai messo una serie di virgole capovolte che mi confondono, comunque se intendi ciò che hai scritto, meno filosoficamente, come ho scritto prorio 3 post fa, l'ideale che si tramuta in pratica? Questo intendi, o qualcos'altro?

Citazione:
perde il suo “rendimento” man mano che aumenta il numero di individui


mi scuso se lo riscrivo. che possa perdere rendimento posso essere pure d'accordo, ma nel senso di rappresentanza cambia nulla 2, 80, 6789, 124345, 4562321 persone


Citazione:
aggiunge, al già citato fattore “numero”, altre imperfezioni al sistema


anche qui credono che soprattutto vadano aggiunte imperfezioni umane prima di tutto.

Citazione:
Morale della favola: e se andassimo tutti a piedi ?


e se andassimo tutti in auto elettrica?
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Inviato il: 10/1/2006 1:01
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  •  nessuno
      nessuno
Re: Dove inizia la democrazia?
#175
Mi sento vacillare
Iscritto il: 30/7/2005
Da Albino (BG) - Bassa Valle Seriana
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Citazione:
da SWE su 9/1/2006 1:33:46

X NESSUNO

-citazione-[... e - dopotutto - non sono nessuno ...]

Beh, in effetti te lo sei detto da solo...

Em.

Ps: questa poi ma separare il privato ed il politico mi continua a sembrare esiziale per la sopravvivenza dell'umanità è "datata" addirittura '68 !
( a parte il fatto che nemmeno hai capito e hai confuso "privato" con " intimo" , due cose assai distinte e molto ben separate ed era in riferimento a quanto scritto in precedenza da Vincenzo...leggi bene prima di "parlare")




Chiedo scusa a tutti per la (tardiva) intromissione e il lungo quote, ma mi pare che qui Emanuela abbia passato le misure.
Io ho semplicemente sostenuto la tesi che le convinzioni private, o intime, o chiamale come vuoi (personali, proprie, profonde, il dizionario riporta una lunga lista di sinonimi ) non vanno separate dall'agire in pubblico ("politico", perché, se ben ricordo, politica e pubblico hanno la stessa radice [Pax, tu che in Grecia ci vivi, aiutami, per piacere ]).
Altrimenti non facciamo che ripetere il comportamento dei Fassino o dei Berlusconi o di qualunque altro che vi venga in mente. Grandi frasi e convinzioni profonde (intime, si potrà dire per Berlusconi? E per Fassino?) e altrettanto grande interesse a riempirsi le scarselle.

Gradirei smentite, non insegnamenti su cosa devo fare o non fare, grazie. L'epoca dei maestri di scuola è passata da un pezzo, per il sottoscritto (non perché non abbia nulla da imparare, solo perché adesso i maestri preferisco scegliermeli da me).

Buona vita, comunque.

E scusate il ritardo e l'OT, ma ogni tanto un poco di rabbia ci vuole pure.

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Inviato il: 10/1/2006 1:25
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  •  Bruno61
      Bruno61
Re: Dove inizia la democrazia?
#176
Ho qualche dubbio
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Citazione:
La nostra è una democrazia (indiretta ovviamente), che è poi applicata male, oppure non lo è già in partenza, prima di una qualunque sua applicazione pratica?


In linea teorica la democrazia (diretta o indiretta che sia) e' il metodo migliore di cui finora disponiamo e potrebbe essere in grado di rispondere alla necessita' di dare voce al popolo (brutta parola, lo so, ma non me ne viene una migliore a quest'ora) se non fosse applicata cosi' male e infiltrata da poteri che non dovrebbero entrarci per nulla.

E qui finisce la risposta a Massimo.

Mi pare pero' che ci sia un po' di confusione nell'attribuzione delle colpe ai vari componenti di questa nostra "democrazia" reale. Io farei un po' piu' di attenzione a non mischiare stato, democrazia, partiti, poteri economici e quant'altro. Ognuna di queste componenti e' indipendente e puo' esistere indipendentemente dalle altre; ci puo' essere stato senza democrazia, democrazia senza stato (chiedere a Paxtibi ), partiti senza democrazia e ogni altra combinazione. Sfortunatamente ce le troviamo tutte assieme appassionatamente e non e' sempre facile distinguere chi e' responsabile di cosa.

Ciao
Bruno




Inviato il: 10/1/2006 1:32
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Re: Dove inizia la democrazia?
#177
Dubito ormai di tutto
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Da u-oy-topos middle Oceania
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Citazione:
la democrazia (diretta o indiretta che sia) e' il metodo migliore di cui finora disponiamo e potrebbe essere in grado di rispondere alla necessita' di dare voce al popolo


questo perchè?

Citazione:
Sfortunatamente ce le troviamo tutte assieme appassionatamente e non e' sempre facile distinguere chi e' responsabile di cosa.


non è che c'è un motivo se stanno tutti insieme?

Forse ci perdiamo dietro le terminologie e tutto il discorso che ne consegue si disperde altrettanto.
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Inviato il: 10/1/2006 1:44
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  •  Bruno61
      Bruno61
Re: Dove inizia la democrazia?
#178
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 15/7/2005
Da Sol III
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Citazione:
Forse ci perdiamo dietro le terminologie e tutto il discorso che ne consegue si disperde altrettanto.


Non credo. Se "decidiamo" che la democrazia (e quale) di per se' va bene, se lo stato di per se' non e' IL male e cosi' via ci possiamo avvicinare di piu' al problema analizzando meglio le interazioni tra le componenti.

Ciao
Bruno
Inviato il: 10/1/2006 2:03
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Re: Dove inizia la democrazia?
#179
Dubito ormai di tutto
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Citazione:
Se "decidiamo" che la democrazia (e quale) di per se' va bene, se lo stato di per se' non e' IL male e cosi' via ci possiamo avvicinare di piu' al problema analizzando meglio le interazioni tra le componenti



petitio principi

Ritenta!
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Inviato il: 10/1/2006 2:55
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Re: Dove inizia la democrazia?
#180
Dubito ormai di tutto
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Da u-oy-topos middle Oceania
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Quel post di cui parlavo, importante perché ho sciolto ogni dubbio su chi votare alle prossime elezioni, ho trovato una lista di nomi da prendere in considerazione, speriamo almeno si candidino.

L'ho postato in quest'altro topic.
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Inviato il: 10/1/2006 3:22
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