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  La morte

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Re: La morte
#31
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 19/5/2004
Da
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Citazione:
E poi sì, anche "chi sono", "da dove vengo" e "dove vado".


Ah... e solo morendo lo si scopre?

Citazione:
Quindi non voglio sentire assurdità del tipo: La morte è la fine di tutto.

Scusa ma mi sembra che ti sia sbilanciato troppo, usando la parola assurdita', soprattutto se questa affermazione e' consecutiva all'assunto :"con la morte scopriro' tutto".

"Nulla si crea, nulla si distrugge", non significa che si continua a vivere come si e' sempre fatto. Dubito che i tuoi pensieri e le tue domande, durante la decomposizione della materia costituente il tuo corpo, nel periodo post mortem, riescano a fornirti gli spunti necessarii per indagare a fondo sulle verita'... a meno che non si stia "ammiccando" a qualche struttura di riciclo extraterrena (la continuazione della vita dell'anima) ... "l'assurdita'" si nasconde in molte delle ipotesi su cio' che non si puo' conoscere.

Citazione:
Sarebbe un inganno tremendo!


Di chi? E nei confronti di chi?

Citazione:
Che scopo ha mettere al mondo dei figli se si è convinti che sia tutto qua?


Vivere al meglio possibile?
Io, se fossi in te, e forse ci sono passato nei tuoi panni, mi chiederei (e me lo sono chiesto) che cosa cambierebbe se la vita fosse eterna?
La mia risposta e' stata che avrei preso con molta piu' "tranquillita'" (per non dire rassegnazione speranzosa) tutte le angherie subite in questo squallido perioducolo di vita terrena... e questo mi e' parso un buon motivo per pensare che, forse, dietro questo modo di vedere le cose, non c'e' un beneficio per tutti i "vivi", ma solo per alcuni... Quelli che ci credono meno, forse...

Citazione:
Venire al mondo per soffrire le pene dell'inferno e poi morire e........ finisce tutto lì?


Non credo che tu abbia bisogno di essere rassicurato, in questo senso, mi sembri abbastanza fermo e deciso a crederci davvero... Ma non posso che esternarti la mia perplessita' sul fatto che l'unico modo di superare dei dolori, per quanto pesanti e disarmanti, sia l'aspettare una "nuova vita" migliore.

Forse, ma, intanto, cercherei la maniera, migliore per vivere quel che mi resta dell'unica cosa che posso con "quasi" certezza definire la "mia vita"... probabilmente l'unica che ho da trascorrere in questo stato di materia.


mc
Inviato il: 4/8/2006 11:30
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  •  bianca
      bianca
Re: La morte
#32
Mi sento vacillare
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Da bologna
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la cosa più importante, resta

arrivare vivi alla morte.

..e non è affatto semplice
_________________
Citazione:
Il futuro dell’uomo
è a una drammatica stretta
ho visto un panda
con la mia faccia sulla maglietta.
Stefano Benni
Inviato il: 4/8/2006 12:51
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  •  florizel
      florizel
Re: La morte
#33
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 7/7/2005
Da dove potrei stare meglio.
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fiammiferoCitazione:
Da quando l'uomo vive in comunità,da quella arcaica alla moderna,seguendo delle regole,leggi,usi costumi e quant'altro non è mai stato artefice della propria vita,ha dipeso sempre dagli altri,dalla comunità

Scusa,Fiamma, ma non puoi mettere sullo stesso livello dimensioni di vita tanto diverse tra loro.
Una cosa erano le comunità che tu definisci "arcaiche", in cui la dipendenza dalla comunità era in realtà un'interdipendenza,ed implicava un rapporto diretto dell'individuo con l'organizzazione della vita del singolo e della collettività.
Altra cosa è la società odierna, dove più nessuno sembra aver bisogno di nessun'altro, e sia la vita che la morte sono esperienze vissute in estrema solitudine, e per di più sotto il peso di un "progresso" programmato proprio allo scopo di approfondire l'isolamento gli uni dagli altri.
Questo è innegabile, e ben poco ha a che vedere con i panni lavati a mano o in lavatrice.
Citazione:
La morte non mi fà paura,anzi l'ho sempre vista come la fine di un ciclo senza un dopo se non hai figli,sono loro il tuo futuro,un pezzetto di eternità che si tramanda e quel po' che ci si affanna per rendere più agevole la ns.vita è per lasciarlo ai figli

Posso qui capire l'implicazione affettiva e,se vogliamo, biologica, circa il "futuro" che continua attraverso i nostri figli, ma mi chiedo se anche questa visione dell'esistenza strettamente "familiaristica" non sia un altro dei tanti modi per tenerci "isolati" dal resto degli individui,ed allo stesso tempo un "indottrinamento" della cultura "moderna",in cui la famiglia stessa diventa un riflesso della gerarchia sociale, con tutto quello che ne consegue.
Perchè, allora, nelle realtà socialmente "avanzate" la morte è sempre più un evento vissuto nell'ambito strettamente parentale?
E come mai, in alcune realtà tuttora esistenti, non "integrate" nella cultura del cosiddetto "progresso", la morte è un evento vissuto collettivamente?
Citazione:
Ma poi cosa significa allontanarci da noi stessi?

A mio avviso,significa allontanarsi dalla propria capacità di realizzare autonomamente la vita che si sceglie di vivere. Riuscirci,tendendo a farlo in ogni istante della propria vita,significa in qualche modo permettere a noi stessi che la morte possa riflettere il senso di pienezza ed integrità che abbiamo dato alla nostra esistenza.
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"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 4/8/2006 14:02
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Re: La morte
#34
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 25/6/2004
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Altra cosa è la società odierna, dove più nessuno sembra aver bisogno di nessun'altro

Eccerto, tanto c'è il welfare del governo coi servizi, cosa me ne frega dell'altro?



(ding!)
Inviato il: 4/8/2006 14:13
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Re: La morte
#35
Sono certo di non sapere
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Linucs, non ho parole, hai centrato un punto che merita un'altro quadretto sopra il mio computer.

OVAZIONE MEGAGALATTICA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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Il Portico Dipinto Network Nanopublishing
E' dall'uso (mancato) del Congiuntivo, che li riconoscerete.
Inviato il: 4/8/2006 14:53
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  •  florizel
      florizel
Re: La morte
#36
Sono certo di non sapere
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>Eccerto, tanto c'è il welfare del governo coi servizi, cosa me ne frega dell'altro?

ding!ding!ding!

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"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 4/8/2006 15:11
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  •  Santro
      Santro
Re: La morte
#37
Mi sento vacillare
Iscritto il: 13/11/2005
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Fiammifero, Citazione:
Poi illudersi che ci sia un'altra vita dopo la morte per me è autoconvincersi che
forse la prossima volta andrà meglio


Credo che non ci sarà una "prossima volta" ma altre tappe da percorrere.

mc "il quadrato" Citazione:
-citazione-
E poi sì, anche "chi sono", "da dove vengo" e "dove vado".


Ah... e solo morendo lo si scopre?

Se ti accontenti di sapere che sei un animale che pensa, che vieni da un uovo fecondato e stai andando sotto qualche metro di terra non hai bisogno di sapere altro.
Citazione:
Sarebbe un inganno tremendo!


Di chi? E nei confronti di chi?

Di chi non ne ho idea ma mi pare ovvio che lo sarebbe nei confronti di me medesimo.

Io non voglio la vita eterna, voglio continuare ad esistere, ad esserci; magari in compagnia dei miei cari, con le loro individualità reali e con le risposte ad ogni possibile domanda.
Citazione:
Non credo che tu abbia bisogno di essere rassicurato, in questo senso, mi sembri abbastanza fermo e deciso a crederci davvero... Ma non posso che esternarti la mia perplessita' sul fatto che l'unico modo di superare dei dolori, per quanto pesanti e disarmanti, sia l'aspettare una "nuova vita" migliore.

Forse, ma, intanto, cercherei la maniera, migliore per vivere quel che mi resta dell'unica cosa che posso con "quasi" certezza definire la "mia vita"... probabilmente l'unica che ho da trascorrere in questo stato di materia


Forse c'è un equivoco: io non sto aspettando con ansia di morire nella speranza di una vita migliore. Non ho nulla di cui lamentarmi veramente e credo di star vivendo al meglio la mia vita; probabilmente dovrei migliorarmi in alcune cose, suppongo. Ma quando il momento verrà vorrei esserne cosciente.

Non ho nessuna intenzione di intrappolarmi in una discussione "eterna", non ne sono il tipo. Il mio pensiero sull'argomento l'ho esposto nel primo post. Non ci è dato di poter dimostrare con certezza nessuna tesi al riguardo. Ognuno la pensa come meglio crede e amen.

Per concludere ragazzi, vi voglio dire che io non mi fermerò alla morte del mio corpo ma andrò oltre, voi fate un po' come vi pare.

Ciaooo
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ETERNAL SALVATION
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Inviato il: 4/8/2006 15:35
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  •  fiammifero
      fiammifero
Re: La morte
#38
Sono certo di non sapere
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Florizel continuo a non vederle queste differenze,perchè tutti ci relazioniamo con gli altri,sul lavoro,in un pab,in pizzeria,negli eventi,con i rapporti di vicinato,insomma cambiano i numeri ma la sostanza è la stessa.
ei piccoli centri ognuno sà i fatti dell'altro,nelle città si sà quelli dei condomini.
Mai visto un funerale senza seguito,un'omelia ad esaltare le virtù del deceduto (tutti bravi chissà dove sono quelli cattivi? ).
Forse ti riferisci a qualche barbone morto per strada,tra l'indifferenza dei passanti,od ai profughi che annegano in mare.Ma questo succedeva anche nel passato,escluso forse il periodo in cui l'uomo era nomade e la morte di un singolo comprometteva l'esistenza del piccolo gruppo.
Comunque un conto sono le celebrazioni post-mortem che coinvolgono la comunità,ma la morte è sempre vissuta e sentita singolarmente ,gli altri guardano.
E' come quando ti tagli un braccio,tu solo senti il dolore,gli altri ti possono compatire,cercare di immedesimarsi ma non lo provano!


Citazione:
mi chiedo se anche questa visione dell'esistenza strettamente "familiaristica" non sia un altro dei tanti modi per tenerci "isolati" dal resto degli individui,ed allo stesso tempo un "indottrinamento" della cultura "moderna",in cui la famiglia stessa diventa un riflesso della gerarchia sociale,

Scusa ma più persone,più famiglie non fanno da sempre una comunità? secondo il loro numero diventano clan,tribù,comunità,paesi,regioni,stati,nazioni!
E le gerarchie sociali non sono mica un'invenzione moderna,le abbiamo ereditate nel corso dei millenni.
Stranamente però quando si verificano eventi catastrofici,guerre scatta il sentimento di solidarietà,di appartenenza,di contrasto etc..
_________________
Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Inviato il: 4/8/2006 16:03
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  •  felice
      felice
Re: La morte
#39
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alla stazione, un treno parte alle ore (.), parte!!! A quell'ora tu stacchi, e t'allontani lontano lontano sempre più lontano e forse tornerai ma sarà in tempo o troppo tardi?

Per la morte parti e basta. Parti. E tutte le cose per cui hai dato il tuo sudore e tutta la tua forza e tutto il tuo tempo, la tua vita insomma. E tutte le tue cose? Abbandonate, li in mezzo e in mano a tutti senza più la tua salvaguardia. Faranno come la carne di porco della tua vita messa in quelle tue cose. Le ignoreranno o ci pisceranno sopra ma tu, tu sentirai solo gran dolore per le tue cose che non vedrai più. Sei morto!
Io spero di morire senza accorgermene. Spero di evitare il conto razionale con la non ragione della morte.

Tutto é male!
fe
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Solo col governo di sinistra possono passare SORDIDE e SILENTI le riforme di destra. Il SOLE é storto! Sento di navigare su una nave tarmata. Le tarme sono tante che la nave sulla quale viaggio é destinata a risolversi consumata nel fuoco delle GUERRE.
Inviato il: 4/8/2006 16:15
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Re: La morte
#40
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Non ci è dato di poter dimostrare con certezza nessuna tesi al riguardo. Ognuno la pensa come meglio crede e amen.


Si certo, non mi riferivo a te in particolare. Mi riferivo alla possibilita' a cui potrebbe andare incontro chiunque abbia una particolare idea della vita dopo la morte... rischi a cui si e' esposti grazie ad alcuni assunti filosofici (di estrazione religiosa, fondamentalmente).

Citazione:
o non voglio la vita eterna, voglio continuare ad esistere, ad esserci; magari in compagnia dei miei cari


Spero, per te, che sia una di quelle cose realizzabili grazie ad una forte volonta' di riuscita: in tal caso sto parlando con un highlander!

In tal caso, inoltre, sarei condannato ad una brevissima esistenza, perche' non credo minimamente ad una possibilita' del genere. Sperarlo, non e' crederlo, "spero" che questo sia chiaro...

Citazione:
Se ti accontenti di sapere che sei un animale che pensa, che vieni da un uovo fecondato e stai andando sotto qualche metro di terra non hai bisogno di sapere altro.


Questo lo dici, perche' sottovaluti la ricerca del sapere di un Non Credente, non religioso. Il sapere di cui sono alla ricerca e' semplicemente rivolto verso altre direzioni.
Ma non e' che lo si considera "minore" perche' "FINITO" visto che racchiuso in ambito Umano? In contrapposizione al sapere divino, infinito per dogma, ed al di fuori dell'ambito Umano (e quindi anche della sua conoscenza FINITA) ?

Se questo tipo di assunto influisce su quello in cui ti esprimi, come la metti che "uno come me" sia convinto che dio sia una dimensione della mente umana?
Che dio e tutto cio' che ne scaturisce dall'ipotizzato al riguardo siano "creazioni" umane, frutto di fantasie necessarie (dettata dal bisogno di credere ... e del credere di sapere...)...?

...

Citazione:
alla morte del mio corpo ma andrò oltre


...mandami una cartolina, quando arrivi... ...

mc
Inviato il: 4/8/2006 16:35
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  •  Santro
      Santro
Re: La morte
#41
Mi sento vacillare
Iscritto il: 13/11/2005
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Caro mc, vediamo se riesco ad ingarbugliare la faccenda.

Saprai che i più recenti studi ed esperimenti scientifici stanno provando che ciò che si osserva della realtà fisica dipende, almeno in parte, dall'osservatore. Potrei dire che la realtà oggettiva pare non sia definita ma in potenza, manifestando di sè solo ciò che il soggetto percipiente riesce a "decifrare" grazie, tra gli altri fattori, al suo livello di coscienza. Di conseguenza io direi che all'espandersi della coscienza, deve coincidere un ampliamento della realtà decifrabile; sì certo, soggettiva.......individuale..... ma non è quella la realtà più importante per la nostra singolarità?
Facciamo un esperimento: abbiamo un televisore; sebbene sia "immerso" in un "mare" di onde radiotelevisive, riprodurrà esclusivamente quelle frequenze su cui sarà sintonizzato. Ora, se prendiamo un'altro televisore ed ampliamo la sua capacità di ricezione questo sarà in grado di ricevere una quantità di informazioni maggiore sebbene sia immerso nello stesso mare (non me ne intendo granchè ma mi pare che qualcosa del genere avvenga tra i televisori analogici e digitali).
Là fuori c'è tutto ma noi, di quel "tutto", percepiamo soltanto una piccola parte.

I nostri sensi sono in grado di interpretare solo una certa gamma di informazioni ma tale limite si può superare per mezzo di uno strumento di natura radicalmente diversa conosciuto come "sesto senso" o "terzo occhio", che io chiamerei: intuito. Il suo prodotto, l'intuizione, non potendosi affidare alla solidità dei sensi ordinari, non può essere altro che un "vissuto" personale, cioè, non comunicabile; potrò usare tutte le parole del mondo ma non riuscirò mai a comunicare a qualcun'altro l'intima sensazione/emozione provata nell'ascoltare una melodia o nel contemplare un quadro. Percui, colui che tale emozione non ha vissuto, potrebbe benissimo giudicarla una mia
illusione! Io so bene che non si è trattato di un'illusione ma come farò a convincerlo a parole?
L'intuizione, a chi la sperimenta, fornisce verità non comunicabile, quindi non apprezzabile come tale dagli altri.

Per gettarmi volontariamente nella fossa dei leoni, pur non identificandomi come cristiano, cito: "Chi crede in me vivrà in eterno." che tradurrei in: "Chi intuisce la verità della mia resurrezione vivrà in eterno, perchè tale verità diverrà la sua realtà."

Grazie per l'attenzione.
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ETERNAL SALVATION
(or triple your money back)
Inviato il: 5/8/2006 19:54
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  •  soleluna
      soleluna
Re: La morte
#42
Dubito ormai di tutto
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Da orbita di Anarres
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Bianca Citazione:
la cosa più importante, resta arrivare vivi alla morte.

..e non è affatto semplice


grandiosa Bianca

Pat
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"perche' ballate e vi fate l'acconciatura, visto che qua e' impossibile anche comprare da mangiare?"
"perche' magari oggi e' l'ultimo giorno che viviamo, e vogliamo amarlo quanto piu' possibile"
Grozny
Inviato il: 5/8/2006 22:17
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  •  fiammifero
      fiammifero
Re: La morte
#43
Sono certo di non sapere
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Da ROMA
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Santro: Citazione:
L'intuizione, a chi la sperimenta, fornisce verità non comunicabile, quindi non apprezzabile come tale dagli altri.


Concordo appieno,è impossibile spiegare un'intuizione,solo che la mia è diversa dalla tua ed ognuno deve seguire la propria.
leggendo su vari siti mi sono incrociata su Le esperienze di pre-morte ed analogie con il Paradiso di DANTE ALIGHIERI che mi ha leggermente disorientato e lo dedico a MC
_________________
Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Inviato il: 5/8/2006 23:05
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Re: La morte
#44
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 17/4/2006
Da nordcentro
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Buona Tarda.. Verrà la morte ed avrà (si prenderà) i tuoi occhi....ella cammina sempre al tuo fianco,invisibile...ma inesorabile e quando ti toccherà la spalla sinistra,tu la seguirai..Grande o piccino,ricco o povero,misero o potente,tu la seguirai...Si manifesterà allora nella tua coscienza, la Divinità nata insieme a te,che conterà le tue buone azioni con sassi bianchi,ma vedrai anche il Demone nato con te,che conterà con sassi neri quelle cattive..Il Signore della Morte,guarderà dunque nello specchio della tua vita,dove appariranno nitide e chiare le azioni virtuose e quelle negative..sarà inutile mentire..Se i sassi neri prevaranno,il Signore della Morte ti legherà allora una corda al collo e ti trascinerà via,ti taglierà la testa,ti strapperà il cuore,estrarrà i tuoi visceri,ti leccherà il cervello,berrà il tuo sangue,mangerà le tue carni e roderà le tue ossa...ma tu non potrai morire..la tua sofferenza non avrà fine e questa è la morte seconda che spetta ai malvagi..Se a prevalere invece saranno i sassi bianchi,vedrai una luce che ti permeerà di amore perfetto,di gioia serena,di beatitudine ineffabile eterna...Sarai Dio con Dio, Mistica Unità Realizzata.. Vedete,qualcuno hà affermato che la Morte è l'unico fatto importante che ci accade in vita...alla luce di quanto sopra,parrebbe proprio di sì.. La vita,è solo una breve prova per autoassegnarci il posto nell'Aldilà,forse Eterno.. Meditate gente,meditate... e preparatevi, che dobbiamo morire...
Inviato il: 6/8/2006 2:14
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Re: La morte
#45
Mi sento vacillare
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si va sempre,come diceva anche Seneca, incontro alla morte: giorno dopo giorno.
ad oggi ,per quello che so io, si può rallentare e "allungare" un po' la vita.
non si può fare niente,anche se ho sentito parlare di esperienze di vita diverse, cioè trovarsi in dimensioni diverse dalla nostra. non so se siano fantasie o altri metodi,oltre quelli di certe religioni,per "indorare la pillola" ,per farci accettare che ,prima o poi,la nostra esistenza terminerà.
Inviato il: 6/8/2006 11:31
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  •  felice
      felice
Re: La morte
#46
Mi sento vacillare
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x bianca su 4/8/2006 12:51:38

Citazione:
la cosa più importante, resta arrivare vivi alla morte


Io faccio di tutto per arrivare alla morte morto! Mi rovino ogni dente, mi sfracello il fegato, m'inchiodo il cuore... si la morte non dovrà trovarmi vivo perché avrà le mie ossa ma non la mia obbedienza e il mio pensiero, neanche solo l'ultimo mio pensiero! Ossa e basta. 4 ossa!
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Solo col governo di sinistra possono passare SORDIDE e SILENTI le riforme di destra. Il SOLE é storto! Sento di navigare su una nave tarmata. Le tarme sono tante che la nave sulla quale viaggio é destinata a risolversi consumata nel fuoco delle GUERRE.
Inviato il: 6/8/2006 16:54
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  •  fiammifero
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Re: La morte
#47
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Non avevo dubbi Felice, ci sei quasi riuscito,un'ultimo sforzo poi se vuoi la mazzata finale io sono a disposizione
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Citazione:
le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Inviato il: 6/8/2006 19:37
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  •  bianca
      bianca
Re: La morte
#48
Mi sento vacillare
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Citazione:
faccio di tutto per arrivare alla morte morto!


ok felice..ma io non mi riferivo a quel tipo di vitalità.

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Il futuro dell’uomo
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Stefano Benni
Inviato il: 6/8/2006 22:05
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Re: La morte
#49
Mi sento vacillare
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"In hoc enim fallimur, quod mortem prospicimus; magna pars eius iam praeterit. Quicquid aetatis retro est, mors tenet." (Seneca)

[Questo è il nostro errore, di vedere la morte come qualcosa che sta davanti a noi; in realtà gran parte di essa è già trascorsa. Tutto il tempo che è già passato, appartiene alla morte.]

"Del non essere non ti permetterò né di dirlo né di pensarlo. Infatti non si può né dire né pensare ciò che non è." (Parmenide)


Ho trascorso un tempo considerevole della mia vita passata - ammesso che "passata" sia un termine provvisto di un qualche significato - a interrogarmi sulla morte. Non credo di essere arrivato ad una conclusione certa, nè del resto sarebbe stato possibile. Quando si è sempre stati, e si continua ad essere, atei come una spugna le risposte non vengono mai facili, e quando vengono non sembrano mai soddisfacenti. Tuttavia un giorno ho incontrato un libro che mi ha fornito su questo argomento la risposta più sensata e completa in cui mi sia finora capitato di imbattermi. Il libro è la raccolta completa delle poesie di Giovanni Giudici edita qualche anno fa nei Meridiani della Mondadori. Va letta con attenzione, soppesata, digerita. Ci vuole molto tempo, e spesso capita - salvo che si possieda dimestichezza con la lettura della poesia - che ci si stanchi di leggere componimenti apparentemente incomprensibili prima che una qualsiasi risposta sia penetrata dentro di noi. Occorre perseveranza e acutezza di sentimenti perchè si veda, all'improvviso, dischiudersi uno spiraglio d'illuminazione inattesa che rimane impresso nella coscienza e riempie di senso, come un'epifania retroattiva, tutto ciò che abbiamo letto fino a quel momento.

Non credo di poter dire - sarei incredibilmente presuntuoso - di aver capito, dopo questa lettura, cosa sia la morte. Non credo sia possibile capirlo, né prima che essa arrivi né dopo. Lo stesso atto del capire è qualcosa in cui, ormai, nutro poca fiducia, come in un giocattolo il cui funzionamento si credeva miracoloso, ma un giorno si rompe, rivelando le molle e gli elastici che banalmente lo tenevano in movimento. Credo però di avere intuito, almeno grossolanamente, i meccanismi e i princìpi nascosti che stanno alla base del nostro percorso e della nostra condizione di uomini, compresa quella che definiamo (impropriamente) la sua parte finale. Questo non significa che io abbia smesso di aver paura della morte. Uno può anche conoscere a menadito il meccanismo che fa muovere le montagne russe del luna park, bullone per bullone, rotella per rotella, ma questo non vuol dire che avrà meno paura a montarci sopra. Tuttavia, la conoscenza del meccanismo aiuta a circoscrivere la paura, a depennare dal novero dei nostri timori quelle visioni che, alla luce di ciò che si è appreso, non appaiono più verosimili.

Ad esempio ho smesso di pensare alla morte come una fase, infinita e terribile, di non esistenza. Se ho ragione – e sento di averla – la morte è l’esatto contrario: non assenza di essere ma assenza di individualità. Non la fine dell’essere, ma la fine di ciò che lo delimita e lo circoscrive; e cioè la fine di quell’insieme di strutture riordinatrici che danno origine a quella peculiare specificazione dell’essere – una delle tante – che chiamiamo “io”. La morte è l’accesso ad una fase più “elevata” dell’essere, in senso quantitativo, non morale, né spirituale. Una fase dalla quale, peraltro, non siamo mai veramente usciti. Ciò che chiamiamo il nostro “io” è un coacervo di pensieri, idee, allucinazioni, sogni e lunghi periodi di vuoto che nessuno di noi saprebbe definire, eppure lo raffiguriamo come un ente definito e unitario. Ciò che chiamiamo la nostra vita è un’insieme di eventi e esperienze compiute da persone completamente diverse a cui ci sforziamo penosamente di dare un ordine lineare, inserendolo a forza in un’improbabile struttura unitaria riferibile ad una singolarità che chiamiamo “io”. La morte è la fine di questo sforzo terribile – e un po’ ridicolo – che il cervello - o per meglio dire l’attività riordinatrice che attribuiamo a torto o a ragione al suo funzionamento - compie nel tentativo di dare ordine, linearità, unicità a cose che non ne hanno e non ne hanno mai avuta.

Io non sono uno scienziato, e se sto per dire castronerie compatitemi e correggetemi. Ma da quel poco che so di questi argomenti, in meccanica quantistica è un dato ormai acquisito il carattere immaginario di ciò che chiamiamo “direzione del tempo”. E cioè: il fatto che una tazza di vetro si rompa sul pavimento DOPO esser stata lasciata cadere è, dal punto di vista della fisica quantistica, un evento tanto probabile quanto il suo opposto. E’ il nostro cervello – o ciò che esso riceve da chissà dove – che imprime agli eventi questo ordine immutabile (ma arbitrario): PRIMA la tazza sfugge di mano, POI si rompe. Ma si tratta di un ordine inesistente nella fisica dei quanti, dove è perfettamente possibile che la rottura della tazza sul pavimento avvenga prima che essa cada. A ciò sembrerebbe opporsi il secondo principio della termodinamica, secondo il quale in ogni sistema chiuso il disordine, o l'entropia, aumenta sempre col tempo. Una tazza integra sul tavolo è in uno stato ordinato, mentre una tazza rotta sul pavimento è in uno stato di disordine. Si può passare facilmente dallo stato ordinato del passato (tazza integra) a quello disordinato del futuro (tazza rotta), ma non viceversa.

In realtà è il nostro cervello che imprime agli eventi questo ordine peculiare, ordine che non esiste nella realtà delle cose. Se il disordine aumenta col tempo è solo perché noi misuriamo il tempo nella direzione in cui il disordine aumenta. Il disordine non è nella natura delle cose, è solo che il nostro cervello misura la natura delle cose procedendo unicamente in quella direzione. Dove non c’è un cervello ad osservare l’evento (la rottura della tazza), esso può svolgersi indifferentemente nell’una o nell’altra direzione. Non credo ci sia bisogno di spiegare che cos’ha a che fare tutto questo con il discorso sulla morte. Credo sia intuibile come il percorso che ci conduce, in modo apparentemente ineluttabile, dalla culla alla tomba, sia solo uno dei tanti percorsi possibili. Credo sia intuibile come ogni istante di ciò che chiamiamo la nostra vita (o la nostra morte), sottratto alla dittatura ordinatrice dell’attività cerebrale, sia presente ovunque, in qualsiasi punto del tempo o dello spazio.

C’è un libro, probabilmente noioso, che non ho letto e che non leggerò. Si chiama “Gli spiriti ci parlano” (edizioni Pendragon) ed è stato scritto da un gruppo di persone che in esso hanno riportato alcuni presunti colloqui con spiriti di personaggi famosi contattati attraverso sedute medianiche, o qualcosa di simile. Non amo la banalizzazione della morte. L’idea che esistano chiacchiere dopo la vita mi fa rabbrividire. Per questi motivi evito come la peste i libri in cui si accredita l’idea che i morti passino il tempo a chiacchierare con i vivi. Dopo che il mio cammino terreno sarà concluso, mi piace immaginare che mi sarà concesso il diritto a un minimo di silenzio e ad una sospensione sine die del cicaleccio comarile. Tuttavia mi ha colpito, nella pubblicità vista sul web, il sottotitolo del libro, costituito da un messaggio emblematico che gli spiriti loquenti avrebbero inviato ai loro interpellanti terreni. Un messaggio in cui questi sedicenti vip dell’aldilà hanno voluto sintetizzare la condizione terrena, unificandola, consapevolmente o no, con quella ultraterrena:

Non si è mai morti, non si è mai nati. Si è sempre stati.

Non so se questi spiriti (tra cui spiccano personaggi del calibro di Alessandro Magno, Napoleone, Carlo Magno, Maometto, Gandhi, Akenaton, Mozart, perfino Guttuso… una specie di Novella 2000 dell’oltretomba) conoscessero la fisica dei quanti. Sicuramente, se questa è la loro visione della morte, cercherò di non essere troppo severo con la loro logorrea. Il silenzio è d’oro, ma una volta tanto, tra uno sproloquio e l’altro, hanno detto una cosa che credo di condividere.


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"I shall be telling this with a sigh
Somewhere ages and ages hence:
Two roads diverged in a wood, and I...
I took the one less traveled by,
and that has made all the difference".

(Robert Frost, "The road not taken")
Inviato il: 7/8/2006 2:57
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  •  Santro
      Santro
Re: La morte
#50
Mi sento vacillare
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Complimenti per il tuo post totalrec.

E se........
Dopo la morte. E' come se uscissi da una specie di sonno profondo......... ti guardi intorno, vedi dei volti di cui non ricordavi l'esistenza ma che riconosci all'istante......
Dici: "Ca§§o! Che trip ragazzi....... ma che ca§§o di roba è?"
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ETERNAL SALVATION
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  •  bianca
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Re: La morte
#51
Mi sento vacillare
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totalrec:

Mi è piaciuto molto il tuo intervento.
Riflettendo, la questione della rottura della tazza, era stata posta, seguendo altri esempi, nel 3d "com'è nato il concetto di dio".

Un utente (farvatus, se non ricordo male) intendeva spiegare la relatività del nostro modo di "immaginare il tempo" attraverso alcuni esempi riferibili alla fisica quantistica.
Sinceramente all'epoca, il parallelo ha sortito in me, il solito scetticismo.. (quello che mi inchioda alla realtà oggettiva...) poi riflettendo ho incominciato a trovare una serie di esempi che mi hanno quasi persuasa.. (quali ad esempio la percezione soggettiva dei colori...)
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Il futuro dell’uomo
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con la mia faccia sulla maglietta.
Stefano Benni
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Re: La morte
#52
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Non si è mai morti, non si è mai nati. Si è sempre stati.


Ma indicare la morte come la fine di uno stato di materia, contraddice cio' che sostieni, secondo te?

Se la percezione secondo coscienza, conforma la chiave di lettura della realta', e', forse, anche vero che la coscienza si sviluppa, e quindi, di conseguenza interpreta, diversamente ad ogni nuova connotazione della materia in cui ci ritrova?

Ma se siamo umani, ed il nostro modo di interpretazione e' questo, "Morte" e' quello che rappresenta (potrebbe rappresentare...) un cambiamento di stato.

Magra consolazione, perche' "tenere alla pellaccia" significa essere affezionati a questo stato di materia. E non potendo avere certezza di cio' che e' molto imprecisamente intuibile, forse e' meglio non sopravvalutare certe intuizioni, per esempio, promuovendole a punti di riferimento... (non parlo di nessuno in particolare totalrec... lo dico in generale...).

Credo che lo studio sui quanti, possa determinare qualcosa sulla percezione del Tempo, non della vita (o morte) e delle sue origini...
E forse non e' nemmeno troppo utile al fine di capire, perche', che il tempo (e la sua percezione) sia una convenzione umana, e' gia stato ampiamente discusso ed appurato, fin dai tempi antichi...

Citazione:
Ad esempio ho smesso di pensare alla morte come una fase, infinita e terribile, di non esistenza.


Lungi da me il provare a ri-convincerti a temere la morte, ma la tua percezione non sara' piu' la stessa, cioe' non "ESISTERA'" piu' la tua coscienza che interpreta in quel modo la vita. QUindi, che non ci sia una fine (dato che probabilmente :"Non si è mai morti, non si è mai nati. Si è sempre stati.") non vuol dire che l'individuo non finisca. Anzi, il tornare a far parte del "tutto", solo da un certo punto di vista puo' alleviare il concetto di distacco dalla vita, cioe' dalla coscienza che ci permette "prendere coscienza" del nonstro attuale stato di materia.
A questo schifo di ammasso di carne e neuroni, mi ci sono abituato, e faro' in modo di cercare di godermi piu' che posso il "TEMPO" che mi rimane in questo guscio di coscienza, anche perche' e' anche la cosa piu' furba da fare, visto che nessuno mi garantisce nulla del mio "post mortem"... (e tutti quelli che lo fanno, fondamentalmente ne sanno quanto me... cioe' "'na sega" ) ...

mc
Inviato il: 7/8/2006 16:00
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  •  Santro
      Santro
Re: La morte
#53
Mi sento vacillare
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Citazione:
Sinceramente all'epoca, il parallelo ha sortito in me, il solito scetticismo.. (quello che mi inchioda alla realtà oggettiva...) poi riflettendo ho

incominciato a trovare una serie di esempi che mi hanno quasi persuasa.. (quali ad esempio la percezione soggettiva dei colori...)

Bianca, Bianca....... se vai avanti così finirai per ammettere anche l'esistenza dell'anima!
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ETERNAL SALVATION
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Inviato il: 7/8/2006 17:28
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Re: La morte
#54
Mi sento vacillare
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Citazione:
Bianca, Bianca....... se vai avanti così finirai per ammettere anche l'esistenza dell'anima!



Sinceramente, sulla scia del relativismo, potrei fare anche progressi più ambiziosi...

senza togliere nulla all'anima, naturalmente.

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Stefano Benni
Inviato il: 7/8/2006 18:11
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  •  DIVA
      DIVA
Re: La morte
#55
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"Argomentino leggero eh?"

Io ho paura della morte, sebbene non credente, il retaggio di insegnamenti religiosi mi ha lasciato questa "sensazione" di paura di una vita oltre la vita nella quale il creatore (dio) decidera' se farmi soffrire in eterno o mi rendera' beata .
Penso che il concetto di morte si possa quasi accumunare al concetto di Peccato Originale. Morte dell'anima, origine della cattiva coscienza, soffrire per espiare la "colpa". Tutta la sofferenza dell'uomo viene ricondotta alla sua causa : il peccato. Credo che , come sostiene la filosofia autenticalista, l'uomo smettera' di temere la morte il giorno che decretera' la morte di Dio.
Ma c'e' un altro aspetto che crea angoscia nell'uomo nel suo rapporto con la morte, anche per l'uomo non credente.
In fondo si nasce per casualita', pero' viovendo la nostra vita, ci programmiamo dei percorsi. Possiamo dire...a Natale andro' in montagna, a ferragosto andro' al mare, a fine mese compero un divano nuovo, ma non possiamo dire...lunedi' muoio.
C'e' chi muore troppo presto..c'e' chi muore troppo tardi...si dovrebbe morire "al momento giusto".
Ma quale e' il momento giusto?
Se noi diamo un -tempo- agli avvenimenti , lo facciamo solo perche' l'uomo e' "l'inventore" del tempo. Siamo noi che abbiamo chiuso il tempo in ore, giorni, mesi, anni..... La nostra vita e' scandita dal tempo.
Ma la morte non riusciamo a programmarla in virtu' del nostro tempo. E' un evento che sfugge a tutte le regole del -tempo- , Puo' arrivare troppo presto..troppo tardi...mai al "momento giusto".
Questo, credo, ci sconcerti.

Inviato il: 7/8/2006 18:29
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  •  fiammifero
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Re: La morte
#56
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Ma la morte non riusciamo a programmarla in virtu' del nostro tempo. E' un evento che sfugge a tutte le regole del -tempo- , Puo' arrivare troppo presto..troppo tardi...mai al "momento giusto".


Sarò fatalista e non credente,ma domando come non c'è un tempo giusto per nascere perchè mai dovrebbe essercene uno per morire?
E sarò anche sfigata visto che i progetti,le programmazioni non mi si sono mai avverate,vivo alla giornata,decido all'ultimo momento,e sono consapevole che quando mi toccherà sarà il momento giusto,così mi evitero ulteriori angosce e patimenti. Chi resta si darà pace,tutti siamo utili ma nessuno indispensabile l'importante è lasciare un buon ricordo di sè.
Se sapessimo il giorno e l'ora della ns.dipartita allora sì che saremmo nella merda!
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le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
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  •  felice
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Re: La morte
#57
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x DIVA su 7/8/2006 18:29:42

il tempo di morire per me, sarà quel tempo in cui non avrò più cose da fare come, rincorrere un gatto, aiutare mia figlia, cambiare la bici etc.

Come posso giungere a sapere che mia figlia non avà mai più bisogno di una mia buona parola? Non potrò mai saperlo! Quindi il tempo di morire non lo troverò mai.

Di pene ne subiamo in ogni respiro di ogni giorno, perché seppure sei non credente ti occupi anche delle pene dell'aldilà?

Carpe Diem, qui ed ora, Immanente.
Pensa a campare questa vita e per la prossima penserai alla prossima.
Forza e sostanza e non rigirare aria fritta e acqua nel mare.
Vivi attimo per attimo.
Auguroni di CUORE.
fe
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Solo col governo di sinistra possono passare SORDIDE e SILENTI le riforme di destra. Il SOLE é storto! Sento di navigare su una nave tarmata. Le tarme sono tante che la nave sulla quale viaggio é destinata a risolversi consumata nel fuoco delle GUERRE.
Inviato il: 7/8/2006 19:05
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  •  DIVA
      DIVA
Re: La morte
#58
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Conoscere la data della nostra dipartita non è esattamente quello che volevo dire ( e nemmeno me lo auguro)

Nella casualita' della nostra nascita , troviamo il modo di costruire dei progetti (che poi si avverino o no non e' importante ) . L'importante e' che viviamo il tempo sia nel ricordo di quello passato sia nella proiezione di quello futuro.
Ma la morte non ha un tempo. Il tempo e' una nostra invenzione e ci pare di possederlo a volte, la morte sfugge a questo tempo (ecco perche' parlo di "momento giusto"...non esiste questo momento nella nostra mente).
La morte cammina accanto a noi fin dal momento casuale della nostra nascita. Quello che sgomenta e' la casualita' con la quale si rendera' palese.

Certo che chi resta si dara' pace...e nessuno e' indispensabile...per il bel ricordo di se'..be'..quasi mai ho sentito parlare "male" di un morto

Se poi la vogliamo buttare in carpe diem...allora non c'e' dialogo
Inviato il: 7/8/2006 19:51
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  •  fiammifero
      fiammifero
Re: La morte
#59
Sono certo di non sapere
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Citazione:
L'importante e' che viviamo il tempo sia nel ricordo di quello passato sia nella proiezione di quello futuro.


Per me è importante vivere il presente perchè sono frutto del mio passato remoto e prossimo,ma non intendo proiettarmi nel futuro,coltivare speranze ed utopie proprio perchè conscia che la morte mi cammina accanto e non sò quando colpirà!
Forse questo perchè sono un'umile mortale senza obiettivi di potere,strategie a lungo termine,e perchè a metà del cammino,come diceva Dante.
Per un giovane,e lo sono stata,è diverso si ha l'incoscenza del passato e si proietta nel futuro con speranze ed aspettative.
Cavolo come sono vecchia,per ragionare così
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le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
Inviato il: 7/8/2006 22:50
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  •  nike
      nike
Re: La morte
#60
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Ciao DIVA,

Citazione:
"Argomentino leggero eh?"


Perché? Ce ne sono di più leggeri su LC?

Citazione:
Io ho paura della morte, sebbene non credente, il retaggio di insegnamenti religiosi mi ha lasciato questa "sensazione" di paura di una vita oltre la vita nella quale il creatore (dio) decidera' se farmi soffrire in eterno o mi rendera' beata .


Mai letta una contraddizione più grande…

Citazione:
Ma c'e' un altro aspetto che crea angoscia nell'uomo nel suo rapporto con la morte, anche per l'uomo non credente.
In fondo si nasce per casualita', pero' vivendo la nostra vita, ci programmiamo dei percorsi. Possiamo dire...a Natale andro' in montagna, a ferragosto andro' al mare, a fine mese compero un divano nuovo, ma non possiamo dire...lunedi' muoio.


Chi l’ha detto che nasciamo “per casualità?” E “moriamo per caso”?.

Ceeeeeertoooo.. che possiamo dire : “Io muoio lunedì”. Perché no?

Volontà.

Mai sentito parlarne?

Tempo non tempo , ora o non ora, la morte o ti fa paura o non ti fa paura.

Mai pensato che progettiamo il nostro tempo?
….o meglio la Nostra Vita? Per sconfiggere la Morte?

Morte..detta anche “ La Fine”?.

E’ esattamente per questo che facciamo dei progetti, per anticiparLa, sfidarLa , questa nostra morte…..La nostra dipartita….


Se crediamo di essere vivi , ecco che la morte ci fa paura, se crediamo di essere non vivi, non temiamo la morte..

-------.

Se poi “ci muore qualcuno” a cui tenevamo…Eccome!.. Se .. ne sentiamo la mancanza!



Citazione:
be'..quasi mai ho sentito parlare "male" di un morto


Non parliamo “male” dei nostri morti?

E’ solo perché ricordiamo le cose migliori. Chissà perché! (?)

-----------------------

Non la cerchiamo ogni giorno la morte?

Con le nostre azioni temerarie?

Il Coraggio , il cercare l’abisso, (come direbbe qualcuno) dove lo metti?
----------------------------------------


Io esisto!

E’ solo in nome di questo che decido di me stesso.

Altro che caso….

---------------------------------


Per quanto riguarda il carpe diem, vivere ogni attimo è l’unica cosa che ci rende grandi.
Noia a parte ovvio!


Peace&Love

_________________
Citazione:
Quelli che creano sono duri di cuore. Nietzsche, Friedrich. Così parlò Zarathustra: II, Dei compassionevoli
Inviato il: 7/8/2006 23:11
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