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Indice del forum Luogocomune
   Crollo Torri WTC
  Crollo Torri Gemelle: perché si parla di effetto pancake?

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  •  Lestaat
      Lestaat
Re: Crollo Torri Gemelle: perché si parla di effetto pancake?
#451
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 27/7/2005
Da Perugia
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No non come quelle, anzi, ti dico di più...
E' proprio una situazione assurda quella della foto.
Quella foto dimostra che mentre la struttura esterna composta da pezzi di acciaio saldati tra loro è riuscita a rimanere n piedi nonostante lo schianto, le colonne portanti composte da acciaio ben più spesso e fuso in un unico pezzo si è sbriciolato completamente.
Conclusione completamente FOLLE e impossibile senza richiamare di nuovo circostanze eccezionali che si sarebbero dovute presentare per ben DUE volte quel giorno, unendosi alle altre meraviglie.
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In nomine libertatis vincula edificamus.
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Inviato il: 27/7/2006 15:15
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  •  Henry62
      Henry62
Re: Crollo Torri Gemelle: perché si parla di effetto pancake?
#452
Mi sento vacillare
Iscritto il: 6/3/2006
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Guarda che quell'immagine é stata presa poco prima che anche la guglia collassasse e TUTTE le colonne erano portanti.

Comunque, per il discorso delle persone presenti sul punto di impatto degli aerei, ho già spiegato che, della zona colpita, quello é certamente il punto più freddo, perché... non ci può essere niente da bruciare.
Infatti il materiale d'ufficio é stato sospinto altrove (effetto bulldozer) e lì, dopo l'incendio iniziale della nube di carburante, non resta altro da bruciare, per cui le temperature, come dimostrano le immagini, non erano tali da impedire la presenza di esseri umani.
Ciao
Inviato il: 27/7/2006 15:19
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  •  SirEdward
      SirEdward
Re: Crollo Torri Gemelle: perché si parla di effetto pancake?
#453
Mi sento vacillare
Iscritto il: 26/6/2006
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Citazione:


Infine occorre smetterla con la bufala degli incendi a 800°C perchè sul Report del NIST, dai grafici si evince chiaramente che nel nucleo, nel punto più caldo e nel momento più caldo - cioè a 15 minuti dall'impatto - la temperatura dell'aria non ha MAI superato i 200-250°; la stessa conclusione si trova anche ripetuta "a parole" a pagina 140 del PDF.



Penso che la bufala sia in realtà affermare che il NIST dica quello che tu indichi.

Il pdf di cui parla Max_Piano è questo:

"Mechanical and Metallurgical Analysis of Structural Steel (Draft) 09-2005"

a pagina 142 (94 secondo la numerazione interna del documento) si parla dei risultati degli studi sulle colonne analizzate, e viene rilevato che, delle colonne analizzate, nessuna ha raggiunto temperature superiori a 250 C°. Attenzione, però: "si parla solo delle colonne analizzate", e questo fatto è specificato, come è specificato che le colonne analizzate rappresentano solo il 3% del totale e non possono essere utilizzate come campione significativo.

In ogni caso, però, questa analisi si riferisce alla temperatura dell'acciaio, come è ben indicato proprio in quella pagina, non alla temperatura dell'aria.

Il NIST, infine, non dice che quella è la temperatura massima raggiunta, ma che quella è la temperatura massima riscontrata nell'acciaio che è stato analizzato, e che è troppo poco per rappresentare un campione significativo.

La temperatura reale non è possibile ricavarla dai resti, tuttavia le simulazioni condotte dal NIST ("Reconstruction of the fires in the World Trade Center Towers (Draft)" 09-2005, al capitolo 6, pag 157 (103 secondo la numerazione interna)) indicano una temperatura dell'aria attorno ai mille gradi dove si sono sviluppati gli incendi e una temperatura di numerose parti della struttura superiore ai 600-650 C°

è sbagliato quindi affermare che il NIST indichi una temperatura dell'aria inferiore ai 250 C°.
Inviato il: 27/7/2006 15:25
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  •  Lestaat
      Lestaat
Re: Crollo Torri Gemelle: perché si parla di effetto pancake?
#454
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 27/7/2005
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Henry, Henry....
Citazione:
Il NIST le analizza col metodo del paint-crack e dice che queste colonne, perimetrali e quindi lontane dal core e non a diretto contatto con le fiamme (altrimenti non c'era più paint da controllare), non hanno superato i 250°C, quindi immaginati il core e le colonne a diretto contatto con le fiamme.

Stiamo parlando dell'acciaio del perimetro giusto?
OK

Il NIST sostiene che quell'acciaio ha raggiunto i 250gradi.
Li c'erano della persone, non solo nel foro di ingresso, ma anche dal lato opposto e nei due tre piani superiori un po' sparsi a tutte le finestre del perimetro.

Delle due una è falsa.

Quell'immagine la puoi guardare con l'occhio che vuoi, puoi dirmi anche che quella situazione sia rimasta in quel modo per meno di mezzo secondo, ma quella foto mostra che la struttura esterna ha retto meglio del core.
Il che implica quanto detto nel mio post precedente.


PS
Sir..
e io ce l'ho più grosso quindi ho ragione io...oh....uffi!!
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Inviato il: 27/7/2006 15:27
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  •  Henry62
      Henry62
Re: Crollo Torri Gemelle: perché si parla di effetto pancake?
#455
Mi sento vacillare
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Ciao Lestaat,
ti faccio un esempio e poi capirai da solo dove sbagli.

Io prendo un chiodo d'acciaio e lo metto sul gas e lo faccio diventare incandescente, poi lo lascio raffreddare e te lo passo in mano, poi lo faccio analizzare e l'esame mi dice che il ferro ha superato i 250°C.
Tu pensi per questo di avere ustioni sulle mani?
Ciao
Inviato il: 27/7/2006 15:31
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  •  SirEdward
      SirEdward
Re: Crollo Torri Gemelle: perché si parla di effetto pancake?
#456
Mi sento vacillare
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Citazione:
Lestaat

Un'asta di 400 metri di acciaio non si frantuma come un grissino PER INTERO.
Dovrebbero esserci pezzi di piloni da 30, 40 , 50 e anche 100 metri ancora interi, magari piegati ma interi. Non solo dovrebbero esserci ma tronconi di grossissime dimensioni dovrebbero spuntare dal suolo e dalle macerie levandosi se non in verticale quasi per decine e decine di metri.



Infatti ci sono. In molti dei filmati del crollo della torre Nord si vede benissimo uno spigolo della torre che resta in piedi per diversi secondi dopo che il resto dell'edificio è ormai collassato. E non si tratta di pezzi piccoli, ma di una sezione abbastanza ampia (non saprei giudicare quanti metri) in larghezza e che supera, in altezza, di parecchio gli edifici vicini.

questo "spigolo" di palazzo crolla pochi secondi dopo, lentamente, verso il suolo.

Inviato il: 27/7/2006 15:32
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  •  SirEdward
      SirEdward
Re: Crollo Torri Gemelle: perché si parla di effetto pancake?
#457
Mi sento vacillare
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Citazione:


PS
Sir..
e io ce l'ho più grosso quindi ho ragione io...oh....uffi!!



il cervello?
Inviato il: 27/7/2006 15:34
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  •  Lestaat
      Lestaat
Re: Crollo Torri Gemelle: perché si parla di effetto pancake?
#458
Dubito ormai di tutto
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Henry non sono mica un bambino però....
Citazione:
...lo lascio raffreddare...

Si raffredda velocissimo l'acciaio del WTC!!!
Schianto e incendio+tempo per portare l'acciaio a 250 gradi+tempo di raffreddamento+tempo per fare video e foto+minuti di angoscia vedendo i poveretti affacciati alle finestre+crollo
totale 40 minuti.
C'hai provato su...di la verità


PS
Sir....
attento che scandisco bene.
S-T-I-A-M-O P-A-R-L-A-N-D-O D-E-I P-I-L-O-N-I C-E-N-T-R-A-L-I.
Per quanto ancora avrai voglia di dire fesserie con l'aria intelligente?
Per quanto mi riguarda smetto di risponderti che vedo che è inutile.
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Inviato il: 27/7/2006 15:37
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  •  Jimbo72
      Jimbo72
Re: Crollo Torri Gemelle: perché si parla di effetto pancake?
#459
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Henry

concordo con i primi punti sulla perdita delle protezioni

Chiariscimi se puoi pero' il finale :

"Chiaro quindi che le zone ad alta temperatura delle colonne sono limitate ai piani colpiti, che il collasso NASCE per effetto termico (secondo il meccanismo già descritto) ma é un collasso strutturale degli elementi verticali, cioé lo sforzo interno é superiore alla resistenza del metallo e quindi la struttura collassa.

Cooè l'effetto termico all'84° piano causa il collasso totale fino alla base?

Infatti ribadisci:

"Le colonne del core non si dovevano piegare, perché il calore é in una zona concentrata: per semplificare, é come se una lama di calore avesse tagliato le fibre delle colonne, pur senza interromperne la continuità fisica, alterandone il reticolo cristallino.
In tal modo le colonne non danno più supporto alla parte superiore, che iniziandosi a muovere determina il collasso di tutta la struttura."

Vedi è quel "pur senza interrompere la continuità " quindi non sono state tagliate le colonne che non mi torna sopratutto per come finisci " alterandone il reticolo cristallino" quindi , mi stai dicendo che , per effetto della natura dell'acciaio utilizzato, un riscaldamento localizzato in una zona della colonna del core va a indebolire TUTTA la colonna stessa ?
Puoi chiarirmi questo ? Perchè mi stai per far diventare miliardario (scusa se metto un po' di ironia , poi smetto subito) in euro , mi apro una agenzia di demolizione controllate e invece di minare tutti i piani di un palazzo con struttura in colonne d'acciaio basta che metto una sola mina a mezz'altezza e viene giu' tutto perchè "altera il reticolo cristallino."
Tornando seri il NIST per la torre Nord parla di sole 6 colonne tranciate dall'aereo e michiedo come sia possibile che solo il calore e non un impatto fisico abbiano potuto far crollare con questi tempi le restanti 41 colonne.

Ciao
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"La strada dell'eccesso conduce al palazzo della saggezza" W. Blake "Non litigare mai con un idiota, la gente che guarda potrebbe non capire la differenza"
Inviato il: 27/7/2006 15:41
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  •  Henry62
      Henry62
Re: Crollo Torri Gemelle: perché si parla di effetto pancake?
#460
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Ciao Lestaat,
non stiamo parlando dei piloni del core, perché la gente si é affacciata al perimetro e dal lato dell'impatto.
Questo lato ha avuto il contatto termico solamente con l'eplosione iniziale del carburante, non con altro che, ripeto, non c'era più per poter bruciare.
La temperatura di tali colonne non ha superato i 250°C, ma non sai né quando, né perché: puoi solo fare ipotesi e quelle le stiamo facendo.
La zona di impatto, ribadisco, dopo l'impatto poteva essere attraversata, non altrimenti per le zone in cui c'era l'incendio, o vogliamo anche dire che l'incendio non c'era?
Mi pare di essere abbastanza chiaro, ma lo ripeto per togliere ogni dubbio in merito: nelle zone dell'impatto o fuori dal percorso dei rottami dell'aereo ci sono certamente state condizioni di temperatura che hanno consentito a esseri umani di affacciarsi e chiedere aiuto, ma in altre zone degli stessi piani le temperature erano molto, ma molto più elevate.
Del resto, le numerose vittime che hanno preferito buttarsi piuttosto che morire bruciate mi pare vogliano testimoniare che non potevano più sopportare la temperatura all'interno delle Torri (pensa alle telefonate fatte poco prima del crollo).

Ciao
Inviato il: 27/7/2006 15:47
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  •  SirEdward
      SirEdward
Re: Crollo Torri Gemelle: perché si parla di effetto pancake?
#461
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Citazione:


S
Sir....
attento che scandisco bene.
S-T-I-A-M-O P-A-R-L-A-N-D-O D-E-I P-I-L-O-N-I C-E-N-T-R-A-L-I.
Per quanto ancora avrai voglia di dire fesserie con l'aria intelligente?
Per quanto mi riguarda smetto di risponderti che vedo che è inutile.



scusa, mi pareva che parlassi di...

Citazione:


Se però come sostieni il danno fisico alla resistenza dell'acciaio ha compromesso solo quelle colonne e solo a quei piani risultano del tutto inconcepibili sia il crollo totale di entrambe le torri che soprattutto la frantumazione completa dei piloni portanti.
Perdonami ma è davvero inconcepibile.



come erano le colonne esterne.

Comunque non serve che smetti di rispondere, basta che rispondi senza mostrare disprezzo.
Inviato il: 27/7/2006 15:48
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Re: Crollo Torri Gemelle: perché si parla di effetto pancake?
#462
Sono certo di non sapere
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Ciao Max-Piano,
io non so più come dirti qual é il mio pensiero, perché mi rispondi sempre fischi per fiaschi.


Evidentemente NOI non siamo pagati per difendere le sciocchezze scritte dal NIST quindi non abbiamo alcun problema a leggere cosa il NIST dica in proposito.

A pagina 140 del PDF del Final Fraud, seconda metà della pagina (così si evita di uscirsene con frasi tipo "non l'ho letto") leggiamo che il NIST ha usato due metodi per stimare empiricamente la temperatura raggiunta: un metodo basato sull'analisi della vernice (quando un metallo si scalda si dilata e screpola la vernice) e uno su una non meglio specificata "analisi microstrutturale".

Secondo il primo metodo nessuna delle colonne centrali esaminate avrebbe MAI superato i 250°C (in realtà non dice a quanto meno di 250°C si sia giunti).

Con l'analisi microstrutturale il NIST è più vago e dice solo che NON esiste alcuna prova per affermare che una colonna del nucleo abbia raggiunto i 600°C (anche qui non ci dicono i dati precisi : in genere si riporta sempre una stima con una tolleranza eventualmente associata al campione esaminato in riferimento alla posizione che occupava nell'edificio)

In realtà il NIST ha usato anche simulazioni al computer le quali ironicamente hanno dato risultati ancora più "insoddisfacenti" e cioè temperature medie nel nucleo di circa 200-250°C come possiamo tutti vedere dalla figura 6.36 del paragrafo 6.10.4. a pagina 127 del Final Fraud PDF.
Prego notare che queste sono le temperature
- del piano più caldo (il 94)
- nel punto più caldo (vicino al soffitto)
- nel momento più caldo (dopo 15 minuti dall'impatto)

Infine le temperature sono quelle dell'aria (NON CERTO DELL'ACCIAIO - come del resto è riportato nell'introduzione del paragrafo)(tutti sanno che tra la temp dell'aria e quella dell'oggetto c'è una mare di differenza!!!)

Allora non mi è stato risposto:

accendo un incendio da 200°C - più o meno la temperatura alla quale cuociono le pizze surgelate - faccio cuocere per 15 minuti prima di ridurre la temperatura e dopo un'ora scende giù il palazzo fino alla base?
Inviato il: 27/7/2006 15:50
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  •  Henry62
      Henry62
Re: Crollo Torri Gemelle: perché si parla di effetto pancake?
#463
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Ciao Jimbo72,
siamo d'accordo sul processo che ha indebolito la struttura portante perimetrale?
Diciamo di si. A questo punto, se cede il perimetro, resta il core, che però si trova a sopportare il carico suo, più quello redistribuito delle colonne del core lesionate, più il carico redistribuito dalla hat-truss che proviene dal cedimento della parete perimetrale, mentre le altre pareti perimetrali tengono..
E' chiaro, dall'analisi agli elementi finiti, che lo sforzo provocato nelle colonne del core é superiore a quello tollerato e quindi il core tende a comprimersi, andando a ricaricare il perimetro, che però é collassato su una facciata, quindi la porzione superiore del palazzo non può che inclinarsi, facendo cerniera sul core, che a quel punto si trova a sostenere non solo i carichi redistribuiti della parte che ha ceduto, ma anche quella delle altre pareti perimetrali, che sono diventate instabili ed infatti il palazzo si é inclinato.
A quel punto, l'intera energia del palazzo in movimento, deve essere "accumulata" nei sostegni rimasti, che sono le colonne del core non sezionate all'impatto, che, per la loro intera lunghezza, in meno di un decimo di secondo, si trovano sottoposte ad uno sforzo interno nettamente superiore a quello tollerabile, e collassano.
Quindi si ha il crollo.
Questo é il meccanismo, semplificando, secondo il NIST.
Ciao
Inviato il: 27/7/2006 15:57
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  •  Lestaat
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Re: Crollo Torri Gemelle: perché si parla di effetto pancake?
#464
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Henry, o davvero non ci stiamo capendo o stai giocando...

primo punto
Io ho detto che è inconcepibile che i piloni centrali si siano sbriciolati per intero mentre come mostra anche la foto da te postata il guscio esterno è rimasto in piedi almeno in parte.
lo so pure io che anche la parte esterna reggeva il peso ma le colonne PORTANTI sono quelle senza le quali l'edificio viene giù per intero, mentre quelle non portanti sono quelle che se vengono giù se ne tirano dietro solo una parte.
Quelle si sono sbriciolate in pezzi di solo alcuni metri mentre dovrebbero essercene pezzi lunghi decine e decine di metri se non più di cento e soprattutto dovrebbero spuntare dal suolo dei tronconi molto molto alti. Di questi non ce n'è traccia, segno che LE COLONNE CENTRALI (400 metri di acciaio ognuna) si sono sbriciolate.

secondo punto
Le persone c'erano e tu mi hai appena detto che non c'è contraddizione con le temperature (sull'acciaio della parte esterna) di 250 gradi.
Io ti ho fatto notare che il tutto è accaduto in meno di 40 minuti nei quali l'acciaio DELLE PARTI ESTERNE sarebbe arrivato a 250 gradi per poi raffreddarsi tanto da poter permettere alle persone di affacciarsi alle finestre o dai buchi per diversi minuti per poi crollare.

queste le due questioni che sto discutendo contemporaneamente con te.
Non mischiamo le cose.


Leggo solo ora il tuo ultimo post Henry.
Ti consiglio di rileggerlo molto attentamente.
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Inviato il: 27/7/2006 16:03
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  •  SirEdward
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Re: Crollo Torri Gemelle: perché si parla di effetto pancake?
#465
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No, Max.

Almeno la pagina 142 del documento sull'analisi metallurgica parla proprio di temperature dell'acciaio, non dell'aria. E dice che, PER QUANTO RIGUARDA LE SOLE colonne esaminate, non sono state raggiunte temperature superiori ai 250 C°.

MA è indicato chiaramente alla fine della stessa pagina che quel campione di colonne non rappresenta un campione significativo

Per l'altra foto lascio a qualcuno di più competente il commento dell'immagine, ma vorrei sottolineare che quella non è quella dove si registrano le temperature maggiori (almeno il piano 96 (figure 6-37 e 6-38) sembra essere più caldo del 94, ma anche il 97 (6-39, 6-40) e che la figura 6-36 si riferisce al piano 95, non al 94 (a cui si riferiscono le immagini 6-33, 6-34).

E anche in questo caso si tratta della temperatura della struttura, non dell'aria.
Inviato il: 27/7/2006 16:05
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Re: Crollo Torri Gemelle: perché si parla di effetto pancake?
#466
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Io ti ho fatto notare che il tutto è accaduto in meno di 40 minuti nei quali l'acciaio DELLE PARTI ESTERNE sarebbe arrivato a 250 gradi per poi raffreddarsi tanto da poter permettere alle persone di affacciarsi alle finestre o dai buchi per diversi minuti per poi crollare.


Ottima osservazione: ricordiamo tutti le drammatiche sequenze purtroppo ... ma c'erano persone affacciate proprio dai punti in cui secondo il NIST la temperatura era addirittura di 1000°C.

Per pudore mi sono limitatto a ricordare che nel nucleo non si superarono i 200-250°C.
Inviato il: 27/7/2006 16:06
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Re: Crollo Torri Gemelle: perché si parla di effetto pancake?
#467
Sono certo di non sapere
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Citazione:

No, Max.

Almeno la pagina 142 del documento sull'analisi metallurgica parla proprio di temperature dell'acciaio, non dell'aria. E dice che, PER QUANTO RIGUARDA LE SOLE colonne esaminate, non sono state raggiunte temperature superiori ai 250 C°.

MA è indicato chiaramente alla fine della stessa pagina che quel campione di colonne non rappresenta un campione significativo


NON HO MAI PARLATO DI TEMPERATURA DELL'ARIA PER LE ANALISI DI PANCRACKING E MICROSTRUTTURALI.

il risultato è infatti che NON ESISTONO PROVE EMPIRICHE PER AFFERMARE CHE LA TEMPERATURA DELLE COLONNE DEL CORE ABBIANO SUPERATO I 250°C

quindi possiamo rifarci alle evidenze fotografiche in cui si vedono persone affacciate addirittura all'esterno!

Citazione:
Per l'altra foto lascio a qualcuno di più competente il commento dell'immagine, ma vorrei sottolineare che quella non è quella dove si registrano le temperature maggiori (almeno il piano 96 (figure 6-37 e 6-38) sembra essere più caldo del 94, ma anche il 97 (6-39, 6-40) e che la figura 6-36 si riferisce al piano 95, non al 94 (a cui si riferiscono le immagini 6-33, 6-34).

E anche in questo caso si tratta della temperatura della struttura, non dell'aria.


No caro, la foto 6-36 si riferisce proprio alla temperatura dell'aria: infatti si parla di "external flaming" associato al colore giallo arancio.

Non sarebbe del resto concepibile acciai arrivati a 1000°C in un quarto d'ora visto che il kerosene non brucia a 800 nemmeno nel motore di un aereo a reazione!!!
Inviato il: 27/7/2006 16:13
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  •  Henry62
      Henry62
Re: Crollo Torri Gemelle: perché si parla di effetto pancake?
#468
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Ciao Max-Piano,
questa é la mia ultima risposta ad un tuo intervento se non cambi atteggiamento (e non mi sto riferendo all'accusa che mi continui a rivolgere di essere "pagato", che mi lascia indifferente, ma proprio allo spacciare falsità sapendo di farlo).

Alla pagina citata del report c'é scritto: .. perimeter column panels ... e solo 2 campioni di core columns avevano tracce sufficienti di vernice per poter essere esaminate, perché nelle altre la vernice non c'era più, essendo stata distrutta.

Inoltre:

"These results were for a very small fraction of the steel in the impact and fire zones. Nonetheless, these analyses indicated some zones within WTC1 where the computer simulations should not, and did not, predict highly elevated steel temperatures."


Quindi, ribadisco, gli esami del NIST hanno confermato la presenza di zone a temperatura bassa e tali zone sono state usate come verifica del modello di simulazione dell'incendio.
Come la simulazione ha predetto le temperature indicate per le colonne posizionate in quella zona, trovando riscontro negli esami, così lo stesso modello ha indicato temperature molto più elevate in altre zone, di cui non sono disponibili campioni, essendo le zone che sono collassate, per cui ci si deve fermare alle indicazioni della simulazione.

Puoi condividere o no, ma questo afferma il NIST, non che la temperatura non ha superato dovunque i 250°C o i 600°C.
Sono due concetti ben diversi, mi pare.
Ciao
Inviato il: 27/7/2006 16:22
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  •  Lestaat
      Lestaat
Re: Crollo Torri Gemelle: perché si parla di effetto pancake?
#469
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Eh no Henry...

Il NIST dice e dimostra che le analisi dicono che l'acciaio delle parti esterne non ha superato i 250 gradi ma poi quando ci racconta cosa è accaduto al core tira fuori da un cilindro i 600 gradi.
Non esiste una sola dimostrazione EMPIRICA che il core sia arrivato a più di 600 gradi, al contrario le uniche analisi condotte sull'acciaio dicono NON PIU' DI 250.
Un rapporto scientifico èì un rapporto scientifico se mi dicono che all'esterno siamo arrivati a 250 gradi me lo devono dimostrare, e lo hanno fatto infatto, mostrando le analisi chimiche sulle vernici, mentre quando parlano di più di 600 gradi nel core non mi portano uno straccio di prova empirica che ciò sia accaduto.
Questo è quanto sta dicendo Max_piano e questo è quello che dice il NIST.
Accettare i 600 gradi senza prove empiriche oppure no.
Anche queste sono due cose ben distinte.
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Re: Crollo Torri Gemelle: perché si parla di effetto pancake?
#470
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Ciao Henry

Ho letto la risposta, mi potresti pero' dire ancora una cosa ? Di quianto , secondo te , dovevavo essere sovradimensionate le colonne del WTC per rispettare un minimo di regola di costruzione edile?
Tu scrivi :"se cede il perimetro, resta il core, che però si trova a sopportare il carico suo ( e vorrei vedere che almeno si autosostengano visto che sono progettate per tenere su la maggior parte del peso di tutto il palazzo) , più quello redistribuito delle colonne del core lesionate (WTC 1 6 colonne tranciate 12% del totale delle colonne ), più il carico redistribuito dalla hat-truss che proviene dal cedimento della parete perimetrale, mentre le altre pareti perimetrali tengono (pero' mi sembra , per quel che ho letto che le colonne perimetrali incidessero poco sulla portanza della struttura, il grosso del lavoro lo faceva il core o sbaglio?)..

Siamo di nuovo li' 6 colonne tranciate su 47 , ipotizziamo le altre ammorbidite dal calore ma solo per la parte incidentata non causano il crollo verticale in 50 minuti con macerie non piu' alte di 25-30 mt. Io non mi tolgo dalla testa che , oltre che sarebbero dovute cadere lateralmente , che il core centrale (la parte piu' resistente e progettata per sostenere la struttura) doveva " denudarsi" delle colonne perimetrali, delle tramezze , magari perdere i piani al di sopra del crollo , ma rimanere in piedi li' in bella vista per almeno 100mt di altezza IMHO naturalmente.

Bye
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Inviato il: 27/7/2006 16:40
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  •  Lestaat
      Lestaat
Re: Crollo Torri Gemelle: perché si parla di effetto pancake?
#471
Dubito ormai di tutto
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eh già Jimbo
sono 30 post almeno che lo dico
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Inviato il: 27/7/2006 16:45
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  •  Henry62
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Re: Crollo Torri Gemelle: perché si parla di effetto pancake?
#472
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Ciao,
allora siamo finalmente arrivati al nocciolo del problema: se il modello di simulazione dell'incendio ci dice che una tale colonna perimetrale, identificata univocamente da un codice, ha nella simulazione raggiunto una temperatura che, guarda caso é proprio quella raggiunta, perché la colonna l'abbiamo e la possiamo analizzare, allora lo accettiamo (per forza, vorrei vedere), ma se lo stesso modello, appena validato e che si é dimostrato corretto, ci dice che in altre zone, di cui non abbiamo i campioni, le temperature erano molto più alte, allora il modello é sbagliato ed il NIST mente.

Bastava dirlo!

Il modello di simulazione di incendio non lo si fa per simulare gli incendi, ma per predire quello che poi possiamo misurare e verificare perché abbiamo i campioni... ma non si é capito che il modello é stato sviluppato proprio perché non si hanno i campioni e solo così ci si può rendere conto di che cosa si é verificato all'interno dei piani colpiti?

Francamente queste osservazioni mi lasciano interdetto, non pensavo fossimo a questi livelli...

Ciao
Inviato il: 27/7/2006 16:46
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  •  Henry62
      Henry62
Re: Crollo Torri Gemelle: perché si parla di effetto pancake?
#473
Mi sento vacillare
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Ciao Jimbo72,
tu mi scrivi:


Ho letto la risposta, mi potresti pero' dire ancora una cosa ? Di quianto , secondo te , dovevavo essere sovradimensionate le colonne del WTC per rispettare un minimo di regola di costruzione edile?
Tu scrivi :"se cede il perimetro, resta il core, che però si trova a sopportare il carico suo ( e vorrei vedere che almeno si autosostengano visto che sono progettate per tenere su la maggior parte del peso di tutto il palazzo) , più quello redistribuito delle colonne del core lesionate (WTC 1 6 colonne tranciate 12% del totale delle colonne ), più il carico redistribuito dalla hat-truss che proviene dal cedimento della parete perimetrale, mentre le altre pareti perimetrali tengono (pero' mi sembra , per quel che ho letto che le colonne perimetrali incidessero poco sulla portanza della struttura, il grosso del lavoro lo faceva il core o sbaglio?)..

Siamo di nuovo li' 6 colonne tranciate su 47 , ipotizziamo le altre ammorbidite dal calore ma solo per la parte incidentata non causano il crollo verticale in 50 minuti con macerie non piu' alte di 25-30 mt. Io non mi tolgo dalla testa che , oltre che sarebbero dovute cadere lateralmente , che il core centrale (la parte piu' resistente e progettata per sostenere la struttura) doveva " denudarsi" delle colonne perimetrali, delle tramezze , magari perdere i piani al di sopra del crollo , ma rimanere in piedi li' in bella vista per almeno 100mt di altezza IMHO naturalmente.

Allora, cerco di darti il mio punto di vista in merito alle numerose questioni che poni.

RIDONDANZA
La ridondanza dell'edificio non ha niente a che vedere con il processo di collasso che é avvenuto; mi spiego meglio: l'edificio viene progettato e da progetto escono determinati valori, questi valori vengono moltiplicati per un fattore di sicurezza e ne esce la ridondanza, ma la ridondanza é calcolata sui carichi di progetto di ogni singolo elemento strutturale e non é a priori corretto chiedere quanto dovrebbe essere il fattore di sicurezza, perché questo é stabilito per il suo limite inferiore dalla legge e per il suo limite superiore dal costo. Se la ridondanza é 6, per dire un numero a caso, non significa che le colonne erano strutturate per sopportare un edificio 6 volte più alto, ma che i carichi previsti per quell'elemento strutturale potevano arrivare a 6 volte il carico di progetto prima di mettere in crisi il materiale in condizioni di progetto. Tanto per capirci, se il calo termico delle caratteristiche dell'acciaio é del 80-90%, significa che per quegli elementi il carico era andata a 8 o 9 volte il carico previsto da progetto e quindi, anche se la colonna era 6 volte ridondante, collassava lo stesso. Spero di aver chiarito la mia posizione in merito.

CARICO DEL CORE
Secondo il progetto la distribuzione dei carichi era variabile dal 50% core e 50% perimetro a 60% core e 40% perimetro, mentre lo sforzo di taglio era quasi interamente supportato dal perimetro.
Quindi, in realtà, il ruolo del perimetro é fondamentale per la stabilità delle TT.

STABILITA' DEL CORE
Il solo core non poteva reggersi verticalmente, tanto é vero che fondamentale in tal senso era il ruolo del perimetro, su cui agiscono quasi totalmente gli sforzi di taglio (per esempio la spinta dei venti).
E' fuor di dubbio che l'ipotesi delle colonne del core in piedi da sole sia assolutamente da escludere, se poi consideri il crollo e le spinte asimmetriche che si sono scaricate sulle colonne già collassate per i carichi verticali, emerge da sé l'impossibilità della tua affermazione.

Spero di averti risposto.
Ciao
Inviato il: 27/7/2006 16:48
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  •  Jimbo72
      Jimbo72
Re: Crollo Torri Gemelle: perché si parla di effetto pancake?
#474
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Lestaat

vedi che piano piano ci arrivo anch'io

E che non avevo voglia di leggere tutte le 47( azz'sto 47 che torna sempre) pagine precedenti.. ragionavo solo con la mia testa

Ciao
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Inviato il: 27/7/2006 16:55
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  •  Ashoka
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Re: Crollo Torri Gemelle: perché si parla di effetto pancake?
#475
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se il modello di simulazione dell'incendio ci dice che una tale colonna perimetrale, identificata univocamente da un codice, ha nella simulazione raggiunto una temperatura che, guarda caso é proprio quella raggiunta, perché la colonna l'abbiamo e la possiamo analizzare, allora lo accettiamo (per forza, vorrei vedere), ma se lo stesso modello, appena validato e che si é dimostrato corretto, ci dice che in altre zone, di cui non abbiamo i campioni, le temperature erano molto più alte, allora il modello é sbagliato


Io non sarei d'accordo sull'accettare già la prima affermazione. Non è scientifico.

Il modo di procedere scientifico dovrebbe prevedere l'elaborazione di un modello che fa previsioni per diversi punti della struttura. Quindi si dovrebbero analizzare in diversi punti le temperature riscontrate e verificare che corrispondano al modello. Capisci se queste verifiche sperimentali si limitano a una o poche più colonne raggruppate in un punto lontano da quello che interessa, non si può accettare un bel niente (da un punto di vista scientifico).

Cerco di spiegarmi meglio con un esempio.

So che devo andare in bicicletta da Edolo a Mazzo di Valtellina. Conosco l'itinerario ma non ho una cartina altimetrica e conosco solamente le altitudini di Edolo (699) e Mazzo (550). Modello il tutto con una bella retta e dico che il percorso è tutto in leggera discesa (mi è utile per convincere i miei amici ad accompagnarmi...

L'itinerario è la strada gialla



Gli amici sulle prime rampe del Mortirolo mi malediranno... che ne dite?

Simile è il ragionamento alla base del modello del NIST. Si sapevano le temperature di alcuni pezzi di trave in punti lontani dal core e si voleva una certa temperatura al core. Il modello di conseguenza è costruito (nell'ipotizzare la distribuzione delle temperature dell'incendio) con lo scopo di far risultare quella temperatura al core ed al contempo quella misurata là dove stanno i pezzi ritrovati.

Non mi pare ci sia nulla di scientifico. E' una assunzione, una speculazione; nulla di più.

E' come prendere un punto P, disegnarci sopra una retta e dire che quella è la retta passante per quel punto. Guarda caso la retta passa anche per un altro punto Z e quindi sostengo che Z appartiene alla retta passante per P. Nel farlo mi dimentico che per P passano infinite rette.

Ciaociao

Ashoka
Inviato il: 27/7/2006 17:38
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  •  Henry62
      Henry62
Re: Crollo Torri Gemelle: perché si parla di effetto pancake?
#476
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Ciao Ashoka,
tutto sta nel livello di dettaglio del modello.
Se il tuo modello é un'interpolazione lineare fra la quota di partenza e quella di arrivo, vale quanto hai detto, ma se il modello non é un'interpolazione lineare ma qualcosa di molto più complesso, sovrapposto al modello strutturale e che tiene conto anche di fattori come l'esplosione dei vetri che fanno arrivare più comburente, capisci anche tu che l'affidabilità é di gran lunga superiore.

Comunque sia, concettualmente siamo tutti d'accordo che il metodo ideale sarebbe quello da te prospettato, ma bisogna fare i conti anche con la realtà e le limitazioni che questa impone.

Ciao
Inviato il: 27/7/2006 18:14
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Re: Crollo Torri Gemelle: perché si parla di effetto pancake?
#477
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Inviato il: 27/7/2006 18:21
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  •  Ashoka
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Re: Crollo Torri Gemelle: perché si parla di effetto pancake?
#478
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Comunque sia, concettualmente siamo tutti d'accordo che il metodo ideale sarebbe quello da te prospettato, ma bisogna fare i conti anche con la realtà e le limitazioni che questa impone.

Certamente. Ma un modello che è originato da assunzioni “speculative”, come l'accumulo di materiale infiammabile in una certa zona, la temperatura di combustione del materiale stesso e la durata dell'incendio, la dosatura stechiometrica della combustione, non potrà che essere un modello “speculativo” anch'esso.

Se poi si fissano delle condizioni al contorno verificabili e questo mostra i risultati che ci attendevamo (con opportune modifiche ad hoc), non per questo possiamo affermare che il modello rappresenta la realtà.

Infatti le assunzioni di partenza possono essere false o inverificabili. Nel primo caso il modello è chiaramente falso mentre nel secondo ci possono essere tantissimi modelli che, a partire da assunzioni diverse, mostrano gli stessi risultati e magari sono più semplici.

Ovviamente un istituto incaricato dal governo di formulare un modello difficilmente andrà a scegliere quello che va a mostrare la complicità/responsabilità del governo stesso ed anzi andrà a negarlo con veemenza.

(anche questo, volendo è un modello che mi permette di fare previsioni..... direi che abbiamo svariati esempi nella storia italiana per dimostrarne la verità/falsità... cosa ne dite?)

Ashoka

P.S. Cerco nel libro di tecnologia dei materiali quel famoso grafico sull'acciao e cerco di postarlo in qualche modo
Inviato il: 27/7/2006 18:30
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  •  Henry62
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Re: Crollo Torri Gemelle: perché si parla di effetto pancake?
#479
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Per Jimbo72:
ti ho risposto nel post precedente, che ho editato per comodità.
Spero di non aver lasciato questioni pendenti.
Ciao

Per Ashoka:
io non so cosa intendi per ipotesi speculative, ma se il modello deve descrivere una situazione il più possibile vicino alla realtà, allora credo che ogni ipotesi che avvicini alla realtà non solo sia consigliata, ma penso doverosa da essere assunta. Non so perché ti dia tanto fastidio l'effetto bulldozer? Perché secondo te non si è verificato? Oppure il problema é il danneggiamento delle protezioni anti-incendio?

Ma, scusate, é più realistico che qualcosa del genere avvenga oppure si schianta un aereo e i mobili restano al loro posto, il gesso, la cui resistenza meccanica é proverbiale, resiste agli impatti?
Allora le blindature le faremo in gesso, visto che si tagliano le colonne d'acciaio e invece resistono i pannelli di gesso...

Caro Ashoka, il modello deve approssimare la realtà e comunque nel farlo introduce un errore, ma il problema é che le tue affermazioni non sono sul grado dell'errore ma, aprioristicamente, dici che l'errore é del 100%.
Ma chi l'ha detto?
Se, per esempio, il modello dice che in un certo punto la temperatura era 1.000°C, ciò significa che se l'errore di approssimazione é del +-10%, questa poteva variare da 900°C a 1.100°C, non certamente andare a 250°C. Il NIST non dice qual é il grado di errore, é vero, ma ci dice che é stato testato sui campioni disponibili, non che é stato modificato per far uscire i dati attesi: un conto é utilizzare una serie di controllo, un'altra quella di usare una serie di vincoli sulle condizioni al contorno.

Allora, cerchiamo di essere seri e diciamo quale potrebbe essere il grado di errore che siamo disposti ad accettare nel modello, ma non si può negare la validità in toto di un modello dicendo che si é addomesticata l'indagine.

Ciao
Inviato il: 27/7/2006 18:48
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  •  Ashoka
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Re: Crollo Torri Gemelle: perché si parla di effetto pancake?
#480
Sono certo di non sapere
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Citazione:

io non so cosa intendi per ipotesi speculative, ma se il modello deve descrivere una situazione il più possibile vicino alla realtà, allora credo che ogni ipotesi che avvicini alla realtà non solo sia consigliata, ma penso doverosa da essere assunta. Non so perché ti dia tanto fastidio l'effetto bulldozer? Perché secondo te non si è verificato? Oppure il problema é il danneggiamento delle protezioni anti-incendio?

Ma, scusate, é più realistico che qualcosa del genere avvenga oppure si schianta un aereo e i mobili restano al loro posto, il gesso, la cui resistenza meccanica é proverbiale, resiste agli impatti?
Allora le blindature le faremo in gesso, visto che si tagliano le colonne d'acciaio e invece resistono i pannelli di gesso...


In un precedente intervento affermavi che:

Citazione:
- pannelli in gesso utilizzati ampiamente per locali di uso comune e di uso privato, adibiti anche a protezione anti-incendio per le colonne del core nel lato esposto al pubblico, usati anche per creare corridoi protetti per 1 ora dall'incendio per l'accesso alle scale di evacuazione (questo spiega perché una scala della Torre Sud é rimasta agibile, non essendo stata interessata dall'impatto e avendo potuto offrire protezione dall'incendio)


Quindi una scala al centro rimane agibile perché il gesso non viene rimosso.. e nel mentre... le protezioni antincendio delle colonne portanti (sempre al centro), zona non interessata dall'impatto, vengono rimosse.

Mi “dà fastidio” l'effetto bulldozer perché è totalmente estraneo alle dinamiche dell'urto del secondo velivolo sul wtc2. Io non intendo dire che “ i mobili restano al loro posto ma che, semplicemente, non vengano accumulati come la legna in un caminetto durante le fredde serate invernali.

Se si osserva la dinamica del secondo impatto quali sono le evidenze empiriche che questa “accumulazione” sia potuta avvenire? Urto asimmetrico e che non interessa la zona centrale, esplosioni seguenti verso l'esterno da tre lati, etc. Che cosa ci fa pensare che ci sia stata questa accumulazione?

E' più semplice spiegare le persone che si gettano dalle aperture per una temperatura dell'aria di diverse centinaia di gradi o perché sono soffocate dal fumo? Le telefonate drammatiche in cui si parla di una temperatura caldissima si riferiscono a valori nell'ordine dei 100°C o di diverse centinaia? A quelle temperature si è in grado di telefonare? Non credo proprio.

La percorrenza delle scale la dobbiamo ad un caso fortuito ( la scala, pur essendo al centro, non è stata interessata dall'accumulazione di materiale) o da un incendio che non era “questo inferno”?
Le testimonianze sono queste (riferite al wtc1 in cui l'impatto è stato più “centrale”, tra l'altro)




Citazione:
Caro Ashoka, il modello deve approssimare la realtà e comunque nel farlo introduce un errore, ma il problema é che le tue affermazioni non sono sul grado dell'errore ma, aprioristicamente, dici che l'errore é del 100%.


Non dico che l'errore del modello è del 100%, dico che il modello non è conforme alla realtà. Utilizzare un modello sbagliato produce errori non controllabili. (se fosse del 100% sarebbe limitato , appunto da un intervallo. Paradossalmente sostenere 1000°C produrrebbe un intervallo (0,2000).


Citazione:
Se, per esempio, il modello dice che in un certo punto la temperatura era 1.000°C, ciò significa che se l'errore di approssimazione é del +-10%, questa poteva variare da 900°C a 1.100°C, non certamente andare a 250°C. Il NIST non dice qual é il grado di errore, é vero, ma ci dice che é stato testato sui campioni disponibili, non che é stato modificato per far uscire i dati attesi: un conto é utilizzare una serie di controllo, un'altra quella di usare una serie di vincoli sulle condizioni al contorno.


Si potrebbe utilizzare un altro modello che, ad esempio, sostiene che la temperatura dell'incendio sia uniforme per tutto il piano. Sostengo quindi che essa è circa di 250°C e, poiché le colonne esterne me lo confermano, allora estendo a tutto il piano. Questo non lo accetteresti però, vero? Il perché è semplice. Verrebbe meno la condizione necessaria per l'ipotesi di caduta.

Citazione:
Allora, cerchiamo di essere seri e diciamo quale potrebbe essere il grado di errore che siamo disposti ad accettare nel modello, ma non si può negare la validità in toto di un modello dicendo che si é addomesticata l'indagine.


Come ho già detto, l'errore non è controllabile (inteso come “non è possibile stabilire un limite superiore”). Quando si costruiscono i modelli la limitazione dell'errore è il parametro fondamentale.
Un modello basato su ipotesi fallaci, per quanto sia elaborato e complicato, produrrà dei risultati il cui errore non è controllabile e, pertanto, “speculativi” (se le cose sono andate in quel modo lì, che non posso dimostrare, allora i risultati saranno questi).

Per cui nessuna accettazione di un “grado di errore” ma appunto l'indicazione di modello speculativo. Tutto qua.

Ashoka
Inviato il: 27/7/2006 19:39
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