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1 Utenti anonimi
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franco8 |
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Re: Il rifiuto dell’autorità | #61 |
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 6/12/2005
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franco8Citazione: ... Ci deve essere per forza un qualcuno che ci indica dove andare e cosa fare, per portare a termine quel particolare fine?
Bene! (cioè.. Male! Purtroppo avevo capito bene..) la risposta, se non fosse chiaro, continua ad essere: No.franco8Citazione: prealbeCitazione: E comunque prendere lo ‘status quo’ come base per rifiutare il concetto stesso di autorità, di potere e di società non è, naturalmente, corretto.
Mi pare abbastanza "REALISTICO" però... (tanto per citarti)
prealbeCitazione: In un contesto così, l'"autorità", il "potere" e la "piramide sociale" li buttiamo serenamente nella prima discarica. Sono d'accordo anch'io. Anzi, dove si firma? MA E' REALISTICA UNA VISIONE DEL GENERE?
A parte il mettersi d'accordo cosa è realistico, soggettivo, oggettivo, convenzionale... Perché hai messo insieme "autorità", "potere" e "piramide sociale"?! Sono cose separate o no? prealbeCitazione: ...Presumibilmente ci si organizza. Bene. Ma come? Già. Mmmmhh, fammi pensare un attimo.
Vabbé, penso che le mie conclusioni possano essere intuite: "si adotta una scala di valori e su tale base..." ecc. ecc. Ho vinto qualche cosa?
Mmm... la medaglia del salto triplo?! e anche... che se ti candidassi in qualche lista e volessi andare a votare, sicuramente non voterei te... prealbeCitazione: Stavo cominciando a deprimermi...
Io lo ero già prima...
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.... ....io non mi definisco affatto volentieri ateo, non più di quanto io sia a-MickeyMouse. ..(detto, fatto)
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nichilista |
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Re: Il rifiuto dell’autorità | #62 |
Mi sento vacillare
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AUTORIMOSSO IN QUANTO INUTILE
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"Questa istanza può tuttavia dar luogo ad un’altra convinzione ERRONEA, la seconda e più rilevante opinione di cui occorre sbarazzarsi. Essa può denominarsi TEORIA SOCIALE DELLA COSPIRAZIONE." K.POPPER
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NERONE |
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Re: Il rifiuto dell’autorità | #63 |
Mi sento vacillare
Iscritto il: 13/9/2004
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Forse si confonde l’autorità con il potere. In passato erano investiti di autorità gli anziani . L’autorita’, a differenza del potere, era radicata nel passato, ma era presente nella vita sociale quanto se non di piu’ del potere, perche’si avvertiva la crescita come un processo che proveniva dal passato, dalla tradizione, e la vecchiaia era intesa come il culmine della vita umana poiche’ era il momento in cui l’uomo era piu’ vicino al passato e agli antenati, Oggi vediamo una crisi dell’autorità con una crescita del potere. Si tende a squalificare l’autorità, e di esempi ne abbiamo tanti : il professore a scuola non si rispetta perche’ autorevole ma solo se fa cio’ che vogliamo, il giudice va bene basta che non ci tocchi da vicino, il poliziotto ci piace solo se ci è “amico”, il vigile urbano solo se chiude un occhio e non ci fa la multa. Se si abbatte questa scala gerarchica dell’autorità si lascia spazio al potere, perché la piramide sociale è composta da tutti noi , ed ognuno di noi è investito di autorità, ognuno per il proprio ruolo. Piu’ si allarga la base della piramide e piu’ si restringe l’ambito del potere o, viceversa, lo si potenzia. Passare poi dall’autorità all’autoritarismo il passo è breve.
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franco8 |
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Re: Il rifiuto dell’autorità | #64 |
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 6/12/2005
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Mi sembra di aver capito il senso di tutto, tranne questo:) nichilistaCitazione: quindi francotto, a meno di considerare la vita umana riconducibile ad un 'unica e sola attività per la quale occorrerebbe la conoscenza di un unica e semplice informazione e alla portata dal singolo individuo, devo inferire che tu sia un Dio?
.... Boh...? dire "superflua" è un conto, dire "non necessaria" è un altro... Mi pare che il punto non era se la specializzazione e la gerarchizzazione possano fornire dei vantaggi ad un gruppo o ad una società... ma se la gerarchizzazione e l'autorità siano elementi necessari per lo svolgimento di un qualsiasi compito organizzato... Quanto alle "conoscenze più vaste"... sappiamo che, in pratica che, proprio per la limitatezza del singolo individuo, la "vastità e ampiezza della visione" si accompagna ad una perdita di dettaglio. ( ovvero l' "ingegnere strutturista" potrebbe non sapere un mucchio di cose che il "carpentiere" sa). E quindi, in pratica potrebbe anche essere che "conoscenze più vaste" diventino "conoscenze diverse".. Non vedo quindi motivi per cui tutti non possano ( possibilità contro la necessità di cui sopra) avere una visione d'insieme comune e condivisa e sufficiente per organizzare i compito... e anche conoscenze specifiche e specialistiche distinte e individuali...
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prealbe |
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Re: Il rifiuto dell’autorità | #65 |
Mi sento vacillare
Iscritto il: 10/1/2007
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Ciao Franco8. Mi permetto di dirti schiettamente (ma senza alcuna volontà di offesa, sia chiaro) che ti trovo o insincero o profondamente mancante di senso della realtà. Davvero tu pensi che tra un netturbino ed un ingegnere aerospaziale si possa parlare semplicemente di 'competenze diverse'? Ti prego. Va bene il gusto della contrapposizione dialettica, ma... Prealbe [EDIT] E per maggiore chiarezza aggiungo che non é neanche necessario ragionare a livello INTERDISCIPLINARE ma é anzi forse più chiarificatore farlo a livello INTRADISCIPLINARE: spero nessuno vorrà sostenere che tutti i carpentieri (o architetti o medici o quello che si vuole) (a parità di esperienza - lo dico io prima che qualcuno sollevi l'obiezione ) abbiano lo stesso grado di competenza e riuscita professionale. [/EDIT]
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fiammifero |
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Re: Il rifiuto dell’autorità | #66 |
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 28/2/2005
Da ROMA
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A proposito di realtà,ti sei mai chiesto come mai il netturbino è diventato "operatore ecologico" ? Risposta:per non annichilire l'ingegnere spaziale o l'architetto o il filosofo che fà tale lavoro non avendo trovato di meglio !
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Citazione: le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
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NERONE |
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Re: Il rifiuto dell’autorità | #67 |
Mi sento vacillare
Iscritto il: 13/9/2004
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Non vedo quindi motivi per cui tutti non possano (possibilità contro la necessità di cui sopra) avere una visione d'insieme comune e condivisa e sufficiente per organizzare i compito... e anche conoscenze specifiche e specialistiche distinte e individuali...Credo che se hai bisogno di un cardiochirurgo per aprirti una coronaria non ti metti li' ad avere una visione d'insieme per organizzare i compiti e conoscenze specifiche per la logica della possibilità contro la necessità. Credo che tu vada in cerca di un cardiochirurgo. Poi se devi rifare la grondaia chiami il carpentiere (che mgari è un cardiochirurgo che ha l'hobby della carpenteria, ma difficile che un carpentiere abbia l'hobby della cardiochirurgia)....almeno lo spero
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franco8 |
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Re: Il rifiuto dell’autorità | #68 |
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 6/12/2005
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Scusate tanto ! ma era quello che dicevo io all'inizio: (numero 8) franco8Citazione: Ma anche nell'uso comune del termine, "autorità" non implica "imposizione forzata e violenta" (cosa che è per lo più legata al significato di "potere" - e "potere sugli altri" , "potere di manipolazione" ecc. Pensiamo all'espressione "X è un autorità in materia"... L'autorità in senso ampio è generalmente riconosciuta pacificamente da tutti... e non necessariamente è imposta a chi non la riconosca...)
Probabilemnte c'è una colpevole (più o meno volontaria) tendenza a confondere i diversi significati... Forse la cosa andrebbe approfondita...
NERONE Citazione: ...Credo che tu vada in cerca di un cardiochirurgo.
che , appunto, non può far nulla che tu non acconsenta a fargli fare! Ma anzi (almento in teoria, secondo la legge e secondo la deontologia medica) DEVE informarti e farsì che tu abbia le informazioni più complete per poter decidere. Ma TU devi decidere su te stesso. prealbeCitazione: si possa parlare semplicemente di 'competenze diverse'?
Ti prego.
Parlavo di possibilità. Ho pure sottolienato per dare l'idea dell'enfasi... Tu pensi che potere dire a qualcuno di fare una cosa equivalga a saperla fare? E che quindi una "conoscenza di alto livello" includa quella di "basso livello"? P.S. ...Mi pare che facciamo i "salti mortali" solo quando ci fa comodo Eh?
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prealbe |
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Re: Il rifiuto dell’autorità | #69 |
Mi sento vacillare
Iscritto il: 10/1/2007
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x Franco8 Ho modificato il post #65. Leggi anche l'aggiunta che mi sembra importante. Prealbe
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NERONE |
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Re: Il rifiuto dell’autorità | #70 |
Mi sento vacillare
Iscritto il: 13/9/2004
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CHI SIAMO / CONTATTI Il proprietario e responsabile del sito è Massimo Mazzucco. Vive a Los Angeles, è stato fotografo di moda e regista di cinema, e da qualche anno si dedica a tempo pieno alla libera informazione sulla rete. L'indirizzo email è: redazioneATluogocomune.net (sostituire "at" con la chiocciola, prima di utilizzare l'indirizzo).
In caso di emergenza, potete anche rivolgervi a goldsteinATluogocomune.net
Per le questioni tecniche potete scrivere a admATluogocomune.net
La "redazione" di luogocomune comprende tutti coloro che in un modo o nell'altro collaborano a tenere il sito attivo, sano e funzionale.
Ci sono quindi autori, moderatori, responsabili tecnici, ed esperti i in settori specifici, senza nessuna gerarchia particolare. Ci si può rivolgere a chiunque di loro, in qualunque momento, utilizzando i PM (Messaggi Privati), sempre tenendo presente che qui nessuno è pagato, e che ciascuno offre il suo tempo limitatamente alla possibilità del momento.
LA REDAZIONE di LUOGOCOMUNE Aggiornata al 20.01.07
Questo è un esempio di Gruppo Sociale. C'e' un proprietario che è anche responsabile ed ha quindi l'autorità. Qualcuno puo' dire che questa autorità è potere ? Se seguiamo alcune letture scritte qui da parte di qualche iscritto , la logica conseguenza sarebbe rispondere si.
Poi ci sono degli autori, dei collaboratori e dei moderatori. Si aggiunge : senza una gerarchia particolare. Nel senso forse che sono tutti autorevoli nei loro compiti. Ma la gerarchia c'e', ed è di questi collaboratori scelti dal responsabile autorevole nei confronti degli altri iscritti. Tra l'altro la piramide gerarchica si fa ancora piu' presente se notiamo il fatto che in base al numero dei messaggi postati si è piu' o meno quotati o "credibili" in virtu' della piu' lunga appartenenza al sito e quindi con piu' conoscenza ed esperienza.
Sia chiaro, niente di negativo in tutto questo. Ma se non esistesse questa piramide ed al vertice non ci fosse un autorevole responsabile come si svolgerebbero le discussioni e gli approffondimenti in LC?
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fiammifero |
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Re: Il rifiuto dell’autorità | #71 |
Sono certo di non sapere
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Da ROMA
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Credo che il problema sia come si relaziona il singolo individuo difronte all'autorità. Mi spiego meglio: io parto dal presupposto che non sono meno di un'altro,ho solo competenze diverse,non soffro di complessi di inferiorità o arrivismo,mi pongo alla pari e sapere che uno è stato o si è autodefinito in maniere gerarchica,non me lo rende "più". ma quanti sono invece quelli che si calano le mutande per un semplice titolo,o un ruolo di potere? certo che difronte ad una pistola mi caco sotto pure io Siamo noi stessi che diamo importanza alle gerarchie,ce l'hanno insegnato da piccoli che autorità è uno superiore a noi,intellettivamente e materialmente,e purtroppo ci scappelliamo senza indagare fino a quanto questa autorità sia guadagnata e vera. Ci sono persone che hanno competenze specifiche,ma che nell'insieme sono delle emerite "cacche" mentre ci sono tante persone con cultura,esperienze concrete di vita a vasto raggio considerate nullità perchè senza titolo accademico. Sentirsi inferiore è automaticamente conferire autotità all'autorità
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Citazione: le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
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prealbe |
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Re: Il rifiuto dell’autorità | #72 |
Mi sento vacillare
Iscritto il: 10/1/2007
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Fiammifero Citazione: Credo che il problema sia come si relaziona il singolo individuo di fronte all'autorità. Benvenuta nel 3D! (Scherzo, naturalmente, qui e anche dopo. ) Citazione: Ci sono persone che hanno competenze specifiche, ma che nell'insieme sono delle emerite "cacche" Scala di valori! Cartellino giallo! Citazione: mentre ci sono tante persone con cultura, esperienze concrete di vita a vasto raggio Scala di valori! Espulsa per doppia ammonizione! Prealbe
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nichilista |
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Re: Il rifiuto dell’autorità | #73 |
Mi sento vacillare
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AUTORIMOSSO IN QUANTO INUTILE
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fiammifero |
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Re: Il rifiuto dell’autorità | #74 |
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 28/2/2005
Da ROMA
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Io continuo a dire che i valori sono emerite cacate,invenzioni delle ns.frustrazioni e sensi di colpa e di inferiorità ,sono l'alibi per i ns.fallimenti. L'ho insegnato talmente bene ai miei figli che non mi si cacano per niente,(altro che autorità genitoriale) tanto per citarne uno di valore, dicono che si chiami rapporto paritario Autorevolezza è un'altra cosa,e la sanno distinguere Autoespulsione
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Citazione: le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
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nichilista |
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Re: Il rifiuto dell’autorità | #75 |
Mi sento vacillare
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prealbe |
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Re: Il rifiuto dell’autorità | #76 |
Mi sento vacillare
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Nichilista - Citazione: quando , secondo prealbe e nerone, sarebbe avvenuta questa perdita di fiducia e di rispetto nei confronti dell'autorità e delle connesse gerarchie ? perchè nel leggervi sembra che ci sia stata una particolare congiuntura storica in cui questa perdita è avvenuta.
cosa che però io non condivido . anche se la sfiducia (non mi piace "rifiuto") per l'attuale ordine sociale (democratico sopratutto) possa esserte connesso a fattori storici contingenti ed analizzabili. ma è un meccanismo che si ripete nel tempo questo
Allora, innanzitutto, se mi posso permettere, ti esprimo il mio apprezzamento per forma e contenuto dei tuoi post. Dopodichè provo a rispondere alla tua domanda. Non voglio infognarmi in particolari storici per non incorrere in contestazioni di dettaglio sulle virgole del discorso (ALLE QUALI QUI COMUNQUE NON RISPONDERO’ MANCO SCANNATO – NEL CASO SI APRE UN 3D A PARTE), per cui vedrò di tenermi (molto) sulle generali. Diciamo che il punto di transizione può essere identificato quando la percezione del tempo storico si è trasformata da circolare a lineare (e l’Illuminismo in questo c’entra più di qualcosa). La concezione circolare, ritenendo che la storia così come la vita dell’uomo ripetesse costantemente gli stessi cicli (cosa tutt’altro che campata per aria, secondo il sottoscritto), era una visione profondamente riguardosa verso il passato, che considerava un affidabile strumento di conoscenza per affrontare con cognizione di causa il presente e nei cui confronti si poneva in un’ottica di rispettosa continuità; in termini sociali ciò si traduceva in una alta considerazione delle figure in possesso di esperienza e conoscenza della vita (i genitori, gli adulti, gli anziani) che naturalmente erano anche figure che rappresentavano l’autorità. Il rispetto verso l’autorità e verso chi ne era investito faceva profondamente parte della formazione educativa di tutti. La concezione lineare invece, interpretando la storia come un progresso continuo da un punto più ‘elementare’ ad uno più ‘complesso’ (e l’evoluzionismo in questo c’entra più di qualcosa) si pone automaticamente in una posizione di superamento costante del passato che, per il fatto stesso di essere ‘passato’ (cioè ‘superato’), è da ritenersi ‘inferiore’, ‘peggiore’ per definizione. In termini sociali ciò si traduce nell’affermazione di un approccio ‘progressista’, ‘rivoluzionario’ alle questioni sociali, al rifiuto costante dell’esistente che deve essere in continuazione ‘messo in discussione’, ‘superato’ e sostituito dal ‘nuovo’, migliore per definizione. E’ chiaro che questo orientamento alla rivolta permanente non può che rifiutare il concetto di ‘autorità’, con cui si trova per sua natura in antitesi. Da qui, ad esempio, la perdita del rispetto per gli anziani come per le figure genitoriali in genere e, per traslazione, verso le figure rappresentanti l’autorità. Prealbe P.S. Noioso tu? Io allora?
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NERONE |
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Re: Il rifiuto dell’autorità | #77 |
Mi sento vacillare
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Nel tempo l’uomo ha differenziato i bisogni primari da quelli secondari. Nutrirsi e difendersi dai pericoli è una necessità primaria.
Quando non è piu’ l’individuo che si procura il cibo da solo e non si difende da solo , ma all’interno di un gruppo sociale si iniziano a distinguere dei compiti ed il lavoro viene suddiviso , avviene che diversi ruoli dipendono gli uni dagli altri. Questo , in un regime egualitario , dovrebbe garantire ad ognuno lo stesso livello di benessere. In realtà gli squilibri ci sono e sono ben evidenti. Ci sono delle occupazioni che vengono sopravalutate ed altre sminuite creando forti disparità tra gli individui in base al lavoro e all’occupazione esercitati. Non è la contrapposizione scienziato-netturbino o il valore dell’Uomo scienziato e dell’Uomo netturbino che crea la disparità nella oramai famosa piramide gerarchica. E’ la sopravalutazione e la conseguente sottovalutazione dei vari mestieri, lavori, occupazione.
E sono stati questi squilibri sociali che nel corso della storia hanno portato alla costituzione di vertici sociali che regolavano i rapporti di scambio tra le varie categorie lavorative. Delle vere e proprie élites che nel tempo sono diventate caste sacerdotali, proprietari terrieri ,banchieri , eserciti. Questi si sono assicurati un benessere superiore aumentando nel tempo la loro superiorità. La storia ci ha raccontato che spesso il popolo, esasperato, ha cercato di rendere piu’ equa la vita con sommosse , proteste, rivoluzioni. Ma la crescita costante della popolazione e l’arricchimento di pochi a discapito di altri ha indotto la gente a riunirsi in grandi citta’ , dove perlomeno si sentiva piu’ protetta e forse dove sperava di avere piu’ possibilita’.
Ora non è piu’ il tempo del mito del "Grande Saggio" proveniente dall'antica Mesopotamia che narra di come gli dèi decisero di disfarsi degli uomini, "diventati troppo numerosi", prima attraverso le malattie e poi con una potente inondazione. La distruzione della moltitudine, difficile da gestire, sembrava il metodo migliore per ricominciare mantenendo in vita solo i vertici, considerati gli unici degni di popolare la Terra che già guidavano. In realtà, nelle crisi e nei rivolgimenti tutti ci rimettono qualcosa, e lo stesso mito ci descrive gli dèi che accorrevano affamati e piangenti "come cani" al banchetto preparato dal corrispondente sumero del biblico Noè.
La moltitudine degli uomini, raccolti in gruppi sociali, ha dovuto darsi delle regole e creare una scala sociale di autorita’.
Ecco che quell’autorita’ di cui parla Prealbe, quella della tradizione , e tutto cio’ che costituisce il passato, la storia, quindi, dell’uomo, perde valore. Valore che si chiama appunto famiglia, anziani ,saggi…….autorità riconosciute non per istituzione ma per tradizione . Si è perso il valore di quelle persone che emanano/che hanno autorevolezza per quello che dicono, per come lo dicono ma, io credo, soprattutto per come si comportano. Si sa che ogni “io” si sviluppa solo rapportandosi con un “tu”, ma credo che mai come in questo momento ci sia paura di rapportarsi perche’ questo vuole dire “denudare” noi stessi di fronte agli altri e ciò ci rende vulnerabili.
Questa vulnerabilità fa nascere la paura dell’altro e questo timore rende l’uomo –individuo solo- nella moltitudine della societa’. In questo crescente individualismo non si riesce piu’ a cogliere gli “obiettivi da raggiungere” (di cui si parlava) della societa’, non c’e’ condivisione dell’autorita’ perche’ la si vede distante e piu’ in sintonia con il potere che con il cittadino. Infine : cosa porta al rifiuto dell’autorita’? La perdita della speranza.
PS : noiosi voi? Ho vinto io!
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franco8 |
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Re: Il rifiuto dell’autorità | #78 |
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 6/12/2005
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Emmm... dunque! prealbeCitazione: [EDIT] E per maggiore chiarezza aggiungo che non é neanche necessario ragionare a livello INTERDISCIPLINARE ma é anzi forse più chiarificatore farlo a livello INTRADISCIPLINARE: spero nessuno vorrà sostenere che tutti i carpentieri (o architetti o medici o quello che si vuole) (a parità di esperienza - lo dico io prima che qualcuno sollevi l'obiezione ) abbiano lo stesso grado di competenza e riuscita professionale. [/EDIT]
La tua precisazione aggiunge poco o nulla, secondo me... (non c'è problema, solo visioni diverse) A parte la distinzione tra autorità e autorevolezza (come ha detto anche nichilista), io ci vedo nei vostri discorsi (come avevi detto scherzando tu stesso) una "impostazione filosofica". E' un dogma non dimostrato (pur essendo "fondante" e direi.. ampiamente accettato) il fatto che tra due cose, tra due carpentieri, tra due medici ecc.. io debba (o possa, dipende) o valutare, sia pur più o meno soggettivamente e approssimativamente, chi è meglio e chi è peggio, chi è più bravo e più capace... (piuttosto che, ad esempio, dire "è capace"/ "non è capce"... o che so' io...) senza che per questo caschi il mondo. E' un dogma alimentato e perpretato dalla società stessa (in questo senso è "fondante") si insinua sempre l'idea che il ricco è ricco perché lui (o i suoi avi) è stato bravo e capace ecc ecc... E chi comanda, comanda perchè "sa" di più e naturalemente un operaio val meno di un direttore ecc ecc ecc... L'esempio di NERONE (sulla redazione di Luogocomune) può essere chiaro e più o meno appropriato... ma, francamente, anche lì, non mi pare che aggiunga o tolga niente alle considerazioni precedenti... Citazione: negare l'autorità ( e quindi il potere) come entità immanente e pressochè sempre presente nella vita umana mi pare un po' forzato
Appunto: "ti pare forzato" per impostazione "filosofica"... Che vuol dire, poi, "entità immanente"? Citazione: ricordo che anche i genitori sono autorità (anche quando non sono autorevoli. ed ecco i dissidi in famiglia)
... esempio significativo: una volta che i figli sono "adulti"... l' "autorità" si riduce (se va bene ) ad "autorevolezza" ... Quanto ai dissidi in famiglia e alla "naturale" e "adolescenziale - e anche "funzionale", se volgiamo - messa in discussione di tutte le autorità, tradizione e quant'altro.. quello sarebbe un altro paio di maniche... Citazione: La moltitudine degli uomini, raccolti in gruppi sociali, ha dovuto darsi delle regole e creare una scala sociale di autorita’.
"hanno dovuto creare una scala sociale di autorità".. E' il "dovere necessario" ti contesto... (che derivano da quei dogmi di cui sopra..) E che, tra l'altro, ha avuto storicamente i suoi controesempi.... Comunque, siamo certamente d'accordo che i veri problemi nascono appunto quando: le "regole" non sono date da i gruppi sociali stessi ma imposte da fuori (e allora ecco, ad esempio i briganti, le streghe, i "selvaggi" Le moltitudini degli uomini hanno avuto necessariamente delle regole (in pratica, senza regole, non potevano interagire), ma queste regole sono state le più diverse ... e quelle possibili fino prova contraria non necessariamente implicano una gerarchia. Il "potere" esiste ma è, più che altro, funzionale a sè stesso..
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franco8 |
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Re: Il rifiuto dell’autorità | #79 |
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 6/12/2005
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Messaggi: 1561
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Citazione: Non voglio infognarmi in particolari storici per non incorrere in contestazioni di dettaglio sulle virgole del discorso
Beh l'importante è che non usi espressioni come "perfettamente logico", "ineccepibile" ecc ecc
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fiammifero |
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Re: Il rifiuto dell’autorità | #80 |
Sono certo di non sapere
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Nichilista Citazione: quando ti appresti a scegliere un libro, quando devi decidere se la persona con cui stai è adatto ad essere il tuo compagno per la vita, quando giudicare le compagnie che frequenta tuo figlio, a che cosa ti rifai se non ad una "scala di valori"? Mi affido al mio istinto e non dò mai niente per scontato,non mi baso sulle apparenze e referenziali soprattutto,mi pongo in maniera scettica e guardinga,e quasi sempre ho ragione. Non ho una scala di valori,è questo fà la differenza,visto che quando li avevo ci ho sbattuto il grugno e si sono rivelate emerite cazzate sfruttate appunto per tornaconti di altri. Sto parlando delle normali scale di valori confezionati e dati come pacco omaggio da quando nasci,i miei valori che poi non sono valori,almeno non li ritengo tali perchè sono il "mio io " ,sono la sincerità,l'altruismo,l'empatia,l'amore ed anche la logica intesa come pensiero e ragionamento autonomo e non condizionato dal contesto in cui vivo,infatti sono quasi sempre controcorrente. Citazione: cosa porta al rifiuto dell’autorita’? La perdita della speranza. è la consapevolezza di valere quanto l'altro,quindi chi sei tu per dirmi quello che devo fare,come pensare e come vivere! Mi posso adattare per fatti contingenti,ma come posso ti frego
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Citazione: le cose di cui ci sentiamo assolutamente certi non sono mai vere (Oscar Wilde)
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NERONE |
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Re: Il rifiuto dell’autorità | #81 |
Mi sento vacillare
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Sto parlando delle normali scale di valori confezionati e dati come pacco omaggio da quando nasci,i miei valori che poi non sono valori,almeno non li ritengo tali perchè sono il "mio io "
la consapevolezza di valere quanto l'altro,quindi chi sei tu per dirmi quello che devo fare,come pensare e come vivere! Mi posso adattare per fatti contingenti,ma come posso ti frego
E’ una scelta di saggezza sapere di non sapere e affidarsi a chi sa, che però presuppone l'esistenza di un'autorevolezza di divulga il sapere e la conoscenza.. Si tratta dell'autorità intellettuale di uomini liberi su altri uomini liberi, un'autorità attribuita da chi vi si sottomette, non originaria, tradizionale e data per scontata da sempre. Da qui nasce la sua saggezza pratica ("di questo mi posso fidare").
La scala di valori confezionata….il tuo “io”……Il confezionamento (come dici) dei valori , proviene dalla storia dell’umanita’ e non dal momento storico in cui tu ora stai vivendo. Proviene dalla tradizione, da una lunga serie di generazioni genitoriali. Si dovrebbe fare salva questa tradizione con senso di critica e di autocritica, Ma la tradizione ha la necessita’ della comunita’ . Per far nascere uomini liberi ed autonomi è necessario un contesto comunitario, Prova ne è che ognuno di noi ha imparato ad essere autonomo e libero subendo il controllo paterno e materno , senza l’autorita’ genitoriale non avremmo mai appreso l’autonomia. Non è una scala di valori preconfezionata. Nessun uomo libero nasce per autogenerazione.
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prealbe |
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Re: Il rifiuto dell’autorità | #82 |
Mi sento vacillare
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Franco8, sulla questione ti rispondo per l’ultima volta perché il girotondo ha smesso di affascinarmi da parecchi anni come passatempo. Quando tu dici: Citazione: Tu pensi che potere dire a qualcuno di fare una cosa equivalga a saperla fare? E che quindi una "conoscenza di alto livello" includa quella di "basso livello"? E io dico (in maniera direi molto puntuale): Citazione: E per maggiore chiarezza aggiungo che non é neanche necessario ragionare a livello INTERDISCIPLINARE ma é anzi forse più chiarificatore farlo a livello INTRADISCIPLINARE: spero nessuno vorrà sostenere che tutti i carpentieri (o architetti o medici o quello che si vuole) (a parità di esperienza - lo dico io prima che qualcuno sollevi l'obiezione ) abbiano lo stesso grado di competenza e riuscita professionale. E allora tu dici: Citazione: il fatto che tra due cose, tra due carpentieri, tra due medici ecc.. io debba (o possa, dipende) o valutare, sia pur più o meno soggettivamente e approssimativamente, chi è meglio e chi è peggio, chi è più bravo e più capace... (piuttosto che, ad esempio, dire "è capace"/ "non è capace"... o che so' io...) senza che per questo caschi il mondo. … Io, raccolte le braccia da terra , osservo: 1) che la valutazione della differenza di qualità tra i due carpentieri o medici ecc. non è affidata alla personale ansia sociale di DOVERLA valutare ma alla IMPERSONALE DIFFERENZA DI RISULTATO, la quale nella misura in cui soddisfa più o meno adeguatamente gli obiettivi che il lavoro svolto si poneva, impone automaticamente una differenza nella valutazione della rispettiva capacità di chi l’ha eseguito. 2) dire "è capace"/ "non è capace" NON E’ diverso concettualmente da dire “è più bravo A di B” (salvo al limite risultare eventualmente meno graduale, cioè più rozzo ) 3) chi ha mai sostenuto che il mondo debba cascare per questo? Ma, come ho detto, con te sull’argomento basta così. Mi affido democraticamente e serenamente al voto del pubblico. Prealbe
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nichilista |
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Re: Il rifiuto dell’autorità | #83 |
Mi sento vacillare
Iscritto il: 20/9/2006
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AUTORIMOSSO IN QUANTO INUTILE
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"Questa istanza può tuttavia dar luogo ad un’altra convinzione ERRONEA, la seconda e più rilevante opinione di cui occorre sbarazzarsi. Essa può denominarsi TEORIA SOCIALE DELLA COSPIRAZIONE." K.POPPER
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nichilista |
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Re: Il rifiuto dell’autorità | #84 |
Mi sento vacillare
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AUTORIMOSSO CAUSA doppione .CERCASI ALTRO POST PER SCAMBIO
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prealbe |
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Re: Il rifiuto dell’autorità | #85 |
Mi sento vacillare
Iscritto il: 10/1/2007
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Nichilista Citazione: La tua risposta mi è piaciuta molto. FORSE un po’ troppo sintetica. Prealbe P.S. Stai cercando di farmi incuriosire?
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nichilista |
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Re: Il rifiuto dell’autorità | #86 |
Mi sento vacillare
Iscritto il: 20/9/2006
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AUTORIMOSSO IN QUANTO INUTILE
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Re: Il rifiuto dell’autorità | #87 |
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 3/4/2005
Da Atene
Messaggi: 8134
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se non esiste un autorità esterna unanimamente condivisa che si occupa della supervisione dell'attività degli individui, l'organizzazione diviene impossibile.
Se ne deduce che – stante l'impossibilità di scovare un'autorità esterna unanimamente condivisa – l'organizzazione della società è impossibile, almeno fino al ritorno del Messia.
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nichilista |
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Re: Il rifiuto dell’autorità | #88 |
Mi sento vacillare
Iscritto il: 20/9/2006
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Re: Il rifiuto dell’autorità | #89 |
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 3/4/2005
Da Atene
Messaggi: 8134
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no.se ne deduce che attualmente le regole a cui sottostiamo sono quelle di una democrazia pluralista che è per il momento ( e sottolineo per il momento) l'autorità esterna unanimamente condivisa e sulla quale regoliamo i nostri rapporti.
Forse non capisci bene il senso di "unanimamente condivisa". O forse non consideri chi come me e molti altri non condivide questa autorità degno di far parte dell'umanità.
Se mi interessasse qualcosa della tua opinione potrei mandarti a quel paese per questo, lo sai?
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nichilista |
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Re: Il rifiuto dell’autorità | #90 |
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ELIMINATO IN QUANTO INUTILE
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