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  Il rifiuto dell’autorità

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  •  NERONE
      NERONE
Re: Il rifiuto dell’autorità
#181
Mi sento vacillare
Iscritto il: 13/9/2004
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x franco8

Lo so che ho fatto un esempio terra-terra, ma non voleva essere di certo la spiegazione di "un grande concetto".

hai detto :

se uno rinuncia alla propria libertà automaticamente non è più libero.

Si puo' rinunciare solo a qualcosa che si ha, questo alla fine era quello che volevo dire con l'esempio.
Ma la differenza tra cio' che tu dici e cio' che ho detto io sta nel verbo : rinunciare
Rinuncio, vuole dire che include la consapevolezza di avere una cosa e senza costrizioni farne a meno.
Inviato il: 4/4/2007 8:30
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#182
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 1/11/2005
Da Tavistock Square, Camden, London WC1H, UK
Messaggi: 6263
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Per la serie si commentano le idee non le persone:

Nichilista
Citazione:
ad ogni modo , come già fatto con pax, mi asterrò d'ora in poi dal commentare qualunque tuo post

Citazione:
mi pare che persone con opinioni opposte alle mie ma con voglia di discutere e confrontarsi senza gettarsi in slogan e sofismi ce ne siano molte, a cominciare da franc8, kirbmarc, dorian, fiammifero e continuando con altri.


Infatti vediamo cosa ne pensa uno degli interessati:

Kirbmarc
Citazione:
@nichilista:
Vorrei scambiare con te qualche riflessione in piena tranquillità (sempre che si possa ,visto che purtroppo il forum pare essere diventato un ring)


Ma gli amici sono per aiutare, no pasaran:

Prealbe
Citazione:
Ciao, Nichilista.Ti giunga la mia solidarietà. Prealbe


Ed ecco un classico esempio di argomentazione (l’unica frase compiuta di un intero post di risposta quasi tutto in verde quotazione:
Prealbe
Citazione:
Per pietà, se si può smettere di stuprare la logica...


E questo forum non sarebbe stato aperto per provocare, eh? La marmotta, nel frattempo......
_________________
Il Portico Dipinto Network Nanopublishing
E' dall'uso (mancato) del Congiuntivo, che li riconoscerete.
Inviato il: 4/4/2007 9:39
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  •  orkid
      orkid
Re: Il rifiuto dell’autorità
#183
Mi sento vacillare
Iscritto il: 3/2/2006
Da La Beverly Hills italiana
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Stamattina ho avuto un sentimento di rifiuto dell'autorità con cui la mia sveglia mi privava della libertà di dormire... E' proprio vero... senza l'autorità della sveglia ogni "individuo" sarebbe in balia della sua animalesca tendenza a dormire fino alle 11.00... Ma si sa io sono un ribelle!!! l'ho spenta e mi sono girato dall'altra parte!!! come mi sento bene!!!
_________________

Autodidatta Bonsai


"Quando l'uomo comune capisce diventa saggio, quando il saggio capisce diventa un uomo comune."
Inviato il: 4/4/2007 10:10
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  •  franco8
      franco8
Re: Il rifiuto dell’autorità
#184
Dubito ormai di tutto
Iscritto il: 6/12/2005
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NERONECitazione:

hai detto :
se uno rinuncia alla propria libertà automaticamente non è più libero.

forse la frase è un po' ambigua: non intendevo dire : [ non è più | libero ] ma : [ non è | più libero ] ovvero : è meno libero... (non so se dal contesto era chiaro, in ogni caso dovrebbe esser chiaro da quanto ho scritto nel precedente post)
Citazione:

Si puo' rinunciare solo a qualcosa che si ha, questo alla fine era quello che volevo dire con l'esempio.

Ma se il "panino" non ce l'hai, non ce l'hai, nè prima nè dopo... (?!)
Comunque, forse ho capito cosa vagamente quel che volevi dire... anche se noncel 'ho chiaro.. (suggerimento:) ci sarebbe forse da distinguere la libertà "A" che ti permette di rinunciare.. e la libertà "B" cui rinunci (o che dovresti esser consapevole di non avere!?) ...Boh?
Potresti provare a chiarire il concetto o a trovare un esempio più chiarificatore?
Ho già spiegato come la vedo io: per sommi capi un'autorità esterna implica necessariaemente una limitazione della libertà individuale...
( e la piramide sociale / gerarchia fa sì che chi sta "sopra" è più libero di chi sta "sotto"... )

Citazione:

Ma la differenza tra cio' che tu dici e cio' che ho detto io sta nel verbo : rinunciare
Rinuncio, vuole dire che include la consapevolezza di avere una cosa e senza costrizioni farne a meno.

Francamente, continuo a non capire come puoi "averla" mentre ne fai a meno... Cosa sarebbe una "proprietà formale"?! Che sei, in tal caso, il "mero" proprietario!?
_________________
.... ....io non mi definisco affatto volentieri ateo, non più di quanto io sia a-MickeyMouse.
..
(detto, fatto)
Inviato il: 4/4/2007 11:15
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  •  prealbe
      prealbe
Re: Il rifiuto dell’autorità
#185
Mi sento vacillare
Iscritto il: 10/1/2007
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PikeBishop
Citazione:
E questo forum non sarebbe stato aperto per provocare, eh? La marmotta, nel frattempo......


Hola, Pike. Sai che ti leggo sempre con gusto. E mi fa piacere che tu segua il 3D con assiduità; mi era parso di capire che non ti piacesse.

Però, una precisazione: il titolo della discussione non è cambiato dal tuo ultimo intervento ed è sempre “Il rifiuto dell’autorità” (è quella scritta nell’intestazione dei post, in alto). Gli interventi, per essere in tema, dovrebbero riferirsi a quello; non è difficile.

Volendo discutere del perché sia stato aperto basta aprire un altro 3D apposito e postarci a piacere; e anche questo non è difficile.

Hai capito adesso, vero?

Non vorremo certo seccare DI NUOVO i moderatori per delle cose così semplici da capire e rispettare, no?

Stammi bene.


Prealbe
Inviato il: 4/4/2007 12:36
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  •  prealbe
      prealbe
Re: Il rifiuto dell’autorità
#186
Mi sento vacillare
Iscritto il: 10/1/2007
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Franco8
Citazione:
libertà = "facoltà di agire e di pensare in piena autonomia"

Oooh! Ottimo.

Allora di questo si sta parlando, della “piena autonomia di azione e di pensiero”.
In che contesto, però? Ah, già! In un “contesto sociale”. Un contesto di “interazione”, quindi?

Vediamo se il dizionario ci aiuta anche in questo caso (http://www.demauroparavia.it/58308):

in|te|ra|zió|ne
s.f.
1 CO azione, influenza reciproca tra due o più fenomeni, elementi, forze, ecc. | TS psic., sociol., relazione fra due persone; i. sociale, in cui ciascun soggetto modifica i propri comportamenti in rapporto a quelli dell’altro, anticipandoli o rispondendovi
2 TS fis., processo per cui due o più campi, corpi, sistemi, ecc., agiscono l’uno sull’altro modificando reciprocamente il proprio stato

Ah, ecco.

“Piena autonomia” in un contesto di “interazione”, è naturale; sciocco che sono! Come ho fatto a non arrivarci da solo?


Franco8
Citazione:
E' anche da notare che non c'è bisogno di far riferimento al concetto di libertà in termini assoluti (che è una astrazione o concetto troppo vago), ma bastano quelli relativi: ovvero "più libero" |"meno-libero"...

Sono proprio fissato: vedo dappertutto “scale di valori”...


Franco8
Citazione:
"Riconoscere un'autorità esterna" implica accettare che qualcun altro possa decidere/agire su cose che riguardano te stesso (limitatamente a certi campo, si spera)... ovvero "demandare".

Certo, bisognerebbe rinunciare alla “piena autonomia” di cui sopra.


Franco8
Citazione:
Sempre in termini relativi: più demandi, meno libero sei: poiché acconsenti che altri decidano per te in più "campi".

Non sottolineo nemmeno l’ennesima “scala”.


Franco8
Citazione:
(Non sto dando alcun giudizio di merito... Vogliamo provare a dare un senso alle parole?....O è chiedere troppo!?)

Piacerebbe anche a me.


Prealbe
Inviato il: 4/4/2007 14:56
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  •  franco8
      franco8
Re: Il rifiuto dell’autorità
#187
Dubito ormai di tutto
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PrealbeCitazione:
Hai capito adesso, vero?

E tu hai capito che abbiamo capito?
...

Citazione:
Franco8
-citazione-
"Riconoscere un'autorità esterna" implica accettare che qualcun altro possa decidere/agire su cose che riguardano te stesso (limitatamente a certi campo, si spera)... ovvero "demandare".

Certo, bisognerebbe rinunciare alla “piena autonomia” di cui sopra.


E meno male che ho specificato: "non è necessario far riferimento a concetti assoluti"...!
...
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(detto, fatto)
Inviato il: 4/4/2007 15:07
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  •  florizel
      florizel
Re: Il rifiuto dell’autorità
#188
Sono certo di non sapere
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Da dove potrei stare meglio.
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Sono proprio fissato: vedo dappertutto “scale di valori”...

Deve essere la fissa della gerarchia.

Ed a proposito di questo, una domanda: risalendo a monte, o all'origine del discorso, sono le "scale di valori" a determinare la "gerarchia" ("immanente" alle relazioni sociali/umane, mi pare di capire) o viceversa?
Sarebbe gradita una risposta quanto più lineare ed esplicativa possibile, in tono con il tuo ultimo look "espositivo".
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"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 4/4/2007 15:55
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  •  prealbe
      prealbe
Re: Il rifiuto dell’autorità
#189
Mi sento vacillare
Iscritto il: 10/1/2007
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Florizel, ti prendo sul serio e ti rispondo. Non perdo neanche tempo a farti notare che invece tu… hai capito. Spero di non dovermene ripentire.

Citazione:
Ed a proposito di questo, una domanda: risalendo a monte, o all'origine del discorso, sono le "scale di valori" a determinare la "gerarchia" ("immanente" alle relazioni sociali/umane, mi pare di capire) o viceversa?


Sono (meglio, dovrebbero essere) le "scale di valori" a determinare la "gerarchia"; questa sarebbe la strada. La gerarchia rimane essenziale al buon andamento sociale.

E’ abbastanza lineare?

Ok. Cortesemente qualunque osservazione ulteriore tenga conto anche di quanto esposto in precedenza, perché il discorso è ovviamente più articolato di quanto si possa rappresentare in una frase.


Prealbe


P.S. A te, Florizel, mi permetto di consigliare (uso del consiglio a piacere ) una maggiore disponibilità a considerare le argomentazioni altrui; con tutto il rispetto per la tua intelligenza, la tua cultura e quant’altro, ti assicuro che non hai di fronte l’ultimo dei fessi; né (lo dico anche per certi ‘cacciatori di ombre’ che mi pare di avere intravisto qui e là) un oscuro mestatore di forum: cerchiamo, se non altro, di evitare almeno il ridicolo.
Inviato il: 4/4/2007 16:35
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  •  franco8
      franco8
Re: Il rifiuto dell’autorità
#190
Dubito ormai di tutto
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Citazione:
Cortesemente qualunque osservazione ulteriore tenga conto anche di quanto esposto in precedenza, perché il discorso è ovviamente più articolato di quanto si possa rappresentare in una frase.

Sarebbe anche cortese, da parte tua, che la cosa fosse reciproca e che tu stesso tenessi conto di tutte le obiezioni che ti sono state fatte...
E la analizzassi magari in maniera più seria di quanto hai fatto finora...
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Inviato il: 4/4/2007 16:52
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  •  prealbe
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#191
Mi sento vacillare
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Franco8
Citazione:
Sarebbe anche cortese, da parte tua, che la cosa fosse reciproca e che tu stesso tenessi conto di tutte le obiezioni che ti sono state fatte...
E la analizzassi magari in maniera più seria di quanto hai fatto finora...


Esempi, prego. Se ho sbagliato sono sempre pronto a riparare. Non mi ritengo mica perfetto.


Prealbe
Inviato il: 4/4/2007 16:58
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#192
Dubito ormai di tutto
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Citazione:
Non mi ritengo mica perfetto.

Non sei in cima alla scala di valori?
Inviato il: 4/4/2007 17:07
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  •  prealbe
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#193
Mi sento vacillare
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Kirbmarc
Citazione:
Non sei in cima alla scala di valori?

No, purtroppo no.

Ma non sono malaccio lo stesso.


Prealbe
Inviato il: 4/4/2007 17:33
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  •  franco8
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#194
Dubito ormai di tutto
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Citazione:
Esempi, prego.

Tutti i tuoi post dal primo all'ultimo.
Non sto a far polemiche ...
Se tu stesso chiedi di stare in tema, resta in tema...
O, appunto, CVD, il fatto di sentirti su un gradino superiore ti autorizza a non seguire i tuoi stessi consigli...?
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(detto, fatto)
Inviato il: 4/4/2007 17:47
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  •  prealbe
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#195
Mi sento vacillare
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Franco8
Citazione:
Tutti i tuoi post dal primo all'ultimo.
Non sto a far polemiche ...
Se tu stesso chiedi di stare in tema, resta in tema...
O, appunto, CVD, il fatto di essere o sentirti su un gradino superiore ti autorizza a non seguire i tuoi stessi consigli...?

Franco8, guarda che so capire bene anch’io, quando serve.
Se vuoi argomentare sul tema del 3D, a disposizione. Per altri giochetti, non sono disponibile, e l’ho già detto chiaramente.
Come dicevo: esempi, prego. E aggiungo: precisi’.
Il resto é… ‘fuffa’.

Ciao a te.


Prealbe
Inviato il: 4/4/2007 17:56
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  •  florizel
      florizel
Re: Il rifiuto dell’autorità
#196
Sono certo di non sapere
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Citazione:
Non perdo neanche tempo a farti notare che invece tu… hai capito.

Francamente, avevo capito fin dall'apertura del thread, anche senza ulteriori chiarificazioni.
Poi quando avrai smesso di fare il martire o, peggio, l'incompreso dalla massa di beoti che ti legge, potresti argomentare circa il dato BIOLOGICO, od ONTOLOGICO, che determinerebbe le "scale di valori" che costituirebbero l'imprescindibilità delle gerarchie?
E spiegare quale criterio sostiene l'assunto secondo cui delle caratteristiche "soggettive" (quelle che costituiscono la scala di valori, che, evidentemente non sono prerogativa comune a TUTTI gli individui) fonderebbero un sistema oggettivo e comune a TUTTI (la gerarchia, appunto)?
Citazione:
ti assicuro che non hai di fronte l’ultimo dei fessi

Mai pensato. Spero tu voglia parimenti riconoscere ai tuoi interlocutori se non una dialettica che si differenzia dalla tua solo per "contenuti", almeno una grande tolleranza verso espressioni smaccatamente denigratorie. Ed una dimostrazione di grande maturità, quindi, che prescinde l'ars oratoria.
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Inviato il: 4/4/2007 18:07
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  •  NERONE
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#197
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xfranco8

Non si tratta di + liberta' o - liberta'.

Mi riferivo alla responsabilità e all'autonomia delle scelte : ti do qualcosa di mio essendone consapevole e in maniera autonoma.

Quindi se ho la libertà e in un rapporto interpersonale di scambio, con razionalità , responsabilità e autonomia riconosco a te una superiorità effettiva alla mia, ti rendo responsabile di gestire per mio conto anche il mio panino con la mortadella, il tutto perche' io , parte inferiore, riconosco a te , parte superiore (gerarchia) le capacità di gestire il mio panino.

La scala di valori magari potrebbe essere quel qualcosa che fa si che tu non ti sbafi il panino mio alla faccia mia, ma che invece tu (superiore a me per capacita') mi offra gli strumenti per avere un panino al giorno.

il fatto di essere o sentirti su un gradino superiore .....


potevi solo scrivere -sei-
Inviato il: 4/4/2007 18:15
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  •  nichilista
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#198
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AUTORIMOSSO
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"Questa istanza può tuttavia dar luogo ad un’altra
convinzione ERRONEA, la seconda e più rilevante
opinione di cui occorre sbarazzarsi. Essa può
denominarsi TEORIA SOCIALE DELLA COSPIRAZIONE." K.POPPER
Inviato il: 4/4/2007 20:04
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  •  prealbe
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#199
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Florizel
Citazione:
Poi quando avrai smesso di fare il martire o, peggio, l'incompreso dalla massa di beoti che ti legge, potresti argomentare circa il dato BIOLOGICO, od ONTOLOGICO, che determinerebbe le "scale di valori" che costituirebbero l'imprescindibilità delle gerarchie?

Allora, con ordine.
Le conclusioni cui sono giunto sull’argomento della “scala di valori” e della “gerarchia” non sono affatto di tipo “teorico-filosofico” ma sono di tipo “concreto-storico” (e “psicologico”, và!). Per quanto ne so, “scala di valori” e “gerarchia” (e “piramide sociale”) sono caratteristiche comuni alla stragrande maggioranza (per non dire “totalità”) delle società esistite ed esistenti, senza limite di collocazione geografica; ne traggo la piatta deduzione che, per ricorrere con tale continuità, non può trattarsi di attributi occasionali e contingenti del tessuto sociale ma di qualcosa di profondamente connaturato all’essere umano quando si esprime nel sociale.

E’ una cosa bella? E’una cosa brutta? E’ giusto? E’ ingiusto? Non lo so e non mi interessa, perché se effettivamente si tratta di un elemento strutturale dell’uomo è, semplicemente, ingiudicabile. Si può pretendere di giudicare nell’uomo, ad esempio, l’affettività? O l’emotività? O l’istinto di sopravvivenza? Io dico di no e riterrei, nel caso si avanzasse invece tale pretesa, di trovarmi di fronte solo ad un esempio di arroganza intellettuale degna di nota. A meno che, beninteso, non si produca a sostegno una mole di dati, osservazioni, analisi e ragionamenti adeguati alla pretesa; in mancanza, si tratterebbe di semplici chiacchiere (magari belle, poetiche, elevatissime... e sempre chiacchiere.).

Citazione:
E spiegare quale criterio sostiene l'assunto secondo cui delle caratteristiche "soggettive" (quelle che costituiscono la scala di valori, che, evidentemente non sono prerogativa comune a TUTTI gli individui) fonderebbero un sistema oggettivo e comune a TUTTI (la gerarchia, appunto)?

Questa ti chiedo di riformularmela (non di ripetermela pari pari come una volta precedente) perché non sono sicuro di averla compresa correttamente.


Prealbe
Inviato il: 4/4/2007 23:00
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  •  franco8
      franco8
Re: Il rifiuto dell’autorità
#200
Dubito ormai di tutto
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Citazione:

Franco8, guarda che so capire bene anch’io, quando serve.

Ehm! "serve" a chi?
Citazione:

Come dicevo: esempi, prego. E aggiungo: precisi’.
Il resto é… ‘fuffa’.

Visto che ci capiamo, ti dico, che nel tuo caso: è solo fuffa senza resto...
Ovvio che è il mio punto di vista, e te lo dico con tutto il rispetto (possibile)...

Un'esempio provo a fartelo riguardo alla "reciprocità"..

Tu dici:

Sono (meglio, dovrebbero essere) le "scale di valori" a determinare la "gerarchia"; questa sarebbe la strada. La gerarchia rimane essenziale al buon andamento sociale.


Ti si potrebbe rispondere ( reciprocamente ) più o meno con considerazioni dello stesso tipo di quelle che hai fatto tu, ovvero:

MA E' REALISTICA UNA VISIONE DEL GENERE?

Una volta stabilita e consolidata una unica "gerarchia" (Nota infatti che non hai scritto "le gerarchie"-plurale come era logico visto che seguirebbero o dovrebbero seguire da "le scale di valore"-plurale - anche se non hai spiegato in cosa consistono esattamente - ) , è quasi automatico che anche per la valutazione complessiva di quegli stessi "valori" avranno maggior peso le "alte gerarchie" rispetto alle "basse"...
con le conseguenze umanamente immaginabili...
"Serve" continuare?

A tal proposito (e comunque interessante per tutti, credo o spero) vi consiglio una lettura riflettendo sul "giochino" riportato qui:
http://sustainer.org/dhm_archive/index.php?display_article=vn151starpowered

E' assolutamente utopico e non realistico questa "strada" dal momento che nella realtà le gerarchie non sono stabilite da scale di valori funzionali ad alcunché, nè sono universalmente e pacificamente riconosciute da tutti...

(Tralasciamo poi, o facciamo finta di aver capito, cosa intendi per "buon andamento sociale"... )

-----------------
Prealbe
Citazione:

...ne traggo la piatta deduzione...

non potrebbe essere che la tua deduzione sia una generalizzazione che applichi fuori dai limiti di validità della stessa "deduzione"....?
O che la deduzione sia "eccessivamente piatta"?
Citazione:

E’ una cosa bella? E’ una cosa brutta? E’ giusto? E’ ingiusto? Non lo so e non mi interessa, perché se effettivamente si tratta di un elemento strutturale dell’uomo è, semplicemente, ingiudicabile...

Invito tutti a riflettere sulle conseguenze una impostazione del genere...
Ma è veramente il migliore dei mondi possibili!
Il riferimento, tanto per essere espliciti a tutti è il Pangloss del Candido di Voltaire.
Forse da rileggere con attenzione!

Seriamente. (Ripeto ... e fa parte delle considerazione più o meno ignorate) Non erano forse concreto-storiche e psicologiche e, in certo senso anche poco contestabili per il modo in cui erano enunciate, le considerazione dei difensori della schiavitù!?
Come avresti potuto dar torto a chi asseriva che la schiavitù fosse assolutamente normale?!

Citazione:

... esempio di arroganza intellettuale degna di nota.

Tanto per parlare di esempi di cui sopra eccone uno (anzi un altro):
Sarebbe una pretesa quella di giudicare istinti, e va bene. Ma è una arroganza intellettuale invece da parte tua pretendere che ci sia questo "asettico disinteresse", il "non lo so e non mi interessa" che è assolutamente ipocrita... (senza offesa, non dico che sei ipocrita tu, dico che è ipocrita l'impostazione che immagini lo "scienziato-studioso" asettico osservatore immune da impostazioni psicologiche-filosofiche e quant'altro...)

-------------------------------------
NERONE

La condizione cui fai riferimento è una forma di dipendenza. (Essere nelle condizioni di doversi affidare a qualcun'altro)...
Che poi mi sembra "parente" del mio "schiavo con la pancia piena" al confronto dell' "uomo libero nullatenente"
Citazione:

Quindi se ho la libertà e in un rapporto interpersonale di scambio, con razionalità , responsabilità e autonomia riconosco a te una superiorità effettiva alla mia...

Secondo me il concetto che descrivi è diverso dal concetto di autorità:
come nel caso in cui ti affidi al medico :
1) sei comunque tu ad avere l'ultima parola...
2) la "superiorità" che riconosci all'altro è : limitata ad un certo campo/scopo/tempo... ; non "unica"
("non unica" nel senso non hai un unico medico di riferimento, ma puoi consultare quello che preferisci, o anche più di uno)

L'autorità, invece, non è (o non è più?) su base "volontaria" - ovvero: dal punto di vista di chi detiente l'autorità questa è vista come un diritto puro e semplice...
E' inoltre "unica" nel senso su detto... (LA gerarchia - singolare!)

L'avevi detto tu stesso, mi pare, l'autorità è una cosa, l'autorevolezza è altro.

P.S.Citazione:

"il fatto di essere o sentirti su un gradino superiore ....."
potevi solo scrivere -sei-

Non l'ho capita o non fa ridere... Potevo solo scrivere "sentirti"... ( autocensura). Correggo subito.
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(detto, fatto)
Inviato il: 5/4/2007 12:28
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  •  florizel
      florizel
Re: Il rifiuto dell’autorità
#201
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E spiegare quale criterio sostiene l'assunto secondo cui delle caratteristiche "soggettive" (quelle che costituiscono la scala di valori, che, evidentemente non sono prerogativa comune a TUTTI gli individui) fonderebbero un sistema oggettivo e comune a TUTTI (la gerarchia, appunto)?
Citazione:
Questa ti chiedo di riformularmela (non di ripetermela pari pari come una volta precedente) perché non sono sicuro di averla compresa correttamente.

Non l’hai capita per le premesse della prima risposta che hai dato.
Innanzitutto,se affermi la concretezza storica di un dato basandola su elementi “strutturali” dell’essere umano

“per ricorrere con tale continuità, non può trattarsi di attributi occasionali e contingenti del tessuto sociale ma di qualcosa di profondamente connaturato all’essere umano quando si esprime nel sociale.”

non puoi prescindere dal dato ontologico, come sosteneva anche nichilista. O addirittura biologico, intendendo con questo qualcosa che si verifica inevitabilmente, a cui non ci si può opporre perché, appunto, connaturato all’individuo.

Che poi questo sia tutto da dimostrare, è tutto un altro discorso.
Fai bene, infatti, a dire “se effettivamente si tratta di un elemento strutturale dell’uomo”.

Dal momento che la tua è una deduzione basata su dati storici, per quanto concreti non supportati da un’indagine a 360° sulla strutturale tendenza dell’uomo alle gerarchie, spiega perché mai non si dovrebbe ritenere la tua analisi altrettanto intellettualmente arrogante.

La piattezza che tu stesso imputi alla tua deduzione scaturisce da un’indagine che non tiene conto delle varianti contenute al suo interno: affermare che “scala di valori” e “gerarchia” siano “caratteristiche comuni alla stragrande maggioranza delle società” non implica che lo siano, o lo siano state, IN TUTTE le società, e quindi in TUTTI i tempi e i luoghi.

Inversamente, un’indagine che parta dalla considerazione delle varianti contenute nell’indagine stessa, ci dimostra la fallacia della tua tesi, e di un approccio deduttivo che in se stesso fonda il concetto di “gerarchia”, poichè comporta l’annullamento degli elementi diversi.

Tornando alla mia domanda, non potresti rispondere senza far crollare l’intero apparato di congetture date per verità assolute, poiché, se è vero che quelle caratteristiche non sono comuni a tutte le società, ne discende che quei dati che stai dando come “oggettivi”, o connaturati, o strutturali, all’essere umano siano invece “soggettivi”.

Sarebbe piuttosto interessante, invece, capire come affettività, emotività, ed istinto di sopravvivenza si esprimono nei diversi contesti sociali, in quelli gerarchicamente organizzati ed in quelli in cui la gerarchia è del tutto assente.

E sarebbe eloquente di molte cose.
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"Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando Libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi". Vittorio Arrigoni
Inviato il: 5/4/2007 13:28
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  •  florizel
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#202
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NERONECitazione:
Quindi se ho la libertà e in un rapporto interpersonale di scambio, con razionalità , responsabilità e autonomia riconosco a te una superiorità effettiva alla mia...

Ti stai liberamente "sommettendo", il che equivale a dire "rischiare di prendersi la setticemia" per non essere capace di disinfettarsi il graffietto che ti saresti fatto per essere scivolato sulla buccia di banana che tu stesso hai gettato in terra (mi era venuto un altro paragone, ma ho desistito per non offendere il pubblico pudore).
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Inviato il: 5/4/2007 13:41
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  •  florizel
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#203
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franco8Citazione:
la "superiorità" che riconosci all'altro è : limitata ad un certo campo/scopo/tempo... ; non "unica"

Sono d'accordo.
Praticamente, si tratterebbe di una "superiorità" ristretta a quel campo del sapere e dell'agire, che non si estende automaticamente all'intero contesto sociale.
Più che di "superiorità", a questo punto parlerei di "competenze".
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Inviato il: 5/4/2007 13:55
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  •  nichilista
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#204
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AUTORIMOSSO
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"Questa istanza può tuttavia dar luogo ad un’altra
convinzione ERRONEA, la seconda e più rilevante
opinione di cui occorre sbarazzarsi. Essa può
denominarsi TEORIA SOCIALE DELLA COSPIRAZIONE." K.POPPER
Inviato il: 5/4/2007 22:19
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  •  NERONE
      NERONE
Re: Il rifiuto dell’autorità
#205
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x Florizel

Ti stai liberamente "sommettendo", il che equivale a dire "rischiare di prendersi la setticemia" per non essere capace di disinfettarsi il graffietto che ti saresti fatto per essere scivolato sulla buccia di banana che tu stesso hai gettato in terra (mi era venuto un altro paragone, ma ho desistito per non offendere il pubblico pudore).

Puo' darsi che disinfettare il graffietto che ti sei fatto scivolando sulla merd..ops (stavo leggendoti il pensiero ...scusa) che tu stesso hai fatto sia una cosa peggiore che prendersi la setticemia per una infezione causata dalla buccia di banana altrui, e che sottomerttersi liberamente sia un momento molto alto di liberta' , rispetto alla disinfezione (che sia tua o che sia mia)
Inviato il: 5/4/2007 22:54
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#206
Dubito ormai di tutto
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Da Arkadia-spazio profondo
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Citazione:
Non pensoquindi che il benessere derivi dalla “condivisione, ma che l’accordo libero fatto da un druppo di individui , più ampio possibile e tutelato, possa raggiungere un compromesso molto più adatto a quello di una marea di singole entità atomiche sregolate.

Ok,ma l'accordo presuppone una libertà di partenza. Attualmente non mi sembra che sifacciano firmare contratti per entrare in uno Stato. Ci si nasce.
Citazione:
manca quasi sempre questa possibilità

Non accadrebbe se non ci fosse un monopolio della violenza da parte del cosiddetto "arbitro".
Citazione:
sicurezza poi è meglio gestibile se è un nutrito gruppo rispetto ad un singolo a finanziarla e controllarla.

Non mi sembra che la mia personale difesa sia meglio gestita da un mercenario che da me. (Non sto parlando solo di difesa militare.)
Citazione:
. Se una persona nasce all’interno di un sistema preesistente e non si riconosce chiaro non farà parte ne della maggioranza istituzionale ne della minoranza istituzionale. Semplicemente perché non crede nell’istituzione.

E che fine fa? O accetta o va in gulag democratico?
Citazione:
Quello di cui sembri parlare tu è una contrapposizione tra il sistema stesso e chi ne fa parte e il rsto dei non aderenti

O si è liberi di entrare o uscire dal sistema oppure no.
Nel primo caso la società di base,su cui si organizza l'accordo (fra chi lo sostiene),deve esere per forza libera,altrimenti non avrebbe senso la libertà di poter reare questo sistema.
Se non c'è liberta di entrare o uscire, se il sistema è dato e dante, allora è autoritario.
Alla fine il problema non è un fantomatico "ifiuto dell'autorità" ma semplicemente la possibilità di scegliere liberamente di aderire ad un sistema o ad un altro, o a nessuno,contrapoposta al sistema che esclude dalla società (con la forza o in altro modo) chi non lo accetta.
Inviato il: 5/4/2007 23:20
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  •  NERONE
      NERONE
Re: Il rifiuto dell’autorità
#207
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O si è liberi di entrare o uscire dal sistema oppure no.


Mi sa che c'e' uno strano concetto di liberta' che circola nelle menti di qualcuno.
In un sistema economico come il nostro è impensabile si possa essere liberi di entrare od uscire da qualsiasi sistema.
Essere liberi di essere liberi implicherebbe il rifiuto di qualsiasi sistema. In tal caso l'uomo dovrebbe "inventarsi" una sua dimensione economica/politica avulsa da qualsiasi forma pre-esistente . Quasi impossibile, se si pensano ai bisogni almeno indispensabili dell'uomo che sono comunque ora vincolanti per ognuno di noi.
Anche l'anarchia prevede l'entrare in un sistema. In questo sistema anarchico, una volta scelto liberamente (cioe' si dara' al potere anarchico il famoso panino con la mortadella) ci sara' una gerarchia, cioe' ci sara' un responsabile scelto da tutti che gestira' la liberta' di tutti, in modo libero e lontano da ogno forma politica esistente.
Strano ma..nel farlo formera' un suo pensiero politico/sociale, nel quale è impensabile che ognuno fara' quello che gli girera' per la testa di fare.
Ci saranno delle regole, accettate da tutti per il bene comune.
Ora chiaramente mi si fara' notare che gli scopi e gli intenti saranno diversi da quelli ora in voga.
E perche' non credere a chi mi fara' notare cio? ?
Io gli credo.
Come credo a tantissime altre cose.
Inviato il: 5/4/2007 23:33
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  •  prealbe
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Re: Il rifiuto dell’autorità
#208
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Citazione:
Ti si potrebbe rispondere ( reciprocamente ) più o meno con considerazioni dello stesso tipo di quelle che hai fatto tu, ovvero:

MA E' REALISTICA UNA VISIONE DEL GENERE?

Una volta stabilita e consolidata una unica "gerarchia" (Nota infatti che non hai scritto "le gerarchie"-plurale come era logico visto che seguirebbero o dovrebbero seguire da "le scale di valore"-plurale - anche se non hai spiegato in cosa consistono esattamente - ) , è quasi automatico che anche per la valutazione complessiva di quegli stessi "valori" avranno maggior peso le "alte gerarchie" rispetto alle "basse"...
con le conseguenze umanamente immaginabili...
"Serve" continuare?

A tal proposito (e comunque interessante per tutti, credo o spero) vi consiglio una lettura riflettendo sul "giochino" riportato qui:
http://sustainer.org/dhm_archive/index.php?display_article=vn151starpowered

E' assolutamente utopico e non realistico questa "strada" dal momento che nella realtà le gerarchie non sono stabilite da scale di valori funzionali ad alcunché, nè sono universalmente e pacificamente riconosciute da tutti...

(Tralasciamo poi, o facciamo finta di aver capito, cosa intendi per "buon andamento sociale"... )

E’ realistica, è realistica. Non ce n’è un’altra.
Franco8, come ho detto più o meno esplicitamente nel mio post precedente: “Le chiacchiere stanno a zero.”. Puoi avanzare le critiche più acute, graffianti, profonde, geniali, fondamentali sui difetti delle società dalla preistoria ai giorni nostri. E puoi prospettare le alternative più affascinanti, eque, universali, razionali, intelligenti per la migliore forma della società. E... chissenefrega. Non ha importanza. Stai sparando alle farfalle. Finché non trovi, verificandolo nel reale, qualcosa che leghi l’uomo alle tue splendide idee stai, semplicemente, fantasticando.

Citazione:
non potrebbe essere che la tua deduzione sia una generalizzazione che applichi fuori dai limiti di validità della stessa "deduzione"....?
O che la deduzione sia "eccessivamente piatta"?

Potrebbe, potrebbe. Molte cose potrebbero essere; ma non tutte. Se hai interpretazioni alternative che spieghino la ricorrenza e diffusione del fenomeno, non trattenerti: rendici pure partecipi.

Citazione:
Seriamente. (Ripeto ... e fa parte delle considerazione più o meno ignorate) Non erano forse concreto-storiche e psicologiche e, in certo senso anche poco contestabili per il modo in cui erano enunciate, le considerazione dei difensori della schiavitù!?
Come avresti potuto dar torto a chi asseriva che la schiavitù fosse assolutamente normale?!

Franco8, ho capito che non sei d’accordo. Va benissimo. Ne hai facoltà. Ti ripeto: se hai interpretazioni alternative che spieghino la ricorrenza e diffusione del fenomeno (non la schiavitù... il resto), non trattenerti: rendici partecipi. Siamo qui per questo.

Citazione:
Tanto per parlare di esempi di cui sopra eccone uno (anzi un altro):
Sarebbe una pretesa quella di giudicare istinti, e va bene. Ma è una arroganza intellettuale invece da parte tua pretendere che ci sia questo "asettico disinteresse", il "non lo so e non mi interessa" che è assolutamente ipocrita... (senza offesa, non dico che sei ipocrita tu, dico che è ipocrita l'impostazione che immagini lo "scienziato-studioso" asettico osservatore immune da impostazioni psicologiche-filosofiche e quant'altro...)

Sono d’accordo con te, in assoluto. Non sono affatto favorevole ad un approccio asettico alle questioni (il ‘politicamente corretto’ cui mi riferivo nel post di apertura del 3D), proprio per niente; se vedi questo in quello che ho detto, sbagli (e vediamo se adesso qualcuno si ‘amminchia’ perché dovevo invece dire “non mi sono spiegato”. ). Ma dipende dal contesto. Si suppone che il forum sia un ambito di scambio di idee, di ragionamenti, di analisi (o almeno io lo intendo così, e spero anche i miei interlocutori; se invece no, mi spiego meglio alcuni post. ); di conseguenza io cerco di ragionare nel modo più sensato possibile sui dati disponibili mettendo da parte (non proprio del tutto, ma comunque molto, se no lo scambio sarebbe assai più acceso ) l’emotività, le simpatie e le antipatie. Ricerco l’obiettività (che parolone, eh? ).


Prealbe


P.S. Comunque, il mio primo 3D... più di duecento post… Mica caxxi!
Inviato il: 5/4/2007 23:54
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  •  prealbe
      prealbe
Re: Il rifiuto dell’autorità
#209
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Citazione:
Innanzitutto,se affermi la concretezza storica di un dato basandola su elementi “strutturali” dell’essere umano

“per ricorrere con tale continuità, non può trattarsi di attributi occasionali e contingenti del tessuto sociale ma di qualcosa di profondamente connaturato all’essere umano quando si esprime nel sociale.”

non puoi prescindere dal dato ontologico, come sosteneva anche nichilista. O addirittura biologico, intendendo con questo qualcosa che si verifica inevitabilmente, a cui non ci si può opporre perché, appunto, connaturato all’individuo.

Va bene, Florizel, se non ne posso prescindere non ne prescinderò. Dio me ne guardi.

Citazione:
Dal momento che la tua è una deduzione basata su dati storici, per quanto concreti non supportati da un’indagine a 360° sulla strutturale tendenza dell’uomo alle gerarchie, spiega perché mai non si dovrebbe ritenere la tua analisi altrettanto intellettualmente arrogante.

Si, Florizel. Non lo so. Forse perché si appoggia su dei dati, molti dati, moltissimi dati? E questi dati che angolo copriranno? 12°? 47°? 720°? 123°? Effettivamente non mi ero posto il problema angolare. Cercherò di rimediare. Scusami. Intanto magari facci sapere a che angolo sei arrivata TU nella tua indagine. Cioè... volevo dire... L’hai fatta un’indagine, VERO?

Citazione:
La piattezza che tu stesso imputi alla tua deduzione scaturisce da un’indagine che non tiene conto delle varianti contenute al suo interno: affermare che “scala di valori” e “gerarchia” siano “caratteristiche comuni alla stragrande maggioranza delle società” non implica che lo siano, o lo siano state, IN TUTTE le società, e quindi in TUTTI i tempi e i luoghi.

Florizel, che sfinimento. Non implica “che lo siano, o lo siano state, IN TUTTE le società, e quindi in TUTTI i tempi e i luoghi”? E con ciò? Mi stai dicendo che non è “oggettivo”? Come ho detto a Franco8: “Se hai interpretazioni alternative che spieghino la ricorrenza e diffusione del fenomeno, non trattenerti: rendici pure partecipi.”. Finiamola con le contestazioni per partito preso. Non posso essere assolutamente sicuro di avere ragione? Non lo sono. Sei più tranquilla? Adesso però sentiamo la tua brillante teoria, in proposito.

Citazione:
Inversamente, un’indagine che parta dalla considerazione delle varianti contenute nell’indagine stessa, ci dimostra la fallacia della tua tesi, e di un approccio deduttivo che in se stesso fonda il concetto di “gerarchia”, poiché comporta l’annullamento degli elementi diversi.

Se qualcuno mi spiega questa, gli pago da bere. Giuro.

Citazione:
Tornando alla mia domanda, non potresti rispondere senza far crollare l’intero apparato di congetture date per verità assolute, poiché, se è vero che quelle caratteristiche non sono comuni a tutte le società, ne discende che quei dati che stai dando come “oggettivi”, o connaturati, o strutturali, all’essere umano siano invece “soggettivi”.

Florizel, che fai? “Si faccia una domanda, si dia una risposta e…”? Ti ho chiesto di riformularla mica di rispondere in mia vece.

Citazione:
Sarebbe piuttosto interessante, invece, capire come affettività, emotività, ed istinto di sopravvivenza si esprimono nei diversi contesti sociali, in quelli gerarchicamente organizzati ed in quelli in cui la gerarchia è del tutto assente.

Quali? Dove? Quando? Un dato, uno che sia uno, è possibile averlo? O sono sempre le tue personalissime opinioni di qualche post fa?

Citazione:
E sarebbe eloquente di molte cose.

Per il momento è “eloquente di molte cose” solo nel tuo cervello.


Prealbe
Inviato il: 6/4/2007 0:35
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  •  franco8
      franco8
Re: Il rifiuto dell’autorità
#210
Dubito ormai di tutto
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Sempre riguardo alla reciprocità...
Mi auguro che tu non ritenga una argomentazione seria questa tua che comincia con:
Citazione:

E’ realistica, è realistica. Non ce n’è un’altra.
Franco8, come ho detto più o meno esplicitamente nel mio post precedente: “Le chiacchiere stanno a zero...


Dici le "chiacchiere stanno a zero" e rispondi con le chiacchiere?
Ma non eri tu quello di considerare "seriamente" le considerazione dell'altro e di restare in tema?
Già non ho alcuna stima delle idee che esprimi, ma se ritieni questa tua risposta, seria, in tema e pertinete agli argomenti, non so che pensare (Se non il classico e retorico: Ci sei o ci fai?)
(oppure che dire: Mettiti d'accordo prima con te stesso!)

Citazione:

Potrebbe, potrebbe. Molte cose potrebbero essere; ma non tutte.

Bene..grazie per la gentile concessione... e per la banalizzazione.
se tu magari continuassi ad illustrarci i passaggi che portano a queste tue "piatte deduzioni", conati di vomito permettendo (e mi preoccupei nel caso non li avessi: niente di più pericoloso e abberrante di ideologie camuffate da "tesi scientifiche" con la prestesa dell'obiettività ), come facevi prima, potrebbe essere più evidenti quanto infondate siano. Grazie.

Citazione:

. Va benissimo. Ne hai facoltà. Ti ripeto: se hai interpretazioni alternative che spieghino la ricorrenza e diffusione del fenomeno (non la schiavitù... il resto), non trattenerti: rendici partecipi.

Ma "benissimo" una m.. ! Interpretazioni di cosa?! Scusa.


Mi pare che siamo ancora in attesa che tu ci spieghi in che modo o in che senso la gerarchia sociale possa essere espressione di "valori" funzionali ai "fini della società"...
come secondo te dovrebbe essere. ("dovrebbe" perché non è - dato di fatto -).
Oltre a spiegarci cosa siano questi "valori 'oggettivi' " e i "fini della società"...
continuando il discorso che hai iniziato.
E' ovvio che non è necessaria nessuna "interpretazione" alternativa. La tesi che hai espresso è la tua e tu la devi dimostrare. Se anche le mie idee riguardo alla dinamiche delle gerarchie fossero sbagliate, questo non renderebbe certo automaticamente vera la tua tesi.
(Precisazione superflua. Mi auguro)

L'esempio della schiavitù che ti ho fatto per me mostra che il tuo argomento è inconsistente, perchè è formalmente lo stesso di coloro che difendevano la schiavitù
(La schiavitù c'è sempre stata. La schiavitù è necessaria: come puoi produrre senza schiavi , sarebbe antieconomico e non realistico)
(Lagerarchia c'è sempre stata. La gerarchia è necessaria....)
... (a meno che non spieghi meglio in cosa è diverso)
Capisco l'uso della parola "schiavitù" può far pensare che volessi "sfruttare" o evocare il valore emozionale... Ma non mi riferivo a quello, pur essendoci una legame.
Tu mi rispondi con chiacchere. Prendo atto. Che posso dire?

(Nel post precedente c'è comunque un cenno alle dinamiche di come le gerarchie si "autoperpetrano"... Senza alcuna. Se solo tu avessi la bontà di seguire i tuoi stessi consigli e di leggere anche i documenti allegati - Non mi chiedere di tradurlo... )

Citazione:

Sono d’accordo con te, in assoluto. Non sono affatto favorevole ad un approccio asettico alle questioni (il ‘politicamente corretto’ cui mi riferivo nel post di apertura del 3D), proprio per niente...

Ok. sul particolare ti sei espresso male... (o io dovevo interpretare diversamente.?!) Diciamo che non lo considero il peggiore dei tuoi "peccati", se così si può dire. Tutti proviamo ad essere obiettivi.

Per fare il punto:

tu ritieni che la gerarchia sia:
1) "connaturata" nell'uomo (lascio perdere le pippe sul biologico e sull'ontologioco non c'ho capito un c. ma conveniamo, mi auguro, che non sia importante)
2) sia "necessaria" per svolgere un qualsiasi compito "organizzato"..
Ora:... Se presentassi questa come tua opinione personale...o al massimo come "ipotesi di lavoro" Si potrebbe dire "mi spiace tanto per te..." e buonanotte.
Il problema (oltre al tuo stile volutamente provocatorio) è che la vuoi far passare come verità direi quasi a livello "scientifico"... Quelle degli altri sono voli pindarici, belle idee basate sul nulla ecc. ecc. , le tue no. Che dire?
Perché anche qui, è la solita storia della "reciprocità": tu chiedi dati... Ma quali "dati" hai portato finora? Scusa, forse mi son perso qualcosa?

Spero poi che si chiarisca almeno a livello accettabile che cosa intendiamo con "autorità".
C'è il rischio di continuare a giocare sui diversi concetti come abbiamo fatto finora..
(vedi ad esempio gli scambi con NERONE)
a proposito di questo, aggiungerei ancora alle cose dette che: accettazione di autorità è cosa diversa dall'accettazione di "regole".
_________________
.... ....io non mi definisco affatto volentieri ateo, non più di quanto io sia a-MickeyMouse.
..
(detto, fatto)
Inviato il: 6/4/2007 1:55
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