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  Darwin e l'evoluzionismo. Il dibattito è ancora aperto.

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  •  Badger
      Badger
Re: Darwin e l
#1531
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 15/6/2008
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Citazione:
Celacanto ha scritto:
Il problema è proprio questo chi è il più "adatto"? Riguardo al termine "adatto", vorrei capire come si distingue nello stesso "habitat" ad esempio nel mare, chi è il più adatto? Nel mare sono presenti strutture totalmente differenti per la "vita" di animali e piante. In certi casi molto semplici, in altri molto sofisticate. Dalle alghe, al plancton, alle meduse e gli altri invertebrati, il Nautilus, un cefalopode con la conchiglia perfettamente a spirale, i polpi, le seppie, le stelle di mare, i ricci di mare etc.. fino a tutte le migliaia di diverse varietà di pesci ossei, di varia grandezza, forma e colori, o i pesci cartilaginei come gli squali le razze e le mante, e i mammiferi marini come la Balenottera Azzurra e i delfini etc.. Sono tutti adattati perfettamente nel loro ambiente statico, pressochè uguale. Come è possibile che siano avvenute mutazioni nell'ambiente marino praticamente statico, sempre uguale? Inoltre, come avrebbe operato la selezione naturale nello stesso "habitat" marino, "generando" una varietà quasi illimitata di "FORME" viventi? A che cosa dovevano adattarsi se l'"habitat" è pressochè statico?

Hai scritto:

A margine sollevo un'ulteriore eccezione: che significherebbe poi “più evoluto”?

Forse dovresti spiegarmelo tù cosa significa! La teoria, non si chiama teoria dell'evoluzione, o si chiama teoria dell'adattamento?
Cerco di spiegarmelo: Il batterio è il più adatto a vivere sulla terra. Oltre ad essere rimasto identico a quelli di miliardi di anni fà, è probabilmente anche l'organismo vivente che si trova in maggior numero su tutta la faccia della terra, è praticamente dappertutto, è il più "adattato". Basta pensare che solamente nel nostro intestino ci sono CENTOMILA MILIARDI di batteri! Quale sarebbe stata per il batterio la "necessità" ad adattarsi a non si sà che cosa, per farlo evolvere fino ad arrivare all'essere umano, (magari un batteriologo). Il batterio è rimasto batterio! Se era già miliardi di anni fà, "adattato", e identico a quelli odierni, ed è ancora oggi perfettamente "adatto" a vivere praticamente in qualsiasi condizione, perchè avrebbe dovuto "evolversi" in un nuovo organismo?

1)Perché l'adattamento non è mai perfetto (riferimento) ed esistono sempre nuovi modi per sfruttare un determinato habitat. (Come si fa a dire che i batteri 3 miliardi di anni fa erano già adattati a tutto? Su quali basi e a quale scala di indagine puoi affermare che un certo habitat è statico?).
2)Perché gli organismi generano in continuazione nuove mutazioni, che possono accumularsi ed eventualmente fornire nuove capacità, in modo più o meno graduale e del tutto imprevedibile a priori.
3)Perché sussistono continue modificazioni ambientali che determinano nuove nicchie ecologiche dove eventuali novità evolutive possono fornire un aumento di fitness. Alla fine, la darwiniana “tendenza a variare” di una specie - anche alla luce delle nuove scoperte dell'evo-devo - è più corretta di quanto si pensi.

Citazione:
Celacanto ha scritto:
Prima di tutto il meccanismo darwiniano dovrebbe dimostrare sperimentalmente in modo Galileiano e "tranquillamente" la transizione "spontanea" dalla fase prebiotica a quella biotica! Questo sappiamo è impossibile!
Non esiste una spiegazione che sia possibile con la selezione naturale e le mutazioni, o un'altra alternativa. Uno scienziato obiettivo deve ammettere l'evidenza, e dire semplicemente "non sò", è inspiegabile, è un mistero! Questo significa riconoscere la realtà! Spero che almeno su questo sarai d'accordo con me.

Come fai a dire che impossibile? Al momento non lo sappiamo. Per dire che è impossibile, invece, dovresti avere dei dati in mano che dimostrano questa tua asserzione.
Nessuno, neanche il più darwinista dei darwinisti sostiene che sappiamo esattamente come si sia originata la vita. Dunque certo, sono d'accordo, ma nessuno aveva detto il contrario. Quanto avevo linkato doveva servire per comprendere che abbiamo buone indicazioni ed ipotesi che stimolano ricerche, dunque non c'è motivo per smettere di cercare e dire “è opera di Dio”. La scienza si fa così, non invocando miracoli.
Fra l'altro, sulla validità del meccanismo darwiniano anche a livello puramente biochimico, credo sia illuminante questostudio.

Citazione:
Celacanto ha scritto:
I nucleotidi possono essere creati spontaneamente, ma la composizione del Dna spontaneamente e di tutto l'apparato cellulare è impossibile! cito lo scienziato francese Paul Auger:

Dobbiamo distinguere nettamente due fasi nella casuale formazione di molecole complesse, quali i nucleotidi, tramite eventi chimici. La produzione di nucleotidi uno ad uno che è possibile e la combinazione di questi in sequenze molto speciali. La seconda è assolutamente impossibile. (Paul Auger, De La Physique Theorique a la Biologie, 1970, p. 118)

Anche Francis Crick, il quale ha creduto per molti anni nella teoria dell'evoluzione molecolare, confessò, dopo la scoperta del DNA, che una molecola talmente complessa non avrebbe potuto formarsi spontaneamente per coincidenza, come risultato di un processo evolutivo:

Un uomo onesto, armato soltanto della conoscenza a noi disponibile, potrebbe affermare soltanto che, in un certo senso, l'origine della vita appare al momento piuttosto un miracolo. (Francis Crick, Life Itself: It's Origin and Nature, New York, Simon & Schuster, 1981, p. 88)

Le frasi di vari scienziati estrapolate in qua e in là che manifestano scetticismo e le petizioni non sono argomenti validi (esempio): potrei portare un maggior numero di citazioni ed una lista di nomi più lunga di gente che dice l'opposto.
Bisogna vedere quali argomentazioni si portano. Sinceramente, per ora le uniche argomentazioni serie portate a favore di una revisione della teoria evoluzionistica, diciamo così come scaturita dalla Sintesi Moderna, provengono dallo stesso mondo dei biologi evoluzionisti, che hanno trovato nell'evo-devo nuove prospettive, tanto che qualcuno si chiede se non sia il caso di proporre una nuova “sintesi estesa” (riferimento). Non c'è nulla di strano nel modificare una teoria, e io non ho motivo di oppormi se si riterrà necessario riformulare l'evoluzionismo. Ma ciò di cui si discute adesso rientra sempre nel quadro disegnato da Darwin.

Citazione:
Celacanto ha scritto:
Il biologo evoluzionista Andrew Scott ammette lo stesso fatto:

Si prenda un po' di materia, la si scaldi mentre si mescola e si aspetti. Questa è la versione moderna della Genesi. Le "fondamentali" forze di gravità, l'elettromagnetismo e le intense e deboli forze nucleari si presume che abbiano fatto il resto... Ma quanto di questo bel racconto è fermamente stabilito e quanto speranzosa speculazione? In realtà, ogni maggior passo, dai precursori chimici alle prime cellule riconoscibili, è responsabile o di una controversia o di un'assoluta perplessità. (Andrew Scott, "Update on Genesis", New Scientist, vol. 106, 2 maggio 1985, p. 30)

L'evoluzionista Ali Demirsoy è stato costretto ad ammettere che:

In realtà, la probabilità della formazione di una proteina e di un acido nucleico (DNA-RNA) è molto più lontana di quanto si è stimato. Inoltre, il caso che emerga una certa catena proteica è così esile da poter essere definito astronomico. (Ali Demirsoy, Kalitim ve Evrim (Inheritance and Evolution), Ankara: Meteksan Publishing Co., 1984, p. 39)

Il biochimico Gordon C. Mills dell’Università del Texas e il biologo molecolare Dean Kenyon della San Francisco State University valutano le manchevolezze dello scenario del mondo RNA, arrivando a una sintetica conclusione nel loro articolo intitolato “The RNAWorld: ACritique”: “L’RNA è una molecola notevole. L’ipotesi del mondo RNA è un’altra cosa. Non vediamo alcun motivo per ritenere che sia un’ipotesi confermata, e nemmeno promettente”. (Gordon C. Mills, Dean Kenyon, "The RNAWorld: A Critique", Origins & Design, 17:1, 1996)

L’articolo del 2001 del divulgatore scientifico Brig Klyce:

La ricerca sul mondo RNA costituisce un’industria di dimensioni medie. Questa ricerca ha dimostrato come sarebbe estremamente difficile che cellule viventi sorgessero per caso dalla materia non vivente nel tempo disponibile sulla Terra. Quella dimostrazione costituisce un valido contributo alla scienza. Ulteriori ricerche saranno anch’esse utili. Ma continuare a insistere che la vita possa emergere spontaneamente da prodotti chimici non viventi, alla luce delle difficoltà che si iniziano a comprendere ora, lascia perplessi. Ricorda il lavoro degli alchimisti medievali che cercavano con insistenza di trasformare il piombo in oro. (Brig Klyce, The RNA World, http://www.panspermia.org/rnaworld.htm)

Per esempio, un collega di Stanley Miller e Francis Crick presso l'Università di San Diego California, lo stimato evoluzionista dr. Leslie Orgel, ha detto:

È estremamente improbabile che le proteine e il Dna, entrambi strutturalmente complessi, siano sorti spontaneamente nello stesso posto e nello stesso tempo. Sembra anche impossibile avere l'uno senza l'altro. Così, alla prima occhiata, si deve concludere che la vita non ha mai potuto essere stata originata da mezzi chimici. (Leslie E. Orgel, "The Origin of Life on Earth", Scientific American, vol. 271, ottobre 1994, p. 78)

Il prof. Klaus Dose noto evoluzionista, presidente dell'Istituto di Biochimica presso l'Università Johannes Gutenberg, afferma:

Più di 30 anni di sperimentazioni sull'origine della vita nei campi della chimica e dell'evoluzione molecolare hanno consentito una miglior percezione dell'immensità di tale problema senza pervenire tuttavia ad una soluzione. Tutte le attuali discussioni sulle principali teorie e gli esperimenti pervengono a un punto morto o a un'ammissione di ignoranza. (Klaus Dose, "The Origin of Life: More Questions Than Answers", Interdisciplinary Science Reviews, vol. 13, n. 4, 1988, p. 348)

Il geochimico Jeffrey Bada, docente presso il San Diego Scripps Institute, scrive:

Oggi, al termine del XX secolo, ci troviamo ancora di fronte al più grande problema irrisolto, lo stesso che ci attendeva al principio di questo secolo: Qual'è l'origine della vita sulla terra? (Jeffrey Bada, Earth, febbraio 1998, p. 40)

Questo corollario solo per citare alcuni scienziati evoluzionisti! Inoltre vorrei ricordarti l'indirizzo del progenitore comune che invece di risolvere i problemi ne ha creati di nuovi: http://www.creazionismo.org/articolo.asp?id=82 Ammettere l'evidenza è segno di onestà intellettuale!

Tutte queste sono considerazioni generiche su un argomento ancora oggetto di ipotesi, per cui non provano alcunché, anzi sono in gran parte ovviamente condivisibili e costituiscono stimolo per ulteriori ricerche.
Inviato il: 2/12/2008 18:36
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  •  Badger
      Badger
Re: Darwin e l
#1532
Ho qualche dubbio
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Citazione:
Celacanto ha scritto:
Il creazionismo come l'evoluzionismo non è scienza empirica Galileiana! Diciamo che il creazionismo ha però avuto il pregio di mettere in evidenza i moltissimi problemi dell'evoluzione! Tuttavia i siti creazionisti che ho citato (e che hai snobbato come castronerie) non confutano la teoria dell'evoluzione citando la Bibbia. Ma la mettono in discussione su basi scientifiche, mettendo in evidenza tutte le lacune e le congetture. Non ho mai letto nei siti creazionisti un travisamento di un ricercatore serio 1) perchè molti famosi e stimati evoluzionisti ammettono i molti problemi, come nel caso del progenitore comune. 2) perchè ci sono molti seri ricercatori (stimati dagli stessi evoluzionisti) che mettono in discussione la teoria dell'evoluzione ormai a voce sempre più alta! Ti faccio notare che la gente però si è accorta delle congetture dell'evoluzionismo. Basta che vai in un qualsiasi blog o forum in internet e troverai ogni volta un dibattito a volte anche acceso. Prima invece l'evoluzionismo veniva accettato passivamente. Adesso la gente vuole sapere "come" esattamente avviene l'evoluzione, e vuole sentire anche l'altra "campana", appunto quella creazionista!
Il fatto che gli scienziati scettici sull'evoluzione siano considerati zero dal mondo accademico, è perchè non si allineano al dogma evoluzionista!

Aggiungo che gli scienziati etichettati come creazionisti o come antievoluzionisti fanno scienza! Ho letto un post precedente dove un utente con il nome Stefano che dibatteva con te, citava degli scienziati (non sò se sono creazionisti) che non mi sembrano gli ultimi arrivati. Da quello che ho letto pare che la teoria evolutiva verrà ancora una volta modificata! A mio parere sarà il colpo di grazia, dopo l'ormai aspro dibattito all'interno della stessa comunità darwinista, tra gradualismo e equilibri punteggiati! Questo è un indirizzo http://www.discovery.org/scripts/viewDB/filesDB-download.php?command=download&id=660 di una pagina in formato pdf scaricabile, dove circa 800 scienziati tra biologi, biologi molecolari, microbiologi, biochimici, paleontologi, paleoantropologi, botanici etc.. di tutto il mondo, hanno firmato una petizione a tutti i governi perchè venga messa in discussione la teoria evolutiva, e non sono tutti "creazionisti", anzi! Molti scienziati invece non hanno il coraggio di dissentire apertamente contro la teoria evolutiva, per vari motivi. Primo perchè tutti dobbiamo "campare", secondo perchè in gioco c'è il prestigio o la cattedra, terzo perchè si verrebbe trattati come degli oscurantisti ed eretici, vedi Giuseppe Sermonti, biologo e genetista di fama internazionale. Se ti interessa posso raccontarti un anedotto che è successo alla Sapienza di Roma nel 2003, l'Università che da oltre 30 anni gli negava il diritto di parlare nelle sue aule!

L'evoluzionismo è scienza, il creazionismo no. Il “galileiana” lasciamolo perdere, ti ha già risposto Fealoro in proposito. La biologia evoluzionistica non è come la matematica. Però resta una branca della scienza. L'evoluzione non è riproducibile in laboratorio, però la teoria genera previsioni verificabili in modo diretto ed indiretto, dunque è scientifica. Scienza significa produrre teorie che generano ipotesi verificabili. L'evoluzionismo genera ipotesi verificabili. Il creazionismo genera l'ipotesi Dio, che non ha senso in scienza. Dunque non è scienza. La differenza c'è, inutile girarci intorno. E lo scienziato che si rifà a tesi creazioniste o dell'ID non è più scienziato ed è per questo che non è preso in considerazione, non perché dice cose diverse dall'ortodossia.
Tu citi Sermonti, ma faccio notare, ad esempio, che una delle prove da lui sbandierate contro l'evoluzionismo è che gli insetti-foglia preesistessero alle foglie (riferimento): beh, è clamorosamente falso. Di più: è talmente facile verificare quanto sia falso, che il fatto che lui lo sostenga vuol dire che 1) non conosce la materia; oppure 2) non verifica ciò che afferma; oppure 3) è in malafede. Tutti motivi più che sufficienti per non dargli troppo credito.

Glisso sulle accuse al mondo accademico, non ne sono il difensore, e chi accusa dovrebbe provare la validità di tali accuse. Mi limito ad osservare: se c'è tutta questa rigidità, com'è che la teoria è mutata in continuazione in tutti questi anni? Com'è che si parla di “sintesi estesa” senza che nessuno gridi allo scandalo? Si discute, come è ovvio che sia, e ci si oppone alle argomentazioni che non hanno senso o che non sono scientifiche, non alle critiche. Quello che popolarmente si contesta all'evoluzionismo è spesso il risultato di quelle che gli inglesi chiamano “misconceptions”. Scienziati seri hanno provato a elaborare teorie evolutive che facessero a meno del paradigma darwiniano, in particolare la selezione naturale. Mi riferisco soprattutto a D'Arcy Thompson e al suo “Crescita e forma”, a cui pare si rifacciano alcuni formalisti anti-darwinisti oggi, come quelli che hai visto citati te nei post di Stefano. Ebbene, costoro forniscono alcuni elementi indubbiamente interessanti, che però non sono così iconoclastici come si pensa e soprattutto non riescono a spiegare la cosa principale: perché una caratteristica e non un'altra si diffonda in una popolazione. L'unica risposta è la selezione naturale applicata alla variabilità fenotipica (e dunque genotipica), che è ereditabile. Lo stesso D'Arcy Thompson ammise, discutendo lo scheletro dei vertebrati, che non si poteva negare l'esistenza del principio ereditario. In realtà, le implicazioni delle “leggi della forma” sono già state incluse nella teoria evoluzionistica, ad esempio nel concetto di vincolo: finanche Darwin non era all'oscuro del fatto che esistesse qualcos'altro, oltre la selezione naturale, che spiegasse i mutamenti macroevolutivi, e che la selezione naturale non avesse un potere infinito (esempio). A conferma che nell'evoluzionismo moderno oggi si prendono in considerazione vincoli e leggi della forma, ci sono studi come questo.

Che ci siano ancora controversie e punti oscuri nell'evoluzionismo è indubbio, ma questo è soltanto stimolo a proseguire le ricerche, non a buttare a mare tutto, visto che invece sono numerose le prove a favore della teoria, come si può facilmente constatare.
Criticare una teoria è sempre auspicabile, e l'evoluzionismo è in continua verifica; ma la teoria va criticata in modo scientifico, non tirando in ballo ipotesi non scientifiche. Le “resistenze”, poi, ci sono sempre state, ma alla fine – il bello della scienza – le ipotesi non valide finiscono nel cestino. Se un giorno verranno fuori elementi tali per cui la teoria evoluzionistica dovrà essere modificata totalmente, bene, nessun problema. Fino ad allora, però, si lavora con questa teoria.
Inviato il: 2/12/2008 19:05
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  •  mangog
      mangog
Re: Darwin e l
#1533
Dubito ormai di tutto
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Citazione:

Badger ha scritto:

L'evoluzionismo è scienza, il creazionismo no. Il “galileiana” lasciamolo perdere, ti ha già risposto Fealoro in proposito. La biologia evoluzionistica non è come la matematica. Però resta una branca della scienza. L'evoluzione non è riproducibile in laboratorio, però la teoria genera previsioni verificabili in modo diretto ed indiretto, dunque è scientifica.




Sei senza speranza....hai la la viscida abitudine, e lo fai per tentavi maldestri, di insinuare qualcosa che in questo caso il Sig Celacanto NON HA MAI DETTO... ( mi scuso con Celacanto....)
Ti rimangi le parole... affermando che l'evoluzione NON E' SPERIMENTABILE IN LABORATORIO.... ma che "puttanate" hai postato fino a prima a difesa della prova sperimentale di LENSKY?....


STAI PRENDENDO PER I FONDELLI VERO ? visto che nessuno ti vieta di farlo..

Il manuale da liceo.. lo sai molto bene a memoria.



X Celacanto


Il Sig Badger ha messo un link in cui si tratta degli insetti foglia, che si ritiene siano comparsi prima delle foglie.

Io ho trovato questo

Studi di paleontologia degli insetti hanno provato che gli insetti-fogIia, appartenenti agli ordini dei fasmidi e dei protofasmidi, sono i più antichi tra gli insetti e che la loro comparsa ha preceduto di qualche milione di anni l'apparizione delle foglie. Fossili dei primi insetti-foglia sono stati rinvenuti in sedimenti del Giurassico superiore, mentre le Angiosperme (latifoglie fiorite) sono comparse improvvisamente milioni di anni dopo, nel Cretaceo (9).


Pero' il soggetto in questione, tanto bravo a postare i link del manuale da liceo.. afferma che tutto e' clamorosamente falso.. solo perche' lo dici lui, visto che non ha postato dei link di riferimento oppure per dimenticanza?..
Inviato il: 3/12/2008 7:49
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  •  Clorofilla
      Clorofilla
Re: Darwin e l
#1534
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Bisognerebbe vedere questi fossili di fasmidi antichi che forma hanno.
Dire poi che le foglie compaiono con le angiosperme non è corretto dato che pteridofite e gimnosperme ci sono già da tempo.
Inviato il: 3/12/2008 10:54
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  •  Davide71
      Davide71
Re: Darwin e l
#1535
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Ciao a tutti:

ma veramente litigate sulla data di nascita degli insetti foglia?
Ma scusate: i punti deboli dell'evoluzionismo sono almeno 3:
1) pretende di far derivare la vita dalla materia inerte;
2) pretende di collocare l'intero "bauplan" dell'essere vivente nel patrimonio genetico; di conseguenza:
2b) pretende di far derivare esseri complessi da esseri più semplici per via di Mutazioni Genetiche Casuali;
3) pretende che le stesse siano responsabili delle facoltà mentali dell'uomo;
Sono 4 affermazioni illogiche e prive ovviamente di alcun riscontro scientifico serio. O sbaglio?
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Inviato il: 3/12/2008 11:00
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  •  Clorofilla
      Clorofilla
Re: Darwin e l
#1536
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Dicci dov'è secondo te il resto delle informazioni se tutte non sono nel Dna e da dove sbucano gli esseri viventi unicellulari e pluricellulari se la genetica non c'entra così come la selezione.
Che poi sembri a te un assurdo che la vita derivi dalla materia inerte poco importa.

Le facoltà mentali riguardano anche gli animali. Non per nulla a fisiologia si studiano i meccanismi comuni all'uomo ed agli animali sulla trasmissione nervosa.
Inviato il: 3/12/2008 11:07
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  •  fealoro
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Re: Darwin e l
#1537
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Citazione:

Davide71 ha scritto:
Ciao a tutti:

ma veramente litigate sulla data di nascita degli insetti foglia?
Ma scusate: i punti deboli dell'evoluzionismo sono almeno 3:
1) pretende di far derivare la vita dalla materia inerte;
2) pretende di collocare l'intero "bauplan" dell'essere vivente nel patrimonio genetico; di conseguenza:
2b) pretende di far derivare esseri complessi da esseri più semplici per via di Mutazioni Genetiche Casuali;
3) pretende che le stesse siano responsabili delle facoltà mentali dell'uomo;
Sono 4 affermazioni illogiche e prive ovviamente di alcun riscontro scientifico serio. O sbaglio?


Secondo me sbagli per i seguenti motivi:
1)la nascita della vita non è un problema della teoria dell'evoluzione, ne abbiamo discusso anche sopra
2)non è l'evoluzione che dice questo ma la genetica.
2b)in effetti questa è la conseguenza della genetica. Alcuni studi (Questa è una mia interpretazione) cercano di stabilire il significato di quel "Casuali".
3)la gentica e la biologia ritengono che le facoltà dell'uomo siano spiegabili in maniera naturalistica.

Vorrei proprio capire perchè la genetica risulta illogica e priva di alcun riscontro scientifico serio...
Inviato il: 3/12/2008 11:26
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  •  mangog
      mangog
Re: Darwin e l
#1538
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fealoro ha scritto:
Citazione:

Davide71 ha scritto:
Ciao a tutti:

ma veramente litigate sulla data di nascita degli insetti foglia?
Ma scusate: i punti deboli dell'evoluzionismo sono almeno 3:
1) pretende di far derivare la vita dalla materia inerte;
2) pretende di collocare l'intero "bauplan" dell'essere vivente nel patrimonio genetico; di conseguenza:
2b) pretende di far derivare esseri complessi da esseri più semplici per via di Mutazioni Genetiche Casuali;
3) pretende che le stesse siano responsabili delle facoltà mentali dell'uomo;
Sono 4 affermazioni illogiche e prive ovviamente di alcun riscontro scientifico serio. O sbaglio?


Secondo me sbagli per i seguenti motivi:
1)la nascita della vita non è un problema della teoria dell'evoluzione, ne abbiamo discusso anche sopra
2)non è l'evoluzione che dice questo ma la genetica.
2b)in effetti questa è la conseguenza della genetica. Alcuni studi (Questa è una mia interpretazione) cercano di stabilire il significato di quel "Casuali".
3)la gentica e la biologia ritengono che le facoltà dell'uomo siano spiegabili in maniera naturalistica.

Vorrei proprio capire perchè la genetica risulta illogica e priva di alcun riscontro scientifico serio...



Basta... state facendo pena...
DOVE CAZZO HA SCRITTO CHE LA GENETICA E' ILLOGICA?
Inviato il: 3/12/2008 11:45
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  •  Davide71
      Davide71
Re: Darwin e l
#1539
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Ciao a tutti:
Ill passaggio dalla materia inerte alla vita potrebbe essere visto come un passaggio da 0 a 1. Il passaggio dalla prima semplicissima forma di vita a quella immediatamente più complessa potrebbe essere visto come il passaggio da 1 a 2. Si tratta sempre di aggiungere qualcosa che prima non c'era. Per cui il problema del passaggio dalla materia inerte alla vita é un problema della teoria dell'evoluzione.

La genetica afferma che il bauplan é interamente contenuto nel patrimonio genetico? Questo i genetisti lo dicono senza che nessuno gli abbia insegnato la teoria di Darwin? Mi piacerebbe sapere che cosa direbbero se diventassero tutti creazionisti...

Veramente la genetica e la biologia dicono che qualunque cosa é merito o colpa del cervello, altro deus ex machina buono per spiegare qualunque cosa!

La genetica non saprei, ma i genetisti non mi sembrano sempre così logici...
_________________
Non date le perle ai cani e ai porci perchè non le mangeranno e vi si rivolteranno contro.
Inviato il: 3/12/2008 16:32
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  •  fealoro
      fealoro
Re: Darwin e l
#1540
Mi sento vacillare
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Citazione:
Ill passaggio dalla materia inerte alla vita potrebbe essere visto come un passaggio da 0 a 1. Il passaggio dalla prima semplicissima forma di vita a quella immediatamente più complessa potrebbe essere visto come il passaggio da 1 a 2. Si tratta sempre di aggiungere qualcosa che prima non c'era. Per cui il problema del passaggio dalla materia inerte alla vita é un problema della teoria dell'evoluzione.

No, perchè la teoria dell'evoluzione si applica agli esseri viventi, e spiega la variabilità biologica esistente. Il fatto che a te sembra di poterla paragonare come passaggio non significa che la teoria si possa applicare. Se leggi quali sono le basi della teoria è chiaro che non è possibili applicarla allo step 0, quello della materia inerte.

Citazione:
La genetica afferma che il bauplan é interamente contenuto nel patrimonio genetico? Questo i genetisti lo dicono senza che nessuno gli abbia insegnato la teoria di Darwin? Mi piacerebbe sapere che cosa direbbero se diventassero tutti creazionisti...

La genetica si è sviluppata in maniera indipendenete alla teoria dell'evoluzione. Se vuoi contestare la teoria della genetica forse conviene aprire un thread a parte.

Citazione:
Veramente la genetica e la biologia dicono che qualunque cosa é merito o colpa del cervello, altro deus ex machina buono per spiegare qualunque cosa!

Non mi pare proprio. Da dove ricavi questa idea?
Inviato il: 3/12/2008 17:21
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  •  Badger
      Badger
Re: Darwin e l
#1541
Ho qualche dubbio
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mangog ha scritto:
Il Sig Badger ha messo un link in cui si tratta degli insetti foglia, che si ritiene siano comparsi prima delle foglie.
Io ho trovato questo

Studi di paleontologia degli insetti hanno provato che gli insetti-fogIia, appartenenti agli ordini dei fasmidi e dei protofasmidi, sono i più antichi tra gli insetti e che la loro comparsa ha preceduto di qualche milione di anni l'apparizione delle foglie. Fossili dei primi insetti-foglia sono stati rinvenuti in sedimenti del Giurassico superiore, mentre le Angiosperme (latifoglie fiorite) sono comparse improvvisamente milioni di anni dopo, nel Cretaceo (9).

Pero' il soggetto in questione, tanto bravo a postare i link del manuale da liceo.. afferma che tutto e' clamorosamente falso.. solo perche' lo dici lui, visto che non ha postato dei link di riferimento oppure per dimenticanza?..

L'ordine Phasmoidea (che annovera insetti stecco e insetti foglia) è comparso almeno nel Triassico Inferiore, quando già da tempo c'erano piante con foglie e rami. Qui uno schema riassuntivo della storia della vita sulla Terra e qui il dettaglio sugli insetti. I più antichi fossili di Angiosperme risalgono all'inizio del Cretaceo (intorno ai 120-135 milioni di anni fa; riferimento). Gli insetti foglia sono molto più recenti: proprio da poco è stato pubblicato lo studio che descrive il più antico insetto foglia ritrovato (riferimento), che risale a 47 milioni di anni fa.
L'inghippo riesce perché i Phasmoidea come Ordine sono antecedenti alle Angiosperme (ma non alle foglie in senso lato, come ha ricordato anche Clorofilla), ma le specie definibili “insetti foglia” sono molto più recenti.
Inviato il: 3/12/2008 17:54
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  •  Badger
      Badger
Re: Darwin e l
#1542
Ho qualche dubbio
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Citazione:
Ti rimangi le parole... affermando che l'evoluzione NON E' SPERIMENTABILE IN LABORATORIO.... ma che "puttanate" hai postato fino a prima a difesa della prova sperimentale di LENSKY?....
STAI PRENDENDO PER I FONDELLI VERO ? visto che nessuno ti vieta di farlo..
Il manuale da liceo.. lo sai molto bene a memoria.

Intendevo l'evoluzione a grande scala. Forse non era chiaro, bastava chiedere gentilmente, senza insultare.
Inviato il: 3/12/2008 18:03
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  •  ahmbar
      ahmbar
Re: Darwin e l
#1543
Dubito ormai di tutto
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Siete tutti cosi' impegnati a prendervi a parole che nessuno ha commentato questa incredibile scoperta, provo a ripostarla
Se verra' confermata, tanti saluti alle teorie attuali



Il brodo primordiale è dolce e viene preparato nella cucina dello spazio, con la polvere di stelle a fornire gli ingredienti e gli astri in via di formazione che danno il calore necessario. Il radiotelescopio delle Alpi di Grenoble, il cui occhio è guidato da un gruppo di astronomi italiani, francesi e spagnoli, ha individuato una molecola di zucchero che fluttua nello spazio a 26mila anni luce da noi con una temperatura simile a quella della Terra durante una giornata estiva. Non si tratta ancora di un extraterrestre così come la fantascienza lo immagina, ma con tutta probabilità quel che si è scoperto è la lettera alfa dell'alfabeto che compone la vita.

Lo zucchero glicolaldeide che si trova immerso della nube stellare G31, alla periferia della Via Lattea, è uno dei primi mattoni della biologia. Fa parte di quelle molecole capaci di assemblarsi attraverso reazioni chimiche sempre più complesse fino a raggiungere lo stadio che è considerato il traguardo della vita: il Dna e l'Rna. Sono loro le due molecole che consentono la divisione degli organismi, aprendo la strada a uno dei requisiti fondamentali degli esseri viventi: la riproduzione.


qui l'articolo completo La base del DNA e del RNA fluttua nello spazio
_________________
Per chi desidera informarsi sulla piu' grande menzogna dell'era moderna
FAQ 11 settembre 2001
Inviato il: 3/12/2008 21:21
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  •  Celacanto
      Celacanto
Re: Darwin e l
#1544
Ho qualche dubbio
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Per fealoro

Hai scritto:

A questo punto dobbiamo capirci. Che tu possa portarmi a dimostrazione di quello che dici questi studi trovati in internet purtroppo non aggiunge nulla alla discussione, dato che io potrei portare a dimostrazione altrettanti studi scientifici (e pubblicati su riviste scientifiche) sulla correttezza delle ipotesi della teoria evolutiva.

Potresti portare degli studi sulle "ipotesi" della teoria evolutiva, ma non che la dimostri!

Hai scritto:"dimostrare sperimentalmente l'evoluzione di tutta la diversità biologica" è una frase che secondo me non ha senso. E' come chiedere di dimostrare sperimentalmente l'evoluzione dell'universo a partire dal big bang, o dimostrare sperimentalmente l'evoluzione di un feto umano. Sono eventi che non possono essere replicati in laboratorio e come tali devono essere studiati nei meccanismi che li compongono.

Ti ha già risposto mangog!
La risposta viene spontanea: Per quale motivo facevano gli esperimenti sui batteri di E.Coli? proprio i meccanismi studiati in laboratorio che li compongono, invalidano l'evoluzione, vedi l'esperimento di Lenski, o gli esperimenti sui moscerini della frutta che durano da circa 80 anni nei laboratori di tutto il mondo! I moscerini restano moscerini!

Hai scritto:

Questi tre livelli di scienza galileiana è una definizione tanto cara a Zichichi che però non ha influenzato o generato un concetto epistemologico di scienza. Zichichi può definire la scienza come vuole lui, e cioè solo ciò che è definibile tramite equazioni. Non c'e' problema nella definizione in sè... A questo punto ti chiedo cosa ne pensi della teoria della tettonica a zolle, che ancor meno supera i tre livelli cari a Zichichi. Dobbiamo ritenerla non-scienza?

Già ti ha risposto in parte mangog! Sono tue considerazioni e le rispetto! Faccio notare che Pasteur e Mendel grazie alle loro ricerche e sperimentazioni Galileiane sono i Padri della microbiologia e della genetica, che se non sbaglio l'evoluzionismo le usa per le "ipotetiche" prove delle mutazioni che dovrebbero fare evolvere un organismo in un altro organismo, senza riuscire a dimostrarlo sperimentalmente. Mentre ancora oggi, le leggi che hanno scoperto Pasteur e Mendel sono dimostrabili!

riguardo la tettonica a zolle, rimane comunque un ipotesi, anzi diverse ipotesi:

http://www.gmpe.it/tettonica/t16.html

Le ipotesi della tettonica a zolle però, fanno il "solletico" alle incredibili ipotesi della teoria evolutiva!

Hai scritto:

Mea culpa... intendo dire che il concetto di progenitore comune non era messo in discussione dal post di risposta di Badger, perchè non se ne stava parlando.

Per me non è un problema, anzi se una persona ammette di aver fatto una piccola "Gaffe", è segno di onestà intellettuale e di apertura mentale (io personalmente ammiro queste persone), questo fatto gli rende onore alla persona che riconosce di aver fatto una "Gaffe"! Tuttavia se qualcuno leggerà i commenti trarrà le proprie conclusioni! Lo ripeto per me è un'inezia, ho voluto solo fartelo notare!

Hai scritto:

Per quanto riguarda la tua insinuazione che io avrei cambiato idea sull'abiogenesi dopo aver letto il tuo link preferirei evitassi tali pretestuosità, non tanto per me che non conto nulla, quanto per non abbassare il livello della discussione. Che l'abiogenesi sia una teoria differente rispetto alla teoria dell'evoluzione è ben chiaro agli scienziati da abbastanza tempo: http://www.talkorigins.org/indexcc/CB/CB090.html (pagina creata nel 2003)


Secondo me invece la propaganda evoluzionista comincia invece proprio dalla "ipotetica" origine spontanea della vita, Ho letto però nel link che hai citato, che c'è scritto: - "Abiogenesis is a fact" - questi sono solo alcuni link dove si spiega l'impossibilità dell'origine spontanea della vita:

Impossibilità dell'abiogenesi:
http://www.trueorigin.org/abio.asp

Impossibilità dell'origine della vita spontanea:
http://www.trueorigin.org/originoflife.asp

E' possibile un origine spontanea della vita?:
http://www.answersingenesis.org/articles/ee/origin-of-life

Faq completo sull'abiogenesi:
http://www.answersingenesis.org/home/area/faq/origin.asp

Hai scritto:

Ti chiederei infine di spiegarmi, secondo te, perché l'idea di una comunità di progenitori sia incompatibile con il darwinismo perché io onestamente non riesco a capirlo.

Hai scelto la persona sbagliata!
Secondo me il progenitore comune non esiste, che sia uno o molti. Tutta la teoria evolutiva è incompatibile sia con l'origine della vita, e con tutta la diversità biologica che vediamo! Mi pare fosse stato lo stesso Darwin ad ipotizzare un singolo progenitore comune da cui deriverebbero tutte le specie!

Tuttavia dovresti fartelo spiegare dagli scienziati evoluzionisti che non sono d'accordo con l'ipotesi di più progenitori, ad esempio:

Per Patrick Forterre, dell’Istituto Pasteur di Parigi, l’idea della comunità è semplicemente incompatibile con il concetto di evoluzione: «Pensare a LUCA nei termini di una comunità significa eliminare il darwinismo dalle fasi iniziali dell’evoluzione».

D'altra parte se fossero molti progenitori le probabilità che si siano originati casualmente tutti spontaneamente nello stesso luogo, diventano astronomiche, è impossibile! Inoltre a peggiorare le cose è arrivato un modello matematico della supposta comunità dei geni, creato da Peter Antonelli e Solange Rutz dell’Università di Alberta, Edmonton, Canada. Secondo questo modello la comunità ipotizzata da Woese sarebbe instabile e destinata all’estinzione (Antonelli PL e coll., Nonlin. Analysis: Real World Appl 4, 743-753, 2003).

In entrambi i casi non riescono a definirlo, rimane un problema irrisolivibile:

http://www.creazionismo.org/articolo.asp?id=82

Hai scritto riguardo la metamorfosi della Bonella Viridis:

L'ambiente influenza lo sviluppo del fenotipo, ma sempre secondo lo schema definito dai geni. E' un meccanismo (sempre uguale) che è codificato nei geni. Se non lo fosse come potrebbe trasmettersi in maniera ereditaria secondo te?

Non è un meccanismo definito dai geni! I geni TUTTI UGUALI vengono modulati dagli ormoni!
I geni ereditati nelle uova fecondate, ovvero il Dna è identico in tutte le uova. Inoltre Il maschio e la femmina adulte, continueranno ad avere lo stesso Dna! Hai letto nei Link che ho postato che si tratta di una metamorfosi, è un meccanismo ormonico che viene causato da uno stimolo esterno, in questo caso, dall'anidride carbonica. Lo schema lo definiscono gli ormoni non i geni. Gli ormoni modulano e coordinano le espressioni dei geni. Ma i geni sono sempre TUTTI uguali nelle uova. E' un "CONTROLLO" ormonale, più o meno come avviene nella farfalla:

http://en.wikipedia.org/wiki/Metamorphosis

Si può paragonare i due embrioni con lo stesso identico Dna dei gemelli monozigoti, alle uova della Bonella Viridis anche esse TUTTE con lo stesso "identico" Dna. Solo che le uova a causa di un agente chimico esterno si diversificano in maschi e femmine. Sarebbe come dire che i gemelli monozigoti con lo stesso identico Dna, a causa di un agente chimico presente nel liquido amniotico, invece di nascere con lo stesso sesso (i gemelli monozigoti sono tutti dello stesso sesso) diventerebbero un maschio e una femmina. Non solo, ma paragonando i gemelli alla Bonella Viridis, una volta nati i gemelli monozigoti uno maschio e uno femmina, il maschio rimarrebbe grande quasi come un neonato, mentre la femmina diventerebbe grande come la Torre Eiffel a Parigi. Potresti spiegarmi come si sarebbe trasmesso in maniera ereditaria questo meccanismo, dato che il Dna è identico, i geni sono TUTTI uguali? Lo ripeto è un contorllo ormonico indipendente dai geni, poichè il Dna è identico in tutte le uova!

Hai scritto:
Sbaglio o questo link non parla dei casi in cui è presente sia la riproduzione sessuata che quella asessuata. Come può smentire il darwinismo se non considera neppure i casi conosciuti?

Sbagli! Parla proprio della riproduzione sessuata!

"Nel regno biologico succede che ci sono organismi dotati di apparati con una forma e delle funzioni perfettamente combacianti con la forma e le funzioni di apparati complementari di un altro organismo. L'esempio tipico è costituito dagli organi maschili e femminili della riproduzione nei mammiferi. Certo gli organi riproduttivi non costituiscono l'unica specie di complementarità che si può trovare nella coppia uomo-donna: questi esseri infatti si complementano in vari modi su tutti i piani esistenziali. E` innegabile che un esempio spettacolare di complementarità come questo evidenzia un progetto comune, del quale l'uomo e la donna sono due forme perfettamente complementari. L'esistenza nel campo biologico della complementarità è in relazione ad un concetto generale che si può chiamare "Complessità Specificata Complementare" (CSC)...

hai scritto:

Per la farfalla c'e' questo studio: Truman, J. W. and L. M. Riddiford, 1999. The origins of insect metamorphosis. Nature 401: 447-452.

Uno studio che non spiega nulla riguardo la presunta evoluzione della metamorfosi nelle farfalle:

Abstract:

Insect metamorphosis is a fascinating and highly successful biological adaptation, but there is much uncertainty as to how it evolved. Ancestral insect species did not undergo metamorphosis and there are still some existing species that lack metamorphosis or undergo only partial metamorphosis. Based on endocrine studies and morphological comparisons of the development of Insect species with and without metamorphosis, a novel hypothesis for the evolution of metamorphosis is proposed. Changes In the endocrinology of development are central to this hypothesis. The three stages of the ancestral insect species-pronymph, nymph and adult-are proposed to be equivalent to the larva, pupa and adult stages
of insects with complete metamorphosis. This proposal has general implications for insect developmental biology.

lo scrive anche all'inizio: - "Insect metamorphosis is a fascinating and highly successful biological adaptation, but there is much uncertainty as to how it evolved."

Lo mette in preventivo che non sanno come si sia evoluto. Nello studio si fanno solo "ipotesi" sui cambiamenti a livello endocrino, confrontandoli con diversi insetti e altri animali dove avviene una metamorfosi parziale o minima. Non come si sia "ipoteticamente" evoluto questo sistema!

Hai scritto:

Per la Bonella ammetto di non conoscere ancora una spiegazione evolutiva. Significa che la teoria è sbagliata secondo te?

Significa che con la teoria evolutiva non è possibile spiegare moltissime cose che avvengono sotto i nostri occhi!
Siccome parliamo di metamorfosi, dovrebbe dimostrare come si sono originati TUTTI gli insetti! Poi come si sarebbe originato il dimorfismo sessuale!

hai scritto:

E perchè non digitare direttamente "fenotipo" e scoprire cosa vuol dire? Invece di andare a prendere un sito dove si parla di una malattia e che ovviamente parla del fenotipo come espressione di una malattia genetica... Si parla di fenotipo a proposito di una malattia solo nel caso di malattie genetiche (come negli esempi che fai) per estensione, non di una malattia in generale.

Io avevo scritto: - l’insieme delle manifestazioni di una malattia si dice "fenotipo"

Poi tù avevi scitto questa frase: - "No. Il fenotipo è l'espressione fisica del genotipo di un essere vivente. Non c'entra con l'espressione di una malattia."

Adesso retifichi la tua affermazione dicendo che si parla di fenotipo solo nel caso di malattie genetiche!

Cosa significa nel contesto della frase che hai scritto: "Non c'entra con l'espressione di una malattia"?

Hai scritto:

Da quello che capisco io dal tuo intervento e dal link la parte ereditaria della malattia dipende appunto da una alterazione genetica. Non ho capito se il prione si eredita oppure no. Mi pare di capire di no.

Avevo scritto: - "I prioni dunque, sono gli agenti infettivi di malattie trasmissibili. Ma la loro capacita' non si ferma qui. Risultano infatti responsabili anche di malattie ereditarie!

Poi tù avevi risposto: - "Spero tu non stia facendo confusione tra trasmissione ereditaria e trasmissione di una malattia...
Che sappia io il prione si trasmette per contagio oppure tra madre e figlio (che è un caso speciale di contagio, e non tra padre e figlio, che lo classificherebbe come ereditario. Ma potrei sbagliarmi e se hai notizie e studi più approfonditi ne possiamo discutere.
"

Io poi ho replicato:

Il fenotipo si esprime nell'insieme delle manifestazioni di una malattia! Hai mai sentito parlare di mutazioni associate a vari fenotipi di encefalopatia spongiforme ereditaria, causata dai prioni?

http://www.neurologiacannizzaro.com/GERSTMANN-STR%C3%84USSLER-SCHEINKER1.htm

Purtroppo la scoperta del Premio Nobel (1997) Stanley Prusiner è che i prioni sono effettivamente responsabili di patologie trasmissibili od "ereditarie" dovute a cambiamenti di “conformazione proteica”...

http://www.euresis.org/emme/damiani.htm

L'alterazione genetica che si eredita, in sè non è dannosa, è la proteina prionica generata che causa la malattia! I prioni dunque sono effettivamente responsabili di patologie trasmissibili od "ereditarie", come postulato dal premio Nobel (1997) Stanley Prusiner.

Hai scritto riguardo i gemelli:

Eppure la loro struttura è identica, stesso sesso, stesso gruppo sanguigno. Ci sono però delle modifiche contingenti che dipendono dall'ambiente, sia durante la gravidanza, che nella vita. Ma queste modifiche sono appunto contingenti, non necessarie e non ereditarie. Le informazioni genetiche sono invece necessarie ed ereditarie. Una volta stabilite sono quelle, indipendentemente dalla contingenza.

Quel termine "Eppure" nell'insieme del discorso, dove parli di modifiche contingenti, appunto non ereditarie, conferma che ti sei risposto da solo negativamente, all'affermazione che hai fatto al post 1480:

ma in quale altro modo si può spiegare una variazione ereditaria del fenotipo se non attraverso una mutazione genetica? Quale altro meccanismo testimoniato può influenzare l'espressione fenotipica in questo modo?

Nei gemelli monozigoti il Dna è identico, ma per motivi che non dipendono dai geni (ereditari), possiedono delle differenze fenotipiche visibili nel viso e nel corpo, per non parlare del carattere e del comportamento!

Ho digitato fenotipo su Google:

Pertanto, per estensione, il termine fenotipo deve includere caratteristiche che possono essere rese visibili attraverso qualche procedura tecnica. Inoltre, estendendo ulteriormente questo concetto, vengono a far parte del fenotipo di un organismo anche qualità ereditabili più complesse, come ad esempio il suo sviluppo o il suo "comportamento":

http://it.wikipedia.org/wiki/Fenotipo

Hai scritto:

Quindi, senza tirare in ballo il genotipo e il fenotipo, di cui qui io non parlo, mi spieghi qual'e' il problema con l'eredità proteica?

Sinceramente non capisco, potresti essere più esplicito! Magari finalmente riusciamo a capirci!
_________________
In un qualche tempo avvenire, non molto lontano se misurando per secoli, è quasi certo che le razze umane incivilite STERMINERANNO e si sostituiranno in tutto il mondo alle razze selvagge - (Charles Darwin)
Inviato il: 4/12/2008 11:40
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  •  Celacanto
      Celacanto
Re: Darwin e l
#1545
Ho qualche dubbio
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Per Badger

Hai scritto:

Le testimonianze fossili sono utili per ricostruire i grandi passaggi evolutivi. Il passaggio evolutivo tra rettili e mammiferi è ben documentato da una buona serie di fossili. Essi ci raccontano a grande scala la transizione tra forme rettiliane e mammaliane, ma se avessimo la possibilità di osservarla a scala ridotta, vedremmo che è anch'essa costituita da tante piccole speciazioni... Le evidenze fossili, del resto, in diversi casi mostrano la gradualità dei fenomeni evolutivi a grande scala (per rimanere ai Rettili-Mammiferi: link).

Le speciazioni che "potrebbero" avvenire da una specie verso un'altra, rimanendo comunque nello stesso genere, non dimostrano assolutamente che continue speciazioni formano una macrocospica evoluzione. Nemmeno dai reperti fossili, anzi!

Fossili rettile mammiferi
http://www.trueorigin.org/therapsd.asp

Mammal-like reptiles: major trait reversals and discontinuities:
http://www.answersingenesis.org/tj/v15/i1/reptiles.asp

Inoltre ti riporto i risultati di vari studi sui resti fossili dei mammiferi che invalidano la tua affermazione, e in ultima analisi la teoria evolutiva rettili-mammiferi:

La rivista «Nature» ha pubblicato uno studio che, a rigor di termini, decreta la fine della teoria evoluzionista:

"Secondo la precedente «certezza scientifica», i mammiferi attuali si sarebbero evoluti e diversificati solo dopo l’estinzione di massa dei dinosauri che, avvenuta 65 milioni di anni fà, avrebbe lasciato loro lo spazio ecologico per fiorire e prosperare, differenziandosi per evoluzione nelle numerosissime forme oggi esistenti (4450 specie). In realtà, il nuovo studio ha stabilito senza ombra di dubbio che la maggior parte dei mammiferi oggi esistenti già esistevano «molto prima dell’estinzione dei dinosauri».

Fino a ieri si credeva che i pochi mammiferi coesistenti coi dinosauri fossero dei piccoli roditori notturni. Oggi, lo studio pudicamente ammette che praticamente tutti i mammiferi che conosciamo (tutti i placentati, dice) vissero «insieme» ai dinosauri, antichi quanto loro. Tutti significa tutti:

secondo lo studio, roditori, ungulati (come i bovidi) e anche primati - ossia, inequivocabilmente, scimmie - apparvero nel mondo tra i 100 e gli 85 milioni di anni fà... Oggi invece si è giunti alla conclusione che gli animali «più evoluti» sono antichi come i «più primitivi» e pascolavano insieme a loro
prima del Cretaceo. Non c’è stata dunque alcuna «evoluzione», né tantomeno alcuna «discendenza» da animali più primitivi a più evoluti.

Ciò che il nuovo studio ha constatato è il fenomeno ricorrente, già notato dai paleontologi più attenti (o onesti) dell’apparire delle forme di vita: una esplosione improvvisa, in cui tutta una quantità di specie compaiono tutte insieme, già «evolute» o senza apparente «storia evolutiva», e permangono immutate, finchè non intervengono estinzioni più o meno di massa che sfrondano la varietà originaria. Lo studio non lascia dubbi, anche per la sua vastità.
Non solo è stato condotto da una rete internazionale di studiosi che spazia dall’Università di Monaco (a cura di Olaf Bininda-Emonds) all’Imperial college di Londra (Andy Purvis), e che si è valsa della collaborazione di paleontologi, zoologi e biologi evolutivi di varie università dell’Australia, Canada e stati Uniti. Tali «diversificazioni», se mai, si notano 15 milioni di anni più tardi, quando i mammiferi paiono subire la stessa «esplosione» (apparire simultaneo di varietà o varianti) che già aveva portato alla comparsa di «tutti» gli invertebrati nella esplosione del Cambriano, e molti milioni di anni dopo alla «esplosione» dei dinosauri." Fonte:

http://www.identitaeuropea.org/archivio/articoli/blondet_darwinismo.html

Hai scritto:

Inoltre, oggi abbiamo maggiori conoscenze sulle modificazioni genetiche che rendono assolutamente plausibile l'emergenza di ampi mutamenti fenotipici in brevi periodi di tempo (esempio).

Sempre all'interno di una specie o di una sottospecie! I mutamenti fenotipici in brevi periodi sono visibili anche nell'essere umano! Basti pensare che gli olandesi superano gli americani e i britannici di una decina di cm, e dagli anni 1960 agli anni 2000 sono cresciuti di 15 cm, guadagnando quasi mezzo centimetro ogni anno.

Celebri sono, in Africa, i Watussi, che possono crescere fino a 2,10 m, assieme ai quasi altrettanto alti Maasai, che superano facilmente 1,80 m, mentre i Pigmei sono mediamente alti appena 1,50 m. In Asia, la penisola coreana risulta spezzata tra il Nord Corea, dove l'altezza media è di 1,63 m,
ed il Sud Corea che arriva al livello medio di 1,70 m. Il livello medio di un uomo di italiano è di circa 1,74 metri
attualmente. Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Statura

Hai scritto:

Non si può avere la spiegazione di tutti i singoli casi che citi, almeno non ancora. Nessuno sostiene che ogni passaggio evolutivo sia spiegato, altrimenti non si continuerebbe a fare ricerche. Ma il meccanismo individuato - ovviamente passibile di revisioni e modifiche (vedi quanto emerge dall'evo-devo) - è al momento l'unico valido. Avevo messo a disposizione, su questo argomento, un articolo sull'evoluzione dell'occhio; è utile leggerlo, così magari non sembrerà che non si abbiano spiegazioni per nulla. Lo compendio con l'allegato a questo post. Continuo poi a ripetere: quale altro meccanismo si può invocare per rendere conto del processo evolutivo? Se uno me lo fornisce e me lo spiega, prometto di tentare di capirlo.

Il meccanismo darwiniano non dimostra l'evoluzione:

Alcuni problemi biologici con la teoria della selezione
http://www.rae.org/natsel.html

L'evoluzione possiede un meccanismo?
http://www.iscid.org/papers/Dembski_DoesEvolution_050202.pdf

Riguardo la "ipotetica" evoluzione dell'occhio:

L'ipotetica evoluzione dell'occhio umano:
http://naturalselection.0catch.com/Files/humaneye.html

Occhio e biochimica:
http://www.discovery.org/scripts/viewDB/index.php?command=view&id=51

La retina dell'occhio:
http://www.trueorigin.org/retina.asp

Uno scandalo scientifico riguardo l'"ipotetica" evoluzione dell'occhio?
http://www.discovery.org/scripts/viewDB/index.php?command=view&id=1509

Hai scritto:

Buffa obiezione, che comprendo fino ad un certo punto. In natura, se interviene una modificazione letale per gli individui, beh, semplicemente la popolazione (o la specie, se la modificazione ambientale riguarda l'intero areale) si estingue! Cosa che è successa milioni di volte nella storia della vita. Il fatto è che i mutamenti ambientali non sono solo letali e, se anche sussiste una modificazione letale, gli organismi possono spostarsi: persino un paramecio rifugge da un ambiente ostile.

Buffa replica, che dimostra che la mia obiezione è azzeccata!
Se gli animali in una condizione estrema si estinguono, perchè in una condizione altamente restrittiva in natura un meccanismo di prova ed errore non esiste, e inoltre perfino il protozoo rifugge da un ambiente ostile; Dato che sono sufficienti micro adattamenti per adattarsi al nuovo habitat (vedi l'esempio che hai citato dell'insetto stecco);

Quando una specie si evolverebbe o avviene una macroevoluzione in un "habitat", considerando le tue affermazioni, estinzione e spostamento?

Nel link che hai citato della speciazione dell'insetto stecco, si parla di:

differenti forme sono riconoscibili in base alla colorazione del corpo, ciascuna perfettamente mimetizzata con la pianta su cui trascorre la propira vita. Questa divergenza di una singola dimensione della nicchia ecologica potrebbe non essere sufficiente alla completa speciazione: ecco quindi
che, come nel caso esaminato, possono intervenire ulterirori modificazioni fenotipiche, ad esempio di carattere fisiologico e comportamentale (come la detossificazione di specifiche sostanze prodotte dalla pianta e la scelta del
luogo di ovoposizione)

L'insetto stecco è rimasto un'insetto stecco, proprio come l'essere umano che resta sempre essere umano: "neri africani e nord-europei", solo che l'essere umano non depone le uova!


Hai scritto:

Il punto che a mio avviso sfugge spesso è che gli individui di una data popolazione NON sono tutti uguali. Le caratteristiche che potrebbero risultare utili in determinate condizioni ambientali possono essere GIA' presenti in alcuni individui della popolazione. Qualcuno, ad esempio, può avere delle caratteristiche che gli consentono di sfruttare meglio un habitat marginale alla popolazione (o leggermente diverso), e può dunque riprodursi e sopravvivere di più degli altri individui che possano provare a sfruttare quel medesimo habitat.

Come la resistenza agli antibiotici nel "pool genetico" dei batteri, che attraverso la "coniugazione" si scambiano Dna (plasmidi), formando poi una colonia di nuovi batteri resistenti ad uno o più antibiotici! I batteri però rimangono sempre batteri!

Hai scritto:

Importante sottolineare che l'insorgenza di una nuova caratteristica non è consequenziale alla modificazione dell'habitat, ma indipendente da essa. Inizialmente può essere del tutto ininfluente e mantenersi nella popolazione per puro effetto stocastico.

Dunque la mutazione non avviene per necessità o per adattamento!

Hai scritto:

Successivamente può succedere che gli individui portatori della novità siano favoriti qualora si trovino in un ambiente lievemente mutato, o si spostino in un ambiente un po' diverso, dove quella caratteristica determina un aumento di fitness. Oppure, come nel caso di E. coli, può essere che quella caratteristica consenta un diverso sfruttamento ed utilizzo dell'ambiente. Non so se sono riuscito a spiegarmi.

Esattamente come negli esseri umani (neri africani, pigmei, aborigeni australiani, nord-europei, Americani, asiatici) che hanno colonizzato praticamente tutta la terra, ma sono rimasti esseri umani! Ti sei spiegato benissimo, ma non dimostra assolutamente l'evoluzione di tutta la diversità
biologica che vediamo! spero che questo possa rendere più chiaro il concetto:

Perchè la selezione naturale non può progettare nulla
http://www.leaderu.com/offices/dembski/docs/NATSELEC.pdf

Hai scritto:

Quello che può commentare un professore di matematica non può certo mettere in discussione la teoria. Vorrei peraltro sapere su quali basi faccia questa asserzione (comproviamo ciò che si scrive). Dovremmo forse smettere di indagare perché questo professore dice che non è possibile? E' già stato dimostrato come si possa originare la materia organica da molecole inorganiche ed abbiamo un fertile filone di studio, con varie ipotesi plausibili, su come possano essersi formate le prime cellule (un altro riferimento). Inoltre, sempre per parlare di modelli probabilistici per il passaggio prebiotico-biotico, ne fornisco uno pure io, così siamo pari:

Probabilmente non avevi letto l'abstract:

"Life is that which replicates and evolves. The origin of life is also the origin of evolution"

Ma non avevi detto che l'origine della vita non c'entrava niente con l'evoluzione? - "la teoria evoluzionistica NON riguarda l'abiogenesi" post 1506!

Almeno si mettessero d'accordo gli scienziati evoluzionisti!

Comunque sono più di uno i modelli matematici che ritengono impossibile l'abiogenesi e l'evoluzione:

1) Un professore di matematica applicata e astronomia presso la University College (Cardiff, Galles), Chandra Wickramasinghe, commenta:

"La probabilità di una formazione spontanea della vita dalla materia inanimata è pari a 1 seguito da 40000 zeri..."

2) A peggiorare le cose è arrivato un modello matematico della supposta comunità dei geni, creato da Peter Antonelli e Solange Rutz dell’Università di Alberta, Edmonton, Canada. Secondo questo modello la comunità ipotizzata da Woese sarebbe instabile e destinata all’estinzione (Antonelli PL e coll., Nonlin. Analysis: Real World Appl 4, 743-753, 2003).

Questo studio riguarda la matematica e l`origine della vita
http://progettocosmo.altervista.org/index.php?option=content&task=view&id=94

Nello studio che hai citato:

Prevolutionary dynamics have selection and mutation, but no replication. Life marches in with the ability of replication: Polymers act as templates for their own reproduction. Prelife is a scaffold that builds life. Yet, there is competition between life and prelife. There is a phase transition: If the
effective replication rate exceeds a critical value, then life outcompetes prelife. Replication is not a prerequisite for selection, but instead, there can be selection for replication. Mutation leads to an error threshold between
life and prelife.

Tutto è già prestabilito secondo uno schema fatto dai matematici! sembrerebbe tutto facile con la matematica, ma la realtà è ben diversa, i biochimici e biologi molecolari lo sanno fin troppo bene!
Nella frase finale una mutazione conduce dalla pre-vita alla vita. Quante sono le probabilità che avvenga questa mutazione?

Non c’è nulla che riguarda la membrana cellulare, il metabolismo energetico:

ATP: l'energia per la cellula:
http://www.trueorigin.org/atp.asp

Si parla di polimeri "già pronti" per la riproduzione! Non mi sembra si parli di mitosi! Senza dividersi in due cellule attraverso un primordiale processo mitotico la cellula non solo non la si sarebbe potuta definire vivente, ma sarebbe stata destinata a "morire" dopo periodi variabili, ma non troppo lunghi. Non esistono infatti cellule che vivano per sempre, se non "rinnovandosi" attraverso la loro duplicazione. Ma se quella cellula era destinata a morire in breve tempo, come si sarebbe mai potuta evolvere in milioni di anni?

Non è realistico un modello matematico come quello, per molti motivi:

Funzioni biologiche e codice genetico sono interdipendenti
http://progettocosmo.altervista.org/index.php?option=content&task=view&id=78

Il problema della polimerizzazione:
http://www.answersingenesis.org/tj/v12/i3/polymerization.asp

Il problema della Chiralità chimica:
http://www.answersingenesis.org/tj/v12/i3/chirality.asp

l'origine della vita e il problema dell'organizzazione molecolare:
http://www.grisda.org/origins/04016.htm

La teoria del metabolismo della superficie
http://www.grisda.org/origins/16040.htm

Problemi con i sistemi biochimici:
http://www.discovery.org/scripts/viewDB/index.php?command=view&id=465

Abiogenesi evoluzione chimica?
http://origins.swau.edu/papers/life/chadwick/default.html

Hai scritto:

Anche i calcoli di probabilità delle mutazioni genetiche, che spesso sono stati fatti per dimostrare che la teoria evoluzionistica non regge, lasciano il tempo che trovano, perché si basano su una serie di assunti che in natura non sussistono; e rappresentano le mutazioni in modo non corrispondente al vero. Non si considera infatti che: 1)le mutazioni non intervengono soltanto in modo sequenziale e consecutivo; 2)le mutazioni occorrono all'interno di una popolazione di individui, ognuno diverso dall'altro; 3)le mutazioni coinvolgono un non precisato numero di geni; 4)le mutazioni non intervengono solo su geni codificanti, ma anche (se non soprattutto) su geni che controllano l'espressione di altri geni; e le interazioni tra geni sono lungi dall'essere comprese. Tutte queste variabili solitamente non sono considerate in questi modelli, e talune nemmeno è possibile includerle. Quindi questi calcoli sono piuttosto velleitari (esempio).

Tutte ipotesi che non dimostrano l'evoluzione, anzi proprio la complessità del Dna unito al suo sistema di riparazione, invalidano, l'ipotesi che il motore dell'evoluzione sarebbero le mutazioni:

Cito per esteso Robert Shapiro genetista evoluzionista:

“la nostra conoscenza dei dettagli dell’organizzazione delle molecole” nei viventi “sta attraversando una espansione rivoluzionaria, le cui implicazioni non vengono apertamente discusse”, proprio per “non dover considerare la possibilità di una teoria scientifica dell’evoluzione non-darwiniana”.

il DNA dispone “di livelli multipli di meccanismi di autocorrezione per riconoscere e rimuovere gli errori che inevitabilmente avvengono durante la replicazione del DNA”. Shapiro parla di proofreading mechanismus, apparati di “correzione tipografica” molto simili ai programmi di correzione-software dei sistemi di scrittura computerizzati: e difatti “la rivoluzione molecolare ha rivelato un imprevisto campo di complessità e interazioni nel DNA, più
simile alla tecnologia computeristica che al meccanicismo che dominava le menti quando fu formulata la moderna sintesi darwiniana” Tra questi sistemi di “correzione delle bozze” di cui è dotato il DNA, che penso suoneranno una sorpresa per i lettori come per chi scrive, alcuni – continua Shapiro –
“comparano i caratteri parentali del DNA con quelli appena sintetizzati”, e distinguono le variazioni “sì da operare efficacemente per rettificare, piuttosto che fissare, ciò che risulta da accidentali incorporazioni del nucleotide sbagliato”. Altri programmi scorrono e analizzano (Shapiro
usa il termine scanning, ben noto per certe routine del computer), “le porzioni non replicanti del DNA alla ricerca di cambiamenti chimici che porterebbero a mis-codificazioni, e rimuovono i nucleotidi modificati. Altri ancora sorvegliano le riserve di precursori e rimuovono i contaminanti
potenzialmente mutageni”. Insomma: il DNA si difende attivamente da tutte quelle casuali accidentalità e danneggiamenti impercettibili (non esclusi “agenti alchilanti e raggi ultravioletti”, che gli evoluzionisti considerano tipici deus ex machina delle mutazioni genetiche) su cui
l’evoluzionismo fonda praticamente le sue ipotesi di evoluzione.

il DNA è stabilissimo, proprio perché non è una “cosa” inerte, “Non è una vittima passiva delle forze casuali della chimica e della fisica”. La visione del genoma come “una serie di perline infilzate in un filo, che dominava la
genetica negli anni ’40 e ‘50” è da tempo scaduta, annuncia Shapiro ai darwinisti. “Allora i geni erano presi come unità corrispondenti a specifici tratti dell’organismo, e l’ipotesi un gene un enzima ci assicurava che il compito essenziale di ciascun gene era di codificare una specifica molecola
proteica a un dato fenotipo”. Non è più così. Oggi “ogni gene” si è rivelato essere composto da “un assemblaggio modulare di motivi regolativi e codificativi. La maggior parte di questi motivi sono condivisi da vari geni, inducendo a pensare che i genomi sono costituiti come con mattoncini di
Lego (genomes are assembled Lego-like) da un repertorio di elementi più basilari, di cui molti non codificano proteine, ma inducono altre importanti funzioni: trascrizione, traduzione, fabbricazione del RNA, replicazione del DNA, condensazione della cromatina e così via”.

Non basta. “Quando analizziamo la replicazione del menoma durante la proliferazione cellulare e lo sviluppo multicellulare, vediamo che i diversi loci genetici sono organizzati gerarchicamente in reti interconnesse che
funzionano dinamicamente. Non confinati ad un singolo tracciato, molto geni sono attivi in tempi differenti, partecipano all’espressione di più di un tratto fenotipico. Il confronto di genomi di organismi differenti hanno rivelato tratti di inattesa conservazione evolutiva fra vaste distanze
tassonomiche [come dire: nella zanzara e nella balena, certi “loci” del DNA sono uguali, nonostante la distanza evolutiva che si presume separare i due viventi] mentre genomi vicinissimi [scimpanzé e uomo, per esempio] spesso
differiscono in modo significativo nella disposizione degli elementi ripetitivi di DNA che non codificano proteine” Ancor di più. S’è scoperto che la cellula ha una capacità autonoma di “ingegneria genetica naturale”, per cui “taglia e divide e ricongiunge le molecole di DNA per ricostruirle in nuove sequenze”; in ciò guidata da “reti computanti molecolari che elaborano informazioni sui processi interni e sull’ambiente esterno”, che “si possono caratterizzare come reti rivelanti proprietà biologicamente utili di intelligenza
e decisionali”.

Dunque non solo il DNA si auto-protegge, ma si auto-riorganizza. Conclusione di Shapiro:

“La nostra attuale conoscenza del cambiamento genetico è fondamentalmente divergente dai postulati neo-darwiniani. Dal menoma costante, soggetto solo a mutazioni localizzate e accidentali, siamo passati al genoma fluido, soggetto a riorganizzazioni episodiche, massicce e non causali, capaci di produrre nuove architetture funzionali. Tuttavia, i
neo-darwinisti continuano a ignorare o a banalizzare le nuove conoscenze, e insistono nel gradualismo come sola via della mutazione evolutiva”. Ma “mutazioni accidentali localizzate, selezioni operate un gene alla volta e modifiche graduali di funzioni individuali non possono spiegare in modo
soddisfacente come tanta complessità, modularità e integrazione sia sorte e modificata nel DNA durante la storia della vita sulla terra. Ci sono semplicemente troppi potenziali gradi di libertà per la variabilità casuale e
troppe interconnessioni di cui dare conto. Per quanto lungi sia il tempo che si assume per questi cambiamenti”.Siccome farei pubblicità a un libro, non cito la fonte, ma se interessa lo cito volentieri!

Ecco degli studi sulle mutazioni del Dna:

La stima sulle mutazioni del Dna:
http://naturalselection.0catch.com/Files/dnamutationrates.htm

Il limite biochimico nell'evoluzione
http://www.cs.unc.edu/~plaisted/ce/mutation.html

Il deterioramento del genoma umano
http://www.trueorigin.org/mutations01.asp

Hai scritto:

1)Perché l'adattamento non è mai perfetto (riferimento) ed esistono sempre nuovi modi per sfruttare un determinato habitat. (Come si fa a dire che i batteri 3 miliardi di anni fa erano già adattati a tutto? Su quali basi e a quale scala di indagine puoi affermare che un certo habitat è statico?). 2)Perché gli organismi generano in continuazione nuove mutazioni, che possono accumularsi ed eventualmente fornire nuove capacità, in modo più o meno graduale e del tutto imprevedibile a priori. 3)Perché sussistono continue modificazioni ambientali che determinano nuove nicchie ecologiche dove eventuali novità evolutive possono fornire un aumento di fitness. Alla fine, la darwiniana “tendenza a variare” di una specie - anche alla luce delle nuove scoperte dell'evo-devo - è più corretta di quanto si pensi.

Ti rispondo dicendoti che l'essere umano vive quasi su tutta la faccia della terra, ma l'essere umano nella sua diversità tra i vari tipi di persone, nonostante i diversi ambienti o "habitat" o nicchie ecologiche in cui vive, è sempre un'essere umano! Il primo Link sono proprio in risposta al
riferimento che hai citato di talkorigins:

A Critique of Douglas Theobald’s “29 Evidences for Macroevolution Parte 3:
http://www.trueorigin.org/theobald1d.asp

Mutazioni e selezione genetica
http://www.storialibera.it/controevoluzione/genetica_e_biochimica_05.php

Hai scritto:

Fra l'altro, sulla validità del meccanismo darwiniano anche a livello puramente biochimico, credo sia illuminante questo studio.

Immagino che avevi letto l'articolo dove mi hai indirizzato!

Ecco i punti interessanti:

"Prendete alcuni RNA catalitici (o ribozimi), molecole in grado di accelerare le reazioni chimiche all'interno delle cellule (Faccio notare "all'interno di cellule già esistenti"), Aggiungete i substrati della reazione da svolgere e dei promoter, Infine, riducete gradualmente le concentrazioni di substrati e promoter"

Io questo lo chiamo progetto intelligente fatto dall'uomo!

Anche questo studio è illuminante a livello biochimico:

l'evoluzione non può produrre informazione:
http://progettocosmo.altervista.org/index.php?option=content&task=view&id=96

e anche questi:

La complessità nella biochimica
http://www.discovery.org/scripts/viewDB/index.php?command=view&id=465

l'origine della vita e il problema dell'organizzazione molecolare:
http://www.grisda.org/origins/04016.htm

Hai scritto:

L'evoluzionismo è scienza, il creazionismo no. Il “galileiana” lasciamolo perdere, ti ha già risposto Fealoro in proposito. La biologia evoluzionistica non è come la matematica.

Il creazionismo non è scienza e nemmeno l'evoluzionismo!

Hanno voluto attribuire alla teoria dell'evouzione, una patente di scientificità a una ipotesi formulata 150 anni fà che è stata più volte modificata!

La scienza Galileiana, è il miglior metodo scientifico riproducibile sperimentalmente perchè una ipotesi venga dimostrata! Altrimenti ognuno può formulare qualsiasi ipotesi senza che venga mai dimostrata!

Nelle scienze l'evoluzionismo non è necessario:
http://www.trueorigin.org/biologymyth.asp

I dottori non studiano l'evoluzione
http://progettocosmo.altervista.org/index.php?option=content&task=view&id=115

Il Darwinismo è indispensabile alla genetica?
http://progettocosmo.altervista.org/index.php?option=content&task=view&id=110

Hai scritto:

L'evoluzione non è riproducibile in laboratorio, però la teoria genera previsioni verificabili in modo diretto ed indiretto, dunque è scientifica.

Ad esempio?

Questi sono 5 link che "confutano" proprio le 29 "ipotetiche" evidenze per la macroevoluzione e la sua prevedibilità del sito talkorigins:

A Critique of Douglas Theobald’s “29 Evidences for Macroevolution Parte 1:
http://www.trueorigin.org/theobald1b.asp

A Critique of Douglas Theobald’s “29 Evidences for Macroevolution Parte 2:
http://www.trueorigin.org/theobald1c.asp

A Critique of Douglas Theobald’s “29 Evidences for Macroevolution Parte 3:
http://www.trueorigin.org/theobald1d.asp

A Critique of Douglas Theobald’s “29 Evidences for Macroevolution Parte 4: (anche funzioni molecolari)
http://www.trueorigin.org/theobald1e.asp

A Critique of Douglas Theobald’s “29 Evidences for Macroevolution Parte 5:
http://www.trueorigin.org/theobald1f.asp

Hai scritto:

Che ci siano ancora controversie e punti oscuri nell'evoluzionismo è indubbio, ma questo è soltanto stimolo a proseguire le ricerche, non a buttare a mare tutto, visto che invece sono numerose le prove a favore della teoria, come si può facilmente constatare. Criticare una teoria è sempre auspicabile, e l'evoluzionismo è in continua verifica; ma la teoria va criticata in modo scientifico, non tirando in ballo ipotesi non scientifiche. Le “resistenze”, poi, ci sono sempre state, ma alla fine – il bello della scienza – le ipotesi non valide finiscono nel cestino. Se un giorno verranno fuori elementi tali per cui la teoria evoluzionistica dovrà essere modificata totalmente, bene, nessun problema. Fino ad allora, però, si lavora con questa teoria.

La teoria evolutiva non "muore mai" è una tautologia!

E' sempre vera a prescindere, nonostante venga continuamente messa in discussione! Tra poco sapremo come quel gruppo di super cervelloni che si sono riuniti in Luglio, modificheranno la teoria. Aggiungo che con la ginnastica mentale non si dimostra che la teoria dell'evoluzione è vera!
Lo ripeto è una tautologia, deve andare bene per forza, è irrilevante che non si riesca a dimostrarla con il rigore scientifico, e che venga continuamente criticata e modificata!

Questo commento del famoso biologo evoluzionista tedesco Hoimar Von Dithfurt è illuminante:

La probabilità della formazione di una sequenza di citocroma-C è probabilmente pari a zero. Ovverosia, se la vita richiede una certa sequenza, si potrebbe dire che questa ha la probabilità di realizzarsi verosimilmente una sola volta nell'intero universo. Diversamente, alcuni poteri metafisici al di là della nostra definizione sarebbero dovuti
intervenire nella sua formazione. Accettare quest'ultima proposizione non è tuttavia appropriato agli scopi della scienza. Noi dobbiamo, dunque, prendere in esame la prima ipotesi.

Questo scienziato reputa "più scientifico" accettare una possibilità "probabilmente pari a zero" piuttosto che la creazione. Comunque, secondo i metodi della scienza, se esistono due spiegazioni alternative riguardo ad un evento e se una di esse ha una possibilità di realizzazione
"probabilmente pari a zero", allora l'altra deve essere considerata quella corretta.

La teoria evolutiva in ogni caso deve sempre escludere a priori un Creatore. Se ci fosse una spiegazione scientifica e logica, per l'esclusione di un Creatore, potrei anche prenderla in considerazione!
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In un qualche tempo avvenire, non molto lontano se misurando per secoli, è quasi certo che le razze umane incivilite STERMINERANNO e si sostituiranno in tutto il mondo alle razze selvagge - (Charles Darwin)
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  •  Celacanto
      Celacanto
Re: Darwin e l
#1546
Ho qualche dubbio
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Per mangog e Badger!

Faccio una breve digressione sui fasmidi!

Quando Giuseppe Sermonti ha scritto nel suo libro che i protofasmidi risalivano ad un'epoca molto antecedente alle angiosperme, è perchè affettivamente i fossili che venivano classificati come protofasmidi risalivano veramente a 250 milioni di anni. Quindi un centinaio di milioni di anni prima
delle angiosperme. Però gli entomologi "successivamente" hanno escluso i Protofasmidi dalla filogenia dei fasmidi, mentre per i Cresmodidi (150 milioni di anni fà) gli entomologi non sono ancora certi che siano gli antenati dei
fasmidi. Penso che si possa scusare a Sermonti questo errore causato dalla riclassificazione dei protofasmidi da parte degli entomologi! Tuttavia sui fasmidi e sull'origine degli insetti, gli entomologi di solito preferiscono glissare!

Riporto uno studio che è molto interessante che riguarda gli insetti di - C. Labandeira e J. Sepkoski, Insect diversity in the fossil record, Science, Vol 261, Issue 5119, 310-315, 18 July 1993

Questo è l'abstract:

Insects possess a surprisingly extensive fossil record. Compilation of the geochronologic ranges of insect families demonstrates that their diversity exceeds that of preserved vertebrate tetrapods through 91 percent of their evolutionary history. The great diversity of insects was achieved not by high origination rates but rather by low extinction rates comparable to the low rates of slowly evolving marine invertebrate groups. The great radiation of modern insects began 245 million years ago and was not accelerated by the expansion of angiosperms during the Cretaceous period. The basic trophic machinery of insects was in place nearly 100
million years before angiosperms appeared in the fossil record.

http://www.sciencemag.org/cgi/content/abstract/261/5119/310

L'origine degli insetti è un mistero!

Come se non bastasse presentano una grandissima varietà di forme e di funzioni degli apparati boccali, sebbene quest'organo sia sempre quadruplo e constituito sempre dalle stesse parti: il labbro superiore, le mandibole, le mascelle, e il labbro inferiore tra cui talvolta si insinua una prominente faringe. Queste varie parti poi si diversificano nei vari insetti in funzione del tipo di alimentazione. Negli insetti masticatori (cavallette scarabei, scarafaggi) le mascelle e il labbro inferiore sono pinze robuste. Nelle mosche predomina il labbro inferiore, ornato da labelli, adatto a succhiare e talvolta indurito per penetrare. Nelle api i lobi mascellari e labiali sono allungati e prominenti a forma di spatola per lambire il nettare. Nelle lepidotteri adulti (farfalle) i lobi si allungano e si uniscono a formare la spiritromba (una proboscide arrotolata) che si allunga e permette di aspirare il nettare dei fiori. Nelle cimici delle piante le mascelle sono modificate in quattro stilettie ospitate sul labbro inferiore divenuto un rostro allungato che funge da fodero ai pugnali. Dallo studio dei fossili di 1263 famiglie di insetti ci si aspettava una loro diversificazione dopo l'espansione delle piante fiorite alle quali poi gli insetti si sarebbero dovuti adattare modificando le loro strutture. Ma le piante da fiori sono comparse 125 milioni di anni fà, mentre "la grande diversificazione dei moderni insetti" risale a 225 milioni di anni fà e non fù accelerata dall'espansione delle angiosperme durante il Cretaceo. Gli apparati nutrizionali fondamentali degli insetti erano già funzionanti circa 100 milioni di anni prima che le angiosperme comparissero nei reperti fossili".

L'84% delle famiglie d'insetti c'erano già da milioni di anni prima che i primi fiori sbocciassero. I suddetti studi sui fossili hanno confermato che dal 65%
all' 88% delle 34 classi fondamentali di apparato boccale erano gia' presenti prima della comparsa delle piante da fiori. Dopo la comparsa delle angiosperme le modifiche del meccanismo con cui gli insetti si nutrono sono state minime. Nell' 85 per cento dei casi i vari tipi di apparato boccale
si erano gia' formati prima della comparsa delle angiosperme. In pratica, il meccanismo base per mangiare degli insetti era cosi' com'era 100 milioni di anni prima che le piante con fiori comparissero sulla faccia della Terra.

Saluti!
_________________
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Inviato il: 4/12/2008 12:19
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  •  Badger
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Re: Darwin e l
#1547
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Citazione:
Celacanto ha scritto:
Inoltre ti riporto i risultati di vari studi sui resti fossili dei mammiferi che invalidano la tua affermazione, e in ultima analisi la teoria evolutiva rettili-mammiferi:
La rivista «Nature» ha pubblicato uno studio che, a rigor di termini, decreta la fine della teoria evoluzionista:

"Secondo la precedente «certezza scientifica», i mammiferi attuali si sarebbero evoluti e diversificati solo dopo l’estinzione di massa dei dinosauri che, avvenuta 65 milioni di anni fà, avrebbe lasciato loro lo spazio ecologico per fiorire e prosperare, differenziandosi per evoluzione nelle numerosissime forme oggi esistenti (4450 specie). In realtà, il nuovo studio ha stabilito senza ombra di dubbio che la maggior parte dei mammiferi oggi esistenti già esistevano «molto prima dell’estinzione dei dinosauri».
Fino a ieri si credeva che i pochi mammiferi coesistenti coi dinosauri fossero dei piccoli roditori notturni. Oggi, lo studio pudicamente ammette che praticamente tutti i mammiferi che conosciamo (tutti i placentati, dice) vissero «insieme» ai dinosauri, antichi quanto loro. Tutti significa tutti: (...)

Al solito, si leggono i risultati di studi scientifici in modo da adattarli alla propria visione, quando invece tali studi dicono tutt'altro. Lo dimostro qui di seguito.
Recentemente è stato pubblicato un lavoro sulla “cronologia” della radiazione dei Mammiferi moderni; qui il riepilogo in italiano.
Ne è stata tratta la seguente ricostruzione (scommetto scritta da Blondet), che anche tu Celacanto hai ripreso:

Citazione:
Celacanto ha scritto:
secondo lo studio, roditori, ungulati (come i bovidi) e anche primati - ossia, inequivocabilmente, scimmie - apparvero nel mondo tra i 100 e gli 85 milioni di anni fà... Oggi invece si è giunti alla conclusione che gli animali «più evoluti» sono antichi come i «più primitivi» e pascolavano insieme a loro
prima del Cretaceo. Non c’è stata dunque alcuna «evoluzione», né tantomeno alcuna «discendenza» da animali più primitivi a più evoluti.
Ciò che il nuovo studio ha constatato è il fenomeno ricorrente, già notato dai paleontologi più attenti (o onesti) dell’apparire delle forme di vita: una esplosione improvvisa, in cui tutta una quantità di specie compaiono tutte insieme, già «evolute» o senza apparente «storia evolutiva», e permangono immutate, finchè non intervengono estinzioni più o meno di massa che sfrondano la varietà originaria. Lo studio non lascia dubbi, anche per la sua vastità.
Non solo è stato condotto da una rete internazionale di studiosi che spazia dall’Università di Monaco (a cura di Olaf Bininda-Emonds) all’Imperial college di Londra (Andy Purvis), e che si è valsa della collaborazione di paleontologi, zoologi e biologi evolutivi di varie università dell’Australia, Canada e stati Uniti. Tali «diversificazioni», se mai, si notano 15 milioni di anni più tardi, quando i mammiferi paiono subire la stessa «esplosione» (apparire simultaneo di varietà o varianti) che già aveva portato alla comparsa di «tutti» gli invertebrati nella esplosione del Cambriano, e molti milioni di anni dopo alla «esplosione» dei dinosauri."

Che è un totale travisamento.
La ricerca, in base ad un'analisi di biologia molecolare, conclude che la radiazione evolutiva dei mammiferi dovrebbe essere retrodatata almeno oltre i 140 milioni di anni fa. Attenzione: NON si parla di origine dei Mammiferi, ma della loro radiazione evolutiva, cioè la diversificazione in varie specie. Si era sempre ipotizzato che la radiazione dei Mammiferi fosse avvenuta successivamente l'estinzione di moltissime specie di rettili, facilitata dal fatto che questi ultimi avevano lasciato vacanti molte nicchie ecologiche che i mammiferi potevano occupare. Sembra invece che proprio così non sia, del resto era un'ipotesi, ma – scientificamente – secondo questo studio parrebbe non reggere. Tuttavia la questione resta aperta, dato che altri studi portano a risultati diversi (riferimento). Ad ogni modo, il punto fondamentale è che il lavoro non dimostra l'assenza di evoluzione, perché non dice che i Mammiferi non hanno avuto origine dai rettili! Lo studio tratta di quando ci sia stata l'esplosione evolutiva dei Mammiferi e dice che andrebbe retrodatata. Del resto, i rettili Terapsidi che hanno originato i Mammiferi esistevano già da parecchio tempo prima la radiazione dei Mammiferi, anche se questa fosse retrodatata a 140 milioni di anni fa: i primi rettili fossili con caratteristiche “intermedie” di tipo mammaliano risalgono al Triassico (240 milioni di anni fa, circa); i più antichi fossili di “proto-mammiferi” risalgono al Giurassico, oltre 200 milioni di anni fa; il primo monotremo fossile certo risale a 135 milioni di anni fa (riferimento). Quindi, i Mammiferi hanno avuto comunque il tempo per evolversi. Il punto è quando ha avuto luogo la grande diversificazione e diffusione degli ordini moderni di Mammiferi e quanto sia stata veloce. Neanche l'evoluzione all'interno della Classe dei Mammiferi è messa in discussione da questo studio; del resto, conosciamo svariati reperti fossili di tante forme estinte collegabili a quelle moderne.
Se leggete almeno l'abstract dell'articolo, vedrete queste chiare parole: “Our results (...) challenge the hypothesis that the end-Cretaceous mass extinction event had a major, direct influence on the diversification of today's mammals.” Vuol dire che lo studio mette in discussione l'ipotesi attuale sul ruolo dell'estinzione dei grandi rettili nella radiazione evolutiva dei mammiferi, ma non mette certo in discussione la teoria evoluzionistica!
Si dimostra, invece (e qui dici bene), una volta di più, che anche per i Mammiferi l'evoluzione è proceduta con eventi di rapide radiazioni evolutive (numerosi e rapidi eventi speciativi), che è l'ipotesi centrale della teoria degli equilibri punteggiati.

Questo è un esempio lampante di come i siti creazionistici stravolgono i risultati di ricerche serie. Se si continua a dare retta a questa roba, non si verrà mai a capo di nulla.
Inviato il: 4/12/2008 16:25
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  •  fealoro
      fealoro
Re: Darwin e l
#1548
Mi sento vacillare
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Ciao Celacanto

Citazione:
Potresti portare degli studi sulle "ipotesi" della teoria evolutiva, ma non che la dimostri! La risposta viene spontanea: Per quale motivo facevano gli esperimenti sui batteri di E.Coli? proprio i meccanismi studiati in laboratorio che li compongono, invalidano l'evoluzione, vedi l'esperimento di Lenski, o gli esperimenti sui moscerini della frutta che durano da circa 80 anni nei laboratori di tutto il mondo! I moscerini restano moscerini!

La dimostrazione di una teoria si basa sulla dimostrazione delle ipotesi da cui parte e poi sulla verifica sperimentale delle previsioni che fa. Ma nessun esperimento può dimostrare l'evoluzione di "TUTTA" la diversità biologica (come chiedevi tu), a meno di non accettare le dimostrazioni dei singoli meccanismi e poi dedurre il quadro completo. Esattamente come non esiste una dimostrazione sperimentale di tutto lo sviluppo del feto, ma sono i chiari i meccanismi fondamentali. L'esperimento sui batteri mostra che in situazione di pressione selettiva emerge un tratto nuovo ereditario non presente precedentemente, come previsto dalla teoria.
Citazione:
Faccio notare che Pasteur e Mendel grazie alle loro ricerche e sperimentazioni Galileiane sono i Padri della microbiologia e della genetica, che se non sbaglio l'evoluzionismo le usa per le "ipotetiche" prove delle mutazioni che dovrebbero fare evolvere un organismo in un altro organismo, senza riuscire a dimostrarlo sperimentalmente. Mentre ancora oggi, le leggi che hanno scoperto Pasteur e Mendel sono dimostrabili!

Infatti si chiamano leggi, la teoria è una sistemizzazione ben più complessa di una legge sperimentale. La genetica è una teoria molto più complessa delle semplici leggi sperimentali dell'ereditarietà dei caratteri di Mendel.
Ripeto che limitare la scienza alle sole leggi sperimentali non ci avrebbe permesso di capire molto della natura, tanto è vero che le definizioni epistemologiche di scienza vanno ben oltre quello che ha scritto Zichichi.
Citazione:
Le ipotesi della tettonica a zolle però, fanno il "solletico" alle incredibili ipotesi della teoria evolutiva!

Forse tu intendi le tesi delle due teorie (le ipotesi di una teoria sono i concetti su cui si basano). Il fatto che possano sembrare credibili o meno non ne inficia la scientificità. Le teorie scientifiche non si basano sulla loro presunta 'credibilità', altrimenti la meccanica quantistica non dovremmo neppure considerarla.

Citazione:
Secondo me invece la propaganda evoluzionista comincia invece proprio dalla "ipotetica" origine spontanea della vita, Ho letto però nel link che hai citato, che c'è scritto: - "Abiogenesis is a fact" - questi sono solo alcuni link dove si spiega l'impossibilità dell'origine spontanea della vita:


Non voglio discutere l'affermazione che fanno "abiogenesis is a fact" che merita tutta una discussione sul significato di fatto in senso scientifico. Volevo solo farti notare che per qualunque scienziato la teoria dell'evoluzione è indipendente dall'abiogenesi ("The theory of evolution applies as long as life exists. How that life came to exist is not relevant to evolution"). Sui link che spiegano l'impossibilità non discuto perchè volendo ce ne sono altrettanti che spiegano la possibilità dello sviluppo della vita. Se vogliamo discutere della supposta impossibilità dell'abiogenesi proposta da quei link propongo di farlo su un thread a parte, non essndo, come ripeto, una prova a favore o contro l'evoluzione.

Citazione:
Hai scelto la persona sbagliata!
Secondo me il progenitore comune non esiste, che sia uno o molti. Tutta la teoria evolutiva è incompatibile sia con l'origine della vita, e con tutta la diversità biologica che vediamo! Mi pare fosse stato lo stesso Darwin ad ipotizzare un singolo progenitore comune da cui deriverebbero tutte le specie!

Tuttavia dovresti fartelo spiegare dagli scienziati evoluzionisti che non sono d'accordo con l'ipotesi di più progenitori, ad esempio:


Per quello che ne so quelle frasi potrebbero essere sbagliate o estrapolate dal loro contesto. Pensavo che avendole tu citate avessi per lo meno controllato la loro origine. Ammetto che non sia una cosa facile, ma visto che stiamo parlando di quanto sono poco affidabili gli scienziati evoluzionisti vorrei almeno una spiegazione a grandi linee sul perché una comunità di progenitori è in contrapposizione con la teoria dell'evoluzione. Se conosci la teoria potresti mostrarmi un aspetto che io finora non ho compreso.

Citazione:
Potresti spiegarmi come si sarebbe trasmesso in maniera ereditaria questo meccanismo, dato che il Dna è identico, i geni sono TUTTI uguali? Lo ripeto è un contorllo ormonico indipendente dai geni, poichè il Dna è identico in tutte le uova!

Ma io la vedo in maniera molto più semplice. Il codice genetico contiene le istruzioni per le risposte che il sistema vivente deve dare. Cioè, scritto in maniera brutale, nei geni vi sono le informazioni per costruire un sistema e una struttura che risponde ad uno stimolo ormonale in un modo piuttosto che in un altro. Cioè lo stimolo è sicuramente ormonale, ma l'informazione di come deve avvenire la metamorfosi è contenuta già nei geni. I geni infatti danno le informazioni per la struttura proteica, che costituiscono delle cellule che rispondono agli stimoli ormonali sempre secondo lo schema di metamorfosi.
Se ritieni che ciò non sia vero apriamo un altro thread in cui discutiamo di genetica. Ma non pretendere di attaccare l'evoluzione dicendo che è la genetica ad essere fallata.

Citazione:
Sbagli! Parla proprio della riproduzione sessuata!


Rileggi quello che ho scritto, ho l'impressione che tu abbia un po' sorvolato sulle mie affermazioni. Io ho chiesto come mai non si parla del caso in cui siano presenti nello stesso essere SIA riproduzione sessuata CHE riproduzione asessuata. Nello stesso essere vivente.

Citazione:
lo scrive anche all'inizio: - "Insect metamorphosis is a fascinating and highly successful biological adaptation, but there is much uncertainty as to how it evolved."

Lo mette in preventivo che non sanno come si sia evoluto. Nello studio si fanno solo "ipotesi" sui cambiamenti a livello endocrino, confrontandoli con diversi insetti e altri animali dove avviene una metamorfosi parziale o minima. Non come si sia "ipoteticamente" evoluto questo sistema!


Nessuno nega l'incertezza, ma lo studio è stato fatto. E i cambiamenti a livello endocrino servono proprio per mostrare una ipotesi dell'evoluzione della metamorfosi. Lo scrive proprio qui: "Based on endocrine studies and morphological comparisons of the development of insect species with and without metamorphosis, a novel hypothesis for the evolution of metamorphosis is proposed."

Citazione:
Significa che con la teoria evolutiva non è possibile spiegare moltissime cose che avvengono sotto i nostri occhi!
Siccome parliamo di metamorfosi, dovrebbe dimostrare come si sono originati TUTTI gli insetti! Poi come si sarebbe originato il dimorfismo sessuale!


Eh no! Il fatto che ancora non si sappia come si è evoluta non significa che non lo si può sapere. La natura non è mica un libro che apri e ti da subito le risposte! E poi non ha bisogno di DIMOSTRARE come si sono originati gli insetti, casomai di MOSTRARE come possono essersi evoluti. Ma come ho già detto, fare studi per mostrare l'evoluzione di TUTTI gli esseri viventi non è umanamente possibile ne utile.

Citazione:
Io avevo scritto: - l’insieme delle manifestazioni di una malattia si dice "fenotipo"

Poi tù avevi scitto questa frase: - "No. Il fenotipo è l'espressione fisica del genotipo di un essere vivente. Non c'entra con l'espressione di una malattia."

Adesso retifichi la tua affermazione dicendo che si parla di fenotipo solo nel caso di malattie genetiche!


Per forza. Se parliamo di malattie genetiche significa che il genotipo è stato in qualche modo modificato, ma la sua espressione continua ad essere chiamata fenotipo.
Ma questo, perdonami, è ben diverso da dire che 'il fenotipo è l'insieme delle manifestazioni di una malattia', che è una definizione sbagliata.

Citazione:
L'alterazione genetica che si eredita, in sè non è dannosa, è la proteina prionica generata che causa la malattia! I prioni dunque sono effettivamente responsabili di patologie trasmissibili od "ereditarie"

Io la leggo in maniera differente, scusa. L'alterazione genica è ereditaria, mentre la proteina prionica causa la malattia. Quindi se gli eredi di un malato non vengono mai a contatto con la proteina non si ammalano, anche se il loro progenitore si è ammalato, ma ereditano solo un'alterazione genica.

Citazione:
Nei gemelli monozigoti il Dna è identico, ma per motivi che non dipendono dai geni (ereditari), possiedono delle differenze fenotipiche visibili nel viso e nel corpo, per non parlare del carattere e del comportamento!

Ma queste differenze non sono ereditarie, sono contingenti. E' come se io mi rompessi una gamba. Il mio fenotipo è variato, ma i miei figli non erediteranno la gamba rotta. Io ho parlato di variazione ereditaria del fenotipo.

Citazione:
Sinceramente non capisco, potresti essere più esplicito! Magari finalmente riusciamo a capirci!

Qua ci siamo un po' incartati. Riprendo dall'inizio, visto che riguarda comunque il morbo della mucca pazza. Al post #1504 hai citato Stanley Prusiner dicendo che postula "l'eredità proteica per contiguità". Volevo solo sapere in cosa consiste e perchè crea problemi con l'evoluzionismo. Ora penso di aver capito che ti riferivi al fatto che il prione si collega a questa alterazione genica e genera una malattia. Vorrei però una definizione un pò più chiara di questa "eredità proteica per contiguità" per capire se è contrario alla teoria genetica.
Inviato il: 4/12/2008 17:37
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Re: Darwin e l
#1549
Ho qualche dubbio
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Celacanto ha scritto:
Per mangog e Badger!
Faccio una breve digressione sui fasmidi!

Quando Giuseppe Sermonti ha scritto nel suo libro che i protofasmidi risalivano ad un'epoca molto antecedente alle angiosperme, è perchè affettivamente i fossili che venivano classificati come protofasmidi risalivano veramente a 250 milioni di anni. Quindi un centinaio di milioni di anni prima
delle angiosperme. Però gli entomologi "successivamente" hanno escluso i Protofasmidi dalla filogenia dei fasmidi, mentre per i Cresmodidi (150 milioni di anni fà) gli entomologi non sono ancora certi che siano gli antenati dei
fasmidi. Penso che si possa scusare a Sermonti questo errore causato dalla riclassificazione dei protofasmidi da parte degli entomologi! Tuttavia sui fasmidi e sull'origine degli insetti, gli entomologi di solito preferiscono glissare!

La dimostrazione dell'errore risiede nel fatto che solo recentemente è stato trovato il più antico – e a quanto pare unico - fossile di insetto foglia che mima una foglia di Angiosperme, che risale a 47 milioni di anni fa. Come si faceva quindi a dire che gli insetti foglia risalissero al Giurassico, se nemmeno esistevano dei fossili? Inoltre, le foglie esistevano ben prima delle Angiosperme e anche prima del Triassico. Quindi lo sbaglio c'è e resta tutto.

Citazione:
Celacanto ha scritto:
Riporto uno studio che è molto interessante che riguarda gli insetti di - C. Labandeira e J. Sepkoski, Insect diversity in the fossil record, Science, Vol 261, Issue 5119, 310-315, 18 July 1993

Questo è l'abstract:

Insects possess a surprisingly extensive fossil record. Compilation of the geochronologic ranges of insect families demonstrates that their diversity exceeds that of preserved vertebrate tetrapods through 91 percent of their evolutionary history. The great diversity of insects was achieved not by high origination rates but rather by low extinction rates comparable to the low rates of slowly evolving marine invertebrate groups. The great radiation of modern insects began 245 million years ago and was not accelerated by the expansion of angiosperms during the Cretaceous period. The basic trophic machinery of insects was in place nearly 100
million years before angiosperms appeared in the fossil record.

http://www.sciencemag.org/cgi/content/abstract/261/5119/310

L'origine degli insetti è un mistero!

Come se non bastasse presentano una grandissima varietà di forme e di funzioni degli apparati boccali, sebbene quest'organo sia sempre quadruplo e constituito sempre dalle stesse parti: il labbro superiore, le mandibole, le mascelle, e il labbro inferiore tra cui talvolta si insinua una prominente faringe. Queste varie parti poi si diversificano nei vari insetti in funzione del tipo di alimentazione. Negli insetti masticatori (cavallette scarabei, scarafaggi) le mascelle e il labbro inferiore sono pinze robuste. Nelle mosche predomina il labbro inferiore, ornato da labelli, adatto a succhiare e talvolta indurito per penetrare. Nelle api i lobi mascellari e labiali sono allungati e prominenti a forma di spatola per lambire il nettare. Nelle lepidotteri adulti (farfalle) i lobi si allungano e si uniscono a formare la spiritromba (una proboscide arrotolata) che si allunga e permette di aspirare il nettare dei fiori. Nelle cimici delle piante le mascelle sono modificate in quattro stilettie ospitate sul labbro inferiore divenuto un rostro allungato che funge da fodero ai pugnali. Dallo studio dei fossili di 1263 famiglie di insetti ci si aspettava una loro diversificazione dopo l'espansione delle piante fiorite alle quali poi gli insetti si sarebbero dovuti adattare modificando le loro strutture. Ma le piante da fiori sono comparse 125 milioni di anni fà, mentre "la grande diversificazione dei moderni insetti" risale a 225 milioni di anni fà e non fù accelerata dall'espansione delle angiosperme durante il Cretaceo. Gli apparati nutrizionali fondamentali degli insetti erano già funzionanti circa 100 milioni di anni prima che le angiosperme comparissero nei reperti fossili".

L'84% delle famiglie d'insetti c'erano già da milioni di anni prima che i primi fiori sbocciassero. I suddetti studi sui fossili hanno confermato che dal 65%
all' 88% delle 34 classi fondamentali di apparato boccale erano gia' presenti prima della comparsa delle piante da fiori. Dopo la comparsa delle angiosperme le modifiche del meccanismo con cui gli insetti si nutrono sono state minime. Nell' 85 per cento dei casi i vari tipi di apparato boccale
si erano gia' formati prima della comparsa delle angiosperme. In pratica, il meccanismo base per mangiare degli insetti era cosi' com'era 100 milioni di anni prima che le piante con fiori comparissero sulla faccia della Terra.

Saluti!

Questo è un altro travisamento. Le tue argomentazioni sugli apparati degli insetti derivano dalla distorsione (presumo ad opera dei soliti noti) del lavoro che hai citato. Ebbene, quello che i due scienziati mettono in evidenza è che la grande radiazione delle Angiosperme nel Creatceo non pare aver accelerato la diversificazione degli insetti e che le basilari forme di apparati boccali erano già presenti prima dell'avvento delle piante a fiore. NON dicono che gli apparati boccali specializzati per i fiori erano già presenti prima dei fiori, anche perché gli apparati boccali degli insetti NON sono fatti soltanto per alimentarsi ai fiori e gli insetti in genere non si sono evoluti solo in virtù della presenza dei fiori! Del resto, prima delle Angiosperme c'erano già moltissime altre specie di piante (felci, palme, gimnosperme e tante altre ora estinte), e si erano già stabilite molte associazioni insetto-pianta (insetti che deponevano uova nelle piante con conseguente formazione di galle; alimentazione su pollini di gimnosperme e felci, alimentazione su foglie, eccetera), con relative specializzazioni delle appendici.
Per chi volesse, lascio l'indicazione di un ponderoso lavoro dei due scienziati citati, che è visibile liberamente in internet: http://www.santafe.edu/research/publ.../00-08-044.pdf
Ciao.
Inviato il: 4/12/2008 17:39
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Re: Darwin e l
#1550
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Celacanto ha scritto:
Per mangog e Badger!

Faccio una breve digressione sui fasmidi!

Quando Giuseppe Sermonti ha scritto nel suo libro che i protofasmidi risalivano ad un'epoca molto antecedente alle angiosperme, è perchè affettivamente i fossili che venivano classificati come protofasmidi risalivano veramente a 250 milioni di anni. Quindi un centinaio di milioni di anni prima
delle angiosperme. Però gli entomologi "successivamente" hanno escluso i Protofasmidi dalla filogenia dei fasmidi, mentre per i Cresmodidi (150 milioni di anni fà) gli entomologi non sono ancora certi che siano gli antenati dei
fasmidi. Penso che si possa scusare a Sermonti questo errore causato dalla riclassificazione dei protofasmidi da parte degli entomologi! Tuttavia sui fasmidi e sull'origine degli insetti, gli entomologi di solito preferiscono glissare!


Faccio notare che questo non sembra essere vero.

Il prof. Sermonti ha pubblicato un'ulteriore edizione del suo "Dimenticare Darwin" nel 2006, presso la casa editrice "Il Cerchio" di Rimini.

E in quest'ultima edizione, nelle pagine 120 e 121 dice testualmente: «...Le piante con foglie e fiori (farenogame, latifoglie) hanno fatto la loro apparizione solo nel Cretaceo, il che vuol dire circa 100 milioni di anni fa, molto dopo la comparsa dei primi fasmidi. [...] come poteva l'insetto-foglia essere più antico delle latifoglie, che esso ha preso a modello? [...] C'erano insetti folgia e insetti stecco più di cento milioni di anni prima delle foglie e degli stecchi.»

Errare umanum est..... per carità.... ma se poi si insiste..... beh.... allora forse (e sottolineo il "forse") si diventa diabolici.... sebbene creazionisti.

E, curiosamente, i siti creazionisti si continuano a cibare di queste incongruenze. (http://www.storialibera.it/controevoluzione/selezione_naturale_03.php)

Sebbene accertate e ammesse.

Boh......
_________________
Rende Encomiabili Dire No A
Religiosi Orpelli. Mentire Provoca Eccidii.
(Stefano Bartezzaghi)
Inviato il: 4/12/2008 17:43
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Re: Darwin e l
#1551
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Celacanto ha scritto:
Se gli animali in una condizione estrema si estinguono, perchè in una condizione altamente restrittiva in natura un meccanismo di prova ed errore non esiste, e inoltre perfino il protozoo rifugge da un ambiente ostile; Dato che sono sufficienti micro adattamenti per adattarsi al nuovo habitat (vedi l'esempio che hai citato dell'insetto stecco);
Quando una specie si evolverebbe o avviene una macroevoluzione in un "habitat", considerando le tue affermazioni, estinzione e spostamento?

Quando sussistono modificazioni genetiche e fenotipiche che garantiscano un qualche vantaggio ai portatori, che possono così sfruttare meglio nuove o diverse condizioni ecologiche. Niente mutamenti genetici, niente mutamenti fenotipici, niente evoluzione. La "macroevoluzione" avviene nel tempo, è qualcosa che vedi a scala maggiore, lo avevo già precisato.

Citazione:
Celacanto ha scritto
Dunque la mutazione non avviene per necessità o per adattamento!

Esattamente (non eravamo già d'accordo su questo?). Essa accade indipendentemente che sia negativa, positiva o neutra per la fitness dell'individuo. Se poi sussistono delle cause delle mutazioni, o esistono dei meccanismi che determinano modificazioni all'interno del genoma, questo è ancora oggetto di studio, per quanto ne so. Se qualcuno ha informazioni più precise, sarò lieto di apprenderle.

Citazione:
Celacanto ha scritto
Nel link che hai citato della speciazione dell'insetto stecco, si parla di:

differenti forme sono riconoscibili in base alla colorazione del corpo, ciascuna perfettamente mimetizzata con la pianta su cui trascorre la propira vita. Questa divergenza di una singola dimensione della nicchia ecologica potrebbe non essere sufficiente alla completa speciazione: ecco quindi
che, come nel caso esaminato, possono intervenire ulterirori modificazioni fenotipiche, ad esempio di carattere fisiologico e comportamentale (come la detossificazione di specifiche sostanze prodotte dalla pianta e la scelta del
luogo di ovoposizione)

L'insetto stecco è rimasto un'insetto stecco, proprio come l'essere umano che resta sempre essere umano: "neri africani e nord-europei", solo che l'essere umano non depone le uova!

Come la resistenza agli antibiotici nel "pool genetico" dei batteri, che attraverso la "coniugazione" si scambiano Dna (plasmidi), formando poi una colonia di nuovi batteri resistenti ad uno o più antibiotici! I batteri però rimangono sempre batteri!

Esattamente come negli esseri umani (neri africani, pigmei, aborigeni australiani, nord-europei, Americani, asiatici) che hanno colonizzato praticamente tutta la terra, ma sono rimasti esseri umani! Ti sei spiegato benissimo, ma non dimostra assolutamente l'evoluzione di tutta la diversità
biologica che vediamo! spero che questo possa rendere più chiaro il concetto:

L'esempio supportava quanto dicevo e doveva servire a capire come può iniziare un evento di speciazione, che necessita anche di una diversificazione ecologica.
I cambiamenti evolutivi a grande scala si manifestano in milioni di anni, e possono essere dedotti solo a posteriori. L'incrocio delle conoscenze in tutte le branche delle scienze naturali consente di produrre e verificare le ipotesi filogenetiche, nel quadro della teoria evoluzionistica. Se pretendi di vedere direttamente macromutamenti è impossibile, quindi inutile seguitare ad obbiettare questo. Dire che un insetto stecco è rimasto un insetto stecco, non ha senso. L'evoluzione non è automatica: se si verificano delle condizioni che favoriscono radiazioni evolutive, c'è evoluzione, se no resta tutto com'è. Qual è il problema? La “stasi” evolutiva, peraltro, è un concetto ormai appurato da tempo e considerato all'interno della teoria degli equilibri punteggiati, che è un buono strumento per lo sviluppo di studi che chiariscano maggiormente i tempi dell'evoluzione.
L'insetto stecco, comunque, deriva da artropodi precedenti. Che l'origine degli insetti sia tuttora sconosciuta non significa niente: come ho già ripetuto, che ci siano ancora cose da scoprire è solo uno stimolo a proseguire le ricerche. Rinnovo la domanda cui gradirei mi si rispondesse: cosa dovremmo fare, fermare le ricerche? Dovremmo dire: non sappiamo da dove arrivano gli insetti, allora la teoria non è valida, fermiamo tutto. La creazione non è un'ipotesi scientifica, dunque non c'è ragione di invocarla.

Citazione:
Celacanto ha scritto:
Cito per esteso Robert Shapiro genetista evoluzionista:

“la nostra conoscenza dei dettagli dell’organizzazione delle molecole” nei viventi “sta attraversando una espansione rivoluzionaria, le cui implicazioni non vengono apertamente discusse”, proprio per “non dover considerare la possibilità di una teoria scientifica dell’evoluzione non-darwiniana”.

il DNA dispone “di livelli multipli di meccanismi di autocorrezione per riconoscere e rimuovere gli errori che inevitabilmente avvengono durante la replicazione del DNA”. Shapiro parla di proofreading mechanismus, apparati di “correzione tipografica” molto simili ai programmi di correzione-software dei sistemi di scrittura computerizzati: e difatti “la rivoluzione molecolare ha rivelato un imprevisto campo di complessità e interazioni nel DNA, più
simile alla tecnologia computeristica che al meccanicismo che dominava le menti quando fu formulata la moderna sintesi darwiniana” Tra questi sistemi di “correzione delle bozze” di cui è dotato il DNA, che penso suoneranno una sorpresa per i lettori come per chi scrive, alcuni – continua Shapiro –
“comparano i caratteri parentali del DNA con quelli appena sintetizzati”, e distinguono le variazioni “sì da operare efficacemente per rettificare, piuttosto che fissare, ciò che risulta da accidentali incorporazioni del nucleotide sbagliato”. Altri programmi scorrono e analizzano (Shapiro
usa il termine scanning, ben noto per certe routine del computer), “le porzioni non replicanti del DNA alla ricerca di cambiamenti chimici che porterebbero a mis-codificazioni, e rimuovono i nucleotidi modificati. Altri ancora sorvegliano le riserve di precursori e rimuovono i contaminanti
potenzialmente mutageni”. Insomma: il DNA si difende attivamente da tutte quelle casuali accidentalità e danneggiamenti impercettibili (non esclusi “agenti alchilanti e raggi ultravioletti”, che gli evoluzionisti considerano tipici deus ex machina delle mutazioni genetiche) su cui
l’evoluzionismo fonda praticamente le sue ipotesi di evoluzione.

il DNA è stabilissimo, proprio perché non è una “cosa” inerte, “Non è una vittima passiva delle forze casuali della chimica e della fisica”. La visione del genoma come “una serie di perline infilzate in un filo, che dominava la
genetica negli anni ’40 e ‘50” è da tempo scaduta, annuncia Shapiro ai darwinisti. “Allora i geni erano presi come unità corrispondenti a specifici tratti dell’organismo, e l’ipotesi un gene un enzima ci assicurava che il compito essenziale di ciascun gene era di codificare una specifica molecola
proteica a un dato fenotipo”. Non è più così. Oggi “ogni gene” si è rivelato essere composto da “un assemblaggio modulare di motivi regolativi e codificativi. La maggior parte di questi motivi sono condivisi da vari geni, inducendo a pensare che i genomi sono costituiti come con mattoncini di
Lego (genomes are assembled Lego-like) da un repertorio di elementi più basilari, di cui molti non codificano proteine, ma inducono altre importanti funzioni: trascrizione, traduzione, fabbricazione del RNA, replicazione del DNA, condensazione della cromatina e così via”.

Non basta. “Quando analizziamo la replicazione del menoma durante la proliferazione cellulare e lo sviluppo multicellulare, vediamo che i diversi loci genetici sono organizzati gerarchicamente in reti interconnesse che
funzionano dinamicamente. Non confinati ad un singolo tracciato, molto geni sono attivi in tempi differenti, partecipano all’espressione di più di un tratto fenotipico. Il confronto di genomi di organismi differenti hanno rivelato tratti di inattesa conservazione evolutiva fra vaste distanze
tassonomiche [come dire: nella zanzara e nella balena, certi “loci” del DNA sono uguali, nonostante la distanza evolutiva che si presume separare i due viventi] mentre genomi vicinissimi [scimpanzé e uomo, per esempio] spesso
differiscono in modo significativo nella disposizione degli elementi ripetitivi di DNA che non codificano proteine” Ancor di più. S’è scoperto che la cellula ha una capacità autonoma di “ingegneria genetica naturale”, per cui “taglia e divide e ricongiunge le molecole di DNA per ricostruirle in nuove sequenze”; in ciò guidata da “reti computanti molecolari che elaborano informazioni sui processi interni e sull’ambiente esterno”, che “si possono caratterizzare come reti rivelanti proprietà biologicamente utili di intelligenza
e decisionali”.

Dunque non solo il DNA si auto-protegge, ma si auto-riorganizza. Conclusione di Shapiro:

“La nostra attuale conoscenza del cambiamento genetico è fondamentalmente divergente dai postulati neo-darwiniani. Dal menoma costante, soggetto solo a mutazioni localizzate e accidentali, siamo passati al genoma fluido, soggetto a riorganizzazioni episodiche, massicce e non causali, capaci di produrre nuove architetture funzionali. Tuttavia, i
neo-darwinisti continuano a ignorare o a banalizzare le nuove conoscenze, e insistono nel gradualismo come sola via della mutazione evolutiva”. Ma “mutazioni accidentali localizzate, selezioni operate un gene alla volta e modifiche graduali di funzioni individuali non possono spiegare in modo
soddisfacente come tanta complessità, modularità e integrazione sia sorte e modificata nel DNA durante la storia della vita sulla terra. Ci sono semplicemente troppi potenziali gradi di libertà per la variabilità casuale e
troppe interconnessioni di cui dare conto. Per quanto lungi sia il tempo che si assume per questi cambiamenti”.Siccome farei pubblicità a un libro, non cito la fonte, ma se interessa lo cito volentieri!
(...)
Questo commento del famoso biologo evoluzionista tedesco Hoimar Von Dithfurt è illuminante:

La probabilità della formazione di una sequenza di citocroma-C è probabilmente pari a zero. Ovverosia, se la vita richiede una certa sequenza, si potrebbe dire che questa ha la probabilità di realizzarsi verosimilmente una sola volta nell'intero universo. Diversamente, alcuni poteri metafisici al di là della nostra definizione sarebbero dovuti
intervenire nella sua formazione. Accettare quest'ultima proposizione non è tuttavia appropriato agli scopi della scienza. Noi dobbiamo, dunque, prendere in esame la prima ipotesi.

Questo scienziato reputa "più scientifico" accettare una possibilità "probabilmente pari a zero" piuttosto che la creazione. Comunque, secondo i metodi della scienza, se esistono due spiegazioni alternative riguardo ad un evento e se una di esse ha una possibilità di realizzazione
"probabilmente pari a zero", allora l'altra deve essere considerata quella corretta.

La teoria evolutiva in ogni caso deve sempre escludere a priori un Creatore. Se ci fosse una spiegazione scientifica e logica, per l'esclusione di un Creatore, potrei anche prenderla in considerazione!

Le considerazioni che posti sul DNA sono quelle alla base degli studi attuali in biologia molecolare, soprattutto nell'ambito dell'evo-devo. Grosso modo, su quanto riporti non ho nulla da eccepire. Non c'è che approfondire studi e conoscenze. Però, che le mutazioni non siano modificazioni “puntiformi” che intervengono su singoli geni disposti come su un “filo di perline”, è cosa nota da tempo, ormai. Ciò non toglie che il mutamento genetico avviene a livello del DNA, che non è prevedibile, e che qualsiasi trasformazione genetica è poi sottoposta al vaglio della selezione naturale.
Le mutazioni non intervengono identiche allo stesso tempo nell'intera popolazione di individui! Ma in alcuni o anche in uno solo. Quindi deve esistere un sistema per cui poi queste riescano a diffondersi nella popolazione. Quale altro meccanismo, oltre la selezione naturale applicata al concetto di fitness, assicura che quella tale modificazione genetica, che abbia un riflesso nel fenotipo, possa trasmettersi alla discendenza, mentre altre non si diffondono? Insomma, quale meccanismo può spiegare come fa l'orchidea ad essere simile all'imenottero, imitando persino il feromone, per essere impollinata? Di nuovo: mi si spieghi un meccanismo diverso. A questa domanda mi si continua a non rispondere, e non solo tu Celacanto. Sarà perché, a parte invocare Dio, non esiste un altro meccanismo noto?
Ora tregua, per un po'... Ciao!
Inviato il: 4/12/2008 18:35
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Re: Darwin e l
#1552
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Citazione:

ahmbar ha scritto:
Siete tutti cosi' impegnati a prendervi a parole che nessuno ha commentato questa incredibile scoperta, provo a ripostarla
Se verra' confermata, tanti saluti alle teorie attuali

Il brodo primordiale è dolce e viene preparato nella cucina dello spazio, con la polvere di stelle a fornire gli ingredienti e gli astri in via di formazione che danno il calore necessario. Il radiotelescopio delle Alpi di Grenoble, il cui occhio è guidato da un gruppo di astronomi italiani, francesi e spagnoli, ha individuato una molecola di zucchero che fluttua nello spazio a 26mila anni luce da noi con una temperatura simile a quella della Terra durante una giornata estiva. Non si tratta ancora di un extraterrestre così come la fantascienza lo immagina, ma con tutta probabilità quel che si è scoperto è la lettera alfa dell'alfabeto che compone la vita.

Lo zucchero glicolaldeide che si trova immerso della nube stellare G31, alla periferia della Via Lattea, è uno dei primi mattoni della biologia. Fa parte di quelle molecole capaci di assemblarsi attraverso reazioni chimiche sempre più complesse fino a raggiungere lo stadio che è considerato il traguardo della vita: il Dna e l'Rna. Sono loro le due molecole che consentono la divisione degli organismi, aprendo la strada a uno dei requisiti fondamentali degli esseri viventi: la riproduzione.


qui l'articolo completo La base del DNA e del RNA fluttua nello spazio

Scoperta indubbiamente importante. Già altre molecole “propedeutiche” all'origine di forme viventi erano state trovate al di fuori del pianeta Terra: ad esempio, aminoacidi sono stati trovati sui meteoriti (riferimento).
Ad ogni modo, se troviamo molecole organiche complesse al di fuori del nostro pianeta, il problema del come si siano formate, del come si sia giunti ad organismi viventi e le teorie per spiegare tutto ciò restano intatti sul tavolo. Semmai si spostano di luogo, se dovessimo scoprire che il passaggio da inorganico a organico e poi a biotico è avvenuto altrove. Per l'origine della vita sulla Terra, non si esclude nemmeno una “doppia causa”: molecole complesse formatesi altrove, che sono giunte sulla Terra attraverso le comete, dove hanno costituito le basi per l'origine della vita. Alcuni studi, fra l'altro, sottolineerebbero che l'impatto di comete e meteoriti creerebbe condizioni favorevoli (substrati) per quelle reazioni chimiche ritenute importanti per l'evoluzione di forme biotiche (riferimento).
Date anche le conoscenze attuali, ormai si comincia a pensare che la formazione di molecole organiche complesse sia piuttosto “facile” – come dice l'astrofisica in fondo all'articolo – e che la formazione della vita sia pertanto meno improbabile di quanto si sia pensato finora. E' per questo che si ritiene altamente probabile che la vita sia presente anche su altri pianeti.
Ad ogni modo, il campo d'indagine su questa materia è vastissimo e c'è ancora molto da esplorare.
Inviato il: 4/12/2008 18:49
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  •  Davide71
      Davide71
Re: Darwin e l
#1553
Dubito ormai di tutto
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Ciao a tutti:
wow che scoperta! Un po' più vicino no?
Piuttosto Gould ha affermato, ne "Il Pollice del Panda" che, se dovessimo dare retta alle deduzioni dell'orologio molecolare, dovremo far risalire la nascita della vita alla nascita della Terra (+ o -).
D'altronde hanno trovato batteri nei posti più assurdi, inclusi i Geyser.
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Non date le perle ai cani e ai porci perchè non le mangeranno e vi si rivolteranno contro.
Inviato il: 4/12/2008 23:48
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  •  mangog
      mangog
Re: Darwin e l
#1554
Dubito ormai di tutto
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Citazione:

Notturno ha scritto:

Faccio notare che questo non sembra essere vero.

Il prof. Sermonti ha pubblicato un'ulteriore edizione del suo "Dimenticare Darwin" nel 2006, presso la casa editrice "Il Cerchio" di Rimini.

E in quest'ultima edizione, nelle pagine 120 e 121 dice testualmente: «...Le piante con foglie e fiori (farenogame, latifoglie) hanno fatto la loro apparizione solo nel Cretaceo, il che vuol dire circa 100 milioni di anni fa, molto dopo la comparsa dei primi fasmidi. [...] come poteva l'insetto-foglia essere più antico delle latifoglie, che esso ha preso a modello? [...] C'erano insetti folgia e insetti stecco più di cento milioni di anni prima delle foglie e degli stecchi.»

Errare umanum est..... per carità.... ma se poi si insiste..... beh.... allora forse (e sottolineo il "forse") si diventa diabolici.... sebbene creazionisti.

E, curiosamente, i siti creazionisti si continuano a cibare di queste incongruenze. (http://www.storialibera.it/controevoluzione/selezione_naturale_03.php)

Sebbene accertate e ammesse.

Boh......



Ti faccio notare che Sermonti non pubblica nulla.... come un qualsiasi altro autore che NON POSSIEDE UNA CASA DI PUBBLICAZIONE..

Chi scrive un libro, vende alla casa i diritti.. e la casa dispone dei diritti di pubblicazione come pare e piace, riedizioni e ristampe comprese e nel 90 % dei casi magari senza il consenso dell'autore.


Citazione:

Sebbene accertate e ammesse.



Sebbene accertate e ammesse ha poco "senso" nel campo delle valutazioni cronologiche dei vari ritrovamenti fossili, viisto che l'orologio lo spostano avanti ed indietro di continuo.
Inviato il: 5/12/2008 7:42
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Re: Darwin e l
#1555
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mangog ha scritto:
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Notturno ha scritto:

Faccio notare che questo non sembra essere vero.

Il prof. Sermonti ha pubblicato un'ulteriore edizione del suo "Dimenticare Darwin" nel 2006, presso la casa editrice "Il Cerchio" di Rimini.

E in quest'ultima edizione, nelle pagine 120 e 121 dice testualmente: «...Le piante con foglie e fiori (farenogame, latifoglie) hanno fatto la loro apparizione solo nel Cretaceo, il che vuol dire circa 100 milioni di anni fa, molto dopo la comparsa dei primi fasmidi. [...] come poteva l'insetto-foglia essere più antico delle latifoglie, che esso ha preso a modello? [...] C'erano insetti folgia e insetti stecco più di cento milioni di anni prima delle foglie e degli stecchi.»

Errare umanum est..... per carità.... ma se poi si insiste..... beh.... allora forse (e sottolineo il "forse") si diventa diabolici.... sebbene creazionisti.

E, curiosamente, i siti creazionisti si continuano a cibare di queste incongruenze. (http://www.storialibera.it/controevoluzione/selezione_naturale_03.php)

Sebbene accertate e ammesse.

Boh......



Ti faccio notare che Sermonti non pubblica nulla.... come un qualsiasi altro autore che NON POSSIEDE UNA CASA DI PUBBLICAZIONE..

Chi scrive un libro, vende alla casa i diritti.. e la casa dispone dei diritti di pubblicazione come pare e piace, riedizioni e ristampe comprese e nel 90 % dei casi magari senza il consenso dell'autore.



wow.... quindi i dizionari sbagliano?

1) "pub|bli|cà|re
v.tr. (io pùbblico)
1a BU divulgare, diffondere
1b TS dir., burocr., rendere ufficialmente di pubblica conoscenza mediante specifiche procedure: p. un’ordinanza, un decreto, un testamento
2 AU rendere di pubblico dominio per mezzo della stampa: p. un libro, una rivista, una nuova edizione di un testo; anche riferito all’autore, anziché all’editore: un romanziere che non ha pubblicato molto ultimamente | TS arte, far conoscere, rendere noto un’opera precedentemente poco conosciuta spec. mediante articoli su giornali specialistici: p. una tela, un disegno

Da Dizionario on line "De Mauro" (http://www.demauroparavia.it/88680)

Quindi era corretto dire che "Sermonti ha pubblicato"?

2) Il libro di Sermonti "Dimenticare Darwin" era del 2006, nella sua seconda edizione, come detto prima.
La cosa carina è che LA PRIMA edizione dello stesso libro risale al 2003. Solo TRE anni prima, quando oramai la modifica della classificazione entomologica operata da parte degli scienziati era comunque già avvenuta. E, vista la dotta eccezione sollevata, mi sento in obbligo di precisare che per la PRIMA edizione occorre NECESSARIAMENTE il consenso dell'autore.

Ne conseguono due cose:
1) che non è vero che quella tesi è stata data alle stampe senza il consenso di Sermonti;
2) che quando Sermonti ha pubblicato per la prima volta quella sua tesi gia' sapeva (o avrebbe dovuto sapere) che era una madornale bugia.

Riporto, per comodità, quel che aveva scritto Celacanto:
"Quando Giuseppe Sermonti ha scritto nel suo libro che i protofasmidi risalivano ad un'epoca molto antecedente alle angiosperme, è perchè affettivamente i fossili che venivano classificati come protofasmidi risalivano veramente a 250 milioni di anni. Quindi un centinaio di milioni di anni prima
delle angiosperme. Però gli entomologi "successivamente" hanno escluso i Protofasmidi dalla filogenia dei fasmidi...."


"Successivamente" un corno. Si sapeva gia. Ma far finta di nulla era conveniente.

Nello stesso identico modo in cui qui, ora, è conveniente dire che il povero Sermonti non sapeva, che lui non pubblica, ma sono gli altri a farlo, anche senza il suo consenso, e altre amene carinerie di questo tipo.

I "boh" si fanno più espliciti...


Citazione:


Citazione:

Sebbene accertate e ammesse.



Sebbene accertate e ammesse ha poco "senso" nel campo delle valutazioni cronologiche dei vari ritrovamenti fossili, viisto che l'orologio lo spostano avanti ed indietro di continuo.


Questo è vero.

Ho appena avuto un ottimo esempio di "spostamento delle lancette"


Peccato che l'autore fossero Sermonti e Celacanto.

E che il loro sostenitore fossi tu.
_________________
Rende Encomiabili Dire No A
Religiosi Orpelli. Mentire Provoca Eccidii.
(Stefano Bartezzaghi)
Inviato il: 6/12/2008 16:48
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Re: Darwin e l
#1556
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Per Notturno

Hai scritto:

Il libro di Sermonti "Dimenticare Darwin" era del 2006, nella sua seconda edizione, come detto prima.
La cosa carina è che LA PRIMA edizione dello stesso libro risale al 2003. Solo TRE anni prima, quando oramai la modifica della classificazione entomologica operata da parte degli scienziati era comunque già avvenuta. E, vista la dotta eccezione sollevata, mi sento in obbligo di precisare che per la PRIMA edizione occorre NECESSARIAMENTE il consenso dell'autore.

Ne conseguono due cose:
1) che non è vero che quella tesi è stata data alle stampe

senza il consenso di Sermonti;
2) che quando Sermonti ha pubblicato per la prima volta quella sua tesi gia' sapeva (o avrebbe dovuto sapere) che era una madornale bugia.

Ho appena avuto un ottimo esempio di "spostamento delle

lancette"
Peccato che l'autore fossero Sermonti e Celacanto.



1) La prima edizione del Libro Dimenticare Darwin è stato pubblicato nel 1999:

http://www.libreriauniversitaria.it/dimenticare-darwin-ombre-sull-evoluzione/libro/9788818011661

2) Quando Sermonti ha pubblicato per la prima volta la sua tesi NON sapeva della riclassificazione. Non credo lo sapesse nemmeno dopo la pubblicazione della seconda edizione nel 2003, perchè li avevano appena riclassificati:

http://palaeoentomolog.ru/Lib/bethoux_jor_2003.pdf

Cito le conclusioni dello studio fatto nel 2003:

Following the present work, the Protophasmatidae are assigned to the Archaeorthoptera but must be considered as belonging to the stem group of this supraordinal clade, and potential sister-group of the whole clade. It will be necessary to include Protophasma in "future" attempts at phylogenetic analyses of the Archaeorthoptera (in prep.).

Non credo che i paleoentomologi hanno telefonato a Sermonti per dirgli che avevano appena cambiato idea sui protofasmidi! Comunque a detta dello stesso Sermonti, molti entomologi con cui ha parlato, ancora oggi sono "evasivi" riguardo i protofasmidi e preferiscono glissare sul problema. Se poi Sermonti continuasse a pensare che i protofasmidi siano gli antenati dei fasmidi, questo è affar suo e non mi riguarda.

Avrei voluto rispondere la prossima settimana, ma siccome mi hai tirato in causa e non mi piace che mi venga dato del bugiardo, voglio dirti solamente che prima di accusare come bugiarda una persona, valuta bene e pensaci due volte prima di trarre conclusioni affrettate!

Vorrei rammentarti che gli evoluzionisti in quanto a frodi e bugie sono dei maestri; basta ricordare la frode durata per 40 anni dell'uomo di Piltdown, poi l'uomo di Pechino, il ramapithecus spacciato come il più antico antenato dell'uomo che poi risultò essere un antico orangutan, poi ancora l'uomo
del Nebraska ricostruito sulla base di un DENTE, che poi risultò essere di una specie di cinghiale estinta, ancora la frode dell'archaeraptor, un fossile incollato dai contadini cinesi spacciato come l'anello di congiunzione tra rettili e uccelli. Ancora, il filtraggio dei fossili che viene fatto dai paleontologi, un esempio il famoso skull 1470 sarebbe il teschio di una bambina di un essere umano moderno, la cui datazione era come MINIMO 1,9 milioni di anni. Il Dottor Richard Leakey, famoso paleontologo evoluzionista, scrisse la frase celebre: - "O buttiamo via questo teschio, o buttiamo via le nostre teorie sull'uomo primitivo (Richard Leakey - 1973), infatti lo hanno eliminato con le scuse più incredibili:

http://digilander.libero.it/adveniat/it/02/articoli/33_art.pdf

ancora i "presunti" fossili di transizione dei dinosauri pennuti che guarda caso provengono tutti dalla Cina dove proveniva il falso fossile, l'archeoraptor.

Quattro nuovi dinosauri alati probabilmente Falsi:

http://www.answersingenesis.org/docs2003/0128feathered.asp

I dinosauri pennuti cinesi:

http://www.answersingenesis.org/home/area/chinesedinosaurs/featheredDinos.asp

La falsa evoluzione degli uccelli cinesi:

http://trueorigin.org/birdevo.asp

Perfino lo Smithsonian Institute ha criticato il National Geographic che ha annunciato la scoperta dei fossili cinesi come veri anelli di congiunzione:

Smithsonian critiques National Geographic Society’s claims about dinosaur to bird evolution in an open letter:

http://www.answersingenesis.org/docs/4159.asp

Oppure l'evoluzione della balena!

Il ricercatore Gingerich fece tutta una "improbabile filogenia" dell'evoluzione della balena partendo da un gruppo di carnivori preistorici chiamati mesonichidi (pakicetus e ambulocetus) che ancora adesso trovi nei siti evoluzionisti e anche su wikipedia.

Nel frattempo le ricerche effettuate dai biologi molecolari indicavano una soluzione diversa. La somiglianza con i carnivori eocenici poteva essere stretta, ma non abbastanza. L'ibridazione del DNA e altri test facevano "pensare" che le balene discendessero dagli artiodattili (mammiferi con un
numero pari di dita, come le antilopi e gli ippopotami) e non dai predatori mesonichidi.

Quindi, ecco un classico esempio di disaccordo tra i fossili e DNA. Vediamo come il disaccordo è stato risolto.

Nel 2000 Gingerich individuò un nuovo sito di scavo in Pakistan, e lì uno dei suoi studenti scoprì un frammento fossile che smentiva totalmente l'ipotesi accettata da quasi tutti i paleontologi. Era la metà di un astragalo, un osso della zampa posteriore, appartenente (secondo Gingerich) a una nuova specie di balena che fù chiamata Artiocetus Clavis. Un collega pakistano ne trovò l'altra metà. Quando Gingerich le fece combaciare, rimase fulminato: i biologi molecolari avevano ragione. L'astragalo, (sempre secondo Gingerich)
appartenuto a una balena quadrupede di 47 milioni di anni fà, era simile all'osso omologo di un artiodattilo. Il pezzetto di osso (il famoso astragalo) era poco più grande di un bullone.

Questa nuova scoperta (se di nuova scoperta si può parlare), ha invalidato totalmente la teoria che le balene discendano dal gruppo di carnivori terrestri mesonichidi (pakicetus - ambulocetus). Ora Gingerich lo scopritore, ritiene che il pakicetus e l'ambulocetus non avevano nulla a che fare con
l'evoluzione della balena. Inoltre, per convincerlo, è bastato un pezzetto di caviglia poco più grande di un bullone che assomiglia alla caviglia di un antilope, che egli (per ragioni che non si possono spiegare) ritiene che proviene da una balena. Gingerich per dare man forte a questa nuova indicazione pensata dai biologi molecolari, non ha esitato a rinunciare a tutte le sue ipotetiche ricostruzioni immaginarie, basate solamente su una somiglianza dei denti di un mammifero terrestre a quelli di una balena. Adesso formulerà altri scenari immaginari, partendo da un pezzettino di osso. In questo modo Gingerich ha confermato che tutte le supposizioni, le ricostruzioni, i scenari evolutivi fatti sui resti fossili ritrovati non erano altro che congetture. Tuttavia il pakicetus e l'ambulocetus continuano ad essere propagandati come gli antenati della balena! Potrei continuare con la falsa evoluzione del cavallo, ma credo sia sufficiente per il momento!
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In un qualche tempo avvenire, non molto lontano se misurando per secoli, è quasi certo che le razze umane incivilite STERMINERANNO e si sostituiranno in tutto il mondo alle razze selvagge - (Charles Darwin)
Inviato il: 6/12/2008 19:09
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  •  Celacanto
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Re: Darwin e l
#1557
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Per Badger, fealoro, mangog e Davide71

Badger ha scritto:

Ora tregua, per un po'... Ciao!

Ok, posto Lunedi o martedi le mie opinioni su quello che avete scritto!

Ciao, e buon fine settimana a tutti!
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In un qualche tempo avvenire, non molto lontano se misurando per secoli, è quasi certo che le razze umane incivilite STERMINERANNO e si sostituiranno in tutto il mondo alle razze selvagge - (Charles Darwin)
Inviato il: 6/12/2008 19:12
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Re: Darwin e l
#1558
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Citazione:

Celacanto ha scritto:
Per Badger, fealoro, mangog e Davide71

Badger ha scritto:

Ora tregua, per un po'... Ciao!

Ok, posto Lunedi o martedi le mie opinioni su quello che avete scritto!

Ciao, e buon fine settimana a tutti!



Grazie.

Che i Cinesi tarocchino tutto lo si sa da molto tempo.

Il grave sono altri tipi di falsita'.

Sembra che il sig Lensky abbia rifiutato di fornire informazione ( se non gli stessi batteri ) ad altri specialisti che ne avevano fatto richiesta.


June 13, 2008

Dear Professor Lenski,

Skepticism has been expressed on Conservapedia about your claims, and the significance of your claims, that E. Coli bacteria had an evolutionary beneficial mutation in your study. Specifically, we wonder about the data supporting your claim that one of your colonies of E. Coli developed the ability to absorb citrate, something not found in wild E. Coli, at around 31,500 generations. In addition, there is skepticism that 3 new and useful proteins appeared in the colony around generation 20,000. A recent article about your claims appears in New Scientist here: http://www.newscientist.com/channel/life/dn14094-bacteria-make-major-evolutionary-shift-in-the-lab.html

Submission guidelines for the Proceedings of the National Academy of Science state that "(viii) Materials and Data Availability. To allow others to replicate and build on work published in PNAS, authors must make materials, data, and associated protocols available to readers. Authors must disclose upon submission of the manuscript any restrictions on the availability of materials or information." Also, your work was apparently funded by taxpayers, providing further reason for making the data publicly available.

Please post the data supporting your remarkable claims so that we can review it, and note where in the data you find justification for your conclusions.

I will post your reply, or lack of reply, on www.conservapedia.com . Thank you.

Andy Schlafly, B.S.E., J.D. Conservapedia

First Reply
Dear Mr. Schlafly:

I suggest you might want to read our paper itself, which is available for download at most university libraries and is also posted as publication #180 on my website. Here's a brief summary that addresses your three points.

1) "... your claims, that E. Coli bacteria had an evolutionary beneficial mutation in your study." We (my group and scientific collaborators) have already published several papers that document beneficial mutations in our long-term experiment. These papers provide exact details on the identity of the mutations, as well as genetic constructions where we have produced genotypes that differ by single mutations, then compete them, demonstrating that the mutations confer an advantage under the environmental conditions of the experiment. See papers # 122, 140, 155, 166, and 178 referenced on my website. In the latest paper, you will see that we make no claim to having identified the genetic basis of the mutations observed in this study. However, we have found a number of mutant clones that have heritable differences in behavior (growth on citrate), and which confer a clear advantage in the environment where they evolved, which contains citrate. Our future work will seek to identify the responsible mutations.

2. "Specifically, we wonder about the data supporting your claim that one of your colonies of E. Coli developed the ability to absorb citrate, something not found in wild E. Coli, at around 31,500 generations." You will find all the relevant methods and data supporting this claim in our paper. We also establish in our paper, through various phenotypic and genetic markers, that the Cit+ mutant was indeed a descendant of the original strain used in our experiments.

3. "In addition, there is skepticism that 3 new and useful proteins appeared in the colony around generation 20,000." We make no such claim anywhere in our paper, nor do I think it is correct. Proteins do not "appear out of the blue", in any case. We do show that what we call a "potentiated" genotype had evolved by generation 20,000 that had a greater propensity to produce Cit+ mutants. We also show that the dynamics of appearance of Cit+ mutants in the potentiated genotypes are highly suggestive of the requirement for two additional mutations to yield the resulting Cit+ trait. Moreover, we found that Cit+ mutants, when they first appeared, were often rather weak at using citrate. At least the main Cit+ line that we studied underwent an additional mutation (or mutations) that refined that ability and led to a large improvement in growth on citrate. All these issues and the supporting methods and data are covered in our paper.

Sincerely,

Richard Lenski


Second letter
Dear Prof. Lenski,

This is my second request for your data underlying your recent paper, "Historical contingency and the evolution of a key innovation in an experimental population of Escherichia coli," published in PNAS (June 10, 2008) and reported in New Scientist ("Bacteria make major evolutionary shift in lab," June 9, 2008).
http://myxo.css.msu.edu/lenski/pdf/2008,%20PNAS,%20Blount%20et%20al.pdf
http://www.newscientist.com/channel/life/dn14094-bacteria-make-major-evolutionary-shift-in-the-lab.html

Your work was taxpayer-funded, and PNAS represents that its authors will make underlying data available. I'd like to review the data myself and ensure availability for others, including experts and my students. Others have expressed interest in access to the data in addition to myself, and your website seems well-suited for public release of these data.

If the data are voluminous, then I particularly request access to the data that was made available to the peer reviewers of your paper, and to the data relating to the period during which the bacterial colony supposedly developed Cit+. As before, I'm requesting the organized data themselves, not the graphs and summaries set forth in the paper and referenced in your first reply to me. Note that several times your paper expressly states, "data not shown."

Given that this is my second request for the data, a clear answer is requested as to whether you will make the key underlying data available for independent review. Your response, or lack thereof, will be posted due to the public interest in this issue. Thank you.

Andy Schlafly, B.S.E., J.D.
www.conservapedia.com
cc: PNAS, New Scientist publications



X Notturno..

Come sempre non ci azzecchi mai.
Non interessa la definizione da vocabolario.. venduti i diritti non sei piu' proprietario e non puoi piu' disporre della tua opera.
Ci sono delle clausole, ma dipende dalla forza dell'autore.
Inviato il: 7/12/2008 9:51
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Re: Darwin e l
#1559
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Ciao fealoro!

Sostanzialmente non c'è molto da obiettare a quello che hai scritto. Faccio solo degli ulteriori chiarimenti!

Hai scritto:

La dimostrazione di una teoria si basa sulla dimostrazione delle ipotesi da cui parte e poi sulla verifica sperimentale delle previsioni che fa. Ma nessun esperimento può dimostrare l'evoluzione di "TUTTA" la diversità biologica (come chiedevi tu), a meno di non accettare le dimostrazioni dei singoli meccanismi e poi dedurre il quadro completo. Esattamente come non esiste una dimostrazione sperimentale di tutto lo sviluppo del feto, ma sono i chiari i meccanismi fondamentali. L'esperimento sui batteri mostra che in situazione di pressione selettiva emerge un tratto nuovo ereditario non presente precedentemente, come previsto dalla teoria.

Cito quello che ho scritto nel post 1523, un pò ritoccato:

Gli esperimenti che sono stati fatti fino ad oggi (esperimenti da circa 80 anni sui moscerini della frutta, in tutti i laboratori del mondo, e sui batteri E.Coli di Lenski) e i diversi studi sulle mutazioni che ho citato, dimostrano sperimentalmente che gli "ipotetici" meccanismi evolutivi (mutazione casuale, selezione naturale) NON possono essere il motore che ha originato la diversità biologica che vediamo. Nell'esperimento di Lenski che durava da 20 anni, che ha generato trilioni di cellule e più di 30000 generazioni, con miliardi e miliardi di mutazioni forzate in laboratorio, credo che una mutazione casuale fortuita che ha provocato quella mutazione, rientri per forza nel calcolo delle propabilità! Se per ipotesi venissero sottoposti dei neri africani a miliardi e miliardi di mutazioni in laboratorio e li si costringesse ogni generazione a nutrirsi con pochissima carne e con molto latte, dopo 30000 generazioni (circa 800000 anni), è molto probabile che una generazione, finalmente sarebbe in grado di nutrirsi di latte senza alcun problema! E' già successo comunque circa 10000 anni fà!

In natura non c'è un meccanismo di prova ed errore! In natura se una coltura di E. Coli si fosse trovata nelle condizioni aerobiche riprodotte in laboratorio, coltivati in un terreno con poco glucosio e molto citrato, una volta esaurito il glucosio, i batteri avrebbero dovuto utilizzare "subito" il
citrato, una mutazione doveva avvenire istantaneamente, e sopratutto doveva essere quella giusta, altrimenti sarebbero tutti morti. Nell'esperimento di Lenski (meccanismo di prova ed errore) dopo 30000 generazioni è avvenuta quella mutazione casuale che rientra nelle probabilità, dopo però una serie di mutazioni di scarso interesse e sopratutto "degenerative". In quelle condizioni restrittive la natura non avrebbe aspettato 30000 generazioni. Nella realtà (in natura) la coltura di E.Coli in una condizione simile a quella ricreata in laboratorio, avrebbe esaurito velocemente il glucosio e tutti i batteri sarebbero morti; proprio il meccanismo della selezione naturale tanto enfatizzato dagli evoluzionisti,
sarebbe stato la causa della "istantanea" morte di tutta la coltura dei batteri!

Hai scritto:

vorrei almeno una spiegazione a grandi linee sul perché una comunità di progenitori è in contrapposizione con la teoria dell'evoluzione.

Fù lo stesso Darwin a ipotizzare un unico progenitore da cui sarebbero derivati TUTTI gli organismi viventi estinti e quelli che vediamo! Poichè ci sono molti scienziati che prendono alla lettera la teoria evolutiva formulata da Darwin, (sebbene sia stata modificata in neo-darwinismo), sostanzialmente però, si basano sulle ipotesi fatte dalla derivazione di tutte le specie viventi da quell'ipotetico unico progenitore! Credo sia questo il motivo della controversia con l'ipotesi dei molti progenitori. Si tratterebbe (semplificando da morire), di una diatriba interna tra evoluzionisti ortodossi e progressisti! Come l'evoluzionismo la mia però è solo un'ipotesi!

Hai scritto riguardo la Bonella Viridis:

Ma io la vedo in maniera molto più semplice. Il codice genetico contiene le istruzioni per le risposte che il sistema vivente deve dare. Cioè, scritto in maniera brutale, nei geni vi sono le informazioni per costruire un sistema e una struttura che risponde ad uno stimolo ormonale in un modo piuttosto che in un altro. Cioè lo stimolo è sicuramente ormonale, ma l'informazione di come deve avvenire la metamorfosi è contenuta già nei geni. I geni infatti danno le informazioni per la struttura proteica, che costituiscono delle cellule che rispondono agli stimoli ormonali sempre secondo lo schema di metamorfosi.


Forse tù la vedi in maniera più semplice, ma i fisiologi e gli zoologi non sono della tua stessa idea!
Si potrebbe dire teoricamente che le uova formerebbero tutte delle femmine! molti zoologi hanno ipotizzato che si tratti di un meccanismo di inibizione della metamorfosi, che dia origine ai microcospici maschi! In altre parole un'alta concentrazione di CO2 funzionerebbe come inibitore della
metamorfosi verso una femmina, e darebbe inizio a una metamorfosi che svilupperà un maschio, ma è solo un'ipotesi. Come questo meccanismo di controllo ormonale delle espressioni dei geni cosi complesso, unito alla metamorfosi si sia sviluppato, tenendo conto le probabilità infinetesimali e improbabili di un processo evolutosi gradualmente, lasciato al caso ambientale che determinerà il sesso e il rapporto numerico tra maschi e femmine, rimane un mistero per gli stessi zoologi che hanno studiato la Bonella Viridis!
La Bonella Viridis è solo un'esempio tra i tanti di un organismo che possiede un sistema di determinazione del sesso ambientale!

La determinazione del sesso nelle varie specie animali può avvenire tramite molteplici meccanismi, sia di natura genotipica o genetica (GSD, Genetic Sex Determination), temperatura-dipendente (TSD, Temperature Sex Determination) e ambientale (ESD, Environmental Sex Determination). Nella Bonella Viridis la determinazione del sesso attraverso la metamorfosi è ambientale. La Bonella Viridis è un ottimo esempio di determinazione del sesso "postgamica". Nel caso della Bonella Viridis si dice che il fenotipo sessuale dipende dall'ambiente, non è ereditato.

Posto di nuovo il link:

http://www.luciopesce.net/zoologia/sesso.html

Cito anche wikipedia per comodità:

La determinazione del sesso di un essere vivente può derivare sia dal patrimonio cromosomico individuale (ereditarietà), sia dalle condizioni ambientali in cui si sviluppa. Nelle specie dioiche, ad esempio, il sesso di un individuo non è necessariamente una caratteristica ereditaria: basti pensare ai coccodrilli in cui il rapporto numerico tra i sessi dipende dalla temperatura ambientale.

http://it.wikipedia.org/wiki/Determinazione_del_sesso

Nella Bonella Viridis la determinazione del sesso postgamica è determinata dall'Anidride Carbonica presente nell'acqua. La concentrazione bassa di CO2 nell'acqua di mare, infatti, trasforma le larve di questo animale in femmine. Se però, una larva non ancora determinata viene a contatto con una femmina adulta, l'ulteriore CO2 prodotta da tali organismi provoca lo sviluppo della larva in direzione maschile e precisamente in un piccolo maschio parassita, permanentemente attaccato all'organo escretore della femmina. Giusto per essere precisi, non dipende solo dalla CO2, ma anche dagli ioni di potassio, e di calcio e si presume anche da altri elementi chimici! Se non sbaglio stavamo parlando di ereditarietà e di correlazione genotipo - fenotipo. Nel caso della Bonella Viridis come in molti altri, la determinazione del sesso non è una caratteristica ereditaria, poichè il sesso (fenotipo) dipende dall'ambiente.

Hai scritto:

Ma non pretendere di attaccare l'evoluzione dicendo che è la genetica ad essere fallata.

Non è la genetica ad essere fallata, semmai è il contrario!

E' lo studio approfondito della genetica, della biologia molecolare e della biochimica che crea ulteriori problemi alla teoria dell'evoluzione!

Hai scritto:

Rileggi quello che ho scritto, ho l'impressione che tu abbia un po' sorvolato sulle mie affermazioni. Io ho chiesto come mai non si parla del caso in cui siano presenti nello stesso essere SIA riproduzione sessuata CHE riproduzione asessuata. Nello stesso essere vivente.

Chiedo venia, ho letto male io!

Nel link che ho postato dimostra la complessità e la complementarità della riproduzione sessuata:

http://progettocosmo.altervista.org/index.php?option=content&task=view&id=82

Nel caso di organismi dove ci sono entrambi i due tipi di riproduzione, e di come tali sistemi di riproduzione si sarebbero evoluti insieme nello stesso organismo, o magari in un organismo che aveva già un tipo di riproduzione, dunque non era necessario un'altro, a mio avviso è un problema ancora più
grande da spiegare con l'evoluzione!

Presumo che ti riferisci alla doppia riproduzione perchè l'ipotesi evolutiva prevede che dalla riproduzione asessuata si è passati a quella sessuata. Un esempio interessante: la medusa che si riproduce prima per via sessuata emettendo le uova che vengono poi fecondate dal maschio, poi dalle uova si formano le larve, le planule, che scendono sul fondo marino, e vi si fissano; successivamente assumeranno la forma di polipo, che inizierà la riproduzione asessuata (agamica), ovvero il polipo comincia a sezionarsi trasversalmente prendendo l'aspetto di una pila di piattini. Ogni piattino (efira), si stacca dall'organismo centrale, e diventa piano piano una medusa adulta. E' difficile da spiegare come si sarebbero evoluti insieme questi due meccanismi attraverso mutazioni "casuali", poichè i due sistemi di riproduzione risultano entrambi necessari contemporaneamente per la
medusa!

Hai scritto riguardo lo studio sulla metamorfosi:

Nessuno nega l'incertezza, ma lo studio è stato fatto. E i cambiamenti a livello endocrino servono proprio per mostrare una ipotesi dell'evoluzione della metamorfosi. Lo scrive proprio qui: "Based on endocrine studies and morphological comparisons of the development of insect species with and without metamorphosis, a novel hypothesis for the evolution of metamorphosis is proposed."

Appunto fanno solo un'ipotesi, ammettendo che non sanno come si sia evoluto un tale meccanismo:

"Insect metamorphosis is a fascinating and highly successful biological adaptation, but there is much uncertainty as to how it evolved"

Uso un'analogia:

Studiare in maniera dettagliata come funziona un motore e fare dei paragoni tra un motore di una Ferrari o di una Fiat 500, non può spiegare se il motore si sia creato (evoluto) per "caso"; anzi è evidente il contrario, che siamo di fronte ad un progetto intelligente! La metamorfosi è un meccanismo molto più complesso del funzionamento di un motore!

Hai scritto:

Ma questo, perdonami, è ben diverso da dire che 'il fenotipo è l'insieme delle manifestazioni di una malattia', che è una definizione sbagliata.

Non è una definizione sbagliata, forse la frase da sola viene interpretata male.

Comunque adesso mi pare ci siamo capiti!

Hai scritto riguardo i prioni:

Io la leggo in maniera differente, scusa. L'alterazione genica è ereditaria, mentre la proteina prionica causa la malattia.

Ho scritto la stessa cosa:

L'alterazione genetica che si eredita, in sè non è dannosa, è la proteina prionica generata che causa la malattia!

Hai scritto:

Quindi se gli eredi di un malato non vengono mai a contatto con la proteina non si ammalano, anche se il loro progenitore si è ammalato, ma ereditano solo un'alterazione genica.


Si ammalano con prioni infettanti, se la mutazione genetica viene ereditata come carattere autosomico dominante!

http://www.neurologiacannizzaro.com/GERSTMANN-STR%C3%84USSLER-SCHEINKER1.htm

Hai scritto riguardo i gemelli monozigoti:

Ma queste differenze non sono ereditarie, sono contingenti.

Appunto, le differenze ci sono nel fenotipo, nonostante il Dna sia identico! Il termine che usi "contingenti" è la dimostrazione che il fenotipo è variato
rispetto al genotipo identico! Il fenotipo ereditato dallo stesso genotipo è variato!

Hai scritto:

E' come se io mi rompessi una gamba. Il mio fenotipo è variato, ma i miei figli non erediteranno la gamba rotta. Io ho parlato di variazione ereditaria del fenotipo.

Riporto esattamente quello che avevi scritto nel post 1480:

ma in quale altro modo si può spiegare una variazione ereditaria del fenotipo se non attraverso una mutazione genetica? Quale altro meccanismo testimoniato può influenzare l'espressione fenotipica in questo modo?

Nella prima domanda escludi la possibilità che possa variare il fenotipo, se non viene ereditata una mutazione genetica!
Nella seconda domanda, chiedi se esiste un'altro meccanismo in grado di influenzare l'espressione del fenotipo, che escluda la mutazione genetica!

Nel caso dei gemelli la variazione del fenotipo NON dipende da una mutazione genetica ereditata, il Dna è identico al 100%, entrambi i gemelli hanno "ereditato" lo stesso identico genotipo dai genitori, eppure il fenotipo è variato, senza che sia avvenuta una mutazione genetica!

Hai scritto:

Vorrei però una definizione un pò più chiara di questa "eredità proteica per contiguità" per capire se è contrario alla teoria genetica.

Non sò cosa intendi precisamente con la teoria genetica, ma l'eredità proteica per contiguità non è contraria alla genetica. La genetica è la scienza che studia i geni, l'ereditarietà e la variabilità genetica degli organismi.

La malattia da prioni ha demolito uno dei dogmi (fatto dagli uomini) della biologia molecolare che riteneva che tutti gli "agenti infettivi" precedentemente conosciuti, includevano nella loro struttura, per quanto semplificata essa sia, come nel caso dei virus, un quantitativo pur minimo di materiale genetico (DNA o RNA). I prioni invece sono "proteine prioniche" infettanti, che causano le encefalopatie spongiformi, malattie degenerative "mortali" del sistema nervoso.

Ciao!
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In un qualche tempo avvenire, non molto lontano se misurando per secoli, è quasi certo che le razze umane incivilite STERMINERANNO e si sostituiranno in tutto il mondo alle razze selvagge - (Charles Darwin)
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  •  Celacanto
      Celacanto
Re: Darwin e l
#1560
Ho qualche dubbio
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Ciao Badger!

Hai scritto riguardo la precedente «certezza scientifica», che i mammiferi attuali si sarebbero evoluti e diversificati solo dopo l’estinzione di massa dei dinosauri:

Al solito, si leggono i risultati di studi scientifici in modo da adattarli alla propria visione, quando invece tali studi dicono tutt'altro. Lo dimostro qui di seguito. Recentemente è stato pubblicato un lavoro sulla “cronologia” della radiazione dei Mammiferi moderni; qui il riepilogo in italiano.

Non ho adattato nulla alla mia visione, riporto proprio il link dell'articolo del riepilogo in italiano che citi:

Tutti conoscono la teoria che descrive l'estinzione di massa che portò alla scomparsa dei dinosauri avvenuta circa 65 milioni di anni fa, tra la fine del Cretaceo e l'inizio del Terziario. Un grande meteorite, del diametro di 10Km, che cadde sulla Terra diede origine al Golfo del Messico e abbassò vertiginosamente la temperatura del nostro pianeta, creando le condizioni per l'estinzione dei dinosauri. Da quel momento i mammiferi, che precedentemente erano rappresentati solo da poche specie e confinati in "cantucci e angolini ecologici", si diffusero su larga scala e diedero origine ai progenitori dei mammiferi attuali. Questa ipotesi trova conferma sia nei resti fossili che nelle testimonianze geologiche. Infatti, i fossili dei dinosauri sono abbondanti prima di 65 milioni di anni fa e pressochè nulli dopo, mentre quasi l'esatto opposto accade per i mammiferi.

Ho scritto la stessa cosa:

"Secondo la precedente «certezza scientifica», i mammiferi attuali si sarebbero evoluti e diversificati solo dopo l’estinzione di massa dei dinosauri che, avvenuta 65 milioni di anni fà, avrebbe lasciato loro lo spazio ecologico per fiorire e prosperare, differenziandosi per evoluzione nelle numerosissime forme oggi esistenti (4450 specie). In realtà, il nuovo studio ha stabilito senza ombra di dubbio che la maggior parte dei mammiferi oggi esistenti già esistevano «molto prima dell’estinzione dei dinosauri». Fino a ieri si credeva che i pochi mammiferi coesistenti coi dinosauri fossero dei piccoli roditori notturni. Oggi, lo studio pudicamente ammette che praticamente tutti i mammiferi che conosciamo (tutti i placentati, dice) vissero «insieme» ai dinosauri, antichi quanto loro. Tutti significa tutti"

In cosa consisterebbe l'adattamento a una mia visione?

Hai scritto successivamente riguardo le conclusioni dell'articolo che riporto:

Che è un totale travisamento. La ricerca, in base ad un'analisi di biologia molecolare, conclude che la radiazione evolutiva dei mammiferi dovrebbe essere retrodatata almeno oltre i 140 milioni di anni fa. Attenzione: NON si parla di origine dei Mammiferi, ma della loro radiazione evolutiva, cioè la diversificazione in varie specie.

Secondo me il termine radiazione evolutiva è solo un modo elegante per dire che la precedente certezza scientifica, grazie a questo poderoso studio internazionale viene invalidata!

La teoria evolutiva affermava che i mammiferi attuali si sarebbero evoluti e diversificati solo dopo l’estinzione di massa dei dinosauri, e che erano rappresentati solo da poche specie e confinati in "cantucci e angolini ecologici, (come afferma anche l'articolo del sito che citi) e inoltre fossero
rappresentati solo da piccoli roditori notturni (questo se lo sono dimenticato).

Questo studio ha demolito tale certezza pseudo-scientifica, che è stata propagandata fino ad oggi.

Probabilmente tù contesti La frase dell'articolo di Blondet che riporto: - "Non c’è stata dunque alcuna «evoluzione», né tantomeno alcuna «discendenza» da animali più primitivi a più evoluti."

Potrei anche essere d'accordo che questa conclusione di Blondet, sia una sentenza definitiva che nell'articolo di Nature non viene mai presa in considerazione! Mi pare ovvio che una rivista evoluzionista negherà sempre che l'evoluzione sia stata messa in discussione!

Vorrei farti notare che tutte le filogenie fatte fino ad oggi dalla precedente certezza dell'evoluzione dei primi mammiferi notturni, con tanto di ipotetici fossili e "datazioni" risalenti a circa 65 milioni di anni fà, che si sarebbero evoluti subito dopo l'estinzione dei dinosauri, vengono buttate nel cestino!

Come potevano essersi evolute dalle poche specie di quei piccoli roditori notturni, tutte le specie di mammiferi, se erano già "evoluti" molto prima di 65 milioni id anni fà?

Questo dimostra ancora una volta tutte le congetture e gli scenari immaginari ricostruiti dalla immaginazione dei scienziati evoluzionisti! Il travisamento c'è, ma nella teoria evolutiva! Io questo lo vedo come uno sconvolgimento macrocospico della teoria evolutiva!

L'altro studio che citi, che invece darebbe ragione alla precedente teoria, sono andato a leggerlo, quindi riporto alcune constatazioni che fanno nel sito in italiano che hai citato:

Riguardo il popolamento della terra da parte mammiferi vi è un dibattito aperto tra coloro che sostengono che la classe di vertebrati a cui noi apparteniamo si sia diffusa a partire dall'estinzione dei dinosauri, circa 65 milioni di anni fa, e coloro che affermano che la radiazione adattativa sia avvenuta molto prima, tra 140 e 80 milioni di anni fa. I dati paleontologici sono in accordo con la prima teoria, mentre quelli molecolari, basati sull'analisi del DNA, con la seconda.

Questo è un classico disaccordo tra Biologi molecolari e paleontologi!

Poi ancora c'è scritto:

Wible ha costruito un albero filogenetico sulla base di 409 caratteri morfologici analizzati su 69 taxa estinti e ancora esistenti di mammiferi placentati, dal momento che sulle 5416 specie di mammiferi conosciuti ben 5080 sono euteri. I risultati portano alla conclusione che nessuna specie di mammiferi placentati moderni si sia evoluta prima della scomparsa dei dinosauri.

Dunque questo studio è stato fatto in base a improbabili alberi evolutivi e conclusioni soggettive e discutibili dello studio dei caratteri morfologici:

Improbabili Alberi filogenetici e caratteri morfologici:

http://www.trueorigin.org/theobald1b.asp

Infine nell'articolo che citi c'è scritto:

Nonostante questa nuova ricerca la diatriba continua. Infatti David Archibald, paleontologo della San Diego State University, sostiene che la diffusione dei mammiferi "è assolutamente correlata all'estinzione dei dinosauri", mentre Stephen O'Brien, biologo evoluzionista del National Cancer Institute, non ne è convinto, affermando che, nonostante l'attendibilità dei dati forniti, "l'interpretazione e le ipotesi che vengono proposte non sono per nulla supportate".

Biologi molecolari vs paleontologi!

Ho come un presentimento che vinceranno i biologi molecolari!

Non c'era bisogno dello studio a livello di biologia molecolare per stabilire che i mammiferi erano contemporanei dei dinosauri. l'ho citato perchè lo studio internazionale l'aveva fatto la rivista "evoluzionista" Nature!

La Cina è un giacimento molto grande di fossili. A parte le manipolazioni dell'archaeraptor fatte dai contadini cinesi per sopravvivere alla povertà in cui si trovano (tutti dobbiamo campare), e i probabili falsi dinosauri pennuti più recenti, in Cina ci sono veramente giacimenti fossili di insetti, piante, rettili e mammiferi. Lo studio che ho citato sugli insetti di C. Labandeira e J. Sepkoski, si basa per buona parte sui fossili di insetti provenienti dalla Cina.
Inoltre molti insetti sono rimasti intrappolati nell'ambra, non solo, moltissimi fossili di piante si trovano in Cina, tra cui il Ginko Biloba, un fossile vivente. Ebbene in Cina e nei paesi vicini si trovano anche molti resti fossili di mammiferi.

Posto un link di un file in formato Pdf dove vengono catalogati un vasto numero di "teschi" di molti mammiferi presenti oggi che risalgono tra i 2 e i 100 milioni di anni, tra i quali un teschio di un lupo risalente a 120 milioni di anni:

I teschi che demoliscono Darwin:

http://67.15.194.37/download/05/21/d3a96acdc30f118847749b115acaa8a5/skulls_demolish_darwin.zip

Ne cito alcuni catalogati:

Tigre 90 milioni di anni

Leone di 82 - 85 milioni di anni

Leopardo di 73 milioni di anni

Giaguaro 87 milioni di anni

Lupo comune 75 - 82 milioni di anni

Lupo 120 milioni di anni

Coyote 90 milioni di anni

Iena 90 milioni di anni

Orso Grizzly 89 milioni di anni

Orso Polare 74 milioni di anni

Panda 88 milioni di anni

Asino selvatico 66 milioni di anni

Antilope 83 milioni di anni

Cervo maculato 78 milioni di anni

Giraffa 65 milioni di anni

Rinoceronte 75 milioni di anni

Cinghiale 87 milioni di anni

Foca maculata 84 milioni di anni

Questo fatto dei mammiferi già presenti e evoluti contemporanei ai dinosauri era già noto in parte ai paleontologi evoluzionisti:

George Gaylord Simpson, una delle massime autorità evoluzioniste e "fondatore" della teoria neo-darwinista, commenta:

Il più sbalorditivo evento nella storia della vita sulla terra è il passaggio dal Mesozoico, l'età dei rettili, all'età dei mammiferi. Avvenne come se il sipario fosse stato calato improvvisamente su una scena in cui tutte le parti da
protagonista fossero appartenute a un gran numero di rettili di stupefacente varietà, in particolare ai dinosauri. Repentinamente rialzate le tende, quindi, lo scenario si sarebbe rivelato lo stesso, ma non il cast, esso è completamente rinnovato: i dinosauri scomparsi, gli altri rettili ridotti a semplici comparse e tutti i ruoli principali affidati a diversi mammiferi, oggetto di fugaci allusioni negli atti precedenti.

(George Gaylord Simpson, Life Before Man, New York: Time-Life Books, 1972, p. 42)

Nel momento della brusca apparizione dei mammiferi, le differenze tra loro erano già molto marcate. Animali tanto diversi, quali i pipistrelli, i cavalli, i topi e le balene sono tutti mammiferi emersi nel corso dello stesso periodo
geologico. Stabilire una relazione evolutiva tra loro è impossibile anche all'interno dei più vasti confini dell'immaginazione. Lo zoologo evoluzionista R. Eric Lombard vi attribuì grande importanza in un articolo apparso sulla rivista Evolution:

"Queste ricerche di specifiche informazioni al fine di costruire filogenesi di taxa di mammiferi andranno incontro a delusioni"
(R. Eric Lombard, "Review of Evolutionary Principles of the Mammalian Middle Ear, Gerald Fleischer", Evolution, Vol 33, December 1979, p. 1230)

Inoltre quando si parla di radiazione evolutiva dai rettili ai mammiferi, anche se viene retrodatata, (creando un'immensità di problemi), rimane ugualmente una teoria. Non mi pare che i resti fossili dimostrino come dici tù, un'evoluzione riguardo i presunti rettili Terapsidi che hanno originato i Mammiferi, o i proto-mammiferi:

Fossili rettile mammiferi?
http://www.trueorigin.org/therapsd.asp

Mammal-like reptiles: major trait reversals and discontinuities:

http://www.answersingenesis.org/tj/v15/i1/reptiles.asp

il paleontologo evoluzionista Roger Lewin è stato costretto a dire che: - "la transizione verso il primo mammifero, che probabilmente avvenne in uno o, tutt'al più, in due casi, è ancora un enigma".
(Roger Lewin, "Bones of Mammals, Ancestors Fleshed Out", Science, vol 212, June 26, 1981, p. 1492)

Come era scritto nell'articolo che ho citato, le specie compaiono tutte insieme, già «evolute» o senza apparente «storia evolutiva», e permangono immutate, finchè non intervengono estinzioni più o meno di massa che sfrondano la varietà originaria.

Io non ci vedo lo stravolgimento che dici. Sebbene i paleontologi più attenti o più onesti lo sapevano già, i risultati della ricerca internazionale sono chiari, la precedente certezza pseudo-scientifica che alla fine del Cretaceo, circa 65 milioni di anni fà, i dinosauri scomparvero definitivamente dando inizio all’evoluzione e la diversificazione di qualche specie di roditori notturni verso le varie specie Mammiferi, viene demolita!

Questo è un grande stravolgimento, ma della teoria evolutiva! Per anni hanno fatto il lavaggio del cervello alla gente, facendo credere che c'èra una sequenzialità cronologica ed evolutiva dall'estinzione dei dinosauri, all'esplosione delle specie dei mammiferi, quando era noto anche ai paleontologi più onesti come Gould, che ciò non era vero!

Cito Steven J. Gould:

Gould, notissimo paleontologo e fermo sostenitore dell'evoluzionismo, ammise l'infondatezza dell'evoluzione graduale postulata da Darwin, che definì: - "frutto dei pregiudizi politici e culturali del diciannovesimo secolo".

Riporto anche un commento in inglese (non serve che lo traduca) sempre di Gould:

“The extreme rarity of transitional forms is the trade secret of paleontology ... The history of most fossil species includes two features particularly inconsistent with gradualism: 1. Stasis. Most species exhibit no directional change during their tenure on earth. They appear in the
fossil record looking much the same as when they disappear; morphological change is usually limited and directionless. 2. Sudden appearance. In any local area, a species does not arise gradually by the steady transformation of its ancestors; it appears all at once and ‘fully formed.’”
[S.J.
Gould (evolutionist); Natural History 86:14 (1977)]

Fonte: http://www.trueorigin.org/isakrbtl.asp#fossils

Una cosa andava riconosciuta a Gould (è morto nel 2002) che è stato criticato aspramente dagli ortodossi evoluzionisti gradualisti (con a capo Richard Dawkins), l'onestà!

Hai scritto:

Questo è un esempio lampante di come i siti creazionistici stravolgono i risultati di ricerche serie. Se si continua a dare retta a questa roba, non si verrà mai a capo di nulla.

In quanto a stravolgimenti e congetture i siti evoluzionisti sono dei campioni, specie sulla datazione della diversificazione e dell'evoluzione dei mammiferi dopo l'estinzione dei dinosauri:

http://it.wikipedia.org/wiki/Mammiferi

Cito qualche paragrafo di wikipedia riguardo i mammiferi:

Dopo l'estinzione di massa del Cretaceo, 65,7 milioni di anni fa, i mammiferi diedero luogo, per un fenomeno di radiazione adattativa, ad una rapida diversificazione di forme e dimensioni, anche se per tutto il Paleocene (va dai 65 ai 56 milioni di anni fa circa) i piccoli mammiferi continuarono a
dominare la scena. Le eccezioni, in ogni caso, non mancavano: i pantodonti, ad esempio, erano un gruppo che comprendeva anche forme lunghe due metri. Nel corso dei successivi milioni di anni si sviluppò un gran numero di mammiferi primitivi, che non hanno corrispondenti nella fauna attuale. Tra questi gruppi, da citare i teniodonti e i tillodonti, che potevano raggiungere le dimensioni di un orso ma con musi che li facevano assomigliare a giganteschi roditori, i dinocerati (simili a rinoceronti mostruosi) e i pantolesti, strani animali simili a lontre comprendenti anche forme velenose.

Ecco altri siti dove vengono dette le stesse cose:

http://www.elicriso.it/it/geologia_ambiente/terziario/

http://www.ecplanet.com/canale/scienza-1/archeologia-39/1/0/8365/it/ecplanet.rxdf

http://www.urantia.org/italiano/il_libro/fascicolo061.htm

http://www.pd.astro.it/othersites/altrimondi/prot02_083/evoluzione.htm

http://www.universonline.it/_preistoria/articoli/01_05_30_a.php

Solo per citare alcuni siti!

Negli Stati Uniti, in seguito ad un dibattito fra evoluzionisti e creazionisti, c'è stato un processo, il famoso giudizio di Scopes nel 1925, vinto dagli evoluzionisti, che poi però venne annullato:

Il momento cruciale di questo dibattito si ebbe quando Clarence Darrow invitò il giovane pastore William Jennings Bryan al banco dei testimoni. Darrow, che era ateo ed evoluzionista, chiese a Bryan se sapeva che nel suo Stato natio, il Nebraska, alcuni milioni d’anni fa, era vissuta tutta una razza di uomini - scimmie. Bryan rispose che non ne sapeva nulla e che non ci credeva affatto. Fù allora che Darrow introdusse il dr. Henry Fairfield Osborn, del Museo americano di Storia naturale, il paleontologo più stimato a quel tempo negli Stati Uniti. Questi, come testimone, attestò che appena tre anni prima, nel 1922, era stata scoperta la prova che nel Nebraska era vissuta una razza di uomini - scimmie un milione d’anni fa. Bryan non si scompose. Gli evoluzionisti vinsero la causa.

La notizia fece il giro del mondo. Allorquando si fecero delle ricerche riguardo a questa pretesa prova, si trovò che essa era stata scoperta da un certo Harold Cooke, e pertanto, secondo la terminologia scientifica, al reperto era stato dato il nome di Hesperopithecus haroldcookii, vale a dire:
uomo - scimmia occidentale di Harold Cooke, l'uomo del Nebraska. Ma in che consisteva la prova? La prova era data da un dente. Non diversi denti o una mascella o un cranio – ma un dente! Qualche tempo dopo si scoprì un identico altro dente nella medesima zona. Questo secondo dente però era attaccato ad una mascella, la quale a sua volta faceva parte di uno scheletro, e questo scheletro era quello d’un porco, più esattamente un
pecari o suino americano, una specie estinta. Il dr. Duane Gish, esperto in fossili, commentando la scoperta, disse:

“Non si tratta né di una scimmia vicina all’uomo, né di un uomo vicino alla scimmia, ma semplicemente di una specie scomparsa di maiale. Io penso che ci troviamo di fronte al caso di uno scienziato che ha prodotto un uomo partendo da un porco, oppure di un "porco" che ha prodotto una scimmia partendo da uno scienziato”.

Sono d'accordo con la seconda ipotesi del dr. Duane Gish.

Hai scritto riguardo l'insetto foglia:

La dimostrazione dell'errore risiede nel fatto che solo recentemente è stato trovato il più antico – e a quanto pare unico - fossile di insetto foglia che mima una foglia di Angiosperme, che risale a 47 milioni di anni fa. Come si faceva quindi a dire che gli insetti foglia risalissero al Giurassico, se nemmeno esistevano dei fossili?

Onestamente non capisco esattamente il collegamento che ha fatto Sermonti tra i fasmidi di 47 milioni di anni fà e i protofasmidi che venivano classificati come gli antenati degli insetti foglia. Bastava citare direttamente i
protofasmidi (quando erano ancora gli antenati dei fasmidi).
Rileggendo nel link che ha citato Notturno c'è scritto:

il problema è nato quando sono stati trovati fossili di questi fasmidi nell'ambra del Baltico risalente al terziario (ca. 50 milioni di anni fa). Questi fossili «sono "identici" alle specie attuali, che quindi non hanno conosciuto graduazioni. Essi originerebbero dai Cresmodidi, del Giurassico Superiore tedesco, i cui fossili si trovano in giacimenti di circa 150 milioni di anni fa. I più antichi fossili di insetti a bastoncino o foglia (protofasmidi) risalgono ad ere ancora più remote, ai 250 milioni di anni del Permiano (Paleozoico). Si potrebbe suggerire che gli insetti abbiano compiuto il percorso per rassomigliare alle foglie con estrema gradualità, a partire da epoche antichissime. Ma qualcosa non torna in questo quadro. Le piante con foglie e fiori (farenogame, latifoglie) hanno fatto la loro apparizione solo nel Cretaceo, il che vuol dire circa 100 milioni di anni fa, molto dopo la comparsa dei primi fasmidi.

Il collegamento che fà Sermonti potrebbe (è un'ipotesi) essere dovuto al fatto che si pensava che gli insetti foglia con capacità mimetiche identiche a quelli attuali si fossero evoluti gradualmente fino ad oggi, rispetto al ritrovamento fossile risalente ai 47 milioni di anni, identico agli insetti foglia attuali. Penso che li abbia poi collegati ai cresmodidi (150 milioni di anni) che restano ancora oggi gli antenati degli insetti foglia, che a sua volta (prima
dell'esclusione) erano i discendenti dei protofasmidi. La mia è solo un'ipotesi!

Hai scritto:

Inoltre, le foglie esistevano ben prima delle Angiosperme e anche prima del Triassico. Quindi lo sbaglio c'è e resta tutto.

Sermonti si riferisce agli insetti foglia giganti che trovi in basso alla fine di questa pagina, che si mimetizzano sulle latifoglie, questi insetti sono di colore verde e anche marrone:

Fasmidi Phyllium giganteum
http://www.amiciinsoliti.it/artropodi/fasmidi.html

I resti fossili più antichi di Ginko Biloba che ha le foglie molto simili alle piante a fiori, risalgono circa a 150 milioni di anni.

http://it.wikipedia.org/wiki/Ginkgo_biloba

Le Cycas assomigliano a una palma in miniatura, non hanno foglie;

http://it.wikipedia.org/wiki/Cycas

dell'ordine delle Cycadales che risalgono a 280 milioni di anni

http://zappedia.com/dettagli/Cycadales

ci sono le Stangeriaceae che hanno delle foglie "abbastanza simili alle latifoglie, i resti fossili più antichi risalgono circa ai 180-190 milioni di anni (Giurassico)

http://it.wikipedia.org/wiki/Stangeriaceae

le pteridofite sono felci, non hanno latifoglie (foglie larghe a prescindere dalla loro forma)

http://it.wikipedia.org/wiki/Felci

le altre gimnosperme risalenti a 250 milioni di anni, sono simili alle felci e alle conifere non hanno foglie (latifoglie) simili alle piante da fiori.

http://it.wikipedia.org/wiki/Pinophyta

Una pianta che appartiene alle gimnosperme con foglie come le piante da fiori sono le Gnetofite dove l'insetto foglia potrebbe mimetizzarsi molto bene, i resti fossili sono molto recenti, e si esclude addirittura che da esse si siano sviluppate le angiosperme, poichè i fossili più antichi risalgono a circa 60 milioni di anni

http://it.wikipedia.org/wiki/Gnetophyta

stessa cosa per le Zamiaceae

http://it.wikipedia.org/wiki/Zamiaceae

Premetto che non ha nessuna importanza ormai dato che i protofasmidi sono stati esclusi dai scienziati evoluzionisti dalla filogenia dei fasmidi.

Siccome non escludo che ci siano piante con foglie che risalgono a periodi di 250 milioni di anni, anzi se hai notizie o dei link di reperti fossili di gimnosperme con foglie come le piante da fiori che risalgono a 250 milioni di anni, o angiosperme di 250 milioni di anni, ti sarei grato che le postassi, perchè come ho già detto non lo escludo, in questo modo mi tengo aggiornato!

Per quello che mi riguarda io NON metto in dubbio la teoria evolutiva sulla base degli insetti foglia che ci fossero o meno prima delle foglie!
Credo sia la stessa cosa anche per Sermonti, dato che è un biologo e genetista e non un paleoentomologo! Credo che Sermonti metta in discussione la teoria evolutiva in base le sue conoscenze del Dna e della biologia in generale. Tuttavia se Sermonti continua a credere che ci fossero insetti foglia, prima delle foglie, è affar suo!

Hai scritto riguardo lo studio degli insetti che ho citato:

Questo è un altro travisamento. Le tue argomentazioni sugli apparati degli insetti derivano dalla distorsione (presumo ad opera dei soliti noti) del lavoro che hai citato. Ebbene, quello che i due scienziati mettono in evidenza è che la grande radiazione delle Angiosperme nel Creatceo non pare aver accelerato la diversificazione degli insetti e che le basilari forme di apparati boccali erano già presenti prima dell'avvento delle piante a fiore. NON dicono che gli apparati boccali specializzati per i fiori erano già presenti prima dei fiori, anche perché gli apparati boccali degli insetti NON sono fatti soltanto per alimentarsi ai fiori e gli insetti in genere non si sono evoluti solo in virtù della presenza dei fiori! Del resto, prima delle Angiosperme c'erano già moltissime altre specie di piante (felci, palme, gimnosperme e tante altre ora estinte), e si erano già stabilite molte associazioni insetto-pianta (insetti che deponevano uova nelle piante con conseguente formazione di galle; alimentazione su pollini di gimnosperme e felci, alimentazione su foglie, eccetera), con relative specializzazioni delle appendici.

Cito l'ultima frase nell'abstract: - "The basic trophic machinery of insects was in place nearly 100 million years before angiosperms appeared in the fossil record."

Per quale motivo gli stessi studiosi ci tengono a precisare che l'apparato nutrizionale degli insetti, era già presente prima dell'apparizione nei resti fossili delle angiosperme?

Ecco il link "creazionista" da dove ho preso la notizia:

archiviostorico corriere:

http://archiviostorico.corriere.it/1993/settembre/19/nato_prima_fiore_insetto_vince_co_0_93091914357.shtml

Riporto qualche frase che non ho scritto, del noto sito "creazionista", di "sinistra". Il titolo dell'articolo è molto esplicito:

"e' nato prima il fiore o l' insetto? vince l' insetto":

Un luminoso giorno di fine estate. Farfalle, insetti e api disegnano una fitta trama di voli attorno a un cespuglio di fiori. Tuffano il loro capo dentro accoglienti calici di campanule blu e ripartono. E' un viavai operoso che smette solo al calare del sole. Difficile, quasi impossibile, pensare che gli insetti possano esistere senza i fiori. Sono fatti gli uni per gli altri. Una convinzione popolare condivisa finora anche dagli scienziati. Al comparire, 125 milioni di anni fa, delle piante angiosperme, cioe' che portano fiori, i biologi hanno infatti sempre collegato la comparsa di una miriade di nuove forme di insetti. Ma a quanto pare non e' cosi' . La maggiore espansione e diversificazione degli insetti, come dimostra uno studio pubblicato sulla rivista scientifica americana Science e ripreso dal The New York Times, e' avvenuta in realta' 100 milioni di anni prima della comparsa delle angiosperme, durante il periodo Cretaceo.

Anche il Corriere noto sito "creazionista" di sinistra, avrebbe travisato? Nell'articolo del corriere il riferimento agli apparati nutrizionali degli insetti, precedenti alle angiosperme è esplicito!

Cito anche il noto sito "creazionista" anticlericale, The New York Times.

Long Before Flowering Plants, Insects Evolved Ways to Use Them:

http://query.nytimes.com/gst/fullpage.html?res=9F0CE6D7103FF930A3575BC0A965958260&sec=health&spon=&pagewanted=all

ON a summer's day, nothing is more natural than the sight of bees and butterflies sticking their heads deep into garden blossoms. Insects and flowering plants are so evidently made for each other that scientists have long assumed it was the emergence of plants with flowers, or angiosperms, 125 million years ago that led to the sudden flourishing of insects in myriad forms.This assumption, elevated to conventional wisdom and taught in biology courses, has been challenged in a new, comprehensive study of insect fossils. The greatest expansion and diversification of insects, it has now been discovered, actually began 120 million years before the advent of angiosperms. If anything, when flowering plants proliferated, insect diversification slackened.

E' ovvio che gli insetti dovevano mangiare prima della comparsa delle angiosperme. Nello studio parlano della grande radiazione degli insetti che non è stata accelerata dalle espansione delle angiosperme nel periodo Cretaceo. Ma gli studiosi fanno notare anche il fatto che tali apparati
nutrizionali in molti insetti sarebbero risultati perfetti 100 milioni di anni dopo per le piante con i fiori.

Non ho travisato nulla, basta leggere l'ultima riga nell'abstract dello studio!

Hai scritto riguardo la mia domanda su quando avvengono le macroevoluzioni:

Quando sussistono modificazioni genetiche e fenotipiche che garantiscano un qualche vantaggio ai portatori, che possono così sfruttare meglio nuove o diverse condizioni ecologiche. Niente mutamenti genetici, niente mutamenti fenotipici, niente evoluzione. La "macroevoluzione" avviene nel tempo, è qualcosa che vedi a scala maggiore, lo avevo già precisato.

Se la macroevoluzione avviene nel tempo, ma non avvengono mutamenti genetici, niente mutamenti fenotipici e niente evoluzione, come avviene l'evoluzione e la comparsa di strutture cellulari, organi, e apparati fisici nuovi in un organismo che prima ne era sprovvisto, che sarebbe un evento indispensabile per potere immaginare un’evoluzione direzionale con trasformazione di un organismo in un altro, con la comparsa di forme nuove e più complesse di vita?

Hai scritto:

L'evoluzione non è automatica: se si verificano delle condizioni che favoriscono radiazioni evolutive, c'è evoluzione, se no resta tutto com'è. Qual è il problema? La “stasi” evolutiva, peraltro, è un concetto ormai appurato da tempo e considerato all'interno della teoria degli equilibri punteggiati, che è un buono strumento per lo sviluppo di studi che chiariscano maggiormente i tempi dell'evoluzione

Quali sarebbero le condizioni che favoriscono le radiazioni evolutive, potresti
essere più esplicito!

La teoria degli equilibri punteggiati consiste, sostanzialmente, nell'interpretare le testimonianze fossili in modo da dimostrare che le varie specie siano esistite per lunghi periodi senza variazioni significative (fase di equilibrio). Poi quando un piccolo gruppo "isolato" di individui si separava dal resto dei suoi simili e si trasferiva in un nuovo ambiente, avveniva rapidamente il cambiamento o una macromutazione in senso evoluzionistico (fase di puntualizzazione).

Per esempio, secondo questa teoria una specie di rettile sopravvive per milioni di anni, non subendo mutazioni. Ma un gruppo piccolo di rettili "in qualche modo" abbandona questa specie e subisce una serie di mutazioni maggiori, per quale ragione subisca queste macromutazioni non è ancora stato chiarito! Poiché questo processo accade molto rapidamente ed in una piccola popolazione, ci sono pochissimi fossili delle forme intermedie, o nessun fossile potrà mai essere ritrovato. Secondo le teorie di Gould quella ampia gamma di macromutazioni, provocherebbero dei grandi cambiamenti
vantaggiosi in quel piccolo gruppo di creature viventi, e produrrebbero nuove informazioni genetiche. Sempre secondo le teorie di Gould quelle piccole popolazioni animali avrebbero un maggiore potenziale di variazione genetica rispetto a quelle di grandi dimensioni. Entrambe queste ipotesi sono in netta "contrapposizione" con la moderna conoscienza scientifica! Una delle regole formulate, basate su evidenti osservazioni da R. A. Fisher uno dei genetisti più conosciuti del secolo scorso, invalida chiaramente questa ipotesi. Nel suo libro "The Genetical Theory of Natural Selection"
afferma: - "La probabilità che una particolare macromutazione diventi stabile e venga aquisita in una popolazione è inversamente proporzionale al suo effetto sul fenotipo", in altre parole, più grande è la mutazione, minore sarà la probabilità che ha di trasformarsi in una caratteristica permanente all'interno del gruppo. Nel loro libro "The Natural Limits to Biological Change", il genetista Lane Lester e il biologo Raymond Bohlin descrivono il vicolo cieco rappresentato dalla nozione di macromutazione:

"...Sebbene le "macromutazioni" di molte varietà di esseri viventi producono cambiamenti drastici. La stragrande maggioranza sarà incapace di sopravvivere... Se le mutazioni strutturali dei geni sono inadeguate a causa della loro inabilità di produrre mutamenti abbastanza significativi, poi lo sviluppo delle mutazioni appaiono anche meno utili a causa della grande probabilità che non siano adattabili o causino delle conseguenze distruttive... Ma una cosa sembra certa: attualmente, la tesi che le mutazioni, grandi o piccole, sono la causa della produzione del cambiamento biologico illimitato, è più un articolo di Fede che di fatto". (Lane P. Lester, Raymond G. Bohlin, The Natural Limits to Biological Change, Probe Books, Dallas, 1989, pp. 141-142)


Il secondo concetto formulato dai proponenti della teoria degli equilibri punteggiati è quello del gruppo limitato o isolato dal punto di vista riproduttivo. Da questo emerge che la comparsa di nuove specie si verifica in comunità che contengono numeri molto piccoli di piante o animali. Secondo questa affermazione nelle grandi popolazioni di animali non
si verificherebbe uno sviluppo evolutivo, mantenendosi in "equilibrio" (stasi). Inoltre questi gruppi "isolati" si accoppiano solamente fra loro. Si "suppone" quindi che le macromutazioni siano molto più efficaci all'interno di tale piccolo gruppo, che in questo modo forma velocemente una nuova specie. Si suppone inoltre che questo di solito scaturisce "anche" dalle circostanze geografiche, come il caso dell'ornitorinco in Australia, dove però non si capisce da quali animali si sarebbe evoluto!

Cito M. E. Soulé and L. S. Mills:

"Tuttavia, gli esperimenti scientifici e le osservazioni effettuati negli ultimi anni hanno rivelato che essere in una popolazione limitata, non è un vantaggio dal punto di vista genetico, ma piuttosto uno svantaggio! Nelle piccole popolazioni è molto remota la possibilità di creare nuove specie, poichè generano seri difetti genetici. La ragione di questo è che gli individui delle popolazioni limitate o isolate devono accoppiarsi continuamente all'interno di un ristretto "pool genetico". la consanguineità porta a ciò che è conosciuta come "depressione congenita". per questa ragione, individui normalmente eterozigotici sono diventati sempre più omozigotici. Questo vuole dire che quei geni difettosi che sono normalmente recessivi divengono dominanti, col risultato che i difetti genetici e le malattie
aumentano all'interno della popolazione
" (M. E. Soulé and L. S. Mills, "Enhanced: No need to isolate genetics," Science, 1998, vol. 282, p. 1658)

Un esperimento condotto su una popolazione di cani beagles, ha dimostrato un marcato incremento della percentuale di morte infantile all’aumentare del grado di consanguineità. La mortalità nei cuccioli nati da genitori non consanguinei fù del 25%. Non appena il grado di consanguineità portò l’omozigosità presunta al 50%, il tasso di mortalità aumentò di circa 1/3; a un livello di omozigosità presunta fino al 67% morì la metà dei cuccioli e quando si raggiunse un massimo del 78,5% ne morirono i 3/4. (Da “ The truth about dogs” di Stephen Budiansky)

http://www.ilcontadodelmolise.com/spunti_di_riflessione_sui_criter.htm

Cito anche uno studio fatto su dei polli:

Per esaminare la questione della popolazione limitata o isolata, fù eseguito uno studio di 35 anni di una piccola popolazione di polli. E' risultato che i diversi polli divennero col tempo progressivamente più deboli dal punto di vista genetico. La loro produzione di uova cadde dal 100% a 80%, e la loro fertilità è diminuita dal 93% a 74% percento. Ma quando alcuni polli di altre regioni furono aggiunti alla popolazione, questo trend verso l'indebolimento genetico è stato fermato e perfino è stato invertito. Con l'infusione di geni nuovi venuti da fuori del gruppo isolato, gli indicatori della salute della popolazione ritornarono normali. (R. L. Westemeier, J. D. Brawn, J. D. Brawn, S. A. Simpson, T. L. Esker, R. W. Jansen, J. W. Walk, E. L. Kershner, J. L. Bouzat, and K. N. Paige, "Tracking the long-term decline and recovery of an isolated population", Science, 1998, vol. 282, p. 1695)

Queste e altre scoperte simili chiaramente hanno rivelato che l'affermazione dei proponenti della teoria dell'equilibrio punteggiato, ovvero l'ipotesi che le popolazioni limitate e isolate dal punto di vista riproduttivo siano la fonte
dell'evoluzione, non ha alcuna "validità scientifica".

Hai scritto:

Le mutazioni non intervengono identiche allo stesso tempo nell'intera popolazione di individui! Ma in alcuni o anche in uno solo. Quindi deve esistere un sistema per cui poi queste riescano a diffondersi nella popolazione. Quale altro meccanismo, oltre la selezione naturale applicata al concetto di fitness, assicura che quella tale modificazione genetica, che abbia un riflesso nel fenotipo, possa trasmettersi alla discendenza, mentre altre non si diffondono?

L'effetto diretto delle mutazioni è dannoso: dal momento che capitano accidentalmente, quasi sempre danneggiano l'organismo vivente che ad esse è sottoposto. La ragione ci dice che un intervento inconsapevole su una struttura perfetta e complessa non vi apporterà dei miglioramenti, ma
quasi sempre dei danni.

Se si prende in considerazione la riproduzione sessuata, affinchè una mutazione venga trasferita alla generazione successiva, deve avvenire nelle cellule riproduttive (gameti) dell'organismo: un cambiamento accidentale occorso in una cellula qualsiasi o in un organo del corpo non può essere trasferito alla generazione successiva. Per esempio, un occhio umano alterato dagli effetti delle radiazioni o da altre cause non passerà alle generazioni seguenti. E' impossibile che gli esseri viventi si siano evoluti, poiché non esistono meccanismi in natura capaci di determinare tale processo.

Hai scritto:

Insomma, quale meccanismo può spiegare come fa l'orchidea ad essere simile all'imenottero, imitando persino il feromone, per essere impollinata?

Se leggi l'articolo del Corriere sugli apparati boccali degli insetti, alla fine c'è scritto che Sepkoski (uno dei due studiosi) ha rilasciato un'intervista al New York Times dove suppone che sarebbero state le piante a fiori ad adattarsi
agli insetti, lo riporto alla lettera:

Nell' 85 per cento dei casi i vari tipi di apparato boccale si erano gia' evoluti prima della comparsa delle angiosperme. In pratica, il meccanismo base per mangiare degli insetti era cosi' com' era 100 milioni di anni prima che le piante con fiori comparissero sulla faccia della Terra. Da cio' si puo' dedurre, ha dichiarato Sepkoski in un' intervista al New York Times, che le angiosperme possano essersi evolute per sfruttare i diversi insetti che gia' esistevano, e non viceversa.

Nel link "creazionista" che ha citato Notturno, non ci sono solo incongruenze, ma spunti davvero interessanti!
Anche cercando di sforzarmi e mettendoci tutta la buona volontà, è impossibile da spiegare con mutazioni casuali e selezione naturale!

Nel caso dell'orchidea, siamo di fronte proprio ad un adattamento incredibile, che si potrebbe spiegare unicamente con mutazioni intelligenti, NON CASUALI, "finalizzate" per uno scopo preciso! In altre parole un progetto intelligente!

Riguardo alla tua domanda su quale tipo di meccanismo possa spiegare come un'orchidea diventi simile ad una vespa, imitando perfino il feromone di quell'unico tipo di vespa, ti rispondo che non c'è "nessun" tipo di meccanismo "casuale" che possa originare un fiore come l'orchidea che si serve di una vespa per la riproduzione, imbrogliandola! Credere che delle mutazioni "casuali" unite alla selezione naturale hanno originato un fiore come l'orchidea che si potrebbe definire "intelligente", è un insulto alla Ragione!

Rispondo al tuo ultimo post, riportando un link di un'altra scoperta interessante, anche questa impossibile da spiegare con qualsiasi meccanismo Darwiniano:

Structural Insights into a Circadian Oscillator

http://www.sciencemag.org/cgi/content/abstract/322/5902/697

Concludo con le osservazioni che fanno in questo sito riguardo questa scoperta, dove hanno potuto leggere l'intero articolo:

L'orologio di Paley nei cianobatteri:

http://progettocosmo.altervista.org/index.php?option=content&task=view&id=131

William Paley è stato di nuovo vendicato. David Hume non può più dire che il ragionamento di Paley sull'Orologiaio è basato sull'analogia.

Qualche antefatto. Nel 1802, nell'ambito della teologia naturale britannica, il teologo William Paley aveva avanzato un ragionamento, che si può considerare un argomento di Intelligent Design ante-litteram. Paley diceva: se troviamo in un prato un orologio, la sua specificità e complessità ci deve portare a concludere che esiste un orologiaio, perché è evidente che si tratta di un oggetto progettato. Analogamente, diceva Paley, se in natura troviamo oggetti complicati come o più degli orologi umani allora deve esistere una specie di Grande Orologiaio o Disegnatore. Oggigiorno la teoria del Disegno Intelligente sviluppa rigorosamente la tesi di cui Paley è da considerarsi un antesignano. Essa infatti definisce in modo scientifico la cosiddetta informazione complessa specificata (CSI), ne stabilisce le basi concettuali e i metodi di calcolo, e ne deriva possibili inferenze di disegno circa un sistema qualsiasi quando tale tipo di informazione venga rintracciata in esso.

Ovviamente questa argomentazione, già allora, non piaceva a coloro che sostenevano il naturalismo, cioè la supposta autosufficienza della natura e la non necessità di un suo Progettista. Fra i molti oppositori di Paley si distinse il filosofo David Hume, il quale, arrampicandosi sui vetri, sosteneva che l'analogia di per se è un argomento debole e di conseguenza un'argomentazione basata su di essa non ha valore.

Sta di fatto che in natura esistono effettivamente oggetti di gran lunga più complicati di un orologio. Ne Paley ne Hume infatti avrebbero mai potuto immaginare quello che è stato scoperto in biologia negli ultimi decenni (e si continua vieppiù a scoprire man mano che le ricerche avanzano): ovvero
ciò che in due parole si può ben chiamare la più sofisticata nano-tecnologia meccanica ed informatica. Le cellule in particolare e in generale i sistemi biologici infatti sono pieni di straordinarie macchine molecolari e di sistemi che hanno tutta l'aria di essere ingegnerizzati.

Fra queste nano-macchine ci sono motori rotativi (es. il flagellum dei batteri), sistemi di assemblaggio di parti a controllo numerico (es. ribosomi), firmware - cioè istruzioni codificate in modo simbolico tramite lunghissime molecole (DNA) usate da processori presenti nelle cellule, macchine cucitrici per riparare i filamenti di DNA rotti (es. DNA ligasi), macchine riavvolgitrici del DNA (HARP enzima) etc. e anche, ebbene si, veri e propri orologi.

Nel numero della rivista Science del 31 ottobre 2008 ( Vol. 322. no. 5902, pp. 697 - 701 DOI: 10.1126/science.1150451
http://www.sciencemag.org/cgi/content/full/322/5902/697 )

compare l'articolo "Structural Insights into a Circadian Oscillator" (Carl Hirschie Johnson, Martin Egli, Phoebe L. Stewart). In tale articolo viene descritto un oscillatore circadiano che ha tutte le caratteristiche di un orologio meccanico fatto con proteine. Questa macchina molecolare che
scandisce accuratamente il tempo funziona in una delle più primitive forme di vita: i cianobatteri. Si possono identificare in essa veri e propri arpionismi, ingranaggi, ruote dentate, fatti con le molecole, come quelli presenti
negli orologi meccanici.

Alla fine dell'articolo gli autori scrivono: "Consideriamo il KaiABC [così chiamano tale oscillatore bio-chimico] come una nano-macchina oscillante dinamicamente che si è evoluta (!) per scandire, in modo unidirezionale ed affidabile, il tempo."

Ovviamente si deve considerare il riferimento all'evoluzione come puramente gratuito (e probabilmente come lo scotto da pagare per essere pubblicati in una rivista della nomenklatura Darwinista come Science). Infatti, ne` nell'articolo ne` da nessuna altra parte nella letteratura evoluzionaria, è spiegato come un congegno cosi` complesso potrebbe evolversi casualmente da solo. Inoltre gli autori si chiedono se i "clock" presenti nelle cellule umane abbiano caratteristiche simili agli orologi dei cianobatteri. La considerazione sorge spontanea: il fatto stesso che tali complicati orologi siano stati individuati già nelle forme più rudimentali di vita, forme che dovrebbero essere all'inizio della supposta evoluzione, fa sorgere dei ben giustificati dubbi sul concetto stesso di questa evoluzione, intesa come processo che dovrebbe andare dal più semplice al più complesso. Come conciliare la supposta evoluzione biologica con la stupefacente complessità che si trova già nelle forme unicellulari di vita?

Sfortunatamente per gli evoluzionisti, oggi Hume non potrebbe più usare il suo sofisma contro Paley: gli orologi biologici infatti non sono soltanto vaghe analogie di quelli progettati dall'uomo, essi sono meccanismi veri e propri che fanno perfettamente le funzioni di un orologio, e se si vuole a
tutti i costi trovare una differenza si può solo dire che essi sono più complicati e sofisticati dei nostri (hanno funzioni addizionali, per esempio una ingegnosa compensazione di temperatura che gli orologi meccanici artificiali non hanno).

Su una cosa sono d'accordo, la scienza deve continuare nelle sue ricerche per il bene comune dell'umanità, tenendo in considerazione la possibilità non tanto remota che esista un Creatore!

Ciao!
_________________
In un qualche tempo avvenire, non molto lontano se misurando per secoli, è quasi certo che le razze umane incivilite STERMINERANNO e si sostituiranno in tutto il mondo alle razze selvagge - (Charles Darwin)
Inviato il: 10/12/2008 20:26
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