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   Il 25 Aprile non è una giornata condivisa

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Autore Discussione
Il 25 Aprile non è una giornata condivisa
#1
Mi sento vacillare
Iscritto il: 12/1/2006
Da
Messaggi: 873
Offline
Il 25 Aprile non è una giornata condivisa

Sgombriamo ogni dubbio, la giornata che ricorda la liberazione dell’Italia dal nazifascismo non è mai stata condivisa e mai lo sarà.
E’ inutile girare attorno alla questione di fondo: tutti coloro che hanno combattuto nella Repubblica Sociale Italiana e i loro eredi politici non si sono mai riconosciuti in questa giornata che nel 1945 è stata alla base della successiva nascita della Repubblica Italiana e della Costituzione del 1948.
E anzi se dipendesse da loro farebbero di tutto per abolirla.

In questi 5 anni di governo del centrodestra nessun esponente di rilievo del Governo ha mai speso parole chiare sulla condivisione di questa festa nazionale. I soli ministri che hanno partecipato alle celebrazioni erano obbligati dal fatto che era presente il Capo dello Stato, e mi riferisco al Ministro dell’Interno e a quello della Difesa. Ricordo che l’anno scorso a Milano, presente Ciampi, c’era anche il Ministro La Malfa, e ci mancherebbe altro dal momento che è stato nelle fila del Partito Repubblicano ed è figlio di cotanto padre.

L’ex Presidente del Consiglio non è mai intervenuto in 5 anni, Fini neanche a parlarne, Tremaglia poi con che faccia potrebbe presentarsi visto che ha combattuto insieme ai nazisti contro i partigiani. Ed è veramente odioso e contrario alla storia il tentativo di mettere sullo stesso piano chi ha combattuto insieme ai nazisti e chi invece ha combattuto contro le truppe naziste e i repubblichini di Salò. Perché questo è il confine che sancisce il fatto oggettivo che il 25 Aprile non è mai stata e mai sarà una giornata condivisa da tutti gli italiani.

Tutte le polemiche di queste ore vertono intorno ai fischi di cui è stata bersaglio la Moratti, che negli scorsi 4 anni in cui è stata al governo non si è mai vista in corteo e che invece quest’anno, bontà sua, si è presentata in piazza facendosi scudo del papà deportato a Dachau e medaglia d’argento della Resistenza. Dispiace molto che per biechi fini elettorali, l’ex Ministro dell’Istruzione, si sia ricordata improvvisamente del 25 Aprile e del fatto che suo padre era stato deportato dai nazifascisti. In tutti questi anni se ne era del tutto dimenticata evidentemente, dal momento che è stata collega di governo di una persona che 61 anni fa se si fosse trovato di fronte il Sig. Paolo Brichetto non avrebbe esitato a sparargli addosso. Mi piacerebbe sapere cosa pensa il Sig. Brichetto di questo collega di sua figlia e soprattutto del fatto che sua figlia ne sia stata collega di governo per 5 anni.

Naturalmente la Moratti si aspettava questi fischi sia per poter dare fiato ai suoi amici del centrodestra su tutta questa manfrina ipocrita della condivisione dei valori del 25 Aprile, sia per sfruttarli a fini elettorali.

I fischi alla Moratti erano perciò inevitabili anche se dispiace molto che il padre sia stato coinvolto ingiustamente, ma la responsabilità è della figlia che ne ha strumentalizzato il suo passato valoroso sapendo che sarebbe andata incontro ad una folla ostile. Ma ostile a lei, non certo al valoroso papà. Quindi una provocazione bella e buona, qualcuno c’è cascato ma, ripeto, era inevitabile anche se sarebbe stato saggio ignorare completamente l’ex ministro e rendere omaggio al papà.

Diverso il discorso invece sui fischi alla Brigata Ebraica e le bandiere di Israele bruciate da parte di persone che non conoscono la storia e la mischiano a fatti che nulla centrano con la Resistenza. Persone che non sanno o fingono di non sapere che la Brigata Ebraica ha combattuto insieme ai partigiani contro i nazifascisti. L’ignoranza è una brutta bestia.

Ma lo è anche l’ipocrisia del centrodestra che si scaglia contro le parole di Prodi che lega il significato del 25 Aprile al prossimo referendum sulla oscena riforma della Costituzione. E’ una dato storico ed oggettivo il legame indissolubile tra il 25 Aprile e la Costituzione del 1948 e quindi è perfettamente in linea il richiamo di Prodi a votare contro lo stravolgimento della Carta del 1948, figlia del 25 Aprile 1945.

Enrico Sabatino

Inviato il: 26/4/2006 16:31
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Oggetto: Autore Data
     Re: Il 25 Aprile non è una giornata condivisa Pausania 27/4/2006 0:39
       Re: Il 25 Aprile non è una giornata condivisa maxgallo 27/4/2006 9:39
     Re: Il 25 Aprile non è una giornata condivisa Max_Piano 27/4/2006 11:08
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