Talvolta le formule verbali consolidate nascondono in sé stesse, a considerarle con attenzione analizzandole rigorosamente, imbarazzanti vuoti di significato.
Nella prima parte del post #186 credo di avere reso evidente (con ironia ma seriamente) come l’abbinamento di “libertà” e “contesto sociale” sia una semplice illusione espressiva priva di senso reale. Quasi un ossimoro.
Un’altra formula che meriterebbe di essere vagliata con attenzione è “giustizia sociale” (usata normalmente con molta nonchalance, come se il suo significato fosse assolutamente assodato e notorio a tutti); credo invece che, cercando di precisarne meglio il senso (e l’applicazione nella realtà), ne emergerebbe la caratteristica di “scatola vuota” che ognuno riempie a proprio piacere con elementi sostanzialmente diversi, a volte addirittura opposti.
La questione non è oziosa, visto che la condivisione dei significati è alla base della comunicazione; aiuterebbe inoltre a fare emergere cị che sulla questione ognuno da per scontato (spesso inconsciamente) ma che naturalmente a volte lo è per lui solo.
E, secondo me, precisarne anche le modalità di applicazione aiuterebbe a cogliere meglio le moltissime difficoltà di un contesto reale, che mi pare invece troppo spesso vengano invece liquidate con enunciati piuttosto vuoti.
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