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   Aggredisco, appaio, quindi "sono".

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  •  Pausania
      Pausania
Re: Aggredisco, appaio, quindi "sono".
#1
Sono certo di non sapere
Iscritto il: 6/4/2006
Da
Messaggi: 3872
Offline
La tua presenza, Florizel, è sempre preziosa e – come tutte le cose preziose – si fa sentire ancor di più quando manca. Sono davvero felice che tu sia tornata. I tempi sono bui, ma ci si può scaldare tra di noi, almeno qui, almeno virtualmente.

Articolo interessante hai linkato, ma avrei delle obiezioni a quanto scritto.

I recenti, inquietanti casi di violenza nella fascia dell'obbligo delle scuole italiane, hanno innescato un dibattito che ha omesso di mettere a fuoco quale ruolo giochi, nel percorso formativo dei ragazzi, un “personal medium” come il telefono cellulare.

E come al solito l'autrice, mentre noi credevamo indicasse la luna, stava soltano ammirandosi il dito, ma – essendo presbite – lo teneva molto lontano dal volto.

Il bullismo si aggira ormai come uno spettro nelle scuole italiane.

Sì, giusto. Bell'incipit, un po' stantio forse, ma in grado di titillare i palati più differenti.

I casi di cronaca, a proposito e a sproposito, hanno raccontato come ormai gli adolescenti...

Tutti, come al solito. Perché la responsabilità è sempre collettiva, non dimentichiamolo mai!

...preferibilmente riuniti "in bande", rischiano di trovarsi del tutto fuori controllo per l'agenzia pubblica di educazione...

E come mai? Vi state accorgendo che, se non sapete nemmeno insegnare a leggere e a scrivere a dei bambini, non potete pretendere di infilargli nella testa “i valori”? Ma no, ma sul serio? Cioè, i ragazzini la stanno mettendo in quel posto alle maestre ? Non ci posso credere. Un po' come Pinocchio che ammazza a martellate il Grillo Parlante.

...in endemico debito di finanziamenti...

Questo non è vero! Io pago le tasse per avere scuola e sanità, quindi non è possibile che lo Stato non finanzi la scuola come si deve!

...di personale qualificato...

Ah, oltre a non usare i soldi che dite di prendere dal mio portafoglio per gli scopi dichiarati, mi obbligate a mandare mio figlio in un posto pieno di personale non qualificato! La mia inderogabile fiducia verso lo Stato comincia a vacillare.

e soprattutto di modelli culturali capaci di stabilire relazioni e confronti fra i programmi curriculari del Ministro e tutto quello che accade fuori dalla scuola (ma che non può non avere ripercussioni anche al suo interno).

Non ho capito niente di questa frase, però intanto ho imparato che sono obbligato a mandare mio figlio in un posto dove ci sono insegnanti che non sanno educare e che non sono in grado di tenere a bada dei minorenni. Che bello!

Le violenze sessuali di adolescenti nei confronti di coetanei, quelle contro compagni disabili, ma anche tant'altro che è rimasto fuori da questa campagna di tematizzazione superficiale e a tratti addirittura pruriginosa, sono state oggetto di documentazione filmata con i telefoni cellulari, da ragazzi di età compresa tra i tredici e i quindici anni.

Imbecilli! Farsi beccare così, ma dove vivete?

Il telefonino è diventato un “personal medium” che ha rielaborato (e rielabora) radicalmente la forma e il contenuto della comunicazione dei più giovani.

Eccolo il problema! Il telefonino... scemo io che ho pensato che qualcosa non andava nella scuola italiana. Ma adesso basta criticare l'ottima istruzione gratuita pagata con il sudore della mia fronte, il cui ricavato andrà ai bambini poveri dell'Afghanistan, che non possono filmarsi col telefonino mentre si addestrano a diventare degli ottimi soldati che in primavera ammazzeranno “i nostri ragazzi”.

Nel nostro paese ha avuto una diffusione eccezionale.

La scuola o il telefonino, non ho capito?

L'adozione pervasiva del telefono cellulare è stata sostenuta e incentivata dalle famiglie che lo hanno considerato (banalmente) uno strumento di controllo genitoriale su figli in età difficile, con abitudini e orari sempre più allo sbando.

Il che ci dimostra in maniera inquivocabile che il desiderio di controllare, sorvegliare, monitorare e registrare ogni mossa di una persona non solo non serve, ma addirittura è controproduttivo. Insomma, un sistema totalitario di controllo non può che creare persone infantili e incapaci di qualsiasi pensiero razionale, oltreché insensibili e prive di qualsiasi empatia. Soluzione: lasciate stare quei ragazzi, smettetela di comprargli le cose e trattateli da adulti, per la miseria.

In crisi valoriale e di coesione interna la famiglia – chi ne detiene la responsabilità -, si affida al contatto vocale fra i membri, estenuando gli equivoci e le complicazione che ne derivano, ottenendo in cambio una sorta di raffreddamento dei conflitti interni e contemporaneamente un'effimera pacificazione della coscienza.

E' colpa della famiglia! La stessa che viene salvata dallo Stato che la obbliga a mandare i pargoli a scuola, dove imparano presto come stuprare e picchiare persone indifese e vantarsene pure. Abbasso la famiglia! Evviva la scuola!

Che il mezzo sia inequivocabilmente il messaggio nella stessa determinazione dei fenomeni di bullismo verificatisi nelle scuole italiane, vuol dire semplicemente che ragazzi dotati di agili e personali strumenti di documentazione, sono accompagnati (quasi ossessivamente) da una necessità drammaturgia perennemente sospesa.

A me il messaggio sembrava: “Cazzo, porta via tuo figlio da scuola, prima che una maestra in crisi d'astinenza si dimentichi di salvarlo mentre il compagno di classe gli pianta una matita nel ventricolo sinistro!” Però magari mi sbaglio...

E' come se l'opportunità narrativa fosse sempre a portata di mano e cercasse un pretesto, anch'esso naturalmente influenzato dal flusso multimediale a cui sono i ragazzi sono sottoposti, per dispiegarsi.

Eh?!?

Se Popper avrebbe preteso un'apposita patente d'idoneità per i protagonisti della “cattiva maestra” (la televisione) al fine di limitarne gli effetti nefasti, si capisce in quale conto abbiamo tenuto il suo ammonimento, adesso che la strumentazione documentaria è diventata microscopica, a buon mercato e a disposizione anche del peggio intenzionato, che la introduce a sua discrezione a cinema, a teatro, a scuola e addirittura in chiesa.

La televisione, questa magica scatola che rincoglionisce le persone e che guarda caso è stata inventata e sviluppata dallo stesso soggetto della scuola obbligatoria, lo Stato. Il quale, ma pensa il caso ancora una volta, ha detenuto per anni il monopolio della tv, mentre tutt'ora obbliga i cittadini a pagare tanti begli euri ogni anno. Ma non distraiamoci, parliamo male del telefonino, che almeno quello non è stato inventato dallo Stato.

Con un'ulteriore e semplice operazione poi, la documentazone diffusa e a soggetto, trova un vettore di eccezionale pervasione distributiva nella rete, superando la strozzatura che inibisce (e soprattutto controlla) la comunicazione filmata tradizionale.

Eccoci al solito punto: la rete che non si può controllare. E la rete è il covo di terroristi, pedofili e bambini stupratori. Come volevasi dimostrare, è il solito feticismo del controllo. Non importa l'aver appena dimostrato che i ragazzini, sorvegliati costantemente persino con il telefonino, non sono di fatto controllabili in nessun modo. No! Più controllo, ci vuole. Immagino serva anche più Stato, così facciamo cappotto.

Per un regista cinematografico indipendente è quasi impossibile accedere con la sua opera al vettore distributivo delle sale; per converso chiunque e per qualsiasi finalità, può mettere on line gratuitamente il proprio prodotto documentario.

Ma allora un regista indipendente potrebbe mettere in rete gratuitamente il proprio prodotto documentario! Ho un'idea! Perché non chiediamo ad un regista cinematografico di fare un documentario sull'11 settembre e di metterlo in rete. Abbatteremo il sistema! Conoscete nessuno?
(Sta fessa è ancora al Commodore 64)

Da una parte la censura culturale e politica...

Cioè... la censura è propria di uno Stato. Sta dicendo che lo Stato lede la libertà di espressione?

...dall'altra un liberismo selvaggio e senza regole, ossessionato dall'idea di ledere un mercato planetario e in espansione “aldilà del bene e del male”

Ma che dice? Ormai siamo alla schizofrenia: il liberismo che lede il mercato. Ma dove l'hanno presa questa?

In mezzo la scuola devastata una volta in più da processi totalmente fuori dalle sue possibilità di controllo e da una pubblicistica approssimativa e superficiale, interessata unicamente agli aspetti sensazionalistici del problema.

Povera scuola... ci vuole che lo Stato faccia qualcosa!
Inviato il: 10/3/2007 23:09
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Oggetto: Autore Data
     Re: Aggredisco, appaio, quindi "sono". _gaia_ 10/3/2007 18:59
       Re: Aggredisco, appaio, quindi "sono". Pausania 10/3/2007 21:29
         Re: Aggredisco, appaio, quindi "sono". _gaia_ 10/3/2007 21:37
           Re: Aggredisco, appaio, quindi "sono". florizel 10/3/2007 22:09
             Re: Aggredisco, appaio, quindi "sono". Pausania 10/3/2007 23:09
             Re: Aggredisco, appaio, quindi "sono". fiammifero 10/3/2007 23:15
               Re: Aggredisco, appaio, quindi "sono". Pausania 10/3/2007 23:34
         Re: Aggredisco, appaio, quindi "sono". Linucs 10/3/2007 23:30
           Re: Aggredisco, appaio, quindi "sono". Pausania 10/3/2007 23:51
             Re: Aggredisco, appaio, quindi "sono". Linucs 11/3/2007 12:25
     Re: Aggredisco, appaio, quindi "sono". florizel 11/3/2007 15:23
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