Mi scuserete, spero, per la relativa lunghezza dell'intervento, ma i commenti finora postati mi hanno suscitato una ridda di dubbi e riflessioni:
Citazione:
...non mi stupirei se la demagogia radicale imponesse la liberazione di una miriade di piccoli delinquenti che andrebbero a rimpolpare le fila della manovalanza criminale, mentre verrebbero trattati con eccessiva severità altri, rei magari di reati da prima pagina, ma che meno incidono sulla sicurezza del singolo cittadino. ...
Gherardo Colombo, al riguardo, scrive: "al di là della propaganda i danni della corruzione sono concreti ed evidenti. Meglio non credere a coloro che affermano che essa contribuisce alla ricchezza e al benessere dei cittadini. Non è vero. I cittadini pagano sempre i costi della corruzione. I corruttori infatti trasferiscono i costi della corruzione sull'ente pubblico cui fa riferimento il funzionario infedele." (fonte:
Intervento ad un convegno sulla corruzione)
Per parlare più nel concreto della sicurezza del singolo cittadino, sarebbe forse utile chiedersi qual'è il riflesso sulla sicurezza di tutti noi delle attività legate alle ecomafie, alle sofisticazioni ed adulterazioni alimentari, alla vendita di farmaci falsificati. Una piccola trattazione di questi temi la possiamo trovare
sul sito di "narcomafie"Citazione:
Come è ridicolo pensare che il problema delle carceri lo si risolva liberando dei detenuti.
Citazione:
Se non si fanno delle carceri degne di un paese civile l'amnistia sarebbe l'unica soluzione : altrimenti è ipocrita scandalizzarci delle Guantanamo americane ...
Citazione:
Le carceri, oggi, svolgono la sola funzione di isolare gli elementi giudicati pericolosi, dalla società
Questi tre "quote" (e mi scuserete, non intendo usare una parte del vostro discorso per criticare l'intera vostra posizione, ma non posso citare tutti gli interventi) sono indicativi, a mio parere, di una strana deriva della discussione che - quando si viene a parlare di detenuti - ho visto avvenire regolarmente. Dalla discussione sui detenuti si passa alla discussione sulle carceri. E, alla fine, le persone in carne ed ossa rinchiuse nelle carceri non sono più un problema. Il problema della pena, delle condizioni di vita dei detenuti, del senso del loro essere lì adesso, diventa "il problema delle carceri". Scusate, ma da quando in qua un edificio "ha problemi"? E cosa significa questo slittamento dalle persone alle cose? Non è forse il primo passo verso la "disumanizzazione" questo trasformare le singole esistenze in numeri statistici, in cose, in idee astratte? E, davvero, è utile per discutere di amnistia e criminalità?
Citazione:
E' statisticamente provato che la maggior parte dei reati (quasi sempre minori, ma che riempiono le carceri) è compiuto da extracomunitari. Il problema è politico, quindi, perché si tratta di stranieri.
Vero è che molti reati sono commessi da immigrati, ma la questione è un poco più complessa - a mio parere - di come è stata posta qui. Le statistiche possono venire lette in molti modi e, a seconda del punto di vista adottato, gli stessi numeri possono fornire indicazioni completamente differenti.
Ad esempio,
A parità di reati commessi, gli stranieri finiscono più frequentemente nelle nostre carceri dei cittadini italiani, perché più spesso subiscono la custodia cautelare e meno spesso godono delle misure alternative alla detenzione".Qui introduco una domanda: che cos'è un crimine? Un crimine è la violazione di una legge. Per "aumentare" o "diminuire" il tasso di criminalità occorre dunque guardare a quali leggi si fanno. Se dichiariamo "illegale" fumare nel proprio appartamento, fare l'amore in una data posizione, vestirsi di un certo colore, otterremo una variazione nei tassi di criminalità. Se scegliamo bene la definizione di "reato", otterremo una distribuzione dei reati diversa in funzione del segmento di popolazione. Così, se definiamo che il falso in bilancio è o non è reato, otterremo l'effetto di dichiarare criminali o meno una serie di presidenti di consigli di amministrazione. Se dichiariamo che è reato lavorare in Italia senza un documento chiamato "permesso di soggiorno", automaticamente trasformeremo in criminali una serie di persone che riparano auto, filano cotone, asfaltano strade, ecc.
Allora, scusate, ma il problema della "criminalità", non è possibile vederlo in un'ottica razionale? Dal punto di vsta dell'economia classica rappresenta una "soluzione d'angolo" (per la trattazione matematica rimando a:
Andrea Furcht: Alcune relazioni tra crisi economica e immigrazione dai paesi in via di sviluppo. Un'analisi economica della convenienza a delinquere .) adottata da alcune persone quando il risultato del calcolo costi/benefici dice che la criminalità è preferibile ad altre soluzioni.
Possiamo provare a discuterne in questi termini?