Citazione:
Ok, anche questo è un tuo parere e giacchè di pareri si parla ti chiedo se ti viene in mente qualcosa che dal 47 ad oggi gli israeliani possono "invidiare" ai palestinesi (a parte il territorio che gli è rimasto... per ora). A quanto pare siamo d'accordo sulle date. Quindi non è solo un MIO parere: è un parere di entrambi. Mi resta da capire come mai allora consideri "non propagandistico" un avatar che inizia dal 1945 applicato al concetto di "pulizia etnica".
No, non siamo d'accordo sulle date e nemmeno sull'utilizzo di (tuoi) esempi e confronti (che nello stile e nella tecnica mi ricordano certi svizzeri che si attaccano a un cavillo pur di spingere l'interlocutore a guardare la pagliuzza anzichè la trave).
Ho formulato la domanda giusto per evitare inutili (secondo me) polemiche sul dato "45 contro 47" anche perchè (secondo me) l'idea mentale organizzativa della conquista territoriale della palestina risale a molto prima del 1945.
Perciò la domanda è da leggere in questi termini: al di la di qualunque considerazione su "ha cominciato lui! No, è stato lui che mi ha detto scemo!"... nella situazione ATTUALE c'è qualcosa che gl'israeliani possono invidiare ai palestinesi? (secondo te).
L'altra questione che poni può essere letta in questi termini:
Perchè gli ebrei europei hanno ""assecondato"" la persecuzione nazista, seguendo le indicazioni dei loro leader?
Perchè i palestinesi hanno ""assecondato"" la persecuzione israeliana, seguendo le indicazioni dei loro leader?
Naturalmente tu obietterai il fatto che io creo un parallelismo tra nazismo e sionismo, ma (secondo me) anche qui il parallelismo c'è.
Entrambi non avevano come scopo INIZIALE l'eliminazione fisica dell'avversario; se gli ebrei se ne fossero andati dalla germania (lasciando i loro beni) i nazisti avrebbero gioito.
Se i palestinesi se ne fossero andati dalla palestina (lasciando i loro beni) i sionisti avrebbero gioito.
La pulizia etnica (la politica di sterminio fisico) si attua per quelli che resistono, che non capiscono, che si ostinano....
Gli ebrei tedeschi che hanno colto prima di altri che cosa li aspettava hanno venduto tutto e sono scappati, chi ha capito dopo è semplicemente scappato (con difficoltà crescenti vista la chiusura delle frontiere verso GB e USA) e chi invece si è fidato dei propri capi è rimasto fregato. La rivolta del ghetto di varsavia è un microcosmo del gioco delle parti in cui la vittima è spinta all'angolo da due entità che hanno finto di essere nemici tra loro, e invece erano solo "poliziotto buono e poliziotto cattivo".
Per i palestinesi il discorso è simile ma non identico: vendere e scappare-scappare-riconoscere lo stato israeliano e diventarne cittadino-fare la fine del topo a gaza o in cisgiordania.
Ora, noi ci troviamo a parlare di chi "fa la fine del topo" (ebreo in germania piuttosto che palestinese in palestina) e ci troviamo di fronte alla domanda: "perchè ti trovi nella condizione del topo?".
La risposta (per me) più plausibile è legata al fatto che la percezione di "nemico" nella gente comune è fortemente attenuata e relativizzata dalla propria abitudine di vita (se mi dicono che quelli di brescia sono cattivicattivicattivi, ma io ho l'esperienza di una vita vissuta con dei vicini di casa bresciani e ottime persone, io riconoscerò come falsa questa diceria), idem nel caso di ebrei tedeschi con tedeschi e palestinesi con ebrei.
Solo chi ha un disegno politico più ampio dei tuoi confini consuetudinari può agire in termini più macrocosmici per modificare anche il tuo microcosmo (un mezzo efficacissimo per raggiungere questo scopo è quello del terrorismo attribuito falsamente agli altri).
Io penso che se ci fosse stata realmente l'intenzione di arrivare alla pace tra israeliani e palestinesi, a questa si sarebbe arrivati e penso anche che il colpevole atteggiamento dei paesi arabi e della comunità internazionale sia dettato solo da paura (la "stessa" paura che l'europa aveva della germania nazista) pare che, al momento, solo la turchia sappia chiamare le cose con il proprio nome quando c'è di mezzo la politica """espansionistica""" israeliana. Il frutto di questa paura lo vedremo in futuro (la paura ha tempi di gestazione variabili), ma anche in questo caso avremo delle scelte e delle strategie che produrranno conseguenze. A posteriori si possono contare solo i morti e i danni.
Quindi la mia risposta è: la responsabilità di ciò che è successo sia agli ebrei in germania che ai palestinesi in palestina, è dei loro rispettivi leader che hanno interpretato in modo lucido e cinico le esigenze dei loro popoli per trarne profitto su un piano differente rispetto al popolo che rappresentavano.
Aggiungo un esempio che permette di cogliere meglio il senso dell'importanza della leadership: senza Nelson Mandela il sudafrica di oggi non serebbe il sudafrica di oggi.
Ripeto perciò la domanda: c'è qualcosa che, nella loro condizione attuale, gli israeliani possono invidiare ai palestinesi di gaza e cisgiordania?
Si chiama prova dello specchio
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p.s. chi ha cambiato titolo al thread?