Riprendiamo.
Notturno
Citazione:
Se un popolo disperso per il mondo decide di migrare progressivamente e in massa verso un altro
Ci sono alcune inesattezze, ed associazioni di cose arbitrarie.
* In primo luogo, l’attuale territorio occupato dallo stato sionista NON ERA terra esclusivamente ebraica: prima dell’invasione romana gli ebrei vi arrivarono insieme agli attuali palestinesi, ed il loro “regno” era molto delimitato rispetto a quello che è oggi.
“Nell’antichità c’era un popolo ebraico in una terra abbastanza delimitata, con una religione che non faceva proselitismo e che era esclusiva di quel popolo e di quella terra. Nella parte più antica della Bibbia risulta che gli ebrei dovevano venerare Jahvè e non gli dei di altri popoli, di cui non si negava tuttavia l’esistenza.""Nell’Antico Testamento gli ebrei risultano agricoltori, pastori, guerrieri, non commercianti. Più o meno questa è la composizione degli ebrei in Palestina, e tale risulta da altre fonti nel I secolo a.c. in gran parte delle zone in cui sono emigrati (Egitto Libia, Italia) o in cui erano stati inizialmente deportati, come la Mesopotamia (attuale Iraq), ma in cui erano rimasti anche dopo avere ottenuto di poter tornare. Le deportazioni, compresa quella successiva alla distruzione del Tempio di Gerusalemme, nel 70 d.c., riguardavano comunque solo lo strato alto della popolazione, e in Palestina era rimasta una cospicua comunità ebraica.”Ho cercato diversi link che parlassero della storia precedente all’occupazione romana, e tutti confermano che quella terra fosse occupata da diverse popolazioni, compresi gli autoctoni che hanno continuato a coesistere con le due popolazioni. Provare per credere.
Tra l’altro, se ci stiamo riferendo alla Diaspora che avrebbe segnato l’inizio dell’esodo del popolo ebraico, non tutti gli ebrei hanno lasciato la Palestina. Tanto per andare indietro nel tempo.
Ma anche di questa, secondo
Shlomo Sand, si hanno notizie manipolate in seguito, nel corso dei secoli.
“È l’opera, dalla seconda metà del xix° secolo, di rimanipolatori, di talento, del passato, la cui fertile immaginazione ha ideato, sulla base di pezzi di memoria religiosa, ebraica e cristiana, una sequenza genealogica continua per il popolo ebreo.”Da quello che si può leggere in rete, la storia, gli avvenimenti cronologici associati ai rinvenimenti archeologici, le interpretazioni e le manipolazioni, tutto insomma dà l’idea di un enorme mosaico che, contrariamente a quanto afferma il sionismo, va ancora ricomposto.
Ancora su Shlomo Sand, che fornisce particolari interessantissimi:
“Già all'inizio del suo testo Sand pone le domande cruciali e probabilmente più importanti. Chi sono gli ebrei? Da dove sono venuti? Come mai in diversi periodi storici appaiono in luoghi molto diversi e distanti?“Benché la maggioranza degli ebrei sia profondamente convinta che i suoi antenati siano gli israeliti biblici che si ritrovarono brutalmente esiliati dai romani, la verità va detta. Gli ebrei contemporanei non hanno niente a che fare con gli antichi israeliti, che non sono mai stati mandati in esilio perché una tale espulsione non è mai avvenuta. L'esilio romano è solo un altro mito ebraico.”Ho riportato solo questo stralcio, ma tutto l’articolo è sorprendetemente ricco di informazioni.
Quindi, se non ci si vuole limitare a ciò che la
storiografia ufficiale riporta, la realtà delle cose è ben diversa da quella che ci viene propinata. Dovremmo tenerne conto.
Il concetto stesso di “Popolo disperso” emerge come una forzatura “utile” a ciò che avverrà con la fondazione del sionismo.
Insisto su un fatto: ammesso che migrazione ci sia stata (e non solo nell’epoca attuale), insediamento di un popolo non significa sottomissione di un altro, a meno che questo non avvenga per mezzo dell’intervento di uno stato dotato di tutti i suoi strumenti di “persuasione”.
Ed anche una migrazione DI MASSA ristretta ad un preciso momento storico, in relazione invece all’antichissima tradizione del “ritorno alla terra promessa”, fa pensare ad un’elaborazione strategica, non ad una migrazione spontanea.
E’ con il sionismo e la progettazione dello stato israeliano che tutto questo assume un’ufficialità che appare arbitraria, per tempi e modalità.
Per questo dico che Israele, come stato, è più stato degli altri: nel suo fondarsi e nel suo mantenimento ha messo e mette in atto misure che nelle “democrazie” vengono applicate più subdolamente.
Gli appartenenti ad un popolo come quello ebraico sono storicamente sempre riusciti a stabilirsi, e con successo, ovunque andassero. Questo per decine e decine di secoli. Cosa è accaduto, cosa è intervenuto, perché all’improvviso nel popolo ebraico prevalesse l’esigenza di un ripopolamento della Palestina, e concentrata in un preciso periodo storico che va dalla metà dell’800 ai nostri giorni? La risposta non piace se ci si ferma a quello che viene spacciato per verità, come afferma Sand.
Quando scrivi che
Citazione:
Il diritto è figlio di un comune sentire DI QUEL TEMPO e DI QUEL GRUPPO SOCIALE.
Non ha nulla di “assoluto” e varia nel tempo e nello spazio.
Stai affermando esattamente che il sionismo ha fatto del “diritto al ritorno” , già vacillante come verità storico-religiosa, un paradigma assoluto.
Citazione:
acquistandone le terre (all'inizio) e poi, tra violenze RECIPROCHE (perché sono state violenze da entrambe le parti), l'ONU decide di riconoscere una ripartizione dei territori che preveda ANCHE la nascita di Israele, tu dove la vedi l'illegittimità della sua nascita?
Da chi acquistarono le terre? Dall’Agenzia Ebraica, la Jewish Agency
interlocutore ufficiale del Sionismo con l’Amministrazione della Palestina a nome di tutta la Nazione ebraica.Quindi, da un ente formatosi sotto il mandato britannico per la Palestina assegnatogli dalla Società delle Nazioni. Non l’hanno acquistata dalla popolazione locale, ma da un organismo che GIA’ colonizzava quella terra. Dalle mani di un padrone alle mani di un altro.
Ti appare quindi ancora legittimo l’acquisto di quelle terre a spese di un popolo già sotto assedio?
Citazione:
Eppoi, scusa, un'altra domanda che ti pongo: ma se tu riconosci IN OGNI STATO una violenza, allora perché un eventuale stato Palestinese ti andrebbe bene?
Hai una soluzione per questi problemi?
La mia è una posizione estrema, rispetto a quella di molti altri, qui e non solo: io non amo gli “stati”. Credo che due popoli possano convivere tranquillamente, darsi le loro regole al di fuori di ogni logica di supremazia. Nella fattispecie, ritengo che già parlare di creazione di due stati diversi amplifichi l’idea del conflitto.
Citazione:
Perché mai se l'immigrazione è individuale allora va bene, ma se è frutto di una decisione collettiva non va bene più?
E chi ha detto che se è frutto di una decisione collettiva non va bene? Non va bene se è frutto della decisione di un’elite che mette in atto pratiche coercitive più o meno subdole, spingendo ad emigrazioni di massa un numero impressionante di persone, col sostegno di ENORMI FONDI ECONOMICI che provengono da organismi di potere. Questo, per te, è assimilabile allo spostamento volontario di un tot numero di individui che (nonostante completamente stabilitesi in diverse parti del mondo, e con successo) “scelgono” di emigrare?
Citazione:
Il problema è che all'inizio l'immigrazione è sempre sporadica, isolata e ben assorbita dai residenti.
E' quando aumenta di intensità che nascono i problemi.
E questo sta succedendo anche qui da noi.
Per questo ti rifaccio la domanda: TU CHE PROPONI?
Su questo ti ho risposto: io non ho nessun problema rispetto all’immigrazione. Ce li ho quando essa presuppone l’impoverimento sistematico di un popolo, o di svariati popoli, a vantaggio di altri.
Per tornare al discorso sui rapporti tra sionismo e nazismo:
'Un dirigente sionista fu il primo a essere informato della soluzione finale'.” (pdf).