Un saluto a tutti.
Scusate se non mi è possibile postare con assiduità, ma fra il lavoro, i turni di notte e le letture in arretrato ( fra cui il vecchio testo di neurofisiologia e quelle di PikeBishop) e l’elaborazione dell’ultima esperienza con la sostanza Y, non sempre trovo il tempo e l’energia per postare.
X Omega e Kirbmarc: penso che abbiate letto i miei post introduttivi in cui paragono il sistema mente/cervello a quello software/hardware e credo che entrambi condividiate l’analogia per quanto attualmente approssimativa. Credo anche che omega condivida il concetto credo “ontologicamente” fondato che la realtà umana è fondamentalmente una simulazione, una riproduzione arbitraria e condizionata della mente/cervello. Questo, non esclude, ovviamente, che non esista un quid esterno (vade retro qualsiasi solipsismo) ma solo che muovendoci nel regno del fenomenico, la descrizione umana del reale è solo una simulazione facilmente manipolabile culturalmente, fisicamente e chimicamente. Ma a tutto questo mi sembra di aver già accennato.
E’,quindi, ovvio che dal punto di vista della realtà di consenso, l’uso delle sostanze psichedeliche possa rappresentare un “crash” del sistema; semplicemente perché la persona non funziona più socialmente, anzi la persona è scomparsa ed è rimasta una pura individualità. Lo stesso si può dire di qualche saddu perso in un misterioso samadhi, inconsapevole delle scorrere dei giorni e delle notti, o al contrario di qualche pazzo sedato o mineralizzato con alcuni pesanti psicofarmaci.
Certamente è tutto molto sfumato e arbitrario, e le definizioni e le categorie sono come sempre fuorvianti quando si parla della mente (questo lo dico da profano in quanto non sono un esperto di patologie mentali anche se il ramo mi ha sempre attirato
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Proseguendo con l’analogia informatica, Omega ha proposto per un overclock del sistema indotto dagli psichedelici. Come ritengo non corretto il concetto di crash, così potrebbe essere inesatto quello di overclock [ parlo ovviamente solo dal punto speculativo e non esperenziale in quanto ho provato solo poche sostanze e in maniera occasionale] in quanto se è vero che gli agonisti serotoninergici (LSD, dimetiltripamina, psilocibina, ibogaina) e alcune fentolamine (mescalina, metamfetamine) possano ampliare la capacità di gestire informazioni sensoriali, migliorando anche alcune qualità grazie alla modulazione eccitatoria di certi circuiti neuronali (cortico-talamici; cortico-corticali, rino-corticali etc), la stessa sovreccitazione di questi circuiti (dovuti ad alti dosaggi) conduce a inevitabili distorsioni dei segnali sensoriali fino alle allucinazioni e all’incapacità di memorizzare nuovi input sensoriali.
Al contrario per le cosiddette sostanze dissociative (ketamina, salvinorim, destrometorfano, ibogaina) che completamente dissociano la mente dai sensi, non c’è un overclock del sistema sensoriale ma la sua completa o parziale (dipende dai dosaggi) interruzione con l’attivazione di altri circuiti che in assenza di input esterni prendono il sopravvento.
Per quanto riguarda atropina e muscimolo non riesco attualmente a inquadrarle dentro una delle due categorie per quanto approssimative.
Il punto conclusivo teorico sia di una sovreccitazione che di un’inibizione sensoriale è la riproduzione di simulazioni altre (allucinazioni), la disgregazione dell’io e dell’identità della persona ed eventualmente la perdita di coscienza e l’incapacità di ricordare l’esperienza. Tutto in profonda analogia con il sogno e il sonno, anche se le esperienze psichedeliche sono estremamente differenti sia dai sogni che fra loro stesse.
Insomma tutto sto discorso per dire che le esperienze psichedeliche non sono così banalmente riducibili con semplici metafore. Piuttosto se c’è una cosa che le esperienze psichedeliche possono insegnarci ( in maniera più o meno benevola) è la relatività della nostra descrizione di mondo e della nostra stessa personalità.
Nike lungi da me qualsiasi discorso religioso o spirituale o anche semplicemente di valore…….sono già abbastanza incasinato con gli aspetti neurofisiologici anche se sono particolarmente interessato agli aspetti “nirvanici” dell’esperienza psichedelica.
Qui mi sembra si discute soprattutto di riflessioni e un po’ per fortuna anche di esperienze
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Personalmente interpreto la religione come un tentativo umano e quindi arbitrario di definire l’indefinibile.
Comunque sono contento che altri, come Lunatar, la pensino diversamente. In fondo molti credo siano in cerca credo di un infinito bene che ci sollevi dalla nostra condizione limitata , ma questo è solo un possibile sentiero dell’esperienza psichedelica.
Non mi sento una persona migliore dopo certe esperienze, percepisco solamente la leggerezza e fragilità della mia condizione umana assolutamente sovrastimata.
Non è che per martirio intendi qualsiasi pillola rossa?
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