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puck |
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Re: Psichedelico - ciò che svela la mente | #1 |
Ho qualche dubbio
Iscritto il: 29/11/2006
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Visto che Lunatar ha iniziato a parlare di ayawaska vi racconto la mia esperienza con questo enteogeno. Ho scoperto la sua esistenza da vecchia una trasmissione televisiva:c'era un giornalista che andava in giro per il mondo ad indagare su sette esoteriche, maghi, fenomeni paranormali, ecc. I giudizi su quanto aveva visto o a quanto aveva partecipato furono tutti più o meno negativi, fatta eccezione per l'esperienza che aveva fatta in Brasile con l'ayawaska. La cosa mi incuriosì, feci un bel po' di indagini e alla fine riuscii ad avere un indirizzo di San Paolo. E sono partito: Rio, San Paolo e da li prima Rio Branco e poi in un paesino situato sulla sponda di un fiume e confinante con la foresta amazzonica, abitato principalmente da seringueiros (i raccoglitori di caucciù). (Non sono ricco, facevo un lavoro che mi permetteva di viaggiare con una certa facilità). Il rito è durato tre giorni, preceduti da tre giorni di preparazione fisica (niente carne, alcolici e sesso) e spirituale (preghiere alla Vergine Maria/Luna/Madre Terra e al Sacro Cuore/Sole). Lo schema di base del rito è stato lo stesso tutti i giorni: riunione in uno spiazzo di terra battuta tra la riva del fiume e la foresta, assunzione dell'ayawaska, un ballo molto semplice (poco più di un girotondo, due passi a destra, uno a sinistra) di circa 30 minuti per dare tempo all'ayawaska di entrare in circolo, 4/5 ore di ... stato alterato, di nuovo 30 minuti di girotondo per tornare allo stato non alterato (si fa per dire), ed infine racconto dell'esperienza (per chi ne aveva voglia). L'ayawaska era in una grande zuppiera, ciascuno vi immergeva il proprio bicchiere e ne prendeva a piacimento; non appena svuotata, la zuppiera veniva nuovamente riempita. Nei 3 giorni di preparazione ci avevano spiegato che potevamo berne a piacimento: il corpo avrebbe assorbita quella che gli necessitava, quella in eccesso l'avremmo vomitata o espulsa sotto forma di diarrea. Il rito era officiato da una donna, aiutata da quattro aiutanti; alcune suonatrici di chitarra accompagnavano i canti intonati dall'officiante e dai suoi aiutanti. Nel raccontarvi quello ch'è successo durante lo stato alterato mi limiterò a ciò mi riguarda per motivi di correttezza verso gli altri partecipanti. Inizialmente non è successo nulla, è già pensavo di esseremi beccato una "sola", poi mi sono reso conto che una delle ragazze che suonava la chitarra non era più lei, era la morte che mi era venuta a prendere. Stava lì di fronte a me e mi guardava, senza espressione, nè buona nè cattiva, stava solo aspettando che io accettassi di morire. Ma non volevo morire, e ci siamo guardati per 5 ore; io guaravo lei, lei guardava me. Nient'altro. Poi è partito il girotondo e tutto è finito. Appena ho potuto ho raggiunto l'officiante le ho raccontato quanto mi era successo, e lei serafica mi ha detto "Se vuoi rinascere devi prima morire". Fine. L'indomani stessa scena, identica; ma questa volta, dopo qualche esitazione ho accettato, mentalmente, di morire; allora la ragazza/morte si è piano pianino trasformata in un enorme serpente che ha spalancato la bocca e mi ha ingoiato. E io sono diventato lui ... ho sentito il viso allungarsi, la lingua guizzare fuori dalla bocca, si è modificato il punto di vista: strisciavo tra l'erba e vedevo la cima dell'erba alta su di me, si è modificato il modo di vedere: mi sembrava di vedere tutto attraverso un grandangolo, si è modificata la percezione dei colori: erano tutti virati verso il giallo verde, e tutto era perfetto, ero immerso in un presente perfetto, esistevo, c'era il sole e tutto era perfetto; la sensazione più forte era quella di essere immerso nella perfezione. Poi qualcuno ha gridato e l'incanto si rotto; sono tornato io, ma sentivo, vedevo, provavo il dolore degli altri. Una cosa tremenda, si è aperta una ferita che non si è più rimarginata. Il terzo giorno non ho partecipato al rito, mi sono occupato di un altro partecipante che stava malissimo: nella notte tra il secondo ed il terzo giorno è regredito all'età di 3/4 anni; a quell'età aveva subito un trauma e l'ayawaska glielo ha vatto rivivere. Poichè parlavo la sua lingua, ma soprattutto perchè non avevo vomitato (il vomito e la diarrea sono interpretatti come una purificazione, e quindi chi non vomita non ha bisogno di purificarsi, si è già purificato; uno stomaco di ferro come il mio non è contemplato nei riti dell'ayawaska ) mi hanno chiesto di prendermi cura di lui.
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