Mi riferisco a un paziente terminale, a cui il proprio modello di mondo sviluppatosi all'interno di questa nostra società, non ha offerto un sistema di esperienze utili ad affrontare il tema della morte che inevitabilmente vive con estrema ansia ed inquietudine. Le nostre orecchie si distolgono dalle sue silenziose domande piene di angoscia perchè non abbiamo risposte che non siano altro che vuote parole. ... L'esperienza psichedelica potrebbe forse alleviare la loro angoscia della morte, come è sempre stato per culture molto più antiche della nostra. Certo, all'interno di questa società, non è una proposta facile e certamente non è proponibile per coloro che non sono pronti a mettere in discussione il proprio sistema di credenze, farebbe solo più danni.....Ma per tutti gli altri?
C
Qualsiasi parola relativa alla morte non può essere che vuota. La morte è il termine della nostra esistenza, dal mio punto di vista. A nulla serve porsi infinite domande su "cosa vi sia dopo". Nessuno, per quanto ne so, è mai venuto dal "dopo" per raccontarcelo, se non nelle fiabe e nelle religioni.
L'esperienza psichedelica potrebbe sia diminuire che aumentare l'angoscia di fronte alla morte. Ogni essere umano reagisce in modo differente alle variazioni di concentrazione dei neurotrasmettitori. Ognuno di noi è unico, ha un sistema nervoso unico. Le esperienze compiute da una persona non sono automaticamente trasferibili ad altre. Questo vale ancora di più per le sostanze psicoattive della classe degli "allucinogeni", soprattutto considerando il fatto che il loro meccanismo d'azione è praticamente sconosciuto.
Sull'argomento potremmo leggere una serie di articoli disponibli in rete:
Non puoi inviare messaggi. Puoi vedere le discussioni. Non puoi rispondere. Non puoi modificare. Non puoi cancellare. Non puoi aggiungere sondaggi. Non puoi votare. Non puoi allegare files. Non puoi inviare messaggi senza approvazione.