Pyter (citazione):
“Se Gribbin e Cherfas sono stati così sfigati da avere una sorella scimmia, bè, ci dispiace. Cosa vogliono dimostrare? Mal comune mezzo gaudio?”
Nella discussione “Luogocomunardi e religione”, l’altro ieri, nell’intervento n. 668, Florizel fece un’osservazione analoga, dicendo che potevo benissimo considerare il verme come mio fratello e la pantegana come mia sorella. E che lei non avrebbe esitato a dar loro fuoco in caso di invasione di massa. Questa è a mio avviso una considerazione specista, simile a quella del razzista che dice: “Considera pure i negri, gli ebrei e gli omosessuali come tuoi fratelli: io sono altro, io sono superiore”. Ecco perché sostengo che razzismo e specismo sono la stessa cosa, hanno la stessa matrice. Ovvero qualcuno che si considera superiore a qualcun altro. Nelle tue parole citate, trovo lo stesso atteggiamento, che mi ricorda quella discussione passata alla storia, avvenuta in Inghilterra nell’Ottocento, quando Huxley….
(
http://it.wikipedia.org/wiki/Thomas_Henry_Huxley)
….spiegò presso la Royal Society le teorie di Darwin che lui aveva sposato, e un prelato anglicano saltò su domandando se quella teoria Darwin l’aveva formulata osservando i suoi nonni, suscitando nell’assemblea di compassati scienziati uno scoppio di risa generale. Ecco, sono passati 150 anni e ora tu ragioni come quell’ecclesiastico! Né più né meno.
Cosa volevano dimostrare i due antropologi Gribbin e Cherfas? Volevano dare un supporto scientifico alla richiesta avanzata da alcuni filosofi, tra cui Peter Singer, di far entrare le scimmie antropomorfe all’interno del nostro cerchio etico, attribuendo loro lo status giuridico di esseri umani, senza per questo conceder loro il diritto di voto, per esempio, che non gli serve, ma almeno l’inviolabilità della persona. Il che si tradurrebbe, alle nostre latitudini, che non possono più essere messi in prigione negli zoo, né torturati nei laboratori di vivisezione. La proposta è stata avanzata, e la Spagna sembra che di recente l’abbia presa in considerazione. Noi qui in Italia arriveremo ultimi, come sempre, ammesso che ci arriveremo, dato che il morbo del pregiudizio giudaico-cristiano miete vittime non solo fra i cattolici, ma anche fra gli “alternativi”, quale presumo tu sia, come me, e come le tue parole mi dimostrano.