Sono certo di non sapere
Iscritto il: 12/6/2009
Da roncello (mi)
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Perché la storiella di Bankestein non rispecchia la realtà. La storiella di Banckestein ha come obiettivo il dimostrare che il sistema bancario impoverisce la società fornendo il denaro in quanto ne fornisce una quantità insufficiente a restituire sia il prestito che gli interessi. Ora la stessa storiella vista dal mio assunto e cioè che il perno di ogni questione economica sia il valore, inteso come: “quell’attributo personale, che ogni persona da ad un bene (o servizio) in un certo ambiente (luogo e tempo), e che esprime la desiderabilità che la persona ha per tale bene”, assume una nuova prospettiva. Mentre ogni bene o servizio diventano dei “contenitori” di valore, o “riserve di valore”, gli scambi avvengono a parità di valore, non di beni. I beni che si scambiano sono quei contenitori che occasionalmente, in quel momento e in quel luogo, contengono una quantità di valore ritenuta equivalente da coloro che effettuano lo scambio. In questa visione Bankestein impresta VALORE, per quell’occasione contenuto su banconote appena stampate. Ora facciamo un paio di considerazioni. Chiunque abbia entrate superiori alle uscite tende ad arricchirsi, quindi ad accumulare valore. Chiunque accumuli valore, ma accetti tale valore associato ad un unico tipo di bene, tende ad accumulare TUTTI i beni di quel tipo, sequestrandoli alla libera circolazione. Per Bankestein, l’interesse che chiede nel fornire il denaro in prestito, rappresenta il suo guadagno richiesto per il servizio di fornire il denaro. Ora, se il guadagno è rappresentato dall’interesse, e, come espresso nella storiella, egli non spende mai nulla, è evidente che ha entrate ma non uscite, quindi tende ad arricchire. Egli inoltre pretende come interesse valore solo associato a banconote, quindi, arricchendosi, tende a impoverire il mercato delle banconote. Ma, con questi presupposti, il tutto sarebbe altrettanto vero se gli interessi li riscuotesse in biciclette, gradualmente, come lui si arricchisce, sparirebbero dalla circolazione le biciclette, perché lui accumulerebbe valore associato a biciclette. Pertanto è già escluso che la storiella sia SOLO relativa al denaro. Ma poi, conoscete qualche entità che NON abbia spese ? Dato che è ovvio che se le entrate sono maggiori delle spese, egli tenderà ad accumulare valore sotto qualsiasi forma decida di accettare le sue entrate (interessi), che sia denaro, biciclette o caramelle, mentre se le sue entrate fossero uguali o inferiori alle uscite, questo non avverrebbe. Se vogliamo vedere in Bankestein il sistema bancario, scopriremo che esso non ha assolutamente interesse ad accumulare dei pezzi di carta nelle proprie casseforti. Il suo primo obiettivo è quello di far guadagnare i suoi proprietari (azionisti), e, pertanto se guadagno ha, questo viene distribuito ai proprietari, che ovviamente lo spendono, oppure lo accumulano per spenderlo in “blocchi” di dimensioni maggiori, ma anche è vero che, se una banca mette “a riserva” parte del guadagno, ogni tot tempo tenderà ad investire tale accumulo di valore in oggetti di valore, immobili, ecc…. e quindi, di nuovo, spenderà tale valore accumulato, sotto una qualsiasi forma che permetta tali acquisizioni (scambi). Non dimentichiamoci inoltre, che con il guadagno, deve pagare tutte le spese relative al suo mantenimento, che consiste negli stipendi degli impiegati, nelle manutenzioni, nel pagamento delle bollette, tutto valore che deve “uscire” dalla banca e lo può fare solo sotto forma di banconote, o annotazioni. Inoltre il guadagno di una banca è il prodotto del tasso di interesse sui prestiti, per il numero e l’entità dei prestiti stessi. Per cui, se ad esempio in un certo periodo, il mercato NON richiedesse prestiti, i guadagni delle banche crollerebbero. Altrettanto se diminuissero sensibilmente di ammontare, o calasse il tasso di interesse. L’ultima perla della storiella è rappresentata dalla seguente considerazione. Visto che Bankestein accetta in pagamento del servizio del prestito solo banconote, ed egli si arricchisce perché pur avendo guadagni, non ha spese, visto il numero limitato di banconote, rende impossibile alla popolazione pagare il proprio debito. Che succede allora ? le persone falliscono ! Fallendo Bankestein pignora i beni delle persone. Allora per avere quei beni che le persone erano già disposti a dare in pagamento, Bankestein segue tutta la procedura e le spese relative ad un fallimento (notare che per lui il risultato è identico, e cioè quello di avere alla fine i beni dei debitori), ma così elimina gradualmente anche i possibili destinatari di quella che è per lui la fonte di guadagno, ovvero il concedere prestiti, in quanto è illogico fare dei prestiti a chi sia fallito. Quindi, per non accettare il valore che gli spetta come compenso del suo servizio, associato ad altro tipo di bene, si ritrova proprio con quel tipo di bene, ed un possibile cliente in meno. Io gli darei il mongolino d’oro, ad un cretino che si desse la zappa sui piedi in quel modo, voi no ? Credo così di aver sufficientemente demolito la storiella di Bankestein.
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