"Il liberismo è di sinistra" di Alberto Alesina e Francesco Giavazzi.
La meritocrazia? È di sinistra. La liberalizzazione dei mercati? È di sinistra. La riforma del mercato del lavoro? È di sinistra. La riduzione della spesa pubblica? È di sinistra. Di sinistra, in generale, è il liberismo tout court. Lo sostengono ‘senza se e senza ma' - e soprattutto senza paura di apparire decisamente provocatori - due economisti di chiara fama. Con pazienza certosina ed esempi in quantità industriale i due autori provano a spiegare - con un linguaggio assolutamente accessibile ai più - perché è di sinistra difendere "il merito e non il censo, il libero mercato e non le lobby, i diritti del cittadino e non lo spreco di denaro pubblico". Senza meritocrazia - dicono perentori Alesina e Giavazzi - le professioni si tramandano ai figli come titoli nobiliari, senza concorrenza il consumatore è ricattato dai grandi monopoli, senza controlli i ‘fannulloni' continuano a gravare sulle tasche dei contribuenti. Se la sinistra vuole ancora vincere le elezioni, avvertono senza mezzi termini i due economisti, deve varare al più presto ulteriori misure di liberalizzazione: le ‘lenzuolate' varate dal ministro Bersani nel gennaio di quest'anno costituiscono infatti un piccolo passo avanti, ma non sono sufficienti.
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